Progetto vivere il territorio 1 b

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Vivere il territorio acqua e terra

Istituto comprensivo Rocco Montano

A . S 2014\2015

1B

Vivere il territorio acqua e terra

1. Italianopoesie, detti popolari e racconti

2.Storia e Geografiail Tevere e la sua storia

3. ScienzeEstrazioni petrolifere acqua e terra

4. Strumento musicaleBrani sull’acqua

5. Artedisegni

6.Religionela pesca miracolosa

7.Lingua franceseCartellone

MI PRESENTO

Ciao io mi chiamo acqua, molti mi chiamano H2O. Mi trovo dappertutto: al mare, in montagna, in collina, ai poli e anche nei deserti. Quando sono fredda sono ghiaccio, quando sono naturale sono liquida. Tutte le persone hanno bisogno di me per vivere. Posso essere molto utile ma anche molto pericolosa e causare molte frane. Posso trasformarmi in acqua gassata, distillata, potabile, anche acqua inquinata, ma nessuno può riprodurmi.Non sprecatemi.

ACQU D’STGHIANL’acqu d’ stghian Scennej da la fntan Scennej chiara chiara E scennej cara cara Nger l’fntoneil Ca s’chiamav l’muel Da l’femmn scin a pghia l’acqu E nda l’worrech la prtavn La feil avvin fa S’ l’acqu bon vluin pghia

C’era un castelloC’era un castello,che era proprio bello,ora non c’è più, ed è finito tutto giù.Il principe Colonna ci abitava,che da Napoli arrivava. A Stigliano è arrivato e il drago ha scacciato.Fiumi e campi ha liberato e i santarcangiolesi l’hanno ricompensato,il fiume Sauro gli hanno donato

Le fontane di StiglianoA Stigliano ci sono fontane con tanti nomi,una di queste è la fontana dei” tre cannoni”.Getta acqua chiara,utile a chi beve e chi ara.C’ è anche quella del Labrutoe la imbottigli con l’imbuto.Singhiozza molto forteL’acqua che arriva dal montema non sono stati attenti, e quanti spaventigli alberi ha buttato tutti giùe Stigliano non c’ è più.

L’ ACQUAL’ ACQUA E’ UNA OPPORTUNITA’, COGLILAL’ ACQUA E’ UN DOVERE, COMPILOL’ ACQUA E’ PREZIOSA, ABBINE CURAL’ ACQUA E’ VITA, ACCOGLILAL’ ACQUA E’ BELLEZZA, AMMIRALA L’ ACQUA E’ MISTERO, SCOPRILOL’ ACQUA E’ AMORE, GODINEL’ ACQUA E’ NATURAL’ ACQUA E’ SALVEZZA, ABBINE CURAL’ ACQUA E’ FELICITA’, MERITALAL’ ACQUA E’ SPERANZA, ABBI FIDUCIAL’ ACQUA E’ UN SOGNO, REALIZZALOL’ ACQUA E’ ACQUA, DIFENDILA L’ACQUA E’ NATURA.

L’acqua L’acqua è purezza, non inquinarla.

L’acqua è bellezza, disegnala.L’acqua è preziosa, non sprecarla.

L’acqua è energia, sfruttala, ma non troppo.L’acqua è musica, ascoltala.

L’acqua è vitalità, vivila.L’acqua è l’onda, che si infrange sullo scoglio.L’acqua è il torrente, che scorre e rumoreggia.

L’acqua è il rumore di un sasso gettato in un lago.L’acqua è la fontana che zampilla, gorgoglia.L’acqua è la pioggia che cade e mi bagna.L’acqua è il pesce che nuota a pelo d’acqua.

L’acqua è il principio di tutto e di tutti.L’acqua è ciò di cui ognuno ha bisogno.L’acqua è il diamante liquido del mondo

DIFENDILA.

L’acquaL’ acqua è preziosa, rispettala L’ acqua è bellezza, ammirala acqua è felicità, proteggilaL’ acqua è una ricchezza, abbine cura L’ acqua è un opportunità, coglila L’ acqua è un sogno, realizzalo L’ acqua è amore, accoglila L’ acqua è un mistero, scoprilo L’acqua è acqua, difendila L’ acqua è un’ immagine, ammirala L’acqua è un inno, cantalo L’ acqua è vita, amala L’acqua è di tutti, dividila L’acqua è salute,bevila L’acqua è libera, non bloccarla L’acqua è habitat, non demolirla L’acqua è incolore, non annerirla

L’acqua è avventura, rischialaL’acqua è tristezza, superala L’acqua è una lotta, accettala

L’acqua è una tragedia, affrontala corpo a corpo.

