Post on 20-Feb-2019
Reduci dal successo ottenuto
con la precedente edizione e,
avendo avuto dalla scuola
l’opportunità di ripetere l’e-
sperienza del progetto
“Giornali-amo”, abbiamo il
piacere di presentarvi la se-
conda edizione del nostro
giornalino. Ancora una volta
a guidarci e coordinarci in
questa avventura è stata la
Prof.ssa Luciana Bono; que-
sta volta, noi redattori, siamo
stati anche i protagonisti del
progetto di informatica
“Start2”: con questo progetto
abbiamo acquisito le compe-
tenze informatiche che ci
hanno permesso di trascrive-
re al computer gli articoli
redatti e impaginarli con il
programma Publisher. In
questa esperienza siamo stati
guidati dalla Prof.ssa Vita
Barranca.
Nella nuova edizione abbia-
mo mantenuto il logo e il
nome del precedente giorna-
lino e dato una impaginazio-
ne che continueremo anche
nelle prossime.
Nel nostro giornalino trove-
rete una sezione riguardante
“HOBBY, CURIOSITA’ E
MUSICA” in cui ci raccon-
tiamo parlando dei nostri
hobby o dei nostri gusti mu-
sicali o, semplicemente, par-
liamo di qualcosa che ci ha
incuriosito; una sezione
“SCUOLA FACENDO”
dove abbiamo l’opportunità
di far conoscere quanto di
interessante e vario facciamo
nella nostra scuola; infine,
“RIFLETTENDO SU…”,
una sezione che ci permette
di raccontare le varie iniziative a cui
partecipa la nostra scuola su temati-
che di particolare rilievo su cui ap-
punto riflettere. Nella redazione di
alcuni articoli del giornalino abbia-
mo coinvolto anche tutti quei nostri
compagni della scuola che avuto
qualcosa da voler raccontare.
A questo punto non ci resta che pre-
sentarci e augurare a tutti voi una
buona lettura.
La redazione
Aionitoi Marcela 2E
Bertolino Antonio 2F
Cangelosi Alessio 2F
Cinquemani Ylenia 2E
Collica Riccardo 2E
Cusumano Alessandra 1F
Donancricchia Antonio 2C
Drago Rosy 2E
Ferro Giuseppe 2A
Guzzardo Giuseppe 2C
Leto Cristian 2E
Lo Iacono Alice 2F
Lunetto Leonardo 2E
Mandalà Martina 2C
Mineo Sofia 2E
Minore Antonio 2A
Pezzino Antonino 2E
Saraceno Luigi 2E
Vadakomoco Dijabaté 2E
Vivona Maria Grazia 2C
Zuppardo Patrick 2C
Caporedattrici:
Prof.ssa Luciana Bono
Prof.ssa Vita Barranca
CONTINUA LA NOSTRA AVVENTURA DI
GIORNALISTI …
Il privilegio di leggere al Privitera
La redazione di “Privi-leggendo”
Seconda Edizione A.s. 2017 /18
LA NOSTRA SCUOLA UNITA DA UN GRAVE LUTTO:
Un grave lutto ha raccolto tutti noi
attorno alla famiglia del nostro
carissimo Professore Giuseppe
Cancilleri, già assente dalla scuola
da alcuni mesi a causa di una gra-
ve malattia. Per commemorare il
nostro prof., tutti noi alunni della
scuola Privitera assieme ai nostri professori, alla nostra
Dirigente e a Padre Giuseppe, ci siamo riuniti in palestra
per un minuto di silenzio. E’ stato davvero molto emozio-
nante vedere tutti noi in completo e assoluto silenzio, quasi
un miracolo, segno del grande rispetto e affetto che abbia-
mo voluto manifestare al nostro professore. Padre Giusep-
pe poi, in chiesa, ci ha detto che per un minuto eravamo
stati dei veri adulti. Durante il corteo abbiamo fatto un pic-
colo cordone umano con in mano un garofano rosso ciascu-
no e, poi, a Messa, i nostri compagni della classe 2A e 3A
hanno suonato con il flauto “Dolce sentire” e il nostro com-
pagno Samuele Randazzo, con la tromba, ha suonato il
“Silenzio”. All’uscita abbiamo fatto volare i palloncini
bianchi davanti la Chiesa mentre usciva il feretro. Questo
triste evento è stata occasione per dimostrare, prima di tutto
a noi stessi e poi ai nostri prof., che, quando vogliamo, sia-
mo capaci di essere dei veri adulti! Grazie prof. Cancilleri
… T.V.V. B.
Le Caporedattrici di “Privi-leggendo”
La redazione
Pagina 2
LA FILARMONICA DELL’ISTITUTO
“PRIVITERA-POLIZZI”: UN’ECCELLENZA!
La nostra Scuola, si sa, non è un Istituto ad indirizzo musicale!
Questo, però, non ha impedito alla nostra Dirigente, la Prof.ssa
Rosa Maria Rizzo, di approvare nel 2014 un progetto musicale
per la creazione di un’Orchestra composta da fiati e percussio-
ni. Il progetto è stato ideato e realizzato dal Prof. Fabrizio Pa-
lazzolo e, successivamente, ampliato grazie alla formazione di
un gruppo corale, curato dalla Prof.ssa Bruna Giordano. Da
quel progetto è nata, appunto la Filarmonica.
La Filarmonica è composta da 50 elementi: ci sono, nel coro, i
bimbi della primaria insieme a quelli della secondaria, alunni
frequentanti ed ex alunni (che fanno da tutor) nell’orchestra.
Per il biennio scolastico 2016-
18, la Filarmonica vanta, unico
caso a livello Nazionale, la clas-
sificazione a numerosi concorsi
e ben quattro primi premi vinti!
Lo scorso anno, partecipando al
concorso Nazionale “Indicibili
In canti”, promosso dal MIUR,
la nostra Filarmonica si è classi-
ficata al I posto fra le scuola
d’Italia non ad indirizzo musicale. Per l’occasione, i nostri ra-
gazzi hanno ritirato il premio direttamente a Roma, esibendosi,
diretti dal Prof. Palazzolo, davanti all’ex Ministro dell’Istruzio-
ne Valeria Fedeli e al Presidente del Comitato per l’Insegna-
mento della Pratica strumentale, l’ex Ministro Luigi Berlinguer.
Ad aprile di quest’anno è arrivato un altro successo: i musicisti
del Privitera-Polizzi hanno vinto, a Caccamo, il 1° Premio asso-
luto (con un punteggio di 98 su 100!) al 23° Concorso Naziona-
le Musicale per Giovani Musicisti, organizzato dall’associazio-
ne Amici della Musica “B. Albanese” di Caccamo.
Lo scorso mese, i nostri alunni, hanno vinto il 1° Premio al
Concorso Musicale indetto dall’USR Sicilia in occasione
dell’anniversario dell’assassinio di Padre Pino Puglisi e si esibi-
ranno al Teatro Massimo di Palermo il 1° Ottobre. Alla notizia
la nostra Preside ha dichiarato: “Risultato meritato a fronte di
tanto impegno da parte del Prof. Palazzolo per gli strumenti e
della prof.ssa Giordano per il solfeggio e lo studio dei nostri
ragazzi. Sono particolarmente orgogliosa di aver portato avanti
questo progetto e portare Partinico al Teatro Massimo, in
nome di Padre Puglisi, mi colma di emozione e gioia!”
Ultimo in ordine temporale ma non certo di prestigio, è stata
la comunicazione dell’avvenuta vittoria (anche questa volta
un 1° posto assoluto!) al
Concorso per Ensemble
vocali e strumentali
“Abbado Award 2018-
MUSICA INSIEME” in-
detto dal comune di Fieso-
le e patrocinato dal MIUR.
L’esibizione e la premia-
zione avverranno il 21
giugno presso il Castello
di Fiesole.
Inoltre, il nostro coro, oltre ad essersi già esibito il 9 marzo
presso la Chiesa di S. Chiara a Ballarò, ha partecipato a giu-
gno al “Concertone!” per “Cori al Centro! Voci bianche in
centro storico”, in occasione della Giornata Internazionale
della Musica, col patrocinio del Comune di Palermo, dell’As-
sessorato alla Cultura, della Città Metropolitana di Palermo,
l’evento conclusivo della stagione 2017/2018 per Palermo
Capitale della Cultura.
La redazione
Pagina 3
L’ENNESIMO 1° PREMIO PER LA NOSTRA FILARMONICA:
il Concorso “B. Albanese” di Caccamo
Di Antonio Minore, classe 2 A e Giuseppe Guzzardo, classe 2C
Spinti dalla curiosità di sapere e conoscere meglio i componenti della Filar-
monica, in occasione dell’ennesimo I premio vinto, abbiamo fatto un’intervi-
sta a dei nostri compagni, Josephine (che suona il clarinetto) e Simone (che
suona il flicorno). Ecco l’intervista:
Mi fate una piccola presentazione di voi stessi?
Josephin: Mi chiamo Josephine suono il clarinetto, ho 12 anni e faccio parte
della Filarmonica Privitera-Polizzi.
Simone: Mi chiamo Simone suono il flicorno e anch’io faccio parte della Filarmonica.
Cos’è il flicorno?
Simone: Il flicorno è uno strumento in ottone; fa parte, appunto, della famiglia degli ottoni e viene suonato con un bocchino.
Come mai hai sviluppato interesse per questo strumento?
Simone: All’inizio suonavo il pianoforte, poi, grazie ai Prof. di musica, ho conosciuto questo strumento e ho iniziato ad incu-
riosirmi! Conoscevo già il progetto Filarmonica, così ho “abbandonato” il pianoforte e mi sono legato a questo strumento.
Da quanto tempo fate parte della Filarmonica?
Simone e Josephin: Noi facciamo parte della Filarmonica da circa un anno e mezzo
Che cosa è e chi fa parte della Filarmonica?
Josephin: La Filarmonica è un gruppo strumentale e corale; ne fanno parte alcuni ragazzi del Privitera-Polizzi, a partire dalla
terza elementare; i nostri Maestri sono il Prof. Fabrizio Palazzolo e la prof. Bruna Giordano che si occupano, rispettivamente,
della parte strumentale e corale.
Ci parlate del vostro ultimo successo?
Il nostro ultimo successo è stato a Caccamo quando abbiamo vinto il 1° Premio classificandoci al 1° posto assoluto, (con un
punteggio di 98 su 100!) al 23° Concorso Nazionale Musicale per Giovani Musicisti organizzato dall’associazione Amici
della Musica “B. Albanese” di Caccamo.
