La storia Anticamente sorgeva fuori dalle mura della città, perché i frati che la costruirono,...

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La storiaAnticamente sorgeva fuori dalle mura della città, perché i frati che la costruirono, amavano la quiete e la tranquillità. Fu in origine una Chiesa dedicata a San Tommaso messa a disposizione dei padri Domenicani giunti a Gravina nel XV sec. Era stata una Chiesa benedettina.

Prima i gravinesi per raggiungere questa Chiesa dovevano passare attraverso la porta di San Tommaso che si trovava a pochi metri di distanza.

I domenicani dopo tante insistenze ebbero per San Domenico il titolo di patrono minore del paese.

Oggi invece è una delle Chiese più centrali rispetto all’abitato posta in un quartiere che si chiama come la Chiesa.

Ma non è stato sempre così: una volta il quartiere e la chiesa erano dedicati a San Tommaso.

La struttura esterna

La Chiesa di San Domenico presenta una struttura molto antica e quasi grossolana, fatta in pietra.

Essendo molto antica, risale al 1500, alcuni particolari sono scomparsi. Tuttavia le opere rimaste conservano ancora la loro bellezza.

San Domenico

E’ raffigurato San Domenico con otto storie ai lati.

Alla base si legge “San Domenico de Soria”.

San Domenicomolti anni fa

La facciata

La facciata principale dell’edificio è posta verso est. Dietro la Chiesa, c’è un campetto da calcetto e un asilo privato. A destra, c’è un orfanotrofio femminile. Davanti, c’è un giardinetto recintato, nel quale ci sono due statue raffiguranti la Madonna e un santo sacerdote di Gravina morto alcuni anni fa: Don Saverio Valerio.

Il portale

Al di sotto del rosone c’è un portale in legno, scolpito con immagini e brevi iscrizioni sulla vita di Gesù.

Il rosone

Nella parte centrale della struttura c’è un rosone con petali in vetro, rifinito con merletti e ringhiere in stile rinascimentale.

Sul lato destro dell’edificio, in via san Domenico, anticamente sorgeva una cappella, che fu abbattuta a causa del crescente traffico.

Recentemente la chiesa è stata restaurata.

Via san Domenico

Il campanile

Si trova nella parte più alta della Chiesa, al di sopra dell’antico orfanotrofio femminile, ormai non più attivo.

Il campanile fu costruito distaccato dalla Chiesa a forma di mitria. Le celle campanarie sono tre, due servono per le campane più grandi, mentre l’altra in cima è per la più piccola, a punta. Al centro del campanile c’è la scritta A.D. 1701, quella può di certo essere la data di costruzione, fatta scrivere dal Vescovo dell’epoca Mons. Cavalieri. Ai lati dell’ultima cella ci sono due statue di tufo, che non si sa cosa rappresentino.

A destra del campanile c’è una figura che potrebbe essere quella di Cristo Redentore. Nella facciata di sinistra è rappresentato un sacerdote raffigurato col mitria. In alto c’è una campana piccola. Fra le altre due la più grossa risale al 1580, periodo difficile per Gravina. Molto probabilmente i padri domenicani fecero fare quella campana come segno e desiderio di essere liberati dagli spagnoli.

L’interno

Entrando nella Chiesa dal portone principale si può ammirare la magnifica struttura portante. La Chiesa è divisa in tre navate, due laterali e una centrale, sedici pilastri reggono le colonne, ma solo dieci sono visibili. In passato il soffitto era di legno, in abete con dei motivi a rose rosse, ora invece è in struttura di cemento intonacato e pitturato di bianco.

L’altare maggiore

L’altare maggiore

L’elemento che colpisce di più per la sua particolarità è l’altare maggiore tutto rivestito di marmo con motivi floreali e rifiniture pregiate.

Il rosone dall’interno

Il coro

In alto, all’ingresso della Chiesa, c’è una grande base di cemento armato su cui fu costruito un Coro dove pregavano suore e orfane. La base di cemento è stata fatta come esperimento della nuova tecnica di costruzione, inventata alla fine dell’ottocento

il Battistero

A destra dell’altare si trova il Battistero. Fatto di marmo, con un fondo a strisce bianche e nere; è circondato da un recinto di ferro battuto, affiancato da una croce.

