Nuvole Balene W3-1 - Versante Ripido · e fogli bianchi che si riempiono di nuvole . 35 Viaggiano...

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Paolo Polvani

Nuvole Balene

autorieditori.com  

Questo Ebook, non è in vendita e viene distribuito solo gratuitamente, su richiesta. 1° Edizione, 14 Giugno 2014 In  copertina:  Foto  di    Miriam  Bruni  .

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Paolo Polvani

Nuvole Balene

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  Pretext Le nuvole, si sa, raccolgono storie e turbamenti, oroscopi e diari. Inseguono ogni avventura, conservano ogni frammento. Ecco perché si allungano e si sfrangiano, si aprono e – a volte – silenziose si rinserrano. (rifrangenza prima) Già nella sua embrionale esistenza, Marina rivestiva l’attesa di linfa e primavera: adesso poi che ha compiuto il suo primo giro / intorno al sole, le quotidiane altalene vibrano morbide e canore. Densa di umori e tenerezze, esplode la stagione ludica di bave e…gridolini. Guido – cane senza storia ma dignitoso e austero – convive con la volpe malandrina che sa sfilarsi di dosso il bosco per affabulare con la piccola dolcissima regina. (La poesia inizia l’esplorazione di verticali campi fonetici, la scansione di onomatopeici alfabeti. Che sia questa la cifra che rende persino le Murge compunte ? Che sia questo il rito che avvia trasalimenti e sonore geografie ? ) (specchio secondo) Le zone limitrofe al bosco non nascondono mai artigli poderosi o pupille che spezzano vene, semmai umori

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antichi di fiabe e incrollabili miti. E’ il mondo di Alice che allo specchio ripete il gioco che avvince e spaesa, interroga e annulla. Solo un po’ più in là risiedono le insidie più strane che un esercito / di geometrici gufi vegliano e filano tra tremori di muschio e misteri di foglie. Si, proprio dove il verde cinabro diventa più fondo, si accendono le lingue del drago e le prove del fuoco. Un passaggio obbligato ? La tentazione di affidarsi a tappeti di erbe ove i funghi ammiccano squisiti / ma anche di venenum repleni ? (Per chi disapprova l’idillio è bene sperimentare preveggenze ed ignoto per poter guardare con altri occhi….aprile che torna) (ipotesi terza….ed oltre) Il corpo è impasto di sogno e di vita, di freddo che insegue chiarori lunari, di caldo respiro che si insinua tra aromi e visioni. Oh melodie, clamori e morbidi peccati! C’è gusto e sapore nei jeans che…esaltano turgori, c’è malia di liquirizia nella fisicità festosa e furtiva che sa mettere le ali al cuore. Lo sanno anche le nuvole balene che spruzzano coriandoli di rosso magenta e di velluto. (Eccoli i fogli che trasudano coniugazioni nuove di liquido miele ed eros: in ogni direzione, venti verbali cancellano soliloqui ed incertezze) (appendice)

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….dove un lupo mannaro finalmente tramuta nella brezza del mattino: il volto è liscio e senza ombre di ardori e occulti mal di luna. (Un vago ululato s’accuccia benevolo all’angolo del foglio. Tenui riposano le voci) p.s. Le lucciole brillano nelle notti timide e serene. (carlo rao)

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Nuvole Balene

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(Marina mi chiede di cantare) La sento respirare, i nostri pensieri si voltano le spalle. Isotta ha nella pancia un bimbo che sa già di noi, che aspetta una passeggiata nel sogno delle cose. Se femmina si chiamerà Marina per riconciliarmi con l’Adriatico.

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Sei rugia rugia dosa vellu tata tata rivolosa di bave e strepitosa di gridolini e ach che sono il tuo universo fonetico la tua semantica.

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Al tuo sorriso rosa gengiva soltanto la certezza del calore qualche carezza (la leggera tenerezza di sdrucciole e bisdrucciole cucite insieme quasi per giocare)

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Così compie un anno la mia perfetta dadaista. Sgambettando dentro le stagioni ha compiuto il suo primo giro intorno al sole.

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Oggi è tornato a trovarci il cane Guido. Ieri Marina tragedie. Diffidano ancora. La sera mi ha chiesto di lui, della mamma. Ha deciso lei il nome Guido, per questo lo sente più suo.

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(Illuminazioni di Marina: una volpe sfilatasi di dosso il bosco attraversa lo specchio della porta )

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Marina mi chiede di cantare. La nostra autista ha sorrisi impermeabili. L’automobile è rossa, viviamo l’enigma dell’autunno. Persino le Murge compunte si spiegano nei finestrini. Serissime.

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(Zone limitrofe al bosco) Si leva alta la luna e mi accompagna lungo il sentiero che delimita il bosco una paura animale. Che il bosco conosce.

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Di notte presumo nel bosco un esercito di geometrici gufi inappuntabili guardiani della notte.

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Dolcissima Billy Holiday mi manchi nel baccano dei grilli o anche un sax un po’ tosto. Meno male che il bosco è sufficientemente brutale perché disapprovo l’idillio.

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La nebbia ammorbidisce le montagne confonde i sei sensi. Anche il bosco sparisce. Poi piano piano ci cancelliamo nel sonno.

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Lungo la collina di Canosa scivola una luna senza nubi. Dalle profondità del buio la canzone domestica di un cane si spande morbida come una brezza di primavera.

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Le vie aprono squarci a Canosa da cui si guarda la pianura e in fondo alla strada giocano a carte la soldataglia dei romani sotto il sole feroce di Cartagine.

