Johannes Brahms (1833-1897) I mille rovelli di un genio · 2017. 2. 20. · Johannes Brahms...

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Johannes Brahms (1833-1897)I mille rovelli di un genio

Note sulla vita e sull’opera a cura diGiuseppe Volpi

1 Brahms e il suo tempo

Correva il 7 maggio 1833, in un povero quartiere alla periferia di Amburgo nasceva ilpiccolo Johannes da Johan Jakob e Joanne Cristiane Nissen. Il padre insieme alla famigliagestiva un‘osteria e un negozio di generi alimentari, era anche cornista della bandamunicipale e si accorse ben presto delle non comuni qualità del piccolo. In breve il figliosuperò il padre, fu scelto per questo un’insegnante locale tale Wilhelm Cossel. Nelcontempo per far fronte alle difficoltà del menage famigliare il piccolo Johannes si adattòa suonare insieme al padre nelle bettole del porto, alloggiando in miseri tuguri. Cossel eraun ottimo insegnante, tanto che a poco più di dieci anni Brahms diede il suo primoconcerto pubblico. Cossel colpito dalle doti del giovane allievo ne parlò col grande didattaMarxen che lo prese sotto la sua ala protettiva. Marxen curò molto la tecnica della sinistra,la precisione nell’esecuzione di ritmi complessi, l’amore per la musica popolare di diversipaesi, il gusto per la forma delle variazioni. Tutti aspetti che diventeranno i fondamentidel magistero brahmsiano.A vent’anni la prima grande avventura. Passò per Amburgo un giovane violinistaungherese tale Eduard Reményi che si guadagnava la vita dando concerti dove capitavaessendo stato coinvolto nei moti insurrezionali ungheresi del 48 e nel suo paese nonpoteva rientrare. Per il concerto di Amburgo gli fu assegnato Brahms comeaccompagnatore. Divennero un duo stabile. Brahms era un ottimo pianista, l’episodioseguente ci fa capire quali doti aveva: in un paese chiamato Celle, poco prima del concertoi due si accorsero che il pianoforte era scordato di almeno mezzo tono sotto il diapason. Sitrattava di uno strumento che ne aveva sostituito un altro che si trovava in condizioniancora peggiori. Johannes non si perse d’animo chiese a Reményi di forzare leggermentel’accordatura del violino mentre lui avrebbe trasposto direttamente durante l’esecuzione lasonata opera 30 di Beethoven nella tonalità di do diesis minore.Fu sempre tramite Reményi che Brahms conobbe Joseph Joachim, i due erano compagni distudi, Joachim era un grande virtuoso e maestro di corte a Hannover.Fra lui e il giovaneintroverso Brahms si stabili un’affettuosa e profonda amicizia che durò tutta la vita. AJoachim Brahms ricorreva spesso sottoponendo al suo vaglio critico quasi ogni nuovacreazione, Joachim ebbe una parte importantissima nella genesi del meraviglioso concertoper violino e orchestra in re min op 77, tormentato capolavoro che senza di luiprobabilmente non avrebbe mai visto la luce. A Joachim infatti il concerto è dedicato.Da Joachim Brahms ottenne una lettera di presentazione per List che viveva a Weimarcircondato da una corte di allievi e ammiratori, stile di vite esattamente opposto a quellodi Brahms, naturalmente avverso a ogni forma di esteriorità. L’incontro avvenne esappiamo che non fu fortunato. List stava terminando allora la sua unica grande sonata insi minore e fece al giovane collega l’onore di fargliela ascoltare in anteprima. La sonata diList è, come ora tutti sanno,ma allora non lo sapeva nessuno, in un tempo unico senzainterruzioni per la durata di circa 35 minuti. Brahms si aspettava una sonata di taglioclassico suddivisa nei canonici quattro tempi, così non era e forse stanco per il viaggio e unpo’ confuso dall’insolita struttura finì per … addormentarsi. List se ne accorse e fece finta

