Italia parola greca usata dallo storico siracusano Antioco nel V secolo a.C. per definire una...

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Italia

• parola greca usata dallo storico siracusano Antioco nel V secolo a.C. per definire una piccola zona dell’entroterra di Locri, nella punta meridionale dell’odierna Calabria.

• Questa definizione si estese col tempo tino a comprendere, nel IV secolo, anche la Puglia, la Campania e le aree interne osco-sannitiche. Quando poi il dominio romano raggiunse la pianura padana, passò ad indicare un territorio esteso fino al Po, come emerge dai testi di autori del III-Il secolo a.C. (Plauto, Polibio).

Italia pre-proto-storica

• Un mosaico di popoli • Le prime tracce della presenza

umana in Italia risalgono all’età della pietra parti di scheletro rinvenute in provincia

di Frosinone e di Forlì risalgono a circa 750.000 anni fa

Homo erectus.

VII-VI millennio a.C.. L’arrivo dell’agricoltura

• prime comunità di villaggio – risiedevano stabilmente in una località, – costruivano case di mattoni d’argilla, – allevavano bestiame – coltivavano in particolare orzo,

frumento, farro, legumi.

• in Puglia risalgono al VII millennio circa

IV millennio a.C. L’età del rame

Intorno al V millennio cominciò a diffondersi, a partire dal Vicino Oriente, la fusione del rame. La tecnica è difficile e il metallo raro e

presente solo in determinate regioni: in molti casi venne dunque importato.

Per questo fu considerato un bene prezioso e la sua presenza nelle tombe contraddistingue personaggi di alto rango

Di questo periodo «uomo del Similaun».

III millennio a.C. - età del bronzo

– gli insediamenti divengono ancora più stabili; – in alcuni casi i centri abitati si circondano di cinte di

protezione; – si sviluppano i primi commerci a lungo raggio per procurarsi lo

stagno. – Nelle sepolture si coglie la differenza fra i vari strati della

popolazione: i membri della classe dominante sono seppelliti con un ricco corredo di armi e oggetti in bronzo; alcune donne con preziosi monili.

– Si diffonde l’uso di tesaurizzare la ricchezza, accumulando in appositi ripostigli oggetti in bronzo, lingotti o pregiati manufatti, come pugnali e asce.

– In Italia l’età del bronzo vede l’emergere di culture particolari:

• delle palafitte in alcune regioni del Nord• delle terramare in Emilia• dei nuraghi in Sardegna.• Appenninica, in varie forma, lungo la dorsale (vedi ad es. Sanniti)

Civiltà nuragica

• Una cultura del tutto particolare si sviluppò in Sardegna dal II millennio a.C. fino alla conquista romana. – la popolazione era composta da

contadini, ma soprattutto da pastori-guerrieri, che abitavano in villaggi di capanne situati per lo più su altopiani.• In caso di pericolo essi si rifugiavano,

insieme ai loro animali, dentro altissime torri di pietra a tronco di cono, chiamate nuraghi.

– se ne conservano circa 7000 in tutta la Sardegna

I Nuraghi

• Il loro nome deriva probabilmente dal sardo nurra nel suo duplice significato di «mucchio» e di «cavità».

• All ‘inizio erano edifici isolati a forma di torre circolare, costituiti da grosse pietre squadrate con ampi spazi interni, percorsi da scale «a chiocciola» e con coperture a volta.

• verso la fine dell’età del Bronzo, a moltissime torri isolate si addossarono altre torri minori producendo schemi architettonici differenti, nei quali le diverse strutture erano unite tra di loro da mura rette o curvilinee.– Le forme di questi villaggi che aderivano perfettamente alle

asperità del terreno, erano le più diverse: a tre, quattro e anche sei lobi, dove i lobi erano dati dalle torri periferiche.

