La Medicina Penitenziaria: attualità e prospettive future · 2012. 12. 18. · • Il suicidio o...

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La Medicina Penitenziaria:attualità e

prospettive future

Dr. Francescopaolo SaraceniResponsabile U.O. Medicina Penitenziaria

ASL n. 02 Lanciano-Vasto-Chieti

Alla medicina penitenziaria èaffidato il compito della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione in un ambiente circoscritto, definito

“istituto penitenziario”ove si trovano racchiuse persone che condividono un disagio:

la perdita della libertà

IL CARCERE

“ La prima violenza come potereesercitato dall’essere libero,il quale viola l’esistenza della libertànel suo significato concreto”

Hegel

Articolo 27La responsabilità penale è personale. L'imputato non è considerato colpevole sino alla

condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti

contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra.

IL CARCERE

Il carcere è “la frontiera più acerba e più drammatica delle istituzioni”, rappresentando di fatto il

capolinea del percorso deviante

IL CARCEREIl concetto di salute subisce un forte

ridimensionamento quando si inserisce nel contesto carcerario.

Carcere e salute sono antitetici perché il carcere è la negazione della salute intesa come

stato di benessere psicofisico (O.M.S.)

IL CARCEREIl carcere è dunque un mondo di

regressione che provoca spesso la perdita della dignità di “persona”.

Il carcere in definitiva è malattia, ma soprattutto il carcere è di per sé stesso patogeno, per cui rappresenta la causa prima delle malattie.

LA MALATTIA CARCERE SI CHIAMA

“CARCERE”Non è un gioco di parole nérassegnazione ma la presa d'atto che la “prigione” genera di per sé

disagio, quindi sofferenza,

quindi malattia.

AREE CRITICHE DEL PIANETA CARCERE

Sovraffollamento e promiscuitàAlta incidenza di tossicodipendentiAlta presenza di extracomunitariDisagio per privazione della libertà e

stress da reclusione

SOVRAFFOLLAMENTO E PROMISCUITÀ

Il sovraffollamento è causa dipromiscuità.La promiscuità può causare: incremento di possibili devianze; scadimento delle condizioni igieniche; recrudescenza di patologie contagiose.

SOVRAFFOLLAMENTO E PROMISCUITÀ

Al 31 ottobre 2012 la presenza di detenuti era di 66.811 a fronte di una capienza regolamentare di sole 45.756 unità.

In ogni stanza di detenzione sono stipati più detenuti del consentito.

Le condizioni igieniche sono precarie.La tutela dei diritti dei detenuti è a rischio.

SOVRAFFOLLAMENTO E PROMISCUITÀ

66.811 detenuti di cui: 2.853 donne; 1.587 ergastolani; 42.981 italiani; 23.830 stranieri; 36 detenute madri con 38 figli al

seguito

DETENUTI PRESENTI E CAPIENZA REGOLAMENTARE DEGLI ISTITUTI

PENITENZIARI SITUAZIONE AL 31 OTTOBRE 2012

Numero istituti

Capienza regolamentare

Detenuti presenti

Donne

Totale nazionale 204 45.756 66.811 2.853

Regione Abruzzo 8 1.553 1.883 77ASL n. 01

Avezzano-Sulmona-L”Aquila3 544 644 4

ASL n. 02Lanciano-Vasto-Chieti

3 474 649 22

ASL n. 03Pescara

1 304 200 0

ASL n. 04Teramo

1 231 390 51

ALTA INCIDENZA TOSSICODIPENDENTI

Al 30 ottobre 2012 il numero di detenuti tossicodipendenti era di circa 23.000 confermando le statistiche di incidenza media pari aun terzo della popolazione ristretta.

ALTA INCIDENZA TOSSICODIPENDENZA

Questa alta incidenza all’interno delle strutture penitenziarie determina la presenza di un “sistema di patologie”correlate all’assunzione di sostanze:

infezione da HIVepatopatie croniche HCV e HBV

epatopatia cronica da abuso alcoolico

ALTA PRESENZA EXTRACOMUNITARI

Detenuti stranieri: 23.838.Tra questi molto alta è l’incidenza di

extracomunitari: 18.863.