In un bosco tranquilloc’è uno zampillo,

finisce nelle fontanequelle vicine e quelle lontane.

L’acqua è anche nel maree i bambini vanno a giocare.

L’acqua è in tutto il mondo,che gira sempre intorno.

L’acqua è poesia!

La mia poesia

ACQUA RAGIONE DI VITA LAGHI, MARI, FIUMI, GHIACCIAI, SORGENTI, PALUDI, CASCATE,

LUOGHI INCANTATI DOVE ABITANO LE FATE.

SORGENTI: SCHIZZI D’ ACQUA PENDENTI.

FIUMI:DI NOTTE SEMBRANO LUMI.

MARI:PER I BAMBINI SONO I PIU’ CARI.

LAGHI:ALL’ INTERNO SI CREDE CHE CI SIANO

MAGHI.GHIACCIAI:

DOVE FA PIU’ FREDDO CHE MAI.PALUDI:

QUELLI CHE NE SOPRAVVIVONO RESTANO NUDI.

LAGHI, MARI, FIUMI, GHIACCIAI, SORGENTI, PALUDI, CASCATE

IMPORTATI SIETE VOI PER NOI OVUNQUE VOI SIATE.

Tanti anni fa a Stigliano nelle abitazioni non c’era l’acqua si è dovuto aspettare gli anni sessanta per averla in tutte le case. Non era facile approvvigionarsi e questo compito spettava alle donne, spesso anche bambini, che andavano più volte al giorno alle fontane a prenderla. Le fontane erano numerose e distribuite in varie parti del paese, si andava con il barile (l’worrécchj’), un recipiente cilindrico di legno o con quello di creta (homml’). Il barile veniva trasportato sulla testa protetta dalla (spar’) una ciambella di stoffa. In casa la si teneva nei contenitori in cui era stata trasportata, di solito vi era un piccolo angolo di parete (poteva diventare un vero e proprio armadio a muro nelle abitazioni più agiate) dove venivano inserite zanche di metallo sulle quali si poggiava il barile per poter far scorrere l’acqua nei recipienti sottostanti, stando attenti a non farla disperdere. I più fortunati possedevano negli scantinati il pozzo di acque sorgive, altri ancora si fornivano di tinozze, o anche piccole cisterne, per raccogliere quella piovana.Per fare il bucato le donne si recavano alle piccole sorgenti o al lavatoio pubblico dove erano costrette a lavare, anche in pieno inverno, con l’acqua fredda, oppure dovevano trasportarne grandi quantità a casa e riscaldarla al fuoco del camino in capienti caldaie. Ai lavatoi o alle sorgenti si cercava di arrivare sempre presto, prima della altre, altrimenti si era costrette a lavare con l’acqua già usata dalle altre. Bisognava stare attente a chi faceva un bucato con panni colorati, soprattutto neri, perché l’acqua avrebbe potuto tingere tutti quelli bianchi. Spesso si era costrette a fare file interminabili che duravano anche ore e molto spesso si giungeva al litigio quando qualche furbetta voleva oltrepassare le altre senza rispettare il proprio turno. Le donne che avevano partorito da poco o con bambini piccoli, avevano la precedenza per poter lavare la biancheria, vestitini e pannolini, rapidamente. Non esistevano i moderni detersivi e per il bucato era necessario preparare la (l’ssej’). Si procedeva in questo modo: si metteva l’acqua nella caldaia con la cenere e si portava a bollore, dopo un po’ si toglieva dal fuoco e si faceva riposare per permettere alla cenere di depositarsi sul fondo. La mattina dopo, in quell’ acqua filtrata, si immergeva il bucato e dopo averlo strofinato si risciacquava. Veniva usato anche il sapone fatto in casa con il grasso di maiale unito alla soda caustica.

