Princìpi di dietetica e modelli alimentari di riferimento · l’alimentazione dei monaci Zen. La...

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Princìpi di dietetica e modelli

alimentari di riferimento

da pag. 157

a pag. 170

Pagine sul libro

Impostare una dieta equilibrata:

i modelli alimentari di riferimento

Il modello alimentare mediterraneo,

meglio noto come dieta

mediterranea, è quello che al

momento sembra dare le migliori

garanzie in termini salutistici alla

maggioranza dei soggetti

Impostare una dieta equilibrata:

i modelli alimentari di riferimento

Negli ultimi anni si sono sviluppati sia modelli alimentari

derivanti da una nuova sensibilità etica e sociale (come

le numerose varianti della dieta vegetariana) sia modelli

alimentari in grado di dare applicazione a vere e proprie

filosofie di vita (come la dieta macrobiotica)

Dieta mediterranea

La dieta mediterranea deriva dalla

riscoperta delle abitudini alimentari

tradizionali dei Paesi del bacino del

Mar Mediterraneo, in particolare

Italia meridionale, Grecia e Spagna

Fino allo scorso secolo le popolazioni

contadine di questi Paesi

assumevano grandi quantità di

frutta e verdura di stagione, cereali

integrali, olio di oliva, legumi e

pesce azzurro

Dieta mediterranea

Un moderato consumo di vino e una

scarsa assunzione di carne

completavano questo modello

dietetico che, dal punto di vista

nutrizionale, si distingue per

l’elevato apporto di vitamine,

antiossidanti, fitocomposti e fibra

alimentare

Dieta mediterranea

Nel 2010, la dieta mediterranea ha

ottenuto il riconoscimento, da parte

dell’UNESCO, di patrimonio

immateriale dell’umanità

Dieta mediterranea

La validità di questo modello alimentare è

stata dimostrata dal medico americano Ancel

Keys che, dopo aver notato una minore

incidenza delle cosiddette malattie del

benessere (aterosclerosi, ipertensione, diabete)

nei Paesi del Mediterraneo rispetto a quanto

accadeva in Nord America, condusse uno

studio epidemiologico, denominato Seven

Countries Study

L’intuizione di Ancel Keys

Dieta mediterranea

Lo studio dimostrò per la prima

volta che la crescente incidenza di

malattie croniche e degenerative

tipiche delle società avanzate è in

relazione con un’alimentazione

basata su elevati consumi di grassi

animali, latticini, carni rosse e

alimenti ricchi di zuccheri semplici o

eccessivamente salati

La dieta mediterranea ha iniziato

a godere di fama mondiale solo a

partire dagli anni Novanta del

secolo scorso quando, purtroppo,

ormai da alcuni decenni si

assisteva a un fenomeno

paradossale: in Italia e, più in

generale, nei Paesi del bacino

mediterraneo ci si era avvicinati

alle abitudini alimentari dei Paesi

nordeuropei

Dieta mediterranea

Piramide alimentare per la

dieta mediterranea moderna

Negli stessi anni, in campo medico-

nutrizionistico gli studiosi di tutto il

mondo confermavano i dati per cui i

cibi utilizzati nel sud dell’Europa,

nell’Africa settentrionale e nel Medio

Oriente permettono la preservazione

di un buono stato di salute e una

forte riduzione delle malattie

L’offerta etica e salutistica

dei menu vegetarianiL’abbandono parziale o totale degli alimenti di origine

animale segue una tendenza in continua ascesa che non

sembra conoscere pause negli ultimi decenni

Le motivazioni alla base di tali scelte sono sia di tipo

strettamente etico (evitare di sostenere sistemi di

sfruttamento degli animali) sia di tipo prettamente

salutistico (il timore che gli alimenti di origine animale

possano causare patologie)

Diete vegetariane

L’offerta ristorativa guarda con

sempre maggiore attenzione al

mercato degli utenti che

adottano un modello alimentare

che esclude, parzialmente o

totalmente, il consumo di

alimenti di origine animale

Diete vegetariane

Esiste una grande variabilità nell’ambito delle diete

vegetariane, che possono essere classificate come:

dieta vegetariana

dieta latto-vegetariana

dieta ovo-vegetariana

dieta vegetaliana

dieta vegana

dieta crudista

dieta fruttariana

Diete vegetariane: rischio

nutrizionale

Il rischio nutrizionale associato

all’adozione di una dieta vegetariana e

all’apporto inadeguato di calorie,

proteine e micronutrienti

(soprattutto vitamina B12 e ferro)

