Nodi teorici

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NODI TEORICI ATTUALI

Dalla PSICOLOGIA DELL’ETÀ EVOLUTIVA alla PSICOLOGIA

DELLO SVILUPPOUn cambiamento significativo

CARATTERISTICHE E CRITICITA’ della psicologia

dell’età evolutiva:

FASE DI EVOLUZIONE

FASE DI STABILITÀ

FASE DI INVOLUZIONE

Età infantile e adolescenza

Età adulta Età senile

Domina la prospettiva adulto-centrica:

L’adulto è considerato il punto di arrivo (carattere teleologico);

Bambino e adolescente sono considerati adulti non ancora compiuti, mentre l’anziano è un adulto che perde capacità.

Progressivamente gli studi hanno messo in discussione in discussione tale prospettiva.

Età adulta

Anche in età adulta si verificano mutamenti nelle funzioni psichiche che possono influenzare profondamente una persona, sia sul piano lavorativo sia in quello affettivo.

L’adulto può realizzare nuovi apprendimenti e sviluppare nuove capacità, competenze, abilità.

L’età adulta non garantisce il raggiungimento della maturità né di uno sviluppo ottimale!

Età senile Gli studi sull’età senile hanno dimostrato come l’anziano

non sia soltanto un adulto che sta progressivamente perdendo importanti facoltà intellettive e capacità sociali.

Studi neurofisiologici: grande plasticità neuronale del cervello umano, capace di ristrutturazioni importanti anche in età senile si verificano nuove acquisizioni.

Studi osservativi: il declino delle funzioni psichiche non è inevitabile! Esso è legato a condizioni personali, familiari, sociali e lavorative anche gli anziani sono capaci di nuove ristrutturazioni, sviluppi e modificazioni!

Cosa viene messo in discussione?

Età infantile

Gli studi sullo sviluppo del bambino hanno messo in evidenza come il processo di sviluppo non è mai lineare, ma anzi è diseguale, ricco di progressioni alternate a pause, digressioni e, a volte regressioni.

Lo sviluppo delle funzioni psichiche nel corso delle prime fasi di sviluppo ha una sua specificità e non può essere compreso in relazione ad un teorico modello di riferimento adulto

Quali aspetti vengono ridefiniti nel nuovo orientamento?

Il cambiamento e il punto di vista

Il cambiamento non è confinato nelle prima fasi della vita prospettiva dell’arco di vita (Baltes e Reese, 1986)

Il cambiamento avviene nel tempo: passato, presente, e futuro.

Viene superato il punto di vista adulto- centrico specificità del funzionamento psichico nelle varie fasi dell’arco di vita

Modelli di spiegazione: ieri ….oggi

IeriVisione deterministica, uni-causale e lineare

Comportamentismo: determinismo ambientale. Il comportamento è determinato dalle stimolazioni ambientali (S-R; Watson, 1930; Dollard e coll., 1939 : ipotesi frustrazione-aggressività ).

Psicoanalisi: il comportamento è il risultato dell’azione della pulsione sessuale (Eros) e della pulsione di morte (Thanatos). Vissuto relativo al rapporto con le figure genitoriali.

Oggi

Visione multi – causale, probabilistica e interazionista Visione sistemica e dinamica dell’individuo e

dell’ambiente e della relazione tra loro. Le interazioni tra variabili si modificano nel

tempo. Ogni variabile può essere allo stesso tempo

causa ed effetto. Prospettiva probabilistica. Percorsi di sviluppo varietà interindividuale

Cosa ha determinato il cambiamento nei modelli di ricerca ?

Contributo delle scienze fisiche

Contributo della psicologia

Il contributo delle scienze fisiche

Visione sistemica Sistema insieme di elementi in interazione

dinamica tra loro; l’interazione cambia nel tempo. Nuovo modo di considerare le variabili: non più

relazioni lineari tra variabili ma reciproche modificazioni e interazioni lungo il tempo.

Salta la rigida distinzione tra variabili indipendenti e variabili dipendenti ogni variabile può essere causa ed effetto.

