Resto del carlino - 4 ottobre 2015

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FerraraDomenica 4 ottobre 2015

Redazione: galleria Matteotti 11, Ferrara - Tel. 0532 590111 - Fax 0532 590117· Pubblicità: SpeeD - Via Armari 24/26, Ferrara - Tel. 0532 241733-291926 - Fax 0532 241990

«Rischiamodinongarantire isoccorsi»L’allarmedeivigili del fuoco:«Pochiuomini emezzi vecchidi40anni:pronti allo sciopero»

Omicidio Tartari

Il fratello:«Siamo felicidi incontrareil vescovo»COME spesso accade quando in

città planano eventi di forterichiamo (dalleMilleMiglia al

Buskers festival), anche sul festival diInternazionale i ferraresi si sonodivisi tra chi amaincondizionatamente l’evento e chinonperde occasione per intonarel’eterno lamento. Tuttavia anche i piùcritici non potranno non ammettereche, in questi giorni, Ferrara èdavvero almeglio delle suepotenzialità, piena di giovani più omeno affamati di sapere e con lepiazze, i teatri, i cortili e - perché no -i ristoranti e gli hotel super pieni.Per non parlare delle decinedi finestre aperte sulmondo chel’iniziativa offre, in grado diteletrasportare chiunque dall’Iran alCongo, dal Bangladesh all’Armenia.Anche se qualche intellettualestorcerà il naso, crediamo chemeritimenzione anche il debutto, sullascena di Internazionale, di uno deiprodotti che, assiemealla cultura,meglio rappresenta questa terra, valea dire la pera Igp, che rappresenta lavera scommessaper il rilanciodell’agricoltura ferrarese nelloscenario globale. Ecco, crediamo cheil festival, nel rispetto dei gustipersonali e cercandodi evitareadesioni fanatiche o acritiche,rappresenti un’importanteopportunità di crescita culturale epersonale per tutti, anche deiferraresi che, per ragioni più cherispettabili, restano scettici o riottosi.Comedire: è un’occasione per uscire -almeno idealmente - dallemura.Speriamo che, così come Ferarra(e i suoi cittadini che numerosipartecipanoai vari incontri) stadandomolto al festival, anche ilfestival di Internazionale continui acredere e ad investire in questarealtà unica in Italia.

Coa,maxi esercitazione virtualeAeronautica, coinvolti 400militari di 15 paesi della Nato

VVEETTRRIINNAA

In centro aCento

Pensionatoinvalidopicchiatoper200euro

LA BUONA NOTIZIA

NON ci sono solo i giovani au-tori di fatti di cronaca nera.Ce ne sono anche tanti perbe-ne come quelli del convegnoodiernodell’Azione cattolica.

ILCOMMENTO

MALAVASI·A pagina 2

di CRISTIANO BENDIN

ROSSI e PANSINI·Alle pagine 4 e 5

Festival, ‘pera ferrarese’ protagonista al convegno sul ciboCittà presa d’assalto da migliaia di giovani. Gli eventi di oggi

ROMAGNOLI ·A pagina 12

Servizio ·A pagina 3

UNAFINESTRASULMONDO

CARBONIN ·A pagina 24

Servizio ·A pagina 17

IINNTTEERRNNAAZZIIOONNAALLEEIl caso delmicio torturato

Il veterinario:«Unacrudeltàmai vista»

Piazzetta S. Anna, 9Ferrara

Tel. 0532.1825685Cell. 349.5069356

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Chiuso il giovedì

••5FERRARAPRIMOPIANODOMENICA 4 OTTOBRE 2015

Internazionaleè lavetrinagiustaperdare risalto adunfrutto tipico locale,a lungosottovalutato,e cheorapuntaaconquistare imercatidi tutto ilmondo

L’EmiliaRomagnaavràpresto ‘Opera’,il primograndegruppodi produttoricostituitosi neimesiscorsi, cui è seguitounsecondoconsorzio, chiamatoOriginGroup.

