Post on 10-Mar-2021
M A N ì.---------------------------------------.Radius RockelWare & RockelShare
di Raffaello De Masi
Intorno agli anni '50, frequentavo lescuole elementari, ci fu un periodo incui ebbe una certa fortuna un accesso-rio che veniva applicato alle biciclette econsentiva di motorizzarle. Si chiamava«Paperino» ed era rappresentato da unpiccolo motore a scoppio, di qualchecc di cilindrata, montato sotto il sellino,che «afferrava» con due ganasce ro-tanti, calettate sul motore, il cerchionedella ruota posteriore e forniva unaspinta supplementare alla bici nel mo-mento del bisogno. Reso famoso an-che da Vittorio De Sica, quando, mare-sciallo di Sagliena in «Pane, amore efantasia», portava romanticamente incanna la levatrice Annarella (una bellis-sima Marisa Merlini) il Paperino facevaun baccano del diavolo, ma era, per noiragazzi di allora, il primo passo verso lamotorizzazione. Già allora ne parlavamocome un miracolo della tecnica e chi
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aveva la fortuna di possederne uno«rombava» per le strade con lo stessospirito che oggi anima i ragazzi chevanno nel traffico con supervitaminiz-zate «giapponesi». Manco a dirlo, ci siindustriava a trarre, da questo mosceri-no, nuove prestazioni, tramite adozionedi candele superspeciali, spianature ditestata e miscele (meglio dire intrugli)di cui ognuno custodiva una segretissi-ma formula miracolosa; espedienti cheportavano puntualmente alla prematuramorte del microscopico motore e checi dava il la per smontaggi accurati epersonalizzazioni ancora più spinte. Po-vere cose, certo, ma che ci consentiva-no di passare lunghi pomeriggi in di-scussioni tecniche (sicf) senza fine,sotto la supervisione di Mastro Anniba-le, nostro nume tutelare, che vantavauna poco probabile partecipazione alla«8rescia- Taranto» e una ancora meno
probabile amicizia con Tazio Nuvolari.Quando ho ricevuto dalla redazione la
scheda oggetto di questa prova, mi so-no ritrovato con la stessa emozione diallora. Pensare che il mio FX, oggi mes-so un poco in ombra dal vicino Quadra950, potesse di nuovo competere ad ar-mi pari con i grandi dell'Olimpo Mac epassare una mezza nottata a installare ea fare test è stato tutt'uno. E mi ritrovo,alle sei del mattino, sporco di olio infor-matico, a raccontare questa straordina-. .na espenenza.
RockefWare, l'hardwareLa scheda Radius Rocket è solo una
dell'estesa e proteiforme famiglia dischede acceleratrici oggi presente sulmercato Mac e che si diversifica inquattro differenti classi, ognuna dedica-ta a ogni microprocessore Motorolapresente nelle macchine Mac. In parti-colare Radius Rocket si rivolge alla fa-miglia 68030, quella più diffusa e rap-presentata a livello di modelli, e sicura-mente, almeno finora, quella che puòtrarre più ampi benefici da add-on diquesto tipo; parlo in particolare dellemacchine Il, Ilx, Ilci, Ilcx e Ilfx, com-prendendo in queste anche gli ultimicioni, come VI e VX.
La scheda è fornita in una grossascatola di cartone molto ben sagomata,che offre una buona protezioneall'hardware (custodito, come al solito,nella classica busta antistatica) ed è cor-redata del software (due dischetti, chein Italia, sono affiancati ad altri due tra-dotti in versione italiana) di un'etichetta
Radius Rocket
ProduttoreRadius Inc.San Josè, CA 95131-1744 USADistributore:Modo S.r.l.Via Masaccio, Il42100 - Reggio EmiliaTel.: 0522/512828Prezzi al 30 luglio 1993 (/VA esclusa):Radius Rocket Accelerator L. 6.300.000Radius RocketShare L. 1.250.000
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Le informazioni relativealla scheda montata,tra cui, addirittura, ladefinizione della quan-tità di memoria RAMdisponibile, divisa perbanchi.