Il contributo delle scienze fisiche

Da qui l’impossibilità di predire l’effetto di un mutamento nel sistema, una causalità certa e lineare, dal momento che tutti gli elementi del sistema si influenzano reciprocamente .

È d’obbligo un’ottica probabilistica. Assumere il punto di vista probabilistico impone

la necessità di conoscere:

1) I diversi elementi in gioco,

2) Le regole che governano le loro interazioni e le loro possibili modificazioni.

Il contributo della psicologia

Per l’elaborazione di modelli probabilistici e multicausali sono stati importanti anche i contributi riconducibili a due grandi aree:

1. Gli studi che hanno considerato il ruolo strutturante della mente umana;

2. I modelli che hanno adottato una visione interazionista e sistemica.

1)Ruolo strutturante della mente umana: La mente umana è in grado di elaborare le informazioni e dare

significato al mondo; Essa è REATTIVA e PROATTIVA, in quanto non si limita a

reagire alla stimolazione ambientale, ma è capace di riorganizzare le sue relazioni con l’ambiente e l’organismo.

ESEMPI: Costruttivismo di Piaget: il soggetto costruisce l’intelligenza che

costituisce il mezzo privilegiato per l’adattamento all’ambiente. Werner : attraverso lo sviluppo mentale l’essere umano realizza

un equilibrio sempre più stabile e flessibile nel suo rapporto con la realtà.

Vygotskij: la mente umana si struttura utilizzando gli strumenti elaborati dall’umanità svolge il proprio ruolo attivo nel rapporto con il proprio ambiente.

Il contributo del cognitivismo. L’approccio HIP delinea l’immagine di un bambino e

di un uomo con abilità cognitive estese, differenziate e precoci.

Oltre l’approccio HIP Bruner afferma che limitare l’analisi ai processi di elaborazione delle informazione non consente di comprendere la complessità del funzionamento della mente umana, in particolare si trascura il fatto che questa esplica la sua attività nel dare senso al mondo e alla realtà che lo circonda e tale processo è culturalmente connotato.

2)Modelli interazionisti e sistemici:

LEWIN - TEORIA DEL CAMPO (1951): il campo è inteso come la totalità dei fattori coesistenti in un certo momento, considerati come interdipendenti.

Superando la contrapposizione innatismo vs ambientalismo, considera il comportamento dell’individuo funzione, in un momento dato, sia delle caratteristiche della persona sia di quelle dell’ambiente.

L’oggetto di studio diventa la RELAZIONE TRA INDIVIDUO ED AMBIENTE.

Ambiente inteso in senso PSICOLOGICO, ossia come esso è vissuto e percepito dalla persona.

BRONFENBRENNER – TEORIA ECOLOGICA DELLO SVILUPPO: riprende ed amplia la teoria di Lewin.

Propone il modello PERSONA-PROCESSO-CONTESTO, in cui sottolineava la reciproca relazione tra persona e ambiente (1979) enfatizzando l’importanza del contesto. Di recente ha messo in luce l’importanza della persona e dei processi di sviluppo che in tale relazione si elaborano (Bronfenbrenner e Morris,1998)

AMBIENTE ECOLOGICO, che viene rappresentato come un insieme di strutture concentriche:

MICROSISTEMA;

MESOSISTEMA;

ESOSISTEMA;

MACROSISTEMA.

Le nuove prospettive:i modelli

la concezione di ambiente e persona

I modelli

La psicologia dello sviluppo si sta orientando verso un modello di tipo probabilistico, olistico, interazionista, costruttivista.

Tale modello è il più coerente con l’evoluzione dei modelli delle altre scienze e l’unico capace di prendere in esame la complessità dello sviluppo umano.

Assunto di fondo (Magnuson e Stattin,1998), riguarda

La relazione tra l ’individuo e l’ambiente, i quali formano un sistema integrato e dinamico, di cui sia l’individuo che l’ambiente sono elementi inseparabili e che si influenzano reciprocamente.

