Municipio Roma IX U.O.S.E.C.S. Centro Famiglie Villa Lais · 2017-10-03 · di coppia, mettendo in...

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DIALOGANDO...i Gruppi al Centro Famiglie Villa Lais

DIALOGANDO...i Gruppi al Centro Famiglie Villa Lais

ROMA CAPITALEMunicipio Roma IXU.O.S.E.C.S.Centro Famiglie Villa Lais

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Indice

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Premessa ...................................................................................................................... 5

GRUPPI di IERI“…Posso chiedere la tua mano?... Andiamo a vivere insieme?… Mi vuoi sposare?

Parliamone�insieme!”�..................................................................................................... 11“Gruppo�genitori�separati”�.............................................................................................. 13“La�mia�famiglia�è�colorata” ............................................................................................ 17“Mamme�si�diventa” ........................................................................................................ 19“Le�mamme�e�l’allattamento�al�seno”� ............................................................................ 23

GRUPPI di OGGI“Le�mamme�si�incontrano�”............................................................................................. 29“Gruppo�genitori�separati”�.............................................................................................. 33“‘Conversando�tra�mamme”�........................................................................................... 35“Gruppo�di�Parola”� ......................................................................................................... 39“Gruppo�d’incontro�per�genitori”�..................................................................................... 43“I�papà�si�incontrano”�..................................................................................................... 47

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PREMESSADi Alessandra Pecorella* e Manuela Tittarelli**

Il�Centro�Famiglie�Villa�Lais,�aperto�al�pubblico�nell’ottobre�2001,�si�è�confi-gurato,�sin�dal�suo�inizio,�come�un�luogo�dove�confluiscono�più�interventi�eservizi.�La�sfida�è�stata�quella�di�costruire�un�servizio�non�prettamente�assi-stenziale,�che�mette�in�atto�interventi�riparativi,�ma�rivolto�a�tutti,�con�caratte-ristiche�di�prevenzione�e�di�promozione�del�benessere.Gli�obiettivi�principali�del�Centro�sono�quelli�di�contribuire�al�miglioramentodella�qualità�della�vita�delle�famiglie�e�alla�costruzione�di�reti�sociali,�di�rico-noscere�alle�famiglie�la�funzione�sia�di�protagoniste�e�risorse,�per�loro�stessee�per�le�altre�famiglie,�sia�di�stimolo�verso�le�Istituzioni.�Il�Centro�persegue�tali�obiettivi�offrendo�a�tutte�le�famiglie�– nelle�sempre�piùdiverse�espressioni�– un�luogo�dove�trovare�opportunità�di�promozione�sociale,educativa�e�culturale,�attraverso�occasioni�di�incontro,�dialogo,�formazione,svago,�confronto�e�scambio,�che�favoriscono�il�fare�esperienza�di�contesti�divita�ricchi�di�beni�relazionali.�Contribuisce�così�alla�diminuzione�dell’isolamentosociale�tra�le�famiglie,�grazie�all’offerta�di�un�luogo�dove�potersi�conoscere�edove�poter�instaurare�relazioni�che�vanno�al�di�là�del�Centro�stesso,�estenden-dosi�alla�vita�di�tutti�i�giorni,�in�un’ottica�di�Welfare�comunitario.Nel�quadro�delle�attività�e�dei�servizi�che�il�Centro�Famiglie�Villa�Lais�ha�pro-

* Responsabile del Centro Famiglie Villa Lais.**Assistente Sociale, responsabile del�servizio�di�accoglienza e del lavoro di rete territoriale del Centro

Famiglie Villa Lais.

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grammato�negli�anni,�per�poter�rispondere�in�modo�adeguato�alle�esigenze�ealle�richieste�dei�genitori�e�dei�bambini,�grande�rilevanza�ha�avuto�l’avvio�digruppi�di�discussione�e�confronto,�che�hanno�presentato�e�presentano�carat-teristiche�e�finalità�peculiari.Alcuni�gruppi�sono�nati�dalla�lettura�e�dalla�valutazione�che�gli�operatori�delCentro�Famiglie�hanno�svolto�rispetto�a�bisogni�diffusi�nel�territorio;�altri�sonostati�sollecitati�dai�servizi�sociali�territoriali;�altri�ancora�si�sono�costituiti�a�par-tire�dallo�stimolo�manifestato�dalle�famiglie�frequentanti� il�Centro.� In�ognigruppo�è�prevista�la�figura�di�un�conduttore�e�in�più�casi�anche�di�un�co-con-duttore,�con�funzione�di�osservazione�e�supporto.�Elemento�condiviso�da�tutti�i�gruppi�è�la�partecipazione�di�soggetti,�adulti�obambini,�che�hanno�in�comune�una�condizione�personale,�una�fase�di�pas-saggio�esistenziale.�Partendo�da�esperienze�similari,�i�partecipanti�portanoemozioni,�pensieri,�difficoltà,�competenze,�il�valore�unico�della�propria�sog-gettività;�i�vissuti�possono�essere�espressi�e�condivisi,�le�idee�e�le�strategiedi�azione�confrontate�e�scambiate.�Questo�favorisce�processi�di�cambiamentoe�crescita�personale,�costruzione�di�prossimità,�mutuo�aiuto�e�socialità,�risorseche�possono�estendersi�nella�vita�quotidiana�dei�partecipanti.�I�gruppi�rap-presentano�così�uno�strumento�volto�soprattutto�alla�promozione�dell’espres-sione�e�partecipazione�delle�persone,�e�delle� loro�possibilità�di�azione�ebenessere�in�situazioni�di�vita�familiare�e�sociale.�Alcuni�gruppi�hanno�una�natura�informale:�la�partecipazione�è�aperta,�il�nu-mero�degli�incontri�non�è�prestabilito,�i�conduttori�svolgono�un�lavoro�di�faci-litazione�della� comunicazione.�Possono� ravvisarsi� perciò� come�gruppi� diincontro.�Si�distinguono�dai�gruppi�terapeutici,�volti�a�trattare�e�risolvere�spe-cifiche�problematiche�cliniche,�in�quanto�obiettivi�di�questi�momenti�di�incontro

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sono�il�miglioramento�della�comunicazione�e�dei�rapporti�interpersonali,�l’ac-quisizione�e�il�rafforzamento�di�competenze�personali�attraverso�il�confrontoe�la�condivisione.�Durante�gli�incontri�i�partecipanti�si�conoscono,�parlano,�siconfrontano�in�modo�paritario�sulle�esperienze�personali�significative,�sul�vi-vere�di�tutti�i�giorni,�sui�sentimenti�provati,�sugli�aggiustamenti,�sulle�soluzionie�le�strategie�che�ognuno�di�loro�è�riuscito�a�trovare�per�fronteggiare�le�diffi-coltà�più�grandi�o�i�piccoli�problemi�quotidiani.�Il�conduttore�del�gruppo�non�fornisce�modelli�a�cui�ispirarsi,�risposte�o�solu-zioni�precostituite,�ma�facilita�il�confronto�e�lo�scambio�tra�i�presenti,�favorendol’espressione�e�la�condivisione�dei�pensieri�e�dei�vissuti�personali.�Il�climadegli�incontri�è�accogliente�e�permette�di�instaurare�una�comunicazione�di-stesa�ed�efficace.�Si�possono�così�sperimentare�l’ascolto�reciproco,�la�so-spensione�di�atteggiamenti�giudicanti,�l’accettazione�della�pluralità�delle�sceltepersonali.�I�partecipanti�sviluppano�un�senso�di�appartenenza�a�un�piccologruppo�e�saldano�legami�tra�loro,�percepiscono�di�poter�condividere�con�glialtri�le�proprie�esperienze�e�i�propri�vissuti,�sentendosi�accolti�e�sostenuti.�Lecompetenze�che�le�persone�acquisiscono�e�rafforzano,�nel�saper�essere�enel�saper�fare,�permettono�loro�di�divenire�risorsa�per�se�stesse�e�per�gli�altri.Altri�gruppi�sono�connotati,�invece,�da�un�tratto�più�“specialistico”�e�sono�condottida�operatori�che�utilizzano�la�loro�formazione�ed�esperienza�professionale�in�di-namiche�familiari.�Si�tratta�di�gruppi�più�strutturati:�il�numero�degli�incontri�e�deipartecipanti�è,�di�solito,�predefinito;�ai�componenti�è�richiesta�la�frequenza�a�tuttigli�incontri;�gli�argomenti�di�massima�da�trattare�in�ogni�incontro�sono�stabiliti�dalconduttore.�Durante�lo�svolgimento�degli�incontri�il�conduttore�si�avvale�di�tecni-che�specifiche,�è�garante�per�il�gruppo�della�possibilità�di�condivisione,�supportoe�contenimento,�ha�il�compito�di�sottolineare�e�punteggiare�la�comunicazione�di

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ognuno.�Ai�partecipanti�viene�offerto�un�contesto�in�cui�è�possibile�non�sentirsiisolati�o�diversi,�ma�vedere�riflessa�in�altri�la�propria�situazione,�prendere�la�giustadistanza�da�essa�e�osservarla�in�modo�più�chiaro,�il�che�favorisce�una�diminu-zione�dello�stress,�liberazione�di�energia�e�attivazione�delle�risorse�personali.Di�seguito�illustreremo�i�gruppi�dividendoli�in�quelli�di�ieri,�che�hanno�avuto�luogonegli�anni�passati,�e�quelli�di�oggi,�tuttora�attivi;�fra�questi�ultimi�sono�inseritianche�quelli�che�stanno�avviando�i�primi�passi�proprio�in�queste�settimane.�

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Ieri….Ieri….

