Parole

Post on 18-Jan-2016

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Cecilia ama le parole e spende istanti lunghissimi per pensare al termine giusto da mettere al posto giusto. Ma come conoscere - e riconoscere - il giusto peso delle parole, soprattutto quando non sono nostre?

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Cecilia amava le parole più di ogni altra cosa. Era ossessionata

dalla grammatica, dalle sue regole e accezioni, ma anche dai signifi-

cati, dai contesti, dalle sfumature.

A Cecilia occorrevano istanti lunghissimi per pensare al termine

giusto da mettere al posto giusto, e nelle conversazioni non mancava

mai di puntualizzare qualcosa al suo interlocutore.

Amici e familiari spesso le avevano fatto notare quanto riuscisse a

essere pignola, perfino fastidiosa, eppure a lei non importava. – Non

esiste un centro reclami a cui rispedirmi, – rispondeva piccata.

Tra tutti, era la madre ad avere maggiormente a cuore i suoi com-

portamenti.

– Non dovresti pesare tanto le parole, – consigliò a Cecilia.

– Io sono fatta così, – tagliò corto la ragazza.

– Perché lo fai?

– Perché le parole hanno un peso, eppure nessuno riesce a dar loro

quello giusto.

– Vale anche per te, sai?

– Impossibile! Io so quello che dico, sono gli altri a non saperlo.

La madre della ragazza sospirò sconsolata, lei, per tutta risposta,

girò i tacchi e tornò nella sua stanza.

– Perché ce l'hanno tutti con questa storia del pesare le parole? – si

chiese ad alta voce Cecilia.

Buttata sul letto, ci ragionò per ore, senza però trovare una risposta

che la soddisfacesse.

– Eureka! – sobbalzò.

Elettrizzata, saltò giù dal letto, frugò un po' nell'armadio e ne

estrasse degli strani arnesi.

– In questo modo capiranno che intendo, – e si mise al lavoro.

Quando finalmente ebbe terminato, ritornò dalla madre.

– Mamma, voglio farti provare una cosa, – esordì emozionata la

ragazza.

– Di che si tratta, cara?

Cecilia le porse il marchingegno appena costruito.

– Ecco. Questa è una bilancia che pesa le parole!

– Come funziona?

– Devi pronunciare le tue parole in questo barattolino, dopodiché

lo poggi sul piatto della bilancia ed è fatta. Più le parole saranno per te

importanti, più peseranno. Il peso massimo è cinque chili. Aspetta, ti

faccio vedere!

Cecilia propose alla madre alcuni esempi: “non mi piacciono i

broccoli”, cinquanta grammi; “credo in Dio”, due chili; “amo la mu-

sica”, quattro chili. La donna restò a bocca aperta.

– Idea! – esclamò Cecilia. – Questo ti convincerà definitivamente:

“ti voglio bene mamma”.

Sua madre sorrise con dolcezza. Formulata la frase, la mise nel

barattolo, quindi passò alla lettura del peso: cinque chili.

– Oh, grazie, grazie bambina mia, – si commosse la donna.

Cecilia la invitò a provare di persona.

– Mh, cosa posso dire...

– Perché non vediamo quanto mi vuoi bene tu? – suggerì divertita

la ragazza.

Sua madre acconsentì, disse “ti voglio bene Cecilia” e la pesò.

Il viso di Cecilia si rabbuiò in un istante, gli occhi le divennero

lucidi, l'entusiasmo svanì del tutto.

– Che succede? – domandò la madre preoccupata.

Cecilia girò la bilancia e indicò l'ago: cinque grammi, addirittura

meno dei broccoli.

La donna, senza pensarci, allargò le braccia e strinse la figlia in un

abbraccio affettuoso.

– Non fidarti della bilancia, Cecilia, – la consolò, – ero certa

avrebbe mentito.

La ragazza, in lacrime, guardò sua madre con aria interrogativa.

– Come facevi a saperlo?

– Possiamo conoscere il peso delle nostre parole, non spetta a noi

pesare quelle altrui.