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Pensieri, spunti, riflessioni dalla
PAROLA DI DIO e dalla Vita
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Mese di GIUGNO 2004
Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.
In particolare:
Perché tutti i cristiani crescano sempre più nella consapevolezza della loro responsabilità personale e comunitaria nel testimoniare
l‘amore Dio per ogni persona eper l‘intera umanità.
Perché nei Paesi dell‘Asia la libertà religiosa, diritto fondamentale d‘ogni essere umano, sia sempre più rispettata.
Perché i giovani scoprano la loro missione nel mondo e vivano con entusiasmo il loro servizio nella Chiesa.
Cuore di Gesù, fa che i tuoi sacerdoti approfondiscano ogni giorno il dono da te ricevuto.
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Stampato in proprio
GIUGNO 2004 MARTEDI’ 1 GIUGNO (riprende la IX settimana del Tempo Ordinario)
Una scheggia di preghiera:
AA CCRRIISSTTOO LLAA GGLLOORRIIAA OORRAA EE NNEELL GGIIOORRNNOO DDEELLLL’’EETTEERRNNIITTAA’’
Tra i santi di oggi ricordiamo: ABACHIRION, Santo, Martire
Sembra fosse originario della città di Antinopolis sul corso del Nilo,
visse nel III secolo e fu martire ai tempi di Diocleziano. Una ―Passio‖
insicura racconta le innumerevoli torture che subì e le conversioni che
ci furono attorno alla sua morte.
Parola di Dio: 2Pt. 3, 12-15.17-18; Sal. 89; Mc. 12,13-17
Dal Vangelo secondo Marco 12,13-17
[13]Gli mandarono però alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in
fallo nel discorso. [14]E venuti, quelli gli dissero: <<Maestro,
sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi
in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. E`
lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?>>.
[15]Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: <<Perché mi
tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda>>. [16]Ed essi
glielo portarono. Allora disse loro: <<Di chi è questa immagine e
l'iscrizione?>>. Gli risposero: <<Di Cesare>>. [17]Gesù disse loro:
<<RENDETE A CESARE CIÒ CHE È DI CESARE E A DIO CIÒ CHE È DI
DIO>>. E rimasero ammirati di lui.
Spesso questo brano è stato inteso come una indicazione precisa da
parte di Gesù per il rispetto sia del potere civile che di quello religioso.
Non è una interpretazione sbagliata ma certamente Gesù voleva dire
qualcosa di più. Lui, nella sua vita, pur facendo delle scelte importanti,
non si è mai schierato né con i romani, né con gli zeloti. Gesù ha
rispettato ogni forma di potere, ma le ha sempre contestate al loro
interno quando non vedevano e non servivano l‘uomo e il
comandamento di Dio. Anche in questo caso Gesù mette l‘uomo al
centro: in Palestina circolavano diversi tipi di monete-denaro, quelle
ebraiche assolutamente prive di figure umane (sarebbe stato peccato di
idolatria) e quelle romane che avevano impressa l‘immagine
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dell‘imperatore (che, ricordate, veniva considerato un Dio sulla terra).
Quando Gesù dice: ―Rendete a Cesare quello che è di Cesare‖. intende
soprattutto: ―Restituitegli la sua immagine‖ cioè: ―Non cadete nel
peccato di idolatria. Invece rendete a Dio la vostra immagine di uomini
creati a somiglianza del vostro Creatore‖. L‘uomo con il potere, il
denaro, il successo crea idoli e si nasconde dietro maschere false, però
perde la sua vera grandezza e misconosce la propria identità, dare a
Dio quello che è di Dio significa rimettere le cose al loro giusto posto
cioè riscoprire la nostra identità di Figli di Dio, quindi riscoprire il vero
rispetto di noi stessi e dei nostri valori, riscoprire il prossimo come
creatura di Dio al quale siamo uniti da fratellanza, riscoprire Dio come il
nostro comune Padre buono che vuole la nostra salvezza.
MERCOLEDI’ 2 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
TTUU SSEEII IILL DDIIOO DDEEII VVIIVVII,, IILL DDIIOO DDEELLLLAA VVIITTAA..
Tra i santi di oggi ricordiamo: ERASMO Santo, Vescovo e Martire
Originario di Antiochia, fu costretto durante la persecuzione di
Diocleziano, nel III secolo, a nascondersi sul monte Libano. Arrestato e
torturato fu miracolosamente liberato. Si recò in Illiria dove operò
numerose conversioni. Nuovamente arrestato su ordine dell'imperatore
Massimiano, sarebbe stato ancora liberato dall'arcangelo Michele che lo
avrebbe condotto a Formia dove divenne vescovo e dove subì il
martirio.
Parola di Dio: 2Tm.1,1-3.6-12; Sal. 122; Mc. 12,18-27
Dal Vangelo secondo Marco 12,18-27
[18]Vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non c'è
risurrezione, e lo interrogarono dicendo: [19]<<Maestro, Mosè ci ha
lasciato scritto che se muore il fratello di uno e lascia la moglie
senza figli, il fratello ne prenda la moglie per dare discendenti al
fratello. [20]C'erano sette fratelli: il primo prese moglie e morì senza
lasciare discendenza; [21]allora la prese il secondo, ma morì senza
lasciare discendenza; e il terzo egualmente, [22]e nessuno dei sette
lasciò discendenza. Infine, dopo tutti, morì anche la donna.
[23]Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà
la donna? Poiché in sette l'hanno avuta come moglie>>.
[24]Rispose loro Gesù: <<Non siete voi forse in errore dal momento
che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio? [25]Quando
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risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito,
ma saranno come angeli nei cieli. [26]A riguardo poi dei morti che
devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del
roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio
di Isacco e di Giacobbe? [27]NON È UN DIO DEI MORTI MA DEI
VIVENTI! Voi siete in grande errore>>.
L‘ abitudine e i condizionamenti socio-ambientali sono i grandi nemici
del manifestarsi libero e sereno della fede e della religiosità. Ne é un
esempio il brano evangelico di oggi dove vediamo questi sadducei che
per il rispetto di una legge (quella del levirato che serviva per poter dar
prole ad un parente defunto) arrivano fino alla estremizzazione quasi
ridicola di questa donna che va in moglie a sette fratelli senza saper di
quale sarà in un presunto aldilà cui loro non credevano. Ma anche la
nostra fede nella risurrezione dei morti e le abitudini sociali di certa
parte del clero, che sui morti ci hanno sempre guadagnato, hanno
spesso reso Dio e la religione della gioia e della vita come se fossero i
―becchini della morte‖. Specialmente prima della riforma liturgica. ma
in alcuni casi anche oggi, la Messa è stata ―venduta‖ per i morti.
C‘erano Messe a ―tre‖ (celebrante, diacono e suddiacono), Messe
cantate, suonate, con catafalco, con tomba o con ―tombino‖ (come
diceva un certo parroco per indicare la messa ―più bassa che ci fosse‖
contrassegnata solo da un tappeto nero messo per terra) e
naturalmente questo corrispondeva ad un tariffario quasi che Dio e la
Chiesa a seconda della cifra mandassero in paradiso più o meno in
fretta. Io credo che l‘Eucarestia sia il dono, il Testamento più grande
che Gesù ci ha lasciato. E‘ dunque bello e valido che in questa
celebrazione della vita che vince la morte, nel ricordo reale di Cristo
che si fa pane per tutti e che con questo attua la salvezza, si ricordino
anche i nostri morti. Questo per pregare per loro, con loro ma anche
per ricordarci della misericordia di Gesù che arriva a tutti vivi e defunti,
per rinnovare la nostra fede nella risurrezione e il nostro impegno a
vivere bene qui, per realizzare il piano di Dio ed essere poi con Lui e
con i nostri cari per l‘eternità, ma da questo a ritenere la Messa valida
o meno se il prete ha detto il nome del defunto, c‘è proprio una
mentalità diversa. Non facciamo diventare Dio il Dio dei morti, non
facciamo diventare la Chiesa il ―becchino prezzolato a servizio delle
pompe funebri‖. Anche a proposito dell‘offerta (e dovrebbe essere
sempre offerta e non tariffa) essa non dovrebbe mai servire a
―comprare la Messa‖ ma al massimo potrà essere un riconoscere un
servizio o, meglio ancora, un offrire qualcosa per il bene di altri in
memoria e a favore del defunto per il quale vogliamo pregare. Dunque,
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anche in queste cose ricordiamoci che Dio è il Dio non dei morti ma dei
vivi qui sulla terra e dei vivi per l‘eternità.
GIOVEDI’ 3 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
DDOONNAACCII IINNTTEELLLLIIGGEENNZZAA,, SSIIGGNNOORREE PPEERR CCOONNOOSSCCEERREE LLAA TTUUAA LLEEGGGGEE..
Tra i santi di oggi ricordiamo: EUGENIO I Papa
Mentre il Papa Martino I era prigioniero a Costantinopoli, nel 654, viene
eletto Eugenio I che si considererà vicario di Martino fino alla sua
morte. Anch‘egli, come il suo predecessore rifiutò ogni compromesso
con l‘eresia. Morì però troppo presto per risolvere i tanti problemi aperti
per la Chiesa di allora, il 3 giugno 657.
Parola di Dio: 2Tm. 2,8-15; Sal.24; Mc. 12,28-34
Dal Vangelo secondo Marco 12,28-34
[28]Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e,
visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: <<Qual è il primo
di tutti i comandamenti?>>. [29]Gesù rispose: <<Il primo è: Ascolta,
Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; [30]amerai dunque il
Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con
tutta la tua forza. [31]E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo
come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di
questi>>. [32]Allora lo scriba gli disse: <<Hai detto bene, Maestro, e
secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui;
[33]amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la
forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti
e i sacrifici>>. [34]Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente,
gli disse: <<NON SEI LONTANO DAL REGNO DI DIO>>. E nessuno
aveva più il coraggio di interrogarlo.
Mi è sempre piaciuta questa frase che Gesù rivolge al dottore della
legge, anche perché spero che il Signore possa dirla anche per me. Ma
come si fa a non essere lontani dal Regno di Dio? I Farisei erano sicuri
di essere degli ottimi religiosi e invece erano in maggioranza degli
ottimi ipocriti. Anche oggi senti spesso parlare dei cristiani che si
sentono sicuri della loro fede, della loro morale precisa al millimetro,
che hanno una risposta pronta e netta ad ogni interrogativo, che con
baldanza sdottoreggiano su ogni argomento teologico. Per i rabbini di
allora cercare quale fosse il primo comandamento rimaneva una delle
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tante questioni teoriche, una ricerca puramente intellettuale, ed anche
per noi stabilire quali siano le cose migliori o quelle peggiori spesso
serve per crearci dei parametri per poter nascondere la nostra
mediocrità.
Gesù non accetta queste classifiche ma ci dice che alla base di tutto ci
sta l‘amore, l‘amore con cui ti lasci amare, l‘amore di Dio che previene,
che accompagna, che provvede, l‘amore del prossimo che è
riconoscersi figli di un unico Padre, che è riconoscere il potenziale di
amore che è in ciascuno; l‘amore vero per se stessi che è volersi
costruire non secondo il proprio egoismo ma secondo il piano di Dio.
Sono ben conscio di non aver capito ―tutto‖ di Dio, so di non vivere una
morale perfetta, so che il mio metro di giudizio non è preciso e che
spesso comporta misure che sanno della mia povertà, so di vivere in
mezzo a misteri divini e umani che vanno ben al di là delle mie capacità
... Ma nella fede, a stento, so di voler bene a Dio. Mi hanno sempre
fatto pensare molto le parole di quel grande apostolo, Paolo, che quasi
al termine della sua vita dice: ―Ho corso la mia corsa, ho combattuto la
mia battaglia: ho conservato la fede‖. Spero che anche a me succeda
così, di arrivare alla fine, ammaccato, dubbioso, con tante sconfitte e
qualche vittoria ma senza aver perso il dono prezioso della fede.
VENERDI’ 4 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
LLAA TTUUAA LLEEGGGGEE,, SSIIGGNNOORREE,, EE’’ FFOONNTTEE DDII PPAACCEE
Tra i santi di oggi ricordiamo: FRANCESCO CARACCIOLO, Santo
Nato a Villa Santa Maria, nelle vicinanze di Chieti nel 1563 si chiamava
al secolo Ascanio. Di nobile famiglia, fu ordinato sacerdote a ventidue
anni e si dedicò particolarmente alla assistenza dei condannati a morte,
collaborò con Agostino Adorno e Fabrizio Caracciolo alla fondazione e
alla redazione delle costituzioni dell'ordine dei chierici regolari minori,
dediti alla vita attiva e contemplativa. Le costituzioni furono approvate
da Sisto V (1588). Nel 1591 divenne generale dell'ordine e fondò
diverse case religiose in Spagna. Morì ad Agnone, Campobasso nel
1608.
Parola di Dio: 2Tm. 3,10-16; Sal. 118; Mc. 12,35-37
Dal Vangelo secondo Marco 12,35-37
[35]Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: <<Come
mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? [36]Davide
stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo: Disse il Signore al
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mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello ai tuoi piedi. [37]Davide stesso lo chiama Signore:
come dunque può essere suo figlio?>>. E LA NUMEROSA FOLLA LO
ASCOLTAVA VOLENTIERI.
La parola di Dio è sempre uguale, ma e vero che ci sono predicatori
che ascoltiamo più volentieri degli altri.