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… POSSO CHIEDERE LA TUA MANO?...

ANDIAMO A VIVERE INSIEME?...

MI VUOI SPOSARE?...

PARLIAMONE INSIEME!Ciclo di incontri rivolto a coppie che decidono di sposarsi odi convivereDi Alessandra Scotese*

Il�ciclo�di�quattro�incontri�“Parliamone�insieme!’�è�un’attività�realizzata�nel�2004

e�rivolta�a�coppie�che�hanno�deciso�di�fare�un�progetto�di�vita�insieme.

L’attività�di�gruppo�è�stata�proposta�alle�coppie�come�un�percorso�da�fare�in-

sieme,�un’occasione�per�sottolineare�un�momento�importante�nella�vita�del-

l’individuo�e�della�coppia,�un�modo�per�fermarsi�a�riflettere�sul�significato�che

ognuno�dà�al�matrimonio�e�al�vivere�insieme.�Gli�incontri�sono�stati�tenuti�da

una�psicologa�esperta�in�dinamiche�familiari,�che�aveva�il�ruolo�di�offrire�sti-

moli�per�il�dibattito�e�di�facilitare�il�confronto.

Attraverso�il�ciclo�di�incontri�le�coppie�hanno�avuto�la�possibilità�di�mettersi�in

gioco,�raccontarsi�per�farsi�conoscere�e�per�confrontarsi�con�altre�coppie,

altre�storie,�altre�realtà�familiari.

Durante�gli�incontri�sono�stati�offerti�spunti�per�la�discussione,�attraverso�la

proiezione�di�scene�di�film,�immagini�e�frasi-stimolo,�con�l’obiettivo�di�far�emer-

* Psicologa e psicoterapeuta familiare.

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gere�le�emozioni�legate�alla�decisione�di�un�progetto�di�vita�insieme,�la�gioiae�l’entusiasmo,�ma�anche�i�dubbi�e�le�paure�legati�a�questo�momento.Sono�state�affrontate�tematiche�legate�alla�storia�della�coppia,�al�rapporto�conle�famiglie�di�origine,�dando�spazio�alla�riflessione�su�come�gestire�i�rapporticon�i�terzi,�familiari�ma�anche�amici�e�colleghi,�e�imparando�a�distinguere�lacompartecipazione�di�questi�alla�vita�della�coppia�dalle�vere�e�proprie�interfe-renze,�per�rafforzare�la�capacità�della�coppia�di�prendere�autonomamente�ledecisioni�che�la�riguardano.�In�particolare�si�è�messa�in�luce�l’importanza�del�bagaglio�individuale�fatto�dicontenuti,�significati,�storie�e�rituali,�limiti�e�pregiudizi,�ma�anche�risorse�e�stra-tegie,�che�si�va�ad�incontrare�e�scontrare�con�quello�dell’altro�e�con�cui�sideve�fare�i�conti�nella�difficile�scelta�delle�cose�da�“mettere�dentro”�la�propriacasa�e�le�cose�da�conservare�in�soffitta�o�addirittura�da�eliminare.La�partecipazione�al�ciclo�di�incontri�ha�dato�alle�coppie�la�possibilità�di�faremergere�quanto�sia�cruciale�accompagnare�la�decisione�di�realizzare�unprogetto�di�vita�comune�con�la�consapevolezza�individuale�e�la�condivisionedi�coppia,�mettendo�in�luce�come�questa�necessità�di�ritagliarsi�uno�spazio�diintimità,�di�gioco,�di�complicità�e�confronto,�debba�diventare�una�vera�e�propriacompetenza,�uno�strumento�a�disposizione�della�coppia.�D’altra�parte�la�decisione�di�un�progetto�di�vita�insieme�è�solo�il�primo�capitolonella�difficile�e�continua�ricerca�di�un�sempre�nuovo�equilibrio�all’interno�dellediverse�fasi�che�accompagnano�i�momenti�più�belli�della�vita�a�due.�

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GRUPPO GENITORI SEPARATI Di Claudia Desideri* e Francesca Trova**

L’idea�del�Gruppo�genitori�separati�è�nata�nel�2004�a�partire�da�alcune�rifles-sioni�dei�Mediatori�all’interno�del�Gruppo�di�Supervisione�con�la�Prof.ssa�Ri-tagrazia�Ardone.�Nell’ambito�del�Servizio�di�Mediazione�Familiare�del�Centro�Famiglie�Villa�Laisstava�emergendo�l’esigenza�di�poter�rispondere,�come�Servizio,�a�quelle�per-sone�in�via�di�separazione�o�separate�che�prendevano�contatti�con�il�Centro�Fa-miglie�ma�che�non�riuscivano�a�coinvolgere�l’altro�genitore�per�una�mediazione.�In�linea�con�la�filosofia�del�Centro�Famiglie,�che�favorisce,�tra�l’altro,�lo�scam-bio�sociale,�si�è�pensato�di�rispondere�a�tale�esigenza�strutturando�un�per-corso�di�gruppo,�guidato�da�due�mediatori� familiari,�rivolto�solo�a�genitoriseparati.�Tale�gruppo�è�apparso�il�miglior�intervento�possibile�da�offrire,�utiliz-zando�le�competenze�specifiche�dei�mediatori�in�ambito�di�separazione.Come�la�coppia�si�avvantaggia�della�presenza�del�mediatore,�allo�stessomodo�il�gruppo�esperienziale�può�giovarsi�della�presenza�di�due�mediatoriche�offrono�spunti�per�stimolare�il�dibattito�ed�il confronto�su�temi�separativi.�Il�Gruppo�“Genitori�Separati’�è�stato�pensato�quindi�come�risorsa�per�gli�indi-vidui�e�come�promozione�dei�legami�sociali:�uno�spazio emotivo per ascoltare,

riflettere, attivarsi e trovare insieme soluzioni nuove.

* Psicologa del Municipio XI, mediatrice familiare del Centro Famiglie Villa Lais.** Posizione Organizzativa Servizi Sociali – G.I.L. Minori e Famiglia del Municipio XIII, mediatrice fami-

liare.

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La�metodologia�complessiva�è�stata�definita�da�un�piccolo�gruppo�compostoda�quattro�mediatori,�che�si�è�avvalso�della�supervisione�della�Prof.ssa�Rita-grazia�Ardone�e�del�supporto�di�alcune�tirocinanti�molto�partecipi.�I�passaggi�fondamentali�hanno�riguardato:•��la�definizione�di�una�puntuale�pubblicizzazione�attraverso�un�volantino�espli-cativo;

•��la�selezione�degli�otto�partecipanti�tramite�interviste�semistrutturate�per�ap-profondire�elementi�indispensabili�alla�creazione�di�un�gruppo�sufficiente-mente�omogeneo�rispetto�alle�aspettative�ed�alla�fase�separativa;

•��la�scelta�di�utilizzare�la�formula�del�gruppo�semistrutturato�prevedendo�seiincontri�a�cadenza�mensile�della�durata�di�un�ora�e�mezza,�il�sabato�mat-tina;

•��i�temi�da�trattare�sono�stati�definiti�solo�parzialmente�per�lasciare�ai�parte-cipanti�la�libertà�di�scegliere�gli�argomenti�da�affrontare�negli�ultimi�due�in-contri.

