Parole Primavera

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Anno 44 Numero 300-61 Marzo 2012 Divulgazione gratuita Rivista della Società Dante Alighieri Comitato di Guadalajara Primavera Storia • Cultura • Attualità • Letteratura • Gastronomia • Viaggi • Arte • Libri • Musica

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Il primo numero del 2012 della rivista Parole, rinnovata e piena di sorprese!

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Anno 44 Numero 300-61Marzo 2012Divulgazione gratuita

Rivista della Società Dante Alighieri Comitato di Guadalajara

Primavera

Storia • Cultura • Attualità • Letteratura • Gastronomia • Viaggi • Arte • Libri • Musica

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AmbAsciAtA d’itAliA in messico

Ambasciatore Roberto SpinelliAv. Las Palmas 1994Col. Lomas de ChapultepecMéxico, D.F. 11000Tel. (55) 5596 3655Fax. (55) 5596 7710

società dAnte Alighieri

sede centrAle

Presidente AmbasciatoreDott. Bruno BottaiPiazza Firenze, 27Roma, Italia 00186Tel. +39 (06) 6873694

Casa de Italia, A.C.lA dAnte A guAdAlAjArA

Direttrice responsabileSabrina NigraGaribaldi 1849Tel. (33) 3616 5088(33) 3615 [email protected]

Casa de Italia

RedazioneConchita AgnesiSabrina NigraAdriana CamarenaJaime LubinFrancesco ZampiniTesorierePiero MistrettaProgetto graficoTaller del Asombro3825 [email protected]

Con l’adesione alla D.A. partecipiamo disinteressatamente all’opera di tutela e diffusione della lingua e cultura italiana.

Parole viveEcco il nuovo nome della rivista!!!La scelta di chiamare la rivista ‘Parole’, che forse molti giudicheranno molto semplice e non così originale, nasce dall’idea che le parole sono l’essenza dei sentimenti, delle emozioni, della lingua e della cultura. Le parole sono vive!!Non solo il nome della rivista è diverso, al suo interno troverete,infatti, alcune novità: sia dal punto di vista grafico che per quel che riguarda il contenuto e le sezioni. L’idea di dare alla rivista un’immagine differente, va a passo a passo con quella di mantenere l’essenza sempre elegante del Noti Breve. Proprio da questa nuova concezione della rivista è stato deciso di scegliere come tema centrale di questo numero il Rinascimento: parola che non é usata in questo caso nel senso classico del termine, ma semplicemente come una trasformazione che spero sia accolta con piacere e con interesse dai lettori. Grazie e Benvenuti al ‘Rinascimento’!!

La Direttrice

Rubrica

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Rinascere o morire✒ Jaime LubinPArlAre del rinAscimento è PArlAre dell’itAliA. Essendo quasi sinonimi, ognuno parla d’una parte diversa dell’origine, della concezione e della culla. Il Mediterraneo, mare nostrum generosissimo ha provocato la presenza di uomini e donne visionari che non avevano limiti temporali. E se Firenze è stata la culla, l’Andalusia è stata il letto. Dagli arabi viene il segreto della fabbricazione della carta che poi si è installata a Fabriano e c’era tanto da dire che Petrarca nel sud della Francia ha sciolto il nodo per l’espressione scritta che poi è stato materializzato nelle botteghe di Aldo Manuncio a Venezia. Santa Maria dei Fiori è il simbolo centrale con la sua cupola magnifica e Toscanelli è l’uomo che ha visto il cosmo dalla lanterna.

Rinascere significa anche ricordare che lo stesso Toscanelli fu chi consegnò due lettere essenziali a Cristoforo Colombo. Una scritta da Leonardo da Vinci dove presenta la guida per la costruzione delle nuove città, delle città ideali e l’altra che parlava dei cammini del mare che il poco illuminato re Juan di Portogallo non ha voluto capire. Rinascimento e navigazione sono la stessa cosa, tuttavia la storia anche ha una parte oscura che voi scoprirete presto.

