Lezione motivazioni

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PERCHE’ LA GENTE FA QUELLO CHE FA?

L’IMPORTANZA DELLE MOTIVAZIONI

Le azioni umane sono guidate da scopi.Innanzitutto abbiamo gli istinti intesi

come tendenza comportamentale specie-specifico su base genetica.

Per Darwin (1858) l’istinto è una sorta di riflesso complicato: uno schema innato di comportamento che viene eseguito in risposta ad uno stimolo.

Per l’etologia (Tinbergen, 1951; Lorenz, 1963) il concetto di istinto

viene definito come processo complesso che, pur essendo

biologicamente determinato, lascia spazio per l’apprendimento e consente variazioni per il raggiungimento degli

scopi.

Accanto al concetto di istinto i ricercatori hanno elaborato il concetto

di pulsione.La pulsione crea uno stato di disagio e

di tensione che l’individuo tende ad eliminare con appropriati

comportamenti.

Ad esempio, se una persona non mangia per un po’ di tempo, avrà

bisogno di cibo; tale bisogno produrrà la pulsione della fame che motiva il

comportamento alimentare riducendo il bisogno e quindi la fame.

La distinzione fra bisogni e pulsioni si basa sul fatto che è possibile avere un bisogno senza avvertire una pulsione (es. del diossido di carbonio e della

mancanza di ossigeno) e si può anche avvertire una pulsione senza alcun bisogno (es. aver fame senza alcun

bisogno fisiologico di cibo).

Motivazioni primarie e secondarie

A) I motivi che sono connessi direttamente ai bisogni fisiologici fondamentali sono chiamati motivi

primari (es. fame, sessualità);

B) I motivi che sono il prodotto di processi di apprendimento e dipendono dalla cultura di appartenenza sono detti

motivi secondari.

Motivazioni primarie:

La fame

Alla base del bisogno definito fame si trova un cambiamento nel tasso di

assorbimento del glucosio nel sangue.

In secondo luogo la ricerca sui meccanismi che controllano la fame ha

chiamato in causa due nuclei dell’ipotalamo (nucleo laterale e nucleo ventro-mediale) che risultano essere la sede per l’attivazione degli stimoli di

fame e di sazietà.

La sessualità

Nella cultura occidentale, lo studio scientifico della sessualità è uno

sviluppo abbastanza recente.

Il rapporto Kinsey (1948; 1953) e gli studi di Master e Johnston (1966; 1970) hanno superato molti dei tabù verso la sessualità, considerandola finalmente come un possibile oggetto di studio

scientifico.

Troviamo quindi studi su molteplici temi quali:

-studi sulle pratiche sessuali;-studi sulla fisiologia della condotta sessuale umana;-studi sul ruolo degli ormoni;-studi sul concetto di “femminilità” e “mascolinità”;-studi sulle variazioni e sui cambiamenti culturali nel comportamento sessuale

Motivazioni secondarie o psicologiche

Accanto ai bisogni primari o fisiologici emergono ed agiscono nell’essere

umano motivazioni più propriamente psicologiche.

Questo genere di motivazioni non è collegato al soddisfacimento di

esigenze biologiche, ma è connesso all’immagine di sé, al mantenimento

del livello di autostima, alla realizzazione delle proprie aspirazioni, al conseguimento di una determinata

posizione sociale e alla conservazione dei legami sociali.

La piramide di Maslow o piramide dei bisogni

BISOGNI FISIOLOGICI

BISOGNI DI SICUREZZA

BISOGNI DI APPARTENENZA E AMORE

BISOGNI DI AUTOSTIMA

BISOGNI COGNITIVI

BISOGNI ESTETICI

BISOGNI DI

AUTOREALIZZAZIONE

Realizzazione delle potenzialit personaliネ

Simmetria, ordine, bellezza

Conoscere, comprendere, esplorare

Competenza, approvazione

Aggregazione sociale

Essere in salvo

Soddisfare la fame e la sete

Motivazione intrinseca ed estrinseca

Motivazione intrinseca: è generalmente riconosciuta dagli psicologi l’esistenza

di un naturale impulso alla curiosità negli animali e nell’uomo; un impulso che non sembra essere diretto verso un

fine materiale ma che porta all’esplorazione e alla scoperta come

soddisfazione intellettiva.

Motivazione estrinseca: tale motivazione si basa su voti, giudizi, punteggi ai test, esami e soprattutto

sulla approvazione altrui (insegnante, capo, colleghi di lavoro, gruppo dei

pari).