Ci parlate di questo concorso?
Il Concorso, indetto dall’Assessorato Regionale al Turismo e spettacolo del Comune di Caccamo, ha avuto la durata di una
settimana; hanno partecipato circa 160 gruppi strumentali provenienti da tutta Italia; la giuria era presieduta dal compositore
Nunzio Ortolano. Per la premiazione, diretti Prof. Palazzolo, alla presenza della nostra Preside, dei nostri genitori e di un va-
sto pubblico, ci siamo esibiti in concerto.
Come è stata questa esperienza?
È stata un'esperienza fantastica! Abbiamo provato bellissime emozioni date, soprattutto, dal riconoscimento avuto in un con-
corso così di prestigio!
Avete già previsto altri progetti per il futuro?
Sì abbiamo previsto altri concorsi e alcuni li faremo anche a breve; poi ci sarà anche un concerto che faremo a fine anno.
Mi dici alcuni buoni motivi per far parte della filarmonica?
Josephine: In primo luogo per la realtà musicale che portiamo avanti con questo progetto: emozionante, educativa, formati-
va… poi, le soddisfazioni che abbiamo dalla musica e, altra cosa da non sottovalutare, i legami che si creano fra di noi che
siamo un gruppo unito come sanno esserlo proprio le bande e i gruppi musicali.
COREPLA: UN CONCORSO
PER SENSIBILIZZARE AL
RICICLO
Scritto da: Cinquemani Ylenia e Mineo
Sofia, classe 2 E
Copy by: Pezzino Antonino, classe 2 E
Noi alunni della classe 2 E, coordinati
dalle Prof.sse Lucia Taormina (la nostra
insegnante di scienze) e Luciana Bono,
abbiamo partecipato a un concorso in-
detto da “COREPLA”.
“Corepla” è un consorzio senza scopo di
lucro che ha come missione quella di
sensibilizzare i cittadini, le imprese, i
Comuni alla corretta raccolta differen-
ziata. Da una piattaforma digitale siamo
entrati nel mondo di COREPLA
SCHOOL CONTEST; all’interno della
piattaforma abbiamo trovato percorsi di
approfondimento didattico, informazio-
ni, suggerimenti e curiosità che ci hanno
permesso di comprendere ed elaborare
le tematiche inerenti la gestione re-
sponsabile dei rifiuti degli imballaggi in
plastica, utilizzando specifici strumenti e
metodologie.
Ci siamo divertiti molto a fare le 4 mis-
sioni! La prima missione ha messo alla
prova le nostre conoscenze sul mondo
degli imballaggi in plastica, sul riciclo e
su tutto quello che è necessario sapere
per un nativo ambientale.
Abbiamo poi creato uno SPOT RADIO,
dove noi ragazzi siamo diventati piccoli
pubblicitari e abbiamo utilizzato la radio
per lanciare il video-messaggio scritto
una canzone Rap, poi musicata con i bit
bot. La prova che ci ha fatto sperare
nella vittoria è stata la III, lo STO-
RYTELLING. Abbiamo composto un
racconto originale classificandocci all’8°
posto su quasi 300 scuole.
Nella quarta e ultima missione noi ragazzi
siamo stati invitati a realizzare un raccon-
to digitale, un VIDEOTELLING, sul te-
ma del riciclo degli imballaggi in plastica.
Anche se, alla fine, non abbiamo vinto, è
rimasta un’esperienza bellissima e forma-
tiva!
Ecco il nostro Storytelling…
UNA COMUNE E STRAORDINARIA
STORIA DI RICICLO
“Che meravigliosa fragranza profumata, che
colori brillanti, che simpatico e paffuto conte-
nitore colorato che sono…”
Salve a tutti! Mi chiamo Dixino e quella che vi
sto per raccontare è la strabiliante storia di
riciclo di tre comuni oggetti. Soleil, mi sa,
l’avete già conosciuta: è un’intrepida chiac-
chierona e l’unica del gruppo che quel giorno
non tremò di paura!
Quando? Quando la signora Roberta, si accor-
se, mentre faceva il bucato, che il detersivo
dentro di noi stava per finire e ci disse che,
dalla differenziata, saremmo stati portati al
centro di riciclo dei materiali in plastica dove,
le imprese dette “Riciclatori” ci avrebbero
donato una nuova vita.
Soleil, appunto, accolse la notizia con gioia:
era felice di potersi trasformare, di cambia-
re, e si immaginava già come un contenito-
re colorato, una sedia di design, una nuova
bottiglia, una cassetta per la frutta…
Verlina, invece, piangeva disperata. Proprio
lei, contenitore rosa di detersivo per la lana,
sempre gentile, timida e schiva, che avreb-
be fatto in un altro posto, in un'altra vita?
Cosa sarebbe diventata? Chi l’avrebbe
voluta? Il cambiamento la terrorizzava.
Anche io avevo paura ma, per il momento,
la cosa, proprio non mi toccava! Ero felice
del mio mezzo litro buono di bucato per
detersivi bianchi che ancora sguazzava fra
manico e tappo. Che motivo avevo di
preoccuparmi? E poi… meglio solo… avrei
avuto più spazio nell’armadietto!
Ma venne quel giorno! La sig.ra Roberta
prese Verlina e Soleil e, di loro, non seppi
più niente per parecchio tempo… fino a
quando, sentii nuovamente quella vocina
squillante provenire dalla scrivania dell’in-
gresso: era Soleil.
Con un balzo le arrivai vicino. Non credevo
ai miei occhi: si era trasformata in una co-
lorata lampada da tavolo, rosso fuoco, di
una graziosa forma circolare. Chiacchierava
con una sedia che guardai sbalordito. Era
lei: Verlina. Una sedia di design, in plastica
rosa e fuxia; sembrava un’onda colorata!
Era felice e mi raccontò che, dal centro di
rifiuto, era stata trasferita e aveva iniziato
un lungo processo di riciclo dove era stata
lavata e trasformata: “…Poi sono diventata
una nuova materia prima secondaria, una
MPS!” mi disse fiera.
E qui finisce la mia gioia! Io, rimasto a
casa, imprigionato in un ormai logoro con-
tenitore di plastica nera, privato del mio
tappo, ora sono una specie di dosatore per
detersivi, mentre loro, materiale riciclato, si
sono reincarnate in nuovi e meravigliosi
oggetti, entusiaste del nuovo ruolo!
Ha proprio ragione la pubblicità in tv: “La
plastica: troppo preziosa per diventare un
rifiuto!”
…Speriamo che presto arrivi il mio turno! Pagina 4
“MARIO SOFFIA SULLA CENERE”: UN FILM INTERES-
SANTE, DENSO DI SIGNIFICATO E DI EMOZIONI!
Scritto da Giuseppe Ferro 2^A
Intervista a cura di Sofia Mineo, Peppe Guzzardo, Maria Grazia
Vivona, Martina Mandalà e Antonino Pezzino
“Mario soffia sulla cenere” è un film davvero interessante! L’ab-
biamo visto in Auditorium insieme ai nostri insegnanti e al regi-
stra, Alberto Castiglione.
Il film è ambientato negli anni ‘80, in un paesino dell’entroterra
siciliana; all’interno di quest’arco temporale, si racconta la vita di
una famiglia e del suo rapporto con la terra che è lavoro, fonte di
sussistenza e di vita.
A causa della morte della nonna
Angela e di un amore inaspettato,
Mario rielabora il passato, la sua
infanzia, la morte del padre… e un
terribile segreto.
Ed è proprio il segreto che Mario si
porta dentro che lo allontanerà dalla
famiglia, dalla madre e dalle sue
origini.
Mario cercherà prima il dialogo e
poi la riconciliazione col fratello
Giuseppe.
Dopo la visione del film, abbiamo intervistato il giovane regista:
D1: Da quanti anni fa questo lavoro?
R1: Da quando avevo 21 anni.
D2: Questo film è tratto da una storia vera?
R2: Sì e no… alla base c’è una storia vera che mi è stata racconta-
ta qualche anno fa. Ho voluto cambiare alcune cose perché la ci-
nematografia è fatta da un po’ di realtà condita con la fantasia.
D3: Al di là della storia tragica in sè, la morte del padre, il segreto
di Mario … emerge la voglia del protagonista di andare a scuola…
R3: Sì… Mario è un bambino curioso, un bravo studente, costretto
a lavorare nei campi per aiutare la famiglia. Lui vuole studiare,
imparare … infatti diventerà un professore!
D4: Perché ha scelto questo titolo?
R4: E’ un titolo non facile ma è la metafora del film. La cenere, il
fuoco… la distruzione e la rigenerazione… nel mio film si parla di
perdono… ed è questo il messaggio che vuole lanciare il film,
come la cenere che, se soffiata, vola via… anche il rancore può
sparire!
Un gruppo di allievi della scuola con il regista
Alberto Castiglione
IL PICCOLO PRINCIPE CON SCRATCH
Scritto da Josephine Ferrante e Giuseppe Guzzardo,
classe 2 C
“Il Piccolo Principe” è veramente un libro per bambini?
Noi alunni della 2 C ci siamo resi conto che questo libro
non è solo per bambini, ma ci vuole dare un importante
insegnamento.
Abbiamo provato a rappresentare questa storia tramite
Scratch (un ambiente di programmazione multimedia-
le).
Abbiamo quindi creato una nostra versione di questa
storia, grazie anche all’aiuto delle professoresse Aurora
Agnello e Vinicia Varvaro.
Un gruppo di noi si è dedicato all’individuazione dei
concetti principali; un altro gruppo invece si è dedicato
alla ricerca di file multimediali e alla vera e propria
programmazione del progetto.
Ideare e programmare questo progetto non è stato sem-
plice, ma ci ha aiutato a capire il messaggio che ci vuole
trasmettere l’autore, vogliamo quindi lasciarvi con que-
sta breve citazione:
Ci sarà sempre un’altra opportunità
Un’ altra amicizia, un altro amore,
una nuova forza.
Per ogni fine c’è un nuovo inizio.