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Software Uerslon: 1.5Rssembly Number: 632-011 B
Rocket Speed: 33 MHz
Banle: A Memory: .• MBBenle:8 Memory: 16 MB
Inter1eeuing: Off
Daughter Boerd: NoneRppleTalk Uenlon: 57.0.4
32-blt Addreulng: Ofr
Molherboerd RRM: 8 MB
RocketWareLa finestra iniziale disetup della scheda.
di personalizzazione della macchina(non presente nel package ricevuto invisione), di un manuale d'uso e di instal-lazione e di una serie di fogli volanti divario genere (dalle utilissime quick-sheet alle tabelle di compatibilità, airead-me dell'ultima ora).
La scheda Radius Rocket ha il classi-co ingombro della scheda formato gran-de (32xl O cm) ed è dotata del solitopettine NuBus. Sebbene l'aspetto siapraticamente identico per tutte, essapuò essere fornita in tre modelli diversi,la 33, la 25 e la 25LC, dalle funzioni edalla destinazione ovvia se si considerache la cifra si riferisce alla velocità ope-rativa del microprocessore montato(68040) e al fatto che la terza ha un suf-fisso esplicativo della sua utilizzabilità.
Ma cosa è e cosa offre, in termini te-legrafici questa scheda? Presto detto:
- un processore Motorola 68040 fun-zionante a 25 o 33 MHz (quella in provaera la seconda);
- la completa compatibilità NuBuscon le altre schede di interfaccia, comele SCSI ad alta velocità e schede di in-terfaccia video supportanti la tecnica diblock-transfer;
- un acceleratore QuickDraw built-incustomizzato, tra l'altro, per l'uso conschede video Radius;
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La finestra di help, con !'indicazione, rapida ma precisa. delle diverse funzioni. I file del software sistemati automaticamente dall'lnstalier.
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RockefWare, il softwareLa scheda acceleratrice Radius
Rocket è attivata e controllata da due filesoftware; Rocket, tout court, e Radius-Ware, ambedue dei CDEV, accessibiliattraverso il pannello di controllo. In ag-giunta viene fornita, nel software allega-to, una serie di applicazioni aggiuntive,destinate ad attivare OuickCad e Ouick-Color, Radius Math e la compatibilitànetwork.
L'attivazione avviene attraverso il so-lito Installer; è da precisare, comunque,che alcuni file del pannello di controllosono specifici per l'ambiente Radius,come i già nominati OuickCad, Ouick-Color e OuickMath (quest'ultimo rim-piazza il SANE Apple incrementando icalcoli matematici indirizzandoli verso ilblocco delle funzioni matematiche pre-senti nel microprocessore 68040). Utile,ancora la presenza del già noto Exten-sions Manager, che permette di disabili-
- un acceleratore proprietario Radius,il OuickCad che supporta il softwarecompatibile OuickCad;
- compatibilità con la PRAM (ParityRandom Access Memory).
In ogni caso Radius Rocket è compa-tibile con tutte le schede NuBus Macin-tosh e funziona correttamente sotto Sy-stem 6.07 e 7.XX. Inoltre ogni schedaRocket è fornita completa di ConnectixMODE32, software che permette di in-dirizzare, sotto System 7.XX fino a 128Mb di memoria.
Per poter funzionare correttamenteRadius Rocket va installata su un AppleMacintosh Il (X, Ci, Cx o Fx), con Sy-stem 6.07 o 7; ha bisogno di un HO, unminimo di 2 Mb di Ram disponibile, edeve avere installati, sulla sua schedamadre, almeno 4 Mb di SIMM, che fun-zioneranno come memoria di sistemadella nuova configurazione (Rocket non«vede» le RAM della macchina centra-le, salvo l'utilizzo del software Rocket-Share, del quale parliamo in seguito); lememorie, come da standard Apple de-vono soddisfare le solite specifiche(stesso tipo e velocità e devono coprirecompletamente ogni banco), e possonoraggiungere i 128K di capacità totale(16*8); nel caso di SIMM da 100 nano-secondi occorre inoltre rimuovere unponticello sulla scheda stessa, sistema-to in maniera ben visibile e removibilecon estrema facilità. I chip, una volta in-stallati, saranno orientati con un angolodi circa 45°, cosa che permette una si-cura tenuta e un certo risparmio di spa-zio interno. Ovviamente occorrerà ri-muovere, se ce ne fosse una, eventualischede acceleratrici già presenti.