rischia di essere significativo quasi

esclusivamente per i vegani e per i

fruttariani

Diete vegetariane: rischio

nutrizionale

Poiché gli alimenti vegetali –

fatta eccezione per legumi,

patate e semi oleosi – hanno

un basso apporto calorico, con

la loro scelta esclusiva si rischia

di introdurre una quantità

insufficiente di energia; questo

problema potrebbe interessare

in modo particolare i soggetti

in giovane età che praticano

regolarmente attività sportiva

Per quanto riguarda l’apporto

proteico, il fatto che le proteine di

origine vegetale siano povere di uno

o più amminoacidi essenziali è

facilmente risolvibile abbinando

correttamente proteine di diversa

origine vegetale (per esempio

cereali e legumi) in modo da

colmare le carenze dei rispettivi

amminoacidi limitanti

Diete vegetariane: rischio

nutrizionale

Diete vegetariane: rischio

nutrizionale

I vantaggi derivanti dall’adozione di un regime

vegetariano equilibrato consistono nel

miglioramento della regolarità intestinale dovuto

alla maggiore introduzione di fibra alimentare,

nell’abbassamento del colesterolo e dei trigliceridi

circolanti nel sangue, nella diminuzione di malattie

dovute a squilibri alimentari come la gotta, il

diabete non insulino-dipendente e l’obesità

Dieta eubiotica

La parola eubiotica deriva dal greco “eu”, che significa bene, e “bìos”, che vuol dire vita.

La dieta eubiotica è la scienza del “vivere bene” teorizzata dal dott. Luciano Pecchiai.

Secondo i principi di tale dieta per mantenere in equilibrio le tre componenti dell’uomo (corpo, psiche e spirito) è necessario condurre una vita sana e naturale.

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Dieta eubiotica

La dieta eubiotica privilegia il consumo di:

alimenti provenienti da agricoltura biologica;

alimenti di origine vegetale rispetto a quelli animali;

alimenti vegetali preferibilmente integrali:

il piatto unico o “monopiatto”.

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Cronodieta

La cronodieta è una strategia alimentare basata sull’assunzione dei cibi ad orari ben precisi.

Sviluppata da Mauro Todisco e Paolo Marconi nel 1992, si basa sui principi delle cronobiologia, la scienza che studia i ritmi biologici.

Il controllo ormonale è il principio su cui si basa la cronodieta.

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Cronodieta

I principali ormoni coinvolti sono:

GH, favorisce la creazione di massa muscolare, ecc.

Cortisolo, favorisce la perdita di massa muscolare negli arti, ecc.

Insulina, favorisce la sintesi di glicogeno, proteine e grassi, ecc.

Glucagone, favorisce l’innalzamento della glicemia.

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Dieta a zona

La dieta a zona, ideata dal biochimico americano Barry Sears, si propone l’obiettivo di perseguire più massa magra e meno massa grassa, più forza e resistenza, più salute e benessere.

Per “zona” si intende il picco di massima efficienza fisica e mentale.

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Dieta a zona

Si basa sull’azione di due ormoni: insulina e glucagone.

La dieta è composta da:

protidi 30% carne, pesce, uova e formaggi;

lipidi 30% preferire i grassi monoinsaturi (olio d’oliva, mandorle, arachidi, nocciole);

glucidi 40% preferire i glucidi semplici provenienti da frutta e verdura.

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Paleodieta

Regime alimentare basato sulle presunte abitudini alimentari dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori durante l’era paleolitica, prima dello sviluppo dell’agricoltura, circa 10.000 anni fa.

Il principio della paleodietaconsiste nell’imitare l’alimentazione degli uomini preistorici per restare in buona salute.

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Paleodieta

La dieta dell’uomo cavernicolo poteva essere:

prevalentemente carnivora se l’uomo era cacciatore (es. selvaggina ed eventualmente pesce, uova, insetti, larve, ecc.);

prevalentemente vegetaliana se l’uomo era raccoglitore (es. basata su frutta e bacche, ortaggi selvatici e semi).

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Diete dimagranti

La moda delle cosiddette diete dimagranti propone oggi sul mercato una miriade di soluzioni.

Secondo molti nutrizionisti i limiti fondamentali di queste tipologie dietetiche sono di essere per lo più:

dissociate;

iperproteiche;

iperglucidiche. Copyright © 2016 Clitt

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Diete dimagranti

Qualsiasi tipo di dieta dimagrante deve essere effettuata sotto il controllo di un nutrizionista o dietologo (che è anche medico).

La dieta deve essere equilibrata per garantire tutti i nutrienti di cui l’organismo ha bisogno ed un apporto di energia adeguato che non dovrebbe scendere sotto le 1200 kcal giornaliere.