I�temi�predefiniti�sono�stati�inseriti�in�uno�schema�preordinato,�con�lo�scopodi�facilitare�la�conoscenza�reciproca,�di�condividere�le�problematiche�pratichecollegate�alla�separazione,�di�stimolare�la�ricerca�di�soluzioni�funzionali.�I�fe-edback�provenienti�dal�gruppo�dopo�ogni�incontro�sono�stati�utilizzati�per�met-tere�a�punto�lo�schema�dell’incontro�successivo.

• Primo incontro: Creazione del Gruppo e Riorganizzazione del Sé

Dopo�un�giro�di�presentazioni�il�gruppo�è�stato�invitato�a�scrivere�parole�su-scitate�dalla�frase�“Per�me�la�separazione�è….”�(con�lo�scopo�di�dare�un�si-gnificato� all’evento� separativo� seguendo� il� metodo� della� liberaassociazione).�

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• Secondo incontro: Sé genitoriale

Ai�componenti�del�Gruppo�è�stato�chiesto�di�portare�alcune�foto�dei�figli�dautilizzare�come�stimolo�ad�un�discorso�sulla�genitorialità�da�genitore�separato.�

• Terzo incontro: Sé e famiglia estesa

I�conduttori�hanno�stimolato�il�gruppo�a�riflettere�sulla�famiglia�estesa�utiliz-zando�il�Genogramma,�lasciando�poi�i�componenti�del�gruppo�liberi�di�dise-gnare�la�famiglia�dei�propri�figli.�

• Quarto incontro: Sé e rete sociale

I�rapporti�con�la�rete�amicale,�da�separati,�sono�stati�inseriti�coinvolgendo�icomponenti�del�Gruppo�in�una�simulata�riguardante�una�situazione�vissutacon�amici.Alla�fine�dell’incontro�i�partecipanti�hanno�deciso�l’argomento�dell’incontrosuccessivo,�scegliendolo�tra�una�rosa�di�proposte�uscite�dal�gruppo�stesso.�

• Quinto incontro: Come gestire ed evitare la conflittualità con l’altro

Sono�state�simulate,�da�alcuni�componenti�del�gruppo,�situazioni�reali�de-scritte�da�altri�ed�è�stato�scelto�il�tema�dell’ultimo�incontro.

• Sesto incontro: Uno sguardo sul futuro

Il�tempo�è�stato�gestito�in�autonomia�dai�componenti�con�pochi�spunti�da�partedei�mediatori.�Il�gruppo,�che�aveva�iniziato�ad�incontrarsi�anche�al�di�fuori�delCentro,�ha�restituito�un�forte�desiderio�di�proiettarsi�nel�futuro�con�una�pro-gettualità�più�centrata�sul�proprio�sé.

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Conclusioni

Il�gruppo�esperienziale�“Genitori�Separati”�sembra�aver�avuto,�come�princi-pale�risultato,�un�cambio�di�prospettiva�nelle�aree�della�riorganizzazione�delproprio�sé�e�della�ridefinizione�del�proprio�sé�in�rapporto�con�la�rete�amicale.Sul�versante�genitoriale�alcuni�componenti�sembrano�aver�compreso�meglioquali�atteggiamenti�propri�fossero�ostativi�al�canale�comunicativo�con�l’altrogenitore.�L’impegno�che�noi�mediatori�abbiamo�messo�nel�pensare,�creare�e�guidare�ilgruppo�è�stato�ripagato�dal�feedback�ricevuto�dai�componenti,�che�hannoespresso�considerazioni�positive�rispetto�al�lavoro�svolto�e�si�sono�detti�di-spiaciuti�di�non�poter�continuare� l’esperienza.� I�più�hanno�auspicato�chegruppi�successivi�possano�avere�una�durata�maggiore.�

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LA MIA FAMIGLIA è COLORATAGruppo per famiglie multietnicheDi Alessandra De Camillis*

Nel�2006,�raccogliendo�una�richiesta�pervenuta�da�parte�di�una�mamma�chefrequentava�il�Centro�Famiglie�Villa�Lais�con�le�sue�due�bambine�e�mettendoa�frutto�le�competenze�tecniche�di�due�operatrici�del�Centro�(una�sociologa�eun’assistente�sociale),�è�nato�il�gruppo�“La�mia�famiglia�è�colorata”.L’attività�è�stata�pensata�per�le�famiglie�composte�da�genitori�e�figli�che�riuni-scono�in�sé�più�mondi,�perché�costituite�da�persone�che�appartengono�aetnie,�culture�e�religioni�diverse.�Il�gruppo,�infatti,�era�composto�da�coppie�miste�con�figli�naturali�o�adottati�ecoppie�italiane�che�hanno�adottato�bambini�di�altri�paesi.Parliamo�innanzitutto�delle�coppie�miste.�Con�il�termine�coppia�mista�si�sot-tintendono�diversi�tipi�di�matrimonio�misto�(intermarriage),�sia�esso�ratificatolegalmente�o�di�fatto:�coppie�composte�da�persone�che�provengono�da�na-zioni�differenti�(binational marriage),�oppure�che�appartengono�a�religioni�di-verse�(interfaith marriage)�o�non�alla�medesima�etnia�(interethnic marriage)o�hanno�colore�della�pelle�differente�(interracial marriage).�Nella�costruzionedel�rapporto�di�coppia�i�partners�attraversano,�per�grandi�linee,�tre�fasi:�la�fasedi�costituzione�in�cui�la�paura�ed�il�timore�per�la�diversità�portano�alla�nega-zione�o�sottovalutazione�della�differenza�(l’altro�è�uguale�a�me);�la�fase�diidealizzazione�in�cui�si�rivendica�e�si�difende�la�“normalità”�della�scelta;�la

* Istruttore Amministrativo del Centro Famiglie Villa Lais, laureata in Sociologia.

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fase�della�consapevolezza�in�cui�avvengono�il�risveglio�della�differenza,�il�con-fronto�con�le�sfide�sociali�e�familiari�e�i�piccoli�conflitti�quotidiani.Queste�fasi�ricorrono,�anche�se�in�maniera�differente,�anche�in�caso�di�ado-zione�internazionale:�soprattutto�quando�il�bambino�ha�palesemente�un�di-verso�colore�della�pelle.Le�esperienze�messe�in�campo,�dunque,�sono�state�variegate,�con�molteplicisfumature,�che�hanno�arricchito�tutte�le�persone�presenti.Gli�incontri�si�sono�tenuti�a�cadenza�mensile�per�sei�mesi,�ed�hanno�visto�lapartecipazione�di�cinque�famiglie.�Il�gruppo,�condotto�dalle�due�operatrici�delCentro,�è�stato�un�luogo�di�dialogo�e�di�rispetto�reciproco,�in�cui�le�famigliepotessero�affrontare�il�tema�della�“differenza”�a�partire�dalle�proprie�espe-rienze�e�vissuti.Attraverso�l’esperienza�di�gruppo�i�partecipanti�hanno�avuto�la�possibilità�diconoscere�persone�che�vivono�condizioni�analoghe�e�condividere�riflessioni,confrontarsi�su�esperienze�e�vissuti,�scambiarsi�informazioni�e�cercare�in-sieme�soluzioni�ai�problemi�che�la�diversità�può�sollevare.L’attività�è�stata�organizzata�in�modo�che�potessero�essere�accolti�anche�ibambini�figli�dei�genitori�partecipanti.�Il�gruppo�dei�bambini�si�è�incontratonello�stesso�giorno�e�orario�del�gruppo�dei�genitori.�Ai�piccoli�è�stato�dedicatouno�spazio�ludico�e�di�animazione,�tenuto�da�un’associazione�specializzatasulla�multiculturalità�in�modo�da�poter�sperimentare�la�ricchezza�della�diffe-renza.�

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MAMME SI DIVENTAGruppo per neomammeDi Federica Federici*

Il�ciclo�di�incontri�“Mamme si diventa” è�un’attività�rivolta�a�mamme�con�bam-

bini�da�0�a�18�mesi�tenutasi�nel�2010.

Gli�incontri�di�gruppo�sono�stati�organizzati�a�partire�dal�coinvolgimento�di

una�mamma�che�svolge�la�professione�di�pediatra�e�che�frequentava�le�attività

laboratoriali�del�Centro�Famiglie�assieme�alla�sua�bambina.