ALTA PRESENZA EXTRACOMUNITARI

La conseguenza sanitaria piùtemibile dell’alta incidenza di detenuti extracomunitari è la ripresa di incidenza della

TBC

LE PATOLOGIE EMERGENTI IN CARCERE

LE PATOLOGIE EMERGENTI IN CARCERE

• malattie contagiose della pelle e malattie infettive;

• epatopatie croniche HBV/HCV correlate ed infezione da HIV;

• tubercolosi; • disturbi e malattie psichiatriche.• sindrome da primo impatto

carcerario.

EPATOPATIE CRONICHE ED INFEZIONE DA HIV

Tra le malattie correlate allo stato di tossicodipendenza un posto di rilievo èoccupato dalla

epatopatia cronicache secondo un’indagine statistica presenta una incidenza pari circa al 17% della popolazione detenuta.

EPATOPATIE CRONICHE ED INFEZIONE DA HIV

DISTURBI E MALATTIE PSICHIATRICHE

Il disagio per la privazione della libertà e lo stress da reclusione determinano tutta una serie di eventi patogeni che si configurano nella sfera delle malattie psichiatriche.

DISTURBI E MALATTIE PSICHIATRICHE

• Il suicidio o tentativo suicidariorappresenta di gran lunga il problema piùgrave che deve essere affrontato allorquando un detenuto per la prima volta entra in un istituto penitenziario.

• Il suicidio in carcere ha assunto proprio negli ultimi anni un’importanza ed una risonanza assai rilevante, soprattutto in relazione ad alcuni “suicidi eccellenti” ed ai risvolti politici, sociali e culturali che hanno avuto.

DISTURBI E MALATTIE PSICHIATRICHE

Dal gennaio 2000 al dicembre 2011 sono morti in carcere 1.933 detenuti di cui 692 per suicidio.

Da inizio anno i “morti in carcere” sono 123: 46 per cause naturali; 2 per overdose da droghe e / farmaci; 1 per sciopero della fame; 1 ucciso dal compagno di cella; 44 suicidi.

SINDROME DA IMPATTO CARCERARIO

La sindrome da impatto carcerario consistente in una serie di disturbi non solo psichici riguardanti diversi organi ed apparati che compare tanto più frequentemente quanto più elevato è il grado di educazione, di sensibilità e di cultura dei soggetti detenuti.

SINDROME DA IMPATTO CARCERARIOLa patologia è caratterizzata da:

• tachicardia• sudorazione• fame d’aria• insonnia • cefalea di tipo gravativo • anoressia transitoria • nausea• sensazione persistente di freddo • malessere generale• leggero tremore incontrollabile degli arti • pollachiuria• diarrea• stato d’allarme psichico alternato a profondi momenti di

prostrazione

LA MEDICINA PENITENZIARIA

LA MEDICINA PENITENZIARIA“La professione medica è chiamata periodicamente ad interrogarsi sul proprio ruolo all’interno della comunità…..La salvaguardia di una medicina libera da condizionamenti ed obbediente solo al supremo valore della vita e della salute collettiva è interesse di tutti gli uomini”

Sandro Pertini

LA STORIA DELLA MEDICINA PENITENZIARIA

• Costantino nel 320 d. C. compie il primo atto medico consentendo ai detenuti di prendere aria e di muoversi nei cortili.

• In un manoscritto del 1561 per la prima volta si parla di medico del carcere.

• Nel 1931 un Regio Decreto prevede la presenza di uno o più medici negli istituti penitenziari a cui affidare il servizio di igiene e l’assistenza sanitaria dei detenuti.

LA STORIA DELLA MEDICINA PENITENZIARIA

• Nel 1955 il Ministro di Grazia e Giustizia dispone che in ogni istituto penitenziario sia previsto un servizio medico con conoscenze psichiatriche.

• Nel 1960 viene riconosciuta la “specificità”di questa branca della medicina esercitata in ambienti che presentano caratteristiche determinanti influenze e reazioni sull’uomo che le subisce: nasce così la

medicina penitenziaria

LA MEDICINA PENITENZIARIA PRIMA DELLA RIFORMA

L’organizzazione di un servizio sanitario volto a garantire la continuitàassistenziale alle persone private della libertà personale è delineata per la prima volta dalla legge 9 ottobre 1970 n. 740. Vengono previsti:

• il sanitario incaricato (coordinatore)• un servizio di guardia medica (SIAS)• un servizio specialistico• un servizio infermieristico

LA MEDICINA PENITENZIARIA PRIMA DELLA RIFORMA

Nel 1978 la legge n. 833 istitutiva del Servizio sanitario nazionale non menzionava la sanità penitenziaria per cui essa rimaneva “autonoma” e quindi di competenza del Ministero di Giustizia.

