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Implicazioni della malattia e delle cure sulla sessualità e sulla fertilità nell’uomo
Reggio Emilia 15 ottobre 2010
La Radioterapia
Alessandro Muraglia
Ogni anno sono sottoposte a radioterapia circa 120000 persone
(censimento AIRO 2007)
Ruolo fondamentale della radioterapia nell’approccio
multidisciplinare della patologia oncologica
13,2 %
dei pazienti sottoposti a radioterapia sono affetti da neoplasia della
prostata.
Trattamento radioterapico che impatta maggiormente sulla
sessualità maschile
Negli ultimi anni si è rilevato un aumento dell'incidenza del
carcinoma prostatico, che attualmente, in molti Paesi occidentali,
rappresenta il secondo tumore più frequente nel sesso maschile.
Tale evenienza si spiega essenzialmente con l'aumentato uso, in
questi Paesi, della determinazione dell'antigene prostatico
specifico (PSA), in forma di screening e la conseguente diagnosi di
un numero molto elevato di carcinomi asintomatici e preclinici.
43000 nuove diagnosi di tumore della prostata
Circa 11000 pazienti affetti da tumore della prostata trattati con
radioterapia nel 2007
La radioterapia viene utilizzata a scopo:
radicale (con l’intento di eradicare la malattia clinicamente
localizzata)
adiuvante (dopo intervento chirurgico, pT3,r+)
di salvataggio (dopo intervento chirurgico, mancato azzeramento
del PSA)
in palliazione (metastasi ossee)
Percorso del paziente
Prima visita
Preparazione
TC –simulazione
Trattamentodalle 28 alle 39 sedute
Follow-up
Prima visita radioterapica
spiegare al paziente indicazione, alternative terapeutiche,
effetti collaterali
consigli alimentari
appuntamento per simulazione
Tc-simulazione
(TSRM, medico, fisico)
acquisizione dei parametri necessari per l’esecuzione del
trattamento
individuazione dell’isocentro e tatuaggi (per pianificazione e
riproducibilità del trattamento)
Posizionamento
TC: Acquisizione dei parametri geometrici
Tatuaggi
Definizione dei volumi(medico. In base a parametri clinici)
Piano di cura(fisico)
DVH (dose ricevuta dai tessuti in relazione al volume)
Terapia
(TSRM, medico)
dalle 28 alle 39 sedute (60-78 Gy)
tutti i giorni dal lunedì al venerdì
impegno quotidiano 30 minuti (6-8 settimane).
Visite in trattamento, programmate e al bisogno.
Anatomia e strutture vicine
Effetti collaterali acuti In genere dopo la terza, quarta settimana di terapia:
cistite: infiammazione della vescica, accompagnata da uno stimolo più frequente a urinare e talvolta da una sensazione di bruciore;
problemi intestinali: possono comprendere incontinenza fecale, diarrea, urgenza rettale anche in assenza di feci, bruciore o fastidio anale, ,
in casi rari sanguinamento rettale;
fatigue: senso di debolezza generale.
Follow-up
prima visita di controllo a tre mesi dal termine della radioterapia
poi
visite ogni 6 mesi (con esami di sangue ogni 3 mesi)
Effetti collaterali tardivi
disfunzione erettile:
incapacità di raggiungere e/o mantenere una valida erezione e, quindi,
di avere rapporti sessuali soddisfacenti;diminuzione o scomparsa del liquido seminale;
irritazione dell’intestino o della vescica:
l’irradiazione può indebolire i vasi sanguigni che
irrorano la vescica e il retto con conseguente comparsa
di tracce di sangue o di vero e proprio
sanguinamento nelle urine e nelle feci;
modificazione delle abitudini intestinali:
comparsa di meteorismo e perdita di muco, oppure svuotamento dell’intestino
anche più volte al giorno.
L’eziopatogenesi delle DE dopo RTE è verosimilmente riconducibile ad un
fenomeno assai complesso e multifattoriale, in cui probabilmente entrano
in gioco danni neurologici, vascolari (sia venosi che arteriosi) nonché
cause psicogene.
Secondo stime attendibili, disfunzioni erettili (DE) di vario grado insorgono
nel 36-59% dei pazienti trattati con RT a fasci esterni (RTE) per un CaP
Conseguenze sull’attività sessuale
Pre-requisiti necessari affinché avvenga l’erezione peniena :
1.flusso arterioso attraverso le arterie pudende ed accessorie
2.tessuti erettili ben funzionanti, che assicurino un adeguato
“intrappolamento” ematico a livello penieno (il cosiddetto
meccanismo veno-occlusivo) necessario affinché l’erezione,
una volta raggiunta, venga mantenuta
3.apporto di ossido nitrico (NO) da parte dei nervi cavernosi
ai tessuti penieni.
Diverse sono quindi le strutture anatomiche potenzialmente
coinvolte nell’eziopatogenesi della DE radio-indotta. I tentativi sin
qui condotti di correlare in modo univoco l’insorgenza di DE dopo
RTE con la dose erogata al bulbo penieno (BP), ai fasci
neurovascolari, alla crura e/o alle arterie pudende interne, hanno
dato risultati contradditori.
Correlazione fra dose al bulbo penieno e insorgenza delle disfunzioni
Mack Roach III et al. analizzando nel 2004 il rischio di impotenza
nei 158 pazienti potenti all’atto dell’arruolamento nel protocollo di
dose-escalation RTOG 9406, avevano individuato in una dose
mediana al BP 52.5 Gy il parametro maggiormente predittivo del
rischio attuariale a 5 anni di impotenza post-irradiazione
Più recentemente, i ricercatori del Medical Research Council
(MRC) hanno individuato una correlazione statisticamente
significativa tra dose al BP ed alla crura (r = 0.82, p < 0.0001),
osservando inoltre come una dose 50 Gy erogata a 90% del
bulbo (D90) risultasse indipendentemente predittiva
del rischio di DE
Crura
STUDIO –DUE
Identificare le strutture implicate nell’insorgenza dell’effetto collaterale e le dosi oltre le quali può
insorgere
correlazioni tra variabili fisico-dosimetriche e cliniche e rischio di insorgenza di DE dopo RTE
Progressi tecnologici in radioterapia
Consentono di eseguire trattamenti sempre più efficaci in termini di controllo di malattia e meno
tossici (mediante l’aumento della dose al bersaglio radioterapico e la riduzione della dose ai tessuti sani,
IMRT, IGRT)
Acceleratore lineare
TomoTherapy (IMRT-IGRT)
Piano Tomo (IMRT)
IGRT
“Non ci può essere amore per la scienza se non c’è amore per l’uomo.” Ippocrate
Grazie per l’attenzione