Post on 05-Jan-2016
description
Politica, corpi e libertà femminile
Donne, politica e istituzioniDonne, politica e istituzioniIII edizione - 2013
mercoledì 2/10/2013
15.30-17.30 Organismi internazionali contro
la violenza alle donne. Deborah Scolart,
docente di Diritto comparato (Univ. Roma Tor Vergata)
“
17.30-18.30 Politica, corpi e liberta
femminile: storia del parto cesareo.
Carmen Trimarchi, docente di Storia delle istituzioni
politiche (UniME)
giovedì,
3/10/2013
15.30-16.30 Politica, corpi e liberta
femminile: storia della legge sull'interruzione volontaria della
gravidanza (L. 194/78).
M. Antonella Cocchiara,
docente di Storia delle istituzioni politiche (UniME)
“
16.30-18.30 Seminario: Donne e Islam. La
donna afghana in un Paese in transizione.
Deborah Scolart, esperta Ministero Affari Esteri presso Ufficio
Italiano Giustizia a Kabul (Roma)
venerdì 4/10/2013
15.30-19,30 Proiezione del film "Moolaade.
La forza delle donne" e successivo dibattito sul tema delle
mutilazioni genitali femminili.
dibattito con Deborah Scolart (giurista), Luisa Barbaro (ginecologa) e
Laura Armeli
(sociologa)
Tamar Pitch
Libertà femminile e politica
libertà di fare e libertà di essere, di entrare in politica
e dare il proprio contributo in quanto donne, in quanto
«soggetti sessuati, portatrici di una
soggettività che non prescinde dal corpo e dalle
relazioni».
«La politica nasce al maschile e nasce precisamente lasciando fuori della porta il corpo», passando per neutra, astratta, universalistica. Il soggetto della politica, che invade, occupa la sfera pubblica, lascia apparentemente la sua corporeità alle cure di chi è delegata alla sfera privata.
…ma la scomparsa dei corpi è l’ennesima mistificazione, perché la “nuova politica” nata dalla Rivoluzione
dell’89 è proprio sui corpi delle donne che effettua
scelte a volte anche drammatiche…
Politica, corpi e libertà femminile
Storia della legge sull’interruzione volontaria della gravidanza (L. 194/78)
M. Antonella Cocchiaragiovedì, 3 ottobre 2013 - h. 15.30-16.30
Donne, politica e istituzioniDonne, politica e istituzioniIII edizione - 2013
Frida y el aborto (1932)litografia di Frida Kahlo, - Colección Museo Dolores Olmedo, Xochimilco, México
L’aborto c’è sempre stato: è vecchio come la società…
La questione nuova, “moderna” è come esso viene regolamentato. La sua storia, almeno nel mondo occidentale, esprime pertanto come il modo di affrontare tale questione sia cambiato in rapporto con l’evoluzione della scienza, ma anche
con la “ragion di Stato”, con le esigenze di una politica declinata al maschile che ha interferito sulla piena disponibilità del corpo delle donne, e quindi sulla libertà
femminile.
…nello Stato ideale, «si deve fissare il massimo
di procreazione e se alcune coppie sono
feconde oltre tale limite, bisogna procurare l’aborto … ma prima che nel feto si siano
sviluppate la sensibilità e la vita».
QuickTime™ e undecompressore
sono necessari per visualizzare quest'immagine.
Francesco Emanuele
Cangiamila
(Palermo, 1702-1763)
Il feto sarà considerato di volta in volta – a seconda delle epoche e delle culture prevalenti – ora come “parte delle
viscere della donna” ora come “speranza d’uomo” o come “essere dotato di anima” o come semplice “grumo di
cellule”.
E ancora oggi continuano a contrapporsi fondamentalmente due idee: a) quella che vede la sua
inalienabilità sancita dal diritto naturale, e pertanto immutabile; b) l’altra che ne valuta l’equiparazione a
“essere vivente” all’interno di un processo storicamente costruito, e pertanto variabile in quanto connesso alle scoperte scientifiche e alle trasformazioni politiche e
sociali.