...Le tre finestre, organiz-zate ad albero, che per-mettono di settare lascheda e la sua utilizza-zione in funzione delleesigenze dell'utente.
<lII Il foglio Excel di calcolodelle fondazioni de-scritto nel testo e usa-to per le prove di velo-cità.
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RocketShere Cl 1992 Radlus I ne.
co dell'icona del Finder, ecco apparireuna piccola sagoma di un razzo. Andia-mo nel pannello di controllo e vediamopresenti almeno tre nuovi CDEV; Ouick-Cad, RadiusWare e RocketWare. Il pri-mo estremamente semplice, ha solodue switch che abilitano-disabilitanol'opzione OC. Il secondo è l'applicazio-ne che controlla le caratteristiche dellascheda Rocket, quando usata con spe-cifiche applicazioni software, il terzo in-fine controlla la completa gestione dellascheda attraverso il settaggio di nume-rosi parametri (questo CDEV bypassa,su alcune macchine, tra cui l'FX, le op-zioni dell'applicazione precedente).
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Tnls Program WIU wrltten wlthMocAppfJ : ~ 1985-1988 AppleComputer,lne.
Dan, Jon. Jay. Plerce, Aon, O' Steue
RockeUhare WllIS brought lo you by theBonsai Team:
OU<lntum ? IO203,1 t1ElMldiJCO29.lt1ntnti
RocketShareLa finestra di presenta-zIOne di RS.
Le prestazioniLa scheda Rocket della Radius incre-
menta, in funzione della macchina percosì dire di partenza, le prestazioni daun minimo del 30% (FX) fino al 200% eancora di più su macchine più tranquille.La sua presenza è completamente tra-sparente, non modifica in alcun modol'ambiente di lavoro già precostituito enon interferisce in alcun modo con alcu-na applicazione. Una volta montata, pra-ticamente la possiamo dimenticare(l'unica differenza, quando non gira al-cuna applicazione, era sul mio FX, l'au-mento di giri della ventola, che su que-sta macchina è variabile in funzionedell'assorbimento sui NuBus). Ma sumacchine per così dire di piccola cilin-drata il salto di prestazioni è a dir pocosensazionale. Un vecchissimo Il, ruggi-noso e lentissimo, è divenuto istanta-neamente un demonio di velocità e ci sirende effettivamente conto che il verocollo di bottiglia del sistema sta dive-nendo, in ogni caso, l'hard disk, perquanto si sforzino a tenerlo sotto i 10ms. La presenza diviene ancora più pos-sente quando si passa alla grafica (solovettoriale). Il refresh dello schermo èquasi istantaneo, e la cosa si apprezzain disegni molto complessi (ad esempiol'F40 fornita negli esempi di Canvas 3viene "sparata» sullo schermo come sefosse uno startup screen in bitmap).Ancora più entusiasmante è il migliora-mento nella velocità dei calcoli. Comebench test, certamente non esaustivo,ma abbastanza significativo ho usato unfoglio Excel di 278K, che ho costruitoper il calcolo della portanza di fondazionisuperficiali; il ricalcolo su un VI (senzacoprocessore) e un FX (col coprocesso-re built-in) senza Rocket sono stati ri-spettivamente di 17 e 4 secondi; con lascheda montata il ricalcolo era presso-ché istantaneo in ambedue i casi.
Per forzare la mano in tal senso housato la tecnica del "Goal Seek» onde
La gestione del setupdi creazione dell'am-biente. Si noti, a destra,sotto l'icona dell'HO, ilsecondo disco rigido,assegnato alla schedaRacket 33 presente nelcalcolatore.
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quella tradotta) si autoconfigura allostartup, con tanto di effetti scenici e fi-schi di reattori in fase di lancio. Dopo diche tutto ritorna all'ambiente abituale esembra che nulla sia effettivamentecambiato, tranne in alto, a destra, a fian-
File Edlt 1I1f-'UJ labelAbout Thls Matlntosh ...