Secondo McClelland esistono 3 aree motivazionali principali:

1) bisogno di affiliazione2) bisogno di successo

3) bisogno di potere

Il bisogno di affiliazione

Tale bisogno consiste nel ricercare la presenza degli altri per la gratificazione

intrinseca che deriva dalla loro compagnia e dalla sensazione di far

parte di un gruppo.

Una delle radici della condotta affiliativa è da attribuire alla relazione

primaria di attaccamento (Bowlby, 1969; 1973; 1980).

Il bisogno di affiliazione si esprime anche attraverso:

-il comportamento pro-sociale-la relazione d’amore

Il bisogno di successo

Questo bisogno consiste nella motivazione a fare le cose al meglio per un intrinseco bisogno di affermazione,

di perfezione e di eccellenza.Chi possiede un forte bisogno di

successo tende ad assegnarsi scopi impegnativi ma realistici.

Una delle radici più importanti per la genesi del bisogno di successo è legata

alla natura delle aspettative che le figure di accudimento nutrono nei confronti dei bambini. Quando tali

aspettative sono troppo alte ed eccessive oppure troppo basse, è

probabile che il bambino cresca con un modesto bisogno di successo.

Il bisogno di potere

Tale bisogno consiste nell’esigenza di esercitare la propria influenza e

controllo sulle altre persone.

Chi è caratterizzato da un forte bisogno di potere mira ad occupare posizioni di comando e a concentrare l’attenzione

su di sé. Il leader non teme il confronto e la competizione e non esita di fronte a

situazioni dalle quali può risultare un aumento del proprio prestigio.

Il bisogno di potere nasce da uno stato di disagio e di insicurezza interiore che

si placa attraverso la strumentalizzazione degli altri per dimostrare la propria capacità di

dominio sociale. Vi è quindi il bisogno di un altro che, accettando la propria

subordinazione e dipendenza, rassicuri e gratifichi chi ha l’esigenza di potere.

Il potere si esprime spesso attraverso la leadership intesa come attività di comando. Esistono diversi tipi di

leadership:

leadership autoritarialeadership democraticaleadership permissiva

Elenco delle caratteristiche della persona autorealizzata:

-percepire efficacemente la realtà e tollerare l’incertezza;-accettare se stessi e gli altri per quello che sono;-avere pensieri e comportamenti spontanei;-essere centrati sui problemi invece che su se stessi;-avere un buon senso dell’umorismo;-possedere un alto grado di creatività;-resistere agli indottrinamenti ma non essere deliberatamente anticonvenzionali;-preoccuparsi del benessere dell’umanità;-intrattenere relazioni interpersonali soddisfacenti con poche persone piuttosto che con un numero troppo grande di individui.

Elenco dei comportamenti che favoriscono l’autorealizzazione:

-la disponibilità a tentare strade nuove invece di mantenersi su quelle battute;-la disponibilità ad assumersi la responsabilità delle cose;-la capacità di lavorare sodo ad ogni compito intrapreso;-la facilità ad identificare le proprie difese psicologiche ed il coraggio di abbandonarle;

-la capacità di prestare attenzione ai propri sentimenti ed inclinazioni invece che alla tradizione;-la capacità di essere onesti senza trucchi, bugie o sotterfugi;-la capacità di accettare l’impopolarità quando il proprio punto di vista non si accorda con quello della maggioranza.

La leadership non è un mero esercizio di potere, ma l’arte di persuadere le persone a lavorare per un obiettivo

comune.

Per ottenere questo scopo il leader deve essere capace di formulare giudizi

critici nei confronti dei propri subalterni che non siano attacchi ad

hominem e neppure critiche sferzanti.

Per fornire una critica costruttiva il leader deve:

-essere specifico-offrire una soluzione

-essere presente-essere sensibile.

I gruppi stanno diventando l’unità di

lavoro al posto dell’individuo.Il leader deve essere capace di far

esprimere l’intelligenza emotiva (QE) del gruppo oltre che l’intelligenza

razionale (QI). Per fare questo deve essere capace di promuovere la

cooperazione evitando conflitti fra i membri del gruppo.

Grande importanza riveste quindi il concetto di intelligenza emotiva nelle relazioni all’interno di un qualunque gruppo lavorativo e nelle relazioni

interpersonali. Cercheremo di capire che cosa è un’emozione e come si relaziona la mente razionale con la

mente emozionale.