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di niente, sta di fatto che i due non simpatizzarono e per molti anni evitarono diincontrarsi. Brahms pur apprezzando e ammirando la diabolica agilità di dita di List sulpiano ideologico divenne uno degli alfieri schierati contro la “ giovane scuola tedesca”,contro la musica a programma di List,Wagner e Berlioz.A proposito di List Brahms così scrisse all’amico Klaus Groth “Anche noi naturalmentesappiamo suonare il pianoforte, ma abbiamo soltanto alcune dite delle sue due mani”. Argutissimodirei.Sempre nello stesso anno, il 1853, avviene l’incontro decisivo per la vita, Brahms entra incasa Schumann, viene accolto molto gentilmente da Robert e Clara, fa ascoltare loro alcunesue composizioni: le sonate n° 1 e 2 .I coniugi Schumann restano molto favorevolmenteimpressionati. Nel mese di ottobre sulla rivista “ Neue Zeitschrift fur Musik” appariva unarticolo intitolato Vie Nuove, che farà conoscere Brahms al mondo musicaleinternazionale.Da quel finissimo musicista che era Schumann, aveva immediatamente colto una dellepeculiarità delle composizioni pianistiche del giovane collega, in un passo dell’articolocitato Schumann così scriveva: “…le sue esecuzioni sono assolutamente geniali, egli trasforma ilpianoforte in un’orchestra dalle voci di volta in volta esultanti o supplichevoli. Le sue composizionisono sonate, o piuttosto delle sinfonie mascherate.”.Come per Schumann, Clara fu per Brahms musa ispiratrice ed eccelsa interprete. Clara erauna donna che lavorava e un’artista di prima grandezza. Cominciò a studiare il pianofortea cinque anni, esordì nella gloriosa sede del Gewandhaus a nove, debuttò come solista aundici,portando avanti con successo la carriera di concertista ai più alti livelli per più di 60anni. Compose musiche che vennero pubblicate ed eseguite nel corso del diciannovesimosecolo, oggi stanno lentamente emergendo dall’oblio in cui erano ingiustamenteprecipitate. Sposò Robert Schumann dopo un’aspra battaglia legale contro il dispoticopadre che si opponeva con ogni mezzo alle nozze. Ebbe otto figli in quattordici anni,compose, tenne concerti e insegnò per tutto il tempo del suo matrimonio. Rimasta vedovae sola mantenne la sua numerosa famiglia con il suo lavoro di concertista esibendosi intutta Europa.La morte la colse il 20 maggio 1876 all’età di settantasei anni, Brahms la seguì11 mesi più tardi.Le frequentazioni e la corrispondenza con la famiglia Schumann diventarono assaifrequenti, l’amicizia salda e affettuosa fu di grande aiuto e sostegno per il giovaneJohannes. Nel febbraio del 1854 Schumann in preda a una violenta crisi di follia si gettò nelReno, fu salvato a stento da alcuni pescatori che avevano assistito alla scena. Clara,nuovamente incinta, decise di far internare il marito in una clinica specializzata. La stima el’affetto per Clara, di quattordici anni più anziana, si trasformarono in amore, primanascosto poi esplicitato come ben si comprende dalla corrispondenza che ci è pervenuta.Del 1885 è un altro incontro fondamentale, quello con Edouard Hanslick, severo maautorevole critico e studioso, acerrimo anti wagneriano, che aveva da poco dato allestampe il suo più noto testo intitolato “ Il bello musicale”. Hanslick diverrà col tempo unodei più convinti e ferventi sostenitori di Brahms, soprattutto dopo il definitivotrasferimento a Vienna dove Hanslick risiedeva e insegnava storia ed estetica musicaleall’università. Furono per Brahms anni relativamente sereni e creativi, all’attività diconcertista si alternavano lunghi periodi dedicati alla composizione. Di questo periodo(1857) è anche la posizione assunta di maestro del coro alla corte di Detmold.Il contrattoprevedeva un impegno di soli tre mesi all’anno in un periodo in cui la simbiosi con ilpianoforte era quasi totale come testimoniato dalle Ballate, dalle Variazioni su un tema diSchumann (dedicate a Clara) nonché da una considerevole produzione liederistica.

