MARTEDÌ umanesimo & scienza/1 La cultura?...

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MARTEDÌ27 APRILE 201029

IL PENSIEROALLA PROVA

L’inattualità del pensiero di Simone WeilÈ dedicato a "Simone Weiltestimone mistica della storia" ilnuovo numero della rivista"Testimonianze". Il volumemonotematico è curato daLodovico Grassi, che contribuiscecon l’intervento "Simone Weil:parrhesia di una mistica", e daldirettore Severino Saccardi, chefirma lo scritto "Simone Weil:’inattualità’ di un pensiero volto alfuturo". Altri interventi sonoaffidati a Giancarlo Gaeta,Gabriella Fiori, Attilio Danese,Luciana Floris, Mariolina Graziosi, Roberto Mancini, Tommaso Greco, Daniela Belliti, Bruno Di Porto, Domenico Canciani e Giulia Paola Di Nicola.

Poesia e psiche,un premio nel nome di Alda Merini

«Con questo premio renderemoomaggio alla più grande poetessadel Novecento, che ha saputocantare l’amore, il disagio mentale,la cristianità, la condizionefemminile e la povertà, come nonha fatto mai nessun altro poeta inprecedenza». Lo ha detto l’editoreVincenzo Ursini, presidentedell’associazione Accademia deiBronzi di Catanzaro, presentandola prima edizione del premio AldaMerini di poesia promosso dalsodalizio culturale catanzarese. Ilriconoscimento mira a dar voce atutti gli autori inediti italiani estranieri, ma anche ai pazienti eagli operatori dei centri di salutementale che hanno individuatonella scrittura un qualificantemomento di aggregazione e diriscatto per uscire dal tunnel delladepressione e del disagio psichico.Il premio è suddiviso in duesezioni, una partecipazione liberae una riservato a coloro cheruotano intorno ai centri diurni deiCsm o reparti di psichiatria d’Italia.

DI LUIGI DELL’AGLIO

l divorzio tra scienza ediscipline umanistiche èavvenuto meno di due

secoli fa, innescato in Europa dal-la filosofia positivista dell’Otto-cento. Ma per venticinque secoli,cioè a partire dal VI secolo avantiCristo – quando nasce, nella Gre-cia classica, la cultura europea –scienza e umanesimo, sbocciati si-multaneamente, avevano cammi-nato uniti e in perfetta simbiosi».Il filosofo Evandro Agazzi ha sca-vato nel passato, e ha scoperto chela separazione tra scienza e "studiahumanitatis" si può far risalire ad-dirittura a Immanuel Kant. Ma nelsenso che, secondo l’autore dellaCritica della ragion pura, le scien-ze debbono occuparsi del mondodella natura mentre il mondo del-l’uomo va riservato alla filosofia ealle altre discipline umanistiche. Ilpositivismo si appropria della tesikantiana, la enfatizza, e decretache anche la filosofia e le altre for-me di conoscenza umanistica deb-bono rientrare nella giurisdizionedella scienza. Cioè questa avreb-be il diritto di interpretare con ilmetodo sperimentale – rileva A-gazzi – anche «questioni come ilsenso della vita, il destino ultimodell’uomo, la dignità della perso-na, la libertà e il senso morale». Ec-co lo scientismo, che attribuiscealla scienza un potere assoluto, os-sia la capacità, anzi il diritto, di «ri-solvere tutti i problemi umani». Lacultura umanistica può finire insoffitta. A questo punto i filosofireagiscono. Gli idealisti BenedettoCroce e Giovanni Gentile procla-mano la superiorità degli studi u-manistici su quelli scientifici. Ladivisione diventa contrapposizio-ne e, a cavallo fra il XX e XXI seco-lo, si inasprisce. Evandro Agazzi,uno dei più autorevoli filosofi ita-liani, pensatore che gode di gran-de prestigio internazionale, è at-tualmente professore emerito diFilosofia teoretica presso l’Univer-sità di Genova e insegna a Città delMessico. Qui l’Università Autono-ma Metropolitana gli ha creato u-na cattedra per chiara fama. Agaz-zi viene invitato in tutto il mondoa tenere conferenze, soprattuttosul rapporto scienza-fede.Professore, perché Kant divise duecampi discplinari che erano ri-masti uniti per tanti secoli?«Gli eccezionali progressi conse-guiti dalla scienza naturale, fon-data da Galileo e Newton , indus-sero il filosofo di Königsberg a ve-dere nella scienza il paradigma del"sapere" in senso generale. MaKant non sottrasse minimamentealla filosofia le questioni fonda-mentali dell’uomo, come la mora-lità, la libertà, il senso della vita eil destino ultimo. Le considerava"razionalmente giustificabili" an-che se non conoscenza scientifica

