Lupatoto Beat - comitatoradici.it · lupatotina e il germe mosso dal beat faceva nascere ovunque...

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Lupatoto Beat Anni ‘60

Baita degli Alpini, 12 aprile 2017 A cura di Renzo Gastaldo

con il contributo di Flavio Sprea per la parte fotografica

Tempo di Beat

Ci sarà stata, negli Anni Sessanta, una Verona Beat ma ci fu anche una Lupatoto Beat. Il vento che proveniva dall’Inghilterra, grazie soprattutto ai Beatles e ai Rolling Stones, era arrivato anche in terra lupatotina e il germe mosso dal beat faceva nascere ovunque gruppi musicali. Erano infatti lupatotini almeno dieci dei circa 130 gruppi beat che sorsero provincia di Verona fra gli anni Sessanta e Settanta. A San Giovanni Lupatoto cominciarono a suonare i Big Stones, i Lupi, i Kippers, i Modesti, i Caramba e i New Times. Ma solide radici lupatotine avevano in parte anche i Mercenari, gli Anabas, i Provvisori e gli Zuzzurelloni.

Lupatoto Beat

Il maestro Sprea, radice comune

I gruppi musicali nascevano, si modificavano nei loro componenti e magari dopo qualche tempo si scioglievano. Qualche punto fermo però c’era. I musicisti anche quelli che si cimentarono nei complessi beat, frequentarono tutti la scuola del maestro Bruno Sprea. Dalla sua un po’ disordinata sala per lezioni musicali della Vetreria, come allora si chiamava via Matteotti, passarono un po’ tutti. Lui insegnava a suonare qualsiasi strumento e faceva anche lezioni di canto.

Bruno Sprea

Bruno Sprea

L’attività di Sgrendena

Si chiamava Bruno Sprea ma in paese era più conosciuto con il nome di «maestro Sgrendena» per i capelli lunghi e incolti, sintomo di non conformismo. Nato in paese nel 1892, fondò e gestì orchestre, gruppi musicali, sale di cinema e di spettacoli. Nel 1921 aprì in piazza Umberto I la sala cinematografica Floreal, iniziativa che gli causò più di un attrito con il parroco Boscaini. La sua attività di insegnante di musica fu instancabile. Si spense nel 1969.

Bruno Sprea

I nomi dei complessi

Il primo problema da affrontare era il nome del complesso. Tutti cercavano nomi inglesi. Nacquero così i Kippers (Aringhe affumicate), i Big Stones (Grandi pietre), i New Times (i Tempi nuovi) e gli Hippies. Qualcuno però fece in fretta marcia indietro, come i Lupi, che avevano esordito come The Wolfs.

Gli strumenti

I gruppi musicali lupatotini agli inizi con la strumentistica dovettero un po’ arrangiarsi. Gli amplificatori erano di assai poca potenza. Le prime chitarre elettriche erano piuttosto scadenti. Tutto veniva acquistato con gli introiti delle ore straordinarie fatte sul lavoro o degli scarsi incassi realizzati con l’attività musicale. Spesso si acquistavano gli strumenti e gli impianti scartati dai gruppi più affermati.

Il posto per le prove

Era indispensabile che il complesso avesse a disposizione un locale dove eseguire per le prove. Chi non suonava in cantina o in un garage, trovava spesso ospitalità in un locale dismesso. I Kippers suonavano in una fiaschetteria di via Marconi non più in funzione. I Big Stones suonavano in un locale posto sopra il bar dell’osteria Spinazza in via Matteotti.

I Big Stones Il più famoso gruppo lupatotino fu quello dei Big Stones composto da Renzo Zangrandi, Illadio Stradiotto, Gianni Spinazza, Giorgio Zanolli, Mario Muraro, Mauro Sali ed Ezio Forante. Ne fecero parte anche Graziano e Vittorino Gaspari.