Tra storia e storie

Intervista ai nonni Dove andavi a prendere l’acqua? Al fontanile, ce ne erano parecchi nel paese. Quante fontane c’erano,più o meno? Più o meno 10.Ti ricordi dove erano?Si, una ogni rione.Con cosa trasportavi l’acqua?O con il secchio,o con il barile in testa,detto “vorrechj”, e per bere un fiasco di creta grande, detto “omml”.Quante volte andavi a prendere l’acqua al giorno?Due volte, una la mattina e una la sera, quando c’era. A volte il flusso dell’acqua cessava a mezzogiorno. C’era anche una fila lunghissima. (Parlando di acqua potabile).Questa acqua la usavi per bere… Ma se dovevi fare il bucato?Alla fontana dei Tre cannoni, al paese, mentre quando ero in campagna al Sauro.E come la conservavate?“N’dal omml”, oppure in un pozzo, come la cisterna che abbiamo in campagna.E dove erano questi pozzi?C’era chi lo aveva in casa, sotterraneo, altri che abitavano lungo i corsi d’acqua la prendevano lì.

Quann chiov dai l’acq a l’ ghaddein, (Quando piove dai l’acqua alle galline,cioè fai cose inutili.)

Acq,fuc e pan’ non s neg’n’ manc’ a l’ can! (Acqua, fuoco e pane non si negano neanche ai cani,tutti hanno diritto al minimo.)

Sop a l’ cutt, l’acqua v’ddéut (Sopra la scottatura metti l’acqua bollente, cioè metti il dito nella piaga).

T’annich’ nda n’ b’ccuir’ d’acq (Affoghi in un bicchiere d’acqua).

Proverbi sull’ acqua

Dovevo andare a prendere l’acquaSono Caterina,ho 12 anni e siamo nel 1952,ho una sorellina che sta per nascere,di nome Angela,e una sorella gemella di nome Addolorata. “Catarè vaj a pgghjà l’acqu ala fnton d l tre canneun!” strilla mia madre. “Mà non pot sce addlrot?” rispondo scocciata. “jedd je già sceut l’ata vot.” “eh vabbù,semp je!.” Allora prendo “l’ vorrecchj” e mi incammino canticchiando una canzoncina che avevo imparato da piccola:p me l’acqu je l cuant dmamml’mar d l panza jeu,dong cresc.L tobb che m fac mangià m fac cresc.Pccnenn d l’acqu, so nda sta panz.P me l’acqu je n mracul na storia long.E to pccnenn chadda nasc,deicm d l’acqu ca visc,l’acqu ca ten e ca t’abbagnarrivata alla fontana,ho poca fila da fare(fortunatamente!poco dopo però arriva una signora che mi sorpassa dicendo: “ jà famm passà ca to non tin nint ce fa!”. E allora la faccio passare,però molte altre signore fanno lo stesso,sono infuriata,sono le due e fa molto caldo e da una fila cortissima devo ancora prendere l’acqua, sono stanchissima e decido di non far passare più nessuno,però arriva una signora che mi spinge con molta prepotenza e mi fa cadere,infuriata,vado da dietro e la spingo facendole cadere “l’vorrecchj”,passo davanti,finalmente riesco a prendere l’acqua e .mentre lei mi maledice,scappo a casa. Nel pomeriggio,mentre aiuto a lavare i piatti,mi ritrovo a casa quell’antipatica vecchia. “fegghjt je scstmot, m’ha fatt azzppo l’vorrecchj, mo l vogghj nuv!” mia madre,con pazienza, mi chiede: “Catarè pcchè hai scassiat l’vorrecchj a cmpo marej?” allora io rispondo: “ ohi Mà, je stei p pgghja l’acqu da nu suacc d timp,e jedd m’ava spent!” mia madre rivolta alla signore,le dice: “ Marè, la vu sapè na cos?” la signora: “ce cos?” mia madre: “vatenn a codd poies o grand o pccnenn l torn s rspett, e mo vaten da quò ca già mhai rott!” la signora,indignata,se ne và. Io,felice di aver avuto la mia piccola vendetta chiamo mia sorella Addolorata e andiamo a giocare con i nostri vicini di terra.