Quand'è che la gente ascolta volentieri una persona? I motivi possono
essere diversi, ad esempio, quando si crea una sintonia tra chi parla e
ascolta, quando chi parla usa termini e gestualità che davvero
comunicano, quando chi ascolta vede in colui che parla la realizzazione
dei suoi pensieri, quando le parole dette corrispondono alle scelte di
vita di chi parla….
Perché la gente ascoltava volentieri Gesù? Perché era uno di loro,
perché le sue non erano solo parole vuote ma accompagnate da gesti
concreti di amore, perché richiamava l'essenza della loro fede e la
liberava dalle pastoie della falsa religione, perché realizzava le
aspirazioni dei poveri, perché usava con i semplici un linguaggio
semplice, facilmente comprensibile…
E oggi, noi andiamo ancora volentieri ad ascoltare Gesù? Troviamo il
tempo per leggere e rileggere i Vangeli? Cerchiamo di riconoscere la
realizzazione delle sue parole di liberazione e di speranza?
Si può ascoltare per curiosità e poi lasciar scorrere le parole su di noi
come fa l‘acqua che scorre su una pietra impermeabile. Si può
ascoltare unicamente per trovare una risposta immediata ad un
problema, si può ascoltare per cercare conferme o per poter criticare,
ma la parola di Dio non ha bisogno di questi uditori.
La parola di Dio va ascoltata ―come parola di Dio e non come parole di
uomini‖. La Parola di Dio va accolta non come un lenitivo ma ―come
una spada tagliente, a doppio taglio, che penetra fino alla divisione
delle ossa‖. La parola di Dio va accolta come un ―seme che cade in
terra buona e muore e porta frutto ora del 30, ora del 60, ora del 100
per uno‖. La parola di Dio ―è viva, efficace‖, se accolta con amore ha il
potere di trasformarci. Non basta andar dietro alla Parola di Dio perché
piace, oppure a questo o quel predicatore perché dicono ciò che io
voglio sentire. Dio parla a me. Dio si svela a me. Dio non risolve i miei
piccoli problemi e non risponde in diretta alla mie piccole domande, ma
mi dona Se stesso e se l‘accolgo, io cambio.
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SABATO 5 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
CCOONN LLAA MMIIAA VVIITTAA CCAANNTTEERROO’’ LLAA TTUUAA LLOODDEE
Tra i santi di oggi ricordiamo: EOBAN O EOBANO,
Santo, Vescovo e Martire
Era un sacerdote anglosassone, dotto nelle Sacre Scritture e magnifico
predicatore, fu monaco benedettino e compagno di apostolato di san
Bonifacio, che lo consacrò vescovo di Utrecht. Assieme a san Bonifacio
subì il martirio a Dokkum, nella Frisia, nel 755.
Parola di Dio: 2Tm. 4,1-8; Sal.70; Mc.12,38-44
Dal Vangelo secondo Marco 12,38-44
[38]Diceva loro mentre insegnava: <<Guardatevi dagli scribi, che
amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze,
[39]avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti.
[40]Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe
preghiere; essi riceveranno una condanna più grave>>. [41]E
sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava
monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. [42]Ma
venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino.
[43]Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: <<In verità vi dico:
QUESTA VEDOVA HA GETTATO NEL TESORO PIÙ DI TUTTI GLI ALTRI.
[44]Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella
sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto
aveva per vivere>>.
Il racconto della vedova che offre a Dio quanto ha (due monetine)
conclude tutta una serie di discussioni che i ―dotti‖ avevano ingaggiato
con Gesù. Erano venuti i ―maestri‖ a interrogare Gesù, avevano tirato
fuori la loro scienza, le loro teologie e Gesù aveva cercato di riportarli
dalla sfacciata ipocrisia alla semplicità e umiltà di vita. Dopo tanto
parlare, disquisire di teologia, Gesù lascia che sia il gesto concreto di
fede di questa donna a parlare. E il silenzio di questa donna,
probabilmente analfabeta, parla più di tutte le affermazioni di scienza o
di teologia.Non contano le parole, le manifestazioni altisonanti del culto
e neppure i bigliettoni sbandierati di chi dà ma con la ricevuta fiscale
detraibile dalle tasse degli uomini o da quelle presunte con Dio, conta
questo gesto silenzioso ma di donazione totale nella fiducia che Dio è
provvidenza. A noi, ―persone equilibrate‖ il gesto della vedova pare
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eccessivo. La vedova invece non e prudente, dà tutto, si fida di Dio.
Non aveva sentito Gesù dire: "Va', vendi ogni cosa, poi vieni e
seguimi!‖ ma lo mette in pratica. Gioca tutta la sua vita su Dio…
eppure, sembra che nessuno si accorga di questo! Sono tutti ammirati
dalle abbondanti elargizioni dei ricchi: che cosa può voler dire una
piccola, insignificante figura nera con due spiccioli che non fanno
neppure rumore? Qualcuno se ne accorge! Gesù legge dentro e vede la
fede, quella fede che non fa rumore e non si esibisce davanti a platee
per riceverne l'applauso.
Se qualche volta proviamo a leggere gli eventi della storia con gli occhi
di Gesù (noi non siamo Lui, ma in buona misura, se vogliamo,
possiamo avvicinarci a Lui), troveremo anche noi tante sorprese:
scopriremo in mezzo all'egoismo, alla melma quotidiana, questi piccoli
e nascosti tesori e poco per volta comprenderemo che la vera fede è
ancora viva, non tanto per le grandi cattedrali costruite nei secoli ed
ora ridotte a museo di Dio e della fede, ma per "piccole, nere, vedove"
che ancora giocano tutto sulla fiducia che Dio ci sia e ci ascolti.
DOMENICA 6 GIUGNO
SANTISSIMA TRINITA’
Una scheggia di preghiera:
GGLLOORRIIAA AALL PPAADDRREE,, AALL FFIIGGLLIIOO EE AALLLLOO SSPPIIRRIITTOO SSAANNTTOO
Tra i santi di oggi ricordiamo: NORBERTO Santo Vescovo
Nato a Wanten, in Germania, da una nobile famiglia renana, Norberto
(1085-1134) fu in un primo tempo cappellano alla corte imperiale. Si
convertì improvvisamente dalla vita mondana che conduceva, e si
dedicò alla penitenza e alla predicazione itinerante. Divenuto vescovo
di Magdeburgo, condusse una attiva opera di riforma.
Parola di Dio: Pro. 8,22-31; Sal. 8; Rom 5,1-5; Gv. 16,12-15
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15
[12]Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete
capaci di portarne il peso. [13]Quando però verrà LO SPIRITO DI
VERITÀ, EGLI VI GUIDERÀ ALLA VERITÀ TUTTA INTERA, perché non
parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le
cose future. [14]Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve
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l'annunzierà. [15]Tutto quello che il Padre possiede è mio; per
questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.
Se crediamo che Gesù è il Figlio di Dio, possiamo fidarci di ciò che Egli
dice sul conto di Dio. Gesù,infatti non parla per astrazione, per
ragionamento, per deduzione, ma per esperienza. Lui sa com‘è Dio
perché Lui e il Padre sono una cosa sola. E Gesù ci svela qualcosa di
inaudito, inimmaginabile, inatteso: Dio è Trinità: Padre, Figlio e Spirito
Santo. Cioè: Dio non è il solitario, è festa, famiglia, comunione, danza,
relazione, dono. Dio è tre persone che si amano talmente, che se la
intendono così bene che noi – da fuori – vediamo uno. Un po‘ come
quando vediamo una coppia di sposi o di fratelli che si vogliono
talmente bene da sembrare una cosa sola. Che bello! Vedere realizzato
in Dio ciò che noi sempre desideriamo! Tre persone che non si
confondono, che non si annullano in una indefinita energia cosmica.
Riusciamo addirittura a delineare l‘opera, il lavoro di ognuno, il
―carattere specifico‖ di ogni persona: riconosciamo l‘impronta del Padre
nella Creazione, nello stupore della natura; riconosciamo l‘agire del
Figlio nella sua volontà di salvezza dell‘uomo; riconosciamo l‘afflato
dello Spirito che accompagna, porta a compimento e santifica l‘umanità
pellegrina.
Ma andiamo oltre. La Genesi ci dice che Dio per crearci si guardò allo
specchio. Siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio. Quindi siamo
fatti ad immagine e somiglianza della comunione. Allora capisco perché
la solitudine mi pesa tanto e mi fa paura, è contro la mia natura!
Capisco perché quando amo, quando sono in compagnia, quando riesco
ad accogliere e ad essere accolto sto così bene: realizzo il fine per cui
Dio mi ha creato. La festa della Trinità, allora, è la festa del mio
destino, è lo specchio della mia attitudine profonda, è il segreto della
mia felicità.
LUNEDI’ 7 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE,, TTUU SSEEII IILL MMIIOO CCUUSSTTOODDEE,, CCOONN LLAA TTUUAA OOMMBBRRAA MMII CCOOPPRRII..
Tra i santi di oggi ricordiamo: ANTONIO MARIA GIANNELLI,
Santo Vescovo
Nacque il 12 aprile 1789 a Cereto, presso Chiavari (Genova). Nel 1829
fondò le Figlie di Maria Santissima dell'Orto, conosciute ancora oggi con
il nome di Suore Gianelline. Esse compiono il loro apostolato
prevalentemente in America Latina. Nel 1838 venne eletto vescovo di
Bobbio. Morì il 7 giugno 1846.
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Parola di Dio: 1Re 17,1-6; Sal. 120; Mt. 5,1-12
Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12
[1]Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere,
gli si avvicinarono i suoi discepoli. [2]Prendendo allora la parola, li
ammaestrava dicendo: [3]<<Beati i poveri in spirito, perché di essi è
il regno dei cieli. [4]Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
[5]Beati i miti, perché erediteranno la terra. [6]Beati quelli che
hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. [7]Beati i
misericordiosi, perché troveranno misericordia. [8]BEATI I PURI DI
CUORE, PERCHÉ VEDRANNO DIO. [9]Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio. [10]Beati i perseguitati per
causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. [11]Beati voi
quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno
ogni sorta di male contro di voi per causa mia. [12]Rallegratevi ed
esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti
hanno perseguitato i profeti prima di voi.
In un libro di circa trent‘anni fa ho trovato questo brano che mi sembra
un commento molto attuale della Beatitudine di oggi e in generale di
tutte le Beatitudini:
La tragedia dell‘oggi è che l‘uomo non sa più di avere un cuore. Ubriaco
di conoscenza ha chiuso gli occhi dell‘anima, i soli che sanno vedere l‘
―oltre‖ delle cose e degli eventi. Così è sommerso da mille miraggi, da
infinite illusioni. Rincorre la libertà, ma ignora che la sola libertà è nel
cuore. Chi è libero dentro è sovrano. Rincorre la gioia, ma ignora che la
gioia autentica è nel cuore. Chi ha nel cuore la gioia vede l‘universo
sorridergli. Rincorre la pace ma ignora che la vera pace è nel cuore. Chi
ha la pace nel cuore, non solo è ―perfetto nella pace‖ ma è anche
l‘unico che la dispensi realmente a piene mani.
Solo lasciandosi, con coraggio, giudicare dal proprio cuore l‘uomo ha
qualche speranza di salvezza. Perché ormai la conoscenza mentale ha
fallito. O meglio, ci ha portato alle soglie della distruzione totale. Solo
una dimensione diversa, quella interiore, salverà l‘umanità.
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MARTEDI’ 8 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
RRIISSPPLLEENNDDAA SSUU DDII NNOOII,, SSIIGGNNOORREE,, LLAA LLUUCCEE DDEELL TTUUOO VVOOLLTTOO..
Tra i santi di oggi ricordiamo: MEDARDO, Santo, Vescovo
Era nato in Francia, in Piccardia nel VI secolo. Fu nominato Vescovo
della diocesi di Vermand che, a causa delle invasioni barbariche trasferì
poi a Noyon. Svolse una particolare attività missionaria nelle Fiandre.
Morì verso l‘anno 545, Nel Medioevo veniva invocato contro il mal di
denti.
Parola di Dio: 1Re 17,7-16; Sal. 4; Mt. 5,13-16
Dal Vangelo secondo Matteo 5,13-16
[13]VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA; ma se il sale perdesse il sapore,
con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad
essere gettato via e calpestato dagli uomini. [14]VOI SIETE LA LUCE
DEL MONDO; non può restare nascosta una città collocata sopra
un monte, [15]né si accende una lucerna per metterla sotto il
moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che
sono nella casa. [16]Così risplenda la vostra luce davanti agli
uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al
vostro Padre che è nei cieli.
Proviamo a sentirle rivolte a noi personalmente queste parole. E‘ Gesù
che dice a me: ―Tu sei il sale della terra… Tu sei la luce del mondo!‖.