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A partire dal 1862 Brahms si stabilì a Vienna allora capitale della musica in Europa, lìconobbe Fritz Simrock importante editore. I due simpatizzarono e quella casa editricepubblicò a partire da quell’anno la maggior parte delle composizioni brahmsiane. Nellacapitale asburgica Brahms ebbe l’opportunità di incontrare Wagner, personaggio verso ilquale nutriva una forte curiosità pur essendo all’opposto per idee e temperamento. Sitrattò di un incontro come diremmo oggi di cortesia. In più Hanslick era molto rigorosonel suo antiwagnerismo e tutti sapevano della comunanza d’idee con Brahms.Questometteva Bruckner in una posizione scomoda. La sua venerazione per Wagner era nota, laterza sinfonia gli è non a caso dedicata. Era però un sinfonista che a modo suo guardava aBrahms, i suoi primi lavori sinfonici parevano diseguali e spropositati, lontani mille migliadallo stile asciutto, dalla neoclassica stringatezza cui Brahms era pervenuto.Solitario e scontroso di carattere Brahms era però generoso e disponibile ad aiutare chi alui si rivolgeva. E’ il caso di Antonin Dvorak. Esaminati alcuni lavori giovanili, si convinseche il giovane collega aveva del talento e si prodigò per fargli avere una borsa di studio ,inpiù convinse l’editore Simrock a pubblicare alcuni suoi lavori. Brahms incontrò ancheCiaikowsky, a Lipsia all’inizio del 1888. Nonostante i rapporti di educata formalità fra idue musicisti non si stabilì alcuna intesa artistica.Nel marzo del 1891 presentato da comuni amici conobbe il clarinettista Richard vonMuhlfeld, che era un autentico virtuoso del suo strumento. La disponibilità di vonMuhlfeld a soddisfare ogni domanda e ogni dubbio dell’incontentabile Brahms ,oltre allascoperta della versatilità e del timbro velato e non penetrante del clarinetto acceseun’ultima tardiva straordinaria stagione creativa. A quel periodo dobbiamo la creazione dialcuni capolavori assoluti quali il trio op 114 per pianoforte,clarinetto e violoncello, ilquintetto op 115 per clarinetto e archi, le due sonate op 120 per pianoforte e clarinetto.L’estrema parabola creativa di Brahms ci riserva però delle incredibili sorprese: unafioritura di pezzi pianistici totalmente liberi chiamati per questo semplicementeKlavierstucke, si tratta di 10 pezzi brevi , sei op 116 e quattro op. 119 totalmente sganciatidal rigido rigore della forma sonata .Giunto alla fine ritornò sul grande Bach con lacomposizione di undici preludi corali op 112, scritti appunto nello stile dell’immortaleJohan Sebastian.Un cancro al fegato diagnosticato all’inizio del 1896 spense ogni ulteriore impulsocreativo, morì serenamente il 3 aprile 1897. Fu sepolto nel cimitero di Wahring a pocadistanza dalla tomba di Beethoven e Schubert.

2 –Il repertorio sinfonico

Per ben comprendere l’importanza delle sinfonie di Brahms dobbiamo partire ancora unavolta da…Beethoven, che Brahms profondamente conosceva e ammirava. Non solo,Beethoven era un modello scomodo e sempre incombente. In una lettera scritta al direttored’orchestra Hermann Levi del 1870, Brahms fa cenno esplicitamente alla difficoltà discrivere una sinfonia “ con alle spalle l’ombra di quel gigante”. Di fatto la sinfonia, nata comegenere poco dopo la metà del settecento, aveva raggiunto dopo circa settanta anni unculmine vertiginoso con le creazioni di Beethoven Schubert scomparsi rispettivamente nel1827 e 1828. Dominus della vita musicale europea nella seconda parte dell’ottocento era List che si eraavviato verso il genere sinfonia a programma (Faust e Dante) evolutasi poi nel generepoema sinfonico (Les Preludes, Tasso, Mazeppa ecc).

