Post on 15-Feb-2019
ILARIA SICA
L’anno 2010 è iniziato con ‘una macchia’ per il nostro paese. Il 7 gen-naio infatti, si è diffusa la notizia del ferimento di un africano a Rosar-no, comune di circa 15
mila abitanti, della provincia di Reggio Calabria. Nel giro di alcune ore un gruppo di circa trecento extracomunitari che lavoravano saltuariamente co-me braccianti agricoli nelle campagne della Piana di Gioia Tauro a Rosarno per la raccolta di agrumi, si sono riversati lungo la via Nazionale inscenando una rabbiosa manifestazione di protesta,con intralci
alla circolazione stradale e cassonetti per la raccol-ta di rifiuti solidi urbani e numerose autovetture bruciate. La protesta si è trasformata in una vera e propria rivolta a mano a mano che altri extracomu-nitari raggiungevano il centro del paese. La volontà di reagire covava da tempo nella colonia di lavora-tori ammassati nella struttura della città, in condi-zioni ai limiti del sopportabile, e di altri nelle stes-se condizioni a Gioia Tauro in locali dell'Ex Opera Sila. A Rosarno si registrano cinquemila immigrati, in gran parte irregolari, pagati 20 euro al giorno per circa 14 ore di lavoro a raccogliere agrumi.
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Le parole servono a comunicare un messaggio, u-n’idea, un sentimento, un’opinione. Più dell’ immagine le parole lasciano spazio alla fantasia, lasciano alla mente la possibilità di vedere al di là dei propri occhi, di carpire i sentimenti più nascosti. Quando si descrive e si ricercano i termini più giusti, variandoli nei suoni, ricercando quello più adatto, noi facciamo una operazione di scelta tra un numero infinito di parole che riempiono i nostri dizionari, una parola per ogni oggetto che la
nostra scelta fa vivere e animare di vita propria. Le parole hanno un potere im-menso, quello di raccontare, di convin-cere, di esporre un problema, di modifi-
care le realtà dei fatti, dipende dal punto di vista di chi espone, dipende dall’intento che si pone. Impa-rare a scrivere è ciò che ogni ragazzo dovrebbe porsi come ideale. Chi legge, scrive bene e sa e-sporre le proprie idee, in un mondo competitivo come il nostro, sapere quello che si vuole dalla vita e saperlo dire con le parole giuste fa la differenza tra il vincente e il perdente, tra chi è protagonista e chi comparsa.
Carmela Liotine
Redazione: Classe 2B Direttore : prof.ssa Carmela LIOTINE
NUMERO UNICO
Anno Scolastico
2009-2010
Scuola Secondaria di 1° Grado “Michelangelo” Bari
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Ammucchiati in ex fabbriche senza acqua e sen-za luce, sfruttati da imprenditori e mafiosi, dimen-ticati da enti locali e istituzioni regionali e nazio-nali. Questo trattamento non è giusto, gli immigrati arrivano in Italia con la speranza di trovare un lavoro che nel loro Paese non c’è, sopportando viaggi estenuanti ed estremi. Per arrivare in Italia ed iniziare una nuova vita sono disposti a sacrifi-care tutto quello che hanno ma finiscono per esse-re discriminati e offesi nella loro dignità. E’ ne-
cessario allora lavorare, sia a livello politico sia a livello quotidiano per ricostruire una immagine di vita umana dignitosa,senza discriminazioni, dove ogni uomo possa vivere con un lavoro onesto e pagato giustamente perché è proprio la mancanza di un'etica del lavoro che ha portato ai fatti di Rosarno. Gli ita-liani forse do-vrebbero iniziare a ragionare e ad interrogarsi sin-ceramente sui loro comporta-menti!
Il 12 gennaio 2010 Haiti è stata devastata da un sisma di grado 7 scala Richter che ha provocato al-meno 150000 morti e oltre 200000 feriti. Oltre alla devastazione, ad Haiti si sta verificando l’agghiacciante fenomeno dei furti di bambini. Dopo il sisma, infatti, è stata denunciata dagli operatori sanitari la scomparsa di un numero imprecisato di bambini ricoverati in ospedale. L’Unicef ha ufficial-mente denunciato che nell’isola continuano a ”scomparire” bambini. Le ipotesi sono raccapriccianti: adozioni illegali,
traffico di organi e pedofilia. Il 31 gennaio 2010 la polizia di Haiti ha arrestato al confi-ne con S. Domingo 10 cittadini americani apparte-nenti alla chiesa Battista dell’Ohio che stavano por-tando fuori illegalmente dal paese 33 bambini, dai 2 mesi ai 14 anni, senza alcuna autorizzazione, né do-cumenti, né certificati di adozione. I 10 americani dopo l’arresto hanno dichiarato che i 33 bambini erano orfani e che li stavano trasferendo
presso un orfanotrofio ancora da costruire a S. Domingo. Successivamente, è stato provato che questi bambini non sono orfani. I 33 piccoli scomparsi sono stati affidati a ”SOS villaggi” per poi ricongiungerli se possibile, alle loro fa-miglie. Viviamo un nuovo anno zero, una nuova strage degli innocenti. Piccoli fiori strappati alla vita. Sorrisi negati, sguardi perduti, manine tradite dai moderni Erode. S. Luca nel suo vangelo ci dice che il regno di Dio è negli uomini, tutti gli uomi-ni, non pochi eletti. Dobbiamo continuare a cre-derlo per cambiare il mondo.
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Scuola Secondaria di 1° grado “ Michelangelo” - Bari Redazione: Classe 2^B
Numero UNICO 2009-2010
Ladri di bambiniLadri di bambiniLadri di bambiniLadri di bambini Basile Antonella
Se dicono che il nero smagrisce, di certo il petrolio
non ha lo stesso effetto sul fiume Lambro.
Nel 23 febbraio 2010 dei contenitori di petrolio in
un ex raffineria sono stati svuotati e il contenuto ha
cominciato a ricoprire le acque del fiume.
Le conseguenze sono gravissime. Infatti “L’oro nero”,
non essendo bio-degradabile, non sarà facile da smal-
tire e ha già ucciso flora e fauna.
Un deputato della lega nord ha detto: “ La priorità è
che vengano stabilite in tempi “padani” le responsabi-
lità, perché questo
scempio non passerà
certo senza nomi e
cognomi dei colpevo-
li.”
Per cercare di blocca-
re il flusso di petrolio
si stanno usando tutti
i mezzi possibili: aspi-
ratori, dighe, muri di
cemento e, come ulti-
ma invenzione, pareti
assorbenti .
Ma se quest’ultima
trovata funzionasse,
come smaltiremmo
queste pareti?
