P. Giorgio Demetrio...Messaggio di Pasqua 2019 P. Giorgio Demetrio, Vescovo eParchia di Piana degli...

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Messaggio di Pasqua 2019

P. Giorgio Demetrio, Vescovo

eParchia di Piana degli albanesi

Piazza San Nicolò, 1 90037 Piana degli Albanesi, Palermo

internet

www.eparchiapiana.orginfo@eparchiapiana.org

Christòs anèsti ek nekròn, thanàto thànaton patìsas, ke tis en tis mnìmasi zoìn charisàmenos!

Cristo è risorto dai morti, con la sua morte ha vintola morte, e ai morti nei sepolcri ha dato la vita!

Surrexit Dominus vere: Alleluia.Ipsi gloria et imperium per universa

aeternitatis saecula: Alleluia.

Il Signore è davvero risorto: Alleluia.A Lui gloria e potenza nei secoli eterni: Alleluia.

Immagine di copertina: Piana degli Albanesi, cattedrale san deMetrio MegaloMartire, Anàstasis

Messaggio di Pasqua del VescoVo

Carissimi fratelli e sorelle,

non vorrei che la suggestività dei riti e delle cerimonie della Grande e Santa Settimana, che pure esprimono la pietà religiosa del nostro popolo e costituiscono un patrimonio cultuale della nostra tradizione, oscurassero la verità della Pasqua cristiana (Të vërtetën e Pashkëve të krështera). Allo sfondo dei riti e delle cerimonie ci sono dei fatti: la morte di Gesù e l’evento della sua Risurrezione (Ngjallja e Krishtit) che è avvenuto nella storia, ma che trascende la storia stessa. La solenne celebrazione della Santa Pasqua, la festa delle feste, è memoria di questi fatti che i riti e le cerimonie rappresentano e che i misteri sacramentali attualizzano nel loro valore salvifico per la vita della Comunità ecclesiale e dell’intera umanità.

È la partecipazione puntuale ai misteri sacramentali della Chiesa che assicura una relazione viva con il Signore Risorto (me Tënëzonë e ngjallur). La partecipazione ai riti e alle cerimonie, senza la comunione sacramentale, contribuisce alla diffusione di uno scenario religioso che sfiora la fede, ma che non è autentica espressione di essa.

La Solennità della Pasqua non è una delle tante feste che vengono celebrate dalla Chiesa, ma la celebrazione della Santa Pasqua riporta la Chiesa alla fonte della sua identità e della sua perenne vitalità, essa è un rinnovato appello a continuare la sua vita nel Signore Gesù e a testimoniare con coraggio l’originale novità culturale che scaturisce dall’incontro con Lui (sherbesi i ri kulturor çë na vjen kur na përpiqemi me Të).

È la memoria dell’evento che ha dato origine alla Chiesa. Essa trova nella celebrazione liturgica della morte e risurrezione del Signore la sua identità vera e la sorgente della sua perenne giovinezza.

La Comunità cristiana nasce dal costato squarciato di Cristo, dal sepolcro vuoto. I discepoli, che durante la passione di Gesù erano fuggiti e si erano dispersi, ritrovano la loro coesione interiore e si costituiscono in comunità nell’unanime professione di fede dell’avvenuta Risurrezione di Gesù. Non è la fede che crea la Risurrezione di Gesù, è il Signore Risorto che, con la forza del Suo Spirito, genera la fede e consente ai credenti di formare con il Signore Risorto un unico corpo.

Perciò la Chiesa di Cristo non è una scuola che nasce per studiare e diffondere nel mondo una filosofia o una ideologia; essa non è neppure una società che si costituisce per realizzare gli articoli di uno statuto che gli stessi membri si danno, ma è la Comunità di «tutti coloro che in qualunque luogo invocano il nome di Gesù Cristo nostro Signore» (1Cor 1,2).

Non solo la Santa Pasqua è all’origine dell’unica Chiesa del Risorto, ma è la fonte della sua perenne vitalità. Se la Chiesa può agire controcorrente (nëse Klisha mënd të vete kundër rrymës), senza lasciarsi soggiogare dalle paure e dare segni di stanchezza, la ragione sta nel fatto che essa è illuminata, vivificata, guidata e sostenuta dallo Spirito del Signore Risorto.

Potrebbe accadere, come di fatto è avvenuto nel corso dei secoli, che singoli cristiani o intere comunità spostino il baricentro dell’attenzione su aspetti secondari o marginali della vita della Chiesa.

La celebrazione della Santa Pasqua diventa un provvidenziale appello a centrare la nostra vita e la nostra azione sul Signore Gesù. Non cesseremo mai di annunciare la follia della croce e la inaspettata novità della Risurrezione di Gesù, di pregare e cantare il Suo nome, di approfondire le insondabili ricchezze del Suo Mistero, di testimoniare la vita nuova che lo Spirito del Signore Risorto genera in noi.

Non a caso, in una stagione della società italiana segnata da non pochi aspetti di novità, le Chiese che sono in Italia hanno indicato a tutti i cattolici la necessità di seguire l’Uomo Nuovo (Njeri i ri) e di praticare il Comandamento Nuovo (Urdhërimin e ri) che Cristo ha consegnato al mondo.

Mai, come oggi, avvertiamo che siamo noi cristiani i veri portatori di novità culturale con quell’originale concezione dell’uomo che Cristo ha rivelato e di cui noi siamo chiamati ad essere convinti assertori (luftëtarë të bindur), coraggiosi promotori (nismëtarë me zëmër) e gioiosi testimoni (martirì me harè).

Risorto dai morti, Gesù vive, è presente nella nostra storia, ed è possibile incontrarlo, nell’adesione di fede alla Sua Parola, nella partecipazione viva ai misteri sacramentali della Chiesa, nell’accoglienza dei poveri e degli emarginati. Nell’incontro con Lui nasce la Vita che rigenera un’esistenza e diffonde speranza nel mondo.

È questo il mio semplice augurio (ky ishtë urimi im i thjeshtë çë u ju hënj gjithëve juve e nganjerit prej jush) che rivolgo a tutti e a ciascuno di voi, diletti fedeli dell’amata Chiesa che è in Piana degli Albanesi di Sicilia. Krishti u ngjall!

Piana degli Albanesi, aprile 2019

P. Giorgio Demetrio, Vescovo