Mereu

Struttura di un nuraghe complesso

tombe

tempio

Funzione di queste strutture

varie sono le ipotesi fatte• Fortezze, mausolei, trofei, silos• più probabile, una funzione quotidiana e civile di

questi edifici. Nelle torri si viveva e ci si rifugiava nei periodi di guerra.

• a fianco del borgo nuragico, il tempio (uno o anche due) e grandi complessi sepolcrali che per le loro dimensioni furono detti «tombe dei giganti».– Dalla distribuzione dei villaggi nuragici si deduce che il

territorio doveva essere diviso in tanti piccoli reami-stato.

Una ipotesi di diffusione dei ceppi linguistici indoeuropei

2000-1000 circa: migrazioni indoeuropee. Principali popolazioni

insediate in Italia

Latini Lazio

Siculi Sicilia orientale

Veneti Veneto-Friuli

Umbri Italia centrale appenninica

Sabini Lazio meridionale

Sanniti Abruzzo, Molise, Campania

Piceni Marche-Abruzzo

Iapigi Puglia meridionale

Culture della media età del Bronzo

Palafitte

Nella zona che corrisponde al Veneto, al Trentino e in parte alla Lombardia, vivevano, nell’età del bronzo, cacciatori e pescatori in villaggi di case di legno, sostenute da alti pali infissi nell’acqua di fiumi, di laghi o in terreni paludosi.

Queste abitazioni, dette palafitte, consentivano di disporre di una costante riserva idrica e, allo stesso tempo, trovavano proprio nell’acqua un’efficace difesa contro l’assalto di nemici e animali selvatici.

Resti dei pali di fondazione dell’area palafitticola di Ledro

Terramare

In Emilia venivano costruite palafitte anche se il terreno era asciutto (ma molto ricco di umidità); poi gli abitanti le proteggevano scavando tutt’intorno al villaggio un fossato, riempiendolo d’acqua.

«terramare» da «terra marna», che in dialetto emiliano significa: terra grassa. costituita dalla decomposizione delle palafitte i contadini fino al secolo scorso la usavano

come concime naturale, vi trovavano anche oggetti di bronzo.

Esempio di villaggio terramaricolo

Gli abitanti delle terramare• coltivavano vari tipi di cereali (grano, orzo e

miglio) – (…lo sappiamo proprio dai resti dei pasti che gettavano

sotto il pavimento della terramara)

• allevavano pecore, capre e maiali – Lo sappiamo dai resti di ossa e dagli escrementi

• furono tra i primi ad utilizzare il cavallo per il trasporto e la guerra. – Resti di bardature-finimenti

• Erano abili produttori di ceramica e lavoratori del legno e dei metalli.– Resti di cocci

Oggetti ritrovati nella terramara

Prima Età del Ferro

La cultura villanoviana

dal villaggio di Villanova vicino a Bologna

Intorno al 1000 a.C. si assiste ad una nuova trasformazione.

Nell’Italia centrale gli abitanti non vivevano più in palafitte ma in capanne; lavoravano ancora il bronzo, ma avevano imparato a conoscere il ferro.

Urna femminile

elmo

Stele funeraria

vasellame

Askos, vaso rituale

Ricostruzione di capanna villanoviana

Struttura della capanna

Stele con abitazione

Urna a capannaUrna maschile

Urna femminile

Adottavano anche un diverso rito funerario:

incinerazione. deponevano le ceneri dei defunti in piccole urne di terracotta (raramente di bronzo) che riproducevano la forma delle capanne dove vivevano, oppure in urne a doppio cono, chiuse da un elmo per indicare l’uomo, da una ciotola per indicare la donna. La civiltà villanoviana si sviluppò in Emilia, Umbria, Toscana, alto Lazio e parte della Campania; venne gradatamente assorbita da quella etrusca che occupò all’incirca la medesima area geografica.

I VENETI

• una popolazione di origine illirica • si stanziarono nella parte

orientale della pianura padana e nell’area prealpina (Este e Padova sono i centri principali);

• la loro cultura (atestina) è vicina a quella villanoviana, come testimoniano i ritrovamenti nelle necropoli e nei santuari.