Il principio dell’interazione dinamica è caratteristico sia dei processi che si realizzano all’interno delle strutture mentali, biologiche e comportamentali dell’individuo, sia dei processi che avvengono all’interno dell’ambiente, sia, infine dei processi che si realizzano nella relazione fra i fattori individuali e quelli ambientali.

In sintesi L’attenzione è sulla relazione reciproca che

si sviluppa nel tempo tra individuo-ambiente, i quali formano un sistema integrato e dinamico e sul ruolo strutturante dell’azione dell’individuo attraverso l’attività cognitiva.

Come vengono concepiti i due protagonisti di tale relazione: l’ambiente e l’individuo?

AMBIENTE

Definito come un sistema distinto in livelli differenti.

AMBIENTE PROSSIMALE: inteso come l’ambiente più vicino all’individuo. Esso è costituito dagli altri individui con cui la persona interagisce direttamente (familiari, amici, insegnanti, compagni di scuola, colleghi).

AMBIENTE DISTALE: ambiente più ampio, identificabile con l’ambiente sociale, culturale, economico, in cui l’ambiente prossimale è incluso.

Bronfenbrenner parla di ambiente ecologico.

Anche l’ambiente, così come l’individuo nella sua interiorità, si modifica nel corso dello sviluppo. Esso non è statico.

I mutamenti dell’ambiente sono determinati non solo dai grandi cambiamenti storici e/o sociali, ma anche dall’azione degli individui che contribuiscono alla costruzione dell’ambiente in cui vivono.

L’azione dell’individuo si svolge sia sull’ambiente prossimale (ad es. un bambino molto intelligente contribuisce a cambiare il contesto familiare, in quanto pone molte domande, propone molte attività; in più seleziona l’ambiente dei pari scegliendo, probabilmente, compagni con

uguale livello di intelligenza) sia su quello distale, in quanto sono gli individui stessi a costruire la cultura e la vita sociale (es. scelte politiche, il lavoro, la moda).

In tale prospettiva si privilegia l’analisi dell’ambiente così come esso viene percepito dalla persona, senza però dimenticare l’ambiente oggettivo.

L’analisi dell’ambiente percepito è fondamentale, in quanto sono le rappresentazioni e le costruzioni mentali dell’individuo a guidare la sua azione.

L’ambiente è una fonte di informazioni che la persona valuta ed elabora (es. i bambini aggressivi tendono a distorcere l’informazione proveniente dall’ambiente, soprattutto in situazioni di

ambiguità).

All’interno di uno stesso contesto ambientale è possibile distinguere tra:

AMBIENTE CONDIVISO: ambiente comune a tutti coloro che vivono in uno stesso contesto, in cui le esperienze hanno un impatto simile su tutti i suoi membri.

AMBIENTE NON CONDIVISO: le esperienze riguardano in modo diverso e specifico ciascun membro dello stesso contesto (es. il divorzio dei genitori ha un impatto diverso su ciascun figlio e per questo viene vissuto in modo specifico da ciascun membro).

Dunn e Plomin ritengono che le esperienze non condivise siano molto importanti in quanto delineano le differenze tra fratelli!

PERSONA Intesa come sistema che opera in modo attivo e finalizzato. Viene sottolineato il ruolo dell’attività della mente umana,

che conosce ed interpreta la realtà, utilizzando e costruendo simboli e segni all’interno di un certo sistema culturale.

Gli aspetti cognitivi, emotivi, affettivi e sociali sono intesi come strettamente connessi tra loro in interazioni reciproche.

Viene rivalutata l’importanza dei sistemi simbolici che l’uomo utilizza nella costruzione di sé e del proprio rapporto con il mondo (ad es. un evento biologico normale come la menopausa nella donna, può assumere significati diversi a seconda del modo in cui un determinato contesto culturale intende la donna e la

sessualità).

BIOLOGIA E AMBIENTEI fattori genetici

i processi maturativi

Fattori genetici

I fattori genetici delineano l’ambito delle potenzialità di sviluppo di un individuo, ma non determinano la sua realizzazione.

