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PARROCCHIA S. ANDREA AVELLINO ROMA - APRILE 2012 ANNO I NUMERO III
LA CHIESA ANCORA(TA) ALL’ANALOGICO “Mamma, ma dopo che ho preso la comunione bisogna
proprio continuare ad andare al catechismo? Vedi non è che mi piace molto, vorrei smettere perché non mi diverte più, forse prima andava bene perché non capivo, ma quello che faccio ora fuori dalla parrocchia mi piace di più e lo preferisco al catechismo...per favore l’anno prossimo non iscrivermi al catechismo, tanto poi da grande posso sempre recuperare l’obbligo, prima di sposarmi, vero?”.
Oggi è molto alta la percentuale di chi (indistintamente: famiglie, ragazzi, giovani, adulti) dopo aver ricevuto i sacramenti (Battesimo, Eucarestia, Cresima, e Matrimonio) sospende la propria partecipazione all’itinerario cristiano di preghiera e di vita interiore (ammesso che fosse tale il loro percorso) cessando di essere presente nella vita delle loro comunità cristiane.
Impietoso è il paragone con alcune realtà che impegnano tanti ragazzi e giovani: ad esempio sono mediamente circa 200 (duecento) ore all’anno (se non di più) quelle del tempo concesso a disposizione degli istruttori di sport, insegnanti di musica, e quant’altro, per educare i bambini e i ragazzi iscritti alla loro disciplina sportiva o artistica. Non solo. Le duecento ore sono amplificate e difese dall’“incitamento” dei genitori (che, ovviamente, pagano il servizio, a volte anche profumatamente) che incoraggiano il piccolo a proseguire, a cercare di “riuscire”, ad emergere.
Così avviene in fondo per tutte le realtà che sono intorno al piccolo, scuola, amici, mondo, ecc., remano apertamente a favore.
Inoltre queste 200 ore “occupano” a volte (non poche..) anche il tempo che non gli è proprio: quello della famiglia e dello studio, dell’amicizia, quello della scoperta del mondo della natura, quello della conoscenza di se; ma soprattutto estromettono il tempo da dare…all’anima!
Detto questo, consideriamo ora quante sono le ore mediamente dedicate alla formazione cristiana dal ragazzo (e dalla sua famiglia). Sono circa 20/25 ore all’anno (cui andrebbero aggiunte quelle della Celebrazione domenicale che vede, purtroppo, la maggioranza di bambini e ragazzi assenti). Su queste ore va considerata a volte la contrarietà di un genitore, che quanto meno le tollera provvisoriamente; la resistenza verso la Chiesa che viene incontrata a scuola (anche da parte di alcuni insegnanti!), il mondo delle amicizie anche questo in contestazione spesso aperta verso l’esperienza ecclesiale del ragazzo…infine il tempo perso per le malattie infantili, i compiti a scuola, gli appuntamenti familiari importanti durante l’anno, ecc.! insomma che cosa resta? E come?
Il quadro presentato, può essere ritenuto una “fotografia” molto vicina alla realtà. Chiunque volesse può,
calcolatrice alla mano, fare “due conti”. Il risultato non sarebbe molto diverso né troppo distante da questa descrizione.
Che significa questo? Anzitutto che forse non è più il caso di stupirsi o farsi vedere indignati se sono diventati “deserti abbandonati” i famosi “dopo-comunione, e dopo-cresima” (e dopo-matrimonio e dopo-battesimo, dove li mettiamo?). Inoltre non è nemmeno più il caso di fare i “moralisti” se i BATTEZZATI (e ricordiamocelo, solo i battezzati sono cristiani! Anche se a volte o più spesso non vivono come tali, lo restano sempre nel loro essere) non sanno più testimoniare autenticando con la loro persona i valori evangelici, i valori del Regno di Dio nel campo del lavoro, in quello dell’etica e in tutti i campi della vita, come potrebbero testimoniare? Per chi non vive di fede, questi valori, come sopra abbiamo dimostrato, forse non sono mai entrati veramente nella loro coscienza e mentalità. Troppo poco (?) o nullo il tempo che è stato “investito” allo scopo. Poche ore non bastano davanti a tutta una vita.
Una domanda allora: da parte di un battezzato è proprio giusto e corretto, ai fini della sua crescita integrale e completa come persona umana, trascurare apertamente la fede del proprio battesimo per dedicarsi ad attività ed impegni, diciamo sostanzialmente e soprattutto “secolari”. Oppure: è più opportuno e vantaggioso, per il fine ultimo della esistenza, puntare quasi tutto su obiettivi transitori e temporanei che non riempiono certo di contenuti alti la nostra esperienza quotidiana e svaniscono semplicemente senza lasciare traccia, rispetto ad una impostazione più sana e corretta, maggiormente equilibrata e completa che sostiene ed alimenta la vita coerentemente ai valori della fede in cui si crede? Qui si dovrebbe aprire un dibattito serio sull’identità cristiana e a seguire su quella sacerdotale.
