Intervista di Emanuela Teruzzi (Techweek) a Mario Derba

Post on 06-Mar-2016

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Emanuela Teruzzi (Techweek) intervista Mario Derba sulla strategia Cloud di Oracle

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Niente di nuovo per Oracle, si continua sulla stessa strategiaimpostata un anno fa, sia dal punto di vista software siahardware. Un segnale di forte determinazione e coerenza, perchéla spinta sull’innovazione da parte delle aziende ha bisogno dicontinuità. I quattro pilastri di Oracle – Best of breed, Cloud,Industry e Vertical integration – sono confermati per il 2014 tantoquanto l’impegno in Ricerca e Sviluppo (5 miliardi di dollari loscorso anno) e in acquisizioni (6 miliardi negli ultimi due anni).“Nessuna azienda investe così tanto in acquisizioni per cercare nuoverealtà da inglobare al fine di fare crescere l’offerta e il business”. E’Mario Derba, Sales VP South Europe Systems, a commentarela strada intrapresa da Oracle e ribadita dal ceo Mark Hurd loscorso settembre a Oracle OpenWorld. Nel segno della continuità,in un mondo in cui i trend di mercato danno ragione allospostamento verso il cloud delle proposte dei vendor.

Mario Derba, Sales VP South Europe Systems di Oracle

“Sulla nostra offerta cloud ci sono oggi dati incoraggianti, 25 milioni di25 milioni diutenti collegati a Oracle Cloudutenti collegati a Oracle Cloud, e l’impressione che Oracle fosse inritardo negli scorsi anni è stata colmata con investimenti e acquisizioni,che ci hanno permesso di incrementare la strategia annunciata nel

Oracle, verso un cloud pragmatico

2012 – sottolinea Derba -. Quando acquisiamo, noi nonQuando acquisiamo, noi nonintegriamo, noi assimiliamo, senza perdere tempointegriamo, noi assimiliamo, senza perdere tempo e guardandoalla profittabilità della nostra azienda. La nostra forte execution, ribaditaanche da Hurd, fa si che si tengano le persone migliori di ogni team,che vengono assimilate in Oracle, che l’azienda acquisita si uniformivelocemente all’uso delle nostre tecnologie, senza perdere tempo nelrisistemare i processi”.

Alcune dinamiche che spingono l’innalzamento del livello diattenzione delle aziende verso il cloud: l’esplosione dei dati èavvenuta negli ultimi due anni (90%) e ci si aspetta crescerà di 50volte entro il 2020, i 9 miliardi di device Internet in circolazionediventeranno 50 miliardi entro il 2020, l’87% della popolazionemondiale è mobile e i social network guidano l’esperienza utentecon forti ripercussioni sui business delle aziende. “L’attenzione aiL’attenzione aidati nelle aziende a noi torna utile perché Oracle si occupadati nelle aziende a noi torna utile perché Oracle si occupafondamentalmente di gestire datifondamentalmente di gestire dati e dobbiamo fare in modo di faredialogare anche il mondo Machine to Machine con i dati strutturati –sostiene Derba-. In questo scenario, stanno giocando a nostro favorele spinte verso big data e mobile. Si ritorna alla centralità del dato,Si ritorna alla centralità del dato,strutturato,strutturato, alla pressione sui budget divorati per immagazzinare dati,allo spinta verso soluzioni integrate. A tutte queste pressioni noiA tutte queste pressioni noirispondiamo con le macchine Exarispondiamo con le macchine Exa e con lo sviluppo di progetti adhoc per ogni singolo cliente” sottolinea Derba. Una offerta che vedela famiglia Exadata ottimizzata per la data center consolidation ela famiglia Exalytics per la gestione degli analytic e della BI e cheviene proposta ai clienti anche in un approccio graduale: esistonomodalità contrattuali che, nel caso il cliente non se la senta diabbracciare l’innovazione, permettono di procedere per soluzionivia via scalabili con il supporto di un team europeo – Insight – cheoffre consulenza al cliente. “Disegniamo scenari in cui il cliente sipossa ritrovare, anche confrontando la sua realtà con le nostre bestpractise in ambito data center” precisa Derba.

In Italia si è superata la vendita di cento Exadata ma – scherza

Derba – “un Exadata non fa primavera”“un Exadata non fa primavera” perché il suo utilizzo puòessere diverso: chi lo implementa per consolidare il database, chiper posizionarsi sul private cloud, chi come primo passo versouna visione infrastrutturale. Pochi sono coloro che scelgono ilcloud in modalità completa, con clienti ancora preoccupati ditattiche di riduzione dei costi ma senza che queste sianoaccompagnate da una vera tattica di innovazione. Mentre inSpagna Oracle ha già visto adottare importanti soluzioni di Iaas(Zara ne è un esempio) e di Paas, in Italia rimane per molti ancoradifficile delegare fino all’infrastruttura e alla piattaforma. “Per ilprossimo anno ci aspettiamo che anche mondi più conservatori, conapplicazioni mission critical, possano valutare soluzioni di cloudsoluzioni di cloudprivatoprivato in modo significativo – precisa – tenendo conto che anche leapplicazioni stanno subendo una profonda trasformazione”.

Giovanni Ravasio, Application Country Leader di Oracle

Un tema toccato questa settimana a Milano alla Oracle CloudApplication Day 2003 dove Giovanni Ravasio, ApplicationCountry Leader di Oracle, nel presentare gli annunci di OracleOpenWorld alla platea italiana (l’offerta Oracle Cloud e l’OracleMarketPlace) ribadisce quanto sia alta l’attenzione al cloud delleaziende, con il 70% delle realtà che pensa al cloud come unabilitatore del business. “Il cloud deve essere integrato nelleaziende, per questo rendiamo disponibili applicazioni di business fruibilivia browser e presto ci troveremo in realtà miste,realtà miste, che hanno datacenter evoluti, offerte on premise, processi di cloud integrati e soluzioni

di private cloud realizzate anche con il supporto dei nostri partner. E’E’un dato di fatto che serva modernizzare le applicazioni vecchieun dato di fatto che serva modernizzare le applicazioni vecchiedi almeno vent’anni in molti settoridi almeno vent’anni in molti settori, e tutto quello che è sulle nostreapplicazioni on premise può dialogare con le nostre applicazioni incloud, un esempio di come il nostro cloud voglia essereil nostro cloud voglia esserepragmaticopragmatico”. Una affermazione che va di pari passo con leaspettative di Derba.

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