Post on 17-Oct-2020
PAPUA NUOVA GUINEA Il Festival del Coccodrillo e il Sing-Sing di Mount Hagen
Dalla costa agli altopiani centrali, alla scoperta di tribù primitive e riti ancestrali Grande viaggio etnografico di 22 giorni – in hotel e guest-house
Un viaggio straordinario e completo nella lontana e sconosciuta Papua Nuova
Guinea, la più grande isola del Pacifico, selvaggia e pressoché incontaminata, dove
sopravvivono e coesistono centinaia di etnie, conservando culture e tradizioni ancora
strettamente ancorate al neolitico. Questa proposta di gruppo assicura la
partecipazione a due tra i più incredibili e significativi festival etnici: il Festival del
Coccodrillo di Ambunti, lungo il corso del fiume Sepik, e il vivace Sing-Sing di Mount
Hagen, sul versante occidentale delle Highlands, dove i membri dei diversi clan
sfilano indossando sgargianti costumi. Koroba, Huli, Midima, Waimara, Puipui,
Mudmen Mindima…tutte le tribù si adunano una volta all’anno per esibirsi con
orgoglio e gareggiando con coloratissimi gruppi di danza, contendendosi
energicamente l’attenzione degli spettatori e la vittoria col fascino di musiche e danze,
l’originalità dei costumi, la fierezza del portamento. Un altro piccolo Sing Sing nel
villaggio di Paiya consente di osservare più da vicino l’elaborato maquillage, le
sofisticate acconciature e gli scenografici costumi. Non ultima la straordinaria varietà
dei paesaggi, con le selvagge isole di Muschu e Kairiru, l’esotica laguna di Rempi e le
spiagge di Madang lungo le coste del Pacifico, le foreste pluviali, i fiumi e le vallate,
le catene montuose e gli altopiani dell’entroterra da Goroka a Mount Hagen. Un
gruppo ristretto di Viaggiatori, piccoli aerei, lance a motore e alcune piccole
camminate rendono questa esplorazione tra i luoghi e i popoli meno conosciuti del
pianeta una esperienza ancor più unica! Nostro accompagnatore dall’Italia.
PROGRAMMA DI VIAGGIO – Partenza unica del 2 Agosto 2016
1°-2° giorno / Italia – Singapore – Port Moresby Partenza dall’Italia nel pomeriggio con voli di linea per Singapore operati da Cathay
Pacific, con scalo intermedio a Honk Kong e arrivo previsto il giorno successivo.
Qualche ora dopo, in serata, proseguimento con il volo di linea notturno operato dalla
compagnia di bandiera Air Niugini per Port Moresby (PX393 20h20-04h45, operato
con aeromobili del tipo Boeing 767/300). Pasti e pernottamento a bordo.
3° giorno / Port Moresby Al mattino presto arrivo a Port Moresby, la capitale della Papua Nuova Guinea, che si
trova presso una splendida insenatura nel Golfo di Papua, lungo la costa meridionale
dell’isola. Dopo aver espletato le formalità d’ingresso, accoglienza da parte
dell’organizzazione locale e trasferimento in un hotel 4* a pochi passi dal mare per
prendere possesso delle camera e fare colazione, già inclusa. Mattinata a disposizione
per un po’ di relax dopo le tante ore d’aereo. Pranzo al ristorante dell’hotel.
Dopo pranzo incontro con la guida e visita della città, fondata dal capitano Moresby
nel 1873 presso un insediamento Motu, l’etnia autoctona di quest’area. Dapprima il
porto, il principale del Paese e nodo commerciale tra varie isole, che durante la
Seconda Guerra Mondiale funse da base operativa per la riconquista alleata delle isole
del Pacifico e dei territori occupati dal Giappone. Poi la Parliament House, sede del
Parlamento, con l’imponente frontone decorato secondo lo stile tipico della ‘Casa
degli Spiriti’ (haus tambaran) in cui i Papua si riuniscono e gli anziani decidono per la
comunità; il Museo Nazionale, che ospita una collezione sulla cultura, la storia e la
biodiversità; il Giardino Botanico Nazionale, che accoglie degli esemplari di paradisee
(o Uccelli del Paradiso), casuari e altri uccelli endemici, oltre ad alcune specie di
orchidee e piante tropicali. Nel tardo pomeriggio rientro in hotel, cena libera e
pernottamento.
4° giorno / Port Moresby – Mount Hagen – Ambunti (il Festival del Coccodrillo) Al mattino presto colazione e trasferimento privato in aeroporto in tempo utile per il
volo di linea Air Niugini per Mount Hagen (PX180 8h30-9h30, operato con
aeromobili del tipo Fokker F100 jet). Una volta sbarcati si ritira il bagaglio prima di
passare nel terminal adiacente ed effettuare le procedure di imbarco sul volo charter
per Ambunti. A mezzogiorno decollo da Mount Hagen (operato dalla compagnia
missionaria MAF con piccolo aeromobile tipo Cessna C208 Gran Caravan o De
Havilland DHC6 Twin Otter) per un volo di circa un’ora. Pranzo a sacco durante il
volo. Dalla pista di atterraggio si raggiunge a piedi la semplice e modesta guest house,
con l’aiuto dei facchini per il trasporto del bagaglio. Il villaggio rurale di Ambunti è la
porta di accesso all’Upper Sepik, esso è raggiungibile solo per via fluviale o aerea ma
non terrestre poiché non esistono strade di collegamento. Questa limitazione,
unitamente ai pochi alloggi disponibili, fanno di Ambunti una meta poco turistica e
ogni anno il Festival del Coccodrillo diventa un’occasione ambita da molti
Viaggiatori ma accessibile a pochi. Oggi è il primo giorno del festival e di
consuetudine il giorno inaugurale non si tengono performance culturali ma solo prove
di abilità e giochi. Lasciati i bagagli si raggiunge il festival, che si tiene nei pressi
dell’ufficio distrettuale alla fine della pista di atterraggio. Si potrà assistere ad alcune
competizioni e camminare intorno all’area della manifestazione, per familiarizzare col
posto e con la gente. Rientro alla guest house e cena servita in stile locale.
Pernottamento in camere con un grado accettabile di pulizia, dotate di due letti
ciascuno fornito di zanzariera. Non si garantisce la sistemazione in singola ed è
importante sapere che la corrente elettrica non viene sempre erogata con continuità.