Probabilmente qualcuno incaricherebbe la N’dran-
gheta dello smaòtimento, come è successo per le navi
dei veleni in Calabria.
Ma la Terra è la nostra casa e dobbiamo trattarla co-
me se lo fosse non come un cestino surriscaldato che
emette gas nocivi nell’atmosfera e che uccide i suoi
abitanti.
Quindi credo sia dovere di ogni cittadino difenderla
anche con piccoli gesti quotidiani , come dividere la
spazzatura, non buttare le carte per terra e dare qual-
che piccolo aiuto finanziario a campagne per la prote-
zione della natura.
Fiume Lambro ricoperto da petrolio Vincenzo Ferrara.
Ci sentiamo imbrogliati, paghiamo cari prodotti scadenti, nocivi alla salute. Nonostante le normati-ve siano severe ogni giorno i mezzi di informazio-ne riportano notizie di prodotti alimentari venduti in condizioni precarie di igiene o prodotti adulterati in qualche modo, a volte sono scaduti da tempo, a volte gli ingredienti elencati nelle etichette non so-no chiari e noi non capiamo cosa sia la “lecitina” o i nomi strani di sostanze chimiche che non ci fanno
certamente bene. Così beviamo il lat-te che contiene antibiotici o mangiamo pol-lame nutriti con gli O.G.M, oppure vegeta-
li pieni di anti-crittogamici, o conserve di po-modoro piene di parassiti che subiscono strani trattamenti e diventa-no prodotti tipici. In America ci sono molte persone che diventano obese, perché mangiano ogni giorno nei McDo-nald, dove il cibo è pieno di grassi animali e il co-lesterolo festeggia. Il cibo è un problema, ci sono posti dove si muore di fame o di sete e posti dove ce n’è tanto e il problema è dimagrire. Anche il popcorn non può essere più venduto nei cinema perché gli italiani stanno raggiungendo il traguardo dei più grandi obesi del mondo. Guardiamo sugli scaffali dei negozi quanta scelta c’è, dobbiamo imparare a gestirci per star bene in salute, imparare dai nostri nonni e nutrici con intel-ligenza.
DOBBIAMO SAPERE Federico Fasano
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Colto in flagrante …… Un maresciallo poco raccomandabile
In un paesino nei pressi di Lecce, un maresciallo stava tornando a casa dopo una stancante giornata lavorativa. A un certo punto, camminando, nota una donna che camminava da sola. Scambiandola per una prostituta inizia ad offrirle soldi in cambio di una prestazione. Lei però continuava a rifiutare infastidita tentando di allontanarsi. Alla fine l’uomo ha deciso di passare ai fatti e si è spogliato davanti a lei in mez-zo alla strada con passanti di tutte le età che assistevano alla scena.
È poi venuto fuori che lei era una ispettrice di poli-zia. Si deve sottolineare il fatto che colui che voleva la prestazione era un rappresentante della legge che, pur conoscendo le normative, non le ha rispettate. Se si vuole che il cittadino sia rispettoso delle leggi
per primi i rappresentanti del-le forze dell’ordine devono dare il buon esempio, questo per non incorrere nel famoso proverbio: “predica bene e razzola male”.
Dario Vacca
Leggo sul corriere che sono dieci i delfini morti tra il Basso Veneto e le spiagge delle Marche in soli dieci giorni. Gli esperti temono si tratti di un viru-sma le altre possibili cause di spiaggiamento sono il TBT (un prodotto chimico molto tossico usato per impedire agli organismi marini di attaccarsi alle chi-glie delle imbarcazioni) o i sonar dei sottomarini. I cetacei sono stati trovati tutti in avanzato stato di de-composizione, per cui non è stato possibile accertare le cause della morte o stabilire se vi sia una relazione tra i ritrovamenti. Leandro Stanzani, segretario generale della Fonda-zione Cetacea, l’organizzazione di Riccione dedita alla tutela dei cetacei dice: “Il fatto strano è che, es-sendo esemplari giovani, le cause naturali sono me-no evidenti. Quando i delfini invecchiano fanno più fatica a nutrirsi, sono più soggetti alle malattie, sono maggiormente infestati dai parassiti e, alimentando-si, accumulano più metalli pesanti.” Insomma, per cause naturali e ambientali dovrebbero morire i vec-chi, non i giovani. L’ultima grande moria era avve-nuta nel 1991, quando sulle spiagge di tutto il Medi-terraneo arrivarono i corpi senza vita di oltre cinque-cento esemplari di delfino comune. Quella volta si trattò di un virus del ceppo del morbillo. Per indagare il fatto è scattata l’operazione delfino: quattro uomini del Corpo forestale e un biologo pat-tuglieranno in elicottero le coste dell’Adriatico (da Ravenna a Pescara) in cerca di un cetaceo morto di recente da portare alle università di Padova e Bolo-
gna per un’autop-sia illuminante. Per ora hanno trovato solo una grande quantità di materiale plasti-co, di mucillagine e altri rifiuti che potrebbero costituire un grave pericolo per i cetacei (e non solo). E’ la prima volta che il Corpo Forestale si spinge sino in mare. All’Ispettorato generale del Corpo Fo-restale di Roma spiegano: “La nostra attività princi-pale si svolge sulla terraferma ed è mirata alla tutela e alla liberazione delle tartarughe; nel caso dei ceta-cei, invece, interveniamo in genere per recuperare i resti di quelli spiaggiati o per portare gli esemplari feriti nei delfinari”. Fa male vedere morire animali che nell’immaginario collettivo rappresentano la libertà e la gioia di vive-re, li pensiamo giocare sull’acqua, amici dell’uomo e non vittime del suo comportamento incivile. L’ uo-mo sta distruggendo se stesso e il mondo in cui vive con una politica scellerata e incosciente, ma se si devasta il mare credendolo una pattumiera immensa per i suoi veleni, se la pesca sconsiderata, troppo spesso illegale impoverisce la fauna, prestissimo ne pagheremo le conseguenze. Per ora tocca ad inno-centi animali che finiscono la loro esistenza carcasse sulle spiagge.
DELFINI SPIAGGIATI IN ADRIATICODELFINI SPIAGGIATI IN ADRIATICODELFINI SPIAGGIATI IN ADRIATICODELFINI SPIAGGIATI IN ADRIATICO Giuseppe Sisto
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STELLE STELLINE
BRILLATE TUTTE VICINE
FATE IL GIROTONDO
INTORNO AL NOSTRO MONDO
LA STELLA BLU
HA IL NASO ALL' INSU’
LA STELLA GIALLA
PURTROPPO BALLA
TUTTE LE STELLE
SONO COME SORELLE
E NOI CHE SIAMO BAMBINE
VI SENTIAMO VICINE.