Quale grande fiducia ha in noi il Signore. Se io guardo la mia vita mi
accorgo che ci sono più domande che risposte, più ombre che luci, più
debolezze che sicurezze… come faccio ad essere luce e gusto della vita
per gli altri? E‘ vero che di mio c‘è molto poco, ma se credo a Gesù io
sono il tempio dello Spirito Santo che Lui mi ha donato, io sono il figlio
che può dialogare con Dio suo Padre, io sono fatto a immagine e
somiglianza di Dio, io posso rappresentare il volto di Cristo sulla terra…
Tutte queste cose me le ha dette Lui, il Figlio di Dio morto e risorto per
me e per tutti noi, mi ha anche detto che dove è carità e amore lì c‘è
Lui, che qualunque gesto fatto con amore è fatto a Lui, che Lui sarà
con noi per tutti i secoli… Allora non posso nascondere la sua luce, non
chiudo in dispensa a doppia mandata il suo sale che può dar gusto alla
vita di tante persone. Il cristiano non porta se stesso, quando lo fa
porta solo le proprie miserie, ma è chiamato a portare Gesù. Ci riuscirò
allora nella misura in cui io scompaio per lasciare posto a Lui. Io ho
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difficoltà al perdono, ma Gesù perdona me e tutti i miei fratelli. Io ho
difficoltà ad amare certe persone, ma Lui ama tutti e ciascuno in modo
particolare. Io ho difficoltà ad annunciare il Vangelo, ma se lascio
parlare Lui, Lui riesce ad arrivare ad ogni cuore magari servendosi
anche delle mie povertà e dei miei errori. Non perdiamoci d‘animo:
nonostante le nostre debolezze, ogni sforzo di bontà, di amore
evangelico non va perduto ma a suo tempo produce il frutto desiderato
da Dio per il nostro bene e per quello dei fratelli.
MERCOLEDI’ 9 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSEEII TTUU IILL MMIIOO SSIIGGNNOORREE,, SSEENNZZAA DDII TTEE NNOONN HHOO AALLCCUUNN BBEENNEE..
Tra i santi di oggi ricordiamo: EFREM Santo,
Diacono e Dottore della Chiesa
Teologo e poeta, Efrem (306—373) rifiutò il sacerdozio per umiltà e fu
diacono a Nisibi, in Turchia, e poi a Edessa. Scrisse in siriaco una serie
di commenti biblici, di omelie e di inni che gli hanno meritato il
soprannome di ―cetra dello Spirito Santo‖. I suoi poemi esprimono una
profonda devozione alla Vergine.
Parola di Dio: 1Re 18,20-39; Sal. 15; Mt. 5,17-19
Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19
[17]NON PENSATE CHE IO SIA VENUTO AD ABOLIRE LA LEGGE O I
PROFETI; NON SON VENUTO PER ABOLIRE, MA PER DARE
COMPIMENTO. [18]In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e
la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza
che tutto sia compiuto. [19]Chi dunque trasgredirà uno solo di
questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare
altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li
osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel
regno dei cieli.
Siamo perfettamente convinti che ―La legge di Dio non passerà!‖ ma
altrettanto crediamo a quel motto di sant‘ Agostino che dice: ―Ama e fa
ciò che vuoi‖. Come mettere insieme queste due affermazioni? E‘
sempre difficile coniugare nella vita morale ciò che è la legge di Dio,
generale e oggettiva per tutti gli uomini, con quella che è la libertà
portata da Cristo. Questo non ci stupisca: Gesù ha trovato difficoltà in
chi lo ascoltava a questo riguardo; nella chiesa primitiva (vedi
15
soprattutto le lettere di Paolo, di Giacomo, gli Atti degli Apostoli) è
stato motivo di discussioni accanite e anche di divisioni. Forse però la
chiave per avvicinarci a comprendere e vivere questo argomento sta
proprio nelle parole di Gesù che meditiamo oggi. Dio ha parlato. Ha
dato una legge universale con un linguaggio storico. Questa legge,
nella sua essenza, è immutabile. Gesù non è venuto né ad abolirla né a
cambiarla, ma a svelarcene il senso e il modo di viverla. In parole
povere: io posso osservare tutti e dieci i comandamenti, e faccio bene,
ma se alla base non c‘è l‘amore di Dio e del prossimo non serve a
niente. Se invece io amo Dio che mi dà la sua legge e il prossimo come
mio reale fratello, osserverò la legge con amore, perché è un dono
prezioso ma saprò anche andare oltre alla legge quando l‘amore lo
richiede. Per un cristiano, ad esempio, il comandamento ―Non
uccidere‖, non è solo più negativo ma diventa: ama la vita, tua, degli
altri, delle cose, e, sempre nell‘amore, diventa addirittura come per
Gesù: ―Non c‘è amore più grande che dare la propria vita per il
fratello‖.
GIOVEDI’ 10 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
IILL TTUUOO PPOOPPOOLLOO,, OO SSIIGGNNOORREE,, SSII NNUUTTRREE DDEEII TTUUOOII BBEENNII..
Tra i santi di oggi ricordiamo: ENRICO DA BOLZANO, Beato
Enrico nacque a Bolzano intorno al 1250 e lì visse poveramente come
operaio. Sposatosi, si trasferì a Treviso con la moglie e il figlio. Dopo la
loro morte visse in una modestissima stanza messogli a disposizione da
un notaio. Negli ultimi anni si ridusse in estrema povertà, accettando
l'elemosina. Durante la sua vita, sia a Bolzano, che a Treviso, fu un
assiduo uomo di preghiera; si racconta che a Treviso visitava
quotidianamente tutte le chiese della città. Molto ammirata fu la sua
vita di penitente: dormiva su un duro giaciglio, portava un ruvido saio,
praticava lunghe veglie in preghiera. Quando si spense, tutto solo nella
sua stanza, i trevisani dissero che era morto un santo.
Parola di Dio: 1Re 18,41-46; Sal. 64; Mt. 5,20-26
Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26
[20]Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli
scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. [21]Avete inteso
che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà
sottoposto a giudizio. [22]Ma io vi dico: chiunque si adira con il
16
proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello:
stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà
sottoposto al fuoco della Geenna. [23]SE DUNQUE PRESENTI LA TUA
OFFERTA SULL'ALTARE E LÌ TI RICORDI CHE TUO FRATELLO HA QUALCHE
COSA CONTRO DI TE, [24]LASCIA LÌ IL TUO DONO DAVANTI
ALL'ALTARE E VÀ PRIMA A RICONCILIARTI CON IL TUO FRATELLO E POI
TORNA AD OFFRIRE IL TUO DONO. [25]Mettiti presto d'accordo con il
tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti
consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in
prigione. [26]In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia
pagato fino all'ultimo spicciolo!
San Paolo in una delle sue lettere ci invita a riflettere prima di ricevere
l‘Eucarestia per poterla ricevere degnamente affinché Essa non diventi
motivo di condanna per noi. Credo che ciascuno di noi, prima di
accostarsi all‘Eucarestia si faccia l‘esame di coscienza. Solamente che
l‘abitudine e un certo tipo di insegnamento che abbiamo ricevuto ci
porta a vedere se ―sono degno di ricevere Gesù‖ quasi che la
Comunione sia un premio che noi meritiamo o meno a seconda delle
nostre opere; nel brano di vangelo odierno Gesù ci dice qualcosa di più:
l‘Eucarestia è impossibile se non é comunione d‘amore per i fratelli. Il
culto e la religione devono rispecchiare la vita e viceversa. Mangiare il
Corpo del Signore richiede amore nel cuore e pace con i fratelli, perché
Cristo è il segno dell‘amore di Dio Padre per l‘uomo.
In fondo è come se Gesù ci dicesse: non essere ipocrita, non
nasconderti dietro la tua falsa giustizia, il tuo perbenismo, il tuo
formalismo. Non pensare di comprarti Dio solo con qualche messa o
con qualche candela. Dio ―ti scruta e ti conosce‖, sa benissimo che cosa
c‘è dietro le apparenze, vede la realtà del tuo sforzo. Gioca con Lui a
carte scoperte.
Sii onesto, digli piuttosto che non ce la fai ancora sulla strada del
perdono ma dimostragli che sinceramente la stai cercando. Per Gesù
anche la ricerca faticosa della vera fraternità passa davanti al servizio
cultuale di Dio; o piuttosto, è il servizio vero di Dio, quello che Egli si
aspetta da te. E, oltretutto, la riconciliazione dei fratelli che professano
uno stesso credo è la testimonianza che sarà meglio capita dal mondo
di oggi.
17
VENERDI’ 11 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
AANNNNUUNNZZIIEERROO’’ AAII FFRRAATTEELLLLII LLAA SSAALLVVEEZZZZAA DDEELL SSIIGGNNOORREE..
Tra i santi di oggi ricordiamo: AMABILE, Santo, Sacerdote
Era un sacerdote della cattedrale di Clermont. Morì verso il 475 in
concetto di santità anche per aver liberato i dintorni da vari animali
velenosi. E‘ patrono di Riom ed è invocato a favore dei dementi e degli
indemoniati.
Parola di Dio nella festa di San Barnaba: At. 11,21-26; 13,1-3;
Sal. 97; Mt. 10,7-13
Dal Vangelo secondo Matteo 10,7-13
[7]E STRADA FACENDO, PREDICATE CHE IL REGNO DEI CIELI È VICINO.
[8]Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i
demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. [9]Non
procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre
cinture, [10]né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né
bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. [11]In
qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche
persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. [12]Entrando
nella casa, rivolgetele il saluto. [13]Se quella casa ne sarà degna, la
vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la
vostra pace ritorni a voi.
Gesù, mandando i dodici in missione, vuol farci capire una cosa molto
semplice: se tu hai trovato una cosa bella, l‘unica maniera di gioirne
appieno è di farne partecipi gli altri; e, ancora: se tu hai a cuore le
prove, le difficoltà, la ricerca dell‘uomo, tu ami quest‘uomo non solo
dicendogli: ―poverino!‖, ma aiutandolo a trovare Colui che è il senso del
suo gioire e del suo soffrire. Quanto è diverso il ―modo missionario‖ di
Gesù da certi ―modi missionari‖ organizzati dalle chiese! Gesù non bada
che i dodici abbiano capito tutto. Non sono neppure ancora passati
attraverso lo scandalo della croce, non sono neppure ancora arrivati ad
affermare che Gesù è il Figlio di Dio, non sono teologi perfetti, non
hanno fatto corsi di formazione missionaria, non hanno lauree
universitarie né sono andati a corsi di dizione o di canto gregoriano per
liturgie inappuntabili. Sono poveri perché non hanno nulla, ma sono
poveri soprattutto perché non hanno nulla di proprio da portare agli
altri e anche il loro messaggio è umile e rispettoso delle persone a cui è
18
indirizzato: ―Il Regno di Dio è vicino a voi‖. Non sono mandati perché
―venga la chiesa‖ ma perché ―venga il tuo Regno‖. Non hanno da dire:
―Venite da me che ho la verità, che vengo a darvi il vero Dio. Venite da
noi perché noi siamo i migliori‖, ma semplicemente: ―Guardate che Dio
è già qui, sta operando in voi‖.
Il missionario è colui che ha profondo rispetto per coloro ai quali è
mandato e per quanto essi hanno già colto ed espresso di quel Dio che
vive ed agisce in tutti gli uomini molto prima che essi lo abbiano
riconosciuto.
La predicazione deve essere fatta ―strada facendo‖. Non c‘è bisogno di
cercare chissà quali strade, ognuno di noi ha la sua strada, il suo
quotidiano, il suo prossimo da incontrare ogni giorno in casa, al lavoro,
in vacanza… ―strada facendo‖ nei giorni migliori come in quelli più duri,
negli incontri più impensati come in quelli più abituali. Davvero, davanti
a questo tipo di missione non abbiamo scuse per tirarci indietro.
SABATO 12 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE,, TTUU SSEEII FFEEDDEELLEE,, SSAANNTTOO IINN TTUUTTTTEE LLEE TTUUEE OOPPEERREE..
Tra i santi di oggi ricordiamo: NAZARIO e CELSO, Santi, Martiri
Nazario e Celso, giunti a Roma da Milano, divennero compagni di
martirio nelle persecuzioni del I secolo: conobbero insieme la
flagellazione e la decapitazione, irremovibili nella loro fedeltà a Cristo.
Parola di Dio: 1Re 19,19-21; Sal. 15; Mt. 5,33-37
Dal Vangelo secondo Matteo 5,33-37
[33]Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare,
ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; [34]ma io vi dico: non
giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; [35]né per la
terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme,
perché è la città del gran re. [36]Non giurare neppure per la tua
testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo
capello. [37]SIA INVECE IL VOSTRO PARLARE SÌ, SÌ; NO, NO; IL DI PIÙ
VIENE DAL MALIGNO.
Come è difficile incontrare delle persone sincere! E‘ molto più facile
trovare persone che ci fanno vedere una faccia e poi sono
completamente diversi, persone che ti parlano con parole suadenti,
che sono accattivanti, ma che lo fanno per loro interessi particolari,
persone che ti dicono mezze verità per portarti dalla loro parte…E se è
19
vero che quando andavamo a confessarci da ragazzi, uno dei peccati
più facilmente individuabile erano le famose ―bugie‖, è altrettanto vero
che da grandi, se siamo corretti nel nostro esame di coscienza,
dovremmo ancora confessarci per aver attentato tante volte alla verità
in modi magari ben più gravi: per averla nascosta agli altri o a noi
stessi; per aver insinuato cose che a base di ―forse‖, ―ma‖, ―mi pare‖,
hanno portato altri su giudizi non veri; per non averla cercata la verità
perché poi ci sarebbe costata troppo; per aver mascherato dietro pa-
role di vana cultura la nostra povertà e vuotezza interiore...
Con questa frase, poi, Gesù non solo ci invita alla sincerità, all‘evitare
le bugie, ma anche ad usare bene del nostro modo di parlare e di porci
davanti agli altri. Qui tutti, io per primo, abbiamo molto da imparare.