Le fate maldestre

C’erano una volta due fate, una dell’acqua e una della terra, che erano sempre in conflitto fra di loro a causa dei loro possedimenti. Avevano molti territori,ma uno in comune , quello di Stigliano . Un giorno la fata della terra per avere tutto il paese scacciò la fata dell’acqua che si arrabbiò, dichiarando vendetta. Passarono anni e la fata dell’ acqua ritornò più arrabbiata di prima e più vendicatrice e scatenò una forte pioggia ,la fata della terra si accorse che era ritornata e scoppiò una guerra. A causa di questa guerra incominciarono a crollare edifici : il centro sociale , il castello ,strade e campagne. Gli abitanti erano molti scossi e spaventati , soprattutto quelli che vivevano al centro sociale e avevano paura che la frana li avrebbe portati via . Ma madre natura decise di finirla con questa guerra , il danno era già stato fatto e la frana continuava a mangiare il terreno, il centro sociale ogni giorno che passava crollava sempre di più. All’inizio il sindaco provò a fare qualcosa , ma la situazione continuava a peggiorare . I cittadini e madre natura si allearono e con le loro forze ripararono il centro sociale che era uno dei più importanti edifici di Stigliano e fermarono altre frane; le due fate si riappacificarono e capirono che non dovevano fare più guerra fra di loro.

Le fontane di Stigliano

La “fndan d la meul” la fontana della mula

“la fndan d Sant Spert”La fontana di Santo Spirito

“la fndan d l tre canneun”La fontana dei tre cannoni

“la fndan d la meul “ risale agli anni 40 veniva utilizzata per irrigare i campi e fare il bucato . Negli anni 70 la frana della serra la distrusse e il comune di Stigliano negli anni 90 la ricostruì ed ancora oggi è esistente.

La “fndan d la meul”La fontana del mulo

Queste fontane sono state costruite dal comune in varie contrade del paese per far si che i proprietari terrieri potessero usufruire dell’acqua potabile prendono nome della contrada in cui sono situate.

La “fndan d Sant Spert”La fontana di Santo

Spirito

Questa è la fontana “d l tre canneun” è una delle fontane più antiche del paese, la popolazione la usava per fare il bucato e abbeverare gli animali il nome deriva dalle tre uscite delle acque.

La “fndan d l tre canneun”

La fontana dei tre cannoni

Questo è un abbeveratoio per le galline formato da un serbatoio e una bacinella.

Abbeveratoio per galline

Questa è una mangiatoia per pecore e capre da parte superiore paglia e fieno è quella inferiore avena e mangime.

Mangiatoia per pecore e capre

Questo è un abbeveratoio per maiali formato da un serbatoio e un biberon all’estremità per far si che l’acqua sia sempre pulita.

Abbeveratoio per suini

Questo è “l scuan” sgabello in legno a tre piedi utillizato principalmente per mungere.

“L scuan”Lo sgabello

Questa è la “pled” abbeveratoio in pietra per cani

“La pled”Abbeveratoio in pietra

Condizioni climatiche Condizioni ambientali

Conquiste dell’ uomo

Zone favorite dai grandi fiumi

Sviluppo dell’ agricoltura

Aumento della popolazione

Organizzazione sociale

Organizzazione del lavoro Nascita delle città

CIVILTA’ CINESEFiume Giallo

CIVILTA’ INDIANA Indo

CIVILTA’ EGIZIA Nilo

CIVILTA’ MESOPOTAMICA Tigri ed Eufrate

╠ ╣ ث LE GRANDI CIVILTA’ FLUVIALI ثQuesta trasformazione avviene soprattutto in alcune aree della terra, là dove sono presenti grandi fiumi, come in Egitto,lungo il Nilo, in Mesopotamia, lungo il Tigri e l’Eufrate, in India sulle rive dell’Indo ed in Cina lungo il corso del fiume Giallo. Tutti questi fiumi erano soggetti a periodiche alluvioni, perciò le acque straripavano e coprivano

grandi tratti di terreno depositandovi il limoche, una volta ritiratesi le acque, lasciavano il suolo molto fertile. Non sempre però le alluvioni avvenivano al momento giusto e le inondazioni potevano rappresentare un grave

pericolo per i raccolti e quindi per le comunità. Era necessario perciò trovare il modo di sfruttare al massimo l’acqua al momento della piena, ma impedirne nello stesso tempo gli effetti disastrosi. Ciò era possibile solo

costruendo gli argini, canali e dighe.Questi sistemi cominciarono ad apparire già nell’ottavo millennio a.C., permettendo alle comunità residenti lungo

i fiumi di raggiungere benessere e alti livelli di civiltà. Anche la costruzione di sistemi di irrigazione avranno importanti conseguenze politiche. La realizzazione di canali, dighe ed argini rappresentava un’opera molto

