Post on 16-Feb-2019
Il problema demenzaLa situazione attuale delle UVA in Toscana
Quale possibile futuro
Carlo Adriano Biagini
Studio di Rotterdam: nuovi casi di demenza (n/1000 persone all’anno) tra i 60 e i 79 anni [dato aggiustato per età]:-tra il 1990 e il 1995-tra il 2000 e il 2005
Schrijvers E.M.C. et al., Neurology, 2012
Abbot A, Nature, 2011
Fonte: World Alzheimer Report, 2009
Italia: stima dei casi di demenza sulla base di prevalenza odierna e invecchiamento atteso
SNLG-Regioni – Sindrome Demenza - Diagnosi e Trattamento, 2011
Elaborazione dati ISTAT
Italia: Indice di dipendenza strutturale Anni 2011 -2065 valori % (scenario centrale)
Statistiche report, ISTAT 28 Dicembre 2011
Alzheimer Europe Office, 2010
Costi diretti Costi informali Somma
Svezia 33.981 3.502 37.483
U.K. 26.200 14.736 40.936
Francia 9.914 15.206 25.120
Italia 4.591 24.100 28.691
Russia 2.250 2.786 5.036
Stima del costo annuo di un caso di demenza
Stati Uniti – anno 201056.000 dollari all’anno per ogni paziente Stima spesa per Demenza compresa fra 159 e 215 milioni di dollariDestinata a raddoppiare nel 2040Costi diretti 109 milioni dollari Costo diretto pz con cardiopatia 102 milioni di dollari, per pz oncologici 77 milioni di dollari
Finanziamento della spesa sanitaria
Rielaborazione the European Hose-Ambrosetti su dati CGIL, Centro interregionale Studi e Sole 24Ore, 2012
Statistiche report, ISTAT 10 Dicembre 2012
Indicatori di povertà o esclusione sociale (Europa 2020) Anni 2010 e 2011, per 100 persone
Incidenza di povertà assoluta per età della persona di riferimento. Anni 2010 -2011, valori %
Statistiche report, ISTAT 17.07.2012
Come affrontare il problema in espansione con sempre minor risorse?
L’unica strada percorribile appare
• Sviluppare Cultura/Formazione/Ricerca
• Ottimizzare le risorse esistenti o in programmazione per arrivare ad un’organizzazione che garantisca un’efficiente disease management
• Sviluppare interventi a basso costo che favoriscono la domiciliarità
Le risorse esistenti
• Medico di Medicina Generale (cure primarie)
• Unità Valutativa Alzheimer (UVA)
• Unità Valutativa Multiprofessionale (UVM) della
Zona-Distretto / Società della Salute
• Rete dei servizi tradizionale + Nuclei Alzheimer
in RSA (NA-RSA) e Centri Diurni Alzheimer(CDA)
Le UVA in Toscana: situazione attuale
• Il Direttivo della sezione Toscana
dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria
(AIP) nel 2010 ha promosso la realizzazione di
un coordinamento delle UVA Toscane al
quale hanno aderito tutte le UVA
• Il coordinamento delle UVA ha aderito al
progetto UNIVA avendo come riferimento il
Direttivo dell’AIP Toscana
Un progetto dell’AIP per creare a livello nazionale
una rete di UVA “esperte”, che si assumono il
compito di coordinare altre UVA della propria area
geografica, allo scopo di migliorare la qualità
dell’assistenza, attraverso attività di formazione,
messa a punto di procedure cliniche e di ricerca.
