La vita è un teatro

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L'uomo visto da Pirandello: Uno,nessuno,centomila...

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SIEDITI

SPETTATORE

E’ LA TUA VITA!

VITA

VITA

VITA

VITAVITA

VITA VITA

GUARDA

NESSUNO

CENTOMILA

UNO

Il romanzo pirandelliano si apre con il protagonista,

Vitangelo Moscarda che scopre di non essere per gli altri

quell’ UNO che è per sé:

La moglie Dida, svelandogli che il suo

naso pende verso destra, ha squarciato tutte le sue certezze,

avviando una riflessione sull’ intera

esistenza.

Vitangelo allo specchio,

simbolo dell’io davanti a se

stesso, scopre di vivere senza

"vedersi vivere".

e si getta all’inseguimento dell’ estraneo inscindibile da

sé che l’alterità conosce in centomila identità

differenti

Ecco visualizzato lo sbriciolamento del reale

che da univoco (UNO) diventerà poliedrico (CENTOMILA)

e sfocerà nel nulla (NESSUNO).

Il protagonista si stacca dal proprio

"fantoccio vivente“:

per se stesso è ormai nessuno:

la distruzione dell’ io è consumata

Vitangelo,

sempre alla ricerca

di una via di fuga dai

centomila estranei a

sé che vivono negli altri,

decide di uccidere le

sue "marionette" ma,

per aver voluto

dimostrare di non

essere ciò che si

credeva..

E’ RITENUTO PAZZO

La gente non vuole accettare

che il mondo sia diverso

da come lo immagina!!

Estraniarsi da sé e sentirsi "parte anonima della vita biologica " è l’unica via per fuggire alle centomila costruzioni che

falsificano la realtà e la imprigionano in un nome, immutabile come un’ epigrafe funeraria

La vita "non conclude" ed è un divenire palpitante: Meglio, dunque ,essere nessuno poiché l’essere uno

si è rivelato un’ illusione di fronte allo svelarsi delle centomila MASCHERE

Tutti gli esseri umani sono dei burattini, delle “ maschere ”,

“ personaggi ” più che individui veri e propriI “ pupi ” , naturalmente,

non sono tali per loro scelta, bensì è il divino che,

calandosi nel mondo dei fenomeni, delle forme, li produce.

Ogni “uomo-burattino” non è felice della sua condizione limitata, e soffoca nella

prigione del suo personaggio, detestandolo egli stesso.

Tuttavia, probabilmente per quell’orgoglio che è una sorta

di

difesa contro la schiacciante sensazione di vuoto, di inutilità

e

di sconfitta, ognuno difende la sua ‘maschera’ con le unghie e

con i denti di fronte agli altri membri del consesso umano,

disposto a tutto pur di conservare al suo ‘pupo’ una

parvenza di

rispettabilità, di credibilità, nonché di esistenza.

donatellavip@email.it

Luigi Pirandello - Opere e Vita.mht

Il berretto a sonagli.htm

Uno, nessuno e centomila – Luigi Pirandello.mht

Maschera teatrale - Wikipedia.htm