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PREMIAZIONE A.M.O.P.A. (Association des Membres de l’Ordre
des Palmes Académiques) La redazione
Congratulazione ai nostri ragazzi che hanno ricevuto “Manifestation de mèrite” per gli eccellenti risultati conseguiti
nello studio della Lingua Francese. A consegnare il prestigioso attestato è stata la Presidente Nazionale Dott.ssa Ida Rampol-
la all’interno della Sala de Seta dell’Istituit Francais di Palermo, nel corso della mattina di martedì 29 maggio, alla presenza
dell’attechee culturelle Valerie Le Galcher Baron ed un folto numero di studenti e genitori. A curare e coordinare l’evento,
per la nostra scuola, è stata la Prof.ssa Maria Gugliotta, referente DELF e insegnante di lingua francese dell’Istituto. Questi i
nomi dei premiati:
Scritto da: Aurora Mulè 3°D
Io e alcuni miei compagni quest’anno che eravamo al terzo anno abbiamo partecipato al “DELF”, un corso scolastico che si
svolge il pomeriggio che approfondisce la lingua francese. Il DELF è stato molto bello perché abbiamo imparato tante cose,
di cui alcune in classe non le abbiamo fatte. La prof. Gugliotta è stata bravissima perché spiegava le cose molto bene e non ci
faceva pesare per niente le ore di lezione che facevamo. Il DELF mi è servito molto perché ho chiarito molte cose, imparato
altre cose importanti. Consiglio a tutti di farlo perché è un’ esperienza unica.
Scritto da: Valentina Giuda 3°D
Durante il percorso iniziato ad Aprile per il DELF sono state comprese imparate e approfondite tanti argomenti. I ragazzi che
hanno partecipato al DELF hanno sviluppato competenze che prima non avevano o meglio le avevano ma non erano a questo
livello. E’ stato un percorso che ha lasciato qualcosa dentro di noi oltre l’ insegnamento che ci ha dato la professoressa Gu-
gliotta, l’ affetto e la passione per il francese, una lingua molto utilizzata ai giorni d’oggi dopo l’ inglese. Questa lingua ci
offre le porte nel mondo del lavoro, e se abbiamo difficoltà a trovarlo in Italia possiamo andare in Francia o nei paesi Franco-
foni. Questa è stata un esperienza fantastica e ha arricchito sia il nostro lessico che la conoscenza.
Scritto da: Claudio e Giuseppe 3°D
Secondo me l’esperienza del DELF è stata educativo è importante per l’insegnamento della lingua francese grazie alla profes-
soressa di francese che ci ha aiutati molto. Ci ha fatto fare un’ esperienza come se noi fossimo in Francia e quindi parlare tut-
to il tempo in francese. Io consiglio a tutti i ragazzi di partecipare al corso del DELF di francese.
I DELF… INI
UN’ ESPEPIENZA FORMATIVA: UN ANNO DI TRINITY
Di Alessandra Cusumano 1°F
Anche quest’anno gli alunni dell’ I.C. Privitera - Polizzi si sono preparati e hanno affrontato gli esami per la certi- ficazione
TRINITY. Da molti anni la nostra scuola è sede di esami TRINITY. Il TRINITY COLLEGE LONDON è il primo ENTE di
certificazione esterna del mondo e gli esami TRINITY hanno validità internazionale in quanto conformi agli standard previsti
nel CEFR. In particolare gli alunni del GRADE 2 sono stati impegnati nel PON “LIVE
THE LANGUAGE” un percorso di potenziamento della lingua inglese condotto dalla
prof.ssa Rosalba Ricupati, finalizzato alla certificazione TRINITY. Il progetto ha avuto la
durata di 30 ore e ha coinvolto ben 27 alunni provenienti dalle classi prime della scuola
secondaria di primo grado. Ha permesso ai ragazzi di potenziare le loro conoscenze, svi-
luppare le abilità linguistiche comunicative in situazioni concrete, stimolando le capacità
di ciascuno per favorire il loro successo e valorizzando le eccellenze. L’esperienza della
certificazione e degli esami è molto importante: noi ragazzi siamo stati motivati e coinvol-
ti direttamente nella pratica linguistica. Per noi partecipanti è stato molto bello lavorare
assieme e confrontarci; abbiamo migliorato la pronuncia, arricchito il nostro lessico, potenziato le capacità di listening e spel-
ling e, sicuramente, è aumentata la nostra autostima. Una grande occasione di crescita umana e culturale!
Mutolo Aurelio 2A
Pirreca Amanda 2A
Ligotino Andrea 2B Monte-
rosco Martina 2B
Ferranta Josephine 2C
Toia Alessio 2C
Patti Valeria 2D
Nobile Giorgia 2D
Aionitoi C. Marcela 2E
Lucca Diego 2F
D’Asaro Gaia 3A
Ortoleva Fabiana 3A
Amorello Simona 3B
Ligotino Martina 3B
Cannatella Pietro 3C
Rao Piergabriel 3C
Guida Valentina 3D
Viola Claudio 3D
Profetto Luca 3F
Puleo Francesco 3F
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PHILOSPHY FOR CHILDREN A SCUOLA!
di: Antonio Minore, 2 A
Continuano le nostre sessioni di PHILOSPHY FOR CHILDREN a scuola!
La Philosophy for Children ( = attività laboratoriale che promuove lo sviluppo
delle competenze riflessive e consente l’acquisizione di modalità meta-
cognitive capaci di sviluppare un modo di operare critico, complesso, flessibi-
le, interattivo e collaborativo) è un’attività che noi alunni apprezziamo molto
e, grazie alle nostre insegnanti, riusciamo periodicamente a ritagliarci uno spa-
zio per poterla praticare!
Venerdì 11 maggio è toccato a noi alunni della II A!
La sessione è iniziata dopo aver disposto le sedie a cerchio, al fine di riuscire
tutti a guardarci in faccia e facilitare il dialogo e l’espressione delle nostre opi-
nioni. Poi, dopo la lettura di un testo scelto dal nostro mediatore, il Dott. Vincenzo, contenente un dialogo tra un millepiedi e
una formica, noi studenti siamo stati invitati a formulare delle domande relative ad aspetti ritenuti problematici, interessanti o
curiosi nella lettura.
Una volta individuato un piano di discussione comune, frutto della negoziazione tra i diversi punti di vista, abbiamo proceduto
all’analisi del problema guidati sempre da Vincenzo che ha avuto il compito di facilitare il dialogo.
Alla fine della sessione abbiamo cercato una conclusione condivisa, un tentativo di risposta alla questione che avevamo indivi-
duato come problema.
L’attività si è conclusa con un’autovalutazione da parte del gruppo classe.
Per noi questa esperienza è stata meravigliosa e molto formativa e non vediamo l’ora di rifarla.
LOGICA CHE PASSIONE!
Anche quest’anno i ragazzi del nostro istituto hanno partecipato alle gare indette dal
Centro Pristem dell’Università Bocconi di Milano, sotto la direzione del Responsa-
bile dell'Istituto Prof.ssa Francesca Calagna e ai Giochi del Mediterraneo indetti
dall’AIPM coordinati dalla Responsabile Ins. Gaetana Bongiorno.
Entrambi sono stati una grande occasione per far cimentare i nostri alunni in positive
competizioni e far acquisire loro, giocando, competenze logiche spendibili in ogni campo. Un modo inoltre per far vivere la ma-
tematica non come calcolo e studio di formule ma come logica e creatività.
Martedì 29 maggio 2018, presso l’auditorium dell’Istituto Privitera, è avvenuta la
premiazione per i ragazzi partecipanti e per i primi tre classificati per categoria CE-
C1-C2 sia per i “Giochi d’Autunno 2017” che per i “ Giochi di Rosi 2018”:
Sono stati dati gli attestati per ciascun
alunno partecipante e le targhe persona-
lizzate per i primi tre classificati per
categoria e per fasi di gare.
Premiata Giacalone Flavia, alunna della
IB, che il 12 Maggio scorso a partecipato a Milano alla finale Nazionale dei
“Campionati Internazionali 2018”.
Un grazie a tutti gli alunni e insegnanti che, con il loro impegno hanno, ancora una
volta, dato lustro alla nostra scuola. Pagina 7
Questo il titolo dei P.O.N. a cui quest’anno ha partecipato la nostra scuola.
I P.O.N. (Piano Operativo Nazionale) sono dei progetti, finanziati dall’Unione Europea, che le scuole possono presentare per
dare opportunità formative in più a noi alunni.
La nostra scuola, grazie alla professionalità di tutto il personale docente e ATA e all’instancabile lavoro della nostra Dirigente
Rosa Maria Rizzo, anche quest’anno ha presentato tanti progetti PON che sono stati approvati e realizzati con grande entusia-
smo degli alunni e dei nostri docenti che ne sono stati Esperti e Tutor.
Questi i Moduli realizzati:
Esperto: Prof. S. Digato
Tutor: Prof. ssa V. Varvaro
Esperto: Prof. P. Saullo
Tutor: Prof. A. Giuliana
Esperto: Prof. F. Palazzolo
Tutor: Ins. Lo Piccolo
Esperto: Prof.ssa M.Rizzo
Tutor: Prof.ssa L. Bono
Esperto: Prof.ssa R. Ricupati
Tutor: Ins. M. Amodeo
Esperto: Prof.ssa F. Calagna
Tutor: Prof.ssa R.Sansone
Esperto: Ins. M. La Milia
Tutor: Prof.ssa G. Biundo
Esperto: Prof.ssa V.Barranca
Tutor: Prof.ssa R. Calagna
Pagina 8
PICCOLI “SCIENZIATI” AL PRIVITERA
Scritto da Cannatella A., Cannatella C, Drago B.. e Viviano F. della classe 3E
Quest’anno la scuola ha proposto un progetto PON di scienze dal titolo “Sperimento e imparo”. Molti di noi hanno dato l’adesione
soprattutto per curiosità, ma, dopo il primo incontro che ci ha stupiti e interessati, non ci aspettavamo infatti un laboratorio così
attrezzato e un’ambiente così accogliente, abbiamo continuato a frequentare con interesse e sempre pieni di entusiasmo. Abbiamo
potuto “sperimentare” un lavoro collaborativo tra due fasce d’età diverse; il labo-
ratorio infatti era aperto ai ragazzini della scuola primaria e a ragazzi della scuola
secondaria di primo grado. Abbiamo lavorato in team, i ragazzi più grandi hanno
fatto da tutor ai ragazzini più piccoli ed abbiamo
realizzato esperimenti molto interessanti distribuiti
in giornate a tema: un vulcano dentro e fuori di
noi, osservazioni al microscopio, scienze in cucina
e nella cosmetica con produzione di: maionese,
torrone, saponette e burro cacao e poi con l’aiuto
del Dott. Giacalone abbiamo visto come si indivi-
dua il gruppo sanguigno di una persona. A nostro
parere è risultato un progetto molto interessante da
riproporre negli anni a venire.