Tornando ai dati. Come mai un tempo queste ore erano sufficienti almeno a garantire una crescita cristiana di base? Ovviamente il mondo sociale, letterario, artistico, e un po’ tutte le componenti del vivere erano vicine o legate alla religione cristiana, o quantomeno erano formate sull’esperienza cattolica. Le stesse scuole ad esempio vivevano normalmente il famoso “precetto” natalizio e pasquale senza problemi (oggi il sacerdote che entrasse “rischiosamente” nelle classi scolastiche, proponendolo, rischierebbe l’arresto”!). Insomma certamente la maggior parte del mondo dei credenti (o, meglio, ormai spesso pseudo-credenti) è decisamente ancora una volta cambiato, e forse non in meglio, ma la Chiesa, diciamo così, non lo ha ancora “metabolizzato”.
Come dire, regnando il digitale restiamo ancora(ti) all’analogico! Santa Resurrezione! Don Claudio
la VOCE
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la voce Anno I N°III
Anche se solo i sacerdoti ed i religiosi
hanno l’obbligo di pregare la Liturgia delle ore,
essa è la preghiera ufficiale di tutta la Chiesa, cioè
di tutti i battezzati, perché è la voce della Sposa
che si rivolge allo Sposo, Cristo. Purtroppo solo
pochi fedeli pregano Lodi e Vespri e ancor meno
l’Ufficio delle letture. Questo leggero velo d’ironia,
che nasconde molti informazioni e verità, serve
per introdurre una lettura che ho riassunto per
voi, tratta dall’Ufficio delle letture del Sabato
santo; è un’antica omelia di un anonimo in cui
s’immagina il dialogo fra Cristo ed Adamo, nel
quale ci ritroviamo tutti noi. Con questa lettura,
potrete apprezzare di più il significato della
Pasqua ed il “Preconio pasquale”, l’Exsultet, che si
canta nella veglia pasquale, in cui, tra l’altro, si
dice: Egli ha pagato per noi all'eterno Padre il
debito di Adamo. Infatti è chiaramente ad esso
ispirata. Le parole “inferi” e “illuminazione”: per
“inferi” non s’intende “inferno”, ma il luogo in cui
s’immaginava che fossero i defunti, cioè i “luoghi
inferiori”, sotto terra insomma; il battesimo, frutto
appunto della Pasqua, è detto anche
“illuminazione”. Vorrei infine sapere da voi se
pensate che questa lettura sia solo piacere
intellettuale o spirituale o se serva a cambiare la
vita. Infatti la vita cambia quando si capisce la
misericordia di Dio. Attendo riscontri, scrivete a:
lavoce@parrocchia-santandreaavellino.it
Oggi sulla terra c’è grande silenzio e solitudine. Il
Re dorme: si è addormentato e ha svegliato coloro
che da secoli dormivano. Certo egli va a cercare il
primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole
scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre
e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a
liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si
trovano in prigione.- Appena Adamo, il progenitore,
lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia,
gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore».
- E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo
spirito».- E, presolo per mano, lo scosse, dicendo:
«Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo
ti illuminerà. Io sono il tuo Dio, che per te sono
diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da
te hanno avuto origine, ora ordino, a coloro che
erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle
tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti:
Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi!
Infatti non ti ho creato perché rimanessi
prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la
vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi
mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo
di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e
indivisa natura.
Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto
sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho
condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato
libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino
del paradiso terrestre, sono stato tradito in un
giardino e in un giardino sono stato messo in croce.
Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per
liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati.
Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che
un tempo avevi malamente allungato la tua mano
all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel
mio costato, per te che ti addormentasti nel
paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio
sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. Sorgi,
allontaniamoci di qui.
Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io
invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti
colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la
pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita,
ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini
che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i
cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non
sei Dio. Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini
sono i portatori, la sala è allestita, la mensa
apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i
forzieri aperti.
In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli.»
don Marco Valentini
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la voce Anno I N°III
Pasqua 2012
La Pasqua cristiana è nel Nuovo Testamento ciò
che la Passah, era nell’Antico testamento: la festa
che per gli ebrei commemorava la liberazione
del popolo dalla cattività egiziana, venne
celebrata dai cristiani come il tempo della morte
e della risurrezione del Signore.
