Lunica forma di creatività possibile è quella di ESTRARRE combinazioni originali da REPERTORI...

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L’unica forma di creatività possibile è quella di “ESTRARRE” combinazioni originali da “REPERTORI” disponibili

Fino a che punto si riesce ad infrangere la dominiodipendenza e a creare qualcosa di inedito, ciò che non si era mai visto?

Educare e formare a ciò che non possiamo conoscere è un’impresa che appare pressoché impossibile, e tuttavia l’innovazione esiste.

Occuparsi di come mutano i pensieri, i sentimenti e i comportamenti, generando azioni, soluzioni e artefatti inediti, vuol dire prestare attenzione a quanto accade al margine dei nuclei persistenti e rassicuranti dell’esperienza.

E’ verosimile sostenere che l’unica forma di creatività possibile è quella di “estrarre” combinazioni originali da “repertori” possibili? Fino a che punto si riesce ad infrangere la dominiodipendenza e a creare qualcosa di inedito, ciò che non si era mai visto? Educare e formare a ciò che non possiamo conoscere è un’impresa che appare pressoché impossibile. Possiamo concepire però nuove forme e nuovi processi educativi[1].

[1] Cfr. su questo punto il recente contributo di H. Gardner, (2006), Five Minds for the Future, Harvard Business School Press, Boston; ed. it., (2007), Cinque chiavi per il futuro, Feltrinelli , Milano.

Nel gioco “fa-e-disfa”, le regole, i criteri, le procedure, tendono alla conferma dei modelli di pensiero e delle spiegazioni esistenti. Raggiungere traguardi innovativi è diverso che compiere sintesi dei bagagli di conoscenza esistenti. Occuparsi di come mutano i pensieri, i sentimenti e i comportamenti, generando azioni, soluzioni e artefatti inediti, vuol dire prestare attenzione a quanto accadde al margine dei nuclei persistenti e rassicuranti dell’esperienza. In quella dinamica marginale non vi sono sempre processi rivoluzionari mediante i quali prende vita ciò che non si era mai visto. Spesso si è di fronte all’estenuante ripetizione, a volte si istituiscono differenze rilevanti, molto più raramente emergenze inedite, vere e proprie rotture del senso dominante, effettive interruzioni della dominio dipendenza.

Allora può essere opportuno domandarsi di cosa si parla quando si parla del rapporto tra arte e società, del rapporto tra arte ed economia, del rapporto tra innovazione nei processo di gestione dei fatti economici e delle organizzazioni e arte. La retorica managerialista raggiunge qui vertici la cui apparente sottigliezza sembra proporre un salto di qualità, mentre probabilmente si è solo di fronte all’ennesimo ultimo tentativo di salvare dalla crisi i modelli di management dominanti rivestendoli ora di abiti etici ora ponendoli in rapporto con l’estetica, come se per contagio si potesse trasformare solo con una cosmesi ciò che esige una radicale rivisitazione e una altrettanto profonda ridefinizione degli apparati disciplinari e delle metodologie operative. Il ragionamento che si propone nelle attività del cosiddetto “art based learning” e negli avvicinamenti che la formazione manageriale avanza verso l’arte.

Dipendenza dal cammino

Cambiare idea non è più facile che avere un’idea, anzi….

Resistenza al cambiamento

Tradizione e innovazione

Ostacoli cognitivi, affettivi e culturali all’innovazione

Investimenti in innovazione, apprendimento e eccedenza

“E’ in verità una maestra di scuola imperiosa e ingannevole l’abitudine, essa, senza parere, a poco a poco, mette su di noi il piede della sua autorità; ma con questo inizio dolce e umile, poggiato e ben piantato che l’ha con l’aiuto del tempo, essa ci si manifesta in breve con un viso furioso e tirannico, sul quale noi non siamo più liberi neppure di alzare gli occhi”.

M. de Montaigne, Saggi

“Ho trascorso una parte della mia vita e dei miei viaggi a scegliere i capi di una burocrazia nuova, a esercitarli e adeguare con il maggior fiuto possibile le capacità alle mansioni, a creare utili possibilità d’impiego per questa classe media dalla quale dipende lo Stato. Il pericolo che si cela in questi eserciti civili non mi sfugge; lo si può definire in una parola: la mentalità burocratica“M. Yourcenar, Memorie di Adriano

FRAMING:

la cornice e i suoi vincoli

es: turismo = neve

- opportunità

- vincolo: pensare in termini di “non-neve”

Principale vincolo all’innovazione

CONTROPRESENTI:

INNOVARE vuol dire creare CONTROPRESENTI

(andare contro quel presente che ci ha dato tanto)

PREVALENZA della CONSERVAZIONE:ogni osservazione evidenzia la prevalenza a conservare

- Conservazione

- Conversazione

- Conversione

DIPENDENZA dalla STORIA – dal CAMMINO:

- “leggere” e usare il computer come macchina da scrivere, vuol dire renderlo confidente ma anche neutralizzarne la discontinuità

L’INNOVAZIONE è SQUILIBRIO NECESSARIO:

investimenti in “eccedenza” e innovazione

nel “non immediatamente utile” e innovazione

Necessità di dare risposte nuove

Basso grado di incertezza

Alto grado di incertezza

Le vecchie risposte sono appropriate

Conoscenza semplificata

DialogoConoscenza concettuale

Costituzione di un

“campo”

socializzazione

esteriorizzazione

Collegamento con la

conoscenza esplicita

interiorizzazione

combinazione

Conoscenzaoperativa

Apprendimento attraverso l’esperienza

Conoscenza sistemica

La crucialità dell’immateriale e del simbolico:

- a conoscenza che genera valore

- l’innalzamento complessivo della sensibilità culturale

- la cultura non come giacimento- ma come lievito

Apprendere ad apprendere:

non vedere è un problema

ma

non vedere di non vedere non riesce ad essere neppure un problema

Autonomia e innovazione:- mente singola e mente collettiva:il valore influente del contesto

Autonomia:- autoregolamentazione e scelta- rischio di autoreferenzialità e alla conservazione

(passa solo quello che è codificabile con la lingua “indigena”)

Tradizione e innovazione

- non sono contrarie- rischi di reificazione- la tradizione è l’innovazione riuscita

Innovazione ed emergenza dell’inedito:

- circuiti autolimitanti- circuiti autointensificanti

ISTITUENTE = ISTITUITO

- Investimenti in discontinuità in educazione

“L’umanità si distingue in due tipi: quelli che si adattano al mondo e quelli che cercano di adattare il mondo a se stessi. L’innovazione è dovuta esclusivamente a questi ultimi”

G.B. Shaw. Aforismi