CONCORSO FOTOGRAFICO su “I SENTIERI DI MIRTO”
A seguito della manifestazione della “Settimana della Terra” svoltasi nel territorio partinicese il 21 ottobre 2017 con il Geoe-
vento “Trekking sui sentieri di Mirto”, che ha visto impegnate quasi tutte le istituzioni scolastiche di Partinico e numerose
associazioni, è stato indetto un concorso fotografico avente per tema la
fotografia naturalistica relativa all’escursione effettuata. Giorno 14
Maggio 2018 presso il Palazzo dei Carmelitani di Partinico si è svolta
la premiazione del suddetto concorso. Hanno ricevuto il premio, con-
sistente in una bussola da geologo, un rappresentante di ogni scuola.
Per l’I.C. Privitera Polizzi, è stato premiato l’alunno Mattia Usai della
classe 3B con la bellissima foto dal titolo “Forma alabastrata in un
blocco di travertino” scattata su un particolare di roccia.
Questa la motivazione con la quale è stata premiata la foto:
La foto rispecchia egregiamente il tema trattato portando lo spetta-
tore a comprendere facilmente il significato strettamente legato
alla geologia. La foto esce dallo stereotipo legato alla natura e
mantiene una struttura coerente alle attività svolte nei giorni della
V edizione della Settimana del Pianeta. Interessante la presenza
della lente di ingrandimento che è uno degli strumenti da portare
natura per osservare i dettagli di ciò che ci circonda e soprattutto
in questo caso ci aiuta a comprendere le dimensioni del soggetto
della foto.
Il Dott. M. Giacalone
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realizzato dal gruppo classe III C del nostro Istitu-
to e, nello specifico, dagli alunni D’Angelo P.,
Cannatella P., Di Maggio R., Ferro K., Impastato
A., Palazzolo J., Pupella I., Spataro A., guidato
dalla Prof.ssa Maria Concetta Gaeta .
Premiato anche l’elaborato “Il ‘68”, del gruppo
classe 3 sez. C dell’Istituto di Cinisi, guidato dalla
Prof.ssa Anselmo e quello della classe II B
dell’ITCG “C. A. Dalla Chiesa”, guidata dal Prof.
Basile.
La giuria
ha, inoltre,
selezionato
otto elabo-
rati tra i
trentotto
presentati dagli alunni della Primaria dell’Istituto
Cap. Polizzi, guidati dalle maestre Giusi Biundo,
Antonella Virga e Caterina Cannavò.
Importanti, significative e ricche di ricordi, le in-
terviste realizzate dai ragazzi al Prof. Gino Armi,
al maestro Nino Cinquemani, al Prof. Salvo Vita-
le, testimoni e fonti storiche di particolari vicende
che hanno caratterizzato il ’68 a Partinico. Un do-
veroso grazie al Prof. Lo Piccolo per l’importante
testimonianza su Giuseppe Casarrubea.
CONCORSO CASARRUBEA
Anche quest’anno il nostro Istituto ha bandito il
concorso in memoria di Giuseppe Casarrubea, già
Preside di questa scuola, storico e saggista, dal tito-
lo “Le nostre radici nella microstoria”. Il concorso
vuole dare rilievo alla microstoria, tematica a cui il
Prof. si è dedicato, sia quale substrato dell’evolu-
zione di grandi eventi, sia come indagine metodo-
logica storica e critica.
La premiazione è avvenuta il 7 giugno, nell’Audi-
torium della nostra scuola e ha visto l’entusiasta
partecipazione di docenti, discenti e genitori.
Per la II edizione sono stati scelti due temi; il primo
ha visto destinatari gli alunni delle classi V delle
scuole primarie del nostro territorio; il tema chiede-
va: “In un immaginario incontro una donna di oggi
si confronta con una donna del mondo antico greco
-romano, da te studiato. Tante le differenze della
loro condizione sociale! Rappresenta, anche con
disegni, questo immaginario dialogo”.
La seconda traccia era, invece, destinata agli alun-
ni delle classi III e del biennio delle scuole superio-
ri: “A cinquant’anni dalla sua manifestazione, il
Sessantotto ha lasciato eredità sociali e culturali
anche nel nostro territorio”; si chiedeva di elabora-
re, in forma personale e originale, uno dei filoni
rappresentativi del ’68, utilizzando ogni tipo di ma-
teriale quali documenti, testi musicali, interviste a
personaggi testimoni del periodo nella realtà loca-
le... La giura, composta dalla Prof.ssa Antonina
Addamo, Prof.ssa Regina Kierekgyarto, Dott. Ora-
zio de Guilmi, Prof. Salvatore Romano, prof. Mau-
rizio Casarubbea (membro onorario), ha premiato
l’elaborato multimediale “Nulla più come prima”,
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LA GITA DELLE CLASSI II IN SI-
CILIA: FOR YOU AND FOR ME!
Di: Mandalà Martina II C
Le gite organizzate dalla scuola sono
sempre un’importante momento di so-
cializzazione e di incontro con saperi e
conoscenze. Per me e i miei compagni,
quest’esperienza durata 4 giorni, è stata
molto significativa e mi ha permesso di
scoprire posti e storie meravigliosi della
nostra Sicilia!
Il 16 aprile 2018 siamo, infatti, andati a
visitare una parte di Sicilia Orientale.
La prima giornata l’abbiamo trascorsa a
Taormina, uno splendido comune in
provincia di Messina. Il simbolo di
Taormina è il suo Teatro Greco, che
sembra conservato intatto nel tempo; ha
molti gradini e la guida ci hanno raccon-
tato che i Greci, ogni sera, soprattutto
d’estate, facevano uno spettacolo che
cambiava di volta in volta.
Abbiamo visitato anche la chiesa di
"Santa Rita", decorata con quadri vivaci
e statue maestose.
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto il
nostro Hotel, accogliente e colorato,
dove a fine serata siamo andati a riposar-
ci.
Il secondo giorno, anch'esso molto im-
pegnativo, siamo andati alle "Gole
Dell'Alcantara". Le Gole sono un vero e
proprio canyon, alto fino a 25 me-
tri, originato da antichissime colate lavi-
che solcate al centro dalle acque gelide
del Fiume Alcantara. La guida ci mo-
strava che esistono tre tipi di pietre: la
prima a Catasta di legno, a Rosetta e a
Canna d'olio, che si sono formate grazie
alla lava fuoriuscita dal vulcano; ci ha
spiegato anche che 5000 anni si è forma-
to il vulcano essendo prima "Golfo di
Catania". Siamo poi saliti sull’Etna, il
vulcano che arriva a circa 3300 metri,
uno dei pochi al mondo dove si può scia-
re vedendo il mare!
Siamo stati anche in una grotta sotto il
vulcano: lì c'era molto freddo e, infatti,
ci siamo andati con un cappello e una
torcia perché c'era un buio pesto.
Il terzo giorno siamo andati alla “Casa
delle farfalle”, una grande serra tropicale
dove centinaia di farfalle, tra le più belle
e straordinarie del mondo, dalle forme e i
colori più vari, sono libere di volare e di
farsi ammirare. Mi ha colpito molto la
“Farfalla gufo” capace di trasformarsi in
un una specie di buffo gufetto durante la
notte, così da poter far spaventare le pre-
de. La visita alla Casa delle Farfalle ci ha
offerto l’opportunità di capire l’importan-
za della tutela degli habitat naturali.
Dopo siamo stati al "Museo dell'Etna"
dove ci hanno fatto vedere molte curiosità
su questo vulcano.
L'ultimo giorno siamo andati a vedere la
"Sicilia in miniatura", situata ai piedi del
grande Vulcano, all’interno del meravi-
glioso Parco dell’Etna: qui è stata costrui-
ta un'ingegnosa struttura, dove grazie a
riproduzioni artigianali sono stati ricreati
alcuni dei monumenti più importanti della
Sicilia.
IL MIO PUNTO DI VISTA SULLA GITA IN SICILIA 2018
Di GIUSEPPE FERRO, classe 2 A
Giorno 16 Aprile alcune seconde classi del nostro Istituto, insieme ai Rizzo, Calagna, Palazzolo, Chichi e LoIacono, sono andate
in gita verso le zone della Sicilia Orientale. Io ero uno dei partecipanti. Il primo giorno abbiamo visitato Taormina con il suo
meraviglioso anfiteatro po’ greco. Il secondo giorno siamo andati ad Acitrezza, Acicastello e Acireale; ad Acicastello abbiamo
visitato Il Castello, situato sopra un costone lavico, a dominare sulla piazza circostante. Originariamente venne costruito ad ope-
ra dei Normanni su di un promontorio lavico interamente circondato dal mare, nel 1076: fu la colata lavica del 1169 a collegarlo
con la terraferma. Poi siamo andati ad Acitrezza e abbiamo visto i faraglioni e la suggestiva costa. Sui faraglioni c’è una leggen-
da: si dice che Polifemo, per fermare la fuga di Ulisse, lanciò dei grandi massi in mare, appunto i faraglioni; invece, noi sappia-
mo che a formali è stata un’eruzione vulcanica dell’Etna. La nostra ultima tappa è stata Acireale, dove c’erano tre chiese tutte
vicine. Il giorno in cui mi sono divertito di più è stato il terzo quando siamo andati sull’Etna di mattina e al “museo della lava” e
alla “Casa delle farfalle”, di pomeriggio. Sull’Etna abbiamo visto uno dei tanti crateri ormai spenti. Al museo della lava interes-
sante è stato vedere dei filmati sull’Etna e sui danni che può provocare un’eruzione vulcanica. Abbiamo ascoltato, con piacere,
le spiegazioni di una guida sull’Etna e sulla sua formazione che risale tra 700 mila e 500 mila anni fa. Alla Casa delle farfalle
abbiamo visto alcune specie di farfalle e abbiamo appresso come fa un bruco a diventare una farfalla e il significato dei colori
negli animali. L’ultimo giorno siamo andati a Zafferana Etnea dove abbiamo visto dei filmati su un’eruzione che durò parecchi
mesi e un altro filmato sulla leggenda che narra come è stato ideato il nome “Sicilia” dato alla nostra isola. Mi ha colpito molto
il paesaggio dell’Etna in quanto non c’era vegetazione ed era tutto nero per la presenza di rocce di basalto, mentre sul cratere era
arancione ad indicare che il basalto era là da tanto tempo.
Un doveroso grazie ai nostri prof. accompagnatori e al Prof. Chichi che ha organizzato e coordinato l’intero viaggio.