L’idea�che�ha�mosso�gli�operatori�e�la�mamma�verso�la�realizzazione�di�questo

progetto�era�quella�di�offrire�alle�mamme�uno�spazio�dove�conoscersi�e�con-

frontarsi�con�altre�donne�che�vivono�l’esperienza�della�neo-maternità.�L’obiettivo

era�offrire�un�luogo�e�un�tempo�per�condividere�le�gioie�e�le�preoccupazioni�che

quest’esperienza�porta�con�sé�ed�offrire�alle�neomamme�l’opportunità�di�con-

frontarsi�su�temi�pediatrici�e�riflessioni�sulla�neo-genitorialità.

L’attività�si�è�svolta�in�quattro�incontri�a�cadenza�quindicinale,�ciascuno�della�du-

rata�di�circa�due�ore,�e�la�loro�organizzazione�e�conduzione�è�stata�affidata�ad

un’operatrice�del�Centro�Famiglie,�psicologa,�assieme�alla�neomamma-pediatra.

Il�ruolo�della�psicologa�e�della�pediatra�presenti�agli�incontri�è�stato�quello�di

facilitare�la�comunicazione�e�le�relazioni�tra�le�partecipanti,�fornendo�stimoli

per�la�discussione�e�favorendo�la�partecipazione�di�tutte.�In�particolare�la

mamma�pediatra�ha�potuto�avvalersi�della�sua�posizione�di�vicinanza�rispetto

* Psicologa nel�progetto�“Prestazione�di�servizio�presso�il�Centro�Famiglie�Villa�Lais”.

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alle�partecipanti�mettendo�a�disposizione�del�gruppo�non�solo�sua�esperienzadi�madre�ma�anche�quella�di�medico�pediatra,�utilizzando�le�sue�competenzeprofessionali.Durante�il�ciclo�di�incontri�le�mamme�si�sono�mostrate�molto�partecipi�e�desi-derose�di�confrontarsi�sull’esperienza�della�maternità,�e,�stimolate�dalle�con-duttrici,�hanno�avuto�la�possibilità�di�condividere�con�le�altre�partecipanti�ivissuti�e�le�emozioni�che�tale�esperienza�ha�suscitato�in�loro.Il�primo�incontro�è�stato�volto�innanzitutto�a�presentare�l’attività,�le�conduttricie�il�loro�ruolo,�e�a�far�conoscere�tra�di�loro�le�partecipanti.�Un�momento�im-portante�ed�utile�per�tutte�è�stato�quello�della�raccolta�di�aspettative�rispettoall’attività�intrapresa,�che�ha�permesso�di�riadeguare�il�taglio�degli�incontri�eraccogliere�idee�e�specifici�bisogni�rispetto�ai�temi�da�affrontare.Durante�gli�incontri�successivi�sono�state�affrontate�svariate�tematiche:�in-nanzitutto�è�stata�data�alle�mamme�la�possibilità�di�condividere�con�le�altrepartecipanti�la�loro�esperienza�della�gravidanza,�del�parto�e�del�primo�post-partum,�e�le�emozioni�che�ciascuna�di� loro�ha�vissuto�in�queste�delicatefasi.�Sono�stati�poi�affrontati�diversi�aspetti�legati�alla�cura�del�neonato�ealla�relazione�con�lui:� l’esperienza�dell’allattamento�con�le�difficoltà�e�lepreoccupazioni�che�può�portare�con�sé;� la�gestione�del�sonno�nei�primimesi�di�vita�del�bambino;�le�prime�interazioni�e�i�momenti�di�gioco�col�bam-bino.Le�partecipanti�hanno�potuto�inoltre�riflettere�e�confrontarsi�sulla�complessitàdei�cambiamenti�che�avvengono�diventando�madre,�discutendo�sulle�impli-cazioni�che�il�divenire�genitore�comporta�nell’immagine�di�sé�e�nella�relazionecol�proprio�compagno,�co�la�riduzione�dello�spazio�e�del�tempo�a�disposizionedella�coppia�a�favore�della�condivisione�della�genitorialità.�Sono�state�stimo-

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late�poi�ulteriori�riflessioni�riguardo�ai�rapporti�con�le�famiglie�di�origine�di�en-trambi,�e�nella�gestione�della�sfera�domestica�e�lavorativa.L’aspetto�più�rilevante�di�questa�attività�è�stato�per�le�neomamme�che�si�tro-vano�in�una�fase�del�ciclo�di�vita�in�cui�tendono�a�sentirsi�molto�isolate�e�sole,quello�di�avere�la�possibilità�non�solo�di�scambiarsi�informazioni�e�punti�divista,�ma�anche�e�soprattutto�di�conoscere�altre�donne�con�cui�allacciare�re-lazioni�amicali�e�frequentarsi�anche�al�di�fuori�degli�incontri�di�gruppo.

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LE MAMME E L’ALLATTAMENTO AL SENOIncontri fra future mamme e neo mamme per confrontarsisull’esperienza dell’allattamento al senoDi Alessandra Santarcangelo*

Nel�2010�il�Centro�Famiglie�ha�dedicato�uno�spazio�sull’esperienza�dell’allat-tamento�al�seno�a�donne�in�gravidanza�e�a�mamme�che�stavano�vivendol’esperienza�della�maternità.�L’idea�è�nata�dalla�disponibilità�di�una�mamma,che�frequenta�il�Centro�con�le�sue�figlie,�a�mettere�a�disposizione�delle�altremamme�le�sue�competenze�in�materia�di�allattamento�al�seno.La�necessità�è�stata�quella�di� fornire� informazioni� su�questo�argomento,aprendo�un�confronto�su�come�affrontare�e�superare�eventuali�dubbi�e�diffi-coltà�personali� associati� a� questa�esperienza,� conoscendo�anche�quegliaspetti�fisiologici�che�possono�interferire�rendendo�difficoltosa�questa�praticanaturale.Agli�incontri�erano�presenti�una�psicologa,�operatrice�del�Centro�Famiglie,�ela�mamma�formatasi�sulla�complessa�tematica�dell’allattamento�attraversoun�corso�promosso�dall’Assessorato�alle�Politiche�educative�e�scolastiche�delComune�di�Roma�e�nato�dalla�collaborazione�tra�il�Centro�Nascita�Montessori,la�Leche�League�Italia�onlus,�l’Aicpam�(Associazione�italiana�consulenti�pro-fessionali� in� allattamento�materno)� e� il� Collegio� provinciale� ostetriche� diRoma.

* Psicologa�nel�progetto�“Prestazione�di�servizio�presso�il�Centro�Famiglie�Villa�Lais”.

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La�presenza�di�queste�due�figure�ha�permesso�di:•��sottolineare�i�benefici�che�derivano�dalla�scelta�di�allattare�al�seno�i�proprifigli;

•��conoscere�il�decalogo�redatto�dall’Organizzazione�Mondiale�della�Sanità�edall’UNICEF�sulle�misure�che�ogni�struttura�sanitaria�deve�dimostrare�di�ri-spettare�prima�di�poter�essere�riconosciuta�“Ospedale�Amico�dei�Bambini”;

•��conoscere�gli�aspetti�che�possono�interferire�con�la�fisiologia�dell’allatta-mento�rendendolo�difficoltoso;

•��diffondere�informazioni�corrette�sull’allattamento�al�seno�(chi�può�allattare?come�si�posiziona�in�modo�adeguato�il�neonato�al�seno?,�per�quanto�tempoè�consigliato�allattare�un�bambino?,�e�ancora,�come�e�se�utilizzare�il�suc-chiotto�e�il�biberon,�quantità�e�durata�della�produzione�di�latte�da�parte�dellamamma,�come�si�gestisce�la�necessità�di�proseguire�l’allattamento�quandoè�necessario�rientrare�al�lavoro….ecc.);�

•��affrontare�e�superare�dubbi�e�difficoltà�personali�che�possono�presentarsisia�nel�passaggio�dall’essere�“coppia”�al�diventare�“famiglia”,�sia�nel�viverequesta�delicata�fase�del�ciclo�vitale,�quale�è�la�nascita�di�un�figlio;

•��ruolo�del�padre�nell’accudimento�dei�figli;•��conoscere�quali�sono�le�risorse�presenti�sul�territorio�a�sostegno�delle�famiglienella�fase�della�gravidanza,�del�parto�e�nei�primi�mesi�di�vita�del�bambino.

