Nodi di Comunicazione generativa

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1 SVILUPPO NODI DEL TESTO LA COMUNICAZIONE GENERATIVA IN FORMA DISCORSIVA PAG.419 MEMORIA-IMMAGAZZINARE -Siamo giunti a considerare i valori, le norme, i comportamenti degli esseri umani non più come costruzione culturale, ma fatti naturali connotati alla natura umana;le grammatiche sociali si impongono con script introiettate da pratiche che nessuno discute più (è il tema dell’ingenuità della Rete e di quello che dovrebbero fare i cyber idealisti). Ciò si è originato nella storia iniziata nel secondo dopoguerra e poi interrotta:non si è stato in grado di governare le cose, anche tradita dalle giovani generazioni (quelle del 68) che finirono per PREDICARE IL NUOVO E PRATICARE LE CERTEZZE E LE GRATIFICAZIONI DEL VECCHIO. -la comunicazione non è un semplice vestito ma un bagaglio di memorie, strumenti, progetti, comportamenti che condizionano la realtà per la quale si è deciso di avvalercene. -Possiamo riportare alla centralità LA CONOSCENZA E LA RICERCA- dire addio alla Pre-istoria alle false contrapposizioni tra idee e cose- sentimento e ragione- utilità privata e pubblica . Queste ultime che devono avere accanto organizzazioni produttive che perseguono fini mutualistici e sociali (Dottrina Sociale della Chiesa) -- Non confondere memoria con memorizzazione con gli sterminati magazzini dell’informatica che rappresentano LA CULTURA DELL’ACCUMULO sono mitizzati come senza limiti e fanno vivere nell’incubo che si possa ricordare in modo illimitato senza dimenticare, cambiare senza trasformare, rivoluzionare senza rivoluzioni. ESSI MAL SI ACCORDANO CON CREATIVITÀ, COMUNICAZIONE E GENERAZIONE -le memorie di oggi che la tecnologia ci ha aiutato a elaborare sono Storia-memorie CON QUESTE CARATTERISTICHE: 1. nega il senso di questo momento storico e fa di tutto per rimandarne il confronto: ciò si esplica nella rappresentazione del paesaggio che oggi appare come un audiovisivo, che se bloccato con il fermo immagine resta confuso mosso con tracce poco leggibili che reclamano movimento e con esso la restituzione del proprio tempo spazio 2. è centrata sulla valorizzazione del documento la cui identità si basa sull’autoconsistenza e non sulla trama dei collegamenti:la valutazione di

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alcuni nodi tratti dal Testo Comunicazione Generativa

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SVILUPPO NODI DEL TESTO LA COMUNICAZIONE GENERATIVA IN FORMA DISCORSIVA

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MEMORIA-IMMAGAZZINARE

-Siamo giunti a considerare i valori, le norme, i comportamenti degli esseri umani non più come costruzione culturale, ma fatti naturali connotati alla natura umana;le grammatiche sociali si impongono con script introiettate da pratiche che nessuno discute più (è il tema dell’ingenuità della Rete e di quello che dovrebbero fare i cyber idealisti). Ciò si è originato nella storia iniziata nel secondo dopoguerra e poi interrotta:non si è stato in grado di governare le cose, anche tradita dalle giovani generazioni (quelle del 68) che finirono per PREDICARE IL NUOVO E PRATICARE LE CERTEZZE E LE GRATIFICAZIONI DEL VECCHIO.

-la comunicazione non è un semplice vestito ma un bagaglio di memorie, strumenti, progetti, comportamenti che condizionano la realtà per la quale si è deciso di avvalercene.

-Possiamo riportare alla centralità LA CONOSCENZA E LA RICERCA- dire addio alla Pre-istoria alle false contrapposizioni tra idee e cose- sentimento e ragione- utilità privata e pubblica . Queste ultime che devono avere accanto organizzazioni produttive che perseguono fini mutualistici e sociali (Dottrina Sociale della Chiesa)

-- Non confondere memoria con memorizzazione con gli sterminati magazzini dell’informatica che rappresentano LA CULTURA DELL’ACCUMULO sono mitizzati come senza limiti e fanno vivere nell’incubo che si possa ricordare in modo illimitato senza dimenticare, cambiare senza trasformare, rivoluzionare senza rivoluzioni. ESSI MAL SI ACCORDANO CON CREATIVITÀ, COMUNICAZIONE E GENERAZIONE

-le memorie di oggi che la tecnologia ci ha aiutato a elaborare sono Storia-memorie CON QUESTE CARATTERISTICHE:

1. nega il senso di questo momento storico e fa di tutto per rimandarne il confronto: ciò si esplica nella rappresentazione del paesaggio che oggi appare come un audiovisivo, che se bloccato con il fermo immagine resta confuso mosso con tracce poco leggibili che reclamano movimento e con esso la restituzione del proprio tempo spazio

2. è centrata sulla valorizzazione del documento la cui identità si basa sull’autoconsistenza e non sulla trama dei collegamenti:la valutazione di esso non cambia pur se frutto di taglia copia e incolla (determinismo tecnologico)

3.parla di un futuro come potenziamento del già vissuto e non discussione sulle grammatiche a cui si ispirano i progetti che fanno paragonare la tecnica e la relativa organizzazione ad un’utensileria.

-la possiamo differenziare dalla STORIA- MEMORIA con queste caratteristiche:

1. Essa ci parla di un futuro come “anticipante” il mondo che siamo chiamati a costruire come dovrebbe essere, futuro implicito nel suo infuturarsi.

2. Archetipo con la comunicazione-il mercato e la creatività al quale costruire in Internet il re source book al fine di sfatare il mito per cui Internet si trovi in una condizione eccezionale che lo pone al di fuori del tempo e dello spazio di una storia dell’umanità lunga millenni con cui si deve misurare rinunciando al limbo tecnologico.

3. Solo se si diviene AUTORI DI DOMANDE si può mostrare nel flusso dell’esistenza la capacità di discernere e poi scernere vedere distintamente, tagliando,separando e il digitale può aiutare ciò in

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una forma di discontinuità. NON BISOGNA LASCIARSI IRRETIRE DALL’ILLUSIONE DELLA STORIA-MEMORIE E DEL TESTO INFINITO OPERA CHE NON SI CHIUDE MAI.

4. Permette di immagazzinare in una l’interazione continua e generativa tra opposti andando contro la vecchia cultura che li considera alternativi

-La capacità del digitale di memorizzazione totale ci porta a divenire tutti scrittori della vita, offrendo il digitale in apparenza una memoria più democratica (esempio prima ci si iscriveva all’ordine dei giornalisti, adesso tutti possono in maniera rudimentale produrre un reportage in proprio) il tutto si gioca non più sul diritto a scrivere ma sulla qualità di ciò che ci è concesso scrivere. La memoria ci farà impossessarci di nuovo dell’immortalità? SE NON NASCONO AUTORI DI DOMANDE CI SARà MEMORIA SENZA STORIA SENZA INIZIO Né FINE SENZA VITA Né MORTE, richiamando qual è il progetto al futuro per cui vale la pena di ricordare

-Nell’attività di ricerca su Goldoni e le sua varie edizioni della famiglia dell’antiquario si è concluso che la lunga memoria di sé lasciata da Goldoni è connessa alla sua scelta artistica di raccontare l’inafferrabile complessità del quotidiano anche personale e la difesa del copyright in una forma di visione mediale dell’esistenza

-la trasformazione in atto che cambia in una velocità mai vista prima contribuisce a tessere la trama della storia collettiva, comune, mondiale che però viene impoverita dai Signori della complessità in lizza per il controllo socio economico di aree del nostro pianeta

-bisogna affermare come Stefik che per progettare il futuro va accesa l’immaginazione, risvegliare la nostra voglia di vivere, di scegliere d’inventare.

-nell’isola del giorno prima di Eco il protagonista è metafora dell’uomo di oggi spettatore impotente della realtà ed è pure la storia di questo testo, cartaceo solo in minima parte che eco esperto di mass media sta cercando come scrivere.

-altro esempio è il Manzoni con le edizioni di Fermo e Lucia poi dei Promessi Sposi

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MODELLI DELLA COMUNICAZIONE-INFORMAZIONALE- RELAZIONALE

-I modelli di comunicazione di tipo generativo tentano di superare la divisione tra paradigma informazionale (trasmissivo ) e relazionale (costruzionista)

-oggi si opera però in una forma di separazione tra contenuti e comunicazione e quest’ultima deve essere efficace per tutti i contenuti, veicolare cioè tutto lo scibile

-i modelli comunicativi cioè attualmente non sono animati dallo spirito della Ricerca- che è ben diverso dallo spirito delle ricerche: in questo caso si insegna a trovare quello che c’è, come c’è;

-anche l’editoria si muove in sintonia con quanto detto: è un riassunto infinito dove la copia il commento è anche meglio dell’originale

-il paradigma dominante è

Soggetto s/oggetto

Che è l’antico cavallo di Troia occupazione del territorio dell’altro che viene convinto anche se le intenzioni possono essere le più diverse

Quindo se a b

Può anche essere che b a

Ora si sostituisce il paradigma con questo

SOGGETTO O SOGGETTO

PER CUI

A O B

DOVE IL SEGNO MATEMATICO CON FRECCIA STA AD INDICARE UN’INTENZIONE DA PARTE DEI SOGGETTI COINVOLTI COMPLETAMENTE CONTRARIA AL PARADIGMA PRECEDENTE

QUESTO PARADIGMA VUOLE ANDARE OLTRE IL SUPERAMENTO DELL’EGO-ETNO-SOCIO-POLITICO CENTRISMO PER DAR VITA ALLA CREAZIONE COOPERATIVA AL FINE DI GENERARE CONOSCENZA:relazione di inter-esse che favorisca un essere che non è posseduto da nessuno e non vuole possedere nessuno.

MODELLI DELLA COMUNICAZIONE IN CLASSE

La nostra comunicazione diventa fonte di vera conoscenza quando si inizia a parlare di comunicazioni perché esistono tante comunicazioni quanti sono le visioni etiche politiche economiche del nostro vivere sociale. Quindi la comunicazione è il primo contenuto perché indica il primo modello socio-economico che esprime e intende sviluppare

MODELLO GERARCHICO TRASMISSIVO IMITATIVO

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-È il modello comunicativo del mondo globalizzato in cui la verità è considerata oggetto autonomo dalla comunicazione la quale lo trasmette, lo diffonde, lo fa recepire e assimilare improntate alla visione della realtà che resta saldamente in mano a che ha messo in moto e controlla quel processo di comunicazione (i signori della comunicazione)

--il plug and play (uno standard per la connessione di periferiche per personal computer, per cui un dispositivo deve solo essere collegato ad un computer per essere configurato per funzionare perfettamente, senza alcuna azione da parte dell'utente. Il modem è Plug and Play e dovrebbe configurare automaticamente una volta che i driver sono installati) ha portato ad agire senza farsi domande, in modo diverso dall’artigiano che impara facendo:si è guidati da cattivi maestri e istituzioni punti di riferimento poco autorevoli. Essi intervengono richiamando il senso del tuo fare, del tuo pensare.