complessa che non solo una singola famiglia, ma neppure un singolo villaggio erano in grado di realizzare; da qui discende la necessità di unire gli sforzi di più villaggi in un lavoro coordinato che richiede, oltre a una grande

quantità di manodopera, anche competenze tecniche e capacità decisionale.E’ in questo contesto che nasce lo Stato, cioè un organismo che prende le decisioni che riguardano l’intera

comunità e si serve di funzionari per dirigere e controllare.Il potere non è più gestito dagli anziani della comunità, depositari delle conoscenze, ma da un unico individuo, cioè il re, che si occupa anche della difesa della città. Ed infatti in città si sono intanto trasformati i villaggi più importanti, spesso quelli nella posizione migliore, cioè vicino al fiume. L’acqua appare determinante per lo

sviluppo delle civiltà, in quanto il fiume non rappresenta solo l’indispensabile riferimento di acque per gli uomini ed i campi, ma anche la via di comunicazione migliore attraverso cui dalla città vengono esportati i prodotti dei laboratori artigiani, attraverso cui si spostano uomini ed oggetti in quanto la navigazione fluviale è più rapida e

sicura di quella terrestre.

ROMA CAPUT MUNDI

Antico Santuariodi Giove Laziale Economia

Posizione

CircondatoDai 7 colli

Vicino al Mar Tirreno

Per via terra e per mare

TEVERE e Isola Tiberina

Religione

Sviluppo notevole, dall’agricoltura e pastorizia al commercio:

CIVILTA’ DI ROMA : IL TEVERE“Un insieme di villaggi in posizionestrategica dà vita a una potente città”“La città di Roma nacque dall’unione di alcuni villaggidi pastori e coltivatori, costruiti su sette colli vicini uno all’altro. Poi, grazie all’intensa attività di scambi che interessava quella zona, bagnata dalTevere e molto vicina al mare, crebbe economicamente, divenendo un importante centro commerciale. Si ponevano, così, le basi per un futuro grandioso”Gli scavi archeologici e i molti ritrovamenti nel territorio romano e nel Lazio permettono oggi una ricostruzione della nascita di Roma più aderente alla realtà. I sette colli romani, fra i quali il più frequentato era il Palatino, furono abitati da nuclei di pastori e coltivatori già a partire dal X secolo a.C. Numerose tombe e resti delle caratteristiche capanne rotonde dei pastori del Lazio sono stati ritrovati nell’attuale Foro romano e sul colle Palatino, di fronte al Campidoglio. Altri scavi hanno dimostrato l’esistenza di nuclei di città piuttosto evolute risalenti al VII e VI secolo a.C.E’ molto probabile quindi che Roma facesse parte di un gruppo di villaggi riuniti in una lega religiosa, il più antico santuario fu quello di Giove Laziale sul monte Cavo. Alba Longa era la città più importante della lega e la stessa Roma ne riconosceva la supremazia. Ma la felice posizione geografica di Roma, infatti, sorgeva presso l’isola Tiberina, che era da sempre il principale luogo di attraversamento del Tevere fra il nord e il sud del Lazio. Inoltre, grazie alla vicinanza del mare, il villaggio divenne sicuro della zona. Così, lentamente, la città divenne un importante centro commerciale sia per gli scambi via terra, sia per quelli via mare.

IL TEVERE Fiume dell’Italia Centrale, tributario del mar Tirreno con 405 Km di corsa (che interessa soprattutto Umbria e Lazio) è il terzo fiume d’Italia per lunghezza, dopo il Po e l’Adige, ma è il secondo per estensione del bacino idrografico (17.169 Km 2). La portata ha due massimi, in autunno (più marcato) e in primavera, e un valore minimo d’estate. Il fiume nasce in Emilia Romagna a 1268 m di quota, dal monte Fumaiolo (nell’Appennino Tosco-emiliano e, con l’andamento prevalente verso sud, solca l’estrema sezione nord-orientale della Toscana, entrando subito in Umbria.Attraversa interamente la regione, percorrendo la Val Tiberina, bagnando Città di Castello e ricevendo la maggior parte dei suoi affluenti, tra cui il Chiascio (82 Km), da sinistra, e il Paglia (67 Km), da destra; segue poi per un tratto il limite tra l’Umbria e il Lazio. Entra quindi nel Lazio, dove quasi al confine riceve da sinistra la Nera (116 Km), assai ricca d’acqua, quindi, sempre da sinistra, il non meno importante Aniene o Teverone (99 Km), poco dopo quest’ultima confluenza bagna Roma, sfociando poi nel mar Tirreno con un delta, formato da due rami di Fiumara e Fiumicino, separati dall’isola Sacra. Il corso del Tevere corrisponde a una delle principali direttrici di movimento che percorrono la penisola italiana in senso meridiano ma il suo primo ruolo storico è legato a Roma, al suo mito di principale centralità tirrenica.