Tutto�vissuto�un’atmosfera�informale�e�di�confronto�anche�tra�pari.Il�Centro�Famiglie�ha�programmato�cinque�incontri�a�cadenza�mensile�e�lepartecipanti�sono�state�inserite�in�una�mailing�list�che�ha�permesso�la�diffu-sione�di�materiale�informativo�e�la�creazione�di�una�rete�di�conoscenza�escambio�tra�pari.�Il�salone�che�ha�ospitato�gli�incontri�è�stato�allestito�in�gran�parte�con�tappeti,

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cuscini�e�giochi�per�neonati�con�lo�scopo�di�accogliere�le�partecipanti�e�i�lorobambini�in�un�ambiente�familiare�e�confortevole.�È�stato�inoltre�predispostol’angolo�del�fasciatoio�e�quello�della�merenda.�L’ambiente�informale�ha�messoa�proprio�agio�sia�le�future�mamme�che�le�neo�mamme�facilitando�il�dialogoanche�su�argomenti�complessi.Hanno�aderito�all’iniziativa�venti�donne.�La�maggior�parte�ha�partecipato�atutti�e�cinque�gli�appuntamenti,�alcune�(per�motivi�di�salute,�visite�mediche�operché�in�ospedale�per�partorire)�sono�state�presenti�ad�un�numero�minoredi�incontri.Tutte�le�mamme�hanno�portato�con�sé�il�proprio�bambino�approfittando�delgruppo�per�sperimentarsi,�nel�momento�dell’allattamento,�alla�presenza�di�unesperto�in�allattamento.�Le�quattro�donne�in�gravidanza,�che�inizialmentehanno�preso�parte�agli�incontri�per�prepararsi�al�futuro�evento,�hanno�poi�pre-sentato�al�gruppo�il�proprio�bambino�ricevendo�un�sostegno�immediato�neiprimi�momenti�dell’accudimento.�Il�progetto�prevedeva�di�mettere�a�disposi-zione�lo�spazio�anche�a�quelle�mamme�che�avessero�avuto�bisogno,�per�nonperdere�l’incontro,�di�portare�con�sé�anche�un�figlio�più�grande.�Due�mammehanno�usufruito�di�questa�opportunità.L’iniziativa�ha�avuto�molto�successo�e�tutte�le�partecipanti�hanno�continuatonel�tempo�a�frequentare�il�Centro�Famiglie�aderendo�ad�altre�iniziative�qualifeste�all’aperto,�laboratori�ludico-educativi�e�musicali�e�spazi�informali�di�con-versazione�rivolti�a�neo�mamme�(“Conversando�tra�mamme”).

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Oggi….Oggi….

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LE MAMME SI INCONTRANOGruppo rivolto a mamme che crescono da sole i propri figliDi Alessandra Santarcangelo*

Il�gruppo�di�auto-mutuo�aiuto�per�mamme�sole�è�un’attività�nata�nel�2002,�ini-zialmente�come�parte�di�un�progetto�dei�servizi�sociali�del�Municipio�RomaIX�per�fornire�sostegno�alle�donne�che�crescono�da�sole�i�propri�figli.L’assistente�sociale�del�Municipio,�preposta�ad�accogliere�e�sostenere� lemamme�sole�in�difficoltà,�aveva�inserito�nel�progetto�di�sostegno�previsto�perogni�mamma�anche�la�partecipazione�mensile�ad�un�incontro�da�lei�condotto,al�fine�di�creare�fra�tutte�anche�una�rete�di�auto�mutuo�aiuto.L’opportunità�di�conoscere�altre�mamme�che�vivevano�la�stessa�situazione,il�confronto�su�aspetti�legati�a�questa�condizione�e�la�creazione�di�una�retesociale�di�relazioni,�ha�offerto�sostegno�rispetto�alle�difficoltà�incontrate�e�mi-tigato�il�senso�di�solitudine�che�spesso�le�mamme�lamentavano.Dal�2003�a�condurre�il�gruppo�è�una�psicologa�operatrice�del�Centro�Famiglie.La�diversa�formazione�e�il�differente�ruolo�professionale�dei�conduttori�che�sisono�succeduti,�oltre�alle�rinnovate�esigenze�manifestate�dalle�partecipanti,hanno�determinato�alcuni�fondamentali�cambiamenti�organizzativi:�è�statamantenuta�la�cadenza�mensile�degli�incontri�e�l’obiettivo�di�creare�una�rete�diauto�mutuo�aiuto,�ma�dal�2003�la�partecipazione�delle�mamme�è�spontaneae�non�subordinata�ad�un�progetto�assistenziale�promosso�dal�Servizio�Sociale

* Psicologa�nel�progetto�“Prestazione�di�servizio�presso�il�Centro�Famiglie�Villa�Lais”.

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del�Municipio�Roma�IX;�inoltre�lo�spazio�è�aperto�alle�mamme�di�tutto�il�terri-torio�cittadino.Negli�incontri�di�gruppo�è�possibile�raccontare�la�propria�esperienza,�condivi-dere�le�difficoltà,�scambiare�informazioni�e�cercare�insieme�soluzioni.�Il�tuttoin�uno�spazio�accogliente�e�solidale�dove�sperimentare�un�ascolto�reciprocoe�vivere�opportunità�di�confronto�e�sostegno�emotivo.Il�gruppo�rappresenta�una�risorsa�di�cui�le�donne�possono�usufruire�nel�mo-mento�di�maggiore�bisogno,�che�rafforza�le�partecipanti�e�le�aiuta�a�procederenella�loro�vita;�al�tempo�stesso�il�gruppo�è�percepito�come�uno�spazio�in�cui,oltre�a�ricevere,�si�può�dare�qualcosa�a�chi�si�trova�nella�medesima�situazione.Continuare�a�partecipare�diventa�così�un�modo�per�mettere�la�propria�espe-rienza�al�servizio�del�gruppo�e�delle�nuove�partecipanti.Per�facilitare�le�mamme�rispetto�alla�partecipazione,�è�previsto�per�i�loro�figliuno�spazio�merenda�e�un�laboratorio�ludico�gestito�dagli�operatori�di�un’As-sociazione�che�collabora�con�il�Centro�Famiglie.�Questo�ha�permesso�a�moltemamme,�prive�di�una�rete�di�sostegno�amicale�o�parentale,�di�poter�prendereparte�ugualmente�agli�incontri.Il�gruppo�ha�visto�negli�anni�una�richiesta�di�partecipazione�di�circa�quarantadonne,�anche�se�venti�sono�state�le�mamme�che�effettivamente�hanno�presoparte�agli�incontri.�Per�varie�ragioni�la�partecipazione�non�è�per�tutte�costante,facendo�registrare�così�una�presenza�di�circa�dieci�mamme�e�almeno�quattrobambini�a�incontro.Alcune�continuano�a�frequentare�gli�incontri�dall’inizio�dell’attività,�altre�hannosmesso�di�prendervi�parte,�altre�ancora�si�sono�aggiunte�in�seguito.�Tuttehanno�usufruito�almeno�una�volta�della�possibilità�di�portare�con�sé�il�propriofiglio.

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In�questi�anni�il�gruppo�ha�trattato�temi�proposti�dall’operatore�o�affrontato�ar-gomenti�suggeriti�dalle�partecipanti,�seguendo�di�volta�in�volta�le�eventualiesigenze�personali�delle�mamme�e�i�tempi�necessari�al�gruppo�per�trattare�inmaniera�esauriente�ogni�tematica.Ogni�qualvolta�è�emerso�negli�incontri�un�disagio�personale�che�non�potevaessere�affrontato�nel�gruppo,�il�conduttore�ha�messo�a�disposizione�uno�spa-zio�di�ascolto�e�sostegno�individuale.�A�volte�è�stato�necessario�però�anchel’invio�ad�altri�Servizi�del�Centro�Famiglie�quali�il�“Sostegno�Psicologico”�o�lo“Spazio�d’Incontro”.Rispetto�al�passato�le�“ragazze�madri”�e�i�loro�figli�oggi�sono�riconosciuti�comenuclei�familiari�a�tutti�gli�effetti�e�inquadrati�nella�denominazione�di�“famigliemono-genitoriali”,�questo�grazie�alle� trasformazioni�sociali�e�culturali�chehanno�interessato�negli�anni�anche�la�definizione�di�“Famiglia”. Nel�cambia-mento�c’è�comunque�chi�continua�a�vivere�con�difficoltà�la�condizione�di�cre-scere�da�sola�i�propri�figli.Il�gruppo�“Le�mamme�si�incontrano”�ha�come�obiettivo�quello�di�offrire�unospazio�di�dialogo�e�condivisione�alle�famiglie�che�vivono�serenamente�questacondizione,�e�supporto�emotivo�a�chi�sente�anche�di�avere�bisogno�di�un�so-stegno�per�affrontare�meglio�il�quotidiano.