-questi signori dominanti fanno in modo che un soggetto si rappresenti la realtà (script) creando artificiosamente dei bisogni proprio per invitare a leggere e scrivere attraverso l’uso di questi script.

-Le COOP T(toscana) L(Lazio) intendevano per superare ciò passare da una linearità ad una circolarità di rapporto tra innovazione-produzione-commercializzazione partendo dalla centralità della conoscenza dal valore d’uso dei prodotti stessi ben oltre la soddisfazione delle esigenze così come erano espresse, creando un sistema di comunicazione cooperativo per cui l’utenza diveniva consapevole, istruita, esigente, attiva esprimendosi in maniera non superficiale e contingente

- spostare cioè il paradigma dal marketing dei prodotti al marketing dei progetti sociali

-abbandonando il modello gerarchico trasmissivo imitativo si abbandona la cultura dei due SPAZI -TEMPI (IDEE VS COSE - SCELTE IDEALIVS VINCOLI MATERIALI) per porre al centro di tutta la scena la nostra umanità dove morale etica e politica sono IDEE COSE, MA ANCHE COSE-IDEE, non più solo promesse, ma nemmeno solo operosità senza senso che gira a vuoto.

-si abbandona la logica della società della Conoscenza per cui il fare sia separato dal sapere e si abbandona il fatto che i due siano strutturati in maniera piramidale (ai vertici il sapere astratto - alla base il fare operativo)

-a Scuola Città Pestalozzi di Firenze gli spazi e i tempi erano organizzati da studenti e docenti, poi dopo la decisione gli impegni erano ineludibili e controllati si procedeva con l’idea della ricerca (non delle ricerche) e con l’idea che la vita della scuola e della città dipendessero da te:al contrario della struttura comunicativa attuale che insegna che cose e persone sono sospese in una realtà sempre uguale a se stessa

-la comunicazione scolastica attuale dove si esplica in larga parte questo modello supportata dall’editoria va bene per tutto è onnivora

-Come superare il modello?Attraverso la comunicazione generativa che ha come matrice la CULTURA DELLA DOMANDA:OGNI GENERAZIONE DEVE ASSUMERE DA SUBITO UNA IMPOSTAZIONE CRITICA, MESSA IN DISCUSSIONE DELL’INTERO ASSETTO INTERPRETATIVO E OPERATIVO DELLA REALTÀ come le generazioni precedenti lo hanno consolidato in saperi e pratiche (mi viene in mente il saggio di Mannheim citato da Ragazzini che parlava di rapporti tra le generazioni :un rapporto non più come maestro rappresentante di una coscienza complessiva e un altro, ma come centro soggettivo di orientamento e un altro centro soggettivo di orientamento ad esso successivo nel tempo)

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-l’obiettivo è insegnare e insegnarci a capire LE GRAMMATICHE DELLE DOMANDE, l’identità valoriale che le ispira, il progetto sociale che difendono e rafforzano per scrivere NUOVE GRAMMATICHE che danno un senso alle nostre scritture incessanti,continue, volontarie e involontarie.

-testi, grammatiche e relazioni caratterizzano l’identità del sistema: attualmente siamo in una condizione di salto di sistema perché ci si trova davanti a meccanismi comunicativi improntati su feedback positivi (non si tendono ad equilibrare i dati di output con quelli di input, quindi si accentua il divario e i processi conflittuali- Wiener i feedback=ritorni d’informazione) a differenza dei feedback negativi che consentono al sistema di modificare gli input fino all’output programmato dunque in questo caso il sistema è in equilibrio omeostatico.

-Quale sarà l’identità del nuovo sistema?Dipende dalle nostre scelte e decisioni, ma dobbiamo sfatare le illusioni che la tecnologia consenta sempre una crescita positiva e che la comunicazione sia strumento il cui valore dipende dall’uso che se ne fa, presenti negli attuali equilibri di potere; stare in guardia dall’illusione è che tutto possa cambiare perché niente cambi.

-così si crea comprensione fra soggetti forza capace di generare in loro cambiamenti strutturali, soggetti totalmente nuovi rispetto a quelli finora esistiti (Morin)

-se si accetta l’incertezza come dimensione profonda del reale allora l’azione sarà possibile se si baserà sulla coscienza del rischio e dell’incertezza (quella che Morin chiama la scommessa), mentre la stratégie elabora nuovi scenari pronti ad essere modificati .

-evitare la trappola del ri-conoscere, di restare invischiato nel ripetere il passato senza interpretare il presente e immaginare il futuro

-per Toschi che i giovani cerchino un ruolo attivo nel loro apprendimento, un’interazione e una personalizzazione che il digitale facilita moltissimo è affermazione vera e falsa nel contempo sorta di luogo comune perché la comunicazione negli ultimi dieci anni si è venuta ad identificare con il mondo digitale informatico è forte di multinazionali con potenti dimensioni economico finanziarie; vi si trova presente in essa l’ambiguità che ne avvolge il concetto e le pratiche

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NODO REALTÀ PAG. 419

-la natura comunicativa della comunicazione generativa pone al centro dell’analisi, della riflessione e dell’azione il principio naturale dell’inarrestabile PRODUZIONE DI REALTÀ FISICA E SIMBOLICA , che abbandona una visione della REALTÀ meramente conservativa-accumulatrice per accettare di essere parte del flusso vitale.

-si deve uscire dalla logica della morte-paura dalla quale scaturisce la DITTATURA DEGLI SCRIPT DI TIPO PROCEDURALE IL KNOW HOW (competenza) tattico funzionale, per uscire da quella strategia di comunicazione mirata a rassicurare attraverso L’USO FETICISTICO degli script stessi.

-a tal fine bisogna cessare di rileggere il libro della realtà sempre uguale a se stesso, riproduttivo, attraverso la cultura della domanda comprendere che quello che sembrava uguale all’inizio, uguale non era davvero.

-chiunque legge riscrive,ma le nostre idee si sono sempre più SMENTALIZZATE E MATERIALIZZATE IN COSE (dalle conquiste materiali dell’uomo preistorico alla tecnologia del presente). Le cose hanno assunto comportamenti sempre più complessi fino all’accelerazione non tanto del digitale informatico, ma DI UNA DIGITAL VISION DELLA REALTÀ DI UN DIGITALE NATURALE per una nuova soggettività da progettare e realizzare. Ciò accade dentro una natura comunicativa della realtà che comporta prima di tutto il superamento del muro contro muro fra oggettività (res) e soggettività (immaginario). In tal modo la comunicazione con la sua forza generativa svolge una funzione insostituibile nel creare realtà altrimenti inconcepibili. L’errore sta nel contrapporre mondo analogico e digitale

-Nella rappresentazione della realtà interna ed esterna che l’uomo compie a livello individuale e collettivo, l’analogico e il digitale continuano ad indicare due modi diversi di progettare relazioni , collegamenti, unioni.

-analogia fa rima con regole di simmetria nel rafforzare la produzione di modelli e schemi noti;la creatività è di tipo procedurale, algoritmico, conservativo. Ciò è pericoloso in questa fase di ristrutturazione della nostra realtà. Rispetto alla comunicazione l’analogico potrebbe rivelarsi forza d’interdizione verso ogni tentativo mirato a creare invece che subire il nuovo in una sorta di continuum (come l’orologio analogico che segna il tempo così). Il digitale invece con le sue caratteristiche discrete separate offre la possibilità di creare collegamenti senza continuità spaziale. Unisce e divide ciò che l’analogico non può.

-attenzione anche ai signori del digitale informatico che controllano e sfruttano con abili strategie di marketing!

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-Soluzione? Spostare il paradigma dal marketing dei prodotti al marketing dei progetti sociali partendo dalla centralità della conoscenza dal valore d’uso dei prodotti stessi , ben oltre la soddisfazione delle esigenze così come erano espresse, creando un sistema di comunicazione cooperativo per cui l’utenza diviene consapevole, istruita, esigente, attiva esprimendosi in maniera non superficiale e contingente.

-anche i meccanismi top down, continuità delle grammatiche, matrici immodificabili DELLA REALTÀ si contrappongono al continuo divenire dei testi bottom up e in altre parole a livello politico con chi vuole proseguire nella centralizzazione e chi nella decentralizzazione . Queste forme di contrapposizione ignorante e incompetente sono causa della nostra crisi nella capacità di progetto:anche la scuola ne risente, non è riuscita a cambiare la propria modalità di comunicazione in funzione di una società che prosegue in una azione di restyling nel salvaguardare i vecchi privilegi.

-allora che fare?Adottare nella comunicazione un paradigma di ACCETTAZIONE DELL’INCERTEZZA COME PROFONDA DIMENSIONE DEL REALE CON L’AZIONE BASATA SULLA SCOMMESSA (COSCIENZA DEL RISCHIO E DELL’INCERTEZZA), elaborare scenari e programmi, ma nella consapevolezza di modificarli se c’è acquisizione di nuovi elementi.

-segno della debolezza comunicativa sono l’ipertrofia, l’autocelebrazione l’autoracconto:allora si deve passare DALLA COSTRUZIONE DI ILLUSIONI ALLA COSTRUZIONE DELLA REALTÀ:la comunicazione COME AGENTE CREATIVO

AUGMENTED REALITY

-estensione della realtà virtuale. Sovrapporre realtà percepita dal soggetto con realtà virtuale generata dal computer che assume forma di divergenza rispetto alla tendenza alla convergenza dei contenuti (un contenuto valido per vari media)

CREAZIONE DELLA REALTÀ

-Gli script (sceneggiature-copioni) concorrono a definire gli ambienti operativi in cui si sviluppa il processo indicato come COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTÀ, rispecchiando una progettualità che assume forme diversissime secondo le epoche e i contesti culturali economici e politici.

-la comunicazione con le sue due macro aree legate ai paradigmi INFORMAZIONALE (diffusione e trasmissione dei significati/informazioni) e RELAZIONALE (costruzione e condivisione di senso) è parte attiva nel processo non di rimessa in moto della Storia, ma del cambiamento di Storia di cui Internet è espressione.

-Sta nella produzione di Testi dinamici generativi nel senso che generano testi “altro da sé” la costruzione della realtà;in questa forma di produzione si caratterizza l’apertura del sistema non più chiuso come da visione tradizionale, ma aperto nel senso che collega identità diverse e crea identità del tutto nuove e sempre interconnesse (sia che la relazione sia on off o in termini binari 0-1)

-si ritorna al discorso del DIGITALE NATURALE.

INTERPRETAZIONE DELLA REALTÀ

-nell’interpretare la realtà ci si affossa sui paradigmi dell’analogico (le vecchie buone cose di una volta) e il digitale (area elettronica informatica)

REALTÀ VIRTUALE

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-Il digitale viene presentato come il “nuovo”, ma si tratta di un “nuovo -vecchia maniera” definito in una sorta di continuità/confronto con ciò che preesisteva. Andando in questa dimensione non si coglie la novità a meno che non si proceda preliminarmente ad una sua contestualizzazione a livello di sistema. Quindi procedere verso una ontologia del nuovo e quindi con la semantica del suo linguaggio.