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Schumann ammirava il pianista List era in disaccordo con List compositore, Schumanninfluenzò il giovane Brahms che divenne, a tutti gli effetti, l’anti List sentendone per interola responsabilità storica. Scomparsi precocemente Mendelssohn nel 1847 e Schumann nel1856, tecnicamente e artisticamente in grado di scrivere una nuova sinfonia restava soloBrahms paralizzato però da un senso d’inadeguatezza e d’implacabile autocritica che loaccompagnò per tutta la vita. Tentativi in questa direzione devono considerarsi le dueserenate per orchestra opera 11 e 16 composte nel 1857 e 1858 rispettivamente. Lavori dieccellente fattura testimonianza però di una maturazione quanto mai lenta. Bisognòattendere il 1873 perché un lavoro orchestrale di alta levatura vedesse la luce: le variazionisopra un tema di Haydn. Brahms aveva portato la forma tema e variazioni sul pianoforte aun livello di coerenza costruttiva e di tensione espressiva seconde solo alle beethovenianeDiabelli Appare del tutto logico che un ulteriore passo avanti avvenisse utilizzando unaforma perfettamente dominata. In più otto brevi variazioni non pongono i problemi diarchitettura e di relazioni tonali fra le parti che una sinfonia invece pone fin dalle primebattute. Finalmente nel 1876 la lunga marcia si concluse con la prima esecuzione dellaprima sinfonia, cui seguirono con cadenza regolare una ogni due tre anni le altre tresorelle.Si tratta com’è noto a tutti di quattro grandi originali straordinari lavori radicalmentediversi uno dall’altro; è un po’ come se Brahms avesse voluto esplorare ambiti semprediversi e sperimentando soluzioni armoniche sempre più ardite.Qualche tratto in comune tuttavia c’è, vediamo quale: il pensiero musicale di Brahmsappare anche a un ascolto un po’ superficiale molto denso. Cercando una spiegazionenella struttura ci accorgeremo che al tema principale seguono uno o più temi secondari ,poi elaborate transizioni che portano al secondo tema importante, il quale a sua volteviene scomposto in una serie di temi secondari .In questo modo ,complesso dal punto divista dei rapporti armonici, si stemperano i contrasti forti tipici del sinfonismobeethoveniano in favore di un andamento più discorsivo anche nelle pagine più tese econcitata , vedasi ad esempio l’Allegro ma non troppo della prima sinfonia e l’ Allegro conspirito della seconda.Nell’ottocento si usava applaudire dopo ogni movimento, non solo alla fine come usaoggi; i primi movimenti delle tre prime sinfonie si concludono in un pianissimo che dopouna coda si spegne, richiedendo il silenzio e non l’applauso. Mi pare un bel modo diaffermare una propria visione poetica.

Sinfonia n°1 in do minore opera 68.

Tempi:I Un poco sostenuto Allegro - II Andante sostenuto - III Un poco allegretto egrazioso - IV Adagio Più andante Allegro non troppo con brioOrganico: 2 fl, 2 ob, 2 cl, 2 fg ,1 cfg, 4 cr, 2 tr, 3 trb, tmp, archiPubblicazione: Lipsia, Breitkopf & Hartel 1877

Il percorso necessario per completare la prima grande sinfonia fu, come dicevo, lungo,travagliato, costellato da dubbi ripensamenti modifiche e infinite correzioni.I primi abbozzi risalgono al 1855, per il completamento bisognò attendere il 1876, quindiventuno anni di travagliata gestazione. La prima esecuzione avvenne a Karlsrue nelnovembre del 1876, l’orchestra era quella del locale granducato, il direttore Otto Desoffbuon amico e sincero estimatore di Brahms. Ci si può domandare perché scegliere unacittadina di non grandi tradizioni musicali e un’orchestra di secondo livello. E’ possibile

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che Brahms nutrisse ancora qualche dubbio sulla strumentazione e volesse evitarel’impatto con la critica più importante a livello nazionale. Da qui una scelta moltoprudenziale per la presentazione di un lavoro per altro molto atteso da critica e pubblico.In seguito la sinfonia fu eseguita a Mannheim, poi a Monaco poi a Vienna. L’attesa eraenorme, il successo pieno e senza riserve. Brahms era dunque entrato nel novero deigrandi sinfonisti. Incredibile ma vero, prima della pubblicazione il lavoro fu ancora unavolta sottoposto a tagli e revisioni ,soprattutto il secondo movimento fu largamenterimaneggiato.Delle quattro sorelle la prima è quella che paga il tributo più evidente al fantasmaincombente di Beethoven. Tutta la sinfonia è caratterizzata da un’atmosfera di severagravità a partire dalla lenta introduzione (un poco sostenuto) del primo movimentorealizzata da un continuum dei timpani che sostengono contrabbassi e controfagotto. Siprepara un’attesa verso qualcosa che verrà. Questo procedimento lo ritroviamo inBeethoven nelle sinfonie 1,2,4, e 7 esattamente con la medesima funzione. Nell’ultimomovimento c’è un richiamo evidente alla nona di Beethoven. Quando un incauto uditoreglielo fece osservare Brahms rispose candidamente che anche un asino se ne sarebbeaccorto. Nell’ultimo movimento solamente hanno una parte i tromboni che servono a darepeso e colore al tutti finale, analogamente a quanto accade nel finale della quinta diBeethoven.Di tanto in tanto Brahms spediva a Clara Schumann delle parti per ricevere suggerimenti econsigli, così Clara perfettamente riassume il carattere complessivo della sinfonia in unalettera indirizzata a Joachim: - E’ decisamente un po’ forte ( l’inizio del primo movimento)ma mici sono abituata molto presto. Il movimento è colmo di bellezze indicibili, J tratta i motivi con unamaestria di cui diviene sempre più padrone. E’ tutto intessuto in maniera così interessante, altempo stesso mantiene sempre quell’impeto di un’ispirazione del momento; lo si assapora fino infondo, senza che venga da pensare al lavoro che c’è-Esecuzione video proposta: Leonard Bernstein, Wiener Philarmoniker in un concerto dalvivo del mese di ottobre del 1981.