Noi siamo tutti dei grandi parolai e chiacchieroni. Spesso pensiamo che
con le nostre parole possiamo convincere o addirittura ‗convertire‘. E
non ci rendiamo invece conto che la semplicità, la sincerità e la
testimonianza dei fatti parlano certamente più di tante chiacchiere o di
tanti salotti religiosi, sfoggio di presunte culture, che lasciano
indifferenti e creano ancora maggiori divisioni tra credenti. Non lo avete
notato che quelli che parlano di più sono spesso coloro che hanno meno
cose da trasmettere? Guardiamo ancora una volta a Gesù, nostro
modello: ha lavorato in silenzio per trent‘anni ed ha predicato solo tre
anni; quello che diceva lo viveva; non si lasciava ingannare né dalle
maschere e neanche dalle belle apparenze di religiosità; sapeva leggere
nei cuori e scorgere il bene anche dove altri vedevano solo colpa e
peccato da punire; odiava l‘ipocrisia; anche ai suoi discepoli non ha
chiesto che andassero a fare quali prediche, ma solo una testimonianza
gioiosa dell‘opera di Dio; le sue sono sempre parole di Verità, anche
quando questo gli costa la morte, sono parole a volte molto esigenti nei
nostri confronti, ma sono sempre anche parole di serio
incoraggiamento, di presenza consolante, di impegni dati sulla fiducia.
DOMENICA 13 GIUGNO
FESTA DEL CORPO E SANGUE DEL SIGNORE
Una scheggia di preghiera:
SSEEII TTUU SSIIGGNNOORREE IILL PPAANNEE,, UUNN CCIIBBOO SSEEII PPEERR NNOOII..
Tra i santi di oggi ricordiamo: IGNAZIO MALOYAN,
Beato, Confessore della fede
Nacque a Mardine, in Turchia il 19 aprile 1869. Entrò in convento a
Bzommar in Libano e divenne sacerdote nel 1896. Nel 1897 fu in
missione prima ad Alessandria poi al Cairo. Nel 1911 fu eletto
20
Arcivescovo di Nardine. Nel 1915, essendo la Turchia alleata con la
Germania, cominciò la persecuzione contro gli armeni. Il 13 Giugno
1915 fu arrestato con 27 componenti la comunità. Al suo rifiuto di
abbracciare l‘Islam fu colpito e torturato e poi ucciso.
Parola di Dio: Gen. 14,18-20; Sal. 109; 1Cor 11,23-26; Lc. 9,11-17
Dal Vangelo secondo Luca 9,11-17
[11]Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a
parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di
cure. [12]Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si
avvicinarono dicendo: <<Congeda la folla, perché vada nei
villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo,
poiché qui siamo in una zona deserta>>. [13]Gesù disse loro:
<<Dategli voi stessi da mangiare>>. Ma essi risposero: <<Non
abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo
noi a comprare viveri per tutta questa gente>>. [14]C'erano infatti
circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: <<Fateli sedere per
gruppi di cinquanta>>. [15]Così fecero e li invitarono a sedersi tutti
quanti. [16]Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli
occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li
distribuissero alla folla. [17]TUTTI MANGIARONO E SI SAZIARONO e
delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.
E‘ abbastanza facile comprendere come il brano di Luca, oltre che
raccontarci la moltiplicazione dei pani, vuole parlarci del dono
dell‘Eucarestia. Gesù prima di tutto dona se stesso come parola, infatti
noi abbiamo bisogno di una parola che sia buona notizia in mezzo alle
prove della nostra vita, che ci illumini, ci guidi, ci sostenga. ―Beati quelli
che hanno fame della Parola di Dio perché saranno saziati‖. E ogni
volta che noi celebriamo l‘Eucaristia, con abbondanza ci viene rivolta la
parola di Dio.
Poi Gesù ci parla attraverso i segni. Ci dice san Luca, innanzitutto, che
"guariva coloro che avevano bisogno di essere guariti", e poi ci narra il
meraviglioso segno della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Gesù
Cristo, come amico e fratello dell‘uomo, come Signore della vita e della
natura, è interessato a guarire le infermità, a saziare la fame naturale
degli uomini. Potrebbe essere altrimenti? Ma il suo interesse maggiore
sta nel fatto che gli uomini, mediante questi segni, siano capaci di
elevarsi fino a Dio Padre, che amorosamente ha cura dei suoi figli, e
fino al Regno di Dio, in cui ci sarà pane per tutti.
21
E poi Gesù ci dà se stesso nel suo pane. Davanti a tutto questo non ci
sarebbe da vivere nella meraviglia? Come mai l‘Eucarestia tra noi
cristiani è così poco compresa? Perché anche persone buone e credenti
la frequentano ―quando possono‖? Perché anche certi sacerdoti
sembrano più celebranti di un rito che gioiosi portatore e usufruitori di
un dono? Forse è perché l‘abitudine uccide tutto e la ritualità
appiattisce ogni entusiasmo. Con la legge del dovere abbiamo perso il
senso del dono. Con il mangiare troppo e scriteriatamente abbiamo
perso il gusto del cibo, con la troppa familiarità il mistero e la
meraviglia sono diventati banali. Qualcuno a rimedio di tutto questo
suggerisce il ―digiuno eucaristico‖ per riappropriarci dei sensi veri
dell‘Eucaristia. Non credo sia la ricetta migliore quella di far morire di
fame per mancanza di cibo chi o è inappetente o non assimila.
Suggerisco a voi e a me una cura molto semplice, dedicate dieci minuti
prima della Messa (a casa, in chiesa se non è troppo fracassona o se
non ci sono troppi rosari a impedire la concentrazione) per farvi alcune
semplici domande: ―Che cosa vado a fare in Chiesa? Chi incontro? Ho
bisogno di ascoltare la Parola di Dio? C‘è posto in casa mia per Cristo
che vado a ricevere? Fare la Comunione significa cercare quali
comunioni nella vita?….
LUNEDI’ 14 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
AASSCCOOLLTTAA LLAA VVOOCCEE DDEELL MMIIOO GGRRIIDDOO,, PPEERRCCHHEE’’ TTII PPRREEGGOO,, OO SSIIGGNNOORREE..
Tra i santi di oggi ricordiamo: ELISEO, Santo profeta
Vissuto fra l‘850—800 avanti Cristo fu chiamato da Elia a continuare la
sua opera di profeta. La sua vita è costellata da prodigi di ogni genere:
con il mantello di Elia divise le acque del Giordano; rese inesauribile
l‘olio di una vedova; risuscitò il figlio di una sunamita che lo ospitava...
Morì verso il 790 a.C. e fu sepolto nei pressi di Samaria.
Parola di Dio: 1Re 21,1-16; Sal. 5; Mt. 5,38-42
Dal Vangelo secondo Matteo 5,38-42
[38]Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per
dente; [39]ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti
percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; [40]e a chi ti
vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il
mantello. [41]E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con
22
lui due. [42]DÁ A CHI TI DOMANDA E A CHI DESIDERA DA TE UN
PRESTITO NON VOLGERE LE SPALLE.
Ho ritrovato una serie di racconti che un mio professore delle medie
(don Piero Bossù che fu missionario in Guatemala per tanti anni)
scriveva. Hanno il sapore di favole di una semplicità e delicatezza che
commuove. Ve ne proporrò qualcuna quando avrò lo spazio sufficiente
e quando mi sembrerà possano dare una risposta parabolica alla parola
del vangelo del giorno.
La casa, come tante altre case di questo mondo, possedeva un orto e,
intorno all‘orto, correva una siepe in cui s‘apriva un cancello. Tutte le
mattine ne usciva una donna, per avviarsi con la brocca alla fontana
del villaggio. Che splendore! Se fosse uscita da un palazzo con le mura
proprio di perla e le porte proprio d‘oro massiccio, non avrebbe potuto
esser più bella. E camminava lungo la siepe con una maestà da
oscurarne la regina di Saba. Eppure quella donna era povera. Dalla
casa veniva tutto il giorno un picchiar di martello e uno strusciare di
pialla; ma nonostante la fatica dello sposo legnaiolo, un uomo, anche
lui, d‘una bellezza regale, quella donna era molto povera, come dico.
Per il corredo del bimbo che doveva nascerle, aveva quasi dato fondo ai
risparmi; e ieri, mentre lavorava a un corpettino di lana, il gomitolo
s‘era esaurito all‘improvviso.―Ne chiederò un poco a Ruben‖ s‘era detta
fra sé. Ruben era un pecoraio, che passava tutti i giorni col gregge
lungo la siepe, e la sera dopo, quando un folto scalpiccìo e dei belati
annunziarono l‘arrivo delle pecore, la donna si fece trovare nella
viottola.
―O Ruben, mi fareste la carità d‘un po‘ di lana? Vorrei finire il corredo al
mio bambino‖.
Ma Ruben, ch‘era, quel che si dice, uno scorticapidocchi, la guardò
appena, scosse la barbetta striminzita e tirò di lungo, senza far parola.
E la Madonna — giacché si trattava proprio di lei — restò lì, a guardare
tutta quella lana piena di sole, che s‘allontanava.
Va e va e va. Giunto sul prato, il gregge si sbrancò e prese a brucare
avidamente. Soltanto Sceicco, l‘ariete che guidava il gregge nelle sue
quotidiane migrazioni, non si decideva a cominciare. Era un ariete
venerando, dalle favolose corna ricurve; il vello selvoso, che gli si
allargava a cornice intorno alla testa bella e saggia, gli conferiva una
biblica solennità. Anche gli agnelli più irrequieti smettevano di far le
bizze, al solo vederlo: quello, dicevano le pecore, era il nonno dei
nonni. Ora strappava l‘erba di malavoglia e quel poco, che riusciva a
buttar giù, gli andava in tanto veleno. Una figuraccia di quella sorta a
una mamma, per un po‘ di lana! Non ci si poteva aspettar altro da quel
23
taccagno d‘un padrone. Avaro come un sasso! Nemmeno la barba
riusciva a crescere in quel terreno lì... E Sceicco scrollò il suo vello,
candido e spumeggiante come le barbe di cento patriarchi messi
insieme. Adagio adagio, era arrivato a pochi passi dal padrone e, al
vederselo a tiro di corna, sentiva una gran voglia di caricarlo a testa
bassa. Ma Sceicco sapeva che, a cornate, non si fa il corredo ai bambini
e preferì mettersi a pensare con calma. Pensando, non perdeva
d‘occhio il gregge e soprattutto un agnello, che da qualche tempo
caracollava laggiù, quasi al margine del prato, trottando obliquo,
impennandosi, impuntandosi, per poi tornare a incalzar chissà chi,
certo un avversario, costruito lì per lì con l‘aria trasparente della sera.
Ed ecco che mentre, springando con le zampe deretane, mandava
rotoloni il nemico invisibile con un‘ultima capata vittoriosa, ecco che un
rovo l‘artigliò per di dietro a tradimento.
―Vediamo come va a finire questa faccenda‖ disse Sceicco, che
osservava di lontano divertito.
Dopo un attimo di smarrimento, l‘agnello aveva cominciato a
divincolarsi e, tira tira tira, alla fine la spuntò.
Galoppò via come un fulmine, ma il rovo si tenne un bel fiocco di lana
ricciuta. Fu quel fiocco che dette al vecchio ariete l‘idea luminosa.
―Quello che farò io faranno tutte‖ concluse fra sé, guardando le pecore
abituate a seguirlo ciecamente, e, come liberato da un gran peso,
cominciò a mangiare di gusto anche lui.
Intanto le ore passavano. Il sole declinò rapidamente, poi annegò in un
fantastico bagliore di fiamma. Da oriente dilagò, adagio adagio,
l‘infinito languore violetto della sera e, d‘un tratto, una stella fiorì. Era
così fresca che tutto il gregge allungò il muso a brucarla. Ma Ruben
agitò il vincastro. Sceicco s‘incamminò per primo e il gregge si mosse
dietro al suo battistrada. Va e va e va. Adesso il cielo era tutt‘un prato
di anemoni, scintillanti di rugiada; qua e là, nella notte, squillavano i
sonagli di altri greggi in cammino. ―Quello che farò io faranno tutte‖
ripeté il vecchio ariete, infilando la viottola lungo la siepe. Da questa,
sporgeva orizzontalmente un ramo corto e solido, con certi altri rametti
disposti a raggiera, e Sceicco, marcando il dorso, ci passò sotto per
primo. Dietro di lui, com‘era naturale, sfilarono ad una ad una le pecore
e, da ogni vello, il ramo strappò un morbido fiocco. Allorché,
zoppicando, fu passata l‘ultima pecora (ogni gregge, da millenni, ha in
fondo la sua pecorella che zoppica) restò intorno al ramo come una
vaporosa nuvoletta di lana.
Al mattino, la Madonna vide la nuvoletta impigliata nella siepe e, tutta
felice, zic! tagliò il ramo alla base. La prima rocca era nata fra le sue
24
mani e, poco dopo, il fuso ronzava allegramente nel vano della finestra,
aperta sull‘orto.
Molto tempo trascorse da allora. Gli sposi, un giorno, erano partiti, con
l‘asino e poche masserizie, lasciando vuota la casetta, e il gregge,
adesso, percorreva muto, quasi triste, la viottola lungo la siepe, dietro
cui l‘orto inselvatichiva a poco a poco. Ma una sera, tornando dai prati,
Sceicco levò il muso a un tratto, e belò. Presso la siepe, la Madonna
attendeva, col Bimbo tra le braccia, e il Bimbo ciangottava, annaspando
con le manine rosa. Quando il gregge fu a tiro, la Madonna si curvò e le
manine rosa affondarono nel vello fitto e morbido dell‘ariete. Ad una ad
una le pecore sfilarono davanti al Bimbo e tutto il gregge sparì adagio,
nell‘ombra, portandosi nella lana, come una ricompensa, il solco della
sua carezza.