I geni non identificano un programma rigido che conduce ad un unico esito evolutivo: per ogni genotipo c’è una serie diversificata di esiti (fenotipi), in funzione delle particolari caratteristiche ambientali entro cui il genotipo si sviluppa.

I processi maturativi Le tappe fondamentali dello sviluppo

cognitivo nell’infanzia e nell’adolescenza sono caratterizzate da processi maturativi come la mielinizzazione e la selezione e la produzione delle sinapsi.

Tra maturazione ed esperienza esiste una relazione reciproca e dinamica.

Caratteristiche dei modelli probabilistici e multicausali

I modelli probabilistici e multicausali hanno posto l’attenzione:

sulla dimensione tempo: passato, presente e futuro

sul ruolo delle manifestazioni poco vistose nello sviluppo (scostamenti marginali, Caprara, !992)

hanno abbandonato i disegni di ricerca retrospettivi e di quelli sperimentali

preferiscono i disegni di ricerca longitudinali che consentono di cogliere i cambiamenti della relazione individuo-ambiente e il peso di quegli eventi insignificanti in determinati momenti dello sviluppo.

Cambiamenti sul piano degli strumenti

Uso di metodologie osservative in contesti naturali.

Diffusione di strumenti autovalutativi ed eterovalutativi.

La sfida dei nuovi modelli probabilistici

Lo spostamento dal modello deterministico a quello probabilistico non è l’abbandono di una prospettiva scientifica ma accettare una sfida al suo potenziamento, attraverso l’uso di metodologie diversificate che tengono conto della complessità dello sviluppo.

La sfida è appena iniziata!

Con l’adozione della prospettiva del ciclo di vita è stata introdotta una dimensione temporale dello sviluppo, aprendo così una discussione rispetto alla continuità o discontinuità dello sviluppo.

Esistono entrambi questi aspetti!

L’individuo costruisce lungo l’intero ciclo di vita un immagine di continuità di sé, al fine di risolvere la discontinuità che segna il suo sviluppo determinata dalle modificazioni fisiche e da continui cambiamenti nel mondo sociale e interiore.

Il tema della continuità – discontinuità nello sviluppo riguarda principalmente due aspetti:

Il comportamento manifesto: in questo caso lo sviluppo è definito continuo quando la natura di un nuovo comportamento può essere prevista in base al

comportamento precedente (es. la teoria di Piaget discontinua).

I processi di sviluppo: lo sviluppo può essere considerato continuo se si ritiene che per tutto il suo corso

agiscano gli stessi processi causali, mentre è discontinuo quando si ritiene che agiscano processi diversi (es. teoria di Piaget è continua).

VISIONE STADIALE DELLO SVILUPPO VISIONE STADIALE, individua modi differenti di affrontare il

mondo, specifici per ogni età e diversi lungo il tempo.

ESEMPI: Teoria di Piaget: lo sviluppo cognitivo è strutturalmente

discontinuo e si organizza in stadi qualitativamente differenziati, sulla base della maturazione.

Teoria di Freud: lo sviluppo psicosessuale è determinato da una spinta maturativa ed avviene in modo sequenziale attraverso fasi che sono tra loro discontinue e che introducono mutamenti qualitativi.

Per entrambe, ogni stadio definisce un modo particolare di conoscere e relazionarsi con la realtà; tale modalità si applica in modo sincrono a tutte le acquisizioni del bambino in un determinato periodo.

La concezione stadiale prevede che una certa funzione psichica non presenti variazioni in soggetti diversi (variabilità interindividuale) e, quindi, che si manifesti allo stesso modo.

In più, tale concezione prevede che non ci sia una discrepanza tra le varie funzioni psichiche di uno stesso individuo (variabilità intraindividuale).

Ne consegue che ogni bambino, in un certo stadio, presenta prestazioni simili che riguardano tutti gli ambiti del funzionamento psichico.

Qualora così non fosse, le differenze qualitative vengono intese come deviazioni dalla norma, regressioni, fissazioni o mancate acquisizioni!