Le stelle bambine Deborah Luceri
Eccola, è lei, Angela
passa davanti alla classe.
La guardo e i suoi occhi
mi fanno battere
il cuore all’ impazzata.
Bum Bum BUM! Lei non sa di me, vorrei che
Vincenzo la vedesse ma
quel lunghissimo secondo
è già passato. Sfortuna.
BUM Bum Bum. La lezione di Storia dell’ Arte
che mi attira sempre tanto
per quel lungo attimo ha
perso ogni briciola
d’ interesse.
Dario Vacca
E quel bambino,
con problemi,
lo definiscono "diverso"
diverso in che?
E' un bambino come noi,
ride come noi,
piange come noi,
diverso in che?
La natura sfiora le sue labbra,
e il sorriso dolce
di chi diverso non è.
La bianca colomba dall'ala spezzata vorrebbe tornare a volar verso il sole,
vorrebbe di nuovo librarsi nel cielo,
ma sa che è una gioia lontana.
Osserva rapita le altre colombe che ad ali spiegate volteggiano felici.
Poi una di loro si volge a guardarla
e anche le altre la osservano in silenzio.
La prima decide di andare
e tutte la seguono,
ben presto raggiungono la loro sorella ferita.
Adesso la bianca colomba non è più sola
e le dolci compagne sorreggono le fragili ali
per farla volare di nuovo.
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La colomba dall'ala spezzata
De Santis Giorgia
Ilaria Sica
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In un tranquillo paese, in un’ isola nota come
Kamachacuta, accadono di tanto in tanto cose
strane ……….. Tutto incominciò il 10 ottobre 2010, in una piazza come tante altre, chiamata Kit-kat ( dal nome dell’omonima cioccolata). Dei tizi noti come Vinzkent van Paz (uno scienziato) , Munk
Paladino (uno che si crede un super eroe) e Dar-Spakka (con due cappa) si sono incontrati casualmente. “Allola, kualkuno za dilmi ke giorno è oggi?” disse Van Paz. “E’ il giorno di salvare qualcuno!” disse Munk. “Zitto Paladino, non dile ztupidazzini” rispose. “E’ il 10 ottobre 2010 Vinzkent” disse Dar-spakka. Queste tre persone erano considerate dagli abitanti di Kamacha-cuta molto strane ed erano tenute alla larga. Due ore più tardi lo scienziato Vinzkent van Paz rientrò nel suo laboratorio segreto, un castello situato in cima a una collina che si affacciava sul mare, un posto terrificante. “La mia più glande invenzione zta pel ezzele completata” disse lo scienziato. Egli stava finendo di inventare un portale dimensionale che pote-va trasportare le persone e le cose in un universo parallelo. In quel momento Munk Paladino e Dar-spakka stavano cercando di entrare nel castello per fare uno scherzo a Vinzkent. “ Zi! La mia piu glande invenzione zta per ezzere completata”
disse lo scienziato, quando all’improvviso Munk e Dar entrarono nella stanza dell’esperimento e urlarono ‘bu’ . Van Paz , spaventato, cadde nel portale dimensionale e sparì. “Dov’è finito?” disse Dar-spakka. “Lo salveremo, entrando in quel portale!” rispose Munk Paladino. “Ma sei pazzo!?!” “No, sono un super eroe!” e i due si tuffarono nel portale dimensionale. Appena finirono lì, videro un vorticare di colori, che non poterono osservare perché si muovevano velo-cissimi .
Usciti da quel tunnel caddero su un pavimento metallico e, appena alzarono la testa, videro qualcosa di straordinario. Era un grattacielo di un chilometro che volteggiava in aria come un palloncino. Poi si guardarono intorno e videro degli esseri magrissimi e molto alti che, nonostante tutto, avevano un aspetto quasi umano. Davanti a loro c’era Vinzkent, anche lui sbalordito. “Ziii! Lo zapevo ke la mia invenzione ela la migliole!” disse “Ola ho zcopelto un univelso parallelo!” poi si girò e vide Munk Paladi-no e Dar-spakka.
Continua a pag . 7
Vincenzo Ferrara.
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Segue In un tranquillo paese in un’ isola nota come Kamachacuta ...
“Ehi, siamo qui!” dissero Munk e Dar . “Già che ci ziamo, pelkè non andiamo in un listolante di questo
pozto?” disse Vinzkent. I tre entrarono in un ristorante chiamato ‘Supèr ficò’. “Bùon giornò” disse un cameriere di nome Edivad Obretiv “cosà desideratè?”.
I tre rimasero sbalorditi da quello strano accento. “Pizzà” disse Dar-spakka. Poco dopo fu servita loro una pizza fatta di materiale metallico. “Ma che schifo…” disse Munk “…come faccio a mangiare questa stupida pizza di…” e non riuscì a finire la frase perché in quel mo-mento un tizio disse: “Uccidiamò il profanatorè del diò Pizzà!!” . Poco dopo fu servita loro una pizza fatta di materiale metallico. “Ma che schifo…” disse Munk “…come faccio a mangiare questa stupida pizza di…” e non riuscì a fini-re la frase perché in quel momento un tizio disse: “Uccidiamò il profanatorè del diò Pizzà!!” . Subito arrivò un tizio che sembrava un poliziotto: “Voì dovetè vènire con me….” Disse. Dopo dieci minuti arrivarono in una piazza e, al centro di essa, c’era un boia con un’ascia laser pronta ad andare a contatto profondo col collo. Colta l’occasione , i tre corsero verso il portale e si tuffarono lì dentro. Tornati a casa, raccontarono tutto ai cittadini, naturalmente nessuno credette a quell’ avventura. Arrivò la notte e i tre parlarono tra loro, “Folze dovlemmo nascondere il poltale, è molto pelicolozo!” dis-se Vinzkent e i tre annuirono. Da quel momento il portale dimensionale diventò l’oscuro segreto dell’isola di Kamachacuta
A l’origine, la
fête de Pâques
était fixée selon
l’ancien calen-
drier juif et ne
suivant pas le
calendrier ro-
main, utilisé de
nos jours.Les
chrétiens ont cé-
lébré la fête de
Pâques bien
longtemps en
même temps que
les Pâques juives.