Nel 1998 la legge 419 “Delega al Governo per la razionalizzazione del SSN” all’art. 5 prevedeva “norme per il riordino della medicina penitenziaria”

LA RIFORMA

Il 22 giugno 1999 viene approvato il D. Lgs n. 230: “Riordino della medicina penitenziaria, in applicazione dell’art. 5 della Legge 30 novembre 1998 n. 419”.Si compie il primo passo verso la riforma!

LA RIFORMAViene sancito il diritto dei detenuti e degli internati, al pari dei cittadini in stato di libertà, all’erogazione, da parte del Servizio Sanitario Nazionale, delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione previste nei Livelli essenziali di assistenza

LA RIFORMAIn particolare il decreto prevede che:• il SSN assicura livelli di prestazioni

analoghi a quelli garantiti ai cittadini liberi

• i detenuti e gli internati conservano l’iscrizione nel SSN per tutte le forme di assistenza

• i detenuti e gli internati sono esclusi dal sistema di compartecipazione alla spesa delle prestazioni sanitarie erogate dal SSN (ticket)

LA RIFORMANel decreto 230/99 è prevista la redazione di un “Progetto obiettivo nazionale specifico per la tutela della salute in ambito penitenziario” che contempli anche modelli organizzativi

Le regioni danno attuazione al Progetto obiettivo nazionale prevedendo “specifici progetti di intervento” in materia di assistenza sanitaria alle persone detenute

LA RIFORMA

Il D. Lgs. n. 230/99 prevede infine il trasferimento delle funzioni sanitarie dal Ministero della Giustizia al SSN dopo una fase di sperimentazione che viene avviata in tre regioni

LA RIFORMA

o Il Decreto Interministeriale Salute Giustizia del 10 aprile 2002 ha individuato il personale operante nei PTD da trasferire al SSN;

o Il Decreto del Ministero delle Finanze n. 26122 del 16 luglio 2003 trasferisce le risorse per il personale PTD al FSN.

LA RIFORMAIl 30 maggio 2008 viene pubblicato sulla G.U. n. 126 il D.P.C.M. 1 aprile 2008 avente per oggetto:“Modalità e criteri per il trasferimento al SSN delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di sanità penitenziaria”.

La riforma è attuata!!!!!!

IL DPCM 1 APRILE 2008Il DPCM 1 aprile 2008 entra in vigore il 14 giugno 2008.Prevede:

• trasferimento di funzioni sanitarie• trasferimento dei rapporti di lavoro• trasferimento delle attrezzature e

dei beni strumentali sanitari• trasferimento dei locali• trasferimento delle risorse

IL DPCM 1 APRILE 2008Il DPCM è declinato in 8 articoli:

Art. 1 – Ambito operativo

Art. 2 – Trasferimento funzioni sanitarie

Art. 3 – Trasferimento rapporti di lavoro

Art. 4 – Trasferimento attrezzature e beni

IL DPCM 1 APRILE 2008

Art. 5 – OPG e case di cura e custodia

Art. 6 – Trasferimento risorse finanziarie

Art. 7 – Rapporti di collaborazione

Art. 8 – Trasferimento alle regioni e province autonome

IL DPCM 1 APRILE 2008Il DPCM contiene due allegati molto significativi:

• Allegato A “Linee di indirizzo per gli interventi del SSN a tutela della salute dei detenuti e degli internati negli istituti penitenziari e dei minorenni sottoposti a provvedimento penale”

• Allegato C “Linee di indirizzo per gli interventi negli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) e nelle case di cura e custodia attenuata”

IL DPCM 1 APRILE 2008“L’Allegato A” indica i principali obiettivi di salute che devono essere perseguiti tenendo conto della specificitàdella condizione di privazione della libertà. Essi sono:

• promozione della salute;• promozione della salubrità degli ambienti;• prevenzione primaria;• promozione dello sviluppo psico-fisico;• riduzione dei suicidi

IL DPCM 1 APRILE 2008Sono inoltre elencate le azioni programmatiche e gli interventi prioritari necessari per perseguire gli obiettivi di salute.