in senso proprio».Cioè riconobbe il diritto dellescienze umane di avere uno spa-zio insopprimibile?«Certo. E si pensi che, a ben guar-dare, le moderne scienze umaneerano nate con almeno un secolodi anticipo sulle scienze naturali.Il decollo avviene con quel feno-meno storico che nei manuali vie-ne definito "umanesimo": si ri-scoprono i classici antichi e nonsolo le opere di letterati, storici egiuristi; anche i testi scientifici ri-cevono un trattamento rigorososul piano filologico».Ma quali sono le ragioni oggetti-ve dello scontro attuale? Si vuoleaffermare il principio che tutto ciòche non può essere dimostratoscientificamente non ha diritto diesistere?«Tra cultura scientifica e cultura u-manistica si è giunti a questa lot-ta perché sono scattate tre condi-zioni principali. La specializzazio-ne, il tecnicismo dei linguaggi e so-prattutto il riduzionismo. Una di-sciplina pretende di possedere iprincipi e i metodi per spiegare ifatti studiati dalle altre discipline.Le scienze della natura, ma anchel’economia o la psicoanalisi, pre-

tendono di "interpretare tutto". Inquesto modo si dilata arbitraria-mente l’aspirazione di ogni disci-plina a spiegare, mediante i pro-pri mezzi, il maggior numero pos-sibile di questioni. Così la scienzafinisce per ignorare i propri limitioggettivi».Perciò, per lo scientismo, le disci-pline umanistiche sono superate.

E non è invece superato il mate-rialismo di quegli scienziati i qua-li si rifanno, in pratica, ai pensa-tori pre-socratici che considera-vano l’uomo una "cosa fra le co-se" e furono smentiti da Socrate ePlatone?«Si assiste a una sorta di regresso.I primi filosofi greci (poi detti "fi-sici") sostenevano che tutto è ma-

teria e manifestazione di proprietàmateriali. E anche l’uomo è mate-ria. Socrate e Platone sconfisseroquesta ideologia. Portarono alla lu-ce l’essenziale differenza specifi-ca tra l’uomo e la natura fisica: lospirito, cioè l’intelligenza, la co-scienza morale, la capacità di crea-re il mondo della civiltà e della sto-ria, insomma le forme e i valoridella cultura umanistica».Dietro lo scientismo e l’insistenzacon cui si vuole ridurre lo spaziodel sapere umanistico c’è dunquequella che lei ha chiamato "me-tafisica materialista"?«Con ciò non intendo sottovaluta-re le dimensioni naturalistiche del-l’essere umano: fisiche, chimiche,fisiologiche, genetiche, neuro-fi-siologiche e così via. È innegabilela ricchezza dei contributi che ven-gono dalle scienze della natura eche permettono una migliore co-noscenza del mondo umano. Sivuole soltanto rilevare che non ècorretto ignorare le altre dimen-sioni dell’uomo. E le discipline u-manistiche indagano e coltivanoproprio queste dimensioni».L’attacco al sapere umanistico sideve insomma alla mentalità ma-terialistica che dilaga nelle nostresocietà?«In parte, sì. Ma c’è anche un’altraragione: ormai quasi tutto vienevalutato in base a un criterio pu-ramente utilitaristico e "pragma-tico". Si è persa la consapevolezzache le cose che veramente valgo-no sono quelle che "non servonoa nulla", in quanto valgono di persé, e meritano che ci si ponga al lo-ro servizio. L’utilitarismo fa perde-re la stessa "dimensione umani-stica" della scienza, che è una for-ma eccellente di "ricerca della ve-rità". È quindi ovvio che le cono-scenze di tipo umanistico sianoconsiderate una presenza ingom-brante nell’insegnamento scola-stico perché sottraggono tempo eattenzione agli studenti. Questidebbono dedicarsi soltanto alle di-scipline che veramente "servono".Ma così i giovani non incontranole materie che fanno maturare lapersonalità dell’allievo e affinanoil suo spirito critico, il suo sensodella responsabilità, la sua capa-cità di valutazione e di giudizio difronte alle situazioni della vita, lasua attitudine a compiere scelte li-bere e consapevoli».Le "discipline che servono" sonoquelle richieste dal mercato dellavoro...«Ma ridurre a questo la formazio-ne scolastica significa aver di-menticato che nessun essere u-mano è semplice manodopera.Dietro una tale politica premonomassicci interessi economici, ed èun fatto che venga perseguita da i-stituzioni come la Banca mondia-le e l’Ocse, in contrasto con gli o-biettivi dell’Unesco. Certo questamentalità prevale anche perché sisono appannati ideali e valori, per-fino in Europa che pure ha una cul-tura "con memoria", formatasinell’antichità classica e nel Me-dioevo cristiano».