-Questa difficoltà è frutto della crisi della relazione che unisce le parole alla realtà e viceversa

-ciò accade perché è venuta meno l’ecologia di quei rapporti con i relativi spazi tempi che l’avevano identificata

-la comunicazione può incidere sul tempo e sullo spazio se si dà la massima importanza alla progettazione e innovazione creativa. Vi sono aziende che si affidano all’organizzazione virtuale sia di reti esterne che interne.

-per far in modo che questa azione in fieri prenda campo vanno abbandonate le dicotomie come reale virtuale. Il digitale/virtuale è infatti res intesa come realtà tangibile a tutti gli effetti. Una dimensione rappresentativa che ha una sua fisicità e che interagisce con la realtà sensibile e oggettiva (ad es. gli ambienti di simulazione) permettendo di vedere, sentire elaborare immagini fuori da noi che prima si potevano solo figurare nella mente.

-il rischio è che le singole realtà non riescano ad aprirsi al processo che le porterà al superamento sia di ognuna di esse sia dei rapporti che finora hanno o non hanno intessuto.

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-la natura comunicativa della comunicazione generativa pone al centro dell’analisi, della riflessione e dell’azione il principio naturale dell’inarrestabile PRODUZIONE DI REALTÀ FISICA E SIMBOLICA , che abbandona una visione della REALTÀ meramente conservativa-accumulatrice per accettare di essere parte del flusso vitale.

-si deve uscire dalla logica della morte-paura dalla quale scaturisce la DITTATURA DEGLI SCRIPT DI TIPO PROCEDURALE IL KNOW HOW (competenza) tattico funzionale, per uscire da quella strategia di comunicazione mirata a rassicurare attraverso L’USO FETICISTICO degli script stessi.

-a tal fine bisogna cessare di rileggere il libro della realtà sempre uguale a se stesso, riproduttivo, attraverso la cultura della domanda comprendere che quello che sembrava uguale all’inizio, uguale non era davvero.

-chiunque legge riscrive,ma le nostre idee si sono sempre più SMENTALIZZATE E MATERIALIZZATE IN COSE (dalle conquiste materiali dell’uomo preistorico alla tecnologia del presente). Le cose hanno assunto comportamenti sempre più complessi fino all’accelerazione non tanto del digitale informatico, ma DI UNA DIGITAL VISION DELLA REALTÀ DI UN DIGITALE NATURALE per una nuova soggettività da progettare e realizzare. Ciò accade dentro una natura comunicativa della realtà che comporta prima di tutto il superamento del muro contro muro fra oggettività (res) e soggettività (immaginario). In tal modo la comunicazione con la sua forza generativa svolge una funzione insostituibile nel creare realtà altrimenti inconcepibili. L’errore sta nel contrapporre mondo analogico e digitale

-Nella rappresentazione della realtà interna ed esterna che l’uomo compie a livello individuale e collettivo, l’analogico e il digitale continuano ad indicare due modi diversi di progettare relazioni , collegamenti, unioni.

-analogia fa rima con regole di simmetria nel rafforzare la produzione di modelli e schemi noti;la creatività è di tipo procedurale, algoritmico, conservativo. Ciò è pericoloso in questa fase di ristrutturazione della nostra realtà. Rispetto alla comunicazione l’analogico potrebbe rivelarsi forza d’interdizione verso ogni tentativo mirato a creare invece che subire il nuovo in una sorta di continuum (come l’orologio analogico

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che segna il tempo così). Il digitale invece con le sue caratteristiche discrete separate offre la possibilità di creare collegamenti senza continuità spaziale. Unisce e divide ciò che l’analogico non può.

-attenzione anche ai signori del digitale informatico che controllano e sfruttano con abili strategie di marketing!

-Soluzione? Spostare il paradigma dal marketing dei prodotti al marketing dei progetti sociali partendo dalla centralità della conoscenza dal valore d’uso dei prodotti stessi , ben oltre la soddisfazione delle esigenze così come erano espresse, creando un sistema di comunicazione cooperativo per cui l’utenza diviene consapevole, istruita, esigente, attiva esprimendosi in maniera non superficiale e contingente.

-anche i meccanismi top down, continuità delle grammatiche, matrici immodificabili DELLA REALTÀ si contrappongono al continuo divenire dei testi bottom up e in altre parole a livello politico con chi vuole proseguire nella centralizzazione e chi nella decentralizzazione . Queste forme di contrapposizione ignorante e incompetente sono causa della nostra crisi nella capacità di progetto:anche la scuola ne risente, non è riuscita a cambiare la propria modalità di comunicazione in funzione di una società che prosegue in una azione di restyling nel salvaguardare i vecchi privilegi.

-allora che fare?Adottare nella comunicazione un paradigma di ACCETTAZIONE DELL’INCERTEZZA COME PROFONDA DIMENSIONE DEL REALE CON L’AZIONE BASATA SULLA SCOMMESSA (COSCIENZA DEL RISCHIO E DELL’INCERTEZZA), elaborare scenari e programmi, ma nella consapevolezza di modificarli se c’è acquisizione di nuovi elementi.

-segno della debolezza comunicativa sono l’ipertrofia, l’autocelebrazione l’autoracconto:allora si deve passare DALLA COSTRUZIONE DI ILLUSIONI ALLA COSTRUZIONE DELLA REALTÀ:la comunicazione COME AGENTE CREATIVO

AUGMENTED REALITY

-estensione della realtà virtuale. Sovrapporre realtà percepita dal soggetto con realtà virtuale generata dal computer che assume forma di divergenza rispetto alla tendenza alla convergenza dei contenuti (un contenuto valido per vari media)

CREAZIONE DELLA REALTÀ

-Gli script (sceneggiature-copioni) concorrono a definire gli ambienti operativi in cui si sviluppa il processo indicato come COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTÀ, rispecchiando una progettualità che assume forme diversissime secondo le epoche e i contesti culturali economici e politici.

-la comunicazione con le sue due macro aree legate ai paradigmi INFORMAZIONALE (diffusione e trasmissione dei significati/informazioni) e RELAZIONALE (costruzione e condivisione di senso) è parte attiva nel processo non di rimessa in moto della Storia, ma del cambiamento di Storia di cui Internet è espressione.

-Sta nella produzione di Testi dinamici generativi nel senso che generano testi “altro da sé” la costruzione della realtà;in questa forma di produzione si caratterizza l’apertura del sistema non più chiuso come da visione tradizionale, ma aperto nel senso che collega identità diverse e crea identità del tutto nuove e sempre interconnesse (sia che la relazione sia on off o in termini binari 0-1)

-si ritorna al discorso del DIGITALE NATURALE.

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INTERPRETAZIONE DELLA REALTÀ

-nell’interpretare la realtà ci si affossa sui paradigmi dell’analogico (le vecchie buone cose di una volta) e il digitale (area elettronica informatica)

REALTÀ VIRTUALE

-Il digitale viene presentato come il “nuovo”, ma si tratta di un “nuovo -vecchia maniera” definito in una sorta di continuità/confronto con ciò che preesisteva. Andando in questa dimensione non si coglie la novità a meno che non si proceda preliminarmente ad una sua contestualizzazione a livello di sistema. Quindi procedere verso una ontologia del nuovo e quindi con la semantica del suo linguaggio.

-Questa difficoltà è frutto della crisi della relazione che unisce le parole alla realtà e viceversa

-ciò accade perché è venuta meno l’ecologia di quei rapporti con i relativi spazi tempi che l’avevano identificata

-la comunicazione può incidere sul tempo e sullo spazio se si dà la massima importanza alla progettazione e innovazione creativa. Vi sono aziende che si affidano all’organizzazione virtuale sia di reti esterne che interne.

-per far in modo che questa azione in fieri prenda campo vanno abbandonate le dicotomie come reale virtuale. Il digitale/virtuale è infatti res intesa come realtà tangibile a tutti gli effetti. Una dimensione rappresentativa che ha una sua fisicità e che interagisce con la realtà sensibile e oggettiva (ad es. gli ambienti di simulazione) permettendo di vedere, sentire elaborare immagini fuori da noi che prima si potevano solo figurare nella mente.

-il rischio è che le singole realtà non riescano ad aprirsi al processo che le porterà al superamento sia di ognuna di esse sia dei rapporti che finora hanno o non hanno intessuto.

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NODO SCRITTURA PAG.421

-Sta nascendo una testualità del tutto inedita “new textuality” nuova scrittura che no n è soltanto il digitale in senso informatico ancora difficile da individuare e definire caratterizzata da:lettura non sequenziale, ruolo fortemente attivo del lettore con rafforzamento delle componenti divergenti, che non portano ad una semplice evoluzione con continuità, ma ad un SALTO SISTEMICO A LIVELLO SOCIALE. siamo in una società inedita, senza modelli a cui fare riferimento in cui siamo diventati un po’ tutti scrittori lettori contro la nostra volontà, SOGGETTI ATIVISSIMI DI UNA LITERACY COMUNCATIVA DI CUI IGNORIAMO GRNA PARTE DELLA GRAMMATICA, DELLA TESTUALITÀ, DEGLI STRUMENTI. IL MONDO È CAMBIATO CON UNA ACCELERAZIONE CHE FA PAURA.

-per recuperare la centralità sociale della RICERCA E DELLA CONOSCENZA non si può prescindere dall’abbandonare definitivamente il vecchio modello che voleva la COMUNCAZIONE COME PRODOTTO DI UNA INTERAZIONE STRETTISSIMA IN , ALTERNANZA DI PREVALENZE TRA IL MONDO DEI TESTI (TEXWARE) QUELLO DELLE GRAMMATICHE (GRAMMARWARE. È infatti indispensabile riconoscere il ruolo strategico degli script, decidendo di inoltrarci nella selva oscura e sconosciuta di queste sceneggiature che hanno assunto una funzione vitale per la nostra realtà: GLI SCRIPTWARE.

-quindi impadronirsi della scrittura dello scriptware significa ridefinirne lo statuto, il senso che deve avere nel processo di comunicazione:vuol dire mirare alle matrici di tutti gli script cercare di penetrarle e di modificarle chiarendo i loro principi ispiratori a livello etico e politico.

-significa trovare il coraggio di rinunciare all’idea di vivere in una socialità testualizzata in testi così forti che aspirano a divenire grammatiche. Le grammatiche ci sono eccome anche al pari dei poteri forti noni si

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mostrano direttamente, o meglio usano degli ALIAS PER DOMINARE INCONTRASTATE CON SCRIPT così efficaci da dare l’idea agli autori dei testi di essere loro le grammatiche, il centro dell’universo.