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GRUPPO GENITORI SEPARATISpazio per condividere il desiderio di trovare prospettive dicambiamentoDi Cristina Gatti* e Paolo Romagnoli**

Il�“Gruppo�genitori�separati’�è�un’attività�rivolta�a�genitori�separati,�divorziati�oin�corso�di�separazione,�che�hanno�il�desiderio�di�confrontarsi�e�condividereuna�stessa�condizione�per�trovare�nuove�prospettive�di�cambiamento.Il�gruppo�si�incontra�ogni�due�settimane�e�attraverso�il�confronto�e�il�dibattitoi�partecipanti�hanno�la�possibilità�di�rimettere�in�circolo�le�idee,�i�sentimenti�ele�emozioni.�Ci�si�può�aiutare�a�vicenda�contenendo�ansie�e�inventando�so-luzioni�creative;�si�possono�prendere�le�giuste�distanze�dalla�propria�situa-zione,�vedendola�riprodotta�in�altre,�simili�o�diverse,�ma�accomunate�dallastessa�tematica.Obiettivo�generale�degli�incontri�è�quello�di�offrire�un�sostegno�ai�partecipanti,attraverso�il�dialogo�e�l’ascolto�reciproco.Questo�può�permettere�loro�di�superare�il�senso�di�vuoto�e�di�solitudine�ine-vitabilmente�associato�alla�separazione,�di�maturare�l’accettazione�dell'eventocritico�e�di�affrontare�la�nuova�condizione�di�vita�a�vantaggio�del�proprio�be-nessere�e�di�quello�dei�figli.La�scelta�di�intervenire�in�gruppo�piuttosto�che�individualmente�nasce�dal�cre-

* Psicologa, psicoterapeuta sistemico relazionale, mediatrice familiare.** Psicologo, psicoterapeuta specialista in psicoterapia psicoanalitica individuale e di gruppo, psico-

drammatista.

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dere�fermamente�che�nel�confronto�con�l’altro�ci�sono�più�occasioni�per�“darvoce”�a�ciò�che�altrimenti�rischia�di�implodere;�insieme�con�l’altro�si�possonorimettere�in�circolo�idee,�sentimenti�ed�emozioni;�attraverso�l’ascolto�deglialtri,�si�riconoscono�i�punti�di�vista�dell’altro�(ex-coniuge);�si�possono�prenderele�giuste�distanze�dalla�propria�situazione,�vedendola�riprodotta�in�altre.La�specificità�sostanziale�del�gruppo�da�noi�proposto,�sta�nella�scelta�dellaparticolare�metodologia�utilizzata:�lo�psicodramma�analitico.�Riteniamo�infattiche�lo�psicodramma�rappresenti�uno�strumento�congeniale�per�il�persegui-mento�degli�obiettivi�dati,�poiché�attraverso�il�gioco�di�ruolo�(role playing)�èpossibile�superare�con�estrema�efficacia�tutte�le�barriere�di parola che�altri-menti�potrebbero�condizionare�e�forse�frenare�il�lavoro�del�gruppo,�con�il�ri-schio� di� una� eccessiva� razionalizzazione� difensiva.� In� estrema� sintesi,possiamo�citare�Moreno�(1964),�inventore�dello�psicodramma,�secondo�ilquale�attraverso�il�gioco�si�superano�i�limiti�della�verbalizzazione,�del�racconto,del�“self-report”,�che�rischiano�di�essere�di�fatto�delle�difese�intellettualizzanti.�Gli�incontri,�tenuti�da�due�psicologi/psicoterapeuti�esperti�nella�conduzione�digruppi�e�nelle�tematiche�legate�alla�separazione�coniugale,�sono�rivolti�ad�unnumero�che�varia�dai�cinque�ai�dieci�genitori.Al�gruppo�possono�accedere�genitori�separati�provenienti�da�altri�servizi�delCentro�Famiglie�Villa�Lais�(molti�partecipanti�hanno�aderito�alla�proposta�delgruppo�nella�fase�conclusiva�di�un�percorso�di�mediazione�familiare),�maanche�genitori�che�non�hanno�mai�avviato�altri�percorsi�né�personali�né�dicoppia�(in�alcuni�casi�è�proprio�il�gruppo�a�rappresentare�un�primo�momentodi�riflessione�utile�per�un�successivo�approfondimento�personale).

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CONVERSANDO TRA MAMMESpazio di incontro per neomammeDi Federica Federici*

“Conversando�tra�mamme”�è�uno�spazio�di�incontro�offerto�a�mamme�conbambini�da�0�a�18�mesi.�Da�Gennaio�2011�gli� incontri� tra� neomamme� iniziati� con� l’attività� gruppo“Mamme�si�diventa”�continuano�a�tenersi�alla�sola�presenza�della�stessa�ope-ratrice�del�Centro�Famiglie,�psicologa,�e�l’attività�ha�preso�il�nome�di�“Con-versando�tra�mamme”.Il�gruppo�di�incontro�è�attualmente�concepito�come�uno�spazio�di�socializza-zione�e�di�confronto;�il�clima�accogliente�e�di�ascolto�reciproco�è�la�caratteri-stica�distintiva�di�questa�attività,�la�quale�è�caratterizzata�inoltre�dall’informalitàdelle�relazioni�tra�le�partecipanti�e�tra�queste�e�l’operatrice.Durante�gli�incontri�le�mamme�possono�discutere�su�tematiche�riguardanti�leprime�fasi�dopo�la�nascita�del�figlio,�raccontare�la�loro�esperienza�condivi-dendo�dubbi�e�preoccupazioni,�scambiarsi�informazioni�e�punti�di�vista,�con-dividere�la�lettura�di�articoli�o�brani�di�libri,�bere�insieme�una�tisana�con�deipasticcini�offerti�dal�Centro�Famiglie.L’operatrice�presente�agli�incontri�ha�la�funzione�di�facilitare�il�confronto�e�di�sti-molare�la�riflessione�nelle�partecipanti.�Tali�macro-obiettivi�vengono�perseguitiinnanzitutto�attraverso�la�costruzione�di�un�clima�piacevole�e�rilassante�che�per-

* Psicologa�nel�progetto�“Prestazione�di�servizio�presso�il�Centro�Famiglie�Villa�Lais”.

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metta�l’instaurarsi�di�relazioni�confidenziali�tra�le�partecipanti�e�tra�esse�e�l’ope-ratrice.�I�compiti�principali�di�quest’ultima�sono�poi�quelli�di�raccogliere�proposterispetto�alle�tematiche�da�affrontare�e,�qualora�non�ne�emergano,�offrire�spuntisu�argomenti�di�cui�discutere�o�favorire,�durante�la�conversazione,�l’emergeredi�contenuti�per�esplorare�insieme�alle�neomamme�vissuti�ed�emozioni.Gli�incontri�si�tengono�una�volta�al�mese�in�una�sala�del�Centro�Famiglie,�ac-curatamente�allestita�per�ospitare�le�mamme�e�i�loro�bambini:�viene�dispostoun�tappeto�in�gomma�colorata�con�grandi�cuscini�e�sedie�disposte�a�circolointorno�ad�esso,�al�centro�peluches�e�libri�di�stoffa�per�i�bambini�più�grandiche�iniziano�a�gattonare�e�esplorare�attivamente�l’ambiente,�uno�spazio�nur-sery�con�fasciatoio,�un�angolo�con�biscottini�e�tisane�o�succhi�di�frutta�da�gu-stare�insieme�durante�l’incontro.In�questo�contesto�le�neo-mamme�possono�confrontarsi�su�aspetti�legati�allacura�del�bambino�(l’allattamento,�il�sonno,�lo�svezzamento,�il�pianto,�il�gioco,l’inserimento�al�nido),�su�aspetti�legati�alla�relazione�col�proprio�compagno,riflettendo�sui�cambiamenti�che�la�relazione�di�coppia�subisce�con�l’arrivo�delfiglio,�e�sui�cambiamenti�che�avvengono�nelle�relazioni�con�le�famiglie�di�ori-gine,�nonni�e�zii.Viene�lasciato�ampio�spazio�non�solo�al�confronto�sulle�questioni�pratiche�le-gate�a�questi�ambiti�di�vita�familiare,�ma�ancor�più�alle�emozioni�che�tali�te-matiche�suscitano�nelle�neomamme.Un’ulteriore�caratteristica�dell’attività�è�il�fatto�che�attraverso�gli�incontri�le�par-tecipanti�hanno�l’opportunità�di�instaurare�relazioni�che�possono�essere�col-tivate� anche� al� di� fuori� degli� incontri� di� gruppo,� cosi� anche� il� senso� diisolamento�e�di�solitudine�che�le�donne�spesso�provano�dopo�la�nascita�di�unfiglio�può�essere�mitigato�e�superato.