~ Rlerm Clock
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~ ChooserCJ Control Panels
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~PUZZle
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PD
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30.1.
•• file Edlt Rockeh Dlsts
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N.m.: /fIO', Rocle.t 33·1st.t",; NoSt.,-t'4't)i,k'W'h.rt: $lot2M.401: Recle.tUHtm_ .• : 20 t1t9.b\jt••
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• File [dlt Rocket, Dlsks
tare estensioni presenti nel pannello dicontrollo che possono creare problemicon i CDEV Radius.
Una volta installato, il software (aproposito, l'importatore fornisce nellostesso package la versione originale e
La classica configura-zione duale schedamadre-racket. In que-sto momento sonopresenti effettivamen-te due calcolatori e lacosa è evidenziata, tral'altro, anche dalla pre-senza dI due differentiscrivanie.
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Cosa è RocketShareRocketShare è un set di estensioni
software per il sistema operativo 7 chepermette l'uso contemporaneo dellamotherboard originale del Mac e di ognischeda Radius Rocket installata nellamacchina stessa, ognuna funzionanteseparatamente e dotata del suo siste-ma operativo (7). In altri termini, sotto
Immaginate invece di avere duemacchine, una di classe media, su cuigestire programmi che non abbisogna-no di smisurata potenza, e una superve-loce, che, in perfetto background, senzain alcun modo disturbare l'altra, si accol-li la fatica di lunghi e faticosi processi; ledue macchine, magari, dovrebbero con-dividere lo stesso HD, in modo da avereun ambiente facile e agevole da gestire.Se avete già acquistato una schedaRocket, affrontate un altro piccolo sfor-zo finanziario, e con questo software fa-rete un salto verso l'efficienza del vo-stro ambiente di lavoro che è ben diffi-cile immaginare, se non la si sperimen-ta sul campo.
La finestra di localizza-zione della nuova mac-china; si noti, tra l'altro,la potente configurazio-ne RAM. propria dellascheda Racket 33, de-scritta nell'altro artico-lo.
ambiente RocketShare ogni schedaRocket, e con esse la scheda madre, èfisicamente, è un separato e distintocalcolatore Mac (ad esempio un CI contre schede Rocket equivale ad avere lamacchina di base con due Quadra di-pendenti dalla stessa tastiera e dallostesso monitor).
Ogni scheda Rocket aprirà, su que-sto schermo (a meno che, troppa gra-zia, non si abbiano più schermi) il suodesktop separato da quello della schedamadre, collegati tra di loro attraversoAppleTalk. L'effetto è quello di avere unvero ambiente di lavoro «multiple fore-ground» che, integrato perfettamentenell'ambiente Mac, consente di ripartirei processi di sistema nella maniera piùrazionale possibile; operazioni abbiso-gnanti di alta velocità e potenza di ela-borazione, come scansione d'immagini,image processing, rendering, gestionedi grossi volumi di dati sottoposti ascript complessi in un data base, posso-no essere assegnati alle schede più po-tenti (con tutti i vantaggi del full-proces-sing di una macchina della classe delQuadra). mentre operazioni in cui la ve-
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Il settaggio della ca-che; è possibile sce-gliere diverse configu-razioni e specifiche an-che in funzione dei pro-grammi che sarannoutilizzati.
accrescere le difficoltà di calcolo stesso(tenendo conto che GoalSeek è unsoftware del tipo add-in); il guadagno divelocità è di 1:2 circa per l'FX e di addi-rittura 1:6 per il VI. Nessuno degli ali-mentatori delle due macchine, inoltre,soffre particolarmente per l'accresciutarichiesta di potenza del famelico «040».
Ma non cambiate canale; le note cheseguono rivoluzionano tutto quello cheabbiamo detto finora, in una maniera adir poco inimmaginabile.
RocketShareUn trito proverbio dice che le disgra-
zie non vengono mai sole. Meno maleche, ogni tanto, anche le fortune viag-giano accoppiate. E così eccoci a met-tere la ciliegia sulla torta del 68040 pro-vato appena adesso.