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Non dimenticheremo con facilità la gita di 3° media! La
gita scolastica equivale, per noi studenti, ad un momento
dell'anno in cui liberare la mente. Agli occhi di molti po-
trebbe sembrare anche un modo per perdere una o più
giornate di scuola ma, in realtà, è un momento produttivo
in tutti i sensi. La gita, infatti, unisce la conoscenza al mo-
vimento, allo svago e al divertimento. L'uscita scolastica
comprende i momenti di cui si avrà ricordo per molto tem-
po ed è anche un modo, per coloro che sono più timidi o
fanno fatica ad integrarsi nel gruppo classe, di socializzare
e farsi conoscere.
Per tali motivi ogni singola gita va vissuta a pieno ed è
quello che ho fatto anch’io.
In data 7 maggio 2018 noi alunni delle classi terze della
scuola secondaria di primo grado dell’ I.C. “ Privitera –
Polizzi”, abbiamo partecipato al viaggio di istruzione in
Puglia. Nella mattinata dell’8 maggio, dopo una lunga
nottata in nave, in cui abbiamo già iniziato a gustare l’e-
mozione dello stare insieme, siamo stati accompagnati
dalle insegnanti e da una guida del luogo tra le meraviglio-
se vie di Bari, capoluogo della regione e città interamente
barocca, alla scoperta della Cattedrale di San Nicola, pro-
tettore del luogo, con la visita alla sua incantevole cripta
che custodisce le reliquie del santo. Siamo stati particolar-
mente fortunati in quanto in quei giorni si svolgeva la festa
del santo per cui si respirava un’aria festosa sia all’ interno
della chiesa che per le vie della città. Nel pomeriggio, do-
po un abbondante pranzo in ristorante, abbiamo visitato la
stupenda cittadina di Alberobello caratterizzata dalla pre-
senza dei trulli, ovvero tipiche costruzione cilindriche con il
tetto conico in pietra e per questo dal 1996 patrimonio dell’
Unesco.
Il giorno seguente è stata la volta dell’entusiasmante zoo-safari
di Fasano con tanto di parco divertimenti. Qui l’emozione è
stata davvero incredibile, sia per la presenza di numerose spe-
cie animali (come tigri, leoni, zebre, elefanti, giraffe, scimmie
ecc…) che abbiamo avuto modo di vedere a distanza ravvicina-
ta, sia per le numerose attrazioni del parco divertimenti.
Nel pomeriggio abbiamo visitato le grotte di Castellana rag-
giungendo una profondità massima di addirittura 72 metri sotto
il livello del suolo e che con le tante e bellissime stalattiti e
stalagmiti offrono uno spettacolo naturale davvero interessante.
Tornati in hotel abbiamo vissuto la parte più attesa del giorno,
ovvero la cena seguita da una splendida animazione con balli,
canti e quant’altro.
Nei giorni seguenti abbiamo, invece, visitato le antichissime
città di Ostuni, Lecce e Matera, ognuna di esse unica nel suo
genere.
Dopo il pranzo in ristorante abbiamo proseguito per il porto di
Napoli. Dopo un’altra nottata passata in compagnia dei compa-
gni siamo arrivati a Palermo con un po’ di nostalgia dentro ma
con la gioia di ritornare dalle nostre famiglie. Durante il viag-
gio il rapporto con i compagni diventava sempre più forte e
compatto, sembravamo quasi una grande famiglia allargata.
Le antipatie e gli antagonismi che si "vivevano" in classe du-
rante l'anno sembravano in quei giorni non esistere più e questo
ci aiutò molto anche quando tornammo a casa. Anche con le
insegnanti il rapporto migliorò perché adesso le vediamo sotto
un'altra luce e lo stesso loro con noi, nel rispetto ovviamente
dei diversi ruoli.
E' stata una gita indimenticabile che porteremo con noi per
sempre, come uno dei ricordi più belli delle scuole medie e
della nostra classe.
GITA IN PUGLIA: UN’EMOZIONE PER SEMPRE!
Di Luca Profetto classe 3F
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HOBBY, CURIOSITà , MUSICA E SVAGO CANTANTI E CANZONI NAPOLETANE DA
ME PREFERITI
Scritto da Leonardo Lunetto classe 2E
I miei cantanti napoletani preferiti sono Mario Merola,
Gianni Vezzosi, Gianni Celeste, Daniele De Martino, Fran-
cesco D’Aleo e Niko Pandetta.
Le loro canzoni più belle sono: “Le follie di Valentino” di
Gianni Vezzosi, “Nu latitante” di Gianni Celeste, “Bella
bionda” di Daniele De Martino e Francesco D’Aleo, “tu si
femmena” di Niko Pandetta.
Le follie di Valentino è una canzone dove si parla di un
cavallo da corsa chiamato appunto Valentino;
Nu latitante parla invece di un latitante lontano dalla fami-
glia;
Bella bionda parla appunto di un ragazza bionda della quale
Daniele De Martino e Francesco D’Aleo si sono innamorati;
Tu si femmena parla anch’essa di una ragazza di cui Niko
Pandetta si è innamorato e che ora, grazie a questa canzone,
è diventata la sua fidanzata.
Però il cantante che preferisco più di tutti è Mario Merola
perché le sue canzoni, soprattutto “U zappatore” mi fanno
molto emozionare. In questa canzone si parla del figlio di
Mario Merola che è avvocato ma che ha abbandonato la sua
famiglia e per questo lui è molto triste.
LA MUSICA DI OGGI
Scritto da Maria Grazia Vivona, classe 2 sez. C
La musica che ascoltiamo oggi è molto diversa da quella
di un tempo!
Oggi noi giovani ascoltiamo diversi tipi di musica come il
“reggaeton” che è una forma di musica commerciale nata
a Porto Rico verso la fine degli anni 80; le canzoni napo-
letane, genere appartenente alla musica tradizionale e al
genere popolare; c’è la “trap” che è un sotto genere musi-
cale dell’hip hop, sviluppato tra gli anni 90 e 2000 e, natu-
ralmente l’hip hop, ballabile e divertente.
Negli anni più recenti è diventato uno dei saund più popo-
lare a livello internazionale, influenzando anche la musica
pop ed elettronica. Un’altra forma di musica in voga, ge-
neralmente usata soprattutto nelle discoteche, è la musica
“techno”: nata negli Stati Uniti d’America negli anni 80, e
appartenente alla “eletronic dance music”. Le discoteche,
infatti, non sono solo un luogo di divertimento ma ci per-
mettono di fare amicizia con altri ragazzi.
Alcuni cantanti acclamati da noi giovani in Italia sono:
Maluma, Francesco D’Aleo, Sfera Ebbasta, Gionny Scan-
dal, Coez, Ghali, Federica Carta, Avicii, Riccardo Mar-
cuzzo ecc... sono favolosi!
Una canzone che piace a me e alle mie amiche è “Bella
bionda” di Francesco D’Aleo e Daniele De Martino.
La canzone parla di due ragazzi che, in modi diversi, cer-
cano di conquistare una ragazza bionda: uno con un ap-
proccio romantico (“Dove sorge il sole!”); l’altro pagando
da bere, portandola a ballare…! La canzone ha un ritmo
bellissimo e ci permette di ballare, con suoni e movenze
latine.
Io e le mie amiche ascoltiamo questo tipo di musica per-
ché ci diverte molto e soprattutto ci fa ballare come matte.
UN HOBBY MOLTO SPECIALE: IL KUNG FU
Scritto da Antonio Donancricchia, CLASSE 2^ SEZ. C
E' da più di 6 anni che pratico uno sport che mi piace davvero
tanto: il Kung Fu. Il Kung Fu è una tecnica di combattimento
senz’armi, di origine cinese, compresa fra le arti marziali orien-
tali. Questo sport, per me, oltre ad essere un hobby è diventato
una grande passione e ho deciso di condividerla attraverso l’in-
tervista al mio maestro, Luigi Alessi.
D1) Da quanti anni pratica questo sport?
R1) Pratico il "jeet kune do" da piu di 20 anni e ho iniziato a 17 anni con la "kick boxing" e, dopo, ho fatto altre discipline mar-ziali fino ad arrivare al "jeet kune do". D2) Che cosa rappresenta per lei il kung fu? È solo un hobby?
R2) No, io ho fatto delle arti marziali ed altri sport che pratico in palestra, il mio lavoro. Prima era un hobby, poi è diventato una passione, ora e tutto ciò ma anche un mestiere!
D3) E’ una disciplina molto rigida? Ha molte regole da ri-
spettare?
R3) Sì, le arti marziali hanno molte regole da rispettare! Sia
alimentari che non, ma la regola più importante è imparare il
rispetto verso il maestro e verso i compagni.
D4) Da quanti anni insegna ai giovani?
R4) Dal 1998, cioè da 20 anni.
D5) Per quante ore al giorno bisogna allenarsi per raggiun-
gere un buon livello?
R5) Bisogna allenarsi almeno 4 ore al giorno.
D6) Il kung fu può aiutare gli adolescenti durante il percorso
di crescita?
R6) Il kung fu è basilare. Ho fatto la mia tesi sulle arti mar-
ziali, sullo sport come prevenzione del bullismo! Sono con-
vinto che le arti marziali possono prevenire gli atti di bulli-
smo.
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HOBBY, CURIOSITà , MUSICA E SVAGO
Curiosità sul videogioco da noi più gettona-
to: F.I.F.A.
Scritto da Giuseppe Guzzardo 2C e da Riccar-
do Collica 2E
Uno degli sport preferiti da adolescenti e adulti è, sicura-
mente, il calcio!
Il calcio è regolamentato da una federazione, la F.I.F.A.
(Federation Internationale de Football Association).
La sua sede si trova a Zurigo, in Svizzera; dal 2016 il
presidente è Gianni Infantino.
La federazione, fondata a Parigi il 21 Maggio 1904, si
occupa dell’organizzazione di tutte le manifestazioni in-
tercontinentali degli sport che riguardano il calcio, il cal-
cio a 5 e il beach soccer; tra le più importanti è sicura-
mente il campionato di calcio, che premia il vincitore con
il trofeo della coppa del mondo.
Tale trofeo viene disputato ogni 4 anni dal 1930 (eccetto
nel 1942 e il 1946 a causa della seconda guerra mondia-
le).
La federazione ha il compito di scegliere il paese organiz-
zatore che ospita la fase finale della manifestazione.
Ogni anno, per incrementare il business dei videogiochi,
esce un nuovo F.I.F.A, un gioco di calcio per tutte le con-
sole.
L’ultimo è F.I.F.A.18.
