Lesame dei bandi regionali e provinciali Le procedure di evidenza pubblica nella formazione.

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L’esame dei bandi regionali e provinciali

Le procedure di evidenza pubblica nella formazione

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I. Le procedure di evidenza pubblica

“La Regione si impegna a ricorrere sempre a una procedura aperta di selezione dei progetti relativi ad attività formative in accordo con i principi di parità di trattamento, di trasparenza, di riconoscimento reciproco e di proporzionalità” (...) e “ad adeguarsi alle procedure sopra richiamate entro il 31.12.2002”

Fonte: Programma Operativo Regionale – Marche FSE OB. 3 BUR 129/00, pp. 18505.

Il Programma operativo regionale

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I. Le procedure di evidenza pubblica

“(…) le procedure ristrette sono assimilabili a quelle aperte quando i candidati invitati dalla PA appaltante sono tutti quelli aventi diritto (per capacità tecnica ed economica e/o per l’iscrizione in appositi elenchi ufficiali di prestatori di servizi) e precedentemente selezionati sulla base di una procedure aperta, con bando adeguatamente pubblicizzato”.

Fonte: Programma Operativo Regionale – Marche FSE OB. 3 BUR 129/00, pp. 18505.

Il Programma operativo regionale

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I. Le procedure di evidenza pubblica

Il D. LGS. n. 157/95 (che recepisce la direttiva che coordina leprocedure di aggiudicazione degli appalti di pubblici servizi n.92/50/CEE/1992), modificato dal D. LGS. n. 65/2000, (attuazionedella direttiva 97/52/CE) detta le norme relative alle procedure diaggiudicazione degli appalti di pubblici servizi da parte di pubblicheamministrazioni dello Stato.

La normativa generale

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I. Le procedure di evidenza pubblica

In particolare, il D. LGS. N. 157/95 si applica a tutti i bandi di importo almeno o superiore ai 200.000,00 euro (c.d. “soglia comunitaria”).

Fonte: Cfr. articoli 1 – 2 del decreto legislativo 157/95 e ss. modifiche e integrazioni.

Il D. LGS 157/95 - ambito di applicazione

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I. Le procedure di evidenza pubblica

Per gli importi tra 100.000,00 e 200.000,00 € l’applicazione del D. LGS. n. 157/95 è facoltativa; per gli importi inferiori a 100.000,00 € è esclusa: in questi casi le procedure di evidenza pubblica richiedono l’applicazione di regole semplificate, stabilite a livello nazionale o dalle singole amministrazioni appaltanti.

Fonte: Cfr. Articolo 1 – 2 del Decreto legislativo 157/95 e ss. modifiche e integrazioni

Il D. LGS 157/95 - ambito di applicazione

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I. Le procedure di evidenza pubblica

Nel settore della formazione professionale, si applica il “regime di concessione”, caratterizzato da un rapporto giuridico tra le parti, che non assomiglia esattamente ad un contratto a “prestazioni corrispettive” (stipula di una convenzione).

Un recente approfondimento è stato fatto da (a cura di) Tecnostruttura, nel Supplemento “Gli

Strumenti” n. 2, pp. 16 e ss.

La formazione prof. le e il regime di concessione

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I. Le procedure di evidenza pubblica

pubblicazione nella GUCE almeno 52 giorni primapubblicazione in almeno due quotidiani e alla GURInomina delle commissioni con un atto pubblicosistema delle tre buste (A, B, C)sedute pubblicheribasso economico

(*) Si applicano i criteri di valutazione delle linee guida 6 (V. appendice)

La gara d’appalto di servizi (D. LGS n. 157/95):

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I. Le procedure di evidenza pubblica

vi sono anche i bandi c.d. “in economia”

oppure

con “procedure in economia”

Si veda l’albo dei fornitori presso i Servizi economato e contratti delle competenti PA

I bandi c.d. “in economia”

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I. Le procedure di evidenza pubblica

Nei casi di bandi misti, la giurisprudenza europea è orientata a dare risalto all’attività che nell’ambito del servizio risulta prevalente, inteso come valore economico.

I bandi misti - servizi formativi e accessori

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II. Analisi quantitativa

n. 7 nell’anno 2002 n. 15 nell’anno 2003 n. 29 nell’anno 2004 n. 44 nell’anno 2005 (proiezione su dati gennaio – luglio 05)

Fonte: elaborazione propria su dati del sito: www.formazionelavoro.marche.it

N. bandi regionali (servizio FPL)

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II. Analisi quantitativa

Sono stati approssimativamente n. 100 tenuta in considerazione sia l’attività formativa e non formativa finanziata con il FSE, sia i bandi per l’apprendistato (anche con Fondi Ministeriali), sia i corsi autorizzati ai sensi della LR. 16/90 (che dal 1/04/2006 potranno essere svolti unicamente da strutture accreditate ai sensi della delibera di Giunta regionale n. 721/2005).