Credo che il maggior cruccio, per chiaggiunge una scheda di aggiornamentoa una macchina, sia quello di pensareche tutta la roba vecchia, bypassata dalnuovo processore e dalle nuove RAM,è ancora lì, all'interno, in utilizzato, asonnecchiare. Vero è che spesso, comenel caso della Rocket di cui abbiamo ap-pena parlato, almeno si recuperano leRAM, ma è ben magra consolazione sesi pensa già solo al vecchio micropro-cessore.
Vi piacerebbe con la spesa di una so-Ia scheda, avere due calcolatori, addirit-tura in linea sullo stesso monitor? E,nello stesso tempo, continuare a utiliz-zare la vostra vecchia scheda madre?RocketShare, il software della Radiusdedicato alle sue schede della serieRocket, vi permette di farlo, nella ma-niera più elegante e trasparente. E, ad-dirittura, vi consente di avere tanti cal-colatori in linea quante sono le schedeRocket montate.
Permettetemi di vedere il problemasotto un'altra ottica; per quanto se neparli, e per quanto tutti si vantino più omeno, di farlo in maniera efficiente edefficace, il multiprocessing, per quantosi spremano i MHz, è ancora una bellaparola! Certo, finché si tratta di far gira-re insieme un wp, un foglio elettronicoe un data base, tutto va bene; ma quan-do della compagnia cantante fa parteappena appena un programma di rende-ring, un calcolo strutturale o un RIP, lamacchina, anche della classe di un FX odi un Quadra, si arena, sembra una lu-maca malata di artrosi e siamo fortunatise qualche volta non va in errore di si-stema. Allora il nostro Mac diventa unbell'oggetto d'arredamento o, meglioancora, la classica pentola messa a bol-lire; meglio andare a prendere un caffè,magari in un bar lontano, e, nei casi più«tosti», fare la pausa del pranzo.
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Il.e _SMJe-d files DAtbese Ret:tets).
Utilizzo del pacchettoFacendo doppio c1ick sull'unica appli-
cazione installata, Mission Control, ap-pare il classico startup screen per lapersonalizzazione, e, subito dopo, la fi-nestra di lancio e configurazionedell'ambiente. Il programma legge laconfigurazione esistente e presentauna finestra organizzata in settori,ognuno relativo a uno dei futuri desk-top disponibili (MotherBoard, Radius 1,Radius 2, e così via). Assegneremo a
stione dell'ambiente è affidata ad unCOEV e un INIT, rispettivamenteRocketShare e Rocket Cargo; il primo èuna estensione di sistema che attivaRocketShare al momento del lancio, ilsecondo fornisce una libreria di routinedi servizio trasparenti all'operatore, enon appare nella cartella del pannello dicontrollo.
Il terzo elemento software è rappre-sentato da Mission Control, una vera epropria applicazione posta sulla scriva-nia, che permette di configurare l'am-biente secondo i desideri dell'utente, e,successivamente, di modificarlo alla bi-sogna, Utilizzando una metafora trovatasul manuale di istruzioni, Mission Con-trol funziona da vero e proprio centro dicontrollo degli 'stadi' della nostra mac-china vale a dire di tutte le schede im-plicate nell'operazione. AppleTalk (quinella versione 57) updata un' eventualevecchia versione, e gestisce completa-mente le connessioni del network pre-sente.
AI momento dell'installazione,RocketShare copia, dai dischetti unacartella preconfigurata del System 7 suldriver di startup di ogni scheda dopoaver creato, sempre in maniera auto-matica, un HO dedicato a ogni schedadi 5 Mb. In altre parole, MyFirstRocket-Oisk, questo il nome dell'applicazione,crea una partizione sull'HO presente ela visualizzerà, nel classico stile Mac, inalto a destra di ogni finestra di desktoppropria di ogni scheda. L'ultima partedel software è infine incaricata di instal-lare una versione updatata diRocketWare, provvedendo nel contem-po a disabilitarla, per i motivi preceden-temente descritti.
I file appena descritti provvederan-no, al momento del primo lancio, acreare altri file, quali RocketShare Prefs(un file di preferenze di ovvio significa-to), RocketNode Map, che mantieneuna serie di informazioni e di indirizzi dinetwork relativi alle schede montate,QuickColor un acceleratore grafico, eRocketScrap, destinato a rendere piùagevoli le operazioni di taglio e incollag-gio degli appunti.
