Progetto La nostra terra Insegnante: Prof.ssa Giuliana Barberis.

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Progetto “La nostra terra”

Insegnante: Prof.ssa Giuliana Barberis

L’origine del Monferratotra Storia e Leggenda

Il margravio Aleramo (910-986), di nobili origini, dopo un'infanzia infelice, rimasto orfano in giovanissima età, ha potuto vantare eroiche vittorie con la spada, che lo hanno portato alla corte dell'Imperatore Ottone I di Sassonia.

Alla corte di Sassonia si innamora della bella Adelasia, figlia dell'Imperatore Ottone I. Anche Adelasia amava Aleramo, ma i due giovani, non potendo sposarsi per ragioni di Stato e per volere d’altre autorità…

… decisero di fuggire e raggiunsero il territorio lambito dal fiume Bormida.

Aleramo e la sua dolce Adelasia vivevano del loro amore e di pochi sussidi in una grotta naturale nei pressi di Spigno. Aleramo era molto infelice perché non riusciva a dare i lustri ed i fasti degni alla sua sposa, figlia del più importante Imperatore.

Da questo contesto nasce il suo sogno: avere un castello, una corte e delle terre per dare ad Adelasia uno stile di vita decoroso.

Quella misera vita non intimoriva il valoroso Aleramo: egli si adattava a qualsiasi lavoro umile per mantenere la sua famiglia, sebbene vivessero nella povertà.

Tra tutti i pregi e l’operosità in cui si distingueva Aleramo, è necessario ricordare che egli si dilettava con successo nell’arte culinaria.

Era un ottimo cuoco!

Passarono molti anni…

Un giorno, Ottone I di Sassonia, recatosi sulle coste Liguri per monitorare i suoi possedimenti, fu ricevuto ad Alassio con un sontuoso banchetto, organizzato dal Vescovo di Albenga.

Alla fine del banchetto, dopo aver ben mangiato e ben bevuto, l’imperatore disse: “Se non fosse che sono sicuro che quel traditor di Aleramo è morto, direi che il banchetto è stato preparato proprio da Aleramo!”

Il Vescovo, che era a conoscenza della storia di Aleramo e di Adelasia, convocò l’imperatore Ottone I e gli confidò che i due giovani erano vivi e felici con i loro figli.

L’imperatore fu impaziente di riabbracciare sua figlia e chiese subito di vederla, nonostante volesse punire Aleramo.

Però…

… incontrandoli e comprendendo il loro amore, li perdonò e, per migliorare la loro misera vita, promise ad Aleramo in dono tutto il territorio che fosse riuscito a cavalcare in tre giorni e tre notti.

Aleramo si impegnò molto in questa impresa, fermandosi solo a ferrare il suo cavallo.

Da questo evento, narra la leggenda che il nome Monferrato derivi proprio dal mattone (mòn) usato come martello, per ferrare il cavallo che aveva perso un ferro (fér) durante la corsa.

Finalmente Aleramo ha potuto vedere realizzato il suo sogno: avere un vasto territorio sul quale costruire un castello e regalare una corte alla sua amata sposa Adelasia.

Marchese di Monferrato e di Savona

A questo punto la leggenda storica si conclude con la delimitazione di un vasto territorio denominato, ancora oggi, “Monferrato”, di origine aleramica, sul quale è sorto il castello.

La storia…

… vede protagonista il Marchese Anselmo I, figlio di Aleramo, come firmatario della “Charta” di fondazione della “Abbazia di San Quintino” in Spigno Monferrato, il 4 maggio 991 (primo documento di citazione storica di molti Comuni della Valle Bormida).

In seguito, il Marchese Del Carretto, Enrico I il “Werth”, discendente di Aleramo, è fautore, insieme a Federico I Barbarossa, della “Pace di Costanza” nel 1182…

…il resto della documentazione storica vede protagonisti i discendenti Marchesi Del Carretto.

Qualcuno ritiene che dietro a questa

simbologia esista un segreto….

Ancora oggi lo spirito di Aleramo, con la sua fantastica cavalcata, aleggia sul Monferrato, un territorio ricco di storia e tradizioni, per ricordarci le nostre origini e farci comprendere chi siamo.