-con tutta la conoscenza scientifica scientifico-tecnologica accumulata, la scolarizzazione diventata diritto indiscusso, con l’arrivo dei potenti mezzi che hanno permesso la condivisione dei saperi siamo ugualmente tornati ai roghi dei libri e degli eretici, dei contestatori, alle stragi di massa, all’idolatria delle cose e del denaro a condizioni disumane. Magari in nome della purezza della propria identità. La cultura sociale anche l’internetware ha bisogno di politica però difficile da definire sulle basi di parametri consueti.

-quello che è cambiato è la possibilità di scrivere il reale in maniera diversa con strumentazioni mai avute in precedenza . il lettore co-autore di testi di nuova generazione vive la difficoltà che sta vivendo capire cioè dove si sta spostando il punto che divide l’autore del testo dal suo lettore:questa difficoltà persiste, viene spettacolarizzata e chiamata complessità.

-la Rete è vista come ambiente vasto come il mondo in cui si può trovare tutto quello che si sta cercando. È molto diversa dai suoi primi tempi quando nacque come fenomeno sociale prima che tecnologico, fortemente orientato all’interazione tra utopia e realtà. Attualmente la sua strategia non favorisce DOMANDE CHE NON SI ADEGUINO ALLA SUA GRAMMATICA , DOMANDE CHE INCORAGGINO FORME DI COMUNICAZIONE CHE NON SIANO IN LINEA CON L’INSIEME DI NORME CHE SOLE RENDONO POSSIBILE IL SUO USO:QUI È LA GRAMMATICA COSÌ COM’È CHE DETERMINA I TESTI E NON VICEVERSA

-nei testi di Internet domina una cultura della domanda che vede nella risposta possibile la propria legittimazione. Come a scuola:le domande che non riflettono l’impostazione di fondo di quello che si è studiato non sono ammesse;peggio ti collocano fuori dalla comunità.

-così come è strutturata è un ambiente estremamente lineare che risponde ad una architettura comunicativa basata sullo strapotere dei modelli organizzativi causali, trasmissivi sulla base di una TESTUALITÀ MASSIVA. E non importa se la strategia adottata sia bottom up o top down.

-non è l’Internet che avevano immaginato i pionieri fatta per scompigliare le carte, i documenti, le storie, dall’incontro soggettivo oggettivo doveva emergere la base di un progetto comune al futuro:l’individuo avrebbe potuto così avventurarsi in percorsi del tutto personali, valorizzando al massimo la sua storia evitando di perdersi in labirintici ed allucinati mondi privati in quanto il forte ancoraggio alla documentazione avrebbe costantemente provveduto a riportare l’esperienza soggettiva nel quadro e nel patrimonio comune della storia di tutti.

-in questa continua corsa non si vuole rimanere indietro. Ma indietro da che cosa, da quale Storia? Bisognerebbe riflettere sui significati della parola innovazione, ma in un periodo di crisi economica come questa nessuno vuole correre il rischio di essere impopolare, antico, superatto, affrontando questioni di fondo. Allora il cloud computing queste parole leggere come nuvole ci aiuteranno a costruire il futuro? Qil rischio è suonino provvisorie vaghe indefinite prive di riferimenti concreti che agevolano ancora una volta i businesss che hanno segnato la comparsa delle ITC sul grande mercato.

-giocando la carta dell’innovazione tecnologica come garanzia di una rivoluzione continua (specie nei consumi) si distrae la nostra attenzione dai veri elementi sconvolgenti:la cifra antropologico culturale di quanto sta accadendo è diversa rispetto a ciò che si è inteso per millenni. Le dimensioni spaziali e temporali ne sono stravolte. L’umanità per la prima volta può scrivere trasformare la propria realtà come mai era accaduto.

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-a livello di macrostrutture possiamo ad esempio parlare dei dati epidemiologici di trasformazione dei ceppi virali in seguito alla grande mobilità che oggi caratterizza la razza umana, oppure il refrain del clima che non è più lo stesso con l’azione dell’uomo che sta provocando effetti catastrofici sugli equilibri ecologici.

-a livello di microstrutture l’idea che l’uomo da semplice copista di codici affidati all’eternità, può essere egli stesso autore di codici:quanto e come sta a lui scegliere, ma la scelta non è più prorogabile perché il treno è in corsa.

-lo scontro si manifesta all’interno della comunicazione stessa contrapponendo analogico (le vecchie buone cose di una volta) e digitale (area elettronica informatica)

-La rete in cui convergono in un solo medium media diverse con i relativi linguaggi creandone uno nuovo è il digitale che non c’era e che andava inventato.

-viene chiesto al prof in un auto dialogo di scrivere in maniera strutturata in punti chiari e brevi. Formulando il ragionamento per contenuti minimi che possono essere manipolati secondo le esigenze dei tuoi lettori. Il lettore vuole essere interattivo critico autonomo dai percorsi dell’autore a cui non vuole firmare alcuna delega in bianco. Tu fornisci gli elementi il resto sta a noi!

-in questo contesto si inserisce una riflessione su comunicazione e scuola non risolvendo la questione solo fornendo qualche e book o qualche device. La comunicazione oggi sta vivendo una profonda contraddizione:da una parte presentata come antidoto ideale per agevolare facilitare rendere fruibile la conoscenza, dall’altro in chi comunica si vive una profonda frustrazione dovuta all’aumentare del rumore assordante in cui viviamo sia nel pubblico che nel privato. Essa nasce dal fatto che superato il tempo della promessa questa deriva comunicativa che ci sta trascinando finirà per abbandonarci su qualche spiaggia già affollata di relitti personali e collettivi, lasciandoci più delusi e più soli, con cose nuove comprate di cui non sapremo come disfarci.

-a questa prospettiva di caduta inevitabile va opposta un’analisi dura e cruda della realtà dei giochi di potere e delle ignoranze che ci dirigono e ci comandano sostenuta da una decisa consapevolezza che ci si trova davanti ad una complessità in nessun caso esperita prima.

-l’ultimo atto di questa storia è tutto da scrivere, a iniziare dalla scelta di porre le agenzie educative e di ricerca al centro dell’intero processo di costruzione socio economica:partire dall’iniziativa delle realtà piccole in cui i soggetti abbiano chiara la consapevolezza, metodologia, aspirazione di stare inventando una società che dia il senso ad una storia di millenni. Gli educatori non dovrebbero porsi più come supporter di questo o quel partito ma diventare essi i politici intesi come soldati e filosofi della polis, abbandonando i modelli gerarchico trasmissivo con la comunicazione generativa come strumento essenziale.

-Luoghi-non della comunicazione una categoria nuova da applicarsi alla politica: lo spazio e tempo da attraversare si sta trasformando in spazio tempo da vivere.;non passare attraverso ma VIVERE ANDANDO.

-Lévy affermò che l’intelligenza collettiva rappresenta uno dei migliori rimedi al ritmo destabilizzante del nostro passato presente futuro con la centralità data all’immaginazione,strumento di partecipazione attiva da parte del singolo soggetto alla rete che necessita di conoscenze e competenze relative alla rete.

- l’errore perciò è stato pensare che la tecnologia da sola bastasse a cambiare lo scenario socio culturale. Ora bisogna avere il coraggio di avviare sperimentazioni:prima di ogni cosa rinunciare al digitale come un’armatura per garantirsi l’innovazione e il cambiamento comunque facendone altresì un STRUMENTO

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PER LEGGERE E SCRIVERE IL REALE COME MAI PRIMA ERA STATO POSSIBILE,ritrovando il senso non tecnologico, ma storico di ciò che sta avvenendo e che l’uomo persegue da millenni.

-adesso la parola non è più scritta ma digitata espressione che ha perso il suo significato originario legato agli spartiti musicali per aggregarsi all’area semantica inglese digit dominato dall’idea della cifra di numero di internet poi collegando i numeri del proprio testo a quelli della Rete fa sì che il rapporto tra viaggio individuale nella selva dei simboli e percorso collettivo verso una scrittura sociale, sulla base di un progetto condiviso offra strumentazioni e scenari antropologicamente inediti.

-al centro della galassia Goldoni sta la ferma convinzione che si debba valorizzare tutto ciò che sta la ferma convinzione che si debba valorizzare tutto ciò che restituisce dignità ai singoli fenomeni eventi, nell’irrinunciabile convinzione che la vita non è solo in continua trasformazione , ma generatrice di complessità.

-il progetto di editoria multimediale legato alle svariate edizioni di “la famiglia dell’antiquario” di Goldoni attuato dal prof. dal 1991 al 1996 voleva raccontare la vicenda di un sistema generativo di testi considerati definitivi che poi si rivelano al loro autori provvisori riaprendosi a nuova creatività. Il testo digitale poteva assai meglio di ieri narrare il flusso ininterrotto della creatività lato autore come nessun altro linguaggio è in grado di fare.

-il Manzoni comprese che al suo tempo stava nascendo una nuova economia con la sua retorica e sperimentò in prima persona quel linguaggio . legato ad una nuova idea di economia culturale. Un pubblico mai visto si stava avvicinando ai libri:una rivoluzione culturale di portata immensa. I promessi sposi che leggiamo a scuola sono come un film sentito alla radio, decurtato della forza comunicativa di oltre 450 immagini volute, costruite dirette impaginate dal loro autore, (Studi recenti hanno cercato di dimostrare che la struttura figurativa si proponeva l’obiettivo di creare un doppio binario di lettura:quello alfabetico e quello illustrato) Manzoni infatti è stato il primo scrittore moderno a cercare di ridefinire il rapporto fra codice alfabetico e codice tecnico per dare vita ad una nuova forma di scrittura. Si fece scrittore, tipografo, editore trasformando il suo studio in luogo di lavoro per disegnatori, incisori, grafici, tipografi.

-Oggi il persistente stridente contrasto che vede contrapposto un ampio dibattito teorico ad una ristrettissima e mediocre creazione di testi trans mediali, la sproporzione tra progettualità e realizzazioni sono i segni di come una vecchia cultura fatichi a cogliere l’occasione fornitale dalla nascita di un nuovo linguaggio: i chip, i cavi, gli interruttori, i pixel sono portatori di un nuovo linguaggio basterebbe saperli interrogare ed ascoltare. Rinunciando peraltro al valore della realizzazione senza il coraggio o il piacere dell’errore, la teoria inaridisce rapidamente. Lo spazio e il tempo della lettura del testo elettronico trasformano il nostro modo di leggere e scrivere e quindi conoscere e capire.

-importante è anche la diversità di tipologie di spazi bianchi che vanno dalla semplice separazione al continuum di parole alla segnalazione della struttura concettuale dell’opera alla gerarchia in cui è organizzata (capitoli paragrafi sottoparagrafi…). Anche una collana con le sue caratteristiche di natura grafico materiale è un altro potente filtro interpretativo del testo alfabetico e non.

-Alfieri comprese che il suo testo riscritto dal torchio tipografico perdeva la rassicurante cornice dei simboli del suo divenire. Il salto era grande. Stava passando dalla lettura d’autore ad una lettura che non veniva da una storia ma che creava la storia. Quindi procedeva ad una correzione infinita che ad un certo momento l’editore bloccò.