Fonte: elaborazione propria su dati dei siti provinciali della formazione/lavoro

N. bandi provinciali (servizi FPL)

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II. Analisi quantitativa

10 Principali bandi pluriennali (MASTER, IFTS, Perfezionamento)

e alcuni bandi mirati (ad esempio nel 2005: progetti formativi rivolti

al personale che lavora nelle carceri; progetti per seminari

per l’educazione alla legalità e/o all’ambiente nelle scuole,

borse di studio a sostegno spesa famiglie, albi esperti, ecc.)

Fonte: elaborazione propria su dati del sito www.istruzione.marche.it

N. bandi del Servizio Istruzione (dal 2003):

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II. Analisi quantitativa

approssimativamente 200 bandi emanati tra il 2000 ed il 2005

media bandi al mese: 4,5

Fonte: elaborazione propria su dati dei siti provinciali e regionali della formazione/lavoro

N. bandi formativi regionali e provinciali

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II. Analisi quantitativa

I progetti presentati nel periodo 2000/2004 sono stati 23.784 di cui

11.365 approvati (48%). I progetti non formativi rappresentano l’80% di tutti i progetti approvati, e se escludiamo i “progetti non formativi generici”, le tipologie più ricorrenti sono: “aiuti alla creazione di nuovi posti di lavoro, “sostegno alla creazione di impresa”, “attività di tirocinio” e “aiuti all’assunzione di tirocinanti”.

Fonte: CFR: Rapporto di valutazione finale al 31.12.2004. ATI IRS GALGANO.

N. progetti presentati negli anni 2000-2004

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II. Analisi quantitativa

La percentuale dei progetti formativi approvati su quelli presentati è pari al 34% (2.405 su 7.077). La percentuale dei progetti non formativi approvati su quelli presentati è pari al 53%, cioè 8.960 su 16.707. La selezione nei progetti formativi risulta pertanto essere maggiormente severa. Fonte: CFR: Rapporto di valutazione finale al 31.12.2004. ATI IRS GALGANO.