Pâques: souvent synonyme de printemps, d'œufs au
chocolat pour les enfants et de friandises au choco-
lat pour les plus agés. C'est une bonne occasion
pour préparer un grand repas que vous partagerez
joyeusement avec votre famille ou vos amis. Avec la
joie de Pâques reviennent sur les tables les gâteaux
riches en œufs, et chaque région a sa tradition du
gâteau de Pâques. En Savoie, dans les Ardennes et
dans la Creuse, il n'était de Pâques sans soupe
dorée, ou soupe rousse, c'est-à-dire, des tranches de
pain blanc, ce qui était
déjà une friandise,
trempées dans le lait et
les œufs, puis dorées au
beurre à la poêle. Le lundi de Pâques,
jour où l'on organise
des parties de cam-
pagne, toute famille
méridionale s'apprête à
faire le plat traditionnel. L'omelette pascale se pré-
pare aux fines herbes ou, plus délectable encore,
avec des rouelles de saucisson coupées en petits
dés. Vous pouves trouver aussi l'agneau de Pâques
A tous, je souhaite de joyeuses Pâques !
Les recettes de Pâques en France
Ilaria Sica
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Ed ecco che a Bari va in onda al cinema dal 27 No-vembre 2009, il famoso film che tutti aspettavano :”Cado Dalle Nubi” del noto pu-gliese di Capurso: Checco Zalone. Il film parla di un cantante(Checco) che desidera ar-
dentemente entrare nel mondo dello spettacolo e a-vere un successo come tutti i grandi artisti. Ma una cosa lo fa stare male:l’abbandono dopo sette anni della sua ragazza, Angela che lo credeva un fallito. Così ,disperato segue il consiglio dello zio di andare a Milano da suo cugino Alfredo che divide l’apparta-mento con Manolo il suo compagno, dato che è o-mosessuale ma nessuno della famiglia lo sa. Checco in un negozio di strumenti musicali cono-sce una ragazza, Marika, di cui si innamora per-dutamente. La sua è una storia senza speranza in quanto Marika ama il suo professore. Ad una fe-sta con Checco, si ubriaca e lo bacia facendogli credere di essere interessata a lui. Checco ingenuo immagina di essere corrisposto e si reca a casa della ragazza senza sapere che i genitori di lei so-no leghisti e odiano i meridionali.
Nel frattempo Checco si reca ai provini dello show televisivo “I Want You”, purtroppo arriva in ritardo e il discografico si rifiuta di vederlo e ascoltarlo. Disperato per aver perso l’unica occa-sione, decide di tornare a Polignano ma il suo vi-deo viene visto da alcuni talent scout e Checco alla fine partecipa alla sfida in TV e vince il pri-mo premio, così diventa subito ricco e famoso proprio come nel suo sogno di gloria. Alla fine le cose vanno per il verso giusto: Marika capisce di essere innamorata di Checco e i due si sposano in una chiesa di Polignano. I genitori di Marika sono felici per la loro figlia e Alfredo confessa ai suoi genitori la sua omosessualità. La fortuna di questo film è l’amore della Puglia per il suo dialetto e la figura del protagonista sprovveduto e candido fino all’inverosimile. E’ una bella favola con il lieto fine come piace a tutti i romantici. Chi snobbava l’attore si è dovuto ricredere, la sale erano pienissi-me come non si vedeva da tem-po, sintomo che una bella risata fa bene al cuore.
CADO DALLE NUBI Partecipazione del barese: Checco Zalone Maddalena Dentamaro
Il cinema sembrava ormai in crisi, superato dalla televisione ma la trasformazione con le multisale, con l’uso degli effetti sempre più spe-ciali, hanno fatto sì che la magia si sia rinnovata e andare al cinema è tornato ad essere un richiamo irresi-stibile ad ogni età. Un film divertente, dissacrante in alcune scene ma poeti-co e rassicurante in altre è :”Genitori & figli: agitare bene prima dell’u-
so”. Protagonisti due coppie d’ecce-zionale bravura: Silvio Orlando e Lu-ciana Littizzetto, Michele Placido e Margherita Bui.
La storia è quella in cui molte famiglie si ritrovano ogni giorno: convivere e combattere con i figli ado-
lescenti, con le crisi, le incomprensioni, le aspirazioni, le confusioni che sono proprie dell’età giovanile ma che a volte gli adulti non hanno mai superato del tutto. Si ride e si pensa, ci si commuove e ci si specchia. Considerando che uno dei protagonisti è un insegnante di Lettere, è stato particolarmen-te coinvolgente per me che vivo il doppio ruolo di madre di due adolescenti e quello di docente. Chi ne sa più di me?
Carmela Liotine
Genitori & figli: Agitare bene prima dell'uso
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Arriva nelle sale il film “Hachiko”,tratto da una sto-ria vera. È interpretato da Richard Gere: un cucciolo di Akita(razza canina)viene spedito non si sa dove da un cinese. Arrivato a destina-zione la gabbia si rompe, il
cucciolo scappa e viene trovato da un professore di musica. Questi porta a casa con lui e lo na-sconde nel salotto, il cucciolo rivela la sua pre-senza con guaiti e la moglie sa di avere un ospi-te . Per giorni cercano il proprietario ma alla fine lo tengono con grande gioia del marito e del-la figlia. Ogni giorno il professore per andare al lavoro deve prendere il treno e il cane fin da pic-colo lo segue fino alla stazione e aspetta il suo ritorno davanti all’ingresso. Passano gli anni,la figlia mette su famiglia e il cane non smette di andare alla stazione. Un giorno come tanti, il ca-ne accompagna il padrone ma questi non torna
più indietro. Il cane però continuerà ad andare alla stazione per aspettare il suo padrone fino a quando non muore anche lui. A lui venne dedi-cata una statua proprio nel punto dove lui si fer-mava sempre ad aspettare il suo padrone. Questo film dimostra come il cane sia davvero il miglior amico dell’uomo. E l’uomo? E’ il miglior amico del cane?Non è sempre così. Infatti nelle Black List sono elencate le razze potenzialmente pericolose, perché molte volte le persone compra-no gli animali senza considerare che non sono giocattoli ma esseri da accudire ed amare. Parlia-mo poi degli abbandoni durante il periodo estivo, gli amici dell’uomo si trovano per strada e fini-scono vittime di auto in corsa. Alcune razze vengono usate per i combattimenti tra cani, altri vengono usati come cavie per gli esperimenti, altri privati del pelo che finisce come ornamen-to sui cappotti invernali. Chi è più “animale” tra il cane e l’uo-mo?
