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La terapia medica nutrizionale (MNT) unacomponente fondamentale della gestione deldiabete e delleducazione allautogestione.
Oltre al suo ruolo nel controllo del diabete,sia lEASD sia lADA riconosconolimportanza della nutrizione come
componente essenziale di uno stile di vitasalutare complessivo.[Standard italiani per la cura del diabete mellito 2009-2010. TERAPIA MEDICA
NUTRIZIONALE, pagg. 43-46]
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Le persone affette da alterazioni glicemiche o diabetedevono ricevere, preferibilmente da un dietologo o da un
dietista, esperti in terapia medica nutrizionale (MNT) deldiabete ed inseriti nel team diabetologico, una terapiamedica nutrizionale individualizzata al fine diraggiungere gli obiettivi terapeutici.
La consulenza dietologica deve tenere in considerazionele esigenze personali, la disponibilit ai cambiamentidelle persone con alterazioni glicemiche o diabete.
Un approccio multispecialistico necessario perintegrare la terapia medica nutrizionale in un picomplessivo programma terapeutico.
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R Garantire al paziente un adeguato apporto incalorie e nutrienti, per ottenere un ottimale
stato di salute generale;
R Ottenere e mantenere livelli glicemici il pipossibile ottimali;
X Prevenire, ritardare o trattare fattori di rischio
o complicanze legate alla nutrizione;
R Mantenere la qualit di vita migliore possibile
per il paziente.ADI-AMD Gruppo di studio diabete e nutrizione.
RACCOMANDAZIONI PER LA TERAPIA MEDICA NUTRIZIONALE DEL DM
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Nel diabete tipo 1:
Garantire un apporto ottimale in calorie ecarboidrati in funzione alla terapia insulinica
praticata e allo stile di vita; istruendo e
responsabilizzando gradualmente il paziente
allautogestione.
Nel diabete tipo 2:
Stimolare la modifica dello stile di vita volto adottenere una riduzione ponderale e mantenerla
nel tempo.
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Fondamentale quindi la conoscenza, daparte del team diabetologico:
- dei principi nutritivi
- della metodologia di approccionutrizionale, dallanamnesi alimentare allaraccolta delle abitudini alimentari delpaziente fino alla elaborazione della dietache deve essere integrata con consigli dieducazione alimentare importanti quantola dieta stessa
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La TNM include:
valutazione dei comportamenti nutrizionalimedici e sociali
elaborazione di un programma nutrizionale
basato sui normali comportamentialimentari
elaborazione di un programma di
autocontrollo della malattia diabetica valutazione dei risultati della terapia
[ADI-AMD Gruppo di studio diabete e nutrizione. RACCOMANDAZIONI
PER LA TERAPIA MEDICA NUTRIZIONALE DEL DIABETE MELLITO]
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FABBISOGNO CALORICO
Le calorie introdotte con la dieta devonogarantire il mantenimento e/o il
raggiungimento di un appropriato peso
corporeo negli adulti, una normale crescita nei
bambini ed un adeguata copertura deifabbisogni in gravidanza.
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FABBISOGNO CALORICO
Nei soggetti sovrappeso o obesi si consiglia unamoderata riduzione dellapporto calorico giornaliero(300-500 kcal/die) associata ad un modestoincremento del dispendio energetico (200-300
kcal/die) favorenti un lento ma progressivo caloponderale (0,45-0,90 kg/settimana).
Sono sempre sconsigliate diete drastiche, fortementeipocaloriche, che determinano perdita di massamuscolare.
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FABBISOGNO PROTEICO
Le proteine dovrebbero fornire il 10-20% dellecalorie giornaliere (pari a 0,8 - 1,2 g/kg/die).
In caso di microalbuminuria o nefropatiaconclamata ridurre lapporto a 0,7 - 0,9 g/kg/die,(mentre si sconsigliano apporti inferiori favorentirischio di malnutrizione) a cui aggiungere leperdite urinarie di proteine se cmacroproteinuria.
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GRASSI
I grassi forniscono un elevato apporto energetico,di cui un consumo eccessivo pu indurre unaumento del peso corporeo.
Pertanto lapporto di grassi con la dieta devecontribuire pernon pi del 35% allenergia totalegiornaliera prestando attenzione quali- e
quantitativa dei grassi introdotti.
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GRASSI
Lapporto giornaliero di grassi saturi deve essere
inferiore al 7-8%. Luso di acidi grassi trans deve esseredrasticamente ridotto.
Il colesterolo introdotto con la dieta non devesuperare i 200 mg/die.