Come qualsiasi mac-china indipendente,Racket, sotto Rocket-Share può esserespenta o rilanciata sen-za disturbare l'attivitàdella macchina concor-rente.
biente, è rappresentata da una macchi-na della serie Il (dall'x fino all'fx conesclusione dell'si) o della serie Quadra.È altresì indispensabile girare sotto Sy-stem 7.01 (minimo), avere disponibilialmeno 15 Mb su HO per ogni schedaRocket installata, e 4 Mb di memoriasulla motherboard (oltre ovviamente al-la relativa RAM su ogni scheda). Ilsoftware di installazione carica automa-ticamente la versione 57 di AppleTalksu ogni cartella Sistema presentenell'ambiente. È ancora consigliabile di-sporre di una scheda video accelerata a24 bit e se si ha la fortuna di posseder-ne una della Radius (ad esempio la Pre-cisionColor 24x) le operazioni grafichegodranno di maggiore velocità, vistoche questa usa in maniera ottimizzatala tecnica del block trasfer mode.
L'installazione del software (ben seidischetti) avviene con la solita tecnicadell'lnstalier (RocketShare interferiscecon i COEV e gli INIT propri delle sche-de Rocket, ma provvede automatica-mente a disabilitarli durante l'installa-zione stessa), e si basa su sei file difunzioni e architettura diversi. La ge-
r:=:::.:::::: I( -- 10Oisb: l eisb:
io.,-,.b .• --2«I l ny F4rst Roc:k.t _
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OUitlmi Minioft CeDtnd noUl wiH leaue'"e Rectet$ nlDomg. ee sure e••d~ $b.' doIu•• tbe Rockeh beloresIMItlinl do •• o,. ,.est ••.• iag yaurHM:iIIteslll. Otbefwise. !IOU IlPilllose eag_dO __
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You should only relauneh tr ,your Roeket Is hung.Othenofse, ditk 'Open Roctet Window~.
Il pu rel.arn::h. gou will lose eny unseued chengeson gour Roc::tet.
_ fjf~ [dlt Ro{kE'h Ol\k~
locità non è determinante (ad esempioil wp) possono essere riservate allascheda più debole, Ma c'è di più, Appli-cazioni capaci di distribuire tecniche diprocessing utilizzanti l'IAC (InterApplica-tion Communication) proprie di System7 possono lavorare sotto RocketSharesenza alcuna particolare modifica o pre-cauzione. Il tutto con il vantaggio disfruttare le tecniche di comunicazioneproprie dell'Apple Talk sotto NuBus,che, allo stato attuale, rappresenta lavia più veloce e sicura di tutte quelle at-tualmente disponibili sul mercato.
L'unica limitazione alla grandezza ealla proteiformità dell'ambiente disponi-bile è rappresentata solo dal numerodegli slot disponibili, alla disponibilità dipotenza prelevabile dall'alimentazione,e allo spazio libero sull'hard disk, che,come abbiamo detto, è condiviso datutti i processari presenti nel sistema.
Configurazione minimae funzioni
La minima configurazione del siste-ma, necessaria per poter gestire l'am-
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La creazione di un nuo-vo disco, condivisosull'HO principale; è danotare che è possibile,in presenza di due HO.effettuare assegnazioniseparate, con un ulte-riore guadagno a livellodi velocità globale.
guardi che cinque anni fa erano impen-sabili. Solo il pensiero di avere in lineadue o più macchine diverse, dipendentidalla stessa tastiera, è cosa capace dimettere in uno stato di beatitudine so-spesa. E il tutto è realizzato attraversouna interfaccia tanto semplice e imme-diata da essere praticamente traspa-rente a tutti i problemi di gestione insitinella presenza fisica dei diversi ambien-ti. Indipendentemente dal costo dellascheda, che certamente non è bassis-simo, occorre poi considerare la funzio-nalità di poter avere due macchine con-correnti senza i problemi specifici di unnetwork. La complessità del lavoroeseguito dal software non è certo mo-desta, ma nel pur breve tempo dellaprova non abbiamo avuto mai un pro-blema nè un momento di indecisionenell'uso di certe opzioni, cosa che de-nota, se ce ne fosse bisogno l'eccellen-te conoscenza, da parte dello staffsoftware, del potente, ma sovente er-metico, ambiente di MacApp, l'ambien-te di programmazione in cui il softwareè stato sviluppato. .•
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L 'help in linea, del tiponon context-sensitive,ma chiaro ed esaurien-te.