Ludovica Meneghella
Paranormal Activity Katie e Micah sono una giovane coppia che si è trasferita da poco in un appartamento e inizia ad es-sere disturbata da qualcosa nel bel mezzo della not-te. Un esperto del settore viene consultato e rivela che quello che li tormenta non è un semplice fanta-sma, ma un demone che si ciba di energie negati-ve.Micah decide allora di piazzare una videocamera nella loro stanza da letto per vedere quello che acca-de mentre dormono. Nella prima notte la porta si chiude e apre da sola, poi per un paio di notti non succede nulla. Una notte lei si sveglia e rimane in piedi di fronte al letto per due ore poi va in giardino e si siede sulla sedia a dondolo. Il giorno dopo lei non ricorda niente. Un'altra notte mentre dormono Katie viene tirata fuori dal letto mentre la porta si chiude sbattendo. Qualche notte dopo Katie si sveglia di nuovo nel bel mezzo della notte e rimane immobile per 2 ore poi scende giù e inizia a gridare. Micah si sveglia di colpo, scende giù e viene scaraventato sulla videocamera. Katie ha
una macchia di sangue sulla pancia, si avvicina a Micah, gli annusa il collo poi guarda la videocamera s o r r i d e e s i l a n c i a s u l m a r i t o . In Italia sono state tagliate 812 scene perché troppo i m p r e s s i o n a b i l i . La pubblicità diceva"Il film che ha terrorizzato l'America». «Non riuscire-te più a dormire» questi erano gli slogan scelti per il lancio italiano di “Paranormal Activity”, un modo come un altro per attirare la gente ad andare al cinema. Al contrario di cosa diceva la locandina "non riuscirete a dormire la notte " noi abbiamo dormi-to bene e abbiamo visto di peggio.
Annalisa Giuliano Vanessa Di Tanno
F.Fasano M. Palladino
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La musica esiste da tempi molto antichi, sicuramente da prima ancora che ne rima-nesse traccia storica. Non c'è stata civiltà che prima o poi non abbia sviluppato un proprio sistema musi-
cale, o che non ne abbia adottato uno seppure adat-tandolo alle sue necessità e ai suoi gusti La parola musica deriva dalla parola greca moysa, "musa". L'idea occidentale di musica è quindi generalmente collegata alle muse, e in questo senso alludeva ad ogni scienza ed arte che risveglia l'idea di cosa per-fetta, gradevole e ben ordinata. Il problema della determinazione dell'epoca che ha visto nascere la musica è ovviamente connesso con la definizione di musica che si sceglie di adottare. Mentre, infatti, per avere un sistema teorico di organizzazione dei suoni, collegato a pre-cisi riferimenti estetici, dobbiamo attendere l'antica Grecia, per la prima comparsa di sin-goli ingredienti, come la produzione volonta-ria, anche tramite stru-menti, di suoni da parte dell'uomo, dobbiamo risalire al paleolitico. Alcune testimonianze in que-sto senso possono essere dedotte da numerosi ritro-vamenti in osso e in pietra interpretati come stru-menti musicali. Tali sono gli strumenti neolitici scoperti nelle vicinanze di Dalat in Vietnam. In mancanza di testimonianze dirette o mediate, qualche ipotesi sulla forma che assumeva la musica primitiva può anche essere dedotta dall'osservazio-ne di popoli il cui stadio di sviluppo è ancora simile a quello delle culture preistoriche ad esempio gli indios brasiliali, gli australiani aborigeni, alcune p o p o l a z i o n i a f r i c a n e . Si può presumere che le primissime forme di musi-ca siano nate soprattutto dal ritmo: magari per imi-
tare battendo le mani o i piedi, il cuore che batte, il ritmo cadenzato dei piedi in corsa, o del galoppo, o magari alterando, per gioco e per noia, le fonazioni spontanee durante un lavoro faticoso e monotono, come per esem-pio il pestare il grano raccolto per farne farina, o il chinarsi per r a c c o g l i e r e piante e semi, ecc. Per questi motivi, e per la relativa facilità di costruzione, è molto probabile che i primi strumenti musicali sia-no stati strumenti a percussione, e presumibilmente q u a l c h e v a r i a n t e d i t a m b u r o . Le versioni più antiche e primitive ritrovate consi-stono in un tronco cavo, privo di fessura ma appog-
giato trasversalmente sopra una buca nel terre-no, che forse veniva suonato dai suonatori per-cuotendolo con i piedi mentre stavano in piedi su di esso. Oggi la musica è un una voce importante nell’e-conomia in tutto il mondo, legato ad esso c’è un apparato fatto di musicisti, che usa strumenti ormai anche super tecnologici, c’è che scopre talenti, chi prepara le carriere di musicisti emer-genti, chi decide cosa deve piacere al pubblico,
chi prepara spettacoli di quelle che ormai non si possono più definire “canzonette”, queste infatti mettono in moto una quantità enorme di danaro. Una volta si distingueva tra la musica colta e la canzonetta, ancora oggi la musica lirica raccoglie gli in-tenditori di un genere che ha visto gli italiani al vertice co-me autori ed interpreti ma la musica leggera continua ad essere la più conosciuta in as-soluto.
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La nona edizione di Amici di Maria De Filippi è iniziata il 26 settembre 2009 e va in onda su Canale 5 da lunedì a venerdì dalle 16.15 alle 16.50 il sabato con la puntata speciale dalle 14.00 alle 16.00.Il programma va in onda dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 18.00 su Premium Extra. Dal 28 dicembre Amici appro-da anche sul canale “Iris” tutti i giorni dalle 2-0.00 alle 21.00.Alcune novità di questa nona edizione sono l’assenza della classe di recita-zione e la formazione di cantanti lirici nella ca-tegoria cantanti. Hanno anche deciso di asse-gnare tre borse di studio di un anno che darà la possibilità ai ragazzi della categoria ballerini di frequentare l’Accademia di Josè Limon a New York, il Teatro San Carlo di Napoli e il Boston Ballet. Ci sono stati cambiamenti an-che per quanto riguarda il corpo insegnanti che sono:Loretta Martinez, Charlie Rapi-no,Hans Camille Vancol e Giuseppe Carbone. Il regolamento prevede che i 22 ragazzi suddi-visi in 2 squadre (del sole e della luna)si af-frontino ogni settimana in una serie di sfide tra i componenti di squadre opposte. La squadra vincente è immune da sfide da parte degli sfi-danti esterni che vogliono entrare nella scuo-la. Il primo in classifica è immune a tutte le sfide anche se è un componente della squa-dra perdente. Il passaggio al serale non avvie-ne tramite la classifica ma tramite un esame valutato dalla commissione (il primo in classifi-
ca va automaticamente al serale). Quando arrivano al serale vengono suddivisi in altre 2 squadre (i bianchi e i blu) ognuna con 7 com-ponenti, che, nel corso della serata, si sfidano e si determina la squadra vincente che nomi-na un componente della squadra opposta da sfidare ogni volta viene eliminato un concor-rente tramite il televoto del pubblico. Alla fine si restringe sempre il cerchio dei componenti. Il premio consegnato al vincitore è di 200.000 euro. Dalla descrizione sembra un program-ma che non faccia parte della televisione spazzatura ma molto spesso la trasmissione viene interrotta da liti varie: ad esempio la pro-fessoressa Celentano entra sempre in contra-sto con il professor Garrison (entrambi inse-gnanti di danza) ,oppure nel pomeriggio le squadre si esibiscono separatamente e alla fine il pubblico può parlare con gli studenti magari anche criticandoli, e anche qui si apro-no spesso liti che però la conduttrice non fer-ma, a meno che il litigio non diventi troppo se-rio, trasformando il programma in un dibattito. Ovviamente, le critiche e i litigi provocati in-tenzionalmente sono progettati apposta per attirare l’attenzione del pubblico facendo in-crementare gli ascolti televisivi. Questo pro-gramma si può definire diseducativo in quanto tende ad insegnare ai giovani ad essere com-petitivi, su argomenti futili. La vita reale è fatta di gente che fa lavori di altro genere, inoltre alimenta speranze di gloria e fama che rara-mente si realizzano nel mondo dorato ma ef-fimero dello spettacolo. Troppo spesso si di-venta meteore che brillano per pochissimo tempo e poi si torna alla vita monotona di tutti i giorni.