I cristiani fin da principio invece dedicarono un
culto speciale alla resurrezione di Cristo
avvenuto il primo giorno della settimana ebraica
che fu chiamato domenica, (dies domini) giorno
del Signore nel linguaggio della Chiesa. Fin
dall’antichità il tempo della Pasqua non era
dovunque lo stesso. Quasi dappertutto, in modo
speciale a Roma e nel resto dell’Occidente, la
festa fu regolarmente celebrata la dominica che
cadeva o seguiva immediatamente il 14 di Nisan
degli ebrei, ma nel resto della provincia dell’Asia
proconsolare la si celebrava (con richiamo
all’apostolo Giovanni) insieme con gli ebrei,
senza riguardo al giorno della settimana, sempre
il 14 di Nisan e precisamente nel giorno stesso
della morte del Signore. In tal modo la festa
pasquale cadeva sempre in un giorno diverso da
quello della restante cristianità e questa
differenza era molto criticata dai capi religiosi in
quanto divideva le comunità cristiane.
La regola per fissare la data della Pasqua
cristiana fu stabilita nel primo concilio
ecumenico svoltosi a Nicea nel 325 decidendo
che la solennità della Pasqua di Resurrezione
sarebbe stata celebrata nella domenica seguente
il primo plenilunio che viene dopo l’equinozio di
primavera(21 marzo).
Se il 21 marzo è luna piena ed è di sabato sarà
Pasqua il giorno dopo (22 marzo); se è domenica
il giorno di Pasqua sarà festeggiata la domenica
successiva (28 marzo). Nel caso in cui il primo
plenilunio di primavera cade proprio di
domenica e che coincide quindi con il 14 di
Nisan, la celebrazione della pasqua cristiana
viene posticipata di una settimana per
diversificare il ricordo della Resurrezione di
Cristo e quindi la Pasqua del Signore dalla
Pasqua ebraica che, oltre alla domenica, può
essere festeggiata (a causa del calendario lunare)
anche il martedì, il giovedì e il sabato.
Se invece il plenilunio è prima del 21
marzo,metti il 20, quello successivo si verificherà
il 18 aprile e se, ancora per caso quel giorno
fosse di domenica, per il motivo sopra
specificato,la festa si celebra la domenica
successiva 25 aprile. Sono queste le due date
limite per festeggiare la Pasqua secondo il
calendario gregoriano.
Sergio Macor
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la voce Anno I N°III
L’ANGOLO DELLA CATECHESI DIVERTENTE - CRUCIVERBA: PERSONAGGI DEL VANGELO
In quest’ angolo ci siamo noi, tutti i bambini che si danno appuntamento con le catechiste una volta alla settimana
per conoscere Gesu’. Come lo facciamo? Semplice! Giocando. Ma attenzione: giocare non vuol dire essere
superficiali o non fare nulla, perche’ anche le cose profonde e difficili si possono imparare in modo divertente.
Seguendo lo stile di Gesu’ che e’ lo stile del “SE VUOI” ti diciamo: “Se vuoi puoi giocare con noi” e .. allora forza al
lavoro !!!!! Carla Memè
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ORIZZONTALI VERTICALI 3- i RE dell’Oriente che portarono i doni a Gesù Bambino 7- Gli abitanti di una regione della Palestina che erano considerati “stranieri 8- Il nome del prigioniero liberato dalla folla in occasione della festa di Pasqua 11- Si consideravano le persone rispettabili e superiori della Palestina del tempo di Gesù 12- la mamma di Gesù 14- l’apostolo che rinnegò Gesù 17- Il tipo di miracolo in cui Gesù libera gli indemoniati 18- la donna che stava per essere lapidata dai maestri della legge e dai farisei 19- l’apostolo che non credeva alla resurrezione di Gesù 21- il procuratore romano che decretò la morte di Gesù 22- Il re che voleva uccidere Gesù Bambino 23- Una persona colpita da una malattia contagiosa e incurabile, guarita da Gesù 24- Lazzaro lo era di Gesù 25- L’abitante di Cirene che aiutò Gesù a portare la croce
1- Lo era Gesù 2- Il nome del sommo sacerdote che processò Gesù 4- L’apostolo che tradì Gesù 5- L’angelo che annunciò a Maria la nascita di Gesù 6- La traduzione della parola RABBI 9- Il cieco che si mise a gridare per essere guarito da Gesù 10- Uno dei personaggi presenti nella parabola del buon samaritano, che passò oltre 13- Gesù ne scelse dodici 15- Volevano liberare la Palestina dall’occupazione romana 16- Il rappresentante dei capi religiosi ebraici nella parabola del buon samaritano 20- La persona che rassicura le donne dopo la resurrezione di Gesù Le soluzioni le puoi trovare nel prossimo numero
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la voce Anno I N°III
CITTADELLA DEGLI “anta” - La casa del découpage
“Laboratorio di manualità”
E’ nota la relazione tra manualità,
immaginazione e sviluppo intellettivo.