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La dieta macrobiotica come

espressione di una filosofia di vita

L’offerta ristorativa può abbracciare vere

e proprie filosofie di vita: è questo il caso

della dieta macrobiotica, un modello

alimentare derivante dalla visione filosofica

definita, appunto, “macrobiotica” (dal

greco macros cioè “grande/lunga” e bios

cioè “vita”)

La dieta macrobiotica come

espressione di una filosofia di vita

La macrobiotica abbraccia la cultura e la

filosofia orientali e si pone come obiettivo

quello di contrastare il consumismo e i

ritmi frenetici tipici della società odierna

La dieta macrobiotica come

espressione di una filosofia di vita

Il suo primo divulgatore fu un medico

giapponese, Nyoiti Sakurazawa, che diffuse

le prime teorie sulla salubrità di tale

modello alimentare osservando ed imitando

l’alimentazione dei monaci Zen

La dieta macrobiotica come

espressione di una filosofia di vita

I sostenitori della dieta macrobiotica ritengono che un

buono stato di salute possa essere raggiunto attraverso

l’equilibrio tra quelle che definiscono le due forze

contrapposte che regolano l’Universo: lo “Yin” e lo

“Yang”

La dieta macrobiotica come

espressione di una filosofia di vita

Secondo tale criterio gli stessi cibi possono essere

classificati come acidi-Yin (latte e

derivati, frutta, tè, spezie) e alcalini-Yang (come

sale, carne, pesce, pollo, uova)

Punti chiave della dieta macrobiotica

La dieta macrobiotica promuove alcuni alimenti

considerati naturalmente bilanciati:

cereali

legumi

semi oleosi

Punti chiave della dieta macrobiotica

Questo modello alimentare abolisce i cibi sofisticati e

predilige alimenti di produzione naturale; ripudia lo

zucchero e i dolci, promuove la frutta e gli ortaggi ad

eccezione dei pomodori, delle patate e delle melanzane

La dieta macrobiotica, inoltre, preferisce i prodotti

della pesca alla carne e sconsiglia di eccedere con latte e

derivati, spezie, sale e caffè

Valutazione degli apporti nutrizionali

Uno dei vantaggi del modello alimentare

macrobiotico consiste nell’elevato

apporto di cibi liquidi o brodosi, che

induce una riduzione del fabbisogno

d’acqua e favorisce l’assorbimento dei

nutrienti che generalmente vengono

dispersi nei liquidi di cottura

Valutazione degli apporti nutrizionali

L’apporto proteico tipico di

una dieta macrobiotica è

simile a quello di una dieta

vegetariana e rischia di

essere insufficiente se non è

compensato da adeguate

porzioni di pesce

Valutazione degli apporti nutrizionali

L’assunzione di glucidi garantisce

mediamente la copertura del fabbisogno

energetico

La quota lipidica è un po’ scarsa;

tuttavia, l’abitudine di preferire il pesce

alla carne ed il consumo elevato di

ortaggi favoriscono il raggiungimento dei

livelli raccomandati di acidi grassi

essenziali (omega 3 e omega 6)

Valutazione degli apporti nutrizionali

Il regime alimentare macrobiotico, tuttavia, rischia di

essere molto monotono e poco equilibrato, incentivando

il rischio di carenze nutrizionali di calcio, ferro, zinco,

vitamina B12 e vitamina D

La dieta nordica

La dieta nordica (nota anche come dieta vikinga o new

nordic diet) rappresenta un primo tentativo di

standardizzazione e razionalizzazione delle abitudini

alimentari delle popolazioni nordeuropee

La dieta nordica

A differenza di altri modelli

alimentari, che hanno visto la luce

sotto la spinta di enti governativi,

questo è stato proposto per la

prima volta nel 2004 da un gruppo

di chef stellati, capeggiati da uno

dei ristoranti più esclusivi al mondo,

il Noma di Copenhagen, che ha

messo a punto il Manifesto for the

New Nordic Kitchen

La dieta nordica

Lo scopo era quello di differenziarsi da ogni moda

alimentare occidentale puntando sulla semplicità e

freschezza dei prodotti locali

Cibi consigliati

Un posto di rilievo spetta ad alcune tipologie di pesce:

Salmone

Aringhe

Sgombro

Sardine e sarde

Crostacei

Merluzzo

Baccalà

Tonno

Le uova solo se biologiche e coltivate a terra

Alimenti ammessi

Sì alle erbe aromatiche e ai formaggi,

preferibilmente grassi, come il cheddar

Consentiti panna e panna acida e lo

yogurt preferibilmente intero

Permessi anche gli zuccheri di origine

naturale come miele, sciroppo di acero,

malto d’orzo

Alimenti ammessi

Pane integrale

Cereali integrali

Patate

Legumi

Frutta e verdura di stagione

Burro

Olio di oliva o di canola

Cibi sconsigliati

Tutti i cibi di allevamento, i

prodotti della soia, i cibi

industriali e lavorati, i prodotti

raffinati, i succhi di frutta con

zuccheri aggiunti, zucchero

bianco e cereali da colazione

zuccherini