MARTEDI’ 15 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
PPEERRDDOONNAAMMII,, OO SSIIGGNNOORREE,, CCOONNTTRROO DDII TTEE HHOO PPEECCCCAATTOO..
Tra i santi di oggi ricordiamo: IOLANDA D’UNGHERIA Beata
Principessa, figlia del re Bela IV d'Ungheria e nipote di Santa Elisabetta
d'Ungheria, nacque nel 1235. Ricevette la sua formazione cristiana
dalla sorella maggiore, la beata Cunegonda. Si sposò al duca polacco
Bodeslaus, principe di Kalishi in Pomerania. Terziaria francescana, unì
ai doveri di sposa e madre, l'esercizio della carità nell'assistenza agli
infermi e ai poveri. Nel 1279 rimase vedova e successivamente entrò
nelle Clarisse del convento di Sandeck ove si distinse per la sua umiltà.
Resse come badessa il convento di Gneson. Morì nel 1298. Fu
beatificata nel 1827.
Parola di Dio: 1Re 21,17-29; Sal. 50; Mt. 5,43-48
Dal Vangelo secondo Matteo 5,43-48
[43]Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo
nemico; [44]ma io vi dico: AMATE I VOSTRI NEMICI E PREGATE PER I
VOSTRI PERSECUTORI, [45]PERCHÉ SIATE FIGLI DEL PADRE VOSTRO
CELESTE, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e
fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. [46]Infatti se amate quelli
che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i
pubblicani? [47]E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa
fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? [48]Siate voi
dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
25
Se voi andate a dire ad una persona di amare il proprio nemico e non
gli date una motivazione egli avrà mille motivi per dirvi che siete pazzi
o addirittura per farvi corresponsabili del male. Se voi giustificate
questa pretesa del perdono solo con motivazioni umane egli avrà
altrettante motivazioni umane per dirvi il contrario e per giustificare la
vendetta. Gesù quando ci chiede di amare i nostri nemici, di pregare
per i nostri persecutori non ci dice che questo sia facile ma ci dà la
motivazione per farlo nell‘ imitare addirittura l‘atteggiamento di Dio che
dona a tutti in eguale misura sia che siano santi o peccatori. Le nostre
capacità di amare cioè sono a misura di come noi vediamo e
intendiamo Dio. Se Dio per noi è il Padrone insindacabile, il
castigamatti, il Dio cacciatore dei peccati, come potremo noi amare i
nostri nemici? Ma se noi comprendiamo che il Dio di Gesù ama ogni
uomo di un amore infinito e non può fare a meno di fare di tutto perché
ogni uomo sia partecipe di questo suo amore, se comprendiamo che
per dirci che ci è Padre Benevolo è disposto a lasciare il suo paradiso, a
―spogliare se stesso‖, a salire su una croce fatta dagli stessi uomini che
Egli ama, se comprendiamo che da li sopra è ancora capace di invocare
perdono, se capiamo che con noi ha usato misericordia ed è disposto
ad usarne ancora, come posso io che mi dico di Cristo non avere
motivazioni sufficienti per perdonare, per amare, per pregare per ogni
mio fratello anche per chi mi è contrario, pesante o nemico?
MERCOLEDI’ 16 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
QQUUAANNTTOO GGRRAANNDDEE EE’’ LLAA TTUUAA BBOONNTTAA’’,, OO SSIIGGNNOORREE..
Tra i santi di oggi ricordiamo: AURELIANO Vescovo
Fu Vescovo di Arles dal 546. Persona molto attiva, vigilò sulla integrità
della dottrina, partecipò al Concilio di Orleans, dissuase Totila dal
saccheggio di Roma e fondò ad Arles due monasteri. Morì a Lione nel
549.
Parola di Dio: 2Re 2,1.6-14; Sal. 30; Mt. 6,1-6.16-18
Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18
[1]Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli
uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete
ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. [2]Quando
dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come
fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati
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dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro
ricompensa. [3]Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua
sinistra ciò che fa la tua destra, [4]perché la tua elemosina resti
segreta; e IL PADRE TUO, CHE VEDE NEL SEGRETO, TI RICOMPENSERÀ.
[5]Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare
stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere
visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro
ricompensa. [6]Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera
e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che
vede nel segreto, ti ricompenserà. [16]E quando digiunate, non
assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la
faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico:
hanno gia ricevuto la loro ricompensa. [17]Tu invece, quando
digiuni, profumati la testa e lavati il volto, [18]perché la gente non
veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre
tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Tutti, guardando a Gesù, hanno cercato di incasellarlo secondo i propri
criteri e le proprie mire.Non molto tempo fa, e ancora oggi alcuni
movimenti hanno cercato di fare di Gesù un rivoluzionario. Se con
onestà guardiamo ai vangeli Gesù non fu un rivoluzionario politico.
Durante la sua vita, la sua morte e risurrezione e anche dopo con i
primi cristiani, Roma ha continuato nella sua politica di occupazione,
Erode si è tenuto il suo piccolo spazio di potere. Non è stato neppure
un gran rivoluzionario religioso se i maggiorenti ebrei sono riusciti a
metterlo in croce, se hanno continuato nelle loro credenze e ipocrisie,
se si sono scrollati di dosso con qualche semplice colpetto gli apostoli e
i primi credenti. Ma se guardiamo al cuore dell‘uomo certamente Gesù
è il più grande rivoluzionario di tutti i tempi. Prendiamo il vangelo di
oggi: contro tutti gli usi dei suoi tempi Gesù propone una religiosità che
privilegia l‘intenzione sulla stessa opera esteriore. Nella vita cristiana al
primo posto viene la fede che agisce attraverso la carità. Dio guarda il
cuore delle persone e non le esteriorità. E‘ finito il tempo del Dio che si
accontenta di qualche candela, di offerte esteriori, di riti e cerimonie,
Dio guarda che cosa c‘è dietro. Dio vuole adoratori in spirito e verità
cioè esecutori della sua volontà, servitori lieti del suo piano di salvezza.
E ditemi che questa, se presa sul serio, non è una rivoluzione!
27
GIOVEDI’ 17 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
AABBBBAA’’,, PPAADDRREE!!
Tra i santi di oggi ricordiamo: GREGORIO BARBARIGO,
Santo, Vescovo
Nato a Venezia nel secolo XVII, studiò all‘università di Padova dove
ottenne il titolo di dottore in legge, ma la sua vocazione era il
sacerdozio. Presto divenne Vescovo di Bergamo. Nel 1660 fu creato
cardinale e trasferito a Padova. Fu un grande e santo vescovo. Fondò il
seminario, fece costruire un tipografia per stampare testi per il vicino
oriente, sviluppò l‘insegnamento catechetico ed ebbe a cuore
specialmente i poveri. Morì, amato da tutti, nel 1697.
Parola di Dio: Sir. 48,1-14; Sal. 96; Mt. 6,7-15
Dal Vangelo secondo Matteo 6,7-15
[7]Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali
credono di venire ascoltati a forza di parole. [8]Non siate dunque
come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno
ancor prima che gliele chiediate. [9]Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; [10]venga il
tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
[11]Dacci oggi il nostro pane quotidiano, [12]e rimetti a noi i nostri
debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, [13]e non ci indurre in
tentazione, MA LIBERACI DAL MALE. [14]Se voi infatti perdonerete
agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a
voi; [15]ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre
vostro perdonerà le vostre colpe.
Quando recito il Padre nostro per conto mio e arrivo all‘ultima
invocazione ―ma liberaci dal male‖ di solito aggiungo ―da ogni male‖ e
penso ai tanti mali che affliggono gli uomini, mali spirituali, morali e
materiali, e poi ―e dal Maligno‖ perché pur prendendoci la nostra parte
di colpa per tanti mali del mondo la radice è in Lui. Su questo vi
propongo oggi una riflessione di Alessandro Pronzato:
Tutta questione di mani. Quelle del padre o quelle del Maligno.
L‘uomo, anche adulto, ha bisogno di essere preso in mano. Soltanto
che troppe volte si consegna disarmato, nelle mani sbagliate. E diventa
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prigioniero proprio quando pretende di essere libero. Prigioniero di se
stesso prima ancora che del Maligno.
Padre, tu mi insegni ad abbandonarmi nelle tue mani. Perché io sia
totalmente libero nell‘amore. Il Maligno infatti è l‘anti-amore. Sono
convinto che oltre ad essere un Dio geloso, sei soprattutto un Padre
geloso. So che quando il nemico mi afferra, tu non puoi tollerare di
vedere un tuo figlio in altre mani. Allora il tuo amore diventa ―furioso‖.
Ma per strapparmi dalle mani abusive, tu aspetti un segnale, un grido.
Il grido di chi si sente perduto. Il grido di chi riconosce di avere perduto
le mani ―affidabili‖ del Padre.Mani che gli permettono di vedere e di
capire. Padre, fa che mi renda conto che quando sbaglio mani, quando
perdo le tue mani, io smarrisco la strada, anzi, non riesco più a
camminare. Padre nella mia carne ci sono già troppi lividi, troppi segni
lasciati dalle catene. Mi restano, per fortuna, le tue mani. Padre, non
ho che le tue mani.
VENERDI’ 18 GIUGNO
SACRATISSIMO CUORE DI GESU’
Una scheggia di preghiera:
DDOOLLCCEE CCUUOORR DDEELL MMIIOO GGEESSUU’’,, FFAA’’ CCHHEE IIOO TT’’AAMMII SSEEMMPPRREE PPIIUU’’
Tra i santi di oggi ricordiamo: AMANDO DI BORDEAUX, Santo
Visse nella seconda metà del IV secolo fu educato dal vescovo di
Bordeaux san Delfino e nel 404 ne divenne il successore. Fu amico di
San Gregorio di Tours e di San Paolino da Nola che aveva preparato per
ricevere il battesimo. Fu un buon vescovo per la sua gente. Morì verso
il 432.
Parola di Dio nella festa del sacro Cuore: Ez. 34,11-16; Sal. 22;
Rom 5,5-11; Lc. 15, 3-7
Dal Vangelo secondo Luca 15, 3-7
[3]Allora egli disse loro questa parabola: [4]<<Chi di voi se ha cento
pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e
va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? [5]Ritrovatala, se
la mette in spalla tutto contento, [6]va a casa, chiama gli amici e i
vicini dicendo: RALLEGRATEVI CON ME, PERCHÉ HO TROVATO LA MIA
PECORA CHE ERA PERDUTA. [7]Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo
per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non
hanno bisogno di conversione.
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La figura del buon pastore che ama le sue pecorelle, che cerca la
perduta, che difende il suo gregge, che vive in comunione profonda con
ognuno e con tutti è veramente una bella immagine del cuore di Gesù:
il cuore di un Dio che palpita per l‘uomo. Dio è innamorato di noi.
Lascio la parola a quel poeta innamorato che fu Padre Davide Maria
Turoldo:
Un chiostro è il mio cuore ove tu scendi ogni sera
Io e te soli a prolungare il colloquio, ora sopra una panchina di pietra.
O per scoprire come amore ancora ti spinge,
in silenzio ascolto il fruscio dei tuoi passi e il suono della voce che mi
chiama…
E non fuggo per nascondere dietro gli alberi la mia nudità:
orgoglioso d‘essere questo nulla da te amato.
SABATO 19 GIUGNO
CUORE IMMACOLATO DELLA BEATA VERGINE MARIA
Una scheggia di preghiera:
DDOOLLCCEE CCUUOORREE DDII MMAARRIIAA SSIIAATTEE LLAA SSAALLVVEEZZZZAA DDEELLLL’’AANNIIMMAA MMIIAA..
Tra i santi di oggi ricordiamo: GIULIANA FALCONIERI,
Santa, Vergine
Ancora giovanissima Giovanna venne in contatto con i Servi di Maria e
scelse nel loro ambito una vita di penitenza e di contemplazione. Fu un
chiaro punto di riferimento per le ―Mantellate‖ dell‘Ordine. Morì il 19
Giugno 1341.
Parola di Dio nella festa del Sacro cuore di Maria:
Is. 61,10-11; Cant. Da 1Sam 2,1.4-8; Lc. 2,41-51
Dal Vangelo secondo Luca 2,41-51
[41]I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la
festa di Pasqua. [42]Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di
nuovo secondo l'usanza; [43]ma trascorsi i giorni della festa, mentre
riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a
Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.
[44]Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e
poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; [45]non
avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
[46]Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai
dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. [47]E tutti quelli che
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l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue
risposte. [48]Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse:
<<Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti
cercavamo>>. [49]Ed egli rispose: <<Perché mi cercavate? Non
sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?>>.
[50]Ma essi non compresero le sue parole. [51]Partì dunque con loro
e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. SUA MADRE SERBAVA
TUTTE QUESTE COSE NEL SUO CUORE.
Nel giorno della festa del cuore di Maria vi offro ancora un racconto di
Don Bossù sia per ricordare a Maria un suo caro devoto sia per
ricordare che nel cuore di Maria c‘è posto per tutti fosse anche per un
asino come Mastro Spatola o come noi.