N. progetti formativi presentati 2000-2004:

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II. Analisi quantitativa

Progetti formativi presentati

Misura A1 1.605 553 1 0 1.604 553

Misura A2 7.504 3.653 597 319 6.907 3.334

Misura A3 1.288 805 506 152 782 653

ASSE A 10.397 5.011 1.104 471 9.293 4.540

Misura B1 701 396 400 168 301 228

ASSE B 701 396 400 168 301 228

Misura C1 206 90 140 26 66 64

Misura C2 414 277 114 54 300 223

Misura C3 1.431 360 1.396 325 35 35

Misura C4 1.246 477 1.206 437 40 40

ASSE C 3.297 1.204 2.856 842 441 362

Misura D1 1.547 603 1.344 474 203 129

Misura D2 480 212 461 194 19 18

Misura D3 3.314 1.926 166 60 3.148 1.866

Misura D4 2.488 1.156 29 14 2.459 1.142

ASSE D 7.829 3.897 2.000 742 5.829 3.155

Misura E1 1.275 618 717 182 558 436

ASSE E 1.275 618 717 182 558 436

Misura F1 138 98 0 0 138 98

Misura F2 147 141 0 0 147 141

ASSE F 285 239 0 0 285 239

TOTALE 23.784 11.365 7.077 2.405 16.707 8.960

Asse e Misura

Progetti formativi Progetti non formativiProgetti

Presentati Approvati Presentati Approvati Presentati Approvati

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II. Analisi quantitativa

Progetti formativi presentati nel periodo 2000/2004

Misura A1 6,7% 4,9% 0,0% 0,0% 9,6% 6,2%

Misura A2 31,6% 32,1% 8,4% 13,3% 41,3% 37,2%

Misura A3 5,4% 7,1% 7,1% 6,3% 4,7% 7,3%

ASSE A 43,7% 44,1% 15,6% 19,6% 55,6% 50,7%

Misura B1 2,9% 3,5% 5,7% 7,0% 1,8% 2,5%

ASSE B 2,9% 3,5% 5,7% 7,0% 1,8% 2,5%

Misura C1 0,9% 0.8% 2,0% 1,1% 0,4% 0,7%

Misura C2 1,7% 2,4% 1,6% 2,2% 1,8% 2,5%

Misura C3 6,0% 3,2% 19,7% 13,5% 0,2% 0,4%

Misura C4 5,2% 4,2% 17,0% 18,2% 0,2% 0,4%

ASSE C 13,9% 10,6% 40,4% 35,0% 2,6% 4,0%

Misura D1 6,5% 5,3% 19,0% 19,7% 1,2% 1,4%

Misura D2 2,0% 1,9% 6,5% 8,1% 0,1% 0,2%

Misura D3 13,9% 16,9% 2,3% 2,5% 18,8% 20,8%

Misura D4 10,5% 10,2% 0,4% 0,6% 14,7% 12,7%

ASSE D 32,9% 34,3% 28,3% 30,9% 34,9% 35,2%

Misura E1 5,4% 5,4% 10,1% 7,6% 3,3% 4,9%

ASSE E 5,4% 5,4% 10,1% 7,6% 3,3% 4,9%

Misura F1 0,6% 0,9% 0,0% 0,0% 0,8% 1,1%

Misura F2 0,6% 1,2% 0,0% 0,0% 0,9% 1,6%

ASSE F 1,2% 2,1% 0,0% 0,0% 1,7% 2,7%

TOTALE 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

Asse e Misura Progetti Progetti formativi Progetti non formativi

Presentati Approvati Presentati Approvati Presentati Approvati

NN. 19

II. Analisi qualitativa

Le province di Ancona e Pesaro – Urbino siano quelle che presentano andamenti maggiormente simili a quelli rilevati per l’intero territorio di riferimento per il POR.

Fonte: CFR: Rapporto di valutazione finale al 31.12.2004. ATI IRS GALGANO.

Provincia di Ancona e Pesaro Urbino

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II. Analisi qualitativa

La maggior parte dei progetti presentati a livello regionale rientra nell’asse C con una prevalenza dei progetti formativi rispetto ai non formativi, al contrario di quanto evidenziato a livello di programma. Sulla Legge n. 236/93, la percentuale di progetti approvati su quelli presentati é circa il 60% nell’ultimo bando (dicembre 2004). Fonte: CFR: Rapporto di valutazione finale al 31.12.2004. ATI IRS GALGANO e Dati SIFORM.

Regione Marche:

NN. 21

II. Analisi qualitativa

Per la provincia di Macerata l’Asse D, invece, risulta avere un peso

maggiore rispetto al C, sia in relazione al numero complessivo di

progetti presentati ed approvati, che in relazione alla specifica

tipologia dei progetti non formativi.

Fonte: CFR: Rapporto di valutazione finale al 31.12.2004. ATI IRS GALGANO.

Provincia di Macerata

NN. 22

II. Analisi qualitativa

La provincia di Ascoli Piceno presenta una percentuale di progetti sull’asse D maggiore rispetto all’Asse C prevalente a livello di intero programma; inoltre i progetti non formativi hanno un peso superiore alla media delle altre province e all’intero programma.

Fonte: CFR: Rapporto di valutazione finale al 31.12.2004. ATI IRS GALGANO.

Provincia di Ascoli Piceno

NN. 23

III. Le principali tipologie di bando

Lo Stato membro e il regolamento comunitario n. 1260/99, che

stabilisce le condizioni generali per l’utilizzo dei fondi strutturali,

hanno individuato nelle amministrazioni regionali le autorità di

gestione (ADG) del POR Obiettivo 3.

Diversi ruoli di regione e province

NN. 24

III. Le principali tipologie di bando

La Regione, in qualità di autorità di gestione è tenuta a garantire

il rispetto del regolamento n. 1260/1999 e, tra l’altro, ad assicurare la

regolarità delle operazioni finanziate e la compatibilità degli interventi

attivati con le politiche comunitarie.

Principio generale

NN. 25

III. Le principali tipologie di bando

La Regione, in qualità di ADG, è tenuta anche a garantire il rispetto

delle implicazioni derivanti dal vigente regime di attribuzione alle amministrazioni provinciali delle funzioni in materia di formazione professionale e politiche attive del lavoro (LR. 16/90, LR. 2/96, LR. 1/2003) e la LR. 2/2005.

Principio generale

NN. 26

III. Le principali tipologie di bando

Le ripartizione di risorse tra regione e amministrazioni provinciali

è stata stabilita sulla base di criteri oggettivi assunti con delibera di giunta n. 1663 del 1/08/2000 facendo riferimento ad una serie di indicatori specifici riferiti alla popolazione e alla forza lavoro (tasso di disoccupazione, popolazione attiva, tasso di occupazione , ecc.).

Suddivisione risorse

NN. 27

III. Le principali tipologie di bando

L’ADG ha stabilito ad inizio programmazione l’obiettivo di garantire

l’omogeneità delle procedure per l’attuazione dei diversi interventi

del POR mediante i bandi, definendo 10 “linee guida” dove sono

indicati, tra l’altro, i criteri per la selezione dei progetti

(Vedi appendice).

Principio generale – l’omogeneità delle procedure

NN. 28

III. Le principali tipologie di bando

L’ADG e gli organismi intermedi (OI) hanno individuato quanto

segue: a) attività ad attuazione regionale b) attività ad attuazione provinciale c) interventi misti (ad esempio i corsi di specializzazione) d) interventi del Servizio di Istruzione (2003)

Principio generale - ripartizione di competenze

NN. 29

III. Le principali tipologie di bando

La Regione Marche attiva interventi sperimentali e innovativi che nonrientrano spesso dai percorsi delle qualifiche professionaliattualmente codificate, e rendono necessaria in molti casil’emanazione di bandi per singole linee di intervento.