Marco Tullio Cicerone, celere oratore e uomo politico vissuto nel I sec. a.C., illustra nella sua opera LA REPUBBLICA i vantaggi naturali della posizione geografica di Roma. “Romolo previde che questa città sarebbe diventata un giorno la sede e il centro di un immenso impero. Nessuna città costruita in altre parti d’Italia, infatti, avrebbe potuto diventare più facilmente una così grande potenza. E chi mai è così poco intelligente da non rendersi conto quanto la città fosse protetta dalle sue difese naturali?L’accortezza di Romolo e dei re che vennero dopo di lui, la circondò tutto intorno di una cinta ininterrotta di mura, delimitata dai monti impervi e scoscesi. L’unico passaggio che si apriva tra l’Esquilino e il Quirinale che sorto sbarrato da un’enorme muraglia, e la rocca poggiava sui massi di pietra tagliati a picco e su dirupi inaccessibili da rimanere incolume e intatta anche al tempo della terribile invasione gallica. Il luogo da lui prescelto era anche ricco di acque salubre, mentre tutto intorno la regione era malsana: i colli infatti erano ventilati e affioravano ombre dalle valli”.Il territorio tra il Tevere e i colli Albani è abitato dai latini.Agli inizi del primo millennio a.C. il Tevere, nei pressi della foce, scorreva in una pianura acquitrinosa e malarica. Su di essa si innalzavano alcuni colli coperti da una fitta macchia mediterranea. Ai margini dei boschi si estendevano degli spazi aperti, adatti alla pastorizia e all’agricoltura.Questo territorio era abitato dai latini. Per sfuggire alla malaria che infestava le paludi e difendersi dalle razzie delle tribù vicine, essi avevano costruito i propri villaggi sulle alture poste fra la riva del Tevere e i Colli Albani. Roma in origine è un piccolo villaggio situato in prossimità del Tevere.Secondo la leggenda, Roma fu fondata sul colle Palatino il 21 aprile del 753 a.C. da Romolo; lontano discendente dell’eroe troiano Enea, approdato sulle rive del Tevere dopo la caduta di Troia. In realtà una fondazione vera e propria della città non avvenne mai, perché nel luogo in cui sorse Roma si era da tempo formato un villaggio di pastori e agricoltori. Situato nei pressi dell’isola Tiberina, che rendeva agevole il guado del Tevere, questo villaggio, a cui fu dato il nome di Roma, divenne ben presto un punto di passaggio obbligato sia per i mercanti sia per le greggi transumanti tra i pascoli invernali della costa tirrenica e quelli estivi delle alture interne.Di li passava inoltre la pista del sale (la futura via Salaria), che dalle spiagge di Ostia veniva portato alle popolazioni appenniniche.A Roma quindi fiorì pian piano un ricco mercato di prodotti agricoli, bestiame e sale. Questo mercato attrasse non soltanto gli abitanti dei luoghi vicini, ma anche Fenici, Greci ed Etruschi, che alla foce del Tevere scaricavano dalle navi le loro merci (ceramiche, armi, spezie, olio, tessuti) per ricollocarle su barche adatte a risalire il fiume. Grazie alla favorevole posizione geografica, Roma diventa una città.Durante l’VIII e il VII sec. a.C., il piccolo insediamento del Palatino si ampliò assorbendo gli altri villaggi situati sui colli vicini ( Esquilino, Celio, Vicinale, Quirinale, Capitolino, e più tardi Aventino), anche per meglio resistere alla pressione degli Etruschi, insediatisi al di là del Tevere.

