LA COMUNICAZIONE DI UNA PROGNOSI INFAUSTA · Comunicazione fatta di omissioni,informazioni ambigue...

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LA COMUNICAZIONE DI LA COMUNICAZIONE DI

UNA PROGNOSI INFAUSTAUNA PROGNOSI INFAUSTA

Prof Marco Bonvicini

Cardiologia Cardiochirurgia Pediatrica Università di Bologna

COMUNICARELA PROGNOSI INFAUSTA

• Nella cultura moderna vi è una fuga da quello che non è più accettabile e rappresentabile: la morte e il morire

COMUNICARE LA PROGNOSI INFAUSTA

• La morte e il morire hanno preso il posto del sesso come nuovo tabù della nostra epoca

• La morte è diventata l’innominabile

COMUNICARE LA PROGNOSI INFAUSTA

• La morte fa ancora parte della nostra cultura?

• Siamo ancora capaci di rappresentarla, di immaginarla?

• Esiste un linguaggio adatto a comunicarla?

Comunicare la prognosi infausta

• La medicina non si occupa di morte o di comunicazione di morte

• La morte è negazione e/o fallimento della medicina e come tale evento frustrante per il medico

COMUNICARE LA

PROGNOSI INFAUSTA

Comunicazione fatta di omissioni,informazioni ambigue e parziali

(paesi latini)

Informazione precisa con atto formale,asettico e generico, senza tatto e

gradualità (paesi anglosassoni)

COMUNICARE LA PROGNOSI INFAUSTA

• Due modalità apparentemente contrastanti, ma entrambe tese ad evitare la relazione con la “persona”del malato e con le istanze di cui è portatore

COMUNICARE LA PROGNOSI INFAUSTA

• Dagli anni 90 il modello anglosassone si èfatto strada anche in Italia, passando da mera opzione culturale a comportamento richiesto dai giudici e dal codice deontologico

COMUNICARE LA PROGNOSI INFAUSTA

• La medicina difensiva spinge il medico a fornire informazioni al paziente in maniera asettica, lasciandolo solo a fronteggiare la nuova situazione

“… Non sapevo bene che cosa dirgli.

Mi sentivo molto maldestro.

Non sapevo come toccarlo, come raggiungerlo.

Il paese delle lacrime è così misterioso! …”

“… Non sapevo bene che cosa dirgli.

Mi sentivo molto maldestro.

Non sapevo come toccarlo, come raggiungerlo.

Il paese delle lacrime è così misterioso! …”

(Antoine De Saint-ExuperyDa “Il Piccolo Principe”)

COMUNICARE LA PROGOSI INFAUSTA

• Difficoltà del medico nel comunicare una prognosi infausta

• Angoscia del medico per la sensazione di non sapere come affrontare il colloquio con il malato e le sue emozioni

COMUNICARE LA PROGNOSI INFAUSTA

• La comunicazione della diagnosi è anche il momento in cui ha inizio una condivisione di sentimenti: dolore,disperazione,fiducia,angoscia

COMUNICARE LA PROGNOSI INFAUSTA

• Apertura di un flusso di informazioni e di emozioni che va dal medico al paziente, ma anche dal paziente e dai suoi familiari al medico

COMUNICARE LA PROGNOSI INFAUSTA

• La difficoltà e, a volte, la”asetticita”della comunicazione corrispondono forse ad un tentativo di evitare, bloccare o limitare un “ritorno ” emozionale dal paziente e dai suoi familiari al medico

COMUNICARE LA PROGOSI INFAUSTA

• Non esiste un “manuale di comunicazione”per il medico

• Conoscere il paziente è estremamente importante

• E’ difficile prevedere le reazioni del paziente in una simile circostanza

COMUNICAZIONE DELLA PROGNOSI INFAUSTA

• Le informazioni riguardanti prognosi gravi o infauste devono essere fornite con circospezione, usando terminologie non traumatizzanti e senza escludere mai elementi di speranza (codice deontologico)

COMUNICARE LA PROGNOSI INFAUSTA

• Fondamentale per il medico, è fare appello alla propria sensibilità

• Importante creare prima una relazione costruttiva con il paziente

Anche se il vissuto di Antoine De Saint-

Exupery è quello della maggior parte degli

Operatori che stanno vicino alle persone in

lutto, ll’’ascoltoascolto e ll’’accompagnamentoaccompagnamento sono

elementi importanti per affrontare quel

“mistero” che ogni uomo si trova a vivere

nella propria vita.

Con L’augurio,

che nel paese delle lacrime,

nessunonessuno

venga lasciato troppo solo.venga lasciato troppo solo.

1

La disponibilità all’AUTOCONOSCENZAAUTOCONOSCENZA;

Lavorare con chi sta morendoelementi di aiuto:

Lavorare con chi sta morendoelementi di aiuto:

L’ASCOLTO e la RISPOSTAASCOLTO e la RISPOSTA, intesi come il

riconoscimento e la comprensione

innanzitutto delle emozioni e dei sentimenti:

quelli dell’interlocutore e i propri;

La VICINANZA FISICAVICINANZA FISICA, intesa come la

capacità di prendersi cura dell’altro con

azioni concrete

Sarebbe allora opportuno,

NON INTERROMPERE MAI QUESTO NON INTERROMPERE MAI QUESTO

DIALOGO, ANHE SE DIFFICILE E GRAVOSO.DIALOGO, ANHE SE DIFFICILE E GRAVOSO.

Capita invece che con il morente si parli

meno, ci si vada meno, si abbia meno tempo,

ci si debba dedicare a pazienti con i quali “è

ancora possibile fare qualcosa”, ecc.

Morente e operatoreMorente e operatore

2

Disponibilità a conoscersi:

Lavorare con chi sta morendoelementi di aiuto:

Lavorare con chi sta morendoelementi di aiuto:

(più di) qualche volta coincide con la

““disponibilitdisponibilitàà a soffrirea soffrire””

Comprende l’individuazione e il riconoscimento

di paure, ansie e difese (indifferenza, distacco,

conismo, fuga) di fronte alla morte dell’altro e

all’idea della propria morte

10

Lavorare con chi sta morendoelementi di aiuto:

Lavorare con chi sta morendoelementi di aiuto:

Vicinanza fisica:Vicinanza fisica:

• Se i gesti assistenziali vengono ben condotti, essi – oltre a migliorare il benessere fisico del morente – veicolano messaggi di attenzione umana.

10

Lavorare con chi sta morendoelementi di aiuto:

Lavorare con chi sta morendoelementi di aiuto:

Vicinanza fisica:Vicinanza fisica:

• Se i gesti assistenziali vengono ben condotti, essi – oltre a migliorare il benessere fisico del morente – veicolano messaggi di attenzione umana.

Il morente ha bisogno di una presenza che gli

permetta di non sentirsi solo e faccia da

contenitore alle sue angoscie.

Il morenteIl morente

In mancanza di rapporti

familiari, i curanti, pur

rimanendo nel ruolo

professionale, possono

diventare dei sostituti.