Illiria

I popoli appenninici

• Osco-Umbri – nell’Italia centrale, nell’entroterra adriatico fino all’alto

corso del Tevere. – Sette tavole di bronzo ritrovate presso la città di Gubbio (di

qui il nome di Tabulae Iguvinae) ci tramandano, in osco-umbro, i nomi delle divinità e alcune pratiche religiose.

• Sanniti• Più a Sud vivevano Lucani e Bruzzi.

Lungo la dorsale appenninica vivevano tribù di pastori seminomadi, costretti a seguire pecore e capre nella transumanza

I Sanniti

• Il territorio abitato dai Sanniti, nella parte centro-meridionale della penisola italiana, era chiamato dai suoi abitanti Safinim i quali designavano se stessi come Safineis. In latino Safinim divenne per assimilazione Samnium, da cui i Romani derivarono il termine Samnites per designare gli abitanti.I Greci li chiamavano Saunitai e la loro terra Saunitis popolazioni italiche nel IV secolo a.C.

Leggi le note

Esempio di civiltà appenninica

Il loro territorioLe terre riconducibili alla permanenza sannitica costituivano una vasta area del territorio peninsulare, all'epoca delimitata a nord dalle pendici meridionali dei monti della Maiella e dalle terre dei Marsi e dei Peligni, al sud dai territori degli Iapigi e delle colonie greche, ad est dal Tavoliere delle Puglie e dalle coste adriatiche e ad ovest dalla Pianura Campana. E’ costituita da un territorio morfologicamente vario composto da pianure, altopiani e dorsali appenniniche, quest'ultime pur non essendo invalicabili, sicuramente rappresentarono un ostacolo al transito di gente e merci. Proprio questa particolare morfologia permise per molto tempo al popolo che l'abitava di controllare una gran porzione dell'Italia meridionale.

I tratturi

Ver Sacrum

Celti, Fenici e Greci

• Tre popoli provenienti dall’esterno ebbero un ruolo importante nella storia dei popoli italici, a partire dal IX-VIII secolo a.C.

• Nell’Italia meridionale vennero fondate le prime colonie greche

• nello stesso periodo si affermava, nel bacino occidentale del Mediterraneo, la potenza fenicia attraverso la sua colonia Cartagine. – I Cartaginesi stabilirono solide basi in Sicilia e Sardegna e

trovarono l’alleanza degli Etruschi, a quel tempo la più potente delle popolazioni italiche. Venuti presto in urto con i Greci, che minacciavano il loro monopolio sulle rotte commerciali dell’Ovest, i Fenici ne bloccarono l’ulteriore espansione.

• Verso il VII sec. a.C. infine, un altro popolo, meno civile ed estremamente bellicoso, si affacciò dalle Alpi, portando saccheggio e devastazione fino alle porte di Roma: i Celti.

I Celti

• I contatti commerciali fra i Celti e le popolazioni italiche erano già avviati da tempo quando, verso il VII sec. a.C., i primi gruppi di Celti passarono i valichi alpini per stabilirsi nella nostra penisola.

• Nei secoli successivi, bande di Celti, desiderose di prede e di ricchezze, puntarono sui ricchi centri della valle del Po, che all’epoca si trovavano sotto l’influenza etrusca.

Toponimi di origine celtica

• Numerosi toponimi (nomi di luogo) ricordano una fondazione celtica, perlopiù attraverso la mediazione del latino.– Milano (Mediolanum, semplificato da Medioplanum)

deriverebbe dal celtico mid-ianda, «in mezzo alla pianura».

– Belluno, da bhel, splendente e dunum, fortezza. – Bergamo, da bergh, monte e hem, casa.– Brescia, da briga, colle.– Bologna, da bona, castello, attraverso il latino Bononia. – Ravenna, da rava, frana.

I primi celti in Italia

insubri

orobi

leponti

Culture di Golasecca