Sinfonia n°2 in re maggiore opera 73.

Tempi: I Allegro non troppo, II Adagio non troppo (tempo ordinario).Stesso tempo magrazioso, III Allegretto grazioso, quasi andantino. Presto, ma non assai, IV Allegretto conspirito.Organico:2 fl, 2 ob, 2 cl, 2 fg,1 cfg,4 cr, 2 tr,3 trb,1 tb, tmp, archiPubblicazione: Lipsia, Breitkopf & Hartel 1878

Tanto lunga e sofferta fu la creazione della prima sinfonia, quanto rapida e breve fu per laseconda, composta di getto (per modo di dire trattandosi di Brahms) nel corso dell’estatedel 1877 trascorsa in Carinzia. Dalla corrispondenza che ci è giunta possiamo supporre cheBrahms la considerasse un lavoro minore. Vero o no, mentre la prima fu sottoposta piùvolte al giudizio critico della ristretta cerchia di amici di cui Brahms si fidava, la secondafu affidata alle capaci “cure” del grande Hans Richter che ebbe l’onore di tenerla abattesimo. La seconda dunque è di carattere completamente diverso, direi quasi oppostorispetto alla sua precedente corrusca sorella. Forse per questa ragione i soprannomi si sonosprecati: pastorale, viennese ecc. Nulla è sopravvissuto per fortuna di quella grossolana epoco veritiera angolatura. Colpisce nella seconda l’andamento rapsodico e luminoso,senza drammi interiori né contrasti forti. Se proprio volessimo trovare un’influenza, direiSchubert per la capacità di inanellare temi e sviluppi con una logica interna e una

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naturalezza di eloquio da lasciare semplicemente stupefatti. Nonostante la presenza inorganico di numerosi ottoni: 4 corni , 2 trombe, 3 tromboni e un basso tuba le sonoritàsono prevalentemente cameristiche, escluso il finale davvero glorioso del lavoro. E’evidente che si tratta di una precisa scelta stilistica che deriva probabilmente dall’adesionetutta interiore al mondo nordico liederistico;nello stesso periodo Brahms componeva benquattro cicli di lieder (opera 69 - 72) fra i più riusciti e originali della sua produzione.Anche qui certe atmosfere notturne fanno davvero pensare a Schubert. Le sinfonie diBrahms sono a loro modo tutte un po’ dirompenti nel senso che introducono bruscamenteelementi nuovi rispetto alla tradizione. La seconda lo è un po’ meno, costruita nei canoniciquattro movimenti con l’adagio come secondo, nessuna introduzione, sembra dunque unlavoro costruito nel solco della tradizione, in larga parte è vero. Tuttavia se la si ascolta conattenzione e magari con l’aiuto di una buona guida tematica ci si accorge della inarrivabilefinezza e maestria di costruzione. Per esempio l’inizio è di quelli che non si dimenticano, leprime misure servono a esporre il primo tema affidato ai corni e ai legni sostenuti dagliarchi gravi, in nuce è qui contenuta l’intera invenzione del primo movimento, il secondotema affidato ai violini che emerge dopo un preparatorio rullo di timpani è una variantedel primo. Il vertice espressivo a me pare debba porsi nell’ultimo movimento costruitosulla crepitante rincorsa di due temi simili che sfociano in un’ampia luminosissima coda.Esecuzione video proposta: Karl Bohm,Wiener Philarmoniker, concerto dal vivo delsettembre 1970.

Sinfonia n°3 in fa maggiore opera 90.