Roma si trasformò così, a poco a poco, in una vera e propria città, fu posta sotto il governo di un re e mutò la propria fisionomia , vennero tracciate strade, costruite case e templi in muratura, innalzata una cerchia di mura. Inoltre, fu avviata la lavorazione della ceramica, dei laterizi e dei metalli, utilizzati soprattutto per fabbricarne armi ed utensili. Per saperne di più.Piccole e grandi città erano dotate di bagni pubblici o “THERMAE”, dotate di acqua corrente, che in epoca repubblicana erano costituite da una serie di spogliatoi e di locali (FRIGIDARIA, TEPIDARIA, e CALIDARIA) e da una PALESTRA. Nel periodo imperiale le terme divennero sempre più grandi e lussuose: quelle di CARACALLA (215 d.C.) a Roma comprendevano le biblioteche e grandi spazi pubblici coperti, riccamente decorati da statue, mosaici, affreschi e rilievi in stucco.I romani realizzarono un efficace sistema viario e di ponti che facilitava fortemente i collegamenti all’interno dell’impero, e realizzarono lunghi acquedotti, che approvvigionavano le città con le acque provenienti da sorgenti anche lontane (come nel caso del Pont du Gard, costruito nel 19 a.C. vicino a Nimes in Francia).

Romolo e Remo

Isola Tiberina

Fiume Tevere

ESTRAZIONI PETROLIFERE ACQUA E TERRA

Massa di materiali e corpi sepolti mentre avviene la loro lentissima trasformazione.

TORRI DI TRIVELLAZIONE

Per estrarre il metano e il petrolio dai giacimenti è necessario trivellare il suolo per mezzo di una specie di enorme trapano,si formano pozzi profondi migliaia di metri.

Area concessione “GORGOGLIONE”

Costruzione 6 pozzi

Costruzione centro oli tempa rossa

Centro oli Tempa rossaRappresentazione virtuale

Centro oli diagramma delle unità di processo e della Sequenza delle operazioni

Con linee di flusso deiProdotti principali

Tabella comparativa tra limiti di legge ed emissioni del Centro

Oli di Tempa Rossa

CAPACITÀ PRODUTTIVA DI “TEMPA ROSSA”

petrolio 50.000 barili /giorno

Gas naturale 230.000 m 3

GPL 240 ton/giorno

Zolfo 80 ton/ giorno

Lo zolfo liquidoLo zolfo liquido viene trasportato con autobotti e utilizzato per la produzione di fertilizzanti. Lo zolfo liquido non è pericoloso per l’ ambiente, se rilasciato accidentalmente in acque o sul suolo si solidifica rapidamente. Anche in forma solida non presenta pericolo di inquinamento.

LE ACQUE DI PRODUZIONE

Le acque di produzione sono le acque che si ottengono dal processo di separazione realizzato dopo l’ estrazione del petrolio. Il fluido estratto dal pozzo è una miscela di gas, olio e acqua che deve essere separata. L’acqua separata deve essere trattata per eliminare componenti oleose e impurità, in modo da poter essere riutilizzata nell’ impianto e in parte immessa in corpi idrici superficiali nel rispetto delle severe norme di legge per scongiurare pericoli di inquinamento idrico.

Il fiume Sauro

LA DIGA DI GANNANO…..

La diga del Pertusillo

……..

TRA AGRI E SAURO:il territorio degli antichi Lucani

Alcuni siti archeologici di grande importanza tra cui: Aliano, Armento, Roccanova e Guardia Perticara, hanno fornito significative informazioni sulle antiche forme di occupazione del territorio. In particolare i reperti risalenti all’età del bronzo (XVI e XV secolo a.C. )presente a Corigliano nei pressi di Missanello.

IL PETROLIO IN BASILICATA La Basilicata è una delle principali aree petrolifere dell’ Europa occidentale. Nel 2013 il 72 % della produzione nazionale di greggio su terra ferma è arrivato dalla Basilicata e il 16% della produzione italiana di gas è stata garantita dagli impianti della nostra Regione.La produzione è concentrata in Val d’Agri e si prevede che nel 2016 si aggiungeranno attività estrattive nella Valle del Sauro nel progetto di sviluppo del giacimento chiamato Tempa Rossa.

Durante l’attività non sono previsti scarichi in corpi idrici superficiali o in fognature pubbliche. Tutte le acque meteoriche che vengono a trovarsi sulla piazzola e le acque di lavaggio dell’impianto sono raccolte e convogliate in apposite vasche per poi essere opportunamente trattate e smaltite da ditte autorizzate.