Preferire il consumo di monoinsaturi il cui apportopu variare dal 10 al 20 % dellenergia totalegiornaliera.
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GRASSI
Lintroduzione di almeno 2 porzioni alla settimana dipesce deve essere raccomandata, poich fornisceacidi grassi n-3 polinsaturi.
La quota di grassi polinsaturi del tipo omega 6(contenuti principalmente negli oli di semi) va ridotta ameno del 10 %
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CARBOIDRATI
I carboidrati sono la principale fonte di energia perle nostre cellule, ma anche il nutriente che pi diogni altro influenza la glicemia.
Pertanto lapporto di CHO con la dieta deve fornireil 45-60% della quota calorica giornaliera,preferendo alimenti a pi basso indice glicemico
(pasta, pane integrale, riso parboiled e legumi) earricchendo il pasto con alimenti ricchi in fibre(frutta, verdura e legumi)
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Al momento non esistono evidenze per suggerire luso
di diete a basso contenuto di carboidrati (ovvero conuna restrizione al di sotto dei 130 g/die) nelle personecon il diabete.
Sia la quantit sia la qualit dei carboidrati dei cibipossono influenzare la risposta glicemica. Controllarela quantit totale dei carboidrati, attraverso luso dellediete a scambio o con il conteggio dei carboidrati,
una strategia chiave per lottenimento del controlloglicemico nel paziente insulino-trattato con unoschema multidose giornaliero (basal bolus).
CARBOIDRATI
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FIBRE
La dieta ricca in fibre (almeno 15-20 g/1000 kcal),preferibilmente idrosolubili, e/o con basso indiceglicemico si dimostrata efficace nel migliorare ilcontrollo glicemico e lipidico dei pazienti con
diabete mellito e utile nella prevenzione secondariadel diabete.
In particolare pazienti in sovrappeso od obesi
possono beneficiare delleffetto saziante di questoalto apporto di carboidrati e fibre..
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IG: Il concetto dellindice glicemico basato sulladifferente risposta del glucosio ematico alla
somministrazione orale di un determinato alimento cheapporta 50g di carboidrati, rispetto alla somministrazionedi 50g di glucosio
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CARICO GLICEMICO:
IGdiunalimento*CHOcontenutinellalimento
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VITAMINE e MINERALI
Il fabbisogno di micronutrienti del paziente diabetico analogo a quello della popolazione generale.
E consigliabile incrementare il consumo di cibi ricchi insostanze antiossidanti (tocoferoli, carotenoidi, vitaminaC e flavonoidi) in quanto laumento dello stressossidativo incrementa il rischio cardiovascolare ed ildiabete viene considerato una malattia con aumentatostress ossidativo. Pertanto deve essere consigliato ilconsumo giornaliero di 5 o pi porzioni di vegetali
e/o frutta.
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SACCAROSIO
Come per la popolazione generale, lapporto di zuccheriaggiunti non deve superare il 10% della quota caloricagiornaliera; apporti maggiori contribuiscono al noncontrollo glicemico, alla ipertrigliceridemia e allaumentodel peso corporeo.
Sono comunque da utilizzare preferibilmentenellambito di un pasto specialmente se ricco in fibre eda includere comunque nella quota giornaliera delle
calorie e dei carboidrati in sostituzione di alimenti abasso contenuto in fibre e/o alto indice glicemico. Sonosconsigliate bibite contenenti saccarosio o glucosio,consentite solo in caso di crisi ipoglicemiche.
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DOLCIFICANTI
I dolcificanti acalorici (saccarina, aspartame,
acesulfame K, sucralosio) non nutritivi, sonosicuri quando consumati in quantit giornalieremoderate.
SALE
Come per la popolazione generale, i pazientidiabetici dovrebbero ridurre il loro apporto di sale
a meno di 6 g al d. In caso di ipertensionebisogner considerare una restrizione pimarcata del sale a non pi di 3 g/die.
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ALCOOL
Una moderata introduzione di alcol, fino a 10 g/die nelle
donne e 20 g/die negli uomini, accettabile se ilpaziente desidera bere alcolici. Lassunzione di alcoldovrebbe essere limitata nei soggetti obesi o conipertrigliceridemia e sconsigliata nelle donne in
gravidanza e nei pazienti con storia di pancreatite.
Lassunzione di alcol nei pazienti che sono trattati coninsulina deve avvenire nel contesto di pasti che
comprendono cibi contenenti glucidi, per prevenire,soprattutto durante la notte, il rischio di pericoloseprolungate ipoglicemie.