Stimolare la creatività e l’immaginazione
attraverso laboratori che riscoprono il valore
delle sensorialità, diventa non solo un mezzo che
consente lo sviluppo dei processi di dinamicità
ed elasticità del pensiero, ma anche un mezzo
che favorisce la crescita sociale, e anche un
pretesto per far conoscere e potenziare le risorse
creative ed espressive personali.
Il gruppo di lavoro, in cui si incontrano persone
diverse, sostiene il confronto attivo dei
partecipanti, l’accettazione ed il dialogo con le
“diversità creative”.
E opere realizzate, eseguite a diversi livelli di
attitudine creativa, diventano mezzi di
educazione all’aiuto reciproco in un contesto di
condivisione collettiva.
Dipingere, ritagliare, incollare, costruire,
confrontare, modellare, riciclare, cambiare,
misurare, scegliere, accostare, osservare …. tutte
abilità che concentrate insieme consentono di
realizzare anche un semplice lavoretto.
Se raffinate ogni giorno, oltre che migliorare e
potenziare, accresceranno creatività, inventiva e
gusto estetico.
Per questo ecco il bisogno di acquisire tante
tecniche pittoriche-manipolative e proposte
originali da imparare.
Il découpage è una tecnica di decorazione antica
che si avvale di immagini di carta ritagliate, da
incollare e vetrificare con vari tipi di vernici
trasparenti.
I soggetti da ritagliare si possono reperire da
riviste, spartiti musicali, carte da
regalo….ovunque!!
Le decorazioni possono essere eseguite su
qualsiasi materiale: legno, vetro, ceramica,
metallo, plastica …….
Il nostro laboratorio si svolge il venerdì sera
dalle ore 20, ogni quindici giorni…….vi
aspettiamo !!
Paola Reginella
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la voce Anno I N°III
Guardiamoci dalle “Sette” e dalle “organizzazioni religiose” similari, in
particolare se esse si dichiarano “cristiane” pur negando molte “Verità
Evangeliche”.
E’ proprio per questa loro contraddizione che
esse costituiscono un serio pericolo per la nostra
fede.
Gesù stesso lo aveva previsto e ci ha messo in
guardia, come troviamo scritto nel Vangelo
secondo S. Marco, al Cap.21-versetto 8- che così
recita: “Non lasciatevi ingannare. Molti verranno,
sotto il mio nome, dicendo: “Sono io (la” Verità”)
e il tempo è prossimo (alla fine). Non seguiteli”.
Putroppo il pericolo dal quale Gesù ci ha messi in
guardia si verifica anche ai nostri giorni. Infatti,
anche oggi, alcuni si avvicinano a noi per offrirci
certe loro pubblicazioni e per dirci che sono loro
ad avere la “Verità” e che “ la fine dei tempi è
prossima”, proprio come si legge in quel passo
del Vangelo. E’ quindi anche verso di essi che il
Signore ci ha messi in guardia. Nonostante il
chiaro divieto evangelico alcune
persone li stanno seguendo e propagano le loro
dottrine.
Sono coloro che appartengono alla cosiddetta
“Congregazione cristiana dei Testimoni di
Geova”. Anche questa Organizzazione si dice
“cristiana” pur negando molte “Verità
Evangeliche” e pur dichiarando, inoltre, di non
appartenere alla “Cristianità”. Nel suo libro,
intitolato “Religione” si legge che la “Cristianità”
sarebbe nientemeno che “una
forma seduttiva dell’organizzazione visibile di
Satana”. Ma c’è ben altro!
Questa “Congregazione” si distingue per la sua
intensa attività di proselitismo e per la sua totale
avversione alla Chiesa Cattolica. In un suo libro
intitolato “Nemici”, la gerarchia della Chiesa
Cattolica viene addirittura chiamata “Il
principale nemico visibile di Dio”.
La Chiesa ricambia con il silenzio e con il
perdono.
I “Testimoni di Geova” si presentano anche con
la loro “Bibbia”, detta “Traduzione del Nuovo
Mondo delle Sacre scritture”. Com’è ormai noto a
molti, questa cosiddetta “Bibbia” è stata adattata
alle loro credenze mediante molte manipolazioni
e falsificazioni dei “Testi Sacri”. Non è, quindi, la
“vera Bibbia”.