Quel giorno Mastro Spatola aveva un diavolo per capello. I capelli erano
esattamente tre, disperatamente superstiti sulla sua zucca di pittore
bizzarro, ma tre diavoli son più che sufficienti a trasformare in una
specie d‘inferno anche una chiesa piena zeppa di santi. Quella del
convento ne riboccava: un intero ciclo di storie edificanti: e Antonio, e
Barbara, e Agnese, e Martino... Tutti usciti dal pennello di Mastro
Spatola, ch‘era un pittore abilissimo, geniale e incredibilmente fecondo:
un vulcano, addirittura. In tutti i sensi, però. Se aveva la luna a
rovescio, cosa che gli avveniva spesso, entrava in eruzione ed erano
guai: invece di vampe e lapilli, scagliava su Fioravante (il suo giovane
aiuto) pennelli, spatole e barattoli. Quel giorno, dunque, stava
pennelleggiando furiosamente, perché era indietro nel lavoro e quel
solennissimo rompistivali del padre priore, ch‘era peggio d‘una mosca
cavallina, non avrebbe tardato a ronzargli intorno. Lavorando, pensava
che, mentre lui si dannava l‘anima a quel modo, l‘ineffabile Fioravante,
dopo aver fatto l‘ore piccole con gli amici, votando boccali e pizzicando
la mandola, adesso sonava beatamente il contrabbasso, con le coperte
tirate fin sugli orecchi. Uh! Mastro Spatola, solo a pensarci, si sentiva
schiattare. Per l‘appunto, stava dipingendo il serpente del paradiso
terrestre e, con tutto quel veleno in corpo e la collaborazione di quei tre
diavoli che sapete, il lavoro non poteva fallire. Difatti, ne venne fuori un
serpentaccio coi fiocchi, una viscida meraviglia dalla pelle screziata, un
rotolo di furore represso, di malizia e d‘orgoglio.
L‘aveva appena terminato, quando sentì uno scalpiccio: quel canchero
arrivava finalmente!
Ma, sporgendo il capo dal tavolato d‘assi e d‘abetelle su cui stava
lavorando, vide sul limitare un ragazzo di forse quindici anni. Alto,
snello, in calzoni attillati e giustacuore, potava a tracolla una bisaccia;
un fagottino gli pendeva dal bastone appoggiato alla spalla. ―Salve,
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maestro‖ disse una voce chiara come una fontana.
Il pittore grugnì qualcosa. ―Si può sapere cosa stai cercando qui?‖
domandò poi con voce aspra.
―Cerco lavoro. Ho visto i ponti, attraverso la porta spalancata, e mi son
detto: Forse, là dentro...‖.
―Che cosa sai fare?‖.
―So pulire i pennelli... stemperare i colori...‖
―Allora vieni su. Mezzo forino a giornata. Ci stai?‖.
Altroché se ci stava! In men che non si dica fu sul ponte, depose il
berretto di velluto rosso, liberando la zazzeretta d‘angelo peruginesco,
e infilò il camiciotto di Fioravante, impillaccherato di mille tinte diverse.
Bisognava vedere con che disinvoltura si moveva fra pennelli,
pennellesse, ciotole e macinelli. Un ginocchio a terra, cominciò a
stemperare i colori e, rimestando, scorreva con l‘occhio il soffitto e le
pareti. ―E‘ un vero peccato — disse a un tratto — che la bestia meglio
riuscita sia questo serpentaccio qui‖. E lo accennò col capo. ―Meglio,
molto meglio riuscita dei bovi di sant‘Isidoro, del cavallo di san Martino,
del corvo di sant‘Antonio... Tutte bestie rispettabili e sante, che proprio
non si meritavano una umiliazione così. E‘ un vero peccato‖ ripetè.
―Sutor, ne ultra crepidam” (« Ciabattino, non oltre la scarpa ». Si dice
di chi trincia sentenze in cosa che non lo riguarda. Ndr) ringhiò Mastro
Spatola, senza pensare che il ragazzo non conosceva il latino. Ma
conosceva anche quello e raccontò che la frase l‘aveva detta un certo
Apelle, pittore famoso, a un ciabattino petulante che, dopo la scarpa,
s‘era messo a criticar la gamba. ―A proposito — continuò indicando un
cartiglio dipinto sulla parete — aqua, in latino, si scrive senza c.
Ricordate, maestro, senza C”. Mastro Spatola lo guardò a ceffo torto.
―Vuoi insegnare a me...?‖. Ma tacque di botto, perché lo vide intingere
un pennello e accostarsi alla parete, dove c‘era una Madonna appena
abbozzata. Allora fece un salto in avanti per strappargli il pennello di
mano, ma il ragazzo lo nascose dietro il dorso.
―Ci so fare‖ disse tranquillamente, disarmando il pittore con due occhi
profondi come una vertigine.
―Ci sai fare? Da quando?‖.
Egli accennò un gesto vago: ―Da sempre‖. A Mastro Spatola tornò a
saltargli la mosca al naso. ―Sei nato ieri e dici di saper maneggiare i
pennelli da sempre?‖.
Il ragazzo guardò lontano, al di sopra del pittore, come inseguendo un
ricordo. «Quadraginta annos nondum habes et Abraham vidisti? » (E’
l’obbiezione dei farisei a Gesù: « Non hai ancora quarant’anni e hai
visto Abramo? » molto simile nella sostanza a quella del pittore. Ndr.)
sorrise fra sè.
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―Ancora latino! Che cosa vai farfugliando ora?‖
―Niente — mormorò il ragazzo — Dicevo per dire‖
Mastro Spatola tornò a far l‘atto di ghermirgli il pennello, ma si
trattenne. ―Che cosa hai dipinto finora?‖ domandò. L‘altro abbozzò un
gesto ancora più vago: ―Cieli.., campagne...‖. Il pittore fece una
smorfia. ―Paesaggi‖ ridacchiò. E con una specie di curiosità stizzosa
stette a guardarlo lavorare.
Ma la curiosità diventò presto meraviglia e la stizza si cambiò in
commozione. Con tre o quattro pennellate miracolose, il ragazzo aveva
creato una Madonna d‘una bellezza inimmaginabile.
Mastro Spatola non credeva ai suoi occhi. ―Ragazzo mio, — disse con
un tremito nella voce — dove mai ti è capitato di vedere una donna
così stupenda?‖.
―Sono vissuto con lei per tanti anni‖.
―E chi è? » insisté, sempre tremando, il pittore.
―Mia madre‖ disse il ragazzo. E sorrise...
…………………..
Più tardi, quando Fioravante arrivò, ancor mezzo addormentato, e
s‘arrampicò sulla scaletta a pioli, di malavoglia, come se andasse
all‘assalto, pronto a ritirar la testa alla prima scarica, si meravigliò del
gran silenzio che regnava in chiesa. Giunto in cima azzardò una
timidissima occhiata e vide.., vide Mastro Spatola, lungo disteso tra le
sue latte di colore. Si avvicinò tremando. Non doveva trattarsi di
malore improvviso: il pittore giaceva bocconi sul tavolato, ma in
un‘attitudine raccolta, composta, come di profondissima adorazione.
Rinvenne, quando si sentì toccare e chiamar per nome.
―L‘ho visto‖ mormorò, levandosi faticosamente sulle ginocchia. E lo
sguardo era assente, quasi abbacinato.
Finì di rizzarsi, aiutato da Fioravante più sbalordito che mai. ―L‘ho
visto‖ ripeteva. ―E dire che io, vecchio asino orecchiuto e caudato, non
ho saputo riconoscerlo‖.
Senza por tempo in mezzo, afferrò un pennello e, su un tratto di parete
sgombra, cominciò a dipingere con intensa concentrazione.
Il priore giunse mezz‘ora dopo e, levando il naso verso la parete, si
scompigliò la barba dalla meraviglia. Sotto il pennello di Mastro
Spatola, era nato un asino ch‘era un portento, un asino mansueto,
compunto, profumato d‘umiltà: un tale capolavoro, insomma, che il
biscione del paradiso terrestre, se avesse potuto farlo, non avrebbe
esitato, dalla vergogna, a imbucarsi chissà dove, magari nel canestro di
sant‘Isidoro, ch‘era lì poco distante.
―O dove l‘avete preso, Mastro Spatola, un ciuchino così?‖
Mastro Spatola non rispose. A cavallo dell‘asino, tra uno sventolio di
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palme e di rami di ulivo, con gli stessi lineamenti del misterioso
giovinetto, stava dipingendo un bellissimo Cristo.
E piangeva.
DOMENICA 20 GIUGNO
XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C
Una scheggia di preghiera:
TTII BBEENNEEDDIIRROO’’ FFIINNCCHHEE IIOO VVIIVVAA..
Tra i santi di oggi ricordiamo: SILVERIO, Santo, Papa
Era il figlio di Ormisda che, dopo aver avuto questo figlio era rimasto
vedovo, fattosi sacerdote e diventato Papa. Tredici anni dopo la morte
del padre la stessa sorte tocca al figlio. Era ancora suddiacono quando
alla morte del Papa Agapito fu eletto per succedergli. Silverio lottò con
tutte le forze contro l‘eresia eutichiana, ma i suoi nemici lo accusarono
e riuscirono a farlo esiliare prima in Licia e poi a Ponza (l‘isola veniva
allora chiamata Palmaria) Vi morì di stenti (qualcuno dice ucciso) il 20
giugno del 538
Parola di Dio: Zac. 12,10-11; Sal. 62; Gal. 3,26-29; Lc. 9,18-24
Dal Vangelo secondo Luca 9,18-24
[18]Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a
pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda:
<<Chi sono io secondo la gente?>>. [19]Essi risposero: <<Per alcuni
Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti
che è risorto>>. [20]Allora domandò: <<MA VOI CHI DITE CHE IO
SIA?>>. Pietro, prendendo la parola, rispose: <<Il Cristo di Dio>>.
[21]Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.
[22]<<Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato
dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a
morte e risorgere il terzo giorno>>. [23]Poi, a tutti, diceva: <<Se
qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua
croce ogni giorno e mi segua. [24]Chi vorrà salvare la propria vita,
la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà.
La domanda su chi sia Gesù non è un problema che a forza di pensare
riusciamo a risolvere in qualche modo. Ancor meno, una questione
senza importanza. In realtà, è l‘unica questione che valga
assolutamente la pena, e che inoltre non può risolversi se non con la
vita. Perché è chiaro che il fatto che Gesù Cristo abbia accettato di
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essere un messia di croce, il fatto che dire Gesù equivalga a dire Figlio
di Dio, oltrepassa i nostri schemi mentali e la nostra stessa capacità di
raziocinio, e l‘uomo non conquisterà mai codeste verità della nostra
fede a colpi di ragionamenti. Soltanto quando l‘uomo comincia a
percorrere la stretta via della croce, e, fissi gli occhi su Gesù, segue le
orme della sua storia, scopre che la questione Gesù Cristo cammina
allo stesso passo della questione uomo.
I misteri della fede si conoscono meglio nella cappella che allo scrittoio,
si conoscono meglio con la preghiera che con lo studio, sebbene
entrambi siano necessari. Dio è l‘unico ad avere la chiave dei misteri.
Soltanto Lui può aprirci questo sacrario del suo cuore. L‘intelligenza,
quando è aperta alla fede, ci prepara e ci pone davanti al mistero. La
teologia più autentica è quella che si fa non soltanto a partire dalla
fede, ma soprattutto a partire dalla preghiera, dall‘intelligenza orante e
adorante del mistero. Nelle cose di Dio, colui che prega, comprende, e
colui che non prega, non comprende nulla, o quasi nulla. Se noi
cristiani pregassimo di più e meglio, i problemi di fede diminuirebbero
in gran numero o scomparirebbero completamente. In un mondo che a
volte sembra senza senso, la preghiera può trovargli un significato. Ne
vale la pena!
LUNEDI’ 21 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
GGUUIIDDAAMMII,, SSIIGGNNOORREE,, SSUULLLLAA VVIIAA DDEELLLLAA VVIITTAA..
Tra i santi di oggi ricordiamo: LUIGI GONZAGA, Santo
Luigi (1568—1591) fu paggio alla corte dei Medici e a quella di Spagna.
A diciassette anni ottenne il permesso di farsi gesuita e rinunciò ai suoi
diritti sul principato di Mantova. Dopo una breve vita religiosa condotta
con la fedeltà più assoluta, mori di peste mentre, a Roma, curava gli
appestati, e poté così realizzare il suo desiderio di immergersi nel
―mare immenso‖ dell‘amore divino.
Parola di Dio: 2Re 17,5-8.13-15.18; Sal. 59; Mt. 7,1-5
Dal Vangelo secondo Matteo 7,1-5
[1]NON GIUDICATE, PER NON ESSERE GIUDICATI; [2]perché col
giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la
quale misurate sarete misurati. [3]Perché osservi la pagliuzza
nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che
hai nel tuo occhio? [4]O come potrai dire al tuo fratello: permetti
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che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la
trave? [5]Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai
bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
Il principio del ―non giudicare‖ a cui ci invita Gesù, ha diverse
motivazioni. Prima di tutto è fondato sul nostro rapporto con Dio. Egli,
il Perfetto, potrebbe essere giudice inflessibile con noi, invece usa
misericordia, quindi il credente perdonato deve usare altrettanta
misericordia con i fratelli (pensiamo alla parabola dei due debitori).
Seconda motivazione, il non giudicare è fondamento del
comandamento dell‘amore: noi, non siamo Dio, non possiamo leggere
nel profondo del cuore e quindi conoscere a fondo le motivazioni
dell‘agire dell‘altro, quindi ogni giudizio è nelle mani di Dio. Un terzo
motivo è quello enunciato nel Vangelo di oggi: la nostra ―vista‖ non è
pura; quante pagliuzze e quante travi non ci permettono di vedere
bene! Quante volte le cose che noi vediamo negli altri non sono altro
che negatività che abbiamo in noi, quindi se non sappiamo giudicare
bene neanche noi stessi, possiamo diventare giudici insindacabili degli
altri?