Ambiente e sicurezza

La tutela della salute, dell’ambiente e della sicurezza dovrebbero essere i principi ispiratori delle compagnie petrolifere che in Basilicata, come in ogni altra parte del mondo, si occupano di tutte le operazioni di estrazione e gestione successiva del petrolio.

Nel corso del 2013 ,in fase di site preparation per il corso TR2 sono stati utilizzati circa 4.470 barili di acqua

Un’ attenzione particolare viene posta all’ideazione di misure idonee di contenimento dei consumi, ad esempio con un parziale riciclo in corso di side track e per evitare eventuali rischi di contaminazione. !

Priorità auspicate- Sicurezza delle operazioni;- Minimizzazioni degli impatti ambientali;- Salute dei lavoratori e dei cittadini;- Informazioni e dialogo con le istituzioni e la società civile ;

- Rispetto delle normative vigenti.

Valutazione di ImpattoAmbientale (V.I.A)

È il giudizio complessivo di compatibilità di un’ opera dal punto di vista del impatto sulle diverse componenti dell’ ambiente : aria , acqua superficiale e sotteranea , suolo, sottosuolo, flora e fauna. Considera i possibili effetti su ogni aspetto del ambiente : emissioni solide ,liquide, gassose , inquinamento acustico , impatto visivo.

suolo

sottosuolo

Suolo e sottosuolo

A tutela dell’ ambiente devono essere allestiti sistemi anti-inquinamento, sia a livello di superficie (drenaggio del piazzale per deflusso e raccolta delle acque piovane, analizzazione e stoccaggio delle acque di lavaggio, stoccaggio ermetico e invio al trattamento dei detriti) che all’ interno del pozzo (utilizzo di fanghi stabilizzanti, isolamento con cemento delle formazioni attraversate, valvole di sicurezza)

Fanghi a base acquosa

Sono composti aggiungendo all’acqua additivi come: Barite, Bentonite, Mica o ancora residui di lavorazione del cotone,della canapa, della juta, della segatura e dei trucioli di legno.

Smaltimento dei fanghi esaustiProcedura in più fasi, ognuna delle quali deve essere controllata con scrupolo e professionalità. Un campione viene inviato ad un laboratorio specializzato per essere analizzato e caratterizzato con l’apposito Codice CER, che permette di conoscerne la composizione, per poter garantire un corretto smaltimento.

Codice CER

Il codice CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) è una sequenza numerica di 6 cifre che identifica un rifiuto. Viene applicato a tutti i rifiuti, sia quelli da smaltire che da recuperare.

Tracciabilità dei rifiutiLo smaltimento di qualsiasi rifiuto viene eseguito tramite apposita registrazione e compilazione di un formulario quando viene avviato a smaltimento (discarica o recupero). Il formulario viene prodotto in 4 copie: 1)Copia per il produttore. Le altre 3,fornite al trasportatore, accompagnano il rifiuto fino al destinatario,che le vidima.2)Copia che resta al trasportatore.3)Copia trattenuta presso l’impianto di trattamento.4)Copia che torna al produttore come garanzia del corretto trattamento finale.

Il paesaggio

La gestione dei rifiuti

Gestione dei rifiuti

Le acque di lavaggio dell’ impianto e delle attrezzature confluiscono in una vasca e vengono smaltite con fluidi e detriti risultanti dall’ attività così come le acque meteoriche raccolte attraverso un sistema di canaline perimetrale alla piazzola .

La biodiversità

Flora vascolare

Gennesaret, barche

Insegnava

alla folla

Parla ai discepoli

Aiuto 2 reti

Pesci

Simon Pietro

peccatore

VI RENDERÒ PESCATORI DI

UOMINI!

Lasciarono tutto e lo seguirono

Cosa abbiamo fatto?Per il progetto vivere il territorio acqua e terra, in lingua francese abbiamo fatto un ricerca sulle parole che si riferiscono all’acqua. Le parole che ci hanno colpito sono state quelle riguardanti la grandezza dei fenomeni atmosferici.Infatti il titolo del lavoro è: la grandeur de l’eau. Ognuno di noi ha “adottato” una parola che ha illustrato o con un disegno o con una foto.Abbiamo incollato il materiale raccolto su un cartellone.