Molti studi hanno messo in discussione la visione stadiale. Secondo Vygotskij lo studio dello sviluppo cognitivo non può

prescindere dal prendere in considerazione il contesto culturale e sociale in cui si verifica. Lo sviluppo, le sue potenzialità e realizzazioni, sono legate alle opportunità offerte dalla cultura e all’utilizzo degli strumenti che essa ha ideato e sviluppato.

Il concetto di area di sviluppo prossimo (ZSP) definisce l’area che si colloca tra il livello di sviluppo di un bambino ad una certa età ed il suo livello potenziale non ancora raggiunto, ma raggiungibile grazie all’aiuto dell’adulto.

Non è possibile individuare una sequenza obbligata di sviluppo uguale per tutti i bambini, in quanto non tutti i bambini della stessa età ragionano allo stesso modo né utilizzano le stesse modalità di interazione sociale!

Altri studiosi sottolinearono l’importanza dell’interazione sociale con i coetanei.

Studi sul conflitto sociocognitivo (Doise e Mugny). In certe condizioni (es. trovarsi ad una fase terminale di un

stadio) i bambini possono anticipare modalità di ragionamento, caratteristiche di uno stadio successivo, quando si trovano in una situazione di “conflitto” con ragazzi di poco più grandi sul modo di risolvere cognitivamente una situazione sociale coinvolgente.

La situazione di conflitto sociocognitivo costringe il soggetto a prendere in considerazione modalità più mature rispetto a quelle possedute.

Sono possibili sia décalage verticali sia décalage orizzontali!

Oggi in Psicologia dello sviluppo si preferisce parlare di percorsi di sviluppo invece che

di stadi

Il modello

Interazione, lungo lo sviluppo, della maturazione e dell’esperienza,filtrate dalla mente individuale, che agisce in uno specifico contesto e lungo il tempo, dando luogo ad un certo comportamento e sviluppo.

I percorsi di sviluppo

complessità e conoscibilità

L’interazione tra tutti questi fattori non è inconoscibile, in quanto si organizza secondo modalità che sono sottoposte a leggi. Le modalità secondo le quali le strutture funzionano e i processi si sviluppano sono organizzate e regolari.

Percorso di sviluppo

La teorizzazione dei percorsi di sviluppo consente di cogliere tale regolarità.

I percorsi sono probabilistici e pluridirezionali ma non infiniti.

Nel concetto di percorso individualizzato il presente svolge un ruolo di primo piano.

QUALE È IL COMPITO DELLA PSICOLOGIA DELLO

SVILUPPO?

IL COMPITO DELLA PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO

Comprendere la regolarità di funzionamento dei diversi fattori che operano nel funzionamento psichico, in altri termini , come maturazione ed esperienza conducano a strutture e modelli di comportamento nuovi e come nuovi processi emergano dalle nuove strutture.

Quindi

l’oggetto di studio è il cambiamento e lo sviluppo lungo l’arco di vita.

Cambiamento e sviluppo non sono sinonimiCambiamento modificazione in un’acquisizione o in un

processo psicologico che non sempre si traduce in sviluppo.

Sviluppo Cambiamento sistematico e coerente, sequenziale, progressivo e multidirezionale che comporta cambiamenti relativamente duraturi e tali da incrementare o rendere più complessa l’articolazione dei tratti strutturali e funzionali della persona e i paradigmi delle sue interazioni con l’ambiente, mantenendo al tempo stesso un’organizzazione coerente e un’unità strutturale e funzionale della persona come un tutto inscindibile (Ford e Lerner, 1992)

Nella visione di uno sviluppo inteso come processo probabilistico e multicausale, sono importanti i seguenti concetti:

FATTORI DI RISCHIO;

FATTORI DI PROTEZIONE;

RESILIENZA (resilience).

Schaffer sostiene che nel tracciare il percorso evolutivo del bambino non bisogna fermarsi all’annotazione degli eventi esterni che ne hanno caratterizzato la vita, ma esplorare le rappresentazioni interne che quegli eventi hanno prodotto in lui!