Progetto di educazione interculturale incontriamoci...e così io guarderò te con i tuoi occhi e tu...

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Progetto di educazione interculturale

incontriamoci

...e così io guarderò te con i tuoi occhi

e tu guarderai mecon i miei…

(J.L. Moreno, Einladund zu einer begegnung, Vienna 1914)

Immigrazione : ieri e oggi

Altra linguaSei giunto al paese

dei tuoi sogni sorridinon bastano i sorrisisi chiudono le anime

e le porteaccettando la sfida

fai tua la estranea melodia 

attraversi frontiere conservi la canzone di tua madre per cantarla ai tuoi figli  (Gladys Basagoitia Dazza, Perù)

 

Sonetto vuoto Il vento spazzava le strade,ali gelide tagliavanol’aria impazzita;nel cielo scomparival’ultimo ricordodi un amore lontano.Era dicembre, era dicembre,e io piangevo…

(Gabriela Lavinia Ninoiu, Romania)

Viaggiare è andare

Viaggiare è ricordare

Fatima: Prima di andare a vivere a Marrakech abitavamo in una cascina vicino a

Safi. Il paesaggio era molto bello

Laila: ; a volte, verso le sei di sera andavamo sulle montagne vicino per vedere

tutto il paesaggio, con le cascine

Jihad: avevo un amico in Marocco, si chiamava Ibraim.

Mohamed W: In Egitto si sentiva il rumore e l’odore del mare

Moustafa: Caro Asilam,io sono Moustafa. Io sono in Italia e voglio che tu vieni qui, perché l’Italia è

molto bella….

Lucian: In Romania abitavo in campagna, in un piccolo paese in mezzo al

verde. La mia casa aveva un grande giardino e un piccolo cortile. Intorno si

sentiva l’odore del bosco, il silenzio dei campi. D’estate si poteva uscire a

giocare anche di sera. Avevo molti amici nel mio paese.

Regina: La casa dei miei nonni si trovava in campagna, vicino ad un fiume purissimo. D’estate facevamo il bagno, ci tuffavamo, andavamo in barca, d’inverno invece giocavamo sul ghiaccio, pattinavamo. C’era anche una vecchia quercia, vi avevo costruito un rifugio…

Doaa: Prima partirono il papà e la mia mamma. Io pensavo che ero rimasta da sola.

Amandeep: Mio padre ci mandava delle foto dall’Italia. Pensavo che c’era freddo,

che c’era la neve.

Juan Carlos: Tutto è successo in un giorno. Mio padre chiamò mia madre: dovevamo

andare nella capitale, per poi partire per l’Italia. Io me ne sono andato con mia madre e

le mie sorelle senza dire niente ai miei amici Ora penso: i miei amici si ricorderanno di

me?

Adrieli Era mattina presto. Non credevo che stavo partendo, avevo uno squarcio

nel cuore, guardavo le cose come non avevo mai guardato

Andrei: Il giorno prima di partire andai a trovare i miei amici sulla spiaggia. Ero felice

ed entusiasta, perché per me era un mondo da scoprire, ma ero anche arrabbiato.

All’aeroporto abbracciai mio padre, ma non piangevo.

Alex: Pochi giorni prima di partire passai da tutti i miei parenti, li salutai, li abbracciai

tutti, ma dissi arrivederci. Adesso qui mi trovo bene, ma mi mancano tantissime cose.

Heba: Sono arrivata in aereo e sono triste. Non lo so cosa farò.

Mohamed E: Usciti dall’aeroporto vidi tante persone. Ero pieno di speranza, ma triste.

Masud: All’aeroporto mi aspettava mio padre. Erano otto anni

che non vedevo mio padre! Non ho aspettato di prendere la

valigia, sono corso fuori per abbracciarlo…

Kelly: Usciti dall’aeroporto sento la voce di papà, vedo com’era, com’era cambiato, ma

non era cambiato, era lo stesso papà!

Kelly Mi mancava molto mio papà, pensavo spesso a lui. Pensavo se era cambiato,

se era lo stesso.

Tod: Qui sto bene, ma penso spesso ai miei amici in Lituania. Avevo un amico speciale,

si chiamava Taurimas

Viaggiare è provare nostalgia

Immigrata Nebbia questa mia vitaE’ casuale, il mio camminoEppure sono molto attenta.  

 

Il mio cielo è grigioAlberi e rami spogliAria gelida, umida.

La mia strada è lunga,Incerta.

La mia casa è una tendaIl mio tesoro è nella valigiaLe mie scarpe consumate

I miei cari nel cuoreNelle foto, nella mente

Sorrido per non piangereE piango per non crollare

Triste questa mia vitaIl mio destino che me l’ha scelta. 

(Mina Boulhanna, Marocco) 

viaggiare è desiderare

Vorrei restare a vivere in Italia

Nel mio futuro non lo so cosa farò

Mi piacerebbe fare la professoressa

Marocco…Voglio tornare

in Egitto

Vorrei tornare nel mio Paese

Il mio futuro lo vedo in Russia

Voglio ritornare dai miei nonni

Vorrei una casa davanti al mare

Vorrei ritrovare tutti i miei cari che porto nel cuore

Per il futuro non penso niente, lascio nelle mani di Dio

Vorrei vedere i miei cari

Voglio tornare nel mio Paese

Sono contenta della scuola italiana, ma vorrei tornare in Egitto

Vorrei viaggiare in tanti Paesi

Voglio tornare in Bangladesh

Vorrei ritrovarci tutti insieme

Vorrei fare il pilota e girare tutto il mondo

Voglio restare in Italia

Così il Paese dove sono natoho creduto per molto tempo che

fosse tutto il mondo.

Adesso il mondo un po’ l’ho visto:

un Paese ci vuole, anche solo per

andarsene.

Un Paese vuol dire non essere soli,

sapere che nella gente,

nelle piante,

nella terra,

c’è qualcosa di tuo,

che anche quando non ci sei

resta ad aspettarti

(Cesare Pavese)