Fonte: elaborazione propria su fonte Sistema informativo della formazione professionale (SIFORM)

Bandi a titolarità regionale

NN. 30

III. Le principali tipologie di bando

I bandi regionali prevedono più spesso rispetto ai bandi provinciali:l’affidamento a soggetti raggruppati in ATI – ATS;l’approvazione di progetti da attuare in più edizioni di corsofinanziamenti più cospicui motivati dall’aspetto innovativo dei progetti

Fonte: elaborazione propria sulla base dei dati del Rapporto di valutazione finale

Bandi a titolarità regionale

NN. 31

III. Le principali tipologie di bando

Le province operano per lo più con bandi multi – misura cheriguardano la maggior parte delle attività formative e hanno peroggetto il finanziamento di interventi formativi generalmente giàcodificati dalla regione. L’emanazione di bandi multi – misurarappresenta il motivo per cui abbiamo un minor numero di bandiprovinciali ma uno stesso volume di attività formative realizzate(in termini di allievi formati, ore corso svolte, ecc.)

Bandi a titolarità provinciale

NN. 32

III. Le principali tipologie di bando

Il Servizio Istruzione è responsabile dell’attivazione di bandi relativi alsettore che lo riguardano più da vicino e che investono soprattutto leattività delle scuole e delle università (Master, Perfezionamento e IFTS), e l’orientamento dei giovani in obbligo formativo.

Bandi del Servizio Istruzione

NN. 33

III. Le principali tipologie di bando

Ripartizioni bandi per singola per amministrazione

FPL AN PU MC AP ISTR

BORSE LAVORO E ASS. RICERCA * * * *TIROCINI (n.r.) * * *VOUCHER (236/93 E 53/00) * di servizio

FORMAZIONE IN OBBLIGO * * * *FORMAZIONE POST - OBBLIGO * * * * *

IFTS *MASTER (I ° e II °) *PERFEZIONAMENTO *

FORMAZIONE CONTINUA L. 236/93 * * * *

CREAZIONE DI IMPRESA * * * *PROGETTI INTEGRATI * * * * *AIUTI ASSUNZIONE * delega delega delega delega

* * * * *APPRENDISTATO * * * *

ADG POR REGIONE MARCHE - NUTS II - Giunta regionale

NN. 34

III. Le principali tipologie di bando

Delibere di Giunta regionale (o Decreti dirigenziali) Delibere di Giunta provinciale (o Determinazioni dirigenziali)

Gli atti di approvazione dei bandi sono sempre preceduti dall’approvazione di un piano per la formazione e le politiche attive del lavoro che descrivono le iniziative da attuare nell’anno di riferimento, ed è approvato dai consigli regionale e provinciale, e dalle rispettive giunte che emanano i relativi bandi.

Gli atti di approvazione dei bandi

NN. 35

III. Le principali tipologie di bando

AN: Delibera del Consiglio provinciale n. 127 del 13-12-04 AP: Delibera del Consiglio provinciale n. 46 del 10-03-05 PU: Delibera del Consiglio provinciale n. 110 del 13-12-04 MC: Delibera del Consiglio provinciale n. 15 del 18-04-05 ADG: Delibera della Giunta regionale (*) n. 989 del 03-08-04

(*) il piano è approvato dalla competente commissione consiliare

Fonte: elaborazione propria su dati dell’anno solare 2004/2005

Emanazione dei bandi – tempistica

NN. 36

III. Le principali tipologie di bando

La delibera di Giunta regionale n. 989 del 03-08-04 trasmette ilPiano al Consiglio per l’approvazione.

La delibera di Giunta che approva il Piano definitivo è la n. 1115 del 1-10-2004

Scadenze dei relativi bandi tra gennaio e giugno (l’80%)

Fonte: elaborazione propria su dati FSE 2004 (anno solare 2005)

Emanazione dei bandi regionali

NN. 37

III. Le principali tipologie di bando

La delibera del Consiglio Provinciale che approva il piano è la n. 46del 10/03/05.

La delibera di Giunta provinciale che approva i bandi è della stessadata.