TELEVISIONE SPAZZATURATELEVISIONE SPAZZATURATELEVISIONE SPAZZATURATELEVISIONE SPAZZATURA
MAZZOTTI CHIARA MENEGHELLA DOMIZIANA
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Il sessantesimo anno del Festival di Sanremo, condotto da Antonella Clerici, ha raggiunto un ascolto di 11 milioni e mezzo di telespettato-ri. Questo è stato dovuto anche da-gli ospiti internazionali come Jen-nifer Lopez, Bob Sinclair, i balleri-ni di Michael Jackson. La puntata che ha avuto più successo è stata l’ultima, che ha raggiunto 12 mi-lioni di spettatori. I cantanti prefe-
riti sono stati Malika Yann, Irene Grandi, Cristicchi, Arisa e tanti altri. Ma alla fine, proprio quando la Clerici diceva il nome dei tre finalisti, il pubblico ha cominciato a fischiare e l’orchestra a lanciare gli spartiti sul palco dissentendo con il giudizio del tele-voto. A questo punto, la conduttrice non sepeva più che fare, in quanto si era formato un grande caos. Così hanno fatto entrare Maurizio Costanzo, che per dare fine a ciò, ha iniziato a parlare di altro. Le can-zoni andate in finale sono state quelle di Valerio Scanu, Marco Mengoni e infine quella di Pupo, E-manuele Filiberto e il tenore Luca Canonici. In più le
canzoni di Pupo e Valerio Scanu erano state all’inizio
eliminate, ma grazie al ripescaggio sono ritornate in gara. Alla fine della puntata, Antonella ha letto la classifica conquistata dai concorrenti: al primo po-sto, Valerio Scanu (PER TUTTE LE VOLTE CHE…), al secondo posto Pupo, Emanuele Filiberto e il tenore (ITALIA AMORE MIO) e infine Marco Mengoni (CREDIMI ANCORA). Mentre il trio can-tava per l’ultima volta la loro canzone, si sono sentiti nuovamente i fischi provenienti dal pubblico. Nei giorni successivi però si sono messi in discussione due argomenti: primo, come mai per due anni conse-cutivi hanno vinto due concorrenti del programma di “Amici”, secondo, come mai Emanuele Filiberto è arrivato al secondo posto se era stato eliminato e poi ripescato. Quello che penso io è che una persona si valuta in base alla bravura e non se ha partecipato ad “Amici”, “X Factor” o ad altre trasmissioni di suc-cesso tra i giovani. Su Emanuele Filiberto, penso che il suo successo sia stato legato a ciò che rappresenta, un discendente di casa Savoia ma c’erano cantanti più validi a cui non è stato attribuito il giusto merito.
Benedetta Guido
Valerio Scanu con la canzone “Per tutte le volte che..” è il vincitore della 60° edizione del Festival di Sanremo. Al secondo posto si è classificato il trio formato da Pupo, Emanuele Filiberto di Savoia e Luca Canoni-ci, con la canzone “Italia amore mio” ed al terzo po-sto Marco Mengoni. La serata finale è stata caratterizzata dalla contesta-zione delle canzoni arrivate alla finale che ha visto i componenti dell’orchestra gettare sul palco gli spar-titi. La scelta delle tre canzoni è stato il risultato della combinazione tra il televoto e la votazione tecnica dell’orchestra che ha dimostrato con quel gesto di aver votato canzoni diverse dalle tre classificate, co-me quelle di Malika e Noemi . Valerio Scanu deve ringraziare anche Alessandra Amoroso, infatti il duetto tra i due è stato uno tra i più apprezzati delle serate precedenti alla finale.
Il trio invece ha rischiato di vincere per merito del televo-to ed è stato fischiato per aver presentato una canzone assai banale, interpretata da un principe e non da un cantante di professione, quindi ha vinto la popolarità del cantante e non la canzone. Ogni anno il Festival di Sanremo fa parlare di sé, nel bene e nel male, ma bisogna riconoscere che rimane un grande spettacolo che va avanti da sessanta anni. La prima cosa che salta all’occhio è che questa edi-zione di Sanremo si presenta come una grossa ope-razione di “svecchiamento” portando in televisione artisti seguiti da migliaia di fan sparsi per tutto il paese. La presenza del finalista di “X Factor” Marco Mengoni era risaputa, ma in qualche modo non stu-pisce la presenza di Noemi e Valerio Scanu che ha incollato alla televisione una fascia di età general-mente poco attirata da Sanremo. Ciò non accadeva da “secoli” !