«Ancora nel 1745 il sacerdote teologo e giurista Francesco
Emanuele Cangiamila ribadiva che “il frutto
mentre è ancora sull’albero è porzione
del medesimo” come “il come “il bambino che sta bambino che sta
nell’utero è parte della nell’utero è parte della madre”madre”»Cfr. Giulia Galeotti, Storia dell’aborto,
Bologna, il Mulino, 2003, p. 10
…e infatti dall’antichità
fino «a metà del Settecento, ciò
che era racchiuso nell’utero
materno veniva considerato solo
un’appendice del corpo della
madre ... una parte della
donna o meglio delle sue viscere»
...gestazione, parto e ...gestazione, parto e interruzione della interruzione della gravidanza erano gravidanza erano
“questioni di “questioni di donne”, che donne”, che
occupavono lo spazio occupavono lo spazio privato femminile privato femminile
...uno spazio che al ...uno spazio che al centro poneva le donne centro poneva le donne e la piena disponibilità e la piena disponibilità del loro corpo, di cui il del loro corpo, di cui il
feto era considerato feto era considerato un’appendiceun’appendice
La svolta si La svolta si colloca tra Sei e colloca tra Sei e
Settecento. Settecento. Dopo la Dopo la
scoperta del scoperta del microscopio microscopio
ottico, le ottico, le successive successive
scoperte scoperte scientifiche nel scientifiche nel
campo della campo della fecondazione e fecondazione e
le le visualizzazioni visualizzazioni grafiche degli grafiche degli
stadi di sviluppo stadi di sviluppo dell’embrione, dell’embrione,
il feto acquista autonomia il feto acquista autonomia rispetto alla gestante rispetto alla gestante
modelli in "creta cotta" eseguiti da G. Battista Manfredini a Bologna, tra il 1773 ed il 1776, su ordinazione di Francesco Febbrari, medico ostetrico di Modena
e con la e con la pubblicistica che pubblicistica che la precede, la la precede, la accompagna e la accompagna e la segue, comincia segue, comincia ad essere ad essere ideologizzato il ideologizzato il numero come numero come fattore di fattore di potenza potenza
Denis Diderot (1713-1784)
«uno Stato è tanto più potente quanto più è popolato … e quanto più numerose sono le braccia impiegate nel lavoro e nella difesa»
il giurista giacobino Giuseppe Giuseppe
CompagnoniCompagnoni, titolare della prima cattedra
di Diritto costituzionale in
Europa, finirà per auspicare addirittura
la poligamia in chiave demografica, come mezzo per dare più
figli alla Repubblica!
Ogni nascita diventerà pertanto un evento
politicamente rilevante. Per questa
via, il feto – come la gravidanza e il parto –
entrerà nella sfera pubblica e le donne
non potranno più disporre di se stesse.
Tra la gestante e il feto, lo Stato
privilegiava la vita del futuro cittadinofuturo cittadino, visto come lavoratore,
contribuente e soldato, punendo severamente l’aborto e chi lo avesse
procurato.
Il criminalista Enrico Pessina, collaboratore di Zanardelli nella stesura
del codice penale del 1889, avrebbe scritto esplicitamente che, ricorrendo
all’aborto, «quel che viene leso» non è la persona del nascituro ma «il diritto
della società verso il processo di formazione a vita»
Nel 1928, in materia di aborto, Rocco dirà che le
norme proibitive non intendono solo
sconfiggere gli effetti delle interruzioni
volontarie di gravidanza, spesso letali per le madri «che pagano con la vita
il rifiuto di assolvere il sacro dovere della
maternità», ma soprattutto vogliono
scongiurare l’offesa alla «sanità morale» e al
«rigoglioso sviluppo del nostro popolo».
Dei delitticontro la integrità e la sanità della stirpe
(Artt. 545-555)
546. Aborto di donna consenziente. – Chiunque cagiona l’aborto di una donna, col consenso di lei, è punito con la reclusione da due a cinque anni. La stessa pena si applica alla donna che ha consentito all’aborto.
553. Incitamento a pratiche contro la procreazione. –
Chiunque pubblicamente incita a pratiche contro la
procreazione o fa propaganda a favore di esse
è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino
a lire diecimila.
Secondo il giurista Antonio Visco, era da considerare contro la procreazione anche la
pratica – definita “antiumana” – del coitus interruptus, che «froda la natura esaltando
l’egoismo sessuale, froda lo Stato poiché sottrae migliaia e migliaia di cittadini alla nazione»
Dei delitticontro la integrità e la sanità della stirpe
(Artt. 545-555)
Il femminismo, pur nella sua complessità
ed eterogeneità, rinviene un tratto
unificante nella “politica del corpo”,
prima e imprescindibile
rivendicazione, perché – scrive Simone de
Beauvoir - «quando la donna avrà ottenuto, grazie alla diffusione
degli anticoncezionali e alla libertà di aborto,
di essere padrona del suo corpo, non più
avvelenato dal terrore e dal rimorso, essa
sarà disponibile per altre lotte»
sent. n. 49/1971: dichiara illegittimo l’art.