La scadenza per la presentazione dei progetti è il 27/07/2005

Fonte: elaborazione propria su dati ufficiali FSE 2005 (anno solare 2005)

Emanazione dei bandi di Ascoli Piceno

NN. 38

III. Le principali tipologie di bando

Delibera del Consiglio Provinciale n. 110 del 13-12-04 Delibera della giunta provinciale concernente: “FSE 2005. OB. 3 Modalità per la presentazione e gestione dei progetti concernenti azioni formative per attività formative n. 247 del 08/07/05” approva il bando e fissa il termine di presentazione delle domande al 12/09/05 Sperimentazione della Procedura Just in Time (*)

Fonte: elaborazione propria su dati FSE 2005 (anno solare 2005 – bando multi – misura)

Emanazione dei bandi Pesaro/Urbino

NN. 39

III. Le principali tipologie di bando

La delibera del Consiglio provinciale che approva il piano è del 13/12/2004. La delibera della Giunta provinciale che approva il bando multi – misura è del 21/12/2004. La scadenza per la presentazione dei progetti è il 04-02-05.

Fonte: elaborazione propria su dati FSE 2005 (anno solare 2005 – bando multi – misura)

Emanazione dei bandi Ancona

NN. 40

III. Le principali tipologie di bando

La delibera del Consiglio provinciale che approva il piano è la n. 15

del 18/04/2005.

La delibera della Giunta provinciale che individua le linee guida per

l’attuazione dei singoli bandi è la n. 233 del 17/05/2005.

Emanazione dei bandi Macerata

NN. 41

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Un bando ben formulato enuncia esplicitamente le finalità, gli obiettivi generali e specifici che si intendono perseguire con la procedura di evidenza pubblica. Le finalità sono il risultato ultimo che si vuole raggiungere con un bando, gli obiettivi sono le soluzioni proposte funzionali ai risultati.

Le finalità e gli obiettivi generali e specifici

NN. 42

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Situazioni comuni a tutti i bandi provinciali e regionali soggetti accreditati ai sensi della delibera 2164/01, 62/2002 esuccessive modifiche ed integrazionii casi di associazioni (ATI e ATS)il caso degli IFTSaltri casi specifici (l’apprendistato)

I soggetti che possono presentare domanda

NN. 43

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Disoccupati o inoccupati (D. LGS 181/2000 e 297/2002) (*)

Occupati (dipendenti, collaboratori, autonomi, causa mista, ecc.)

I lavoratori atipici (V. per un approfondimento vs. sito regionale)

(*) Delibere di attuazione regionali disciplinano alcuni aspetti connessi allo stato di disoccupazione.

Le tipologie dei destinatari

NN. 44

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Sono quelli stabiliti nel Vademecum a cui molti bandi fanno esplicito

riferimento o che riportano dettagliatamente, e talvolta integrano.

Gli obblighi supplementari che possono stabilirsi per singolo bando servono a soddisfare delle necessità che emergono nel tempo per l’attuazione dei Piani o del Programma.

Obblighi dell’ente aggiudicatario

NN. 45

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Domande ricorrenti (tempi, bolli, firme, fax, e-mail, ecc.) Alcuni casi controversi (discordanze sui testi, malfunzionamento dei sistemi informativi, ecc.)

Nota: Alcuni bandi provinciali limitano il n. di progetti presentabili da parte dello stesso Ente (*)

Modalità di presentazione delle domande

NN. 46

IV. Gli elementi costitutivi del bando

La spedizione oltre i termini;La mancanza della firma nella richiesta di finanziamento;L’assenza del requisito dell’accreditamento;L’assenza di un documento esplicitamente richiesto; Eventuali altri motivi che differiscono per singolo bando.

(*) Elencazione orale (formulario, la dichiarazione aiuti di stato, progettista ,ecc)

I casi di inammissibilità tipici

NN. 47

VI. Gli elementi costitutivi del bando

obbligatori : causa di inammissibilità, ed espressamente citati;prioritari : pur non essendo causa di inammissibilità, sono in

accordo con delle disposizioni generali - talvolta normative - sulla formazione e se disattesi richiederanno in sede di istruttoria un adeguamento;consigliati (obiettivi generali e specifici) : sono quelli legati alla griglia di valutazione, e che determinano il grado di rispondenza del progetto agli obiettivi fissati dal bando.

I requisiti dei progetti

NN. 48

IV. Gli elementi costitutivi del bando

sospensione, avviene in caso di mancato adeguamento a correzioni richieste dall’amministrazione o a seguito di esiti negativi di controlli;decadenza dal finanziamento, si tratta, tra l’altro, di casi in cui isoggetti non rispondono alla tempistica stabilita dal bando per lafirma della convenzione o per l’avvio dei corsi (*)penali, sono previste per i ritardi nella presentazione del rendicontoo nella presentazione dei prodotti per le procedure in affidamento

Nota: i casi specifici sono enunciati nelle convenzioni all’art. 3 dello Schema unico (DGR 1043/03)

Sospensione, decadenza e penali

NN. 49

IV. Gli elementi costitutivi del bando

I criteri riferiti alle singole tipologie di attività sono identici per i bandi provinciali e regionali. Le versioni corrette sono negli atti: DGR 1227/2003 – Settime linee guida: progetti dettagliati dalla PA DGR 1345/2003 – Ottave linee guida: interventi formativi DGR 1819/2003 – Nona linea guida: interventi non formativi DGR 1144/2004 – Decime linee guida: voucher di servizio

I criteri di valutazioni applicabili

NN. 50

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Fonti normative (regolamento CE ed il “Vademecum regionale”) Circolari ministeriali applicabili (n. 101/97, n. 41/2003, n. 40/97) Documenti interpretativi (di Tecnostruttura o ministeriali *)

Si veda il Vademecum del Ministero scaricabile al sito www.welfare.it; situazioni particolari sono stabilite per i corsi per apprendisti, gli IFTS, corsi in obbligo (per l’indennità di frequenza).