Vengono fornite indicazioni alle regioni su come organizzare specifici modelli organizzativi da adottare nelle AASSLL di riferimento.

IL DPCM 1 APRILE 2008“L’Allegato C” individua, nell’ambito degli interventi in favore dei detenuti affetti da disturbi mentali, un programma specifico da attivare per gli Ospedali psichiatrici giudiziari (OPG).

Il programma è mirato al superamento dell’OPG.

IL DPCM 1 APRILE 2008

Il DPCM 1 aprile 2008 rappresenta il fondamentodella medicina penitenziaria che entra a pieno titolo nel Servizio Sanitario Nazionale.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETILa Regione Abruzzo con Deliberazione di G.R. n. 544 del 23.06.2008 ha:

• recepito il DPCM 1 aprile 2008 e le linee di indirizzo ad esso allegate;

• dato indicazioni alle AASSLL circa le procedure per la presa in carico delle attrezzature e dei locali;

• istituito l’Osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria;

• elaborato modelli organizzativi specifici.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETILa ASL n. 02 con delibera del DG n. 252 del 23 marzo 2010 ha approvato il modello organizzativo aziendale per la medicina penitenziaria.

Il modello organizzativo prevede:• U. O. di Medicina Penitenziaria (UOMP);• Presidio Sanitario Penitenziario (PSP);• Servizio Multidisciplinare per le donne

detenute (SMD).

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

L’ UOMP rappresenta la struttura organizzativa aziendale a cui è demandato il compito di coordinare e gestire tutte le attività previste dal DPCM 1 aprile 2008.Il PSP rappresenta l’articolazione intramuraria dell’UOMP e assicura le prestazioni sanitarie a favore dei detenuti.Il SMD assicura le prestazioni sanitarie a tutela della salute della donna detenuta.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETIIl Presidio sanitario penitenziario (PSP) si trova all’interno degli Istituti penitenziari di Chieti, Lanciano e Vasto.

In ciascun presidio è presente:• responsabile di PSP;• servizio di medicina generale;• servizio di medicina specialistica;• servizio infermieristico.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Il Responsabile del PSP:• è responsabile delle attività sanitarie

intramurarie;• assicura le prestazioni medico-legali

previste dall’ordinamento penitenziario a favore della popolazione detenuta;

• eroga le prestazioni medico-legali a favore della polizia penitenziaria.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Il servizio di medicina generale assicura:

• le prestazioni di base;• le urgenze cliniche;• il servizio accoglienza nuovi giunti;• le prestazioni medico-legali a favore della

popolazione detenuta in caso di assenza del responsabile.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Il servizio di medicina generaleè garantito nelle fasce orarie:

PSP di Chieti 08,00 - 20,00;PSP di Lanciano 08,00 - 22,00;PSP di Vasto h 24

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Il servizio di medicina specialistica assicura le prestazioni specialistiche all’interno della struttura penitenziaria.

Il servizio viene garantito secondo un calendario prefissato di accesso in istituto per un numero di ore prestabilito.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETIBranche

SpecialistichePSP

ChietiPSP

LancianoPSP

Vasto

Cardiologia si si siChirurgia si si si

Dermatologia si siGinecologia si

Infettivologia si si siOculistica si si

Odontoiatria si si siOrtopedia si si si

ORL si siPsichiatria si si si

Radiologia Ecografica si

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Il servizio infermieristico assicura le prestazioni inerenti il proprio profilo professionale.Tra l’altro viene garantita la somministrazione della terapia ai detenuti nelle proprie stanze di detenzione nelle fasce orarie stabilite da apposito ordine di servizio per ragioni di sicurezza.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Il servizio infermieristicoviene garantito da personale dipendente ASL.E’ coordinato da un caposalaassegnato all’UOMP.In ogni PSP è prevista la figura dell’infermiere referente.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Organico UOMP n. 1 Responsabile U.O.; n. 1 Coordinatore infermieristico; n. 1 Assistente amministrativo; n. 3 Responsabili di PSP; n. 13 Medici di medicina generale; n. 24 Medici specialisti; n. 17 Infermieri professionali.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Per soddisfare il bisogno di salute dei detenuti è necessario organizzare

percorsi terapeuticiche garantiscono la:

tempestività degli interventi; continuità assistenziale; l’appropriatezza delle prestazioni; la qualità delle prestazioni.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

I percorsi terapeutici sono organizzati attraverso modalitàoperative disciplinate in appositi

protocolli d’intesa.