F.I.F.A. 18 è un videogioco di calcio sviluppato da EA
SPORTS e pubblicato da ELETRONIC ARTS il 29 settembre
2017 sulla base dell’ evoluzione dei giocatori presenti nel
campionato in corso; a Gennaio, dopo il calciomercato, ven-
gono aggiunti nuovi giocatori, i Winter Transfers.
Nella versione 2018 le novità sono:
- Sostituzioni dinamiche che permettono di affermare cambi,
durante la partita senza dover necessariamente interrompere
l’azione e, di conseguenza, spezzare il ritmo di gioco.
- Trattative interattive nella modalità carriera e filmati dina-
mici per le notizie.
- La sezione allenamento è stata aggiornata aggiungendo più
di quindici inedite prove abilità.
- Sono state introdotte le “Icons” (“Icone” in italiano) di Ulti-
mate team, la nuova versione di quelle che erano note in pre-
cedenza come “Leggende”: queste ultime sono presenti nelle
versioni per PS4, nintendo switch, xbox one e PC.
Diego Armando Maradona è stato aggiunto tra le Icone nella
modalità Ultimate team e presenta uno dei rating più elevati
assieme a Pelè, Ronaldo, Lev Yashin e Thierry Henry.
La paura, l’ horror, i film violenti ed emozionanti permetto-
no spesso a noi adolescenti di metterci alla prova. Il genere
horror, infatti, è molto visto da noi giovani. Spesso, io e i
miei amici ci riuniamo a casa di qualcuno per guardare
qualche film super spaventoso.
Ho deciso di chiedere a 2 miei amici se condividono pure
loro questo mio interesse
Intervista ad Ylenia e Leonardo
D1) Quali sono i film horror che ti piacciono di più?
R1.1 I film horror che mi piacciono di più sono: IT, Auguri
per la tua morte, The ring.
I film horror che passione! Scritto da: Patrick Zuppardo R1.2 Mi è piaciuto l evocazione, l esorcista ovviamente IT
però non ho capito moltissimo e anche mi è piaciuto tantissi-
mo
D2) L’horror è seguito? E perché?
R2.1 Sì è molto seguito l’ horror perché noi ragazzi adoria-
mo questi film, perché danno ansia e terrore
R2.2 Io vado spesso al cinema per guardare film horror per-
ché mi piacciono e provocano ansia e tanto terrore
D3) Quale film ti ha turbato di più?
R3.1. Il film horror che mi ha turbato di più è stato IT per-
ché è molto violento e anche noi ragazzi/e abbiamo molta
paura dei pagliacci.
R3.2. Quello che mi ha turbato è stato l’ esorcista per le
azioni paurose dell’ attore
HOBBY, CURIOSITà , MUSICA E SVAGO
Alcuni aspetti della tradizione culinaria marocchina
Di : Sofia Omari
Copy by: Marcela Aionitoi
La tradizione culinaria
marocchina ha alcune
caratteristiche in comu-
ne con quella siciliana.
Entrambe, durante i
periodi di festa religio-
sa, preparano diversi
piatti e cibi tipici della
tradizione. Da noi si
cucina molto durante il
Ramadan.
Durante questo perio-
do, noi fedeli, andiamo
a pregare spesso in
Moschea anche la sera,
alle 22:00. In Moschea
noi donne preghiamo in
luoghi separati dagli
uomini. In questo periodo che dura un mese (quest’anno è
iniziato il 14 maggio) i cibi che mangiamo sono sempre più
buoni rispetto a quelli di tutti i giorni. A casa mia si prepara
il tajine, un piatto a base di carne o pollo e verdure.
Tajine è il nome sia del piatto che del contenitore dove si
prepara.
Prepariamo anche una zuppa chiamata l’harira fatta con ceci,
lenticchie, prezzemolo,
salsa di pomodoro, aglio,
cipolle, pepe nero, il tutto
cotto per diverse ore con
l’acqua. Quando è cotto si
aggiunge la farina per far
addensare la zuppa.
Il venerdì prepariamo
spesso il cous cous per
mangiarlo al ritorno dalla
Moschea. Per voi cristiani
il giorno di festa è la do-
menica, ma per noi musul-
mani è il venerdì.
Il cous cous è uno dei piat-
ti più mangiati in Marocco
e anche uno dei più buoni.
Si fa con la carne e le ver-
dure; da noi non si usa
farlo di pesce.
Il cous cous si prepara in una pentola che si chiama bormà.
Nella parte superiore si mette la semola già lavorata (voi dite
“ncucciata”); in quella inferiore la carne con cipolla, prezze-
molo, pepe, sale, olio e acqua. Si prepara così il brodo che
viene poi servito con il cous cous nella kasria con la carne al
centro e le verdure a formare tipo i raggi del sole.
Buonissimi sono pure i dolci al miele anche questi li prepa-
riamo durante il Ramadan. I miei preferiti sono i chebakia e i
kaab el ghazal.
Ecco la ricetta dei chebakia:
1 Kg di farina
Gomma arabica
100 gr di sesamo
Un cucchiaino di aceto
2 uova
Un bicchiere di burro fuso
Fiore d’arancia
Un cucchiaino di lievito
Mandorle tritate
Anice
Un pizzico di sale
Un bicchiere d’olio d’oliva
Un cucchiaino di cannella in polvere
Miele
Su un piatto dei argilla chiamato kasria si metter la
farina con la gomma arabica, le uova, il fiore di
arancio e il lievito. Si mescola il tutto e si aggiun-
gono tutti gli altri ingredienti, tranne il miele e il
sesamo, che serviranno dopo. Poi, con una rondella
tipica, usata per fare lo zig zag nei dolci, si crea con
la pasta una forma lunga e smerlata che si lavora
per dare la forma tipica al dolce. Una volta pronti,
si friggono in abbondante olio bollente e, mentre
sono ancora caldi, si immergono in un recipiente
pieno di miele. Quando il dolce è intriso di miele in
tutte le sue parti, si aggiunge il sesamo e si lasciano
asciugare.
Dolci marocchini
Bormà
La Kasria, il piatto per il cous cous
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COMMEMORANDO LA SHOAH
Scritto da: Ingrassellino Simone, Chimenti Chiara, Guz-
zardo Giuseppe, Ferrante Josephine,
Copy by : Mandalà Martina e Maria Grazia Vivona, 2 C
Shoah è un termine ebraico che significa “tempesta deva-
stante” e indica la persecuzione e il programmatico geno-
cidio degli ebrei europei, da parte del regime nazista, du-
rante la ii guerra mondiale. Il “giorno della shoah” è un
giorno di commemorazione internazionale! Ricorda il
giorno in cui, nel 1945, le truppe sovietiche arrivarono ad
Auschwitz e scoprirono l’orrore del campo di concentra-
mento con i pochi sopravvissuti. Il 27 gennaio è, appunto,
data simbolo!
Noi abbiamo parlato, discusso. Con la nostra Prof.ssa di
Italiano, Aurora Agnello, abbiamo letto alcuni brani anto-
logizzati, fatto domande, visto film, anche pianto! A con-
clusione di questo percorso di riflessione, abbiamo com-
posto una poesia: Shoah! Eccola:
SHOAH!
In quel giorno il silenzio li perseguitava;
all'improvviso grida di terrore la gente avvertiva,
ogni persona era costretta ad obbedire
altrimenti della loro vita avrebbero visto la fine.
Una notte che non finiva,
sul quel treno alla deriva.
Urlavano e piangevano senza pietà
e pian piano andava svanendo la felicità.
Il pianto dei bambini li perseguitava,
intanto la vita, di già, qualcuno abbandonava;
per molti bambini quel pianto sarebbe stato l'addio alla vita
e ogni speranza veniva ormai smarrita.
In ogni momento morivano persone
e nell'aria regnava molta disperazione.
Lentamente ognuno perdeva la sua personalità,
tutti stavano smarrendo la loro identità.
Un'umanità che stava perdendo il suo io,
che stava perdendo il suo unico Dio.
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CONCORSO “Peace Movie Award”
Scritto dagli alunni della classe 3B
Noi alunni della classe III B, coordinati dalla Prof.ssa Ro-salba Russo, abbiamo partecipato al concorso “Peace Mo-vie Award” organizzato dall’Associazione “Sri Chinmoy Oneness- Home Peace Run ITALIA” e patrocinato dal MIUR.
Il movie spot, della durata di 30’’, da noi realizzato, ha voluto raccontare cosa significhi per noi desiderio, intento, aspirazione alla pace e alla speranza di un mondo migliore, senza disuguaglianze sociali, senza diversità.
Protagonista del movie è stato il nostro compagno Abdoul Doukourè, un ragazzo di 15 anni proveniente dalla Costa D’Avorio che frequenta la nostra classe.
Questo il testo del nostro spot:
“Whoever saves one life, saves the world entire!”
(Chiunque salva una vita, salva il mondo intero!)
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SCOPRENDO DANILO DOLCI:
Intervista alla Sig.ra Norman
Scritto da: Marcela Aionitoi, Rosy
Drago, Luigi Saraceno classe 2^E
Ad aprile la nostra prof. Luciana Bono
ci ha portati alla mostra fotografica su
Danilo Dolci.
La mostra, interamente curata dalla
Sig.ra Elena Norman, raccoglieva,
tramite foto, appunto, l’esperienza
educativa condotta dal sociologo e
dalla sua equipe di studiosi, svolta nel
“Centro Educativo Sperimentale” di
Mirto, negli anni dal 1976 al 1985.
La sig.ra Norman, pedagogista svedese
ed ex seconda moglie di Danilo Dolci,
ci ha raccontato un sacco di curiosità
sul sociologo Triestino; ha descritto la
scuola di Mirto e le attività che si svol-
gevano sia nelle “aule” che fuori, tra i
campi: una foto ritraeva i bambini di-
sposti in modo circolare; abbiamo
chiesto il perché, e scoperto che il fine
era dare un’opportunità di discussione
a tutti, insieme, guardandosi in faccia e
interagendo.
In oltre la scuola aveva molto spazio
per i bambini per poter osservare la
natura e giocare.
Elena Norman ha raccontato un po’ la
vita di Danilo Dolci, di quanto fosse
felice di lavorare con i più deboli, con i
bambini e i lavoratori. È stato un gran-
de uomo, un importante sociologo, un
educatore e un esempio che, grazie alle
testimonianze della signora Norman, re-
sterà per sempre nella nostra memoria.
Ecco la nostra intervista:
D1. Come mai Danilo Dolci ha scelto
Partinico?
R1. Quello che so è che suo papà, durante
la 2° guerra mondiale, fu trasferito in
Sicilia, come capo stazione a Trappeto.