Tempi: I Allegro con brio, II Andante , III Poco allegretto , IV Allegro,Un poco sostenuto.Organico:2 fl ,2 ob ,2 cl ,2 fg ,1 cfg ,4 cr ,2 tr, 3 trb , tmp , archiPubblicazione: Lipsia, Breitkopf & Hartel 1884

Solida, concisa, drammatica la terza sinfonia fu quasi interamente composto nell’estate del1883 durante un soggiorno estivo a Wiesbaden. Cinque anni dopo la composizione dellaseconda Quanto abbia influito la passione travolgente non corrisposta per il contraltoHermine Spiess che fu interprete assai ispirata dei lied di Brahms, non saprei.A me parealmeno un po’ sì.Ancora una volta le apparenze dicono di un lavoro costruito nel solco della tradizione conquattro movimenti di cui quello lento in seconda posizione. Se ascoltiamo con attenzioneci accorgiamo che le cose non stanno esattamente così. Non conosco nessuna sinfonia incui i due movimenti estremi terminano in un diminuendo ciò che lascia una sensazione disospeso. Ci vuole sempre un po’ prima che parta l’applauso. L’inizio ha una perentorietàche a me pare quasi beethoveniana, tre poderosi accordi in f (fa - la bem - fa) suonati datutti i fiati all’unisono, tranne controfagotto e tromboni, in continuità compare il primotema ampio e marcato affidato agli archi ai tromboni e ai timpani. La tensione interna delpezzo è immediata. I primi accordi non sono una vera e propria introduzione perché nonformano un tema, direi che sono un espediente per attirare bruscamente l’attenzione delpubblico; mutatis mutandis come i primi due accordi in ff con cui inizia la sinfonia Eroica,due veri colpi di cannone.Forse per questo, forse per la tensione narrativa che la pervade dall’inizio alla fine Eroica,fu l’appellativo, poi caduto per fortuna, con cui l’appellò il grande Hans Richter, chiamatoa dirigere la prima con l’orchestra dei Wiener Philarmoniker il 2 dicembre 1883. Il successofu travolgente e immediato.

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Tornando alla struttura della sinfonia direi che il capolavoro assoluto è il quartomovimento. Benché breve – la durata non arriva ai nove minuti- si tratta di un movimentoassai complesso, strutturato secondo lo schema della forma sonata con una breveintroduzione che esordisce misteriosamente con i violini all’unisono nella regione gravesostenuti dai fagotti prima , dai legni dopo. L’orchestra tutta ma in pianissimo presenta ilprimo tema un po’ sembra derivato da una marcia, la transizione è straordinaria se ildirettore sa trovare gli accenti giusti. Bisogna attendere il secondo tema per trovare lospirito eroico (corni e violoncelli). Lo sviluppo altro non è se non se non l’elaborazionecontrappuntistica dei due temi principali dell’esposizione. La ripresa è brevissima perchéBrahms voleva evidentemente far posto alla poeticissima lunga coda (un poco sostenuto)solenne e misteriosa costruita con brevi citazioni dei temi precedenti fino a unosmaterializzarsi infinito del suono. Un’autentica incredibile invenzione sulla quale simisurano le qualità dei direttori.Esecuzione video proposta: Klemperer, Londra Philarmonia Orchestra, 26 settembre 1971.

Sinfonia n°4 in mi minore opera 98

Tempi:I Allegro non troppo, II Andante moderato, III Allegro giocoso -Poco meno prestoIV Allegro energico e passionato – Più allegroOrganico: 1 ott, 2 fl , 2 ob , 2 cl , 2 fg , 1 cfg , 4 cr , 3 tr , 3 trb , tmp , tr , archiPubblicazione: Lipsia, Breitkopf & Hartel 1886

Ebbene la quarta è LA QUARTA. Sembra un ossimoro ma non lo è. Curiosamente , comenel caso di Schumann, dopo tre sinfonie in cui sono evidenti gli sforzi per trovare unapropria specificità espressiva e un modo proprio e originale per segnare il linguaggiomusicale , arriva la quarta che si erge separata, monolitica, originale e solitaria. Le duequarte sono due capolavori immensi in cui rigore formale, inventiva e poesia si fondono inun tutt’uno al massimo livello. Il grande Hans von Bulow durante le letture precedentialla prima dell’opera 98 così scrisse a Brahms:- La n°4 è stupefacente,originale,personale esolida come una roccia. Una forza incomparabile dall’inizio al fine- Come al solito Brahms eraassalito da mille dubbi. A questo lavoro dedicò due estati quelle del 1884 e 1885 trascorsein una amena località della Stiria:Murzungschlag. Completato il lavoro, scelse per la primauna piazza un po’ defilata ma un direttore di talento e amico. Meiningen, il 25 ottobre 1885la quarta cominciò con un trionfo il suo viaggio attraverso i palcoscenici di tutto il mondo.Erano presenti il langravio d’Assia, il pianista inglese Frederic Lamond, noto allievo epupillo di List, oltre all’assistente di Von Bulow, un ragazzo nativo di Monaco di Baviera,tale Richard Strauss. Resosi conto probabilmente di avere raggiunto un limite difficilmentevalicabile Brahms non torno più sul genere sinfonia.Molte sono le novità formali: il primo tempo finisce in fortissimo, la tonalità è davveroinusuale: un lontano e un po’ misterioso mi minore. Osserviamo che né Mozart, néBeethoven, né Schubert hanno scritto sinfonie in mi minore, Haydn una sola ( la Trauerdel 1772 ) su 104. Dovranno passare altri tre anni perché Ciaikowsky con la sua quintaritorni su questa tonalità. Non saprei dire il perché ma qualcosa di lontano e inesplorato cideve pur essere nel mi minore orchestrale.Alto elemento di novità è l’uso del triangolo nel terzo movimento, nelle sinfonieprecedenti non era previsto.Lo si trova nelle opere e nei balletti , nel grande repertoriosinfonico no almeno fino a quel momento;successivamente Mahler ne farà abbondanteuso.