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ACQUA
Fondamentale risulta anche lapporto di acqua
che, come nella popolazione generale, si deve
attestare tra 1,5-2 litri al giorno.
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[Standard italiani per la cura del diabete mellito 2009-2010.
TERAPIA MEDICA NUTRIZIONALE, pagg. 45]
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Differenze fra tipo 1 e tipo 2
Diabete di tipo 1 e 2: stesse indicazionigenerali. Eventuale differenza nellapportocalorico giornaliero.
Non esistono alimenti che il diabetico nonpu assumere: solo questione di quantit
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TMN nel DM2
Il diabetico di tipo 2 deve essereincoraggiato ad uno stile di vita
(alimentazione + attivit fisica) che permetta
di perdere e/o mantenere un adeguato peso
con lobiettivo di ottenere:
Buon controllo glicemico
Controllo dei grassi nel sangue
Controllo della pressione arteriosa
Riduzione e controllo delle complicanze
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Attivit fisica:
Movimento corporeo prodotto dalla contrazione dimuscoli scheletrici che richieda una spesaenergetica in eccesso rispetto alla spesaenergetica a riposo.
Esercizio fisico:
Movimento corporeo programmato, strutturato eripetuto, eseguito allo scopo di migliorare o
mantenere una o pi componenti in buona formafisica.
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Esercizio aerobico:
Movimenti ritmici, ripetuti e continui degli stessi
grandi gruppi muscolari per almeno 10 minuticiascuno. Gli esempi comprendono camminare,andare in bicicletta, corsa lenta, nuoto, eserciziaerobici acquatici e molti sport.
Esercizio contro resistenza:
Attivit che utilizzano la forza muscolare per
muovere un peso o lavorare contro un carico cheoffre resistenza.
[US Department of Health and Human Services: Physical Activity
and Health. A Report of the Surgeon General, 1996]
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Al fine di migliorare il controllo
glicemico, favorire il mantenimento di unpeso corporeo ottimale e ridurre il rischio
di malattia cardiovascolare, sono
consigliati almeno 150 minuti/settimana
di attivit fisica aerobica di intensitmoderata (50-70% della frequenza
cardiaca massima) e/o almeno 90 minuti/
settimana di esercizio fisico intenso(>70% della frequenza cardiaca
massima).
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Lattivit fisica deve essere distribuitain almeno 3 giorni/settimana e non ci
devono essere pi di 2 giorni
consecutivi senza attivit.
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Nel diabetico tipo 1 il fabbisogno insulinico aumentato dalla sedentariet ed ridotto dallattivitmotoria. La fisiologia insegna che linsulina facilitata nel compito di promuovere lutilizzazionedel glucosio da parte delle cellule muscolari se
queste sono sottoposte ad attivit motoria.
Pertanto si incoraggia lo svolgimento di una attivitfisica possibilmente programmata nel paziente di
tipo 1 con relativo aggiustamento della terapiainsulinica.
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Nel diabete tipo 2, lesercizio fisico contro
resistenza, associato a moderato caloponderale, si dimostrato efficace nelmigliorare il controllo glicemico e alcuni
parametri della sindrome metabolica e nelcontrastare la perdita di massa muscolare.
[Snowling NJ, Hopkins WG. Diabetes Care 2006; 29:2518-2527]
[Zanuso S, et all. Acta Diabetol 2009;Jun 3. Pubblicato online]
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Un recente trial ha confermato comeprogrammi misti conferiscano un beneficioaddizionale sul controllo glicemico e su alcuni
fattori di rischio nei diabetici tipo 2 nei
confronti dei programmi di sola attivitaerobica o contro resistenza.
[Sigal RJ et all. Effects of aerobic training, resistance training, or both on
glycemic control in type 2 diabetes: a randomized trial. Ann Intern Med
2007;147:357-369]
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Lintroduzione di un programma di attivitfisica in soggetti non allenati, gravemente
obesi tramite esercizi graduali controresistenza quali piccoli pesi, pu consentire
lavvio di attivit aerobiche, favorendo ilpotenziamento muscolare, laumento della
capacit aerobica e il calo ponderale.
[Standard italiani per la cura del diabete mellito 2009-2010.
ATTIVITA FISICA, pagg. 41-42]
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opportuno intensificare lautomonitoraggio
glicemico prima, eventualmente durante(esercizio di durata > 1 ora), e dopo
lesercizio fisico. Devono essere fornite
indicazioni relative alla necessit diintegrazione con carboidrati e alla gestione
della terapia ipoglicemizzante.
[Standard italiani per la cura del diabete mellito 2009-2010.
ATTIVITA FISICA, pagg. 41-42]