Spese ammissibili

NN. 51

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Le Macro-categorie (o Categorie) di spesa

A – Docenza B – Spese per gli allievi C – Spese di funzionamento e gestione D – Altre Spese

Il piano finanziario

NN. 52

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Le voci di costo devono essere tra quelle previste dal Vademecum

(Vedi pagine 57-59) e devono essere disposte nel piano finanziario

all’interno delle quattro categorie come previsto dal Vademecum.

Il piano finanziario: regola n. 1

NN. 53

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Le voci di costo devono essere pertinenti al tipo di progetto cui si

riferiscono, essere cioè riconducibili e quindi imputabili all’attività

formativa.

Il piano finanziario: regola n. 2

NN. 54

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Le voci di costo devono essere effettive e cioè corrispondere a pagamenti effettuati, ma possono comprendere anche, ai sensi del reg. CE n. 448/2004 (e del 1685/2000) gli ammortamenti ed i costi in natura (*), cioè due tipologie di costi indiretti, che non sono esattamente allineate nel tempo alla movimentazione di denaro.

Il piano finanziario: regola n. 3

NN. 55

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Le voci di costo devono essere riferite sotto l’aspetto temporale,

al periodo di vigenza del finanziamento, cioè devono essere

sostenute nell’ambito del periodo temporale di validità

dell’intervento.

Il piano finanziario: regola n. 4

NN. 56

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Le voci di costo devono essere considerate legittime in generale,

devono essere conformi non solo alla normativa europea in materia

di fondi ed in particolare a quella sul Fondo sociale europeo, ma

anche alle altre norme nazionali e regionali di riferimento.

Il piano finanziario: regola n. 5

NN. 57

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Le voci di costo devono dar luogo ad adeguate registrazioni

contabili cioè conformi alle disposizioni di legge ai principi contabili,

nonché alle specifiche prescrizioni in materia impartite

dall’amministrazione competente.

Il piano finanziario: regola n. 6

NN. 58

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Gli importi riferiti alle singole voci di costo devono essere contenuti

nei limiti stabiliti negli atti amministrativi di affidamento in gestione

o di finanziamento adottati (Vedi in seguito).

Il piano finanziario: regola n. 7

NN. 59

IV. Gli elementi costitutivi del bando

La somma degli importi delle voci di costo riconducibili alle Categorie C – Spese di amministrazione – e D – Altre Spese – non possono superare il 40% del costo dell’interno progetto, al netto del finanziamento privato, con eccezione degli interventi in FAD e degli IFTS (35% *).

(*) Si veda in proposito la delibera della Giunta regionale n. 2734/2000 p. 55.

Il piano finanziario: regola n. 8

NN. 60

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Gli importi delle voci di costo possono essere variate dopo

l’approvazione del progetto, previa autorizzazione scritta della PA,

solo se le tali modifiche non investono elementi oggetto di

valutazione, e non comportino variazioni di spesa tra categorie

diverse superiori al 10% del costo del progetto al netto del

finanziamento.

Il piano finanziario: regola n. 9

NN. 61

IV. Gli elementi costitutivi del bando

L’amministrazione competente può sempre non autorizzare una

richiesta dandone motivazione.

L’attività della regione e delle province è sottoposta al vaglio degli

organi di controllo di I ° e II ° livello di cui al reg. CE n. 2064/97 e

successive modifiche ed integrazioni (V. regolamento n. 438/2001)

Il piano finanziario: regola n. 10

NN. 62

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Per ogni spesa particolare che potrebbe anche risultare non

immediatamente visibile e quindi valutabile a posteriori, il soggetto

formativo deve essere in grado di documentarla in modo adeguato

sia in fase di progettazione, sia in quella di rendiconto, in modo da

lasciare meno margini possibili di dubbio e di evitare

duplicazioni o sovrapposizioni non consentite con altre attività.

Il piano finanziario: regola n. 11

NN. 63

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Nel rispetto di queste regole ogni amministrazione può determinare

delle regole anche più restrittive, o massimali per singole voci di

inferiori a quelli possibile alla luce delle disposizioni appena citate

(Vedi slide successive).