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I vertici espressivi sono, a mio parere, il secondo e quarto movimento.Il secondo (Andante moderato) è un prodigio di semplicità e di poesia ma dal punto divista espressivo nasconde mille insidie che spetta al direttore di dipanareopportunamente. Si ascolti attentamente, l’attacco in f dei corni su un tema misterioso eremoto, alla seconda e terza misura viene rinforzato da oboi e fagotti sempre in f. poiBrahms segna un diminuendo che finisce in pp, i corni tacciono, entrano i clarinettiinsieme ai fagotti ( pp sempre legato è scritto) che servono a bilanciare il pizzicato degliarchi a sua volta in pp, però tutti gli archi quindi il “peso” sonoro è notevole. Sembra facilein realtà non lo è affatto. Ho ascoltato decine e decine di attacchi di questo movimento,bisogna bene intendersi su quella parola moderato; tenendo un tempo molto comodo inmodo da realizzare bene il passaggio f verso pp da realizzarsi in una mezza battuta in 6/8.Furtwangler (BPO) parte lentissimo aggiunge una piccola pausa prima della forchettariesce a creare un senso di arcana lontananza semplicemente strepitoso. Basta accelerareun poco (Weingartner – LSO) e la poesia svanisce, resta una marcia neanche troppocoinvolgente.Straordinario è il quarto movimento (Allegro energico e passionato – si noti la curiosadicitura italiana) la ricapitolazione della sinfonia ma anche di una vita. Il movimento altronon è se non una ciaccona introdotta da otto battute semplicissime di tutta l’orchestra(archi esclusi) scandite in f in tempo di ¾ variate 30 volte cui si aggiunge una trionfalecoda .Brahms dunque ricollega il passato (la ciaccona al modo di Handel) al presente (lospirito romantico) con un occhio al futuro (variazione continua tanto apprezzata daSchonberg). Mentre Brahms” armeggiava” alla sua quarta, Mahler era intento a comporrela sua prima. Con Mahler si chiudeva il fantastico racconto che Haydn aveva iniziato 150anni prima.Esecuzione video proposta: Leonard Bernstein, Wiener Philarmoniker in un concerto dalvivo del mese di ottobre del 1981.

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3 -Le sinfonie di Brahms e i suoi interpreti