Il misericordioso Al Hakem II Califa di Cordova, (915-976)Aveva una biblioteca personale di oltre 400,000 libri

Lorenzo di Piero de’Medici, detto Lorenzo i il Magnifico (1449-1492)Scultura di Andrea del VerrocchioHa fondato la biblioteca Medicea Laurenziana con 11,000 manuscriti

Storia

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✒ Sabrina NigradA un lAto lA strAordinAriA fioriturA intellettuAle e artistica dell’Umanesimo e del Rinascimento e dall’altro lato la stagnazione economica e politica dell’Italia del 1500, provocò nella riflessione dei pensatori una forte inclinazione al pessimismo: in questo contesto si colloca la figura di Niccolò Macchiavelli e la sua lucida analisi sui veri moventi che guidano l’operare degli uomini in politica. Nel PrinciPe egli cercò di individuare delle leggi immutabili nell’agire politico da parte degli uomini, che per lui sono guidati soltanto dal proprio interesse e la virtù del politico consiste nell’intelligenza dei comportamenti umani. Egli constatò l’assenza della morale nelle leggi che governano le azioni politiche ed esaltò la ‘virtù’ come capacità di far prosperare lo Stato. Quali erano le ‘virtù’ che doveva possedere il principe che doveva salvare l’Italia del 1500? Un buon principe deve essere ‘volpe’, quindi astuto, per evitare le trappole tese dagli avversari, deve essere ‘leone’, quindi capace di usare la forza, se ciò si rivela necessario. Altro elemento caratteristico del principe

Il nuovo politico del Rinascimento: il Principe e le sue virtù

Cultura

Cesare Borgia (1431-1503), condottiero, cardinale e arcivescovo cattolico.

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5sta nella scelta dell’atteggiamento da tenere nei confronti dei sudditi: è meglio essere amato o temuto? Secondo Macchiavelli é difficile o quasi impossibile essere ambedue le cose, quindi la posizione più utile viene ad essere quella del Principe temuto. Il principe descritto da Macchiavelli è concreto, reale, una figura effettivamente possibile e soprattutto ‘umana’, non ipotetica. In quest’ottica possiamo allora capire perché nel settimo cAPitolo del PrinciPe, presenta come modello di principe Cesare Borgia, detto il Valentino, un uomo che lungo la storia è stato considerato immorale dal punto di vista della morale privata.Ma le virtù del principe, non bastano secondo Macchiavelli, devono combinarsi alla fortuna, cioè agli eventi esterni. Questi due fattori si implicano a vicenda: le doti del politico restano puramente potenziali se egli non trova l’occasione adatta per affermarle, e viceversa l’occasione resta pura potenzialità se un politico virtuoso non sa approfittarne.

Cliccate qui per vedere il video 'Il Magnifico Inganno: il Valentino e la «Cena di Senigallia»'Tratto di www.storiainrete.com

Egli constatò l’assEnza

dElla moralE nEllE lEggi chE

govErnano lE azioni politichE

Ed Esaltò la ‘virtù’ comE

capacità di far prospErarE

lo stato.

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La forchetta di Leonardo I✒ Jaime Lubinrivedendo dei documenti Antichi si Può PensAre all’ipotesi che in realtà Leonardo era il cuoco dei grandi, probabilmente questo mestiere rappresentava per lui uno stipendio sicuro e abbondante; non le famose macchine da guerra né il suo sogno di volare. Si racconta che i monaci dominicani di Santa Maria delle Grazie a Milano per poco li rovina, perché tentando di avere come progetto cucinare e fabbricare l’immagine giusta dell’Ultima Cena ha svuotato le dispense con le innumerevoli prove. I monaci hanno scritto disperati alle autorità fiorentine per chiedere di portarglielo via perché i posti dei 12 apostoli erano rappresentati da ladri e gente comune che arrivava per mangiare senza pagare. Conoscere Leonardo in quei giorni doveva essere stata una cosa simpaticissima. Per preparare il banchetto per le nozze di Ludovico Sforza ha dovuto progettare una macchina per spezzare le mucche, una trappola per le rane che infestavano i barili d’acqua e l’elaborazione di un enorme modello fatto di marzapane perché Ludovico l’approvasse. Il giorno dopo la sorpresa è stata che i topi e altre animali abitanti del Castello Sforzesco avevano mangiato tutta l’opera. Nonostante ciò Leonardo ha perseverato e si sa che è stato uno dei banchetti di maggiore eleganza e distinzione del nord dell’Italia. Come cuoco è stato ricco di colori e pieno d’aneddoti, di cui poi parleremo.

Gastronomia

Macchina per spezzare le mucche.

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Quale italiano usare?

✒ Sabrina NigradoPo l’Avvento dellA stAmPA, inventAtA dA GutenberG nella metà del xv secolo, diventa necessario anche per l’Italia trovare una norma linguistica omogenea. Le due città italiane che producevano più libri all’epoca erano Venezia e Firenze, non è un caso, infatti, che le due correnti di pensiero su quale italiano usare siano proprio di un fiorentino, Niccólo Macchiavelli, e di un veneziano Pietro Bembo.

