Martina Campoli

Post on 12-Mar-2016

234 views 2 download

description

Interior designer

Transcript of Martina Campoli

IED Istuto Europeo di Design RomaInterior Design

2013

Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”Sora (FR)

2009

PROGRAMMIAutocad

Rhinoceros3DSMax

VRayPhotoshop

InDesignIllustrator

Premier

Mac OS XWindows OS

INTERESSIL’arte. La fotografia, la pittura, la musica elettron-

ica,l’Architettura e il Design.Mi affascinano gli edefici industriali,

le strutture abbandonate, posti che raccontano una storia.

LINGUEInglese

Spagnolo base

MARTINA CAMPOLI+39 347 8555904campolimartina90@gmail.com

Via Carbonaro 81 M.S.G.Campano 03025

(FR) Italia

EDUCAZIONE

PORTFOLIOINTERIOR DESIGNER

Punto ristoro Stazione Tiburtina di Roma

RelatoreSimeone Merlo

Kitchen Garden è un progetto che nasce dall’esigenza di creare un punto ristoro all’intero di uno dei moduli sospesi della Stazione Tiburtina di Roma. L’idea base, parte, da come il nome suggerisce, dall’avere un’orto giardino e quindi dal mangiare sano anche nei pos-ti di passaggi come le stazioni. L’ambienbte è stato studiato in modo tale che tutti i servizi e gli ambienti chiusi fossero riuniti in un unico blocco centrale, in modo da garantire un flusso continuo e unidirezion-ale. Questo avviene anche grazie al fatto che ogni azi-one segue l’altra, dall’ingresso fino ad uscire, il cliente è accompagnato, spontaneamente e indirettamente, al percorso naturale e fluido all’interno dell’ambiente.

Grandi insalatone e formaggi, dove il cliente sceglie personalmente ogni prodotto, avendo poi la possi-bilità di usufruire del punto ristoro in pieno, quindi assistere alla preparazione e gustare il pasto comoda-mente, oppure di portare via il tutto. Non solo quindi punto ristoro, ma anche come semplice punto vendita.

Ingresso

Parete informativa

Cassa

Scelta ingredienti

Preparazione

Consumazionepasto

Uscita

Riqualificazione Vecchio casale nella campagna Romana

RelatoreMarco Pietrosanto

Family

Family House

L’obiettivo dell’intervento era quello di ricavare da un vec-chio casale abbandonato una casa famiglia per ragazze madri. Otto moduli abitativi per otto ragazze con annessi bambini.

Un posto pensato e progettato per stare insieme, per con-divivdere gli spazi e i momenti, per crescere e imparare, per sentirsi a casa. <<L’uomo non possiede solo un corpo, è composto di anima e corpo>>. L’alloggio che costruiamo deve essere quindi in relazione attiva con i bisogni di chi la vive.

I microambienti, spazi privati, sono ridotti al minimo indispensabile e sono direttamente collegati e aperti all’ambiente principale. Tutti i volumi autonomi forma-no un serie di spazi in negativo che articolano il sog-giorno comune e gli altri ambienti di condivisione.

I microambienti si aprono poi all’ambiente generale, lo spazio privato diventa così spazio pubblico. Spazi aperti, liberi e luminosi stanno a sottolineare il vivere insieme e questo si riflette nello schema ar-chitettonico adottato.

spazio pubblico

spazio privato

Pianta piano terra

Pianta piano terra

Pianta primo piano Pianta secondo piano

Pianta primo piano Pianta secondo piano

Uno spazio minimo, studiato in ogni dettaglio, che grazie all’inserimento di alcove per i letti, si apre liberamente allo spazio comune fondendosi totalmente con esso.

Pianta H 2,40 mPianta H 1.20 m

Un giardino invernale, un posto in cui pas-sare del tempo con la natura anche nelle giornate fredde o di pioggia, ricavato da una vechia tettoia presistente trasformata poi in serra .

Allestimento MusealeMACRO Museo d’Arte ContemporaneaMostra per Olivetti

RelatoreLuca La Torre

La richiesta progettuale era quella di ideare un’allesti-mento museale per la mostra di Olivetti, all’interno di uno dei padiglioni del Macro, cercando di usare mate-riali il più ecosostenibili possibili.

Dentro Fuori, Pubblico Privato.Essere contemporaneamnte in entrambi.

Si è voluto ricreare una sorta di “paese” ,costruendo le strutture, contenitori ed espositori delle opere, in tubi di cartone. Si ha così la sensazione di ritrovarsi all’in-terno di uno spazio privato che però è pubblico, uno spazio che ha sua volta è all’intrno di un’altro spazio, pubblico. Il privato nel pubblico che resta comunque pubblico. Resta solo la sensazione.

La struttura del plastico del progetto è stata realizza-ta in forex, mentre i singoli elementi sono stati fatti con dei basoncini di legno.