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-la vicenda editoriale ha queste tappe storiche cruciali:all’inizio del 500 il rapporto di scrittura e testo muta radicalmente:dal libro d’autore, simbolo e messaggio in sé in quanto opera materiale della mano del poeta letterato si passa all’autografia del testo spoglio di tutta una serie di significati che vengono delegati al tipografo:impaginazione, scelta caratteri. Si potrebbe paragonare quella situazione a quella del testo elettronico nella sua veste ASCII (ASCII è l'acronimo di American Standard Code for Information Interchange ovvero Codice Standard Americano per lo Scambio di Informazioni- È un sistema di codifica dei caratteri a 7 bit, comunemente utilizzato nei calcolatori, proposto dall'ingegnere dell'IBM Bob Bemer nel 1961, e successivamente accettato come standard dall'ISO (ISO 646). Per non confonderlo con le estensioni a 8 bit proposte successivamente, questo codice viene talvolta riferito come US-ASCII) significato puramente alfanumerico e interpuntivo delle parole senza altri valori consistenti in 256 caratteri. Oppure i più recenti Hypertext Markup Language o il più recente Extensible Markup Language. Poi lo sconvolgimento del XIX sec dalla scrivania dell’autore (il pennino metallico poi la stilografica la carta finemente di cellulosa) alla meccanizzazione della stampa e l’autore che si fa imprenditore come Manzoni. Poi lo sviluppo delle illustrazioni di cui i romanzi illustrati romantici erano le prime avvisaglie di un processo inarrestabile d’enorme portata e i formati dei libri che si modificano e si rimpiccioliscono.

-Oggi i mass/personal media anticipando e accompagnando l’uscita di un romanzo o di un saggio, ne orientano pesantemente la fruizione ancor prima per favorirne le vendite creandogli attorno un rumore… questo meccanismo incide e sovrasta la possibilità d’intervento dell’autore dà vita ad un sistema di significati che finisce fatalmente con collidere con quello dell’autore:i veri autori risulteranno essere più sempre altri . Il che in sé non turba,ciò che turba è l’ignoranza lato autor e lettore della grammatica di questa nuova dinamica sociale… i mezzi di riscrittura sono potenti dominanti sull’universo espressivo della carta;la quale ha qualche concreta possibilità di riscatto solo puntando sul trascorrere del tempo quando potrà far valere la propria natura del supporto fisico più duraturo.

-il Manzoni illustrando i Promessi Sposi gettava le fondamenta per una scrittura lettura che apriva alle problematiche che l’avvento del digitale alla fine del 900 ha riproposto in tutta la sua complessità ed urgenza. Per ricostruire attentamente la tecnica del racconto adottata in quel romanzo sarebbe agevole l’utilizzo di un testo elettronico più che un saggio cartaceo. Così come il tentativo manzoniano di farsi editore troverebbe ben altri canali nella moderna rete telematica….fino a mandarlo in giro per il mondo correggerlo in un flusso comunicativo continuo della stesura dell’intervento correttorio.

-avvicinandosi all’età moderna il manoscritto ha vissuto una nuova primavera. La scrittura è diventata sempre più strumento di analisi, di chiarimento progressivo vissuto in prima persona con un contrasto tra il coniugare una buona cultura con l’industrializzazione di essa (ad es. Pirandello scriveva una novella che prima pubblicava su una rivista, poi nell’impianto strutturato di una raccolta e infine in una commedia così diventa arduo identificare i confini di una opera e la sua identità)

DIGITAL WRITING

-Il processo di costruzione sociale che ha come elementi costitutivi le sceneggiature sono ad alto tasso di reificazione ( Il concetto viene usato per lo più in senso critico-descrittivo, al fine di evidenziare l'influenza del modo di produzione capitalistico sulla vita delle persone e sulla loro capacità di reagire a tale potere.) a due livelli:il primo che riguarda gli script veri e propri interpretati come l’unico modo di fare e di essere possibile. Assumono l’aura di cose preesistenti il pensiero e l’azione umana. Da lì al divino il passo è brevissimo. Il secondo livello di reificazione riguarda gli esecutori degli script coloro che li trasformano in un testo vero e proprio. In base ai livelli di competenze che si raggiungono nell’uso degli script si determinano

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ruoli e tipologie identitarie precise che poi una volta definite finiscono con il condizionare i soggetti sociali nel loro comportamento.

-gli script sono all’origine di questa deriva comunicativa attraverso il proliferare irrefrenabile di testi inoltre il difendere questa grammatica della realtà non aiuta a sfruttare la incredibile risorsa di questa deriva, ma aggrava gli effetti negativi. Vengono inoltre carnevalizzate quelle Grammatiche (ovviamente escluse quelle operative) che indeboliscono il ruolo sociale di ogni processo formativo (non ci sono più i valori…ma dove andremo a finire…)

- i nuovi media tentano di offrire alla società FORME DI COMUNICAZIONE e quindi DI RELAZIONI SOCIALI più attente alla libertà alla creatività secondo la vox populi, potente strumento di mercato. L’invasione di parole come interfaccia software, cyberspazio, virtuale, multimediale, hanno avuto fortuna grazie ad una autorevolezza data dal quadro generale di essere sempre connected e al tempo stesso disconnetted, S/COLLEGATI (0/1) con chi dove e quando e come si vuole.

-per sviluppare un linguaggio nuovo comunicativo, non riduzionista occorre non cercare in un dispositivo digitale poiché in questo modo si rinvia altresì si nasconde la necessità primaria sopra detta.

SCRITTURA COLLABORATIVA

-la comunicazione appare sempre più contaminata da processi conoscitivi di ricerca rivelando grammatiche potenzialmente divergenti da quelle dominanti e destabilizzanti. Anche se fatichiamo a ri-conoscerla è la sola portatrice di speranza per un futuro possibile sostenibile.

-l’immaginario che ad esempio si può incontrare negli ambienti di simulazione ci permette di vedere, elaborare fuori da noi in comune con altri quello che prima si poteva figurare solo nella mente.

-l’uomo che verrà, se verrà avrà poco a che fare con il futuro così come la nostra società lo concepisce. Nel caso della comunicazione essa si pone non come mezzo o fine ma apparirà sempre più come agente creativo. La dimensione comunicativa a cui si fa riferimento è concreta e realmente effettuale, lontanissima dagli effetti speciali è elemento indispensabile per la socializzazione del soggetto .EGLI SARÀ CHIAMATO NON AD EVOLVERSI, MA A INVENTARSI IN UN GROVIGLIO DI CONFLITTI ACCELERAZIONI E RIPENSAMENTI.

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NUOVO- INNOVAZIONE-INNOVAZIONE TECNOLOGICA

-L’umanità oggi ha strumenti materiali e spirituali per poter scrivere lei stessa il libro della realtà, non più solo scrivere e descrivere. Una realtà ancora inesistente, costruita, non ricostruita che genera l’esistente si tratta quindi di MATRICI strumenti per trasformarla e crearne una NUOVA

-L’asse semantico del LEMMA COMUNICAZIONE come risulta dai confronti delle definizioni di due vocabolari (uno del 1987 e l’altro del 2010) sta migrando verso territori INESPLORATI , centrato com’è sul mondo dell’ informazione, dell’organizzazione e della strategia con un rinvio ai mass media.

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-La comunicazione pone al centro la libertà e va intesa come scoperta, invenzione, creazione, generativa di mondi con al centro la non prevedibilità, l’incognita la necessità di correre il rischio per uscire dal sistema dominante.

-questa libertà non va confusa con quella libertà fittizia, frutto di strategia di marketing che pone l’individuo nella condizione che per essere libero occorra possedere strumenti presentati come indispensabili per essere innovativi in linea col futuro inarrestabile. (SN, Ipad,Ipod, black berry ecc.). Al contempo però si cerca di farli pensare, fare come se il mondo non fosse cambiato e l’uomo non avesse passato una soglia da cui non si può tornare indietro e la nostra umanità così vi appare sempre più secondaria (ancora la metafora del cavallo di Troia).

-infatti i risultati della creatività tecnologica si sono rivelati assai modesti rispetto alle aspettative. Questa terra promessa è parte centrale del fenomeno dell’acuirisi del contrasto tra TESTI DIGITALI E GRAMMATICHE ANALOGICHE. Il profilo dell’autore è delegittimato dalla logica del taglia e cuci propria della comunicazione digitale.

-Il nuovo non può procedere nella soluzione di problemi rifacendosi a questioni di gestione con strumenti che sono solo surroga della incapacità di progettare, prevedere, prevenire.

-ideali e valori etici sono in questo scenario tenuti sullo sfondo

-questa nuova visione deve partire dal’abbandono della deriva e della noia, del fatalismo, della mancanza di voglia di vivere che sono strumenti che sono lì ad impedire che l’uomo possa entrare nella Storia. . se abbandoniamo ciò possiamo far sì che la comunicazione si trasformi in risorsa meravigliosa, forza generativa., uscendo dalla preistoria.

-ciò mediante STRUMENTI COMUNICATIVI (MEZZI CHE HANNO TUTTO IL NECESSARIO PER RIPROGETTARSI E EFETTI CASUALI , IMPREVISTI E IMPREVEDIBILE CHE OPPORTUNAMENTE COLTI CI PORTERANNO MOLTO LONTANO.

-In questa prospettiva tra democrazia e comunicazione c’è un rapporto che li vede rappresentanti l’uno per l’altro come fini e mezzi, per superare lo sgretolamento di spazio e tempo.

INNOVAZIONE

-la comunicazione non sta ad aspettare le nostre teorie:va avanti con la sua forza naturale che oggi non riconosciamo e non capiamo

-Questa innovazione a scuola non viene praticata a causa della logica dello studente cliente con una banalizzazione del rispetto dei loro diritti

INNOVAZIONE TECNOLOGICA

-la sua questione appare ancora più critica se riferita all’innovazione tecnologica:il computer dopo essere stato nell’immaginario collettivo sinonimo di macchine difficili che necessitavano di personale qualificato si è ridefinito nella propria immagine proponendosi come elettrodomestico dell’organizzazione, dell’iniziativa e della creatività individuale.

-NUOVO NON SIGNIFICA MIGLIORE!

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NODO PROGETTUALITÀ PAG. 419

-Il superamento della contrapposizione idee cose in cui riconoscere alle idee una loro fisicità e alle cose una loro valenza ideale si gioca nel rafforzare le loro differenze al fine di un PROGETTO COMUNE. Esso non è premessa alla cultura del fare,ma fare egli stesso.

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-il testo mondo è oggi aperto alla creazione di cose che sono sia da utilizzare così come sono, sia cose per PROGETTARE COSE CHE CI SARANNO. Così il nostro immaginario è aperto alla generosità creativa insita nelle cose.

-ciò per sviluppare LA CULTURA DI PROGETTO DI NATURA GENERATIVA secondo la metodologia di progettazione che prima è PROCESSO poi PRODOTTO, in una soluzione di continuità inequivocabile fra l’identità degli elementi prima e dopo l’attivazione del contatto (gli elementi si trasformano e ne generano di nuovi). Essa però viene rifiutata perché considerata pericolosa per l’establishment.

