Neopositivismo logico

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NEOPOSITIVISMO LOGICOCecilia Coiana VB

Il neopositivismo, o empirismo logico, è una corrente filosofica che nasce nella prima metà del Novecento con il Circolo di Vienna. Questa filosofia è basata sul principio che la filosofia debba aspirare al rigore metodologico proprio della scienza.

Il congresso di Vienna in un dipinto di Jean-Baptiste Isabey (1767-1855)

Nel 1929 il circolo pubblicò un manifesto nel quale veniva definita la loro filosofia come “concezione scientifica del mondo”.Nel manifesto lo scopo programmatico era così esposto:

“La concezione scientifica del mondo è caratterizzata non tanto da tesi peculiari, quanto, piuttosto, dall’orientamento di fondo, dalla prospettiva,dall’indirizzo di ricerca”.

Con l’avvento del nazismo in Germania, il gruppo si sciolse.

Carnap e Neurath non rinunciarono al loro progetto e fondarono la rivista Journal of Unified Science lavorando per creare una scienza unificata che si basasse sul metodo dell’analisi logica. Nacque allora l'Enciclopedia internazionale della scienza unificata, che venne pubblicata a partire dal 1938 sotto la direzione di Carnap e Neurath, e con la collaborazione di filosofi di varia provenienza.

PROBLEMA DELLA DEMARCAZIONE

Il problema della demarcazione consiste nel chiedersi cosa sia scienza e cosa invece non è scienza.

La tesi fondamentale del neopositivismo è la critica alla natura metafisica della filosofia tradizionale, i neopositivisti infatti affermavano che: ogni metafisica è un insieme di concetti privi di senso, in quanto sono ricavati con meccanismi non scientifici.

Il positivismo logico afferma che una proposizione ha significato solo nella misura in cui essa è verificabile (principio di verificabilità).

Ne segue che sono dotate di significato solo due classi di proposizioni:Proposizioni empiriche (verità empiriche); sono incluse le teorie scientifiche.Proposizioni analitiche (verità analitiche); includono le proposizioni matematiche.

Tutte le altre proposizioni, incluse quelle di natura etica ed estetica, sull'esistenza di Dio, e via dicendo, non sono quindi "dotate di significato", e appartengono invece alla "metafisica".

Le questioni metafisiche sono in effetti falsi problemi e non meritano l'attenzione dei filosofi.Secondo gli empiristi logici le frasi non verificabili sono prive di senso, e quindi non essendo scienza, non devono essere considerate.

KEINE METAFISIK MEHER “Mai più metafisica” è la frase degli empiristi logici

per dichiarare il loro pensiero contro la metafisica, affermando che le proposizioni di quest’ultima sono senza senso nell’ambito della conoscenza, in quanto formate da concetti illusori e parole senza senso.

La critica principale della metafisica è l’inesatezza delle sue frasi.

La metafisica, l'etica e la religione non forniscono conoscenze, ma servono all'uomo solo per manifestare il proprio atteggiamento emotivo verso l'esistenza, ma costituiscono anche un elemento che rende impossibile la comunicazione, poichè ogni persona difende la propria idea senza ascoltare quella altrui.

Più tardi questa corrente filosofica venne abbandonata poiché ingenua, molte parti della scienza, specialmente della fisica, non sono verificabili.

Anche le nostre emozioni e sentimenti non sono verificabili, ma non per questo non significa che siano privi di senso, anche perché possono condurci a scoprire altre conoscenze verificabili.