Fu una persona amata perché si preoccu-
pava delle gente e si prendeva cura del
paese. Danilo si trasferì con lui, ma poi
andò a Milano, a studiare architettura.
Poi, negli anni 1950 circa, si è avvicinato
a una comunità cattolica, Nomadelfia
(presso l’ex campo di concentramento di
Fossoli, vicino Modena) e al suo animato-
re, don Zeno Saltini. Lì c’erano molti
ragazzi e bambini che avevano perso i
genitori. Da quest’esperienza nacque il
bisogno in Danilo di cambiare le sorti
della gente. Tornò a Trappeto e cominciò
a chiedere alla gente di cosa avesse biso-
gno. La maggior parte erano contadini e
non sapevano come poter migliorare la
loro situazione lavorativa, dato che d’in-
verno c’era tanta acqua e d’estate si sec-
cavano i campi. È venuta così l’idea della
diga.
D2. Qual era la quotidianità delle persone
di Trappeto?
R2. La gente era povera… tanto povera!
Non c’erano strade, fognature. Io vivevo
in una situazione diversa, privilegiata
rispetto a loro… ero una ricercatrice,
conducevo studi a Mirto... ora è molto
cambiato il Paese grazie anche al lavoro
di Danilo. D3. Quando è venuta in Sici-
lia?
R3. Quando Danilo mi ha chiamata e ho
detto che dovevo pensarci, e dopo 3 gior-
ni ci sono andata. Avevo l’età di 29 anni.
Ero in cerca di un lavoro che mi convin-
ceva e quello a Mirto mi convinceva tan-
tissimo.
D4. Quale ricordo ha dell’esperienza di
Mirto?
R4. Mi ricordo di un bambino che tiene
in mano un seme, perché stavamo facen-
do delle gite nei pressi della scuola per
vedere quanti tipi di semi ci sono. C’era-
no semi che volavano soli, che venivano
raccolti, quelle che venivano mangiati
dagli uccelli. Io avevo un’intera flora
botanica lì! C’era un libro che per i bam-
bini era come una bibbia e gareggiavano
per tenerla fra le mani, dove venivano
spiegate le cose delle piante e dei fiori,
qualità, coltivazione... Mi ricordo un dia-
logo che avevo fatto con un bambino. Ho
fatto vedere a questo bambino un seme di
mimosa, pianta che emanava tante fra-
granze. Un seme, piccolissimo nero. E
allora ho chiesto al bambino: cosa pensi
che sia questo? Ha detto: un seme, no?
Poi ho fatto vedere la mimosa accanto
che aveva tanti fiori, da questo seme può
crescere un albero! Il bambino non riuscì
a dire niente. Era sorpreso e lo vedevo
molto emozionato. Io gli dissi che questo
era un miracolo… lui scoprì il miracolo,
io la meraviglia! Come la vita si può
evolvere in questo modo: da una cosa
piccola, nasce una cosa grande! Si prati-
cava la Maieutica…
Pagina 19
questi è il dottore che in quei giorni
aveva in cura la mamma di Borsellino e
che, per una fatalità, non era potuto
recarsi a farle visita ma con il giudice
aveva concordato una visita nel suo
ambulatorio, oppure la testimonianza di
una vicina costretta da settimane a stare
in casa per una gravidanza a rischio e
che proprio quel giorno lei e suo marito
decisero di andare al mare evitando il
peggio, infatti il marito, tornando a casa
per recuperare gli effetti personali, si
accorse che la finestra della camera da
letto era stata completamente divelta e
scaraventata sul letto dalla forte esplo-
sione.
Come spesso accade in questo tipo di
eventi così tragici e coinvolgenti, la
memoria torna a quello che si stava
facendo in quel momento; se si chiede
ad un palermitano di ricordare, riper-
correrà quei momenti e quegli anni che
lo hanno cambiato per sempre. L’autri-
ce si sofferma a descrivere Paolo Bor-
sellino dal punto di vista delle relazioni
che riusciva a intrattenere con le perso-
ne che con lui collaboravano, non solo
per la figura
istituzionale
che rappre-
sentava ma
per i legami
sinceri e cor-
diali che con
loro instaura-
va. L’esempio più significativo è rap-
presentato dalla figura di Rita Atria, la
giovane testimone di giustizia che ave-
va contribuito all’arresto di numerosi
mafiosi; in Paolo Borsellino, Rita aveva
visto la figura di un padre e in lui aveva
riposto tutta la sua fiducia, tanto da arri-
vare a togliersi la vita pochi giorni dopo
la morte del giudice.
Le parole di Alessandra Turrisi sono
riuscite a catturare l’attenzione di tutti,
anche di chi solitamente si distrae. Gli
interventi del pubblico sono stati molti,
forse perché le parole della giornalista
avevano spiegato tutto quello che c’era
da spiegare. Alla fine ognuno di noi è
stato libero di riflettere personalmente e
di capire l’esempio lasciato da Borselli-
no, capace di mettere il suo lavoro e i
suoi ideali di giustizia davanti a tutto,
anche davanti alla sua stessa vita.
Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere
di accogliere nella nostra scuola la giorna-
lista e scrittrice palermitana Alessandra
Turrisi.
Oltre ad articoli su vari giornali, Alessan-
dra Turrisi ha pubblicato diversi libri. La
sua passione per il racconto si intreccia con
la storia delle persone di questa terra che
lei definisce bellissima e “disgraziata” allo
stesso tempo. In questa occasione ha in-
contrato noi alunni e il personale docente
della nostra scuola per parlare del suo ulti-
mo libro “L’uomo giusto” (2017) dove la
scrittrice ripercorre le
tragiche vicende del 19
luglio 1992 nel quale
avvenne quella che tutti
ricordiamo come la stra-
ge di Via D’Amelio. Lo
fa in modo insolito ri-
spetto a come ci si potrebbe aspettare, sen-
za tradire il dovere di cronaca ma con gli
occhi e le parole di chi Paolo Borsellino, o
anche semplicemente Paolo, lo conosceva
e ne aveva incrociato il cammino. Uno di
D5.Cosa significa Maieutica?
R5. È una parola difficilissima, di origine greca! Ha a
che fare con la donna che fa nascere il bambino, ora
chiamata ostetrica. Prima si chiamava levatrice. La
maieutica è l’arte di tirare fuori il sapere da ognuno di
noi… proprio come fa una levatrice che fa nascere il
bambino tirandolo fuori dalla madre…
D6. Perché Danilo Dolci ha deciso di costruire la scuola
di Mirto?
Perché, quando le persone sono adulte, si fermano e non
si rispettano. Però, se si impara già da piccoli ad ascol-
tarsi a vicenda, si può diventare persone rispettose verso
se stessi e verso gli altri. Questo era lo scopo del centro:
insegnare il rispetto, il dialogo, l’armonia…
D7. Lei insegnava nella scuola di Mirto?
R7. Si! Ero consulente dell’osservazione.
D8. Quanti anni ci ha lavorato?
R8.Dal ‘76 all’ ’85! Nove anni.
D9. Perché Danilo Dolci iniziò la sua lotta in modo non violento?
R9. Perché ha studiato le azioni di Ghandi e quindi ha preso ispira-
zione da lui. Per Danilo era molto importante San Francesco …e
anche per me.
D10. Perché chiamò la sua radio “La radio dei poveri Cristi”?
R10. Questo ha a che fare con il terremoto, nel 1878 c’è stato un
brutto terremoto, nella valle del Belice. Lui pensava a loro, a come
erano ridotti… dei poveri cristi! Danilo era sempre attento ai debo-
li… dovunque fossero!
INCONTRO CON LA GIORNALISTA ALESSANDRA TURRISI
Scritto da Giulia Greco 3A Copy by Mineo Sofia e Lunetto Leonardo 2E
Seconda Edizione Pagina 20
DAL MALI UN EROE, UN
RAGAZZO COME ME!
Di Diabatè Vakaramoko, classe 2 sez. E
Qualche giorno fa, sabato 26 maggio, la
tv ha trasmesso una notizia molto inte-
ressante: un ragazzo di 22 anni di nome
Mamadou, ha salvato un bambino di 4
anni che era appeso sul balcone di un
palazzo, a Parigi, pronto a cadere!
Questo eroe è un ragazzo africano, un
atleta, che proviene dal Mali. È arrivato
in Francia da circa 6 mesi, senza docu-
menti né permesso di soggiorno.
Il giovane camminava tranquillo per
strada e ha visto tanta gente gridare
aiuto e macchine suonare; senza pensar-
ci troppo, ha iniziato ad arrampicarsi da
un balcone all’altro e a salire ben 6 pia-
ni. Giunto vicino al bimbo l’ha afferrato
e messo in salvo.
Da quel momento il giovane, nominato
Spiderman, è stato contattato e ricevuto
dal Presidente Macron che gli ha rico-
nosciuto la cittadinanza onoraria per
meriti, i documenti per regolarizzare la
sua posizione e un lavoro: comincerà
l’accademia per diventare vigile del
fuoco.
Questa storia mi ha colpito e mi è molto
piaciuta perché trasmette un messaggio
a tanta gente che pensa che gli africani
siano tutte brutte persone, o pigri, cioè
che ci sono tanti bravi ragazzi dal
cuore grande.
Mi ha colpito anche per alcune analo-gie fra la mia storia e quella di Mama-
dou: entrambi veniamo dall’Africa, siamo atleti e vorremmo riuscire ad
ottenere i documenti e un lavoro per restare in Europa. Lui, con un atto eroico, ci è già riuscito… io, ci sto
provando!
e il PC. Aldo Moro è stato un politico
che ha cercato di fare un ponte tra
cattolici e comunisti. Peppino Impa-
stato si è ribellato al sistema mafioso
in un paese, Cinisi, dove un boss ma-
fioso abitava a 100 passi da casa sua:
infatti da qui, nasce il film “I cento
passi” tratto appunto dalla storia vera
di Peppino Impastato.
Nel 1958 Aldo fu nominato Ministro
dell’Istruzione; istituì l’insegnamento
obbligatorio dell’educazione civica
nelle scuole medie e superiori.
Peppino, nato nel Gennaio del 1948
insieme alla costituzione della Repub-
blica Italiana, nel 1967 partecipò alla
Il 9 maggio per commemorare Pep-
pino Impastato e Aldo Moro
di Sofia Mineo e Antonino Pezzino,
classe 2 sez. E
Copy by: Antonio Donancricchia, clas-
se 2, sez. C
Il 9 Maggio è una giornata dedicata alla
memoria di Peppino Impastato e di
Aldo Moro, vittima l’uno della mafia,
l’altro del terrorismo. Il loro omicidio
risale al 9 maggio del 1978: Peppino è
stato ucciso a Cinisi da una carica di
esplosivo: i pezzi del corpo sono stati
ritrovati a dieci metri di distanza
dall’accaduto.