ConclusioniChe la Radius sia, insieme a Micron,
Oaystar, CandidaBP e poche altre, lacasa leader nella realizzazione di sche-de add-on per le macchine Mac è cosacerto ben nota; ma l'accoppiata schedaRocket con RocketShare ci porta a tra-
efficiente tecnica di File Sharing, cheinstalla una cartella, detta appunto Te-leporter in ogni desktop. Trascinandoun file o un'altra cartella in questa essisaranno immediatamente disponibili infile sharing per tutte le scrivanie pre-senti; Teleporter soggiace a tutte le re-gole dei file condivisi in networking, ivicompresa la gestione delle password.
E per finire un'ultima caratteristicainteressante. Cliccando una appositaopzione nella finestra di Mission Con-trol, il "Programmer Switch», si puòavere accesso a più avanzate caratteri-stiche dell'ambiente, come la possibi-lità di resettare schede via software,riassegnare gli slot, o azzerare la RAMdei parametri (PRAM) di comunicazionedel network.
ognuno dei settori la sua configurazio-ne e l'ampiezza dell'HO relativo e dare-mo il comando di partenza; con un gio-co di finestre simulante il count-downdi un missile (che diavolo, si chiamapur RocketShare) il sistema operativoprincipale esegue le sue brave asse-gnazioni e apre sullo schermo tantescrivanie quanti sono, in pratica, i mi-croprocessori presenti. La successivaoperazione sarà, ovviamente, quella disistemare nella maniera più acconcia lestesse, considerando che le si può an-che oscurare temporaneamente. Ognidesktop ha il suo bravo sistema opera-tivo, la sua cartella sistema e il suo ce-stino; fare un rapporto con un (letworkclassico è immediatamente intuitivo,ma la maggiore velocità dell'accessotramite NuBus è immediatamente evi-dente; non c'è alcun ritardo nel passareda una macchina all'altra e perfino il re-freshing è istantaneo. Addirittura ilsoftware si incarica di dimensionare, inassenza di nostre direttive le varie fine-stre in modo che siano sempre perfet-tamente accessibili; così se si sta lavo-rando su un monitor da 13", la scriva-nia concorrente sarà di 12", se si utiliz-zerà uno schermo più grande, la secon-da sarà di 13" e le successive sarannoampie uno In meno.
Come dicevamo, la navigazione trale varie scrivanie è talmente intuitivache non abbisogna di molte descrizioni;basta cliccare. Anche le operazioniesterne (ad esempio stampa) rispetta-no in tutto e per tutto le regole classi-che del networking (così avremo codedi stampa con documenti inviati dallediverse schede che ordinatamente,aspettano il loro turno). Un poco piùmacchinosa è invece l'operazione ditrasferimento di file da una scrivaniaall'altra; verrebbe istintivo trascinaresemplicemente una icona, ma la cosanon è ammessa. Occorre invece utiliz-zare due comandi di Menu, "Copy fromRocket» e "Paste to Rocket» per ese-guire questa operazione.
Una intera sezione del manuale èdedicata alla customizzazione degli am-bienti diversi di lavoro. AI lancio dellaprima volta, RocketShare configura isetup di sistema (tranne, ovviamente laRAM) agli stessi parametri dellamotherboard ma tenendo sempre benein mente la regola che ogni macchina èindipendente dall'altra ogni regolazioned'ambiente è indipendente dall'altra(addirittura il numero dei colori, lo sfon-do della scrivania e, suprema raffinatez-za, l'orologio). Ogni setup viene conser-vato nella sua partizione di HO, e recu-perato al rilancio senza problemi.
Prima di concludere, due parole suTeleporter; si tratta di una semplice ma
352 MCmicrocomputer n. 133 - ottobre 1993
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