CHI È

Un teoretico a cavallo tra scienza e fedeEmerito di Filosofia teoretica all’Università di Genova, EvandroAgazzi (nella foto) divide la sua attività accademica fra l’Italia eil Messico. La sua formazione è filosofico-scientifica, con studi

alla Cattolica e alla Statale di Milano eperfezionamento presso le università diOxford e Munster. Per gli oltre settantavolumi e le centinaia di articoli ha ricevutonumerosi riconoscimenti nazionali einternazionali, tra cui il premio "Cortina-Ulisse". È stato membro del Comitatonazionale di bioetica e presidente dellaSocietà filosofica italiana. Ha diretto il centrostudi sulla Filosofia contemporanea del Cnre tiene conferenze in America e in Europasui rapporti tra scienza e fede. (L.D.A.)

APPUNTAMENTI

MILANO, LEGGEREZZA...◆ Questo pomeriggio a Milano,alle 18 presso la libreria Mursia divia Galvani, 24, sarà presentato illibro di Paolo Lagazzi "Formedelle leggerezza. Avventure tra ilibri e il mondo" (Mursia).All’incontro interverrannoinsieme all’autore GiancarloPontiggia e Guido Oldani.

...E SOTTOSUOLO◆ Nell’ambito del ciclo "Giustiziae letteratura", organizzato dalcentro studi Federico Stella, oggialle 16.30 nell’aula gemellidell’Università Cattolica diMilano (largo Gemelli, 1) si terràl’incontro "Dostoevskij e itrasgressori della legge.’Memorie del sottosuolo’ e ’Delitto e castigo’". Interverranno Gabrio Forti, Adriano Dell’Asta, Piepaolo Astorina e Alessandro Provera.

La cultura? Divorata

dai «tecnici»

«Una certa visione materialistica sta fagocitando l’autonomiadella dimensione spirituale perché ogni disciplina fisica, come anche l’economia o la psicoanalisi, pretende di"interpretare tutto". Così si finisce per ignorare i limiti oggettivi di ogni scienza»

In un’antica incisione,

la versione tradizionale

della scoperta

della teoria sulla gravità

da parte di Isaac

Newton, ispirato,mentre

stava riposando

sotto un albero,dalla vista

della cadutadi una mela (Fototeca)

umanesimo & scienza/1Il filosofo Agazzi: «Per i Grecil’indagine sulla natura e quellasullo spirito erano tutt’uno:a dividerle è stato il positivismoottocentesco. E adesso lo scientismo pretende di spiegare qualsiasi cosa in termini puramente fisici»

ella prima metàdel III secolo ilcristianesimo

aveva raggiunto iKushan, ai confini tra laPersia e l’India, comeattesta il Liber legumregionum della scuola diBardesane, la cui stesuradefinitiva sembrarisalire a poco dopo lamorte del maestro (222d.C.), ma che riflette ilsuo insegnamento, dietà severiana. Per l’etàcostantiniana, Eusebioattesta la presenza dimiriadi di cristiani inIndia. In questo periodo

sembrano essere rifioritii contatti marittimi tral’India e l’Occidente,anche per la stabilitàdella valuta; accanto acontatti commercialidevono annoverarsenealtri di natura siadiplomatica siareligiosa. SecondoEusebio le celebrazionidi Costantinogiungevano finoall’India e secondoRufino al tempo diCostantino fuevangelizzata l’IndiaUlterior, situata tral’India Citerior e la