553 (incitamento a pratiche contro la
procreazione
Bisognerà aspettare l’art. 22
della legge n. 194 del 22 maggio
1978 per vedere interamente
abrogato il Titolo X del codice penale
il Titolo X del codice penale sarà espressamente e interamente abrogato dall’art. 22 della
legge 22 maggio 1978, n. 194
“Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”
ha ridotto il fenomeno del 44,8 % rispetto all’82, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all’IVG (234.801 casi);
ha portato a livelli residuali l’IVG clandestina (non più di 20 mila unità);
ha annullato la mortalità materna per l’IVG.
…pubblica un’inchiesta intitolata I figli che non nascono, in cui per la prima volta si rompe il
silenzio su questo argomento tabù.
Padova: processo Pierobon
Adele Faccio, Adelaide Aglietta ed Emma Bonino
Emma Bonino
Loris Fortuna(Breno, 29 agosto 1924 - Roma, 5 dicembre 1985)
presenta il primo progetto di legge per la legalizzazione dell’aborto; a favore di quel progetto vengono raccolte 800.000 firme, mentre l’on. Andreotti ne parla come di “un atto provocatorio”
9 marzo 9 marzo 19731973
9 marzo 9 marzo 19731973
Roma. Manifestazione per la liberazione del dr. Conciani
A sinistra Adele Faccio, a destra Emma Bonino
Bra, Italia. Emma Bonino si fa arrestare per procurato aborto
26 GENNAIO 1975 - Roma
Adele Faccio, presidente del PR, durante una manifestazione al Teatro Adriano, si autodenuncia per praticato aborto e si fa
arrestare dalla polizia
Adele Faccio, accompagnata da Loris Fortuna, viene portata via dalla polizia
l'arresto
L’Espresso, 19 gennaio 1975
Il settimanale L’Espresso, che
da qualche settimana seguiva
la vicenda ed era già uscito in edicola il 19
gennaio con una copertina che
aveva fatto scandalo...
il 2 febbraio 19752 febbraio 1975, d’intesa con la Lega del 13 maggio, avvia una raccolta di firme per chiedere un referendum abrogativo degli articoli del codice
di cui al Titolo X.
Le ragioni:a) perché quegli articoli sono anticostituzionali, concepiti e imposti dai legislatori di Mussolini in
appoggio a uno Stato d’ispirazione razzista;
b) perché desideriamo dare il nostro contributo alla fondazione di una società in cui le nascite
siano veramente felici, i bambini veramente desiderati e le donne pienamente responsabili;
c) perché sappiamo che l’aborto è una scelta drammatica, ma proprio per questo, proprio perché drammatica, riteniamo debba essere
libera;d) perché ci sembra giusto che le donne italiane decidano secondo
coscienza e senza imposizioni il proprio destino e quello dei propri figli;
e) perché soltanto eliminando la vecchia legge punitiva e sostituendola con una nuova, più umana e liberatrice, si porrà fine alla piaga dilagante dell’aborto clandestino.
sent. n. 27/1975: dichiara illegittimo l’art. 546 (aborto di donna consenziente) nella parte in cui non prevede che la
gravidanza possa essere interrotta per pericolo grave alla salute della madre, dando così al concepito “una prevalenza totale ed assoluta” senza considerare (e difendere) anche la salute della
madre.
Disegno di legge della DC, che:
non depenalizzava il reato, ma lo spostava tra i delitti contro la persona;prevedeva una serie di attenuanti, come il ragionevole timore di gravissime anomalie del nascituro, la gravidanza conseguente a una violenza carnale, condizioni economiche e sociali tali da non permettere il mantenimento del nascituro o da pregiudicare quello degli altri figli.
Il 7 agosto 1976 due ministri democristiani, Luciano Dal Falco (Sanità) e Francesco Paolo Bonifacio (Giustizia), ottenuto il consenso del Presidente del consiglio Giulio Andreotti, autorizzarono aborti terapeutici per le donne della zona che ne avessero fatto richiesta.
Art. 1Lo Stato garantisce il diritto alla
procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e
tutela la vita umana dal suo inizio. L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni
e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e
sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione
delle nascite.
Due referendum abrogativi:
a) uno sostenuto dal Movimento per la vita
b) l’altro voluto dai radicali per liberalizzare completamente la scelta di interrompere la gravidanza
Referendum del 17 e 18 maggio
1981
NOINOIutopia delle donne di ieri,utopia delle donne di ieri,memoria delle donne di memoria delle donne di
domanidomani
27 gennaio 27 gennaio 20082008
QuickTime™ e undecompressore
sono necessari per visualizzare quest'immagine.