Anche a questo proposito occorre non lasciarci
ingannare quando alcuni di essi vogliono
dimostrarci che le loro dottrine trovano
riscontro anche nella nostra Bibbia. A questo
scopo essi hanno predisposto varie astuzie e, se
non abbiamo una buona padronanza delle Sacre
Scritture, è consigliabile rispondere, sempre
cortesemente, “no grazie!”.
Danilo
Prossimamente si parlerà della storia di questa “Congregazione” per avere un primo elemento di giudizio
nei suoi riguardi.
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la voce Anno I N°III
Programma Festa Patronale 24 - 27 Maggio 2012
GIOVEDI’ 24 MAGGIO Ore 16,00 Evento per l’evangelizzazione della moda – Sfilata di moda di Antonella Creati Ore 19,00 Canti di Don Giosy Cento Ore 20,30 Stands creativi e gastronomici Ore 21,00 Musica e karaoke con “ERALDO”
VENERDI’ 25 MAGGIO Ore 16,00 Teatro dei burattini: “Il gatto con gli stivali” Ore 19,00 Stands creativi e gastronomici Ore 21,00 Spettacolo teatrale, la “COMPAGNIA DEL TAU” presenta “FORZA VENITE GENTE”
SABATO 26 MAGGIO Ore 15,00 “Bambini in Gioco”. Momento per i bambini, con giochi e premi per tutti, condotto dagli
animatori dell’Oratorio-Invernale e dagli Scouts D’Europa Ore 16,00 Gara dei dolci Ore 16,30 Tornei di burraco, briscola, dama, ping pong e bigliardino Ore 18,00 Vespri e Santa Messa Ore 19,00 Stands creativi e gastronomici Ore 20,30 Spettacolo, la compagnia teatrale “IL FARO” presenta “IL COLPO DELLA STREGA”
DOMENICA 27 MAGGIO Ore 10,30 Processione nelle strade in onore del SANTO PATRONO Ore 11,30 Solenne Celebrazione Ore 16,00 “Bambini in Gioco”. Momento per i bambini, con giochi e premi per tutti, condotto dagli
animatori dell’Oratorio-Invernale e dagli Scouts D’Europa Ore 19,15 Stands creativi e gastronomici, animazione musicale con il “MAESTRO ROLANDO ed il suo
gruppo” Ore 20,30 Premiazioni dei vari tornei Ore 21,00 Estrazione dei numeri vincenti dei biglietti della LOTTERIA Ore 23,00 La festa ha termine con i Fuochi d’artificio.
Parrocchia S. Andrea Avellino – Via Ascrea, 24/a – Via Trionfale, 11886
Roma Tel. 0630815220 www.parrocchia-santandreaavellino.it
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la voce Anno I N°III
la VOCE DEL TURISMO NEL LAZIO - RIETI, LA SABINA E GLI ITINERARI RELIGIOSI
Il nostro viaggio alla scoperta del Lazio inizia con un tuffo nelle atmosfere tipiche della provincia di Rieti. Attualmente la provincia di Rieti, che si estende su una superficie di 2.749,16 km², ha una popolazione di circa 160 mila abitanti e comprende 73 comuni. Il territorio, prevalentemente montuoso, confina ad ovest con le province di Viterbo e Roma; a nord con l'Umbria (province di Perugia e Terni); ad est con Marche (provincia di Ascoli Piceno) e Abruzzo (provincia de L'Aquila e provincia di Teramo). Il massiccio della Duchessa a sud, i Monti della Laga (2458 m.s.l.m.) ad est e il Monte Terminillo (2217 m.s.l.m.) a nord, la rendono una zona molto frequentata dagli amanti dello scii e degli sport invernali. Ricca di laghi (Lago del Salto, Lago del Turano, Lago di Rascino, Lago di Scandarello, Lago di Paterno , Lungo (o di Cantalice) e di Ripasottile) e fiumi(Velino, Salto, Turano, Peschiera, Farfa, Aia e Apa), la provincia di Rieti vanta inoltre la presenza di numerose riserve e parchi naturali tra i quali il Parco regionale naturale dei Monti Lucretili, la Riserva regionale Montagne della Duchessa, il Parco regionale naturale del Sirente - Velino, la Riserva naturale Monte Navegna e Monte Cervia, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, la Riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile e la
Riserva naturale di Nazzano-Tevere-Farfa. Rieti è l'antica capitale dei Sabini, antica popolazione preromana di origine osco-umbra che viveva in un territorio, detto appunto Sabina, che oggi corrisponde per un 66% alla provincia di Rieti e per la restante parte a territori compresi nelle province di Roma, parte dell'Umbria e ancora dell'Abruzzo. Uno dei simboli della Sabina è la via Salaria, antica via del Sale che da Roma arrivava fino al mare Adriatico oggi classificata come strada statale ed identificata con la sigla SS4. Facilmente raggiungibile da Roma, ma anche per chi proviene dal resto d'Italia, oltre alle località più battute quali Amatrice, famosa per il celebre piatto consciuto in tutto il mondo (l'"amatricana"appunto) e Leonessa per gli amanti dello sci e degli sport invernali, la provincia di Rieti vanta fra i luoghi più suggestivi dell'intera regione.