Il piano finanziario

NN. 64

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Con delibera 608 del 16.05.05 sono state apportate integrazioni al Vademecum al fine di recepire i massimali di costo previsti da più recenti disposizioni ministeriali relativamente al costo di Docenti, Tutori e Consulenti (sostituendo precedenti disposizioni - c. 101/97)

Fascia A: 100 €, al lordo IRPEF, al netto IVA e INPS Fascia B: 80 €, al lordo IRPEF, al netto IVA e INPS Fascia C: 50 €, al lordo IRPEF, al netto IVA e INPS Fonte: Circolare ministeriale n. 41/2003 del 5 dicembre 2003

Il piano finanziario - categoria a

NN. 65

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Certi bandi riportano espressamente il massimale di costo per il

personale della Scuola (fino al 50% delle ore corso) o Università impegnati in docenze interna:

Fascia A: 51,65 €, al lordo IRPEF e INPS Fascia B: 41,32 €, al lordo IRPEF e INPS Fascia C: 25,82 €, al lordo IRPEF e INPS Fonte: Circolare ministeriale n. 40/1997

Il piano finanziario - categoria a

NN. 66

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Tutori: aula o stage (o assistente): 30 €; FAD 50 €

Coordinatori: 57 € (*) (circolare ministeriale 101/97) (*) Consulenze (Voce di costo della Categoria C – Spese di Funzionamento e gestione): 500, 300 o 150 € (circolare ministeriale 41/03) a seconda delle specifiche competenze tecniche comprovate rispettivamente da 5 o 3 anni di esperienza professionale nel settore di intervento. (*) AP 20% delle ore, PU, AN, MC e la Regione 100% delle ore svolte

Il piano finanziario - categoria a

NN. 67

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Direzione: 57 € l’ora (in alternativa al coordinamento) Spese di viaggio, vitto e alloggio: limitate al Vademecum p. 23, punto 2) alle spese di rimborso del costo i un costo del di 1/5 della benzina per i Km e pedaggi autostradali e da ricevute o fatture entro i limiti stabiliti dal Vademecum.

Nota: Ulteriori restrizioni in alcuni bandi.

Il piano finanziario - categoria a

NN. 68

IV. Gli elementi costitutivi del bando

La categoria B o la C includono la quota di finanziamento privato per i corsi rivolti ad occupati. La prassi prevede che consistano in spese indirette costituite dal mancato reddito del personale occupato (si calcolano moltiplicando il n. di ore x costo orario CCLL) ed eventualmente, nei casi previsti, possono essere costituite dagli ammortamenti per spese relative a beni materiali (e inserite nella categoria C).

Il piano finanziario - categoria b

NN. 69

IV. Gli elementi costitutivi del bando

I bandi relativi a corsi rivolti a occupati citano sempre la normativa relativa alle condizioni poste dall’UE per la concessione di aiuti di Stato ai sensi del Trattato. Le normative applicabili sono due:

Regolamento (CE) n. 68/2001 sugli aiuti alla formazione Regolamento (CE) n. 69/2001 sugli aiuti d’importanza minore

Articolo 87 del Trattato.

Il piano finanziario - categoria b

NN. 70

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Con l’applicazione del regolamento n. 69/01, l’impresa dichiara di non aver beneficiato di aiuti superiori a 100.000,00 nell’ultimo triennio (*), e in questo caso il Vademecum regionale ha stabilito un finanziamento privato di almeno il 20% del costo totale della formazione.

Articolo 87 del Trattato. Il periodo di riferimento ha carattere mobile. Si prende a riferimento l’atto di concessione.

Il piano finanziario - privato

NN. 71

IV. Gli elementi costitutivi del bando

In applicazione del regolamento n. 68/2001, l’intensità dell’aiuto e quindi il finanziamento privato varia in funzione di due elementi principali: a) le dimensioni dell’impresa (PMI o Grande Impresa – 70 o 50) b) la tipologia di formazione impartita (generica o specialistica) Intensità inf. 10% per la FP in zone assistite e soggetti svantaggiati

Nuova Raccomandazione sulle PMI 03/361/CE – in vigore dal 1 gennaio 05, fatta eccezione per i programmi in corso.

Il piano finanziario - privato

NN. 72

IV. Gli elementi costitutivi del bando

E’ importante sottolineare che ciascuna impresa può fare riferimento unicamente alla formazione generale o alla formazione specialistica e soprattutto ad un’unica intensità di aiuto.

Il piano finanziario - privato

NN. 73

IV. Gli elementi costitutivi del bando

Per il personale non docente (interno e esterno) il costo max. della prestazione é 26 € (*) per le ore effettivamente svolte (PU, AN e Regione), ma fino ad un massimo del 50% delle ore del corso nei bandi multi - Misura di AP (di cui fino al 40% interni e fino al 10% esterni)

(*) Per gli interni la retribuzione si basa sulla busta paga (CCNL)

.