Per capire il problema dell’Italia nel trovare un modello linguistico valido per tutti dobbiamo fare un passo indietro nel trecento e parlare di Dante, che è considerato il padre della lingua italiana, poiché nel de vulgAris eloquentiA affronta per primo il problema di quale lingua tra tutti i dialetti italiani e fissa i principi del volgare illustre. Nonostante ciò nel Medioevo, lo stesso Dante e anche Petrarca scrivevano ancora in latino, e perciò nel Rinascimento gli intellettuali si pongono il problema di quale sia l’italiano da utilizzare nella lingua scritta. Macchiavelli, nel discorso o diAlogo intorno AllA nostrA linguA, propone che venga utilizzato il fiorentino contemporaneo; mentre Pietro Bembo nelle Prose dellA volgAr linguA del 1525 propone che si usi il fiorentino scritto del Trecento e vengano presi come modelli Petrarca e Boccaccio, ma non Dante, per il suo uso di vocaboli a volte di livello alto e a volte di livello basso.Questo dibattito sulla lingua italiana durerà ancora per secoli addirittura fino al novecento e possiamo considerarlo ancora aperto per certi versi!!

Letteratura

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Rinascimento o decadenza✒ Adriana Camarenal’ePocA AttuAle è oscurA, terribile, difficile. l’itAliA in crisi economica, il Messico con la crisi sociale e della sicurezza. Ma questa è anche un’epoca di speranza, di possibilità, anche se questo sembra un ideale o un’utopia è ancora possibile.

Durante il Rinascimento tutte le condizioni sono state favorevoli perché uomini e donne brillantissimi potessero far crescere la conoscenza e anche lo spirito. Ma questo è stato possibile perché altre persone, alcuni secoli prima hanno avuto l’intelligenza di prendere documenti, informazioni e conoscenza per metterla in un posto abbastanza sicuro dove era ben curata e anche ben coltivata. Queste persone sono stati gli irlandesi, e il posto l’isola di Lindisfarne.

Quando tutto sembrava essere distrutto, perso, oscuro la luce era nascosta dalle mani dei barbari che volevano spegnerla. Nel Rinascimento c’erano già le condizioni perché questa luce brillasse. La nostra epoca è anche un’epoca di oscurantismo, di tipo moderno con dei monaci moderni che nascosti proviamo ad avere cura della lingua, della cultura, della conoscenza in generale. I barbari sono sempre qui, non sono mai andati via, sono venuti in mezzo alla cultura poi sviluppata in tutta l’Europa, a volte trovano il mezzo ideale per esprimersi, per farsi presenti.

Attualità

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Nel ‘400 si scopriva il mondo attraverso la navigazione, il mare era il gran mistero che avvolgeva la saggezza. Adesso si naviga in un mare sconosciuto e intangibile dove non sappiamo dei limiti, né abbiamo la sicurezza che dà la materia per distinguere quello che è vero di quello che non è vero. Dopo la scoperta dell’America in 80 anni vengono costruite 230 città in tutta l’America ispana, questo vuol dire che il concetto di costruzione nell’Europa rinascimentale era vivo e attivo. Invece adesso tutto sembra crollare, ciò che si comincia a costruire è virtuale.

La conoscenza viene dalla essenza originale, da un posto che nessuno può descrivere perché non è un posto materiale, ma sì che si può parlare e tradurre con diversi simboli; questo è proprio quello che hanno provato a fare tutti gli artisti del Rinascimento. La diffusione dell’informazione in quell’epoca era importantissima, con la stampa si potevano produrre tanti libri per tanta gente. Poi con la pittura si potevano comunicare tantissime cose a colpo d’occhio. Adesso sembra che la proporzione sia al contrario, abbiamo tanta informazione disponibile ma non sappiamo più che cosa fare, quindi bisogna sentirla più che pensarla, ma sentirla con lo spirito.

Ma come si coltiva lo spirito? Io credo che sia sempre con la cultura, perché significa un atto continuo di cui si prende cura attraverso gli anni. La speranza è sempre presente perché la cultura non muore, si trasforma però. Questo significa che noi abbiamo di fronte a noi l’opportunità di cominciare il rinascimento della nostra epoca, che non sarà possibile vederlo presto, ma se si comincia a costruire adesso, poi dopo i fiori e i frutti saranno pronti per quelli che saranno in grado di capire e proteggere la luce che adesso sembra un’altra volta nascosta.