Di notevole interesse lo stabilimento dell'Acqua Forte, l'Abbazia di Sant'Andrea in Flumine, la Chiesa e Convento di San Sebastiano, la Chiesa di San Nicola di Bari, Palazzo Abbaziale e il caratteristico borgo di Ponzano. Degna di speciale attenzione è l'Abbazia di Sant'Andrea in Flumine. Il complesso risulta essere senza dubbio il più rilevante sia per la posizione privilegiata di cui gode, sia perchè visitandola equivale a intraprendere un viaggio nel tempo e nelle magiche atmosfere antiche. Costruzione di chiaro stampo romanico, oggi costituisce con la Chiesa annessa all'abbazia, una splendida location per ricevimenti e matrimoni. Il turista non può fare a meno di notare i preziosi affreschi, le colonne e semicolonne in granito con capitelli ionici e corinzi ed il pavimento in stile cosmatesco. Anche Tarano ha molto da regalare al visitatore, basti pensare alle chiese di San Paolo a Poggio Mirteto, Santa Maria in Vescovio, Santa Maria a Tarano, San Pietro ad Centum Muros a Montebuono, Santa Maria a Fianello e San Pietro a Magliano Sabina. Fra tutte queste chiese romaniche, ci soffermeremo su Santa Maria in Vescovio. Cattedrale dei Sabini fino al XV secolo, è stata il punto di riferimento della vita religiosa e civile della Sabina durante il Medioevo. Realizzato e risistemato in più epoche, l'edificio oggi si erge isolato in una zona pianeggiante, fra ruderi e cipressi. Con pianta a croce latina e a navata unica, gli interni della Chiesa sono decorati con affreschi del XII secolo raffiguranti storie dell'Antico e del Nuovo Testamento e da un meraviglioso "Giudizio Universale". Infine, per sfruttare e godere appieno di questa esperienza, vi suggeriamo di informarvi in anticipo su possibili eventi e manifestazioni in programma durante i diversi periodi dell'anno in modo tale da poter unire gli aspetti naturalistici, folkloristici ed eno-gastronomici ad una visita puramente culturale.
A. Festa
Vuoi proporre un itinerario o condividere con noi la tua esperienza o il tuo racconto di viaggio? Scrivici al seguente indirizzo: lavoce@parrocchia-santandreaavellino.it
Ti ringraziamo fin da ora per la tua preziosa collaborazione.
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la voce Anno I N°III
la VOCE per L’ASSOCIAZIONE CITTADINI DI S. ANDREA
Il giorno 13 marzo 2012 alle ore 18:00 presso la sala teatro della Parrocchia di S. Andrea Avellino, si
sono riuniti i Presidenti e i Delegati dei seguenti Comitati di Quartiere:
La Giustiniana pres. Paolinelli Enzo;
Civico Pro Roma Nord pres.Luminari G.
Ottavia e Lucchina deleg. Uleri Riccardo;
Dalla Cassia alla Cassia bis (via della Giustiniana) pres. Lorenzo Vittorio;
Alto Trionfale pres. Cuppoletti Marco;
Sant’Andrea pres. Fernando Zorzi;
Palmarola pres. Massari Mauro
La riunione è stata convocata per discutere in merito a quali azioni congiunte sia necessario avviare
per rappresentare con determinazione agli enti competenti il cogente problema della viabilità sulla Via
Trionfale nel tratto compreso tra la Giustiniana e l’innesto alla Galleria Giovanni XXIII.
Le dichiarazioni dei convenuti in assemblea, hanno evidenziato una sostanziale convergenza sulla
opportunità di procedere con il coordinamento tra comitati nella convinzione che ciò rafforzi tutti ed
individuano pertanto l’azione del coordinamento attraverso due livelli di impegno uno di tipo
programmatico e di ampio respiro ed un altro di livello più operativo per ottenere soluzioni di impatto
sostenibile sia in termini di costo sia di orizzonte temporale.