I Lupi

I Lupi erano composti da Graziano Lindegg, Franco Montioli, Lorenzo Rebonato, Luigi Zendrini e GianVittorio Zecchetto. Con i nuovi Lupi suonarono anche Luigi Venturini e Marco Gasparini, oltre a Dino Bergamasco.

I Lupi

I Lupi

I Nuovi Lupi 1965

I Kippers

I Kippers erano composti da Francesco Poli, Giorgio Rodegher, Gabriele Santo Fiorini, Alessandro Malachini, Sergio Visparelli ed Emilio Poli. Suonarono con il gruppo anche Adriano Zattoni e Aldo Arzenton.

The Kippers

The Kippers

I Caramba

I componenti dei Caramba sono stati Loredano Mezzani, Luigi Moretto, Salvatore Rinco, Luciano Venturini, Rino Zago e Lionello Lineri.

I Caramba (prima «Leonello e I Defunti»)

I New Times

I New Times annoveravano nelle loro file Paolo Bellardone, Fabrizio Sona, Claudio Sartori, Bruno Veronesi e Claudio Casagrande.

I New Times Beat

I Provvisori

I Provvisori erano composti da Luigi Zerbini, Giorgio Galvani, Fabrizio Micheloni, Angelo Belligoli e Fabio Maggiotto

I Provvisori

Il bar Bonafini

Il bar fu aperto alla fine degli anni Cinquanta in via Adige per diversificare l’attività di salumeria rilevata dalla famiglia Bonafini qualche anno prima. Il locale funzionò prima come circolo per i combattenti e reduci, poi i fratelli Radames, Sergio e Silvano pensarono di indirizzare l’attività ai giovani, attirando per prime le loro compagnie che si chiamavano “La dolce vita” e “I magnifici sette”. Era il 1962, nel bar molta gente si radunava per vedere la televisione che non c’era in tutte le case. Nelle sale al piano superiore del bar arrivano il calcetto e il biliardo. C’è anche un maestro di ballo che tiene lezioni private.

Via Adige

Greffa Club Le riunioni per valutare i dischi

Il Bar Bonafini (2) “In quegli anni circolava un giornale dedicato al mondo della canzone che si chiamava “Tuttamusica”” racconta Nadia Bonafini. “Una copia di questo periodico mi capitò tra le mani e lessi che cercavano giovani che rilevassero i gusti dei giovani in tema musicale. Rispondendo a questa ricerca presi contatto con il mondo della musica e dei cantanti”. “Su Tuttamusica lessi anche un appello di Rita Pavone che sollecitava la costituzione in tutta Italia di club dove i giovani si aggregassero” prosegue Nadia Bonafini. “Mi sembrò un appello da raccogliere, ne parlai con i miei fratelli e così nacque la sezione lupatotina del club “La Greffa”».

Greffa Club alla Lucerna

1962 da Felicino

Il Bar Bonafini (3) La Greffa aveva lo scopo di organizzare manifestazioni musicali riservate ai giovani e alla musica leggera. «Le case discografiche mandavano le prime copie dei dischi e i manifesti dei cantanti per saggiare il gradimento da parte del pubblico e creare interesse verso gli artisti che loro avevano in scuderia” ricorda ancora Nadia Bonafini. “Noi cominciammo a contattare i cantanti invitandoli a San Giovanni Lupatoto. A quel tempo non esistevano gli agenti e spesso le esibizioni neppure si pagavano. Si parlava direttamente con l’artista, si concordava la data della serata pattuendo solo il rimborso per le spese di viaggio sostenute e il pranzo dopo l’esibizione”.

La Greffa

I Nomadi alla sede della Greffa

Il Bar Bonafini (4)

Gli spettacoli non si svolgevano nel bar Bonafini ma nei saloni più capienti del bar Lucerna, in via F. Garofoli. Lì arrivarono i cantanti Little Tony, Dino, Gigliola Cinquetti e Michele accompagnati dai loro gruppi. Si esibirono a più riprese anche i Nomadi (complesso particolarmente legato al Bar Bonafini), i Rokes, i Memphis, i Tornados e i Condors. Il 22-23 e 24 ottobre 1964 la Greffa lupatotina organizza il Lupo d’Oro, concorso riservato ai cantanti e gruppi. Si esibisce in quella occasione anche Alida Ferrarini, che diventa poi affermata cantante lirica.