Partia (poi Persia) «mamolto più all’interno»dall’Occidente (lamissione di Panteno eraavvenuta nell’IndiaCiterior). Dopo quella diPanteno, ancora daAlessandria partiva unamissione cristiana perl’India nella prima metàdel IV secolo, attestatada Rufino, Socrate eGelasio di Cizico, cheindicano anche i nomidei missionari: Meropio,Frumenzio e Edesio.Questa missione, omeglio la sua secondaparte, appare piùistituzionalizzatarispetto a quella diPanteno. Il responsabile

indicato dalle fonti è ilvescovo della città,sant’Atanasio, campionedell’anti-arianesimo.Egli controllava anche ilDidaskaleion diAlessandria, la scuola incui aveva insegnatoOrigene, e a capo dellaquale Atanasio istituìDidimo il Cieco, unfedele seguace diOrigene. Atanasio inviòin India Frumenzio, cheorganizzò anche laChiesa locale. Leincertezze relative aquesta missione indiananon riguardano il ruolodel vescovo nelpromuoverla, ma la suadestinazione. Spesso gli

studiosi interpretano"India", in riferimento aquesta missione, nelsenso di "Etiopia", chein effetti è uno deisignificati rivestiti daltermine "India"nell’antichità (con le trespecificazioni diCiterior, Ulterior, eInterior, talora nonsenza confusioni). Cisono tuttavia indizi chesuggeriscono che lamissione alessandrinapromossa da Atanasio sisia rivolta all’India verae propria, come quellaalessandrina di Pantenopiù di un secolo prima.Di Meropio, filosofo diTiro, è infatti detto che

intendeva visitare l’Indiacome aveva fatto il suocollega Metrodoro pocotempo prima. Ora, ilviaggio di Metrodoro,come quello di Plotino,era stato precisamentein India, non in Etiopia.Infatti Metrodoro,filosofo di etàcostantiniana, si recònon in Etiopia o adAxum, ma in India,poiché al ritorno versooccidente fu derubatodai Persiani, il cuisovrano era Shahpur. Èchiaro che perincontrare i Persiani nelviaggio di rientro dovevaessere andato in India,non in Etiopia. La Persia

è associata all’Indiapropriamente dettaanche in un’altra notiziadi età costantiniana. Alprimo concilioecumenico, quello diNicea (325), un vescovopartecipante aveva iltitolo di "vescovo dellaPersia" e ricevette ilcompito di notificare ledecisioni di Nicea allaPersia e alla "GrandeIndia". Per l’aggettivo"grande" e perl’associazione con laPersia confinante, nonpuò trattarsi di Etiopia oAxum nemmeno qui, madell’India vera e propria.Altre missioni, questesicuramente rivolte

all’India propriamentedetta, sono attestate perl’età post-costantiniana,a cui si aggiungonoanche indicazionirelativeall’organizzazioneecclesiastica dei territoriindiani. Ricordo solocome nel 345settantadue famigliedella Chiesa siro-orientale emigrarono inIndia, nel Malabar,insieme ad alcunimembri del loro clero. Sistabilirono a Muziris.Altre notizie poicontinuano a susseguirsifino all’arrivo deiportoghesi nel Quattro eCinquecento.

N

La filosofa francese Simone Weil

di Ilaria Ramelli

ColombarioIV secolo, il viaggio in India dei missionari cristiani

"Scienze della natura" e "scienze dellospirito": sono i due grandi ambiti nei quali siorganizza il sapere umano, almeno a partiredall’Ottocento. La coesistenza, però, è statatutt’altro che pacifica, e negli ultimi anni si èacceso doppio un campanello d’allarme: dauna parte si sottolinea la tendenza scientistaa fagocitare nell’ambito delle scienzenaturali ogni ambito del reale, inclusi quellimorali o addirittura spirituali; dall’altro,nella formazione degli scienziati naturali la componente umanistica, una volta fondamentale, ha uno spazio sempre più ridotto. Iniziamo oggi una serie di interviste per fare il punto sulla questione.