IL DPCM 1 APRILE 2008

Art. 7 – Rapporti di collaborazione“……. sono regolati i rapporti di collaborazione tra l’ordinamento sanitario e l’ordinamento penitenziario, anche in materia di patologie da dipendenza:”

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Protocolli d’intesa

ASL – Direzione Istituti PenitenziariChieti, Lanciano e Vasto;

ASL – PRAP; ASL – USSM.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Protocolli d’intesa UOMP – DSM; UOMP – UO Malattie Infettive; UOMP – Farmacie Ospedaliere; UOMP – Servizio Farmaceutico

Territoriale UOMP – UO Medicina Legale; UOMP – Ser. T.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Protocollo d’intesa UOMP – Ser.T.

Disciplina le modalità operative necessarie a garantire l’erogazione delle prestazioni socio-sanitarie a favore dei detenuti con problemi di dipendenza patologica ristretti all’interno degli istituti di pena di Chieti, Lanciano e Vasto.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Protocollo d’intesa UOMP – Ser.T.

All’interno di ciascun penitenziario viene previsto il

Modulo Operativo per le Dipendenze Patologiche

(M.O.D.P.)

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Protocollo d’intesa UOMP – Ser.T.

Il MODP dipende gerarchicamentedal Ser.T. per cui l’equipe terapeutica èparte integrante dell’organico Ser.T.

Il MODP si relaziona funzionalmente con l’UOMP per garantire la presa in carico globale della persona detenuta.

IL MODELLO ORGANIZZATIVO NELLA ASL LANCIANO-VASTO-

CHIETI

Protocollo d’intesa UOMP – Ser.T.

Le prestazioni socio-sanitarie vengono effettuate da:

• n. 1 medico;• n. 1 psicologo;• n. 1 assistente sociale.

Il medico viene individuato qualeCoordinatore del MODP

LA MEDICINA PENITENZIARIA

Quali prospettive ?

LA MEDICINA PENITENZIARIA:QUALI PROSPETTIVE?

damedicina d’attesa

amedicina di iniziativa

emedicina di opportunità

LA MEDICINA PENITENZIARIA:QUALI PROSPETTIVE?

medicina d’attesarisposta ad un bisogno espresso dalpaziente (es.: mal di gola)

medicina d’iniziativa e di opportunitàrisposta ad un bisogno mai espresso(persone sane) e azione di prevenzionesu persone che si rivolgono per altrimotivi

LA MEDICINA PENITENZIARIA:QUALI PROSPETTIVE?

completare il processo di riforma; implementare gli organici; stabilizzare il personale; adeguare le attrezzature sanitarie;

LA MEDICINA PENITENZIARIA:QUALI PROSPETTIVE?

attuare gli accordi sanciti in sede di CU;

attivare l’osservatorio epidemiologico; migliorare l’efficienza e l’efficacia

delle prestazioni sanitarie; garantire la continuità terapeutica

alla dimissione.

LA MEDICINA PENITENZIARIA:QUALI PROSPETTIVE?

Costruire la cultura del carcere confrontandosi e misurandosi ogni giorno con i problemi del carcere.

Formare tutti gli operatori con percorsi comuni che favoriscano l’umanizzazione del carcere.

LA MEDICINA PENITENZIARIA:QUALI PROSPETTIVE?

La medicina penitenziaria ha una propria specificità perché attuata in un contesto particolare e in condizioni particolari.

L’obiettivo ambizioso è rappresentato dal riconoscimento di questa peculiarità:

la specializzazione in medicina penitenziaria

“Per avviare un reale processo di umanizzazione, bisogna stimolare nel detenuto malato il rispetto e la cura di sé: solo così la persona sofferente potràsuperare la sua attuale condizione di mera oggettività di malato e di detenuto.La Medicina penitenziaria può essere uno strumento meraviglioso con cui catalizzare e far lievitare tra le mura e dietro le sbarre di un carcere una nuova cultura di solidarietà e di amore”

Francesco Ceraudo

GRAZIE PER L’ATTENZIONE!!!!!!