Concorso Lupo d’Oro del 1964

Lo scandalo (1)

Nell’ottobre 1964 al bar Bonafini si tiene un dibattito sullo stato del mondo giovanile alla presenza di un giornalista del periodico “Tuttamusica”. Il giornale pubblicò dopo alcuni giorni un articolo dal quale emergeva che le ragazze lupatotine erano sotto stretta tutela delle famiglie e della parrocchia e che erano incontrabili soltanto “dopo il vespro”. Nell’articolo si affermava in sostanza che le ragazze erano prive di autonomia.

Greffa Club L’intervista a Tuttomusica

Lo scandalo (2)

Il parroco del tempo, don Gobbi, visto l’articolo, prese carta e penna e scrisse una durissima precisazione al giornale. “Non siamo un paese di campagna ma una realtà industriale, la predica durante la messa non dura mezz’ora ma al massimo dieci minuti, i sacerdoti non sono persone arretrate” scrisse il parroco. “Il giornale avrebbe dovuto sentire anche il parere di famiglie e sacerdoti prima di pubblicare l’articolo”.

Corteo di operai in bici in uscita da fabbriche

Lo scandalo (3)

Ne nacque uno scontro frontale tra la parrocchia e il Bar Bonafini, anche se non vi fu mai un faccia a faccia fra il parroco e la famiglia Bonafini. Il parroco però, dal pulpito, diffidò le ragazze dal frequentare il bar e mise in guardia le famiglie dal consentire la frequentazione. La raccomandazione del parroco ebbe i suoi effetti e la presenza dei giovani al Bar Bonafini calò vistosamente. La Greffa organizzò un altro paio di feste ma poi diminuì sensibilmente la sua attività fino al progressivo scioglimento.

Gli altri gruppi

Concerto Astra 1965 con Marco Gasparini

The Hippies al Sociale 1968

Gli Anabas

Fabio Rinco

Bar Canteri e il Club dei Giovani

Nell’autunno 1961 nel Milk Bar (era il Bar Canteri di via Roma) nacque il «Club dei Giovani». Arrivò a 200 soci. Sorse forse proprio per dare sbocco alle istanze del mondo giovanile, che nella realtà frizzante dei primi anni Sessanta si sentiva evidentemente troppo compresso nell’associazionismo tradizionale, quello della parrocchia. Gradito alle famiglie per la presenza dei gestori Maria e Giulio Canteri, era anche il punto presso il quale le ragazze, all’uscita di chiesa, potevano fare sosta per fare una piccola e veloce consumazione.

Bar Canteri e il Club dei Giovani

Club dei Giovani e Olimpiade Il parroco don Aldo Gobbi (poi vescovo a Imola) cercò di capire quali finalità avesse. Lo fece attraverso qualche incontro con i giovani ma anche sondando le persone più vicine ai “ribelli”, che però tanto ribelli non erano in quanto frequentavano regolarmente la Messa e le funzioni liturgiche della domenica. Il club organizza tornei di calcetto e di biliardo che attirano decine di appassionati e non solo tra i soci. L’anno dopo si passa a una manifestazione sportiva in grande stile. Viene infatti organizzata una “Olimpiade” che attira molte decine di giovani a misurarsi nelle prove di atletica.

Bar Canteri e il Club dei Giovani

Festival della Canzone

Poi si passa agli incontri musicali. Nasce così il “Festival della canzone” di cui furono organizzate, al cinema parrocchiale posto di fianco alla chiesa di San Giovanni Battista, due applaudite edizioni. Vi partecipano alcuni cantanti al tempo già conosciuti, come Dino con il suo complesso, Luciana Turrina, i complessi musicali dei “Kings” e degli “Alligatori”.

Concorso Lupo d’Oro del 1963