di ANJA ROSSI

LA DISTRUZIONE di un’inte-ra minoranza, un massacro nonsolo fisico,ma collegato inmanie-ra viscerale all’eliminazione di tut-to ciò che esiste di una culturamillenaria. Dalle case alla chiese,ai collegi, a tutto quello che puòessere fondante un popolo. Geno-cidio è una parola nuova, un neo-logismo inventato dal giurista po-lacco Lemkin ma fondato da dueparole antiche, che tradotte signi-ficano ‘gronda sangue’. «Un geli-dometodo di attuazione – sottoli-nea Antonia Arslan, scrittrice ar-mena – che si perpetua per tutto ilNovecento. Il genocidio è qualco-sa che può risuccedere ogni voltache sia voluto e programmato stra-tegicamente, come inRuanda, do-ve è avvenuto ancora una volta inpochissimo tempo, con una preci-sa manipolazione dell’opinionepubblica.Attraverso imezzi di co-municazione».

ANCHE per il genocidio arme-no, a cent’anni di distanza, è diffi-cile fare luce, anche se importanteè ripartire dallamemoria, per farei conti con questo momento nerodella storia, non ancora svisceratoappieno dal popolo turco. Per lo

scrittore e politologo turco Cen-giz Aktar, in realtà, di genocidioarmeno la Turchia sta già parlan-do, da almenodieci anni. «Rispet-to al processo di adesioneall’Unione Europea da parte dellaTurchia – spiega - già dalla finedella guerra fredda vari sono i se-gni precursori verso un dibattito.La salma del genocidio era trop-po grossa, non ci stava più nell’ar-madio.L’idea di creare unanazio-ne omogenea è da tempo esplosain mille pezzi, viene messa in di-scussione dal mondo dell’editoriae da quello accademico delle uni-versità. E sta crescendo una me-moria culturale che si fonda sem-pre più nella tradizione millena-

ria dell’Anatolia». Molte furonoinfatti le bambine rapite e conver-tite, poi diventate nonne che inpunto dimorte parlavano ai nipo-ti delle loro radici.

«NONTUTTI sono stati assassi-nati – continua Aktar – e dopouna ‘turchicità reinventata’, uni-formata, l’arco memoriale tornaalla ribalta, anche conun certo or-goglio da parte dei giovani nel ri-scoprirsi armeni. Questo sta avve-nendo soprattutto attraverso laconsapevolezza della perdita diun’intera società. Lamia preoccu-pazione è che le restrizioni islami-che attuali possano portare unblocco a questa necessità di me-

moria, che sta venendo dal basso,dalla popolazione turca». Se infat-ti lo stato turco ha ancora difficol-tà nel relazionarsi con un pesantepassato, per cui secondo il polito-logo «il negare la cultura e il popo-lo armeno è tra gli elementi fon-danti dello stato stesso», la societàsta portando avanti in paralleloun lavoro sulla memoria tantoche «quello di cui prima ci si ver-gognava – conclude BernardGuetta di France Inter - come lanonna armena, diventa ora moti-vo di fierezza, di riscoperta. Nonè attraverso i parlamenti e i gover-ni che laTurchia riconoscerà il ge-nocidio, ma attraverso le persone.Un lavoro costante che parte dal-la società».

di LUIGI PANSINI

LA PERA si scopre (a) Interna-zionale, e Ferrara si vende comesua capitale. L’occasione del festi-val dà luce anche a un prodotto ti-pico locale, a lungo sottovalutato,e che ora vuol conquistare imerca-ti. A molti passanti già è stata of-ferta, estratta dal carretto su ruoteche in questi giorni si aggira perle piazze del centro, o in esposizio-ne nel gazebo sul listone che nepromuove ilmarchio di qualità. Èla pera dell’Emilia-Romagna Igp,al centro ieri di un nutrito «aperi-pera», realizzato col concorso delristorante «La Rosa» di S. Agosti-no e della scuola superiore Verga-ni-Navarra. Ambasciatore del gu-stoso frutto è stato Paolo Bruni,presidente delCentro servizi orto-frutticoli: «Abbiamo partecipatoa Internazionale perché interna-zionale è il nome che ha bisognodi farsi la pera.Dobbiamo render-

la esportabile nel mondo, e inol-tre affermarla sul territorio, comesuccesso allamela inTrentino-Al-to Adige». Se lì esiste Melinda,l’Emilia-Romagna avrà presto«Opera», nome del primo grandegruppo di produttori costituitosinei mesi scorsi, cui è seguito poiun secondo consorzio, OriginGroup. Entrambe le realtà, pensa-te per dare forza commerciale aun prodotto coltivato per il 70%

(dato nazionale) nelle province diFerrara, Bologna, Modena, Reg-gio Emilia e Ravenna, partecipe-ranno proprio in città dal 19 al 21novembre a Futurpera, primo sa-lone mondiale del genere.