Per quanto riguarda il livello superiore si intende operare per:
Relazionare con i competenti dipartimenti del Comune di Roma per incidere sulla fase di progettazione e realizzazione di grandi interventi di modifica strutturale dell’attuale assetto della Via Trionfale secondo le indicazioni dei comitati di quartiere.
Ottenere un progressivo ed incisivo miglioramento del trasporto pubblico della zona, sia per quanto riguarda le linee autobus sia per quanto riguarda la trasformazione della linea FM3 da Ferrovia ad alta frequentazione a Metropolitana di superficie.
Per quanto riguarda il livello operativo, si conviene di richiedere formalmente un incontro al
7° Dipartimento del Comune di Roma per urgenziare un intervento di adeguamento della
viabilità nel tratto della via Trionfale che va dal fornice dell’Ospedale S. Filippo Neri a via
Chiarugi attraverso la realizzazione di rotatorie e di corsie preferenziali per il trasporto
pubblico di superficie.
Nello stesso incontro con i tecnici del 7° Dipartimento comunale, sarà richiesto l’avvio dei
lavori del raddoppio della via Cassia dalla confluenza della via Braccianese fino alla
confluenza con la via Trionfale, in quanto i lavori in questione risulterebbero essere già
finanziati.
Roma 14 marzo 2012
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la voce Anno I N°III
la VOCE DELLA TESTIMONIANZA
3..2..1.. VIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Destinazione: Patagonia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Più precisamente, Valcheta e Jacobacci, due cittadine del Rio Negro, distanti tra loro più di 300 km, caratterizzate da piccoli nuclei abitati “dispersi” nel deserto, “los parajes”, alcuni lontani molti km dalla città e carenti di servizi; ciò induce gli abitanti di questi posti ad avvicinarsi al “centro urbano” per far fronte ad alcune necessità, tra cui quelle di natura scolastica, medica, amministrativa, legale, ecc.
Un viaggio di circa 10 giorni e Nuovo Anno cominciato in un clima decisamente estivo: in questi giorni la temperatura ha raggiunto anche i 43°: que calor!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
! A Valcheta è stato possibile "vivere" un pò
di Radio Lujan, principale fonte di comunicazione ed informazione, soprattutto per coloro che vivono ne "los parajes":
- partecipando direttamente al programma col quale comincia l'attività quotidiana della Radio;
- ascoltando la lettura dei messaggi diretti alla gente "del pueblo" (coloro cioè che vivono nella cittadina) e de "los parajes", delle informazioni sulle principali notizie anche di cronaca;
- recapitando ad una famiglia "del pueblo" alcuni documenti da parte di una famiglia di “Chipauquil”, “paraje“ distante circa 80 km da Valcheta; questa gente ha
approfittato della nostra visita, per far giungere a destinazione il plico contenente tale documentazione. La visita alla Casa di transito – che offre
ospitalità a persone, soprattutto de "los parajes", che si trovano in città per motivi diversi – ha permesso di conoscere alcune persone in transito che si riparavano dal caldo.
A Jacobacci è stato possibile toccare con mano alcuni disagi che la cenere provoca: cenere mischiata con la terra, cenere accumulata per la strada, cenere tra le piante, cenere che si alza con il vento, che entra dentro le case, gli occhi, che si incastra tra i capelli e che non invita ad uscire di casa. Cenere che offusca il paesaggio e che “pone el animo al suelo”, ancorché sembri che la gente, quella che è rimasta, si sia abituata. Tuttavia, la visita o anche solo una chiamata fatta a chi vive o a chi ha "vissuto" la cenere è sembrata gradita.
Forte è stata l’emozione nell’ascoltare la
comunicazione con cui la Radio di Jacobacci ha avvertito gli ascoltatori che la “Casa di Transito Padre Paco” era in funzione! Anche qui la gente in transito si riparava dal caldo. Sperando di poter condividere altre emozioni di questo viaggio indimenticabile… un saluto fraterno.
Sabrina Canofari
11
la voce Anno I N°III
la VOCE DELLA TESTIMONIANZA
Lavoravo dal 1967 come assistente in una ditta
edile.
Nel 1971, nel mese di Marzo, la ditta prese un
lavoro al centro nucleare di Anguillara.
