Ospitalità in Omero

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Ulisse su una zattera parte da Ogigia per

dirigersi verso la

patria Itaca, ma Poseidone

solleva una tempesta che

lo fa naufragare sulle coste dei Feaci.

Non spaventarti,non voglio farti del male! Sei dea o mortale, tale bellezza mi confonde.

Chi sei straniero? Da

dove vieni?Non sembri un uomo

malvagio, che ti

è successo? Non

preoccuparti,ora, che sei giunto nella nostra

terra non ti fato mancare nulla

… Ancelle venite, date all’ospite da

mangiare e da bere e lavatelo nel

fiume.

Ora alzati, ti guiderò

da mio padre in città e ti mostrerò come vive

la mia gente!

A te che sei ospite,

offrirò tutto il

necessario, perfino mia

figlia in moglie se vorrai, ma

se vuoi andartene ti procurerò le

navi per partire.

Grazie per la

tua ospitalit

à o Alcino!

Oh ancelle, preparat

e un letto per il nostro ospite

Vieni, oh straniero, il

tuo letto sarà subito pronto.

Glauco e Diomede prima di combattere raccontano le proprie origini e scoprono che alcuni loro antenati si erano scambiati doni ospitali.

Oh Glauco, il mio antenato

Bellerofonte fu ospitato dal re di Tirinto per nove giorni e per lui

furono uccisi nove buoi.

Oh Diomede, dunque tu sei un mio ospite ereditario antico!

Oineo, mio antenato,ospitò per

venti giorni Bellerofonte, tuo antenato; essi si

fecero splendidi doni ospitali.

Diomede Glauco

“.. Questa coppa la diede Oineo a Bellerofonte,tuo antico antenato.”

“.. Questa invece è la corona di fiori che Bellerofonte diede ad Oineo, tuo antenato.”