Il vangelo si annuncia insieme - Istituto San Lucano li accoglieranno, per iniziare insieme un...

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20 � preti LA DIFESA DEL POPOLO1 OTTOBRE 2017

� La prima volta, c’è sempre dascontare un pizzico di imbaraz-zo. Ma poi l’atmosfera si scio-

glie e l’altare si popola man mano disorrisi, abbracci, pose sempre più rilas-sate. Uno a uno, a salire sono i nuoviparroci che hanno appena prestato giura-mento. E questa volta, per la prima vol-ta, non sono soli: a ricevere dalle manidel vescovo un’icona e il mandato, li ac-compagnano i rappresentanti delle co-munità parrocchiali che tra qualche gior-no li accoglieranno, per iniziare insiemeun cammino di fede in cui – lo ricorda ilvescovo Claudio – «si procede insieme,per annunciare e custodire il vangelo».

Si conclude così la settimana che i“preti in cambiamento” hanno vissuto avilla Immacolata, insieme al vescovo eai vicari episcopali. Giorni di fraternità,segnati però anche da interrogativi pro-fondi e dalla consapevolezza che l’oggi

è attraversato da questioni cruciali. Laprima coinvolge proprio quelle comuni-tà parrocchiali chiamate simbolicamentea stringersi attorno ai loro parroci: se es-se rappresentano davvero “i villaggi e lecittà” in cui Gesù continua a passare, sevivono dentro un territorio che attendeancora di sentir risuonare la bellezza delvangelo, la domanda che il vescovo pro-pone non ha nulla di retorico: «Siamoancora adeguati? Strutture, abitudini,tradizioni che abbiamo ereditato, sonoancora efficaci strumenti di annuncio? Enoi, sappiamo portare un contributocreativo, che rinnovi e adegui questo pa-trimonio? Perché non siamo qui a con-servare, ma a far vivere il vangelo».

Serve un insegnamento condiviso, incomunione – sottolinea ancora il vesco-vo – che sia soprattutto insegnamentocon la vita. Per una comunità che vogliaessere davvero testimone del messaggio

di Cristo, non c’è altra strada. Ma perpercorrerla, bisogna cambiare. Meglioancora, bisogna voler cambiare: «Se ipreti diminuiscono – sottolinea il vicariogenerale don Giuliano Zatti – se nonpossiamo più garantire la presenza di untempo, le parrocchie muoiono o sonocapaci di pensarsi in altro modo? Abbia-mo due pericoli speculari: quello delclericalismo e quello che le comunitàcontinuino a sentirsi sempre dipendentida un prete. Oggi dobbiamo invece re-stituire al ministro ordinato un compitodi episcopè, di presidenza, di sintesi; e lecomunità devono sentire che la bellezzae la responsabilità del vangelo sono ditutti, e non possono essere delegate».

L’altra grande questione che il ve-scovo pone riguarda i preti anziani. Nelmomento in cui lasciano la parrocchia,specie quando è stata la loro casa e fa-miglia per decenni, è impossibile non

avvertire il peso del cambiamento, la fa-tica della novità. Eppure, non è tempo ditirare i remi in barca. «Non si va in pen-sione – ricorda don Claudio – si smettesolo di esercitare una responsabilità di-retta e si apre una stagione di frutti nuo-vi, liberi da tante incombenze. Ci aspet-tiamo allora di più da voi: più generosi-tà, sobrietà, spirito, disponibilità, perchéè adesso che si vede la verità di quello incui avete creduto e che avete predicato».

Uno dei nuovi parroci non ha potutoesser presente. Ma i laici ci sono, e sal-gono anch’essi sull’altare: «In fondo, iovi affido al vostro nuovo parroco, ma af-fido anche lui a voi...». Uno dei vecchiparroci vuole accompagnare il suo suc-cessore, e lo abbraccia mentre riceve ilmandato. La fatica del cambiamento c’è,e dovremo tutti farci i conti. Ma il cam-mino è iniziato.

�Guglielmo Frezza

Nella foto in alto, i partecipanti alla settimana durante “l’uscitaformativa” di giovedì 21 a Barbarano Vicentino. Qui sopra,

il vescovo in un momento della mattinata conclusiva .