Punto informazioni Area allestimento plastici Proiezioni

Allestimento MusealeMercati di TraianoMuseo dei Fori Imperiali

RelatoreMatteo Costanzo

Il progetto nasce da una riflessione “ il guardare attraverso” , cioè non soffermarsi a quello che è in superficie ma andare oltre. Ogni cosa non è fine a se stessa, ma a seconda dei modi di viverla e di percepirla cambia l’interazione che si ha con l’oggetto preso in considerazione. Creare un allestimento che riuscisse a suscitare curiosità a qualunque tipo di utente è stato uno degli obbiettivi base prefissati.

Il Museo dei Mercati di Traiano non è solo il contenitore dell’allestimento, ma è esso stesso prima di tutto il contenuto. Si espone con maestosità ed imponenza, e anche se l’intervento a livello geometrico e formale è basato sul cambiare e alterare la percezione dello spazio, è stato volutamente lasciata chiara e visibile quella che è la preesistenza.

Dalla pianta sono chiaramente visibili gli elementi strutturali introdotti . Micro ambianti all’interno di ambi-enti. Questo aspetto se visto in maniera didascalica appare come l’inserimento di un corridoio all’interno di un corridoio, di stanze all’interno di stanze, e di un anfiteatro all’interno di una stanza semicircolare. Invece immergendoci nel progetto ci renderemo conto di come gli spazi vengono percepiti e vissuti in maniera di-versa e biunivoca grazie al cambiamento di prospettiva. Si vive l’ambiente preesistente e l’ambiente inserito diversamente ma in correlazione

L’elemento piu prospettico è quello inserito nella grande aula, dove la forma allungata del tunnel con un punto di fuga centrale aumenta maggiormente il senso di lunghezza e profondità.

Alla fine del tunnel è posta la statua del busto di traiano, che attira l’attenzione appena si entra, come ad ac-cogliere il visitatore alla mostra della storia del suo impero.

Il tunnel ha la funzione di punto informativo infatti all’interno è posto un tavolo con degli schermi incastonati attraverso i quali gli utetni possono prendere informazioni su Traiano e la sua storia di imperatore.

Sulla superficie del tavolo sono incise delle righe nere che stanno ad aumentarla prospettiva del tunnel. Al momento dello standby queste righe vengono riprodotte dagli schermi touch per dare una continuita e mi-metizzare gli schermi.

Nelle strutture poste all interno delle stanze laterali alla grande aula si ritrova, anche se in forme diverse e con punti di viista diversi, il concetto di prospettiva. La particolarità in questi microambienti sta nel fatto che ad essere esposto non è solo il pezzo stesso, ma ciò che il pezzo produce una volta illuminato. Fasci di luci, ombre, pannelli satinati creano dei giochi di luci ombre e trasparenze che cambiano a seconda del punto di vista dell’osservatore, e permettono un interazione diversa e forse piu’ interessante e suggestiva.

Si puo vedere l’ombra e percepire la sagoma del pezzo esposto, si puo vedere l’opera, l’ombra che produce e ancora l’ombra che produce il pezzo esposto dall’altro lato del microambiente. Questo incuriosice lo spetta-tore, regala un’inerazione diversa, e un modo diverso di vivere una mostra archeologica.

Nelle stanze piu piccole poste tra la grande aula e l’esedra, nonché l’aula semicircolare, le forme geometriche e le false prospettive restano ma cambia il modo di esporre e di interagire con i pezzi esposti. Qui sono espos-ti , divisi a seconda dei temi, tutti i frammenti e pezzi di dimensioni ridotte.Si sono ricreati dei microambienti che allungassero la prospettiva e la profondità dello spazio, senza far scomparire i piccoli frammenti.

Questi piccoli ambienti hanno in comune un corridoio centrale , e come possiamo vedere da questa vista, attraverso la forma e la falsa prospettiva delle strutture, lo spazio si allunga.

Alla fine del percorso all’interno del museo e dell allestimento troviamo l’esedra. Un aula semicircolare con un affaccio sulla roma antica, i fori imperiali e l altare della patria. La nostra scelta è stata quella di inserire all’interno una sorta di anfiteatro dove l’utente puo finire il percorso sedendosi e godere dell’affaccio che quest’aula regala. Un punto di vista interessata sulla roma di un tempo.

Pensata come aula polifunzionale, dove poter organizzare scene teatrali per raccontare Traiano, proiezioni, conferenze informative sulla storia dell’impero.

È stato preso in considerazione nel nostro progetto anche l’affaccio su via biberatica e la terrazza che accoglie numerosi eventi. L’intervento consiste nell inserire delle coperture facilmente apribili che possono svolgere diverse funzioni e di notte possono essere utilizzate come delle fonti luminose di attrazione.

LA FOTOGRAFIAOgnuno vede con i propri occhi.Io scatto quello che vedo, per non dimenticare quello che ho visto,come l’ho visto,nel modo in cui l’ho vissuto.