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La città ideale del Rinascimento✒ Sabrina Nigral’AsPirAzione del rinAscimento Per uno stAto ben governato e per una città ben organizzata dal punto di vista urbanistico porta alla creazione dell’idea della città ideale. Il concetto si collegava alla rinnovata affermazione della centralità dell’uomo, alla riscoperta dell’arte e dell’architettura greco-romana e alll’organizzazione prospettica dello spazio artistico. La funzione ideologica della città stimolò nelle signorie italiane dell’epoca il desiderio di costruire delle città ideali, che celebrassero i caratteri di equilibrio perfetto tra istinto e ragione. Un esempio reale di questa concezione è la città di Palmanova, che si trova in Friuli in provincia di Udine.

La città venne fondata nel 1593 dalla Repubblica di Venezia come fortezza militare ed è soprannominata la città stellata per il suo impianto poligonale a stella a nove punte. A Palmanova ci sono ancora importanti testimonianze della città ideale rinascimentale come le tre porte monumentali che permettono l’accesso alla città, la Piazza Grande, a forma di esagono con il Duomo, il museo storico militare e Il Civico museo storico di Palmanova, importante punto di partenza per avere una visione generale della complessa struttura urbana e del sistema fortificatorio della fortezza. Dal 1960 questa città è monumento nazionale.

Viaggi

Vista della città di Urbino

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Un altra città che viene ricordata come modello di città ideale è Urbino, la patria di Raffaello Sanzio. La città che si trova nella regione Marche è adagiata su un colle che si erge tra i fiumi Foglia e Metauro e ha preservato nei secoli la sua struttura rinascimentale e offre al visitatore in un’atmosfera unica.

Dal 1998 il centro storico di questa città è Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il monumento più importante della città è senza dubbio il Palazzo ducale che il duca Federico da Montefeltro, uomo coltissimo e di inclinazioni culturali umanistiche, volle espandere verso il basso fino ad unirlo ad un’altra costruzione che si trovava su un livello

inferiore. L’intervento, nella sua ampiezza e complessità, fu affidato nella seconda metà del Quattrocento all’architetto Luciano Laurana, esponente di quella schiera di intellettuali e artisti di cui il colto duca di Urbino amava circondarsi. Ciò che colpisce di più di questo palazzo è la cosiddetta facciata dei Torricini, sulla quale svettano le due torri. Questo palazzo attualmente ospita la Galleria Nazionale delle Marche contiene capolavori di maestri quali Raffaello, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Tiziano e Melozzo da Forlì.

il concEtto si collEgava alla rinnovata affErmazionE dElla

cEntralità dEll’uomo…

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La Primavera di Sandro

✒ Jaime LubinLa Primavera esiste come il primo sentiero dell’anno nella rinnovazione della Natura, questo primo cammino apre le porte ad una stagione fiorita, generosa, in cui il dolce e sottile alito di Zefiro esorta la vita. In quel prato dipinto di fiori Venere domina la scena, accanto ci sono le tre Grazie che danzano intanto che le ninfe Cloris e Flora vanno avanti. Flora ci guarda direttamente, vuole uscire dall’enorme dipinto, una delle prime trasgressioni verso la pittura d’immagini

pittore rinascimentale che conobbe bene la mitologia a fondo. Frequentava i circoli degli studiosi, s’interessava dei neoplatonici ma non ai rapporti platonici. Un po’ maggiormente rispeto a Leonardo partecipò alla cerimonia d’ingresso come apprendista di Andrea del Verrocchio, episodio che racconta Cennino Cennini in una delle sue opere. La Primavera di Sandro Botticelli iniziò un filo d’ispirazione che ha voluto scoprire e definire tutta la bellezza incarnata in Simonetta Vespucci nata Simonetta Cataneo, di origine genovese sposata con Marco Vespucci, aveva la stessa età di Amerigo Vespucci e fu, tra tante

Arte

sacre, queste immense dimensioni –314x203cm– erano riservate solo per le scene sacre. Alla sinistra c’e Mercurio che dirige lo sguardo verso il cielo come portatore della luce della zenaidaeia o luce ispiratrice, e le tre Grazie che in una piccola danza girano per aggiungere la dinamica planetaria che allora governava le idee derivate della mitologia e applicate alla astronomia. Il xv secolo fu abbondante in coincidenze fortunate: Sandro fu compagno di Leonardo nella bottega del Verrocchio, uomo affanoso che nell’amore aveva una buona fama di seduttore e fu l’unico

sotto l’ombra d’otto aranci in piEna fioritura ci sono otto figurE, non diciamo ‘stanno’ pErché i miti nascono sEmplicEmEntE pEr EssErE.