NE ACCENNA il senso StefanoCalderoni, presidente della fiera:«Porteremo in Italia i buyer (com-pratori, ndr) esteri; speriamo cisia anche Carrefour. Avremo 150espositori, e al di fuori tanti even-ti di enogastronomia. Vorremmocostruire un nuovo paradigmaper il territorio, a partire dalla ri-storazione, perché la pera entristabilmente nei menù. Più del

50% della produzione regionaleviene da Ferrara». Dalla «Abate»,eletta a immagine simbolo nellepubblicità, alla Decana, alla Wil-liam, alla Kaiser, sono tante lequalità sviluppate per allungare lastagione, facendo della pera unfrutto non solo autunnale ma unaprimizia già a luglio. «Malgradodal 2000 al 2010 i consumi di frut-ta e verdura sian calati di 100chiliannui per famiglia, ne promuovia-mo l’apporto indispensabile», ave-va detto poco prima Bruni, ospitedi un incontro conMarcoCostan-tini del Wwf e Philip Lymbery,autore di «Farmaggedon», librodi denuncia delle conseguenze

dell’allevamento intensivo e deisuoi sprechi. «Già ora il sistemaindustriale produce cibo per14miliardi di persone», ha soste-nuto Lymbery per il compartocarne.

«SOLO il 21% del pescato richie-sto nell’Europa mediterranea vie-ne da qui, e solo il 25% di quantopescato dalle reti a strascico va sulmercato; il resto è buttatomorto amare», ha ricordato Costantini daparte sua. E la frutta? Contro ognidissipazione, stappando uno spu-mante sperimentale, fatto da perefinora snobbate dalmercato, Bru-ni ha alzato il tiro: «Cambieremoil detto. Una pera al giorno…».

L’occasione“

Porteremo in Italiai compratori esteri;avremo 150 espositorie tanti eventi collaterali.Il nostro obiettivoè che la pera ferrareseentri stabilmente nei menu

Non è attraversoi governi e i parlamentiche la Turchiariconoscerà il genocidioma attraverso le persone.Un lavoro costanteche parte dalla società

La pera Igp diventa Internazionale«Replicheremo ilmiracoloMelinda»Paolo Bruni, al convegno sull’alimentazione, lancia la nuova sfida

STEFANOCALDERONI

OGGIALLE 14.30 INPIAZZAMUNICIPALEPANELVODAFONESUI PROGETTI INNOVATIVI:’CAMBIARE ILMONDOCONUN’APP’

Il gruppo

TRACCIARE un filo rosso sucosa sia l’Isis, chi ci sia dietro edove stia andando non è affattosemplice, ma nell’incontro ‘Chicomanda lo Stato Islamico’ si ècercato di fare il punto della si-tuazione su uno degli argomentiche più sta allarmando ilmondoinquestimesi. All’internodel fe-stival di Internazionale, ieri inun teatro Comunale che ha se-gnato il tutto esaurito si sonoconfrontati l’orientalista e poli-tologo francese Olivier Roy,LoulowaAlRashid dell’Interna-tional crisis group e ChristophReuter che ha condotto un’in-chiesta sull’organizzazione di

questo gruppo del terrore, incontinua espansione. «È giustochiamarlo Stato islamico perché– spiega Corrado Formigli diPiazzapulita-La7 - anche se èuno stato non riconosciuto danessuna organizzazione interna-zionale ha una sua popolazione,ha le sue leggi e i suoi tribunali.Ci troviamo di fronte a un grup-

po terroristico che non è solouno stato, è un’ideologia».Un’ideologia basata sulla paura,diffusa attraverso il web, e unacapacità strategica che si basasul capire, studiare, spiare i po-poli da conquistare. Lo StatoIslamico diventa sempre più po-tente, infatti, studiando la storiae la politica dei futuri conquista-

ti, le dinamiche interne e i con-flitti identitari. «C’è un rancorenella popolazione locale, tra sun-niti e sciiti – sottolinea OlivierRoy - che crea un vuoto. Ecco, loStato Islamico ha il potere diriempire questo spazio. Studia-no tutto e tutti, l’Isis conosce iluoghi e chi è ricattabile. È unastrategia perfetta, forte, che nonpermette al popolo locale una ve-ra resistenza. Più che in terminireligiosi, agiscono in terminiscientifici. Sono degli ingegneridel potere, con persone che pia-nificano e con truppe disposte amorire».

a. r.