QuickTime™ e undecompressore sono necessari per visualizzare quest'immagine.
una sorta di crociata promossa da Ferrara,
unitamente alle più alte gerarchie del Vaticano, con
terminologia tendente a stringere un’analogia tra
pena di morte e aborto, accomunandoli quali
“assassini legali”.
QuickTime™ e undecompressore sono necessari per visualizzare quest'immagine.
«…l’embrione è un ammasso di poche cellule privo della linea cerebrale che dà
la possibilità di vita umana, ma allo stato non lo è…».
I DATI - Il tasso di abortività è diminuito. Tra le minorenni, nel 2011 è risultato pari a 4,5 per 1000 (stesso valore del 2010), con livelli più elevati nell'Italia settentrionale e centrale. Si conferma il minore ricorso all'aborto tra le giovani in Italia rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell'Europa Occidentale, così come minore è la percentuale di aborti ripetuti e di quelli dopo novanta giorni di gravidanza.
13 settembre
2013
RELAZIONE DEL MINISTERO DELLA SALUTE
In Italia meno aborti e più medici obiettori
I camici bianchi che non praticano interruzioni di gravidanza sono cresciuti del 17% in trent'anni STRANIERE - Rimane
elevato il ricorso all'IVG da parte delle donne straniere, a carico delle quali si registra 1/3 degli interventi in Italia: un contributo che è andato crescendo negli anni e che si sta stabilizzando. Anche tra queste donne, comunque, si inizia ad osservare una tendenza alla diminuzione al ricorso all'aborto.OBIETTORI - Per quanto riguarda l'obiezione di coscienza, ha riguardato
un'elevata percentuale di ginecologi fin dall'inizio dell'applicazione della legge 194. Ma non solo: dal 1983 al 2011 gli aborti eseguiti mediamente ogni anno da ciascun medico NON obiettore si sono dimezzati, dai 145,6 nel 1983 (pari a 3,3 a settimana) a 73,9 nel 2011 (1,7 a settimana).
La 194 per non morire,i consultori per
non abortire
Se si eliminala legge sull’aborto,rimane solo l’aborto
Fonti bibliografiche e letterarie Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato, Milano, Rizzoli, 1975;
Dacia Maraini, Un clandestino a bordo, Milano, Rizzoli, 1996;
Tamar Pitch, 2. Aborto, in Ead., Un diritto per due. La costruzione giuridica di genere, sesso e sessualita, Milano, il Saggiatore, 1998, pp. 61-98;
Giulia Galeotti, Storia dell’aborto, Bologna, il Mulino, 2003;
Ritanna Armeni, La colta delle donne, Milano, Ponte alle Grazie, 2006;
Gustavo Zagrebelsky, La moratoria sull’aborto ultima violenza alle donne, in “la Repubblica” del 28 gennaio 2008, scaricabile dal sito http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo. asp?currentArticle=GYEEW;
Lea Melandri, L’uso globale del corpo femminile: gli anelli mancanti nella discussione sull’aborto , in “Liberazione” del 1° febbraio 2008;
Emma Baeri, Lettera dell’8 febbraio 2008, in http://www.universitadelledonne.it/baeri8-2.htm;
Cecilia D’Elia, L’aborto e la responsabilita. Le donne, la legge, il contrattacco maschile, Roma, Ediesse, 2008;
Carlo Flamigni, L’aborto. Storia e attualita di un problema sociale, Bologna, Pendagron, 2008;
Maurizio Mori, Aborto e morale. Capire un nuovo diritto, Torino, Einaudi, 2008;
Adriano Sofri, Contro Giuliano. Noi uomini, le donne e l’aborto, Palermo, Sellerio, 2008;
Giambattista Scirè, L’aborto in Italia. Storia di una legge, Milano, Bruno Mondadori, 2008 (ed. economica 2011);
Lorenza Perini, Quando l'aborto era un crimine. La costruzione del discorso in Italia e negli Stati Uniti (1965-1973) , 6 (2010), http://www.storicamente.org/05_studi_ricerche/summer-school/perini_aborto _italia_usa.htm, e la bibliografia ivi indicata;
Nadia Filippini, «Tu abortirai con dolore!», in “Belfagor” Firenze, LXV, maggio 2010, e la bibliografia ivi indicata.