-infatti l’universo di script (sceneggiature che concorrono a definire gli ambienti in cui si sviluppa il processo di costruzione sociale della realtà rispecchiando una progettualità che assume caratteristiche diverse secondo le epoche e i contesti politici economici) che viviamo ora non genera Conoscenza –Ricerca in forme ricche di discontinuità ma ispirate a principi e valori irrinunciabili, perché è scambiata per un mercato dove si può acquistare conoscenza infima o di qualità. Ciò significa trovarsi senza alcun PROGETTO SUL PIANO DELL’ESSERE che non sia quello di scegliere nel grande magazzino dei prodotti definiti dalle dinamiche di mercato , ma disastrosa per i mercati stessi!

- perciò la realtà continua a svilupparsi per conto suo priva di progetto, instancabile costruttrice di persone e cose a causa dell’assenza di un paradigma sociale adeguato agli obiettivi che ci stanno davanti nella confusione tra sincrono-simultaneo e condiviso, in cui la ratio tecnologica si pone come manganello cognitivo rinforzando i feedback negativi:noi dobbiamo invece il feedback naturale possibilità di retroazione correttiva.

-allora che fare? Ridare primato alla Ricerca e alla Conoscenza attraverso la scuola agenzia politica potentissima, se si riuscisse a liberarla da ogni intento propagandistico e predicatorio! La comunicazione come agente creativo dovrà trasformarsi da canale di trasmissione, di connessione a elemento di ricerca, costruzione, strumento di creazione e d’invenzione.

-altresì non dobbiamo rinunciarvi a causa del diffuso pessimismo, della PAURA (il ministro della paura di Albanese)

-per progettare occorre cogliere l’idea di “novità” non dal confronto lineare tra sistemi vecchi e nuovi, ma procedendo ad una CONTESTUALIZZAZIONE A LIVELLO DI SISTEMA:la metrica consegnata dal passato non funziona più, siamo giunti al punto di non ritorno. Non possiamo più predicare il nuovo, ma praticare il vecchio.

-La creatività che contraddistingue la progettualità prima dell’uso delle tecnologie deve riguardare la scelta di obiettivi etici e politici letti al futuro. Non a cosa mi potrebbe servire un computer, ma a cosa mi deve servire un computer. Nel progetto ci sta la costituzione di “esseri umani intelligenti” che dà vita al “cerchio oceanico della liberazione” come dice Gandhi parlando del suo villaggio ideale.

-le forme di comunicazione fuori progetto intrise di inaspettato, inatteso, producono effetti caotici e dirompenti che possono rompere la logica del mercato

-questa azione è dinamica, continua trasformazione, divenire sulla base di ipotesi progettuali e continue verifiche effettuali che producono nuove ipotesi

PROGETTO AL FUTURO

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-Nel dopoguerra si sentì un forte vento vitale di chi stava per perdere tutto e si è ritrovato a vivere quello che ha. Nacque la cultura del dialogo mai vista prima tra genitori figli, assemblee nelle fabbriche, a scuola, nelle parrocchie .

-questo era una progettualità al futuro che aveva nel diritto all’educazione il fondamento per poter sperimentare la propria condizione di uomini

-ora ci si aspetta un SALTO DI SISTEMA, UN ATTRAVERSAMENTO DELLA SOGLIA l’abbandono del paradigma che superi l’incertezza strutturale che vada oltre l’idea di progresso e sviluppo a cui siamo abituati per svilupparne un altro: L’UMANITÀ DEL FUTURO “SAUVER L’HUMANITÉ EN LA RÉALISANT”. (salvare l’umanità in divenire) come dice Morin.

-ci può aiutare il digitale che rappresenta un salto in una testualità dalle potenzialità mai esplorate a patto che lo vogliamo:ogni aspetto della realtà può essere diviso e unito, co0llegato e scollegato:ogni comunicazione in questo senso possibile:ma ci vogliono architetti che disegnino il profilo di questa terra misteriosa-autori della democrazia- cultori della domanda.

VISIONE PROGETTUALE

- Perché non si sente più quel vento vitale del primo dopoguerra? Perché ora le norme e i comportamenti degli esseri umani rispondono a scelte che non sono più percepite come tali, frutto di costruzioni culturali, ma come fatti naturali, connaturati alla condizione umana, inevitabili. Le grammatiche sociali che indirizzano queste scelte riescono ad imporsi naturalmente utilizzando script ormai introiettati da pratiche che nessuno discute più, invisibili alla coscienza.

-infatti le memorie che la tecnologia ci ha aiutato ad elaborare (le storia- memorie) non costruiscono architetture che disegnano la strada che l’uomo già vive e che vivrà.

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NODO ITC PAG. 423

-Le ITC hanno l’immensa potenza di di unire, dividere tutto e tutti mettendo in luce quanto siano in fase di totale ridefinizione non solo gli assetti e le identità tradizionali (creatore-creato) ma il concetto stesso il significato e il valore di DIVISIONE UNIONE

-addentrarsi in questo mondo nuovo fa paura e si è resistenti perché si ha la paura di perdere la propria identità. La Ricerca e la Conoscenza non sono antagoniste ma garanti della nostra umanità individuale e collettiva.

-così stando le cose non ci daremo la possibilità di capire e giudicare la testualità di questa Rete e continueremo a confondere ciò che c’è con quello che confusamente si vorrebbe che ci fosse. Oggi la nostra capacità di scrivere/leggere la Rete e con essa la realtà è minima e la lacuna non è tecnologica, ma culturale e questo spiega bene la complessità inutile della tecnologia. La testualità sociale, l’Internetware, ha bisogno di politica, ma è una politica difficile da definire sulla base dei parametri consueti

-l’uso dell’Internetware avrebbe dovuto portare a rivoluzionare il rapporto con il cliente spingendo verso l’abbandono della transazione come obiettivo finale di ogni strategia di marketing, spingendo verso un rapporto duraturo giocato su due strumenti :i database che permettono una personalizzazione di massa e la custode satisfaction con cui prestare la massima cura al servizio assistenza. Il customer relationship management avrebbe dovuto essere una forma primitiva di una intuizione di una esigenza proveniente dallo stesso mercato attento.

-l’uomo nuovo fece appena in tempo a profilarsi che venne contrastato da politiche e culture di segno opposto. Ciò nonostante l’uomo continuò a sviluppare progetti inclassificabili secondo i parametri socio culturali passati dove i colori della complessità apparivano finalmente non più solo problema ma risorse inesauribili senso più profondo di quell’umanesimo che stavamo costruendo

-l’umanità riesce ad autorganizzarsi fuori dai consueti schemi rifiutando i vecchi modelli che hanno nella COMUNCAZIONE COOPERATIVA una risorsa preziosa. Gli anni da dopo la 2 guerra mondiale sono stati anni difficilissimi segnati da rotte e derive socioculturali alcun delle quali rispondono alla logica top down altre bottom up e queste ultime ancora dominano nei social media. Strategie vecchie superate fra lor contrarie che ancora oggi non riescono a generare niente di differente consolidando anzi le vecchie logiche che il dopoguerra aveva messo in crisi. Nei decenni successivi è mancato il coraggio di far tesoro del passato rompendo però con il passato stesso e trovare quell’energia per migrare verso nuovi orizzonti:ciò fu ed è l’errore che ha trasformato una meravigliosa stagione in un inverno che ancora oggi ci avvolge.

-in questo contesto si scontrano quotidianamente in modo paradossale due forze contrapposte, due Continenti:quella delle tecnologie che potrebbero collegare tutto e tutti e che di fatto generano nuove realtà (aerei che permettono scambi culturali- il linguaggio digitale informatico che mette insieme ciò che i media tradizionali avevano tenuto separato) e quella del fare quotidiano comunicazione che pone fortissime resistenze ad ogni integrazione, mescolanza , ibridazione soprattutto ad ogni processo generativo di persone/cose radicalmente nuove. Questi due Continenti sono alla deriva e da essi emerge un mondo abbandonato a sé sofferto da tutti noi, anche dagli stessi burattinai di sempre che stanno in prima fila. L’atmosfera che si respira è di sfiduciata attesa, nonostante questo sia il risultato dell’azione umana ci si continua a sforzare di contenere gli effetti ricorrendo a macchinari che spianano qualsiasi elemento che vada alla ricerca di obiettivi, metodi, risorse inedite.

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-eppure possiamo riscrivere questo libro inventarlo trasformarlo in altro con la potenza creatrice

-Uscire da quel racconto mediale che abbandona l’uomo solo poche ore al giorno. Per non parlare del pianeta bambini dove multinazionali come Mattel e Hasbro fanno e disfano come vogliono :la pubblicità a parte poche aree del pianeta (Quebec e Norvegia) propone modelli che spingono ad educare i bambini che se compri sei felice. È allora difficile in questo contesto dove queste narrazioni sono considerate inevitabili, le uniche possibili, naturali provare a narrare altro. La Storia ci insegna che prima di controllare banche, polizia tribunali, forse lavorative ecc. bisogna controllare le storie. La mondializzazione così come sta avvenendo è prima di tutto imposizione dittatura di una unica narrazione della realtà e di conseguente costruzione sociale. Ecco perché il Sistema tenta di cancellare la Storia e la sua memoria.

-ecco allora la che la comunicazione deve farsi in un contesto aperto non chiuso come da visione tradizionale che collegando identità diverse crea identità sempre del tutto nuove e interconnesse dove per nuovo non è l’accezione tradizionale.

-il digitale informatico non va isolato in una storia in sé ma affrontato come parte di una più vasta testualità comunicativa che da secoli è in accelerata trasformazione.

-a scuola la buona comunicazione deve materializzarsi in una ricerca condivisa orientata al conoscere facendo attenzione a valorizzare le differenze e le peculiarità dei soggetti e delle cose coinvolte per andare oltre i soggetti e le cose stesse per creare quindi in un processo incessante e assai spesso sorprendente rispetto alle aspettative iniziali nuove realtà. Un progetto dichiarato sottoscritto dai suoi principi ispiratori negli obiettivi, nelle modalità operative negli strumenti da utilizzare e attentamente monitorato secondo la precisa convinzione che le idee migliori sono quelle che in fase di analisi e di applicazione accettano di essere valutate e ripensate fino al punto di essere progettate e realizzate altro da se stesse.

-l’apprendimento delle buone pratiche tecnologiche è rafforzato dalla fuorviante convinzione che i linguaggi e i contenuti stessero in due aree diverse complementari, ma separate in linea con la tradizione culturale del novecento (di destra-di centro- di sinistra-cattolica e non). Inoltre ha comportato che il nostro modo di avvicinarci all’innovazione tecnologica dominasse l’idea di un non diritto a valutare la tecnologia stessa concentrando ogni valutazione sulla nostra capacità maggiore o minore di dar vita a sequenze di atti (script) a procedure cognitivo meccaniche e questa è una posizione da consumatori piuttosto che da produttori.