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altre bellezze del mondo femminile a Firenze, l’unica che è riuscita a portarci attraverso gli anni l’archetipo della bellezza femminile. Poliziano la dipinge così con le parole:

candida è Ella E candida la vEstEma pur di rosE E fior dEpinta E d’Erba;io inanEllato crin dEll’áurEa tEstascEndE in la frEntE umilmEntE supErba.ridEgli attorno tutta la florEsta,E quanto puo suE corE disacErba.nEll’atto rEgalmEntE è mansuEta;a pur col ciglio lE tEmpEstE acquEta…

Cliccate qui per vedere il video 'I misteri della Primavera di Botticelli'. Tratto di www.storiainrete.com

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✒ Franco Zampini

Quando si è trattato di trovare un tema per il giornalino della Dante, non sono dovuto andare molto lontano. Anche se da oltre 40 anni vivo in Messico ho sempre mantenuto un forte legame con la nostra vecchia Italia, legame che gira e rigira è sempre stato ricordato con quelle tavolate che si facevano degne di una vera cultura gastronomica.

Lontani ricordi della brava nonna ferrarese, poi della cara mamma ottima per la cucina Emiliana ed infine le sorelle anch’esse bravissime le quali come la nonna e mamma, appartengono al passato.

Sapore e sapereSapori di casa

Pure a Guadalajara, con tristezza, le vecchie generazioni stanno scomparendo e con loro le tradizioni, certe usanze e consuetudini d’altri tempi.Ma come possiamo vedere, le vecchie generazioni vengono sostituite dall’arrivo di nuove generazioni le quali assorbite dallo stile di vita del Messico in generale si prodigano a creare sempre più evidente quelle quotidianità ed in particolare nel ramo gastronomico che è una parte importante per quanto riguarda il gusto, il sapore e la cultura culinaria italiana. È importante segnalare che una dozzina d’anni fa, avevamo sette ristoranti italiani. Oggi, grazie a questi giovani impresari italiani, connazionali che con tanti sacrifici e volontà sono stati

aperti al pubblico di questa città, oltre 30 ristoranti e trattorie che voglio con soddisfazione pubblicare in ordine alfabetico e che sono Angelo, Antica Venezia, Benitos Pizza, Bocca di Rosa, Da Massimo, El Italiano, Espressamente Illy, Focaccia Trattoria, Fornino, Funiculà, Il Diavolo, Il Duomo, La Bolognesa, La Moresca,La Pasta, La Pasteria, La Trattoria, La uva, Osteria No. 10, Paninoteca, Pomodoro, Rossano Lasagna, Recco, Rugantino, Sagrantino, Siccome, Svago, Tartufo, Trastevere, Vezzo Ristorante. Scusatemi se ho omesso alcuni nomi senza volere.

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Maquiavelo

Marcel Brion

Provare a fare una biografia di Machiavelli è una cosa molto macchiavellica. Marcel Brion riesce a scoprire una bella parte dei misteri di Niccolò, la sua vita come scrivano, delle sue passioni d’uomo e della sua eredità che oggi non è sempre machiavellica.

Music of the italian Renaissance

Shirley Rumsey

La musica ci può portare a immaginare una vita rinascimentale con tutta la bellezza e la tragedia che questa ha significato.

Ediciones BSpagnolo405 pagine$95

Naxos 1994$90

Cliccate qui per sentire un po' di musica di Shirley Rumsey

los apuntes de cocina de leonaRdo da vinci

Leonardo da Vinci

Detto ‘Codice Romanoff’ e riscoperto nel 1981 si dice che questo libro sia il quaderno di appunti di Leonardo per quanto riguarda la cucina e i comportamenti –buoni, o quasi– del Rinascimento. Molto divertente da leggere e anche, se siete coraggiosi, nel provare a fare una ricetta.

Editorial TomoSpagnolo143 pagine$40

Parole, parole , parole…

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Parola ridente, cuore felice.Avete mai visto una parola che piange? che è in solitudine? Senza nessuno che la possa pronunciare? Le parole si dimenticano, si affaticano, svaniscono… Chi ha inventato le parole? Noi. La Dante di Guadalajara vi invita a partecipare all’iniziativa “Adotta una parola”che propone la Società Dante Alighieri sede Centrale. Sul sito www.ladante.it viene offerto lo spunto a istituzioni scolastiche, organi di informazione, blog, forum e semplici appassionati di liberare fantasia e creatività al servizio della lingua italiana con mini-racconti, giochi e invenzioni linguistiche.

Marinetti Filippo Tommaso. Parole consonanti vocali numeri

in libertà, 1915