E’ sovrastato da una statuetta di Gesù.

San Filippo Neri

Nella Chiesa di San Domenico, sulla parete a sinistra dell’ingresso, si può notare una grande tela che raffigura S. Filippo Neri coi paramenti sacri in atteggiamento di protezione. Le sue mani sono sul corpo di un frate domenicano inginocchiato, sulle cui spalle si notano delle travi sospese. In alto, a destra, della tela c’è la Vergine col Bambino, circondata da figure angeliche. La tela fu dedicata a San Filippo Neri perché ci fu un terremoto e tutti furono travolti sotto le macerie, mentre il Cardinale Orsini si salvò grazie a un armadio che lo aveva protetto dalle pietre. Dall’armadio una figura di San Filippo Neri cadde sul corpo del Cardinale.

Il terremoto

Le statue

Ci sono molte statue: le più importanti sono quelle di San Rocco, Sant’Antonio, Sant’Anna e San Biagio.

San Rocco

La via crucis

L’organo

Nella Chiesa di San Domenico, non è mai mancato l’organo formato da canne argentate attorno a dei cornicioni di tufo che lo rendono ancora più bello.

Le reliquie

La Chiesa di San Domenico possiede un gran numero di reliquie che appartengono a dei Martiri. La più importante è quella che contiene un piccolo frammento di Croce di Gesù Cristo.

La reliquia della croce

La Chiesa di San Domenico, attualmente, possiede un buon numero di reliquie, una di questa è:

- Teca in metallo dorato, contenente una piccola croce d’argento in vetro, sigillata, con un frammento del Legno della S. Croce di Nostro Signore.

Fu consegnata al Parroco Don Carlo Caputo da Sua Eccellenza Mons. Beniamino Nardone, illustre gravinese legato alla chiesa.

San Domenico: la vita

Nacque a Caleruega, nella vecchia Pastiglia, verso il 1170. Domenico divenne canonico regolare agostiniano nella cattedrale di Osma. Nel 1203 iniziò il suo apostolato fra gli eretici. Nel 1206 aprì a Prouille un convento per monache che fu il germe dell’ordine di frati conosciuti come “frati predicatori”, che Domenico mandò ovunque ad insegnare e predicare. Morì nel 1221.

San Filippo Neri

Nacque a Firenze nel 1515. Fu educato dai Domenicani di San Marco, divenne apprendista nel commercio di suo zio e, nel 1533, abbandonò le sue attività per vivere in povertà a Roma, mantenendosi con il solo lavoro di precettore dei figli del suo padrone di casa.

Dopo anni di duro lavoro e preghiera, Filippo decise di andare missionario all’estero, ma un benedettino di San Paolo gli disse che il suo apostolato era a Roma.

Lui ascoltò il benedettino e fondò una congregazione che assunse la forma definitiva sotto il nome di Congregazione dell’Oratorio e nel 1551 fu ordinato sacerdote. Nel 1583 il suo istituto fu approvato ufficialmente. Morì il 6 maggio del 1595. Ha il titolo di Secondo Apostolo di Roma.

San Rocco: la vita

Nacque a Montpellier, in Francia, nel 1350. Rimasto orfano in giovane età, partì in pellegrinaggio per Roma. E sulla strada che conduceva in quella città si imbatté nel tragico spettacolo della peste. Si offrì volontario per l’assistenza ai malati del Lazzaretto, dove operò i primi miracoli. Poi proseguì la sua strada, che non lo portò a Roma, ma dove si accendevano i focolai del terribile male. A Piacenza fu colpito dal morbo e si rifugiò sulle rive del Po per morire in solitudine intorno al 1380. E’ invocato come protettore contro le pestilenze.

Classi V C e V D

Ins.Maria Cristallo

Ins.Enza Corizzo

Ins.M.Antonietta Altieri

Anno scolastico 2001 - 2002