MARTEDI’ 22 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
FFOORRTTEE,, SSIIGGNNOORREE,, EE’’ IILL TTUUOO AAMMOORREE PPEERR NNOOII..
Tra i santi di oggi ricordiamo: INNOCENZO V PAPA. Beato
Sono due i luoghi che si vantano per la nascita di questo Papa beato,
uno è la Val di Isere e l‘altro è La Salle, piccolo comune della Valle
d‘Aosta dove era il castello dei suoi avi. Studia a Parigi, conosce Alberto
Magno e Tommaso d‘Aquino. Consegue la licenza in teologia. E‘ un
domenicano, ottimo predicatore, parlatore acuto e affascinante. Nato
forse nel 1225, sappiamo certamente che nel 1272 è arcivescovo di
Lione. Quando nel 1274 si apre il Concilio di Lione, in pratica è lui a
prenderne la guida insistendo soprattutto per l‘unità della Chiesa. Alla
fine del Concilio riaccompagna a Roma il papa Gregorio X, ma questi
durante il viaggio muore ad Arezzo. Il 21 gennaio 1276 viene eletto
papa e prende il nome di Innocenzo V. Viene consacrato in San Pietro il
22 febbraio. Il suo papato sarà brevissimo, solo cinque mesi. In questo
periodo però riuscì ad evitare una guerra tra Genova, il re di Navarra e
l‘imperatore Rodolfo. Fin dal momento della morte è considerato
―santo‖ dal popolo. Verrà beatificato nel 1898.
Parola di Dio: 2Re 19,9-11.14-21.31-36; Sal. 47; Mt. 7,6.12-14
36
Dal Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14
[6]NON DATE LE COSE SANTE AI CANI e non gettate le vostre perle
davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi
si voltino per sbranarvi. [13]Entrate per la porta stretta, perché larga
è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti
sono quelli che entrano per essa; [14]quanto stretta invece è la
porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono
quelli che la trovano!
Chi di noi, se ha qualcosa che gli è profondamente caro, non lo difende
e protegge? E chi di noi se possedesse un quadro d‘autore
permetterebbe al primo imbrattatele di modificarlo? Gesù sa il valore
delle cose: sa che l‘amore che Dio ha per noi è prezioso, Lui lo ha
pagato con il suo sangue; sa che i sacramenti che ci ha dato hanno in
sé una grazia di valore incommensurabile e allora ci dice: ―Attenti a
non svendere a basso prezzo questi doni preziosi “. Quando si fanno
battezzare i bambini perché ―tutti fanno così‖, quando ci si confessa
senza conoscere il proprio peccato o senza pentirsi; quando si riceve
l‘Eucaristia come abitudine e senza impegno, noi svendiamo,
svalutiamo questi doni preziosi.
Quando i sacramenti non ci portano a cercare di concretizzarli nel
quotidiano, noi diventiamo dei ritualisti, consideriamo Dio come uno
che fa facili miracoli, non lasciamo che la grazia penetri in noi. Vedete
allora che i sacramenti non sono per i buoni (nessuno potrebbe
accostarsi) ma sono per coloro che vogliono lasciare che la grazia di
Dio operi. La responsabilità davanti ad essi non è tanto prima di
riceverli ma dopo averli ricevuti, affinché portino in noi le cose preziose
che in essi ci vengono regalate.
MERCOLEDI’ 23 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
PPIIEEGGAA IILL MMIIOO CCUUOORREE VVEERRSSOO II TTUUOOII IINNSSEEGGNNAAMMEENNTTII,, SSIIGGNNOORREE..
Tra i santi di oggi ricordiamo: LANFRANCO, Santo, Vescovo
Fu vescovo di Pavia nel XII secolo. Era un periodo difficile in cui Egli
però cercò sempre di mantenere la giusta equidistanza dal potere
politico. Mori nel monastero del Santo Sepolcro in Valleombrosa nel
1198.
Parola di Dio: 2Re 22,8-13; 23,1-3; Sal 118; Mt. 7,15-20
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Dal Vangelo secondo Matteo 7,15-20
[15]GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI CHE VENGONO A VOI IN VESTE
DI PECORE, ma dentro son lupi rapaci. [16]Dai loro frutti li
riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?
[17]Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero
cattivo produce frutti cattivi; [18]un albero buono non può produrre
frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. [19]Ogni
albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel
fuoco. [20]Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.
Dio si serve dei suoi santi per indicarci la strada della verità, dell‘amore
e il male cerca di distrarci da essa con i suoi falsi profeti. Essi non sono
solo coloro che travisano la purezza dell‘insegnamento di Gesù ma
soprattutto coloro che con la loro vita e con il loro esempio sminuiscano
la portata di quanto ci ha donato. Se è vero che dobbiamo stare in
guardia contro i falsi profeti di oggi (vedi ideologie, letture
personalistiche della parola di Dio, new age, predicatori esoterici)
dobbiamo stare ancora più attenti a chi distrugge l‘opera di Gesù con il
cattivo esempio mettendo al posto dei valori di Gesù quelli del potere,
del denaro dei facili successi. Si uccide Gesù volendo eliminarlo, ma lo
si uccide altrettanto irridendo alla sua opera, vanificando i suoi valori,
impedendo gli uomini nel loro costruirsi secondo il progetto di Dio.
Gesù ci dice che i falsi profeti si riconoscono dai frutti cattivi che
producono ma, attenzione: ci sono dei frutti cattivi che se non li
conosci appaiono belli, commestibili. Il vero credente deve riconoscere
non dalla apparenza, ma dalla sostanza.
GIOVEDI’ 24 GIUGNO
NATIVITÀ DI GIOVANNI IL BATTISTA
Una scheggia di preghiera:
DDAALL GGRREEMMBBOO DDII MMIIAA MMAADDRREE,, TTUU SSIIGGNNOORREE,, MMII HHAAII CCHHIIAAMMAATTOO..
Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI TERISTI,
Santo, Monaco
Era nato a Palermo, fuggito all‘invasione saracena passò in Calabria.
Entrò nel monastero di Stilo. Il nome ―Teristi‖ deriva dal greco e
significa: ―Mietitore‖ per il compito che aveva in monastero. Visse
nell‘XI - XII secolo.
Parola di Dio: Is. 49,1-6; Sal. 138; At. 13,22-26; Lc. 1,57-66.80
38
Dal Vangelo secondo Luca 1,57-66.80
[57]Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla
luce un figlio. [58]I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva
esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.
[59]All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e
volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. [60]Ma sua
madre intervenne: <<No, si chiamerà Giovanni>>. [61]Le dissero:
<<Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo
nome>>. [62]Allora domandavano con cenni a suo padre come
voleva che si chiamasse. [63]Egli chiese una tavoletta, e scrisse:
<<Giovanni è il suo nome>>. Tutti furono meravigliati. [64]In quel
medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e
parlava benedicendo Dio. [65]Tutti i loro vicini furono presi da
timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva
di tutte queste cose. [66]Coloro che le udivano, le serbavano in
cuor loro: <<Che sarà mai questo bambino?>> si dicevano.
DAVVERO LA MANO DEL SIGNORE STAVA CON LUI. [80]Il fanciullo
cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al
giorno della sua manifestazione a Israele.
Oggi è la solennità della Natività di Giovanni Battista. Per pochissimi
santi la Chiesa celebra il natale: celebra quello di Gesù, di Maria, Sua
Madre e di Giovanni Battista: un modo di dire grazie a Dio per il dono
che fa alla nostra famiglia umana con loro. E la festa di Giovanni ci dà
occasione per riflettere su chi siano stati e siano oggi i profeti. Alle
volte si pensa che siano persone che predicono il futuro... macché,
quelli sono gli indovini! No, i profeti sono amici di Dio che, animati nel
profondo dallo Spirito Santo, indicano al popolo l'interpretazione di
eventi, ammoniscono, scuotono, a volte anche con metodi piuttosto
inusuali e rudi. Straordinaria la presenza dei profeti nella Scrittura,
uomini diversi sedotti da Dio che fanno diventare la loro vita una
catechesi vivente, un monito continuo al popolo, a volte al costo della
propria vita. Persone che rischiarano le tenebre e che invitano alla
speranza. E, tra questi, spicca come un gigante Giovanni Battista.
Giovanni crudo asceta del deserto, Giovanni tagliente predicatore,
Giovanni disposto a morire per mantenere fede alla sua missione di
verità. Giovanni che prepara e dispone il popolo all'accoglienza del
Messia ma che, teneramente, resta anche lui spiazzato dall'originalità
di questo Messia. D'altronde: come biasimare Giovanni?! Il più grande
dei profeti ma anche il più sfortunato: invita a conversione, grida e
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minaccia, indica un Messia vendicativo con l'ascia pronta a tagliare
l'albero che non produce frutto e poi arriva Gesù che invece di
abbattere accarezza e pota l'albero per fargli portare più frutto!
Impressiona il fatto che addirittura Giovanni sia spiazzato dall'inaudita
tenerezza di Dio: anche lui deve arrendersi alla contro-logica del Dio
d'Israele.
Alcune considerazioni, allora. I profeti esistono ancora, sono presenti in
mezzo a noi. Uomini e donne che vivono il Vangelo con tale
coinvolgente semplicità e convinzione da diventare un segno di
conversione per noi tutti. Ciascuno di noi è chiamato a diventare
profeta, a diventare segno là dove vive, ad essere almeno un po'
trasparenza di Dio. Mi viene in mente il sospiro di Mosè che,
commentando il fatto che alcuni profetizzavano senza suo permesso,
sognava: "fossero tutti profeti i figli di Israele!"
VENERDI’ 25 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE,, SSEE VVUUOOII,, TTUU PPUUOOII SSAANNAARRMMII!!
Tra i santi di oggi ricordiamo: GUGLIELMO DI VERCELLI,
Santo, Monaco
Verso il 1085, in una nobile famiglia di Vercelli nacque Guglielmo, che
si rivelò ben presto amante della meditazione, della solitudine e di
Cristo. A 15 anni, divenuto monaco, partì per andare in Terra santa ma
l‘inatteso scontro, con alcuni ladroni lo fermarono nei pressi
dell‘inabitata montagna di Montevergine. L‘incontro scontro si rivelò
provvidenziale, perché il luogo così solitario piacque a Guglielmo, che vi
si stabilì. Presto molti discepoli si unirono a lui.
Parola di Dio: 2Re 25,1-12; Sal 136; Mt. 8,1-4
Dal Vangelo secondo Matteo 8,1-4
[1]Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva. [2]Ed
ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: <<Signore, se
vuoi, tu puoi sanarmi>>. [3]E GESÙ STESE LA MANO E LO TOCCÒ
DICENDO: <<LO VOGLIO, SII SANATO>>. E subito la sua lebbra
scomparve. [4]Poi Gesù gli disse: <<Guardati dal dirlo a qualcuno,
ma và a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da
Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro>>.
E‘ facile immaginarci la gioia di questo sfortunato al contatto della
mano di Gesù... lui che da quando era incappato nella lebbra non era
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stato più ―toccato‖ da nessuno, lui che era diventato il solitario,
l‘abbandonato, il maledetto. Questa mano tesa, questo essere toccato è
prima di tutto un insperato gesto di amicizia: attraverso questo gesto
Gesù reintegra questo povero malato nella società degli uomini. E‘ un
gesto di misericordia, di amore, di vittoria sul male.
Signore, anch‘io sono lebbroso. Da anni continuo a trascinarmi nei miei
egoismi, nell‘indifferenza, nelle paure; non riesco ad amare come Tu
vorresti, sono isolato nei confronti degli altri. Ho bisogno della tua
mano che si china sulle mie piaghe, che si leva per assolvermi, che mi
tocca per cacciare il male che è in me... ―Signore, se vuoi... puoi
guarirmi, puoi convertirmi, puoi cambiare il mio cuore, puoi farmi
sentire amato‖. E vedendo Gesù che si china su di noi sembra quasi
sentirlo bisbigliare: ―Io lo voglio.., ma tu... lo vuoi davvero?‖.
SABATO 26 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
IIOO NNOONN SSOONNOO DDEEGGNNOO DDII CCIIOO’’ CCHHEE FFAAII PPEERR MMEE,,
TTUU CCHHEE AAMMII TTAANNTTOO UUNNOO CCOOMMEE MMEE..
Tra i santi di oggi ricordiamo: JOSE MARIA ROBLES HURTADO,
Santo, Sacerdote
Nacque in Messico il 3 maggio 1888. Fu parroco e fondatore della
Congregazione religiosa delle Sorelle del Sacro Cuore Sacramentato,
devoto particolarmente al Sacro Cuore. Fu arrestato durante la
persecuzione e impiccato ad un albero il 26 giugno 1927.
Parola di Dio: Lam. 2,2.11-14.18-19; Sal. 73; Mt. 8,5-17
Dal Vangelo secondo Matteo 8,5-17
[5]Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo
scongiurava: [6]<<Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e
soffre terribilmente>>. [7]Gesù gli rispose: <<Io verrò e lo curerò>>.
[8]Ma il centurione riprese: <<Signore, io non son degno che tu entri
sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.
[9]Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e
dico a uno: Fà questo, ed egli lo fa>>. [10]All'udire ciò, Gesù ne fu
ammirato e disse a quelli che lo seguivano: <<IN VERITÀ VI DICO,
PRESSO NESSUNO IN ISRAELE HO TROVATO UNA FEDE COSÌ GRANDE.