Ilaria Filannino Giulia Abrescia
Il 25 giugno 2009 si è spenta una leggenda di nome Michael Jackson. La popstar più famosa al mondo ha smesso di respirare. Si trovava a Los Angeles e ha avuto un arresto car-diaco. Con lui si spegne un pezzo di storia della musica. Alla notizia della morte di Michael Ja-
ckson la mia reazione è stata del tipo “Non ci
credo, sarà la solita bufala che gira in
rete” poi la notizia è rimbalzata da una parte all’-altra dell’etere arrivando anche in tv. Quello che dobbiamo ricordare di lui è la sua musica, non le polemiche, gli scandali. Era un cantante, un bal-lerino ma anche molto di più: era un artista, era Michael Jackson. Per alcuni Michael è morto molti anni fa, quando per lui è iniziato il declino coinciso con i tanti incomprensibili interventi chirurgici per modificare il suo aspet-to. La musica ha fatto parte della sua vita sin dal 29 agosto 1958, anno della sua nascita nella città di Gary, Indiana. Del resto come poteva essere altri-menti con un padre che suonava la chitarra e una madre che cantava. Ed è proprio nell’atmosfera fa-miliare più intima che sono nati i Jackson Five per opera di Joseph Jackson, padre di Michael. Si parte
con piccoli show locali per arrivare ad un contratto con l’etichetta discografica Mo-town. Poi iniziano a farsi sempre più insistenti le voci di molestie ai minori da parte di Jacko. Per mettere fine alle voci e dichiarare al mondo la sua normalità il 26 maggio 1994 si sposa con Lisa Marie Presley, figlia del ben noto Elvis. Solo due anni dopo il divorzio. Michael si sposa allora con la sua infermiera che gli darà due figli. Dopo l’attacco alle Torri Gemelle a New York, Mi-chael scrive una canzone dedicata alle vittime di
quella tragedia. Raccoglie intorno a sé 40 star e registra il brano “What More
Can I Give?” . La canzone viene pre-sentata ufficialmente il 25 ottobre 2001 a Whashington durante un concerto per beneficenza. All’apice del successo è obbligato a mettere all’asta i suoi cimeli perché è cominciata la sua discesa, poi, come un miraggio, la notizia dei cinquanta
concerti estivi di cui restano solo le prove. Poi la sua morte improvvisa e ancora polemiche. Di lui rimangono i grandi successi del passato sperando che possano mettere da parte tutte quelle notizie negative e tutte le immagini della sua malattia. Non è quello il Michael Jackson che vogliamo ri-cordare,ma il grande artista che tutto il mondo ha conosciuto come “re del pop”.
Michael Jackson LUCERI DEBORAH
Marco Masini nato a Firenze nel 1964. La sua carriera inizia nel 1990 quando vince il Festival di Sanremo nella categoria di nuove proposte con "Disperato". L'anno successivo si piazza al
terzo posto con"Perchè lo fai". In alcune canzoni suscita molte polemiche via del linguaggio esplici-to. Nel 1993 esce l'album “T'innamorerai” apprezzato sia in Italia che in Spagna nonostante le numerose
critiche con un pezzo contenente un “vaf”. An-che l'album "Il cielo della vergine" in Spagna
"el cielo del virgo" ha riscosso molto successo. Nel 1998 Marco con Mario Manzari esce l'album “Scimmie”.Nel 2004 vince Sanremo con la canzone "L'uomo volante" Idolo dei giovanissimi per la musica e il linguaggio graffiante ma gradito anche ai più avanti con gli anni per la faccia da bravo ragazzo. Si è fatto un nome consacrato anche dalla partecipa-zione ripetuta a “Sanremo”
F. Fasano M. Palladino F. Fasano M. Palladino F. Fasano M. Palladino F. Fasano M. Palladino
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La moda – detta anche storicamente costume
-nasce solo in parte dalla necessità umana cor-
relata alla sopravvivenza di coprirsi con tessuti,
pelli o materiali lavorati per essere indossati. In
realtà l’abito assunse anche precise funzioni
sociali, per distinguere le varie classi e le man-
sioni sacerdotali, amministrative e militari. Nel
seicento la moda si diffuse in modo lento, per
poi accelerare il suo sviluppo. Prima e dopo
quel secolo, guerre, viaggi,matrimoni, lettere di
signori, e perfino spionaggio, furono i sistemi
più usuali per conoscere nuove fogge.
La moda dell’antichità e la moda di oggi
La moda è bellezza, è dettaglio, è precisione e fol-lia, è un gioco con un solo scopo:osare. Al giorno d’oggi può essere considerata quasi come una for-ma d’arte, e ormai è parte integrante del nostro vivere. C’è chi la segue senza nemmeno accorger-sene, e addirittura chi la considera come una reli-gione, un vangelo, una legge rigida da osservare in ogni minimo dettaglio. La moda è sempre,la moda è ovunque,è tendenza,e per alcuni può di-ventare uno stile di vita. Ma l’aspetto più impor-tante di questo fanatico mondo sono i suoi bellis-simi abitanti:le modelle. Altezzo-se,magrissime,pallide,perfette da capo a piedi sfi-lano impeccabili verso la strada del successo. Così splendide e impareggiabili,ma così irreali. Forse proprio l’assenza dei difetti le fa apparire quasi come delle Barbie: belle, si ma in fondo fatte di plastica . Quelle ragazze che dovrebbero essersi appena alzate dal letto in uno stato impeccabile, non esistono, e il famoso “trucco naturale”è solo il frutto di decine di colori sfumati tra loro con estrema precisione. La persuasione che i media hanno sulle persone soprattutto gli adolescenti può indurre a problemi come il necessario bisogno della chirurgia estetica o il rifiuto del nostro cor-po, che in alcuni casi può sfociare anche nell’ano-ressia.
Attualmente tra i grandi della moda possiamo citare Calvin Klein, Valentino, Ralph Lauren, Coco Chanel i cui abiti sono
il sogno segreto di tutte le donne del mondo.
Beate chi può permetterseli!!!
La nonna diceva:
La moda non è un’opinione vestiti be-La moda non è un’opinione vestiti be-La moda non è un’opinione vestiti be-La moda non è un’opinione vestiti be-ne e farai un figurone.ne e farai un figurone.ne e farai un figurone.ne e farai un figurone. Bianco, verde e rosa guardati allo spec-Bianco, verde e rosa guardati allo spec-Bianco, verde e rosa guardati allo spec-Bianco, verde e rosa guardati allo spec-chio e chio e chio e chio e sembrerai una sposa.sembrerai una sposa.sembrerai una sposa.sembrerai una sposa.
G. Abrescia I. Filanninno
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Abiti degli anni VentiAbiti degli anni VentiAbiti degli anni VentiAbiti degli anni Venti
In una tavola degli anni Venti per la rivista parigina "Art, Gout, beaute", alcuni modelli per Una sera al Casinò. Gli abiti si caratterizzano per il taglio dritto e la linea essen-ziale: il tessuto cade dalle spalle senza sottolineare né il seno né i fianchi. Le gonne sono ancora lunghe, ma rivela-no le caviglie e parte del polpaccio.
Abiti di Ralph LaurenAbiti di Ralph LaurenAbiti di Ralph LaurenAbiti di Ralph Lauren Lo stile di Ralph Lauren, che rea lizza abita per uomo e donna sin dal 1971, si caratterizza per l'eleganza discreta e aristocrati-ca. I due modelli della foto fan-no parte della collezione prima-vera-estate 2005.