-in questa prospettiva la capacità creativa del docente si esaurisce nella scoperta di nuove forme e strumenti che coinvolgano gli studenti:oggi la LIM domani chissà cosa. Il trascorso è autorità indiscussa non il passato di classica memoria ma il life is now il trascorso quotidiano.

-la scuola è ricca di esempi che vanno però in direzione opposta, verso strade diverse anche oggicome la Scuola Città Pestalozzi.

- l’errore perciò è stato pensare che la tecnologia da sola bastasse a cambiare lo scenario socio culturale. Ora bisogna avere il coraggio di avviare sperimentazioni:prima di ogni cosa rinunciare al digitale come un’armatura per garantirsi l’innovazione e il cambiamento comunque facendone altresì un STRUMENTO PER LEGGERE E SCRIVERE IL REALE COME MAI PRIMA ERA STATO POSSIBILE,ritrovando il senso non tecnologico, ma storico di ciò che sta avvenendo e che l’uomo persegue da millenni. Lo scontro non è tra digitale e non digitale, ma tra vecchia e nuova comunicazione-

-L’ITC continua ad imbattersi in ostacoli culturali che tendono a mantenere ancora distinte le aree di ricerca dei linguaggi e dei contenuti:il calcolatore è visto come prodotto delle discipline ingegneristiche,

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matematiche, per cui da parte scientifica si registra diffidenza verso le utilizzazioni che se ne potrebbero fare in campo umanistico, mentre quest’ultimo con malintesi sensi di superiorità (di gentiliana memoria aggiungerei io….) domina la sfiducia circa il fatto che la grande forza operativa dell’elaboratore sia in grado di sposarsi a effettive capacità connotative interpretative a quella sensibilità che si ritiene irrinunciabile in una analisi per esempio della creatività artistica.

LIM

-la LIM come altri device è stata inserita nella scuola, ma essa non è che il sintomo di una crisi in corso poiché non vi è stato un progettazione generale all’uso delle tecnologie anzi si è pensato che esse potessero risolvere problemi annosi in maniera quasi miracolistica senza mettere in discussione il modello comunicativo della nostra società, negando cioè alla comunicazione la funzione essenziale di ideare, progettare sviluppare monitorare tutti i settori sociali.

-Si potrebbe paragonare il loro inserimento un po’ come quando negli anni della contestazione studentesca e operaia si pensava che bastasse sostituire la letteratura e la matematica e la filosofia con la lettura dei giornali analisi dei TG o dei film per cambiare la “scuola di classe”.

VIDEOGAME

-Nella nostra testualità sociale chi sono gli sceneggiatori? I Lemmings protagonisti di un videogioco del 1991 che si muovevano indaffaratissimi in fila liberi solo di esercitare quelle poche funzioni che identificavano lo script di cui erano portatori (scalare, paracadutarsi,bloccare…) nell’illusione di dare un senso personale e collettivo alla propria vita. Oppure il sistema deve essere scardinato in una nuova ragione comunicativa (Habermas)?

-Norman parlando di tecnologia ha spiegato che la migliore è quella invisibile:gli script sono comportamenti tecnologici ormai così comuni da risultare invisibili. Oggi quello che preoccupa nelle sceneggiature è che esse siano difficilmente riconoscibili, perché questa loro invisibilità serve a nascondere le grammatiche sociali che le ispirano. I Lemmings che giocano a tennis seguono sempre una sceneggiatura facile facile che riflette un regolamento che nessuno osa discutere . Ma un giorno qualche cosa sembra rompersi …forse ai nostri Lemmings è data l’occasione di cambiare non solo la loro vita ma la vita.

-dall’ordine del gioco al caos con l’ingresso dei giocatori (vedi il PONG a pag. 31) poi la apparente normalizzazione e il meteorite quadrato…allora è necessario introdurre un terzo elemento che rende necessario regolare questa incessante interazione. È il concetto di augmentation che si comprende solo se si pensa ad una specie di materia prima di nuova generazione la cui identità risulta sempre più chiara quanto più si riesce a portare a sistema la possibilità dell’uomo crescenti oltre ogni immaginazione negli ultimi secoli tramite l’esplosione tecnologica di unire e di tenere diviso tutto e tutti: augmentation è questa realtà con i relativi obiettivi autobiografici e collettivi disegnati dalle infinite architetture dei suoi collegamenti

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NODO INTERNET

-il proliferare irrefrenabile di testi soprattutto in Rete è una delle funzioni degli script all’origine della deriva comunicativa;la seconda riguarda la difesa della grammatica della realtà che non aiuta a sfruttare l’incredibile risorsa di questa deriva, ma ne aggrava gli effetti negativi con la soporifera azione nei confronti dei termini reali della crisi che stiamo attraversando.

-siamo illusi di essere enormemente liberi poiché lo scriptware-progetto di produzione (potentissima occulta agenzia di literacy sociale)si è avvantaggiato in termine gerarchico rispetto alla grammarware-progetto identitario grazie all’indirizzo e al governo della realtà tramite la trasparenza dei sistemi automatizzati.

-la trama del racconto della realtà fatto coi database è sempre lo stesso. Eppure nonostante questo dilagante conformismo si ha un gran bisogno di libere associazioni di idee cose persone collegamenti imprevedibili e divisioni inimmaginabili. La rete ci fa trovare quello che stiamo cercando se le nostre domande sono previste e prevedibili dal sistema:è la grammatica così com’è che determina il testo e non viceversa: i “creativi” con la loro miriade di testi agiscono su piste ben definite e manipolabili.

-non è l’Internet dei pionieri in cui si incontravano utopismo e realtà

-il lavoro di chi come Morin, Maturana, Piaget, Lévy hanno definito il passaggio del paradigma da istruttivo a consocitivo perturbativo, conflittuale eversivo per l’intero sistema socioculturale consolidato, ma il loro lavoro non trova interpreti operativi capaci di trasformare scoperte scientifiche in vita vissuta, comportamenti operativamente sociali, culturali, economici, quotidiani:insomma ancora non si riesce a fare il salto di sistema come sosteneva procedere la storia della scienza secondo Kuhn.

-lo scrittore della Rete in Internet oggi può scrivere quanto vuole e il lettore lasciare traccia, ma lo script del loro fare ed essere è disegnato da altri si a livello micro che macrotestuale. Gli autori della grammatica della rete osservano i testo scritti dal lettore/scrittore e intervengono riattivando i feedback negativi.

-la grammarware della rete è la logica attuale della sua architettura strategia di comunicazione e d’impresa, ma è anche molto di più: è la dimensione ideologica che essa esprime in chi la pratica in chi la usa. Una riflessione ad essa collegata riguarda la governante di Internet problematiche riguardanti la rete delle reti a livello gestionale, rappresentativo, istituzionale come ICANN ( che ha l'incarico di assegnare gli indirizzi IP ed ha inoltre

incarico di identificatore di protocollo e di gestione del sistema dei nomi a dominio di primo livello (Top-Level Domain) generico (gTLD),

del codice internazionale (ccTLD) e dei sistemi di root server) tematiche di tipo politico (diritti umani ,privacy, calunnia, libertà d’accesso…), economico (costi e protezione del consumatore) culturale (pedopornografia, copyright). Insomma tutti questi ragionamenti riguardano la testualità della rete, l’internet come è L’internetware che crea effetti generando realtà le quali possono anche essere opposte rispetto alle intenzioni progettuali, scopi dichiarati e perseguiti.

-la crisi attuale di decadenza sociale profonda si manifesta a due livelli: grido continuo di allarme alla ricerca di una leadership in grado di avere una vision di un futuro possibile. Convinzione che il saper fare sia l’unica condizione del reale un saper fare sì di alto profilo, ma affidato a professionisti che non siano indeboliti nel loro gesto tecnico da valori, scelte, obiettivi a lungo termine. La mancanza di figure

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imprenditoriali di alto profilo (es. Olivetti o Pirelli mi viene in mente) è conferma di cultura errata che mette in maniera sbagliata insieme cose e idee.

-l’intervento sulla realtà in tutti i suoi aspetti non è un fatto neutrale, ma il risultato di domande da cui dipendono scelte e valori di priorità che ispirano l’azione.

-la nostra creatività quanto più ci si addentra nella tecnica dell’agire cose e persone necessita di una sempre maggiore attenzione e valutazione critica. In questa prospettiva studiare la testualità sociale d’Internet può dare un contributo fondamentale alla sua Governance

-sarebbe un risultato importantissimo riuscire a far riflettere sul fatto che la libertà della Rete la sua indipendenza è direttamente proporzionale alla capacità di chi la frequenta di essere creativo autore a tutti i livelli e non solo al livello di compilazione degli script.

-ad esempio l’idea di rispondere subito alle e mail così poi siamo a posto oppure etichettarle in attesa di…che non arriverà mai;insomma si consegna ad altri la propria creatività e responsabilità. In questa prospettiva comunicazione ed organizzazione sono molto lontane

-Stefik nel 1997 parlava di marketplace oggi si dice e commerce e solo dopo tre anni dalle sue parole scoppiò la bolla finanziaria su e con le ITC.

-le applicazioni della Augmented reality con il loro senso della novità finiscono per orbitare intorno al campo del digitale dove il bit è in grado di sviluppare una specie di mondo parallelo:l’imperativo è tenere il digitale sostanzialmente separato dalle res.

-i linguaggi curricolari sono omogenei sia che si tratti di un e book di un videogame di un libro le istruzioni d’uso sono le medesime. La comunicazione scolastica va bene per tutto in un paradigma gerarchico trasmissivo informativo. È da evitare l’educare studenti alla Ricerca (non alle ricerche a cui sono istruiti…anche mediante l’uso dei motori di ricerca)

--l’apprendimento delle buone pratiche tecnologiche è rafforzato dalla fuorviante convinzione che i linguaggi e i contenuti stessero in due aree diverse complementari, ma separate in linea con la tradizione culturale del novecento (di destra-di centro- di sinistra-cattolica e non). Inoltre ha comportato che il nostro modo di avvicinarci all’innovazione tecnologica dominasse l’idea di un non diritto a valutare la tecnologia stessa concentrando ogni valutazione sulla nostra capacità maggiore o minore di dar vita a sequenze di atti (script) a procedure cognitivo meccaniche e questa è una posizione da consumatori piuttosto che da produttori.

-ad essi si sono accompagnati i luoghi comuni a scuola:

1.lo studio è un fatto individuale

2.l’innovazione a scuola passa solo attraverso le nuove tecnologie

3.la Rete è oggi lo spazio più adeguato alla comunicazione e alla socializzazione

4.i giovani conoscono i linguaggi delle nuove tecnologie assai meglio dei loro insegnanti che in proposito non hanno niente da insegnare e giustamente quando entrano in classe avvertono un certo imbarazzo

-il centro di gravità della testualità si sta muovendo verso i luoghi non del testo. È come se all’insegna delle nuove potenzialità connettive digitali si stesse verificando un ribaltamento di valori nei rapporti tra

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elementi e rispettivi collegamenti che vanno ben oltre il semplice supporto informatico. Nodi la trama dei collegamenti può ridisegnare il testo al punto da legittimare la domanda cosa è connesso e cosa connette?Che cosa cambia e cosa resta? In questo scenario comunicazione e democrazia devono confrontarsi. Oggi non ci si riesce per la forte resistenza che sta manifestando ad elaborare il nuovo, di cui caratteristica forte è il divenire. Quest’ultima non significa resa all’incertezza instabilità ma potrebbe viceversa sviluppare una risposta di segno opposto basata sulla consapevolezza di dover fare scelte decise, su progetti a lungo termine su assunzione di responsabilità con i relativi rischi intesi come accettazione dell’imprevedibilità, in cui l’errore è opportunità preziosa.