[11]Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e
siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno
dei cieli, [12]mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle
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tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti>>. [13]E Gesù disse al
centurione: <<Và, e sia fatto secondo la tua fede>>. In quell'istante
il servo guarì. [14]Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera
di lui che giaceva a letto con la febbre. [15]Le toccò la mano e la
febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo. [16]Venuta la
sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la
sua parola e guarì tutti i malati, [17]perché si adempisse ciò che era
stato detto per mezzo del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre
infermità e si è addossato le nostre malattie.
Ieri abbiamo pensato al primo miracolo di Gesù raccontato da Matteo:
la guarigione di un ebreo lebbroso, oggi ecco il secondo fatto ad uno
straniero. E‘ tutto un programma: il movimento missionario della
Chiesa è cominciato! La salvezza di Dio non è riservata a qualcuno:
tutti gli uomini sono amati. L‘amore di Dio brucia le barriere che noi
uomini eleviamo. Gesù fa questo miracolo per un pagano, straniero,
rappresentante della forza di occupazione in Palestina. I romani erano
mal visti dalla popolazione: spesso i giudei fedeli sputavano per terra,
in segno di disprezzo, dopo che era passato un romano. Eppure, Gesù
con una insistenza quasi irritante, sottolinea la fede del centurione,
comparandola espressamente a quella di lsraele. Quello che conta non
è l‘appartenenza ad un popolo, non è neanche l‘essere arrivati primi o
ultimi, è avere fede. Molte volte è l‘ultimo arrivato che ci vede più
chiaro, conservando fresca la capacità di meravigliarsi. Poiché siamo
abituati al cristianesimo, abbiamo bisogno degli scossoni di chi, mosso
dalla grazia, lo scopre da altre posizioni. Con Dio non ci si può proprio
abituare!
DOMENICA 27 GIUGNO
XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C.
Una scheggia di preghiera:
SSEEII TTUU,, SSIIGGNNOORREE,, IILL MMIIOO UUNNIICCOO BBEENNEE
Tra i santi di oggi ricordiamo:
CIRILLO D'ALESSANDRIA, Santo, Vescovo e dottore della Chiesa
San Cirillo, vescovo di Alessandria di Egitto, vissuto nel V secolo è
famoso soprattutto perché nel Concilio di Efeso, nel 431, attaccò
Nestorio e i suoi seguaci che negavano la maternità divina della
Madonna, riuscendo ad ottenere con grande gioia di tutto il popolo, che
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Maria venisse dichiarata Madre di Dio. Cirillo morì nel 444. Fu
proclamato Dottore della Chiesa nel 1882.
Parola di Dio: 1Re 19,16. 19-21; Sal. 15; Gal. 5,1.13-18; Lc. 9,51-62
Dal Vangelo secondo Luca 9,51-62
[51]Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto
dal mondo, GESU’ SI DIRESSE DECISAMENTE VERSO GERUSALEMME
[52]e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed
entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui.
[53]Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso
Gerusalemme. [54]Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e
Giovanni dissero: <<Signore, vuoi che diciamo che scenda un
fuoco dal cielo e li consumi?>>. [55]Ma Gesù si voltò e li rimproverò.
[56]E si avviarono verso un altro villaggio. [57]Mentre andavano per
la strada, un tale gli disse: <<Ti seguirò dovunque tu vada>>.
[58]Gesù gli rispose: <<Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del
cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo>>.
[59]A un altro disse: <<Seguimi>>. E costui rispose: <<Signore,
concedimi di andare a seppellire prima mio padre>>. [60]Gesù
replicò: <<Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e
annunzia il regno di Dio>>. [61]Un altro disse: <<Ti seguirò, Signore,
ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa>>. [62]Ma
Gesù gli rispose: <<Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si
volge indietro, è adatto per il regno di Dio>>.
Partendo dalla pagina del vangelo letta oggi, Luca raccoglie il parlare e
l‘agire di Gesù nello schema di un lungo viaggio che Egli compie verso
Gerusalemme. Un artificio letterario, certamente, questo interminabile
viaggio verso la Passione morte e Resurrezione, che rivela al lettore di
oggi, con disarmante semplicità, che la nostra vita è un viaggio, un
percorso, un itinerario, un pellegrinaggio alla sequela di Gesù. Così,
sembra dire, chi vuole davvero essere discepolo di Gesù non può che
essere in cammino, mai troppo fermo sulle proprie posizioni, mai
sclerotizzato intorno alle proprie convinzioni, ma sempre disponibile a
seguire il vento dello Spirito. Facciamoci dunque qualche domanda:
Non viviamo certe volte la fede, la religiosità come sedentari, in
poltrona e pantofole? Dicendo: "So già, conosco. Nessuna novità
pericolosa per carità, che già faccio fatica a vivere quel po' di fede che
ho". L'immagine di staticità che spesse volte diamo come comunità
cristiana non è forse derivata semplicemente dal fatto che temiamo di
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muoverci per seguire Gesù? Certo, non confondiamo cammino con
novità a tutti i costi, con l'originalità fine a se stessa. No: qui
l'atteggiamento è decisamente più profondo, è l'atteggiamento di Colui
che mi chiede di seguirlo, mettendo i miei progetti, le mie sensibilità, le
mie prospettive al secondo posto. Abbiamo bisogno di conversione, di
freschezza, di autenticità, di novità di vita, questo ci dice Luca.
LUNEDI’ 28 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
PPEERRDDOONNAA,, SSIIGGNNOORREE,, LL’’IINNFFEEDDEELLTTAA’’ DDEELL TTUUOO PPOOPPOOLLOO..
Tra i santi di oggi ricordiamo: ADA, Santa
Di Ada sappiamo pochissimo anche se fu venerata da molti. Era una
badessa del monastero di Santa Maria di Le Mans, probabilmente
originaria di Soissons.
Parola di Dio: Am. 2, 6-10.13-15; Sal 49; Mt. 8,18-22
Dal Vangelo secondo Matteo 8,18-22
[18]Vedendo Gesù una gran folla intorno a sé, ordinò di passare
all'altra riva. [19]Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: <<MAESTRO,
IO TI SEGUIRÒ DOVUNQUE TU ANDRAI>>. [20]Gli rispose Gesù: <<Le
volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio
dell'uomo non ha dove posare il capo>>. [21]E un altro dei
discepoli gli disse: <<Signore, permettimi di andar prima a seppellire
mio padre>>. [22]Ma Gesù gli rispose: <<Seguimi e lascia i morti
seppellire i loro morti>>.
Penso che ciascuno di noi in un momento di fede o di esaltazione abbia
detto a Gesù: ―Ti seguirò ovunque tu vada‖. Il Signore certamente
apprezza questi gesti di entusiasmo ma vuole anche dirci con chiarezza
che cosa comporta il seguirlo. Molte persone, confondendo religiosità
con fede, pensano all‘essere cristiani come ad una assicurazione sulla
vita terrena ed eterna: osservare alcune norme significa avere un certo
ordine di vita, significa dare delle risposte a problemi più grandi di noi e
poi significa garantirsi il paradiso...
Niente di più lontano dalla mentalità di Gesù. Seguirlo è sempre
mettersi in viaggio e non arrivare subito a destinazione e siccome Gesù
non ha casa, significa seguirlo per strade che non sono nostre. Se gli
vai dietro proverai gioia, avventura, entusiasmo ma ti troverai sempre
davanti al mistero, dovrai continuamente mettere in crisi le tue
sicurezze, ti troverai a remare contro corrente nei confronti del mondo,
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saprai che il ‗paradiso‘ non è una tua conquista a base di buone azioni
ma un dono che ti sarà dato.
MARTEDI’ 29 GIUGNO
FESTA DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO
Una scheggia di preghiera:
BBEENNEEDDEETTTTOO IILL SSIIGGNNOORREE CCHHEE LLIIBBEERRAA II SSUUOOII AAMMIICCII..
Tra i santi di oggi ricordiamo: MARCELLO E ANASTASIO,
Santi, Martiri
Sembra che i due cristiani provenissero da Roma e fossero andati
missionari ad Argenton dove li colse la persecuzione di Aureliano (270-
276).
Parola di Dio: At. 12, 1-11; Sal. 33; 2Tim. 4,6-8.17-18; Mt. 16,13-18
Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-18
[13]Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese
ai suoi discepoli: <<La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?>>.
[14]Risposero: <<Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o
qualcuno dei profeti>>. [15]Disse loro: <<Voi chi dite che io sia?>>.
[16]Rispose Simon Pietro: <<TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO
VIVENTE>>. [17]E Gesù: <<Beato te, Simone figlio di Giona, perché
né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta
nei cieli. [18]E io ti dico: TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA
EDIFICHERÒ LA MIA CHIESA e le porte degli inferi non prevarranno
contro di essa.
Non è uno scambio di cortesia tra Gesù e Simone: queste due
affermazioni riguardano da vicino la fede di ogni credente.
Gesù loda Pietro perché ha detto qualcosa di non suo. Gesù, a
differenza dei maestri terreni,esalta Pietro perché invece di parlare lui
si lascia ―suggerire‖ e quindi dimostra di essere capace di ascoltare.
Il nostro è spesso un atteggiamento parolaio. Noi abbiamo sempre
qualcosa di nostro da dire. Come cristiani abbiamo qualche volta
l‘arroganza e la presunzione di aver una risposta nostra a tutti i
problemi. Ma siamo capaci di ascoltare, di lasciarci suggerire? Lo Spirito
parla sempre ma sottovoce e qualche volta il frastuono delle nostre
parole ne copre la voce, quella voce che, se giunge alle orecchie, poi
penetra fino al cuore.
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MERCOLEDI’ 30 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
LLIIBBEERRAACCII,, SSIIGGNNOORREE,, DDAALL MMAALLEE EE DDAALL MMAALLIIGGNNOO..
Tra i santi di oggi ricordiamo: ADOLFO DI OSNABRUK,
Santo, Vescovo
Era figlio dei conti di Teckenburg, nato nel 1185. Fece parte del clero di
Colonia ma, attratto dai cistercensi di Altenkamp, volle entrare in
monastero. Nel 1217 fu però fatto vescovo di Osnabruck. Rimase un
uomo di vita semplice, ebbe cura particolare dei poveri e lebbrosi, si
interessò di monasteri. Morì il 30 giugno 1224.
Parola di Dio: Am. 5,14-15.21-24; Sal. 49; Mt. 8,28-34
Dal Vangelo secondo Matteo 8,28-34
[28]Giunto all'altra riva, nel paese dei Gadarèni, DUE INDEMONIATI,
USCENDO DAI SEPOLCRI, GLI VENNERO INCONTRO; erano tanto
furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada.
[29]Cominciarono a gridare: <<Che cosa abbiamo noi in comune
con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a
tormentarci?>>. [30]A qualche distanza da loro c'era una numerosa
mandria di porci a pascolare; [31]e i demòni presero a scongiurarlo
dicendo: <<Se ci scacci, mandaci in quella mandria>>. [32]Egli
disse loro: <<Andate!>>. Ed essi, usciti dai corpi degli uomini,
entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò
dal dirupo nel mare e perì nei flutti. [33]I mandriani allora fuggirono
ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli
indemoniati. [34]Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo,
lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio.
L'episodio dei due indemoniati che vengono liberati sta ad indicarci la
forza di Gesù nella lotta contro la schiavitù del male.
Che crediamo o no al diavolo e alle possessioni, questi due indemoniati
ci ricordano che l'uomo e noi spesso siamo posseduti. A volte è il
denaro che ci possiede quando smette di essere il nostro servo per il
necessario per noi e per i nostri cari e diventa il padrone che governa.
Provate a vedere se non è un demonio che ci possiede se nel suo nome
si uccide, si passa sopra ai vincoli più cari, si vendono intere nazioni e
se ne affamano altre.
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A volte è la sensualità che ci possiede e travisa ogni pensiero di amore
vero, trascinandoci lontano dai valori che apprezziamo e con i quali ci
piacerebbe indirizzare la nostra vita.
E il desiderio di successo, di apparire, di potere, non ci schiavizza fino
al punto di diventare gli uni con gli altri belve feroci che si azzannano,
si sbranano per un pezzetto di effimero potere in più? Pensiamo a certe
lotte nelle fabbriche, negli uffici, persino all'interno delle parrocchie. E
poi altri diavoli che incatenano l'uomo possono essere la droga, l'alcool,
la moda… Ecco, Gesù viene a liberarci. Non lo può fare da solo. Lui può
agire solo se noi, desiderando essere liberi, glielo permettiamo. Ma noi
lo desideriamo davvero? Quando un uomo si trova legato e
imbavagliato, da solo non può far niente se non sperare in un
liberatore. Ma se questo viene e lo slega egli deve darsi da fare per
rimanere libero, fosse anche solo il mettersi a fuggire davanti a colui
che vuole di nuovo legarlo e imbavagliarlo.
Riflessioni di don Franco Locci
Che si possono trovare anche in internet al seguente sito:
http://spazioinwind.libero.it/schegge
L‘ e-mail di posta elettronica con cui poter comunicare è:
don.franco.locci@tin.it
Oppure si può scrivere al seguente indirizzo:
Don Franco Locci Via S. Lorenzo 9/5 10060 NONE (TO)
Stampato in proprio dalla Comunità “Piccola Betania‖
Via Pasquero, 8 Vicoforte Fiamenga CN
Tel. 0174/563075 fax 0174/569030 e-mail: p.betania@libero.it
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*Pro-manuscripto*