La discografia e la videografia delle sinfonie di Brahms è semplicemente immensa, tutti igrandi (e meno grandi) direttori di ieri e di oggi le hanno incise, in molti casi più volte nelcorso della carriera quasi a voler segnare l’evoluzione del gusto o documentare punti divisti affatto diversi.Non ho la possibilità in questa sede di stilare una discografia sistematica e commentata,ciò che richiederebbe tempi lunghissimi producendo un testo, senza esagerare, dicentinaia e centinaia di pagine.Vorrei indicare però qualche linea di riflessione per chi volesse acquistare le quattrosinfonie di Brahms ascoltandole con attitudine di studio e di analisi.Tutti i direttori di scuola tedesca (Kempe, Jochum, Bohm, Sawallich ecc) le hanno incise ere incise, sono esecuzioni sostanzialmente uguali, solide, equilibrate, frutto di una messa apunto costruita con molteplici esecuzioni in concerto, in più con il vantaggio delleorchestre tedesche di rango che dispongono di ottoni dal suono leggermente chiuso eambrato perfetto per Brahms. Di tutta evidenza si tratta di “timonieri” esperti che arrivanoalla fine con sicurezza e senza scossoni. Tutto bello sì ma emozioni ? bè poche in verità.Ci sono poi gli italiani che a modo loro hanno fatto scuola: Cantelli, De Sabata, Chailly,soprattutto Giulini: fraseggio nobile, tempi mossi, estrema cantabilità e attenzione allevoci interne. Da tenere in attenta considerazione.Fra i grandissimi meritano un breve commento ad hoc le versioni lasciateda:Toscanini,Karajan Walter e Furtwangler.Del maestro italiano esiste la versione ufficiale incisa negli States con l’orchestra dellaNBC. Della prima sinfonia esiste anche un video di ottima qualità (dal vivo 3 novembre1951). E’evidente il rigore ritmico e la maniacale attenzione ai dettagli (Toscanini insieme aJochum è uno dei pochi che esegue tutti i ritornelli delle tre sinfonie ove sono indicati)però il suono è legnoso tipico della NBC orchestra; osservando il video si nota il ben notogesto toscaniniano tutto tempo e chiusure, è chiaro che così il suono resta corto, non corre,togliendo alle esecuzioni quel fascino nordico tipico di Brahms. Esiste però una versioneregistrata a Londra per l’inaugurazione della Royal Festival Hall. Si era nel mese di ottobredel 1952 ,fu scelto un tutto Brahms .Il ciclo fu, fortunatamente per noi, registrato e ci èpervenuta una registrazione di buon livello che ci tramanda un’esecuzione tesa e vibranteassecondata da un eccellente orchestra specie nel settore fiati e ottoni. Il suono corre lungo.Questa, non quella con l’NBC, è la versione da conoscere.Karajan ci ha lasciato 3 cicli completi , oltre ad uno in video ( dal vivo 1 e 2 maggio 1973)con i Berliner Philarmoniker che erano a quell’epoca un’orchestra semplicementeportentosa in tutte le sezioni. Karajan ha una visione molto drammatica, i contrastidinamici sono, per quanto possibile, estremamente marcati a scapito di una dimensionecantabile e notturna dei movimenti lenti..Peccato il vezzo per me insopportabile di Karajandi farsi riprendere a dirigere a occhi chiusi simulando chissà quale estatico rapimento.Bruno Walter,come tutti sanno, è interprete d’elezione di Brahms.Dal punto di vistadiscografico ricordiamo che il primo ciclo completo fu inciso con i Wiener Philarmonikernel 1937 , purtroppo non più disponibile. Semplicemente imprescindibile è il ciclorealizzato con la New York Philarmonic ( febbraio 1951 – dicembre 1953).Negli anni 1959-60 ormai ritiratosi dall’attività direttoriale Walter tornò su questi capolavori conun’orchestra discografica creata ad hoc per lui per queste sessioni chiamata ColumbiaSymphony. Alcune prime parti della New York Philarmonic furono inserite nel corpo

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della Los Angeles Philarmonic. Le differenze fra le due versioni ci sono eccome poiché 10anni non solo pochi soprattutto per l’età del direttore ( Walter all’epoca delle ultimeincisioni aveva quasi 85 anni ).Luminosità e trasparenza nel suono sono una caratteristicadi Walter che qui risaltano a meraviglia oltre a un supremo equilibrio fra la parti, i tempisono giusti, si ha l’impressione che non potrebbero essere altri che così.Ultimo del mio excursus ma primo per importanza è il lascito di Furtwangler che Brahmsamò tanto e diresse innumerevoli volte. Del grande maestro berlinese ci sono pervenute 9versioni della prima,3 della seconda, 3 della terza,4 della quarta ( J.Ardoin FurtwanglerRecord) , i Berliner fanno la parte del leone con una decina di esecuzioni. Furtwangleraveva in sommo grado la capacità di andare piano creando una tensione spasmodicasenza slabbrare il tessuto polifonico. Come facesse è , almeno per me , un mistero. IlBrahms che ne esce è epico e tragico, il finale in morendo della terza sembra ildissolvimento dell’universo,l’Andante moderato della quarta viene da rotanti mondiremoti , l ‘Allegro energico finale è di tellurica potenza. Si può dissentire da questa visionecosì accesa e radicale, ma non si può non restare affascinati dalla coerenza estrema deldisegno sotteso. Provare per credere. Io le frequento da circa 50 anni !

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