Passeggiata al monte echia

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Foto ed elaborazioni originali di Antonio FlorinoFoto ed elaborazioni originali di Antonio Florino

Inglobato nel castrum lucullanum (villa di Lucullo che si estendeva fino all’isola di Megaride) in Età Imperiale, ospitò i famosi giardini luculliani, pieni di piante esotiche e rare specie avicole.Il villaggio era collegato con la spiaggia e il porto da una sola via di accesso, comodo approdo alle foci del fiume Sebeto, protetto dal colle stesso. Questo primo nucleo abitativo, baluardo militare, è stato semi abbandonato alla metà del VI secolo a.C. Insediamento satellite di una ben più ampia città, ha ripreso a vivere con la fondazione di Neapolis, nel 474 a.C., con il nome di Palepoli.Monte Echia (detto anche Pizzofalcone o Monte di Dio) è uno sperone roccioso, interamente in tufo giallo napoletano, ubicato nella parte meridionale della città di Napoli con direzione nord-sud.È delimitato a sud da un pontile che lo collega all’isolotto di Megaride che può essere considerato una prosecuzione del promontorio.L’antico nome del monte, Platamon (sopravvissuto nel toponimo della via che corre alla sua base, via Chiatamone), significa "rupe scavata da grotte". All'interno di monte Echia si aprono infatti innumerevoli cavità, abitate sin dalla preistoria e fino all’età classica. Successivamente divennero sede di riti mitriaci, di cenobiti nel Medioevo e di orge nel XVI secolo. Queste ultime destarono enorme scandalo, spingendo il viceré Pedro de Toledo alla loro ostruzione.Al medesimo viceré Don Pedro si deve l’ampliamento cinquecentesco che per la prima volta inglobò all’interno delle mura il monte Echia, ancora in epoca aragonese fortezza militare siti Perillos, propaggine esterna della città.In seguito alla frana verificatasi la sera del 28 gennaio 1868, il Genio militare compì diverse perizie, volte ad accertare se l’evento catastrofico fosse stato determinato da un’errata costruzione dei muri di sostegno della scarpata; in quella occasione fu redatta, dall’ingegnere Alfonso Guerra, la prima pianta delle grotte del Monte Echia, per documentare l’esistenza di cavità alle quali si aveva accesso dagli edifici collocati lungo via Santa Lucia e via Chiatamone.Alla fine del XIX secolo, con la costruzione di via Caracciolo e la colmata a mare, lo sperone del monte nei pressi di via Chiatamone fu ridimensionato.

La bravissima Dott. Angela Catini ci accompagna ed erudisce in questo La bravissima Dott. Angela Catini ci accompagna ed erudisce in questo percorsopercorso

Naturalmente si parte dall’isolotto di MegarideNaturalmente si parte dall’isolotto di Megaride

E dalla fontana del BerniniE dalla fontana del Bernini

Villa Ebe (anche nota come Castello di Pizzofalcone) è una palazzina Villa Ebe (anche nota come Castello di Pizzofalcone) è una palazzina neogotica che sorge sul fianco occidentale del Monte Echia a Napoli, in neogotica che sorge sul fianco occidentale del Monte Echia a Napoli, in cima alle antiche rampe di Pizzofalcone.cima alle antiche rampe di Pizzofalcone.

Fu costruita nel 1922, secondo il gusto e lo stile vittoriano dell'architetto ed Fu costruita nel 1922, secondo il gusto e lo stile vittoriano dell'architetto ed urbanista Lamont Young, che la progettò come sua residenza personale e urbanista Lamont Young, che la progettò come sua residenza personale e che la abitò fino alla scomparsa, avvenuta per suicidio proprio nella villa. Il che la abitò fino alla scomparsa, avvenuta per suicidio proprio nella villa. Il nome è mutuato da quello dell'allora giovane moglie di Young, che continuò nome è mutuato da quello dell'allora giovane moglie di Young, che continuò a dimorarvi fino al 1970;a dimorarvi fino al 1970;

In seguito, i suoi eredi ne alienarono la proprietà al comune di Napoli. Nel In seguito, i suoi eredi ne alienarono la proprietà al comune di Napoli. Nel 2000 un incendio doloso la danneggiò profondamente devastandone le sale 2000 un incendio doloso la danneggiò profondamente devastandone le sale interne e distruggendo completamente l'incantevole scala elicoidale.interne e distruggendo completamente l'incantevole scala elicoidale.

Da ora vi lascerò ammirare gli scorci e apprezzare la storia di Napoli che Da ora vi lascerò ammirare gli scorci e apprezzare la storia di Napoli che trasuda dal tufotrasuda dal tufo

Abbiamo superato la parte alta, quella raggiungibile –come si narrava- solo Abbiamo superato la parte alta, quella raggiungibile –come si narrava- solo dai falconi ma tra un pochino percorreremo il “ Pallonetto di S.Lucia”.La dai falconi ma tra un pochino percorreremo il “ Pallonetto di S.Lucia”.La attesa sarà breve. Antonioattesa sarà breve. Antonio

antonio.florino@gmail.comantonio.florino@gmail.com