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La�presenza�di�bambini�di�età�diverse,�dai�2�ai�12�mesi,�fa�sì�che�gli�incontrisiano�inoltre�ricchi�di�punti�di�vista�ed�esperienze�diverse:�tale�diversità�rap-presenta�una�grossa�risorsa�sia�per�le�mamme�di�bambini�più�piccoli,�che�tro-vano�nelle�donne�con�figli�più�grandi�un�riferimento�che�apre�prospettive�sulfuturo�prossimo,�mentre�queste�ultime�hanno�la�possibilità�di�condividere�erielaborare�la�loro�esperienza�dalla�nascita�del�bambino�e�di�trovare�nell’ope-ratrice�e�nelle�altre�mamme�un�riferimento�per�confrontarsi�sui�dubbi�che�in-tervengono�pensando�al�futuro.

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GRUPPO DI PAROLASpazio di relazione per bambini figli di genitori separati o divorziatiDi Paola Lantieri* e Orietta Polleggioni**

I�Gruppi�di�Parola,�rivolti�ai�bambini�con�genitori�separati�o�divorziati�sono�statiattivati�all’interno�di�Villa�Lais�nella�primavera�del�2011,�a�seguito�di�una�spe-cifica�formazione�di�alcune�assistenti�sociali�e�psicologhe�del�Centro.Da�tempo�le�operatrici,�che�già�lavoravano�da�anni�alla�mediazione�familiare,avvertivano�l’esigenza�di�offrire�anche�ai�figli�dei�genitori�separati�uno�spazioche�potesse�sostenerli�e�funzionare�in�senso�preventivo�sul�disagio�psicolo-gico�e�relazionale.Il�gruppo�è�composto�da�un�minimo�di�quattro�ad�un�massimo�di�otto�e�l’etàdelle�bambine�e�dei�bambini�è�compresa�tra�i�6�e�gli�11�anni.�L’individuazionedella�fascia�di�età�risponde�a�caratteristiche�legate�alla�fase�di�maturazionepsico-evolutiva�e�alle�competenze�necessarie�(lettura�e�scrittura)�che�le�atti-vità�svolte�nel�gruppo�richiedono.Sono�previsti�quattro�incontri,�con�cadenza�settimanale,�della�durata�di�dueore,�con�una�piccola�pausa�ricreativa�per�la�merenda.�La�conduzione�degliincontri�è�affidata�a�due�operatrici�che�si�integrano�nei�diversi�passaggi�delpercorso�del�gruppo.Due�condizioni�sono�indispensabili�per�poter�partecipare:�il�bambino�deve�es-

* Assistente Sociale, responsabile del servizio di Mediazione Familiare del Centro Famiglie Villa Lais.**Psicologa e mediatrice familiare del Centro Famiglie Villa Lais.

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sere�a�conoscenza�della�separazione�ed�è�necessaria�l’adesione�di�entrambii�genitori�all’iniziativa.�Il�gruppo�infatti�non�ha�il�compito�di�svelare�segreti�atale�riguardo.�Al�termine�dei�quattro�incontri,�i�papà�e�le�mamme�che�lo�desiderano�possonoincontrare�le�conduttrici�per�un�confronto�sull’esperienza�del�Gruppo�di�Parola,sempre�nel�rispetto�del�patto�di�confidenzialità�stretto�con�i�bambini.�Il�Gruppo�di�Parola�ha�la�finalità�di�favorire�nei�bambini�l’espressione�e�la�con-divisione�dei�pensieri�e�delle�emozioni�provocate�dalla�trasformazione�del�pro-prio�nucleo�familiare.Attraverso�proposte�di�giochi,�attività�strutturate,�disegno,�collages,�lettura�dibrani�significativi,�ecc,�le�due�conduttrici�propongono�in�modo�alternato�giochidinamici�e�momenti�più�riflessivi,�che�aiutano�i�partecipanti�a�convogliare�lerisorse�sollecitate�dai�temi�affrontati.�La�finalità�è�quella�di�offrire�uno�spazio�accogliente�e�non�giudicante�senza�“in-terpretare”�le�espressioni�dei�bambini�per�“curare”�eventuali�patologie�infantili.Il�gruppo�rappresenta�uno�strumento�“leggero”,�ideale�per�offrire�a�ciascunbambino�la�possibilità�di�condividere,�riconoscendosi�nelle�emozioni�degli�altrie�di�ampliare�e�diversificare�il�proprio�campo�di�esperienza�ascoltando�diversestorie�familiari.�Nel�gruppo,�la�parola�è�il�tramite�per�l’espressione�delle�esperienze�e�delleemozioni�legate�all’evento�separativo,�che�spesso�rimangono�silenti�per�ti-more�di�ferire�o�di�essere�feriti,�per�vergogna,�o�altro.Nel�gruppo�ogni�bambino�può�trovare�anche�la�possibilità�di�rielaborare�le�in-formazioni�che�possiede�e�pervenire�a�una�visione�della�separazione�dei�pro-pri�genitori�maggiormente�realistica.Il�clima�di�accoglienza�e�di�riservatezza�incoraggia�i�bambini�allo�scambio�e

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alla�condivisione�dei�propri�vissuti,�a�trovare�insieme�modalità�più�efficaci�peraffrontare�situazioni�di�vita�familiare,�a�fare�esperienza�di�modi�nuovi�di�co-municare�con�i�genitori�e�con�i�coetanei.�Naturalmente�i�figli�possono�riferireai�genitori�quanto�accade�nel�gruppo�e�saranno�soltanto�loro�a�decidere�sefarlo�o�meno�e�cosa�raccontare.La�stanza�degli�incontri�è�allestita�con�un�tappeto�e�dei�cuscini�per�i�momentidi�comunicazione�più�intima�e�di�condivisione�affettiva,�e�uno�spazio�più�strut-turato�con�una�lavagna,�un�tavolo�e�delle�sedie�per�le�diverse�attività.�In�unangolo�viene�preparato�un�tavolino�per�la�pausa�distensiva,�con�la�merendae�le�bevande.�La�stanza�viene�man�mano�arricchita�dai�disegni�e�dagli�scrittidei�partecipanti.L’attività�più�significativa�prevista�a�conclusione�del�gruppo�è�la�preparazionecollettiva�di�una�“letterona”�ai�genitori,�condivisa�da�tutti�i�bambini,�che�vieneletta�a�voce�alta�ai�genitori,�appositamente�invitati�a�partecipare�all’ultimo�in-contro.�I�genitori,�sollecitati�dall’ascolto�della�lettera,�possono�scrivere,�a�loro�volta,dei�messaggi�che�vengono�letti�dalle�conduttrici�al�gruppo�dei�bambini.È questo�un�momento�importantissimo,�è�l’attesa�conclusione�dell’esperienzache�vede�lo�scambio�di�pensieri�ed�emozioni�tra�il�mondo�dei�bambini�e�quellodegli�adulti,�il�momento�in�cui�viene�incoraggiata�la�comunicazione�e�solleci-tata�la�capacità�di�rassicurare�e�di�“contenere”�che�caratterizza�il�ruolo�geni-toriale.

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GRUPPO D’INCONTRO PER GENITORI Gruppo rivolto a genitori con figli da 2 a 6 anniDi Stefania Aielli*

Le�modificazioni�sociali�verificatesi�nell’ultimo�ventennio�sono�sfociate�in�unaplurale�tipologia�familiare�(genitori�single,�coppie�conviventi,�separati�di�fatto,divorziati,�famiglie�ricostituite…)�che�ha�prodotto�un�cambiamento�di�mentalitàe�un�diffuso�senso�di�solitudine.In�qualità�di�Servizio�“di�sostegno�genitoriale”,�riteniamo�importante�focaliz-zare�la�nostra�attenzione�su�questa�particolare�condizione�sociale�e�psicolo-gica�dei�nostri�utenti,�offrendo�loro,�una�opportunità�per�affrontare�“le�normali”questioni�riguardanti�i�figli.Partiamo�da�una�espressa�esigenza,�degli�adulti�che�afferiscono�al�nostroCentro,�di�trovare�nel�territorio�di�residenza�un�luogo�aggregante�per�socia-lizzare�e�scambiare�con�altri�genitori�pensieri�e�riflessioni�personali,�intornoalle�principali�difficoltà�educative�che�si�trovano�ad�affrontare�con�i�figli.È�una�iniziativa�rivolta�a�quei�genitori�che,�pur�non�avvertendo�particolari�di-sagi,�sentono�il�bisogno�di�aumentare�le�proprie�competenze�educative�e�psi-cologiche.� Il�gruppo�ha� la�possibilità�di� riflettere�sulle�proprie�esperienzegenitoriali�dando�risalto�alla�capacità�di�“ascolto�attivo”�degli�altri.Dedicare�uno�spazio,�inteso�come�luogo�sia�esterno�sia�interno,�per�condivi-dere�con�altri�genitori�le�reciproche�e�diverse�modalità�gestionali�di�cura�ed

* Psicologa, responsabile del servizio di Consulenza familiare psicologica del Centro Famiglie Villa Lais.