Lunghe file all’albaUna città affollatissima,complice anche il meteoclemente, per la secondagiornata di Internazionale.

Da sinistra il Listonegremito, Daria Bignardi alCastello e don Luigi Ciotti

di Libera

LAGIORNATADI IERI ATTRAVERSOALCUNI FOTOGRAMMI

IL SUPERAMENTO dellefrontiere attraverso l’istruzio-ne, la comprensione delle po-litiche dell’Unione Europea,le potenzialità delle nuovetecnologie e i nuovi modi diraccontare le notizie sono alcentro del terzo e ultimo gior-no del festival di Internazio-nale, che si conclude oggi do-po tre giorni di appuntamen-ti e incontri con giornalisti escrittori provenienti da tuttoil mondo. Alle 11 ‘Argentina.Giro di boa’ apre gli incontrial teatro Comunale, con gior-nalistiMartín Caparrós, Gra-ciela Mochkofsky e Alejan-droRebossio di El País, insie-me a ‘A lezione di ebola’ alteatro Nuovo, dove introdu-ce e modera Concita De Gre-gorio, e la proiezione del vi-deo ‘Mediterraneo la nostrafrontiera liquida’ all’Apollo4. Alle 11,30 al Ridotto delteatro Comunale si affronta iltema della libertà d’informa-zione in rete al tempo diGoo-gle, Facebook e Twitter.Esponenti della Commissio-ne europea e disegnatori sa-ranno sullo stesso palco delteatro Comunale alle ore 14ad analizzare ‘La politica este-ra dell’Unione’ (con a seguirepremiazione del concorso2015 per la migliore vignettasull’Europa). ‘Cambiare ilmondo con un’app’ è il temadell’incontro alle ore 14,30 inpiazzaMunicipale,mentre al-le 15 si raccontano la guerra elemigrazioni insieme al foto-grafo Olivier Jobard (sala S.Francesco).‘Con i cuori a Kobane’ sichiude invece la nona edizio-ne del festival, alle 16,30 alteatro Comunale, con Adria-no Sofri e Zerocalcare.

RIGENERAZIONEURBANATRACENTROEPERIFERIE: SENEPARLACONLAFILOSOFAYOUNÈSECONL’ARCHITETTOBOERI

Il sindacoTagliani haespresso ieri il cordogliodella cittàdi FerraraaMedici senza frontiereeallorodirettoregenerale inItaliaGabrieleEminente, aFerraraper il Festival, «perle vittimedel graveattaccoal centro traumatologicodiKanduz. Lanostrasolidarietàa tutti i dottori diMsf chesvolgonoun lavoroeroico in tutto ilmondo».

BERNARDGUETTA

CLAUDIPEREZESTEFANOMANSERVISIAFFRONTANO I PRINCIPALINODIDELLAPOLITICAESTERAEUROPEA

Il riscatto degli armeni, dal genocidioal recupero di unamemoria culturaleCinemaApollo stipato per l’incontro conArslan, Aktar eGuetta

LASCHED

A

IL FESTIVAL

Il programma di oggiTra i più attesi

Sofri eZerocalcare

L’EVENTOINCITTA’ LABIGNARDI ALCASTELLOIN TANTI NELCORTILEDELCASTELLOPERLAPRESENTAZIONEDELLIBRODI DARIABIGNARDI

Msf, solidarietàdiTagliani

MEDIOORIENTE, FOCUSALCOMUNALE

Isis, gli ‘ingegneri’ del poteretra fanatismoe geopolitica

UNA ‘APP’ PERCAMBIARE ILMONDO LESFIDEDELL’URBANISTICA I VOLTI DELL’EUROPA