Il corpo di Aldo Moro è stato, invece,
trovato nel bagagliaio di una Renault 4
rossa, a pochi passi dalle sedi dei partiti
popolari italiani del dopo guerra, la DC
“marcia della protesta e della spe-
ranza”, organizzata dal sociologo
Danilo Dolci.
Aldo Moro è stato rapito dalle Bri-
gate Rosse mentre stava andando in
parlamento nel giorno del nuovo
governo.
Aldo Moro e Peppino Impastato
sono state due persone molto diver-
se, che, per una coincidenza, per
una data, per un destino comune
vengono ora ricordati insieme. Ma
ad unirli era sicuramente un’altra
cosa: la difesa degli ideali di libertà
e verità in cui fermamente credeva-
no.
Tutti noi dovremmo essere debitori
verso queste due grandi persone e
personalità che hanno cercato di
cambiare il sistema delle cose.
Aldo Moro scrisse che commemo-
rare significa “non solo ricordare
insieme, ma ricordare rendendo
nuovamente attuale” l’accaduto.
Ecco in senso di questa giornata
dedicata a due eroi ancora in attesa
della verità!
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INTERVISTE SUL PROBLEMA DEI RIFIUTI A PARTINICO
Scritto da: Giuseppe Guzzardo e Martina Mandalà della classe 2 C
Copy by: Alessandra Cusumano della classe 1F
Uno dei tanti problemi che assillano i cittadini di Partinico (e non solo!) ri-
guarda l’immondizia e la sporcizia che spesso c’è nella nostre strade! Basta
fare un giro per il paese o nelle strade di periferia che si viene travolti da
cumuli di immondizia e dalla puzza derivata. Dopo un’ attenta riflessione su
questo problema abbiamo capito che fra tutti i problemi che ci sono, questo è
quello che sta più a cuore a tutti i cittadini, stanchi di vivere nel degrado. Abbiamo così deciso di svolgere un’inchiesta. Ecco
le nostre interviste:
D1: Ha avuto modo di notare i cumuli di immondizia presenti per le strade di Partinico? Da cosa pensa dipenda?
R1.1.: Dipende dal fatto che non ci sono servizi adeguati, c’è un servizio molto deficitario e anche noi cittadini abbiamo l’abi-
tudine di buttare l’immondizia per strada.
R1.2: Dall’inciviltà delle persone che sono abituate a stare non so dove, perché in un paese civile non ci si comporta in questa
maniera. L’immondizia non va messa per strada ma secondo le regole viene conservata a casa e poi messa fuori nei giorni
giusti quando possono gli addetti per il ritiro. So che l’amministrazione sta procedendo alla raccolta differenziata quindi io
non capisco come mai attualmente ci sono persone che buttano l’immondizia a casaccio in mezzo la strada in orari diversi da
quelli del ritiro. In certe strade non si può passare per colpa dei rifiuti che ci sono, questo è segno di inciviltà.
D2: Secondo lei, la raccolta differenziata dei rifiuti può continuare a migliorare lo stato di degrado?
R2.1: Certo può contribuire senza dubbio, intanto perché costa meno il servizio perché si conferisce nelle discariche minore
quantità di prodotto e poi perché l differenziata da un punto ordina nella testa dei cittadini.
D3: Riesce a fare quotidianamente la raccolta differenziata?
R3: Si, la faccio sempre e mi viene difficile non farla.
D4: Ha proposte per poter migliorare il sistema di raccolta dei rifiuti o quello di smaltimento e riciclo?
R4: Bisogna agire su due strade da una parte avere un servizio continuo ed efficiente, quell’altra chiedere ai cittadini maggio-
re collaborazione evitare nella maniera più assoluta di buttare l’immondizia dove capita e tutto questo si sta trasformando in
una bomba ecologica.
D5: Secondo lei, chi butta l’immondizia per strada, perché lo fa?
R5: È un’abitudine nostra! Noi meridionali spesso siamo anarchici, cioè senza regole e anche se noi ci lamentiamo del nostro
paese perché è sporco non riusciamo a capire che il vero problema siamo noi che dovremmo stare più attenti alle regole e non
buttare la spazzatura per strada ma nelle apposite postazioni. Quando si ha l’abitu-
dine di fare la raccolta differenziata la gente è contenta di farla e di contribuire alla
pulizia del proprio paese, invece quando non si fa questa abitudine la gente conti-
nua a buttare i rifiuti anche per strada senza porsi il problema.
A SCUOLA SI DISCUTE: PROGETTO SULLE DIPENDENZE E SUL CYBERBULLISMO
di Ylenia Cinquemani e Antonino Pezzino, classe 2 sez.C
A febbraio di quest’anno scolastico, per 3 diverse giornate, alcune classi dell’Istituto hanno partecipato ad un progetto sulle
dipendenze e sul cyberbullismo. Il progetto è stato proposto da un ente, l’Associazione “Casa Famiglia Rosetta”, che opera da
tempo nel nostro territorio. Gli alunni, grazie a una puntuale lezione informativa e introduttiva, a video esplicativi e a questio-
nari, hanno potuto confrontarsi su questi delicati, e purtroppo, attuali temi: le varie dipendenze (dai media, dalle droghe, dal
cellulare…), il bullismo e il cyberbullismo.
A conclusione di questi incontri, abbiamo realizzato due interviste con i docenti formatori.
Ecco la prima:
Qual è lo scopo dell’ “Associazione
Rosetta”?
Lo scopo è di aiutare i deboli, in parti-
colar modo tutte le persone che hanno
bisogno di aiuto, che siano persone che
hanno la dipendenza da alcool, dro-
ga… persone sole, ammalate… bambi-
ni che non hanno famiglia, ragazze
madri che non sanno dove abitare…
È tanto tempo che siete presenti nel
territorio?
Dall' inizio degli anni 80! Allora in
Sicilia non c'era quasi niente! Lo Stato
era assente, i SERT i servizi per i tossi-
co dipendenti, ancora non erano stati
formati.
Avete già visitato altre scuole: com’è
la situazione nel nostro territorio?
Come stanno i ragazzi?
I ragazzi stanno rispondendo con entu-
siasmo alle nostre attività di informa-
zione; sono pure timidi quindi ogni
volta dobbiamo incitarli a parlare, ma
stanno rispondendo abbastanza bene.
Secondo voi, qual è fra tutte le tema-
tiche che affrontate come le dipen-
denze, il bullismo, il cyber bulli-
smo… il nuovo grave problema dei
giovani?
Il problema dei giovani, purtroppo, è
che parlano poco! Hanno bisogno di
dialogare con gli adulti, di informarsi,
sfogarsi…il problema che per adesso
riscontriamo maggiormente è quello
del cyber bullismo: per fare gruppo
spesso fanno del male ad altri coetanei,
su Internet, usando i social. Il motivo è
semplice: internet aiuta quelli che si
sentono più forti e sopraffare quelli più
deboli.
Le vittime di bullismo o chi entra
nel circuito delle indipendenze,
riesce a uscirne da solo?
No da solo no! Noi abbiamo una fra-
se: “Da solo, ma non da solo!” Sem-
bra una contradizione ma non lo è!
Devi essere tu ad avere voglia di farti
aiutare, quindi deve partire da te, ma
in alcuni casi, quando si arriva alla
dipendenza forte, si ha bisogno di un
aiuto esterno. La cosa importante è
che queste persone abbiano il corag-
gio e la consapevolezza di chiedere
aiuto. Quando lo fanno entrano in
campo altre persone: non entriamo in
campo solo noi come associazione,
ma coinvolgiamo anche la famiglia,
gli amici e tutto l’ambiente che li
circonda.
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IL GIOCO D’AZZARDO: UN NUOVO PROBLEMA ANCHE PER NOI GIOVANI.
Scritto da: Ylenia Cinquemani e Antonino Pezzino, classe 2 sez. E.
Copy by: Sofia Mineo 2 E.
La nostra seconda intervista è, invece, stata su un tema mai affrontato né conosciuto, da noi alunni, sino ad ora: il Gioco d’az-
zardo patologico (G.A.P.)
I docenti formatori hanno potuto, per questione di
tempo, solo introdurre l’argomento e, per questo
motivo, abbiamo deciso di saperne di più con
un’intervista specifica.
Questa iniziale “lezione” ci ha permesso di affron-
tare, successivamente, un dibattito in classe e di
riflettere su alcuni giochi che facciamo anche noi
ragazzi; infatti, alcuni di noi giocano con le
“macchinette” (le slot machines) o giocano con le
“bollette” (le schedine). Il fine è di guadagnare
soldi scommettendo sulle partite di calcio reali o
sul Fanta-calcio.
I giochi che ci sembrano innocui, ci hanno spiegato, sono solo l'inizio per una consuetudine sbagliata, che può portare da grandi
a voler giocare sempre di più con giochi sempre più rischiosi economicamente.
Ecco la nostra intervista:
D1) Cosa si intende con la sigla "G.A.P."?
R1) E' definito, con questa sigla, il gioco d'azzardo patologico
D2) Pensate che sia già un problema che bisogna affrontare a livello scolastico? O riguardo, una sfera di ragazzi un pò
più grandi, che sono in una fase più adulta?
R2) Si comincia sempre e si viene a contatto con il gioco d’azzardo anche
attraverso la pubblicità che abbiamo, con un genitore o con un fratello più
grande che utilizza il gioco d'azzardo. Ci sono molte applicazioni che spingo-
no a giocare con giochi che sono camuffati e che, magari, non ti fanno vince-
re soldi, ma preparano alla “ludopatia”. In alcuni centri commerciali, accanto
alle slot machine per i grandi, ci sono le slot machine per i bambini che rega-
lano buoni spesa per le scarpe, per i vestiti, i giocattoli, i dolciumi e le cara-
melle. Questo dimostra che i bambini vengono spinti in modo subdolo a di-
ventare giocatori d'azzardo. È una trappola e porta moltissimi soldi allo Stato
e, se non prepariamo ora i bambini, sin dall’età scolare, ci ritroveremo con
adulti patologici. È difficile combattere contro gli sponsor di questi giochi,
modelli come i grandi campioni di calcio o i divi della tv, che incitano a gio-
care anche al calcio virtuale, ma è necessario cominciare a parlarne e arginare
il problema!
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