� Chi si recasse a villa Im-macolata a Torreglia merco-

ledì prossimo, nel giorno in cui lachiesa ricorda san Francesco, siimbatterebbe in una cinquantinadi preti con due religiosi accom-pagnati dal vescovo Claudio, riuni-ti per confrontarsi e discernere sutemi vitali per il cammino dellachiesa di Padova. Si tratta delconsiglio presbiterale diocesano,uno dei due polmoni attraversocui la riflessione del vescovo pren-de respiro, grazie al dialogo e alpensiero condiviso; l’altro è il con-siglio pastorale diocesano.

Come dice lo stesso nome, ilconsiglio presbiterale, oltre a es-sere composto da sacerdoti, ha lafunzione di affrontare i temi postialla sua attenzione dal presule oda uno dei suoi membri in una di-namica di discernimento comuni-tario, per poi offrire al vescovoesattamente un consiglio. L’orga-

nismo si ritrova quattro volte al-l’anno (in due casi l’incontro duraun’intera giornata) e poi partecipaall’incontro congiunto che que-st’anno è in programma per ilprossimo 24 febbraio. Lungo l’an-no pastorale scorso, buona partedella riflessione è stata dedicataall’opportunità di aprire la nuovamissione in Etiopia.

Del consiglio, oltre a donClaudio, fanno parte i membri didiritto, cioè i vicari episcopali donGiuliano Zatti, don Leopoldo Vol-tan, don Gabriele Pipinato e donMarco Cagol, e il vicario giudizialedon Tiziano Vanzetto. Ci sono poi imembri di nomina vescovile, innumero variabile (in questo mo-mento cinque sacerdoti), un rap-presentante per i preti di ogni vi-cariato, uno per le ultime classi diordinazione (preti giovani) e duereligiosi. Infine fanno parte delconsiglio il delegato per i diaconi

permanenti, e dunque don Raffae-le Gobbi, fresco di nomina, il 4 ot-tobre farà il suo esordio, e il coor-dinatore dell’équipe per i preti an-ziani, don Giuseppe Masiero, cheperò è già membro di nomina ve-scovile. I membri del consiglioeleggono poi la presidenza, di cuifanno parte il moderatore, donPaolo De Zuani parroco di Sar-meola, e il segretario, don StefanoManzardo assistente unitario egiovani dell’Azione cattolica.

Ogni sacerdote esprime in for-ma personale il proprio consiglio,ma nel metodo di lavoro dell’orga-nismo spesso i rappresentanti deivicariati sono chiamati a coinvol-gere le congreghe, come capiteràmercoledì 4 ottobre.

Al centro dell’attenzione ci sa-rà l’identità della comunità parroc-chiale, la relazione tra parrocchievicine e il vicariato. Lo stesso te-ma che anche il consiglio pastora-

le affronta nella sua riunione del30 settembre. I sacerdoti riflette-ranno a partire da un foglio di la-voro su cui ci saranno poi deigruppi di condivisione. Nel corsodel pomeriggio ci si concentreràsulla verifica del lavoro svolto dalconsiglio da sottoporre alle con-greghe vicariali dei sacerdoti.

Il consiglio presbiterale perstatuto è anche l’organismo cherappresenta tutti i 662 presbiteridella diocesi. È dunque lo spazioin cui si esercita la fraternità delclero diocesano attorno al propriovescovo e dove di volta in voltaavvengono gli aggiornamenti “difamiglia”, sullo stato di salute deisacerdoti padovani.

Anche il consiglio presbiteralesta per concludere il proprio man-dato quinquennale. All’ultimo in-contro dell’anno, a maggio 2018,l’organismo si ritroverà rinnovato.

�Lu. Bo.

I parroci hanno ricevuto il mandato con i “loro” laici

Il vangelo si annuncia insieme

La settimana per i “preti in cambiamento”si è conclusa con l’“invio” dei parroci nelleloro nuove comunità. Un momento intensoanche per la presenza dei membri deiconsigli pastorali parrocchiali. C’è stato un “affidamento reciproco” tra preti e laici

CONSIGLIO PRESBITERALE Il 4 ottobre c’è il primo incontro dell’anno e si parla di comunità

Confronto e discernimento sui temi vitali per la nostra chiesa

�ch

iesa

Nelle foto di queste

due pagine (di Giorgio

Boato), alcuni

momenti della

celebrazione“di invio”

dei parroci,che si

è tenutavenerdì 22settembre

a villaImmacolata,

durante la settimanaper i preti in

cambiamento.