- La Rete apre a nuovi testi e nuova grammatica non solo alle importanti esigenze dell’uomo di indicizzare, ordinare, classificare. Quello che manca alla Rete oggi è la POESIA POIESI:non secondo l’accezione stereotipata di fuga dalla realtà, quanto secondo la logica del creare, fabbricare una dimensione umana che i vecchi linguaggi non potevano volevano fare.

-aver imposta all’uomo di pensare,scrivere (parole, suoni, immagini) in maniera tale che la macchina potesse processare i testi come dati ha fatto sì che la creatività umana SI SIA INGOLFATA IN UNA COMUNICAZIONE UOMO MACCHINA NON ORIENTATA A RAFFORZARE QUELLA UOMO-UOMO.

-infatti da parte della macchina sia che si scriva la parola montagna, sia che la si reciti ad alta voce, sia che la si disegni le tre forme vengono memorizzate allo stesso modo tramite una complessa combinazione di dispositivi elettronici caratterizzati dalla proprietà di assumere due condizioni:0/1.

-questo non è mai successo nella storia della scrittura.

-Questa è la causa principale della povertà della Rete che paradossalmente è ricca di testi. La comunicazione per poter garantire lo sviluppo della democrazia diverso dal controllo democratico sui mezzi di comunicazione necessita di garanzie sul processo che la caratterizza rispetto alla quale contenuti e mezzi rappresentano elementi in divenire:la democrazia è più forte dei suoi nemici se scommette su se stessa ammette il diritto a ciò che è altro da sé di esistere e comunicare. SE LA COMUNCAZIONE VERA COMUNICAZIONE LA DEMOCRAZIA VERA DEMOCRAZIA.

-Stefik nel suo libro del 1996 Internet dreams archetypes myths and metaphors propone che per inventare qualcosa di significativo è più importante attingere alla nostra personalità identità di uomini dove la fantasia gioca un ruolo fondamentale piuttosto che alla tecnologia. UNA PRECEDENZA DEL FARE CON LE IDEE CHE SI INTRECCIA CON IL FARE CON LE COSE . La metafora di Internet come autostrada si è trasformata da traslato in senso proprio come se si trattasse davvero di autostrade da costruire per trasmettere messaggi alla velocità della luce:per Stefik la metafora è insufficiente anche ai fini della stessa progettazione. La sua critica colpisce direttamente l’idea che esistano parti componenti elementi della comunicazione che vadano bene comunque trattandosi di “cose” necessarie a prescindere dal loro uso che diverse strategie o architetture ne possono fare.

-Per Levy ideatore dell’intelligenza collettiva, la Rete è “cosa” che rinvia ad una cultura ancora da venire eppure scaturisce dalla nostra cultura. Questa è una condizione di ALBA della nuova condizione umana dove l’uomo è testimone e artefice al tempo stesso:PERCIÒ LE RELAZIONI TRA GRAMMATICA E TESTO, FARE E PENSARE sono profondamente cambiate.

-De Kerckhove parla di connected intelligence (intelligenza connessa) dove l’intelligenza si esprime attraverso il dare origine, costruire:quello che scaturisce dal nesso creativo non è contenibile in noi, incorporato nel preesistente che fa riferimento ad una grammatica generale che ancora non c’è, aprendosi

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verso ciò che non è ancora esperito:NON ESSENDO COMPRENSIBILE È LA NOSTRA STESSA UMANITÀ PRIMA DELLA MENTE A ESSERE MESSA NELLA NECESSITÀ DI CAMBIARE.

-- il pensiero di Berners Lee invece è quello di potenziare la filosofia dominante che vuole i dati da inserire nel web in una form che le macchine possono capire naturalmente. La strategia è quella di creare una enorme banca dati allo scopo di realizzare un più grande cervello intuitivo.

-Ma e c’è un ma a queste idee:la strettezza della Banda questione fisica, rappresenta un alibi poiché quando si supererà quel limite si vedrà che si è rafforzato fin dagli albori della Rete una strategia comunicativa che favorisse la povertà di linguaggio, abbassare al minimo la complessità, le potenzialità linguistiche della Rete, la cultura slow rivincita della forza dei contenuti sulla forma. Ciò sia per evitare che si mettessero in discussione gli equilibri dei poteri forti della comunicazione, sia per quel democraticismo linguistico-mediale tendente ad una comunicazione meno purchè fruibile e agevole e agita da tutti.

-Per abbandonare questa strada è necessario che la comunicazione ammetta le difficoltà in cui si muove nel fare concreto, la propria problematicità, AI LIMITI DELL’AUTOCONSISTENZA in forza della sua debolezza verso i poteri forti che la fanno proporre come mezzo strumento per i loro intenti manipolatori e biecamente persuasivi. INSOMMA LIBERARLA DALL’IMPERIO CULTURALE DELLA DIMENSIONE MASSMEDIALE.

-in questo contesto di controllo invisibile di indirizzamento enbedded in un fare apparentemente neutrale si è affermata l’epoca degli scriptware:questa galassia degli script.

-l’utilizzo dell’ipertesto della Famiglia dell’antiquario di Goldoni era quello di realizzare una edizione dinamica della commedia che restituisse il flusso creativo, far leggere un’opera che è una, ma anche tre , raccontando la mappa creativa del suo autore.

INTERNETWARE

-INTERNET SARÀ LIBERA SE LA LITERACY, CIOÈ LA CONOSCENZA LINGUISTICA DELLA SUA TESTUALITÀ AGITA DA COSE E PERSONE, L’INTERNETWARE, SARÀ BEN CONOSCIUTA DOMINATA E PRATICATA DA OGNUNO. Perché se è vero che Internet è il GLOBAL BRAIN (CERVELLO GLOBALE) della nascente knowledge society è da garantire prima di ogni cosa la cultura della Ricerca e della Conoscenza che rende possibile la libertà dei nostri pensieri e sentimenti. E questo ha bisogno di governance che renda liberi di costruire il global brain e non di esserne costruiti.

RETE

-è necessario collocare l’ERRORE (inteso non come incapacità ad adeguarsi alle grammatiche e sceneggiature dominanti, ma frutto di ricerca ed espressione di ragioni possibili di una antigrammatica, antisceneggiatura, antitestualità) in una strategia indirizzata verso obiettivi il cui raggiungimento sarà favorito dalla capacità di operare astrattamente e concretamente al tempo stesso AUTORE DEL FINITO E DELL’INFINITO COME COINCIDENTI.

-Ciò avviene auto poiesi di entità ed etero poiesi di altre. Ad esempio la vita sociale di una opera d’arte è tanto grande quanto maggiore è la sua capacità di ri crearsi, generazione dopo generazione un cambiamento che non mette mai in discussione la sua identità originaria, ma la rafforza. Altrettanto potente è l’energia generativa che essa trasmette in chi la incontra, dimensioni di umanità sempre più ricche.

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-per quanto riguarda la dimensione del digitale dell’elaboratore questa non sta dentro il computer è il riflesso tecnologico dei nostri saperi sta nella nostra testa un mondo che con il procedere di questa visione sarà sempre più difficile distinguere in digitale e non digitale. Associazioni e s/collegamenti creano realtà prima inimmaginabili: è fondamentale però non considerarle come uniche ed immutabili.

-purtroppo però gli autori delle grammatiche di rete osservano i testi dei lettori/scrittori e intervengono a livello micro e macro riattivando il feedback negativo così il sistema rimane in equilibrio, secondo la logica della grammarware della rete “strategia di comunicazione e d’impresa”

-il digitale informatico peraltro si è impossessato della lettura tradizionale potenziando alcuni aspetti (portabilità, mobilità) e indebolendone altri (conoscenza tattile, visione d’insieme del testo). Eppure avrebbe potuto aprire il testo biblioteca al testo mondo ridefinendo in diaframma che divide cose e idee. Lo si sta cominciando a fare con l’AUGMENTED REALITY (nelle sue varie declinazioni di mediated reality) ma speriamo non si risolva anche qui in mero consumismo. Sarebbe bello leggere Cicerone in un’aula di tribunale o assistere al film Miracolo a Milano da Piazza Duomo.

-così anche i libri non sfuggono all’esigenza di ridefinire la loro identità, il loro spazio, tempo, linguaggio il loro modo di essere realtà sfuggendo il trasformismo mediale.

-la tendenza oggi vincente complice questi script facilitatori è sfuggire alla cultura della domanda (Postman)che porta ad una costruzione gerarchico trasmissiva, di riti sempre uguali a se stessi. Quando le cose tendono a cambiare in maniera radicale, sconvolgente per un’accelerazione cercata d’entropia, i rivoluzionari vanno in crisi di identità pensando sia venuta meno la loro diversità e non sanno più cosa fare e pensare; i conservatori credono di avere vinto. IN REALTÀ I MOTORI DELLA NAVE SI SONO FERMATI E LO SCAFO STA ANDANDO ALLA DERIVA. INTANTO SI CONTINUA A CELEBRARE LE SOLITE LITURGIE, I SOLITI GIRI DI VALZER I SOLITI COPIONI.

-oggi si ha bisogno di un progetto comune fatto di infiniti e personalissimi ITINERARIUM MENTIS nell’idea che si DEBBA TROVARE NON QUELLO CHE STA CERCANDO MA QUELLO DI CUI ABBIAMO BISOGNO. Per far ciò dobbiamo tentare collegamenti mai tentati prima, dividere ciò che è sempre stato monoliticamente unito.

-ci si rivolge a colori che non si sono mai riconosciuti nelle grammatiche gerarchico trasmissive. La comunicazione a scuola DOVREBBE ESSERE UNO STILE DI VITA UNA BUSSOLA FATTA DI VALORI E QUINDI ANCHE DI PROGETTI, INDIVIDUALI E SOCIALI CON CUI ORIENTARE ANCHE LE SCELTE TECNICHE.

-PURTROPPO OGGI NELLA SCULA VIGE LA LOGICA DELLO STUDENTE CLIENTE e il docente (avvilito da compensi inadeguati, strutture modificate solo attraverso restyling in nome dei tagli) ha perso il ruolo cre attivo timoroso di porsi come guida come maestro poichè insicuro nella propria identità debole. Non sarà un manuale a salvarci!

-dobbiamo accollarci il rischio ( inteso come imprevedibilità in cui l’errore è risorsa preziosa) di progetti a lungo termine assunzione di responsabilità coi relativi pericoli.

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