Nel 1925 Chanel era occupata ha creare il suo primo tailleur nero, e centocinquanta abiti primaverili di Molynneux dan-zavano sulle passerelle. Nel 1940 la Levis realizzava i suoi famosi jeans, che successiva-mente diventarono il denomi-natore comune delle ribellioni giovanili Nel 1970 Mary Quant inventava la minigon-na,mentre dominavano pop art
e flower power ,disegni geo-metrici ricchi di colore e fanta-sia. E nel 2008,nelle grandi metropoli come nelle piccole città,tutti,seguono l’affascinan-te,intricato e frenetico mondo della moda. Dai tessuti grigi ai pastelli; dal rosso Valentino all’attuale moda; dal rosa shocking al nero sul nero; ne abbiamo viste di tutti i colori.
Sfilata di Calvin Klein dal 1968 (anno in cui lanciò la maison
che porta il suo nome) a oggi, Calvin Klein si è imposto come
uno dei marchi di punta nel mondo della moda, anche grazie a
campagne pubblicitarie di grande impatto visivo. le sue colle-
zioni si distinguono per la scelta di sposare alta sartorialità e
sofisticatezza ad abiti sportivi o casual, come in questo modello
in seta presentato a New York nella collezione autunno/
inverno del 2001.
Nell'ambito dello studio dell'alimentazione che stiamo affrontando, ci siamo recati, con la docente di scienze, la prof.ssa Miscioscia, nel labo-ratorio per effettuare esperimenti sulla ricerca di alcuni principi nutritivi negli alimenti. Inizialmente abbiamo fatto dei test per il riconoscimento del glucosio e dell'amido e poi abbiamo ricercato gli stessi negli alimenti. L'esperienza è stata molto interessante perché ci ha per-messo di vedere, nella pratica, ciò che avevamo appreso in teoria.
1° Esperimento: ricerca del glucosio negli alimenti: Materiale occorrente:Porta provette; provette; mela; miele; cipolla; patata; acqua distillata; reattivi
feeling A e feeling B. Procedimento:Dopo aver introdotto in ciascuna delle 4 provette gli alimenti, si aggiunge acqua distillata e
successivamente 25 ml di Feeling A e Feeling B mescolati nel Becker. Si mescola tutto con una spatola e si introducono le provette in una vasca termostatica a 70°C per alcuni minuti. Inizialmente la colorazione è blu nelle 4 provette.
Osservazione: E’ avvenuto un viraggio di colore : il miele è diventato rosso-arancio come anche la mela; verde la cipolla e blu la patata.
Conclusione: Gli alimenti più ricchi di glucosio sono il miele e la mela .
2° esperimento: ricerca dell’amido negli alimenti:
Materiale occorrente: Porta provette, provette, tintura di iodio; farina, fecola di patate, farina di grano, farina di mais, fagioli e fave tritate, banana. Procedimento:Prendiamo il porta provette, posizioniamo le provette nell’ ap-posito contenitore. Mettiamo nella prima provetta un pezzetto di banana, nella seconda i fagioli tritati, nella terza farina di grano, nella quarta facola di patate, nella quinta farina di mais, sempre in quantità minima. Aggiungiamo la acqua distillata formiamo la soluzione, aggiungia-mo tintura di iodio. Mettiamo il porta provet-
te nel termostato a 70°c. Dove ci sarà più presenza di a-mido ci sarà un viraggio. Dopo qualche minuto togliamo il porta provette dal termostato.
Osservazione: Dove c’è la fecola di patate il colore è tra il rosso-bruno e violetto come anche nella banana, solo che in quest’ulti-ma il viraggio avviene più velocemente mentre nelle altre più lentamente.
Conclusione: La banana è l’alimento più ricco di amido.
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Mirko Sisto Sonia Del vecchio
Ormai e’ sulla bocca di tutti, sia patiti che
non! La Champions league è già arrivata agli
ottavi, con sfide molto cruenti,
i posticipi sono tutti molto emo-
zionanti con squadre di alto li-
vello che portano le italiane a
fronteggiare le favorite alla
vittoria della coppa, come: Mi-
lan-Manchester United o Inter-
nazionale-Chelsea e Bayer mo-
naco-Fiorentina . Alcune partite
sono già state disputate con la delusione del
Milan (perdente per 2-3)e della Fiorentina
(2-1)che hanno perso svolgendo comunque
una grande partita. Per la prima sono bastati
solo 8 minuti per portare i padroni di casa in
vantaggio con uno strabiliante Dinho autore
del primo goal, sono stati però penalizzati
dalla rete dell’Inglese Scholes che ridà’ fi-
ducia al Manchester. Nel secondo tempo si
vedono solo gli ospiti che con una doppietta
del boomber Wayne Rooney porta
il Manchester in vantaggio . Il Mi-
lan ci crede solo al 85 con un goal
del subentrato Seedorf di tacco.
Fiorentina da nobel ingannata da
un pessimo arbitraggio di Ovrebo
che concede all’89 del secondo
tempo un goal di Klose in netto
fuorigioco. Inoltre è da mettere in
evidenza l’espulsione del giocatore fiorenti-
no Gobbi per presunta gomitata, senza ac-
corgersi del netto fallo dell’attaccante te-
desco autore del secondo goal del Bayern. Il
posticipo Internazionale – Chealsea si è di-
sputata mercoledì 24 del mese di febbraio e
ha visto la vittoria dell’ Inter, squadra che
ha vinto gli ottavi. Chi il vincitore finale?
Champions League delle Italiane Alberto MORCAVALLO, Davide VITERBO
I gusti e i segreti del ragazzo Kakà
Il suo vero nome è Ricky, deve il suo nome d’ arte al fratello Digao. Anche lui gioca a calcio, insieme sono i “Leite Brothes”. Non sa solo giocare a calcio, ha confessato di avere un debole an-che per il nuoto, l’atletica e la ginnastica. A scuola andava bene, soprattutto perché sua madre, un’inse-gnante, minacciava di non farlo più giocare. Il suo principale avversario, è sempre stato Ronaldinho. In Brasile era sempre chiamato anjino (angioletto) ma se avesse davvero le ali volerebbe in un cielo azzurro invece di usare il campo di calcio. Fra il verde di un campo e il giallo di una coppa non avrebbe dubbi: entrambi poiché sono i colori della bandiera brasiliana. Piatto preferito italiano: pasta (se il mister lo permette). Parola preferita italiana: zuzzurellone. Posto preferito per un viaggio: Bora Bora.
Dario Vacca
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