Il 15 dello stesso mese, ho avuto un brutto
incidente durante i lavori:
scendendo da una scala alta circa quattro metri,
che scivolò sul pavimento, cedendo. Io sono
letteralmente volato a terra su di essa, riportando
varie lesioni: il polso e la spalla sinistra erano
rotte e avevo multiple fratture delle costole, che
avevano a loro volta bucato e spaccato il rene
sinistro e la milza.
I medici dello stabile corsero in mio aiuto. Ero in
condizioni gravissime e arrivato all’ospedale San
Filippo, mi sottoposero subito ad analisi e
controlli.
Il mattino dopo sono stato operato e il rene
sinistro doveva essere asportato.
Non riuscivo a muovermi, le ferite che avevo
riportato mi avevano immobilizzato.
Passata poco più di una settimana, la mia
condizione era peggiorata tanto da dover subire
varie trasfusioni di sangue, che mi causarono il
diabete.
I medici decisero di riportarmi in sala
operatoria: fu quello il momento in cui mi
apparve la Madonna.
Circondata da una luce chiara e celeste, mi fece
un cenno con la testa e io mi voltai sulla destra,
dove vidi san Gabriele, il santo del mio paese
natale, in piedi accanto a me:
con la mano sinistra mi accarezzava la fronte,
asciugando il sudore e la mano destra la teneva
sul mio stomaco, sfiorando le mie ferite.
Il chirurgo stava per operare e mentre incideva il
mio stomaco parlai al mio santo dicendogli di
spostare la mano per non essere tagliato.
Lui mi guardò e disse di non preoccuparmi,
perché sarei guarito e che dovevo pregare la
Madonna, ricordandolo in futuro anche alle altre
persone.
Nello stesso momento mi ritrovai in Paradiso:
tenevo per mano altri fratelli defunti,
camminavamo in lunghe file su un prato verde
infinito, dove c’erano alberi a volontà che
assomigliavano ad ombrelli immensi.
I medici e il professore erano sicuri che non sarei
sopravvissuto, sentendomi borbottare
continuamente il nome di san Gabriele. Infatti,
terminata l’operazione, il chirurgo stesso chiese
alla mia attuale moglie chi fosse il nostro santo
protettore.
Mi sono svegliato dal coma dopo dieci giorni.
Non credevo alla realtà perché le mie visioni
erano state grandi e forti.
Anche secondo i medici il mio caso e la mia
guarigione, erano un vero e proprio miracolo.
Sono stato in malattia per più di un anno, ma
oggi sono ancora qui più forte di prima,
circondato dalle persone che amo, senza
dimenticare mai la Madonna e il caro Gesù, che
non mi hanno mai abbandonato.
Ho quadi 87 anni, cosa posso volere in più da
Gesù, che mi ha donato la famiglia, l’amore e la
vita?
Fabio Napoleone
Roma 1 Dicembre 2011
12
la voce Anno I N°III
PARROCCHIA S. ANDREA AVELLINO
ANNO I - Aprile 2012 - N° 3
Bimestrale di Informazione comunitaria
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Don Claudio Occhipinti
Coordinamento Editoriale
Francesco Ruffini
Hanno collaborato:
don M. Valentini, C. Memè, P. Reginella
D. Di Lorenzo, A. Festa, F. Napoleone, S. Canofari,
S. Macor
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Pro-Maniscripto.
Ad uso interno.
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la VOCE
si può leggere e stampare anche
sul sito della Parrocchia
SANTA PASQUA DI RESURREZIONE
CELEBRAZIONI DELLA COMUNITA’
Settimana Santa
- - Lunedì santo, 2 aprile: S. Messa ore 18.00
- Incontro di spiritualità quaresimale sulla Sacra
Sindone alle ore 20,45
- - Martedì santo, 3 aprile: S. Messa alle ore 18,00
- Seguirà celebrazione Penitenziale: Confessioni per
tutti dalle ore 18,30
- - Mercoledì santo, 4 aprile: S. Messa alle ore 18,00
- Via Crucis alle ore 20,45 inizio dalla Chiesa, nelle
vie del quartiere, con ceri.
Triduo Pasquale
- - Giovedì santo, 5 aprile: Unica Celebrazione: la
Cena del Signore alle ore 18,00. Seguirà
l’adorazione all’Altare della reposizione fino alle
24,00.
- - Venerdì santo, 6 aprile: Ora media della morte
del Signore ore 15,00, Unica Celebrazione: la
Passione del Signore alle ore 18,00
- - Sabato santo, 7 aprile: Ora della Madre alle
12,00; unica Celebrazione la Veglia Pasquale alle
ore 22,00
- - Domenica della Risurrezione 8 aprile: Pasqua;
Sante Messe solo alle ore 11,00 e 18,00.