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Cerchiamo funghi sotto una coperta di sentimenti e di liane: ce ne sono, dove più fitta è la foresta e umbra di squisiti o affardellati di venenum (ma guarda, come le parole)

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Le colline intorno a Spinazzola Ne beviamo le forme accese e solitarie. Sfiorano le pendici dell’autunno. Il sole di novembre è dolce e sguazza nei discorsi. Si stagliano possibilità orizzonti.

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E’ puro miracolo se torna a splendere il giorno e la primavera ritorna, e le piogge di aprile disegnano nuove pozzanghere per una stupita felicità, per riflettere il cielo che torna azzurro. Che importa il momento del distacco, se un giorno con altri occhi guarderemo aprile che torna.

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A primavera ritorna il drago scorre nel silenzio il sangue la foglia un destino tutto accorre puntuale.

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E’ un vertebrato silenzio e si perde (l’ancora fila diritta si fa trasparente la notte) elettrico (e mi stupisco di questa parola) laterale destro

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(Spero in eros) La bellezza del corpo è il movimento: la palpabili stagioni del malleolo i clic della pupilla una ringhiera sul vuoto la tensione dei muscoli sotto la rugiada del cielo.

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(lucida clorofilla! spunti dalle transenne del cuore per farmi un cenno con la mano per annunciarmi che lo sai che non ci sono)

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(nel silenzio candido dei corpi dai mille dispetti)

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Infine riprendere la giacca e uscire. Sperando nella pioggia, in una scrosciante pulizia del vago sentimento di assenza di sostanziale leggerezza.

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Eccoti tutta fenomenologia e attillata nei jeans che esaltano i tuoi turgori le primaverili proteine specchio della primavera malia di liquirizia.

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Sebbene le profondità vi restino ignorate e appena si delineino nel turgore della carne le sue essenziali componenti una macchina fotografica darà pace al convesso movimento del corpo eccoti il livello fenomenico la fissità che cancella ogni apparenza nel fuoco della levigata compattezza della carta finalmente placata e mia l’immagine ti dona un’assenza dall’incolmabile spessore.

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Come vorrei che fosse: morbida è al senso tattile la predominanza e buona ecco il versante gustativo che dice la sua reclama la ciliegina e leggera da mettere le ali al cuore e accendere i buoni fuochi della mente.

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(Nuvole balene) che cosa ami dunque? amo le nuvole che passano laggiù, le meravigliose nuvole Charles Baudelaire Si accordano per altre latitudini necessità geografiche di miele congiunture di limoni e mare che s’increspa in tatuaggi chiari.

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Inventano direzioni alla base c’è un vento ci sono venti verbali che spirano dalla parte e fogli bianchi che si riempiono di nuvole

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Viaggiano tutta la notte (nessun pensiero nel cielo cagnaccio nero accucciato che sogna)

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(tu cielo viso pallido divertire o anche precipitazioni)

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In rotta verso occidente, le nuvole incrociano la regione dei pozzi: dentro un silenzio fittizio estremo su per un imbuto un cielo liquido fragili apparizioni di falene e lievi da specchiare nuvole balene.

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(Prodromi al bianco: una teoria del lupo mannaro) Attendo la congiunzione di Orione coi pesci una dettagliata fertilità che gorgheggi nei versi sottili, che dica ecco il bagliore del vuoto.

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Ecco la frutta di stagione dispotica e ipertrofica ben allineata accanto ha scaffali palpabili la mia mente ne consulto una pesca la sfoglio come se fosse un cielo scrivo sul foglio: pesca questa è una pesca ma una distonica lingua sussurra: guarda: è bianco.

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E nell’assenza di fragori, dal foglio si leva un tenero ululato che rispecchia le bave il pelo ripido del desiderio una traccia, una morbida traccia nell’involucro fatuo dei giorni critto e grafo da bravo mannaro

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Indice: pretext pag 4 marina mi chiede di cantare pag 8 zone limitrofe al bosco pag 15 spero in eros pag 26 nuvole balene pag 33 prodromi al bianco pag 38 Paolo Polvani è nato nel 1951 a Barletta, dove vive. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: Nuvole balene, ediz. Antico mercato saraceno, Treviso 1998; La via del pane, ediz.Oceano, Sanremo 1999; Alfabeto delle pietre, ediz. La fenice, Senigallia, 1999; Trasporti urbani, ediz. Altrimedia, Matera 2006; Compagni di viaggio, ediz. Fonema, Perugia 2009; Gli anni delle donne, e-book, edizioni del Calatino, 2012. Un inventario della luce, ediz. Helicon 2013. Sue poesie sono state pubblicate da numerose riviste. E’ presente nell’antologia Dentro il mutamento, edito dalla casa editrice Fermenti nel 2011 e in numerose antologie tematiche, tra cui Il ricatto del pane, ed. CFR, Rapa nui, ed. CFr, e 100 mila poeti per il cambiamento, Albeggi editore. Ha vinto diversi premi di poesie. E’ tra i fondatori e redattori della rivista on line Versante ripido, che pubblica alcuni tra i poeti più interessanti del panorama letterario italiano e internazionale. Fa parte dell’associazione Autorieditori che promuove la pubblicazione e la diffusione della poesia.

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E’ consentita la duplicazione di quest’opera, purché venga effettuata integralmente. La pubblicazione parziale deve, ovviamente, citare la fonte.

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Questa pubblicazione è stata realizzata in collaborazione con AUTORIEDITORI.COM AUTORIEDITORI.COM è una associazione culturale senza fini di lucro nata con lo scopo di selezionare e sostenere la diffusione di opere letterarie creando un rapporto diretto tra autore e lettore.. Per collaborazione e informazioni entra nel sito: www.autorieditori.com Pagina facebook: https://www.facebook.com/aefghj?fref=ts