Il piano finanziario – categoria c

NN. 74

V. La logica della capacità di spesa

1 La valutazione dell’aspetto economico all’interno del QPD

2 Il ribasso economico utilizzato negli appalti di servizi

3 Costo massimo per ora formativa/allievo e/o ora formativa (PU)

3.1 Costo massimo complessivo per progetto (AN e Regione)

4 Massimali di per singole voci di costo (AP)

I metodi di valutazione dell’equilibrio finanziario

NN. 75

V. La logica della capacità di spesa

Dall’inizio del 2004 le amministrazioni regionale e provinciali hannoindividuato in maniera sempre più puntuale le attività formativeda realizzare. In questi casi i criteri di valutazione utilizzati non potevano più applicarsi, poiché prevedevano alcuni aspetti (l’analisidei fabbisogni o il rispetto degli obiettivi programmati) che nel casodi progetti puntualmente definiti dalle amministrazioni difficilmentesi prestavano a diventare oggetto di valutazione.In presenza di progetti simili, è sorta l’esigenza di introdurre altrielementi di valutazione considerando anche l’aspetto economico.

A parità di punteggio verrà data priorità ai progetti che prevedono il minor costo p. (DGR 1227/03)

L’aspetto economico nella 7^ linea guida

NN. 76

V. La logica della capacità di spesa

Bando di riordino degli enti di formazione (DGR n. 1750/03)

QPD ® = 4 elementi (se ne aggiunge 1 – giudizio economico)

Proiezione lucidi e distribuzione materiale

Le sperimentazioni regionali (V. 5.8)

NN. 77

V. La logica della capacità di spesa

L’introduzione nel bando di un giudizio sul valore economico delprogetto all’interno dell’indicatore QPD ® ha il vantaggio dicontenere il peso del giudizio al 8%, mentre nell’ipotesi del ribasso la valutazione dell’offerta economica pesa di regola almeno il 20%.

Le sperimentazioni regionali (V. 5.8)

NN. 78

V. La logica della capacità di spesa

Il metodo del ribasso economico

L’offerta economica più vantaggiosa prende in considerazione il costo del progetto assegnandogli un peso del 50, 30, 20, ecc.L’offerta economica è valutata con un peso del 20% per le attività finanziate con il FSE, utilizzando la seguente formula:

(Q minima / Q x ) x 20

dove Q minima è l’offerta economica più bassa tra tutte quelle pervenute e Q x è l’offerta economica in esame.

NN. 79

V. La logica della capacità di spesa

- una recente indagine (30/04/2005), a valere su ¼ di tutte le attività formative regionali e provinciali realizzate con il FSE (2000 – 2004) dai primi 10 enti gestori di attività formative in quanto a ore corso realizzate, evidenzia un costo medio / ora allievo pari a € 8,9.

Fonte: (2005) CLES Il sistema di offerta formativa della Regione Marche (consultabile nei prossimi giorni sul sito www.formazionelavoro.marche.it).

Il criterio del costo medio ora / allievo

NN. 80

V. La logica della capacità di spesa

Nei bandi della provincia di Pesaro e Urbino si stabiliscono dei massimali di costo medio / ora allievo per tipologia di corso come segue:

9 euro per i corsi di I ° livello 11 euro per i corsi di II ° e III ° livello

Fonte: Bando multi misura FSE 2005

Il criterio del costo medio ora / allievo

NN. 81

V. La logica della capacità di spesa

Nel bando multi – misura FSE 2005 la provincia di Ancona fissa il massimo finanziamento accordabile per attività formativa. Per esempio 50.000,00 per i corsi di specializzazione di 300 ore (*).

(*) Ipotesi n. 15 allievi = 11,1 euro

Il criterio del costo medio ora / allievo

NN. 82

V. La logica della capacità di spesa

Nei bandi della provincia di Ascoli Piceno si stabiliscono dei massimali per alcune voci di costo quali ad esempio : Progettazione (N/SP e N/QB € 1.549,37) Progettazione (N/AI e/o apprendistato € 516,37) Coordinamento (costo orario retribuito fino al 20% ore corso) Spese per la pubblicità pari a € 1.549,37 Spese per la selezione pari a € 1.549,37

Fonte: Bando multi – misura FSE 2005.

La scelta dei massimali di costo per voci

NN. 83

Appendice

Le linee guida sono consultabili al sito internet:

www.formazionelavoro.marche.it - sezione Fondo Sociale europeo(“Linee guida”):

DGR n. 2329/2000; DGR n. 2734/2000; DGR n. 1389/2001;DGR n. 1948/2001; DGR n. 2217/2001; DGR n. 1327/2002;DGR n. 259/2003; DGR n. 1227/2003; DGR n. 1345/2003;DGR n. 1819/2003, DGR n. 53/2004, DGR n. 1144/2004

Linee guida