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accudimento�dei�propri�bambini,�può�aiutare�ed�accrescere�la�fiducia�nelle

proprie�risorse�e�capacità.

Quindi�si�pensa�di�offrire�ai�genitori�l’opportunità�d’incontrarsi,�con�modalità

precise�e�programmate,�all’interno�di�un�coinvolgente�e�giocoso�“incontro�di

gruppo”,�dedicato�esclusivamente�a�genitori�con�figli�di�una�particolare�fascia

omogenea�di�età.

L’obiettivo�primario�è�sollecitare�la�conoscenza�di�altri�genitori�facilitando�l’in-

tegrazione�delle�diverse�realtà�educative�in�una�cornice�amichevole�e�rilas-

sata,�con�la�presenza�non�intrusiva�bensì�stimolante�e�contenitiva�di�due

operatrici�psicologhe.

Viene�richiesta�una�partecipazione�attiva�dei�genitori�che�possono�portare�le

loro�concrete�difficoltà�e�curiosità�verso�i�figli,�nel�tentativo�di�trovare�in�gruppo

le�necessarie�risorse�creative�per�superare�eventuali�empasse.�

Il�gruppo,�rivolto�a�genitori�con�figli�di�età�compresa�fra�i�2-�6�anni�di�età,�si

svolge�presso�il�Centro�Villa�Lais,�in�un�ciclo�di�quattro�incontri�pomeridiani�a

cadenza�quindicinale

Finalità del progetto

Possono�partecipare�genitori�naturali�o�adottivi�in�qualsiasi�condizione�di�ti-

pologia�familiare.�Altresì�invitiamo�l’adesione�della�coppia�affinché�gli�stimoli

e�gli�scambi�avvengano�prima�di�tutto�fra�partner,�che�provano�così�a�definire

insieme�uno�stile�educativo�utile�ed�efficace.

In�tal�modo�si�raggiunge�la�finalità�del�progetto�intesa�a�favorire�la�comunica-

zione�circolare�attorno�a�temi�educativi�di�interesse�comune�inerenti�lo�svi-

luppo�evolutivo�del�bambino.

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Strumenti usati

•��Giochi�relazionali�e�simulate.•��Tecniche�di�rilassamento�e�visualizzazione.•��Discussione�sia�in�piccolo�gruppo�sia�in�quello�allargato.•��Stimolazioni�scritte�(brevi�domande�per�sollecitare�la�riflessione�individualesulle�tematiche�educative).

•��Lettura�di�brani�pertinenti�alle�tematiche�trattate�e�distribuzione�della�biblio-grafia.

•��Questionario�per�il�gradimento�dell’iniziativa�e�valutazione�qualitativa�delprogetto.

Infine�è�da�sottolineare�la�natura�chiaramente�volontaria�e�motivata�dei�par-tecipanti�al�gruppo,�che�intende�aprirsi�al�territorio�municipale�come�occasionedi�incontro�e�superamento�di�una�certa�chiusura�individuale�e�di�coppia�perapprodare�ad�un�luogo�e�ad�un�tempo�insieme�accogliente�e�professionaleconvinti�dell’idea�che�“insieme”�si�può�affrontare�meglio�la�“fatica”�di�esseregenitore�“oggi”.

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I PAPà SI INCONTRANOGruppo rivolto a padri per accrescere la consapevolezza delloro ruolo genitorialeDi Gabriella Mosca*

I�cambiamenti�avvenuti�negli�ultimi�anni�nella�struttura�e�nel�funzionamentofamiliare�vedono�i�padri�sempre�più�coinvolti�nell’allevamento�e�nella�cura�deifigli,�tanto�che�all’interno�della�famiglia�si�riscontra�una�sempre�maggiore�in-tercambiabilità�dei�ruoli�femminili�e�maschili.�Questa�nuova�ripartizione�dei�ruoli�nella�coppia�e�la�ricerca�di�una�nuova�pa-ternità,�a�volte,�possono�diventare�fonte�di�incomprensioni,�i�padri�potrebberotrovarsi�a�combattere�con�lo�stress�di�un�eccessivo�carico�di�lavoro�e�con�iconflitti�tra�vita�familiare�e�vita�professionale.�Da�queste�riflessioni�nasce�lascelta�degli�operatori�del�Centro�Famiglie�Villa�Lais�di�costituire�un�gruppod’incontro�rivolto�ai�padri,�al�fine�di�garantire�loro�uno�spazio�dove�poter�con-dividere�le�esperienze�di�vita�quotidiana�e�di�confrontarsi�su�di�esse.�Il�Gruppopermette�ai�partecipanti�di�condividere�vissuti�ed�esperienze�senza�sentirsicriticati.Tra�gli�obiettivi�principali�del�gruppo�quelli�di:•��promuovere�uno�spazio�di�riflessione�sul�concetto�di�paternità;•��stimolare�una�riflessione�sull’esperienza�di�crescere�con�i�figli;•��facilitare�l’esplicitazione�e�la�presa�di�coscienza�nei�padri�di�paure,�preoc-

* Psicologa�nel�progetto�“Prestazione�di�servizio�presso�il�Centro�Famiglie�Villa�Lais”.

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cupazioni,�dubbi�e�speranze�riguardo�il�ruolo�paterno;�stimolando�un�pro-cesso�di�crescita�e�sottolineando�l’importanza�del�coinvolgimento�del�padrenell’educazione�e�nella�relazione�affettiva�verso�i�figli.

Il�gruppo�si�articola�in�quattro�incontri�con�cadenza�mensile,�con�ognuno�deipartecipanti�è�previsto�un�colloquio�preliminare�di�presentazione�e�cono-scenza�con�un�eventuale�invio�ad�un�servizio�più�idoneo,�qualora�si�ravvisiuna�motivazione�differente�da�quella�prevista.I�partecipanti�sono�invitati�ad�esplorare,�poco�per�volta,�i�loro�sentimenti,�gliatteggiamenti�reciproci�e�quelli�verso�se�stessi,�attraverso�l’utilizzo�di�filmati,immagini�e�la�lettura�di�alcuni�brani�inerenti�le�tematiche�trattate,�si�viene�sol-lecitati�al�confronto�attraverso�l’uso�di�giochi-stimolo,�affinché�si�instauri�len-tamente�un�senso�di�autentica�comunicazione.Il�clima�degli�incontri�è�reso�accogliente�e�informale,�ciò�permette�ai�parteci-panti�di�esprimere�e�condividere�vissuti�ed�esperienze�senza�sentirsi�criticatie�di�sperimentare�e�maturare�un�senso�di�appartenenza�ad�un�piccolo�gruppoche,�nel�tempo,�potrà�caratterizzarsi�come�una�rete�familiare.Nel�gruppo�è�prevista�la�figura�di�un�conduttore�e�di�un�co-conduttore,�figureprofessionali�esperte�in�dinamiche�relazionali,�la�cui�funzione�è�quella�di�faci-litare�la�comunicazione�e�l’espressione�di�sentimenti�e�pensieri,�stimolando�icomponenti�del�gruppo�ad�aprirsi.�Questo�ciclo�d’incontri�non�si�caratterizzacome�gruppo�terapeutico,�con�l’obiettivo�di�trattare�e�risolvere�specifiche�pro-blematiche�cliniche,�ma�come�un�gruppo�in�cui�si�intende�promuovere�la�cre-scita�della�persona,�lo�sviluppo�e�il�miglioramento�della�comunicazione�e�deirapporti�interpersonali,�attraverso�un�processo�di�esperienza�diretta�e�di�con-divisione.

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