Coordinamento UVA – Toscana: obiettivi
• Formazione (partecipazione progetto UNIVA)
• Condividere un modello comune nelle diverse realtà
territoriali, valorizzando le diverse specificità
• Condivisione di protocolli di valutazione
neuropsicologica di 1° e 2° livello in uso nelle UVA
• Collaborazione con le Istituzioni nel promuovere
l’integrazione fra UVA, MMG, UVM con implementazione
delle caratteristiche “terapeutiche” di Centri Diurni e nuclei
Alzheimer RSA � risposte pronte, flessibili, temporanee
• Arrivare ad una raccolta dati comune standardizzata
(cartella elettronica)
Argomenti trattati:
Idrocefalonormoteso
I servizi per la
demenza
Coordinamento UVA – Toscana: obiettivi
• Formazione (partecipazione progetto UNIVA)
• Condividere un modello comune nelle diverse realtà
territoriali, valorizzando le diverse specificità
• Condivisione di protocolli di valutazione
neuropsicologica di 1° e 2° livello in uso nelle UVA
• Collaborazione con le Istituzioni nel promuovere
l’integrazione fra UVA, MMG, UVM con implementazione
delle caratteristiche “terapeutiche” di Centri Diurni e nuclei
Alzheimer RSA � risposte pronte, flessibili, temporanee
• Arrivare ad una raccolta dati comune standardizzata
(cartella elettronica)
Coordinamento UVA – Toscana: obiettivi
• Formazione (partecipazione progetto UNIVA)
• Condividere un modello comune nelle diverse realtà
territoriali, valorizzando le diverse specificità
• Condivisione di protocolli di valutazione
neuropsicologica di 1° e 2° livello in uso nelle UVA
• Collaborazione con le Istituzioni nel promuovere
l’integrazione fra UVA, MMG, UVM con implementazione
delle caratteristiche “terapeutiche” di Centri Diurni e nuclei
Alzheimer RSA ���� risposte pronte, flessibili, temporanee
• Arrivare ad una raccolta dati comune standardizzata
(cartella elettronica)
Risultati QuestionariOttobre-Novembre 2011
Coordinamento delle UVA ToscaneCoordinamento delle UVA Toscane
Le UVA Toscane: collocazione ed attività
Questionario Coordinamento UVA Toscana AIP – Progetto UNIVA
Rete dei servizi
Le UVA Toscane: prestazioni particolari
Questionario Coordinamento UVA Toscana AIP – Progetto UNIVA
Le UVA Toscane: collegamento con il territorio
Questionario Coordinamento UVA Toscana AIP – Progetto UNIVA
Le UVA Toscane: figure professionali
Questionario Coordinamento UVA Toscana AIP – Progetto UNIVA
• Come ottimizzare le risorse esistenti o
in programmazione per arrivare ad
un’organizzazione che garantisca
un’efficiente disease management?
Organizzare le “cure primarie ”
La L. 189/2012 (come già previsto nell’Accordo Collettivo Nazionale per la Medicina Generale vigente dal 29.7.2009) conferma l’istituzione di:
• Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT)• Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP)
L’ottica è quella di passare dalla medicina tradizionale alla medicina di iniziativa
1 - promuovere la
cooperazione fra tutti i
produttori di servizi per
malati cronici
2 - finalizzare alle sole
cronicità una parte
delle risorse del sistema
assistenziale
3 - promuovere il
self-management
4 - affidare prevenzione
e cura a team
multiprofessionali e
multidisciplinari
6 - rendere l’accesso ai
dati clinici completo e
rapido
5 - riferirsi a percorsi
assistenziali EBM e
standard assistenziali;
audit e formazione
Pazienti esperti e attivi Professionisti formati,
informati e proattivi
Il Chronic Care Model per gestire le cronicità
MEDICINA DI INIZIATIVA
The challenges posed by dementia are not going away anytime soon.
Medical professionals have an obligation to detect and manage this
devastating chronic disease in ways that are known to be effective,
albeit not curative. Physicians should participate in this effort by making
detection of dementia in its early stages and implementation of
dementia care a priority. Major goals are to manage comorbidities and
to prevent hospitalizations. Hospital stays are very difficult for patients
with dementia as they are more likely to require restraints, develop
delirium, or experience falls, thus prolonging stays and increasing costs.
Effective ambulatory care that prevents hospitalizations through
proactive dementia detection and management is a major and realistic
priority in the public health response to dementia.
JAMA 307(2):197-8, 2012
DEMENZA: un attuato/attuabile modello di Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale
Letti per acuti
Day Service
Day Hospital
ADI, CD, RSA
Modulo Alzh. in RSA
CD Alzheimer
ADI Alzheimer
Pronto Soccorso
DEMENZA: un possibile sviluppo di modello per il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale
Letti per acutiDay ServiceDay Hospital
ADI, CD, RSA
Modulo Alzh. in RSA
CD Alzheimer
Pronto Soccorso
Cure PrimarieAFT - UCCP
UVA
Percorso diagnostico-terapeutico
Percorso assistenzialeFormazione
continua
Come utilizzare i NA -RSA e i CDA?
Occorre dare ai NA-RSA e ai CDA un obiettivo terapeutico “forte” in modo che la spesa sostenuta oltre a migliorare la qualità di vita al paziente ed ai suoi familiari comporti successivamente all’intervento una riduzione dei costi complessivi
• Causa più frequente di istituzionalizzazione• Causa più frequente di prescrizione
farmacologica• Causa più frequente di intervento medico• Aumento della disabilità• Causa di stress grave dei caregiver• Ridotta qualità di vita del paziente e del
caregiver• Aumento dei costi economici della malattia
Disturbi psichici e comportamentali Disturbi psichici e comportamentali nelle demenzenelle demenze
“ un ’appropriata gestione dei sintomi comportamentali nella
demenza è cos ì importante per la qualità della vita dei soggetti affetti da questa malattia, quanto lo è la gestione del dolore per i soggetti
affetti da cancro ”
Volicer, 2003
EFFICACIA DEL CENTRO DIURNO
- 12
- 10
- 8
- 6
- 4
- 2
0
2
CB
I (T
1-T
0)
p = 0.010
Caregiver Burden Inventory (CBI)
Disturbi del comportamento e stress del caregiver dopo due mesi
-12
-10
-8
-6
-4
-2
0
2
4
6
8
10
12
14
NP
I (T
1-T
0)
p < 0.001
Neuropsychiatric Inventory (NPI)
Centro Diurno
Domicilio
Mossello E et al., Int J Geriatr Psychiatry, 2008
Disturbi del comportamento e stress del caregiver
ASL 4 di Prato: Servizi per la popolazione anziana
0
20
40
60
80
ingresso dimissione
NPI
0
20
40
60
ingresso dimissione
CBI
Centro Diurno Alzheimer temporaneo di Narnali Gennaio 1999 – Luglio 2007
p < 0.001p < 0.001.
A. Bavazzano
Outcome nella demenza in Nucleo Alzheimer vs. RSA (1)
E. M
osse
llo, P
isto
ia, 0
2.10
.09
Prognosi a 18 mesi di 349 soggetti in Nucleo Alzheimer (ASCU) vs. 81 soggetti in RSA (NH) della Lombardia
(Nobili A et al., Alzheimer Dis Assoc Disord, 2008)
Outcome nella demenzain Nucleo Alzheimer vs. RSA (2)
Nucleo Alzheimer
RSA
(Nobili A et al., Alzheimer Dis Assoc Disord, 2008)
Qualificare i servizi per non autosufficienti
• ri-orientare tutte le RSA ed i CD per non autosufficienti, con caratteristiche specifiche di ambiente, organizzazione e personale, tenendo conto che la maggior parte degli ospiti presenta deficit cognitivi e talora disturbi comportamentali correlati
Anziani ricoverati in RSAcaratteristiche clinico -funzionali
Modificata graficamente da Lattanzio et al., 2010
1971 anziani in RSA ToscanaFunzioni cognitive: test di Pfeiffer
punteggio
0 = funzioni
intellettuali
intatte
% c
um
ula
tiv
a
Il 52% dei soggetti
presenta
deterioramento
severo (>8)
Case-Mix degli ospiti: C.Lorini – M. Mecacci, 2011
Il National Institute for Clinical Excellence (NICE) nella Linea Guida 042 espressamente individua nella Memory Clinic il riferimento unico per il paziente, per i famigliari e per il Medico di Medicina Generale in tutte le fasi della Demenza, dalle prime manifestazioni amnesiche agli stadi terminali.
PROPOSTA
“Sperimentazione del modello Memory Clinic sul territorio regionale toscano, attuabile attraverso le strutture già esistenti”
A. Bavazzano , L. Tonelli - Toscana Medica n°6, 2012
NB. Il Medico diMedicina Generale garantisce la continuità dell’ osservazione e delle “cure”
Diagnosi (Valutazione e indagini specialistiche)
Pianificazione dell' assistenza
Trattamento farmacologico malattia e sintomi
Trattamento non farmacologico
Follow-up
Assistenza e cura
Invio a strutture dedicate
Counseling Counseling per il Caregiver
Formazione del personale Formazione
Formazione del Caregiver
Informazione Campagne di social marketing
Ricerca Ricerca applicata
Memory Clinic: si coordina con l’U.V.M.
A.Bavazzano – L. Tonelli
Memory Clinic: risultati attesi
• diagnosi precoce S. Demenza;
• disponibilità di un unico servizio cui fare riferime nto;
• possibilità di consultazione in urgenza per scompens o
comportamentale;
• monitoraggio delle “cure” con attivazione di un serv izio
di “consulenza telefonica” 24h per 7 gg a settimana;
• supporto formativo e informativo per il “caregiver” ;
• contenimento delle ospedalizzazioni;
• riduzione del rischio di istituzionalizzazione;
• cure palliative a domicilio nel fine vita.
Although patients with dementia are considered to have a
terminal illness, they are often subjected to or continued on
therapies that can lead to unnecessary suffering. Palliative care,
which strives to provide patients with a peaceful and dignified
final phase of life, is an important treatment approach for these
patients. This article discusses several palliative care practices that
can be incorporated into the care of individuals with dementia,
including strategies for minimizing the medical burden on patients
(eg, reducing polypharmacy), assessing for and managing pain,
and managing psychiatric symptoms or syndromes (eg, delirium,
depression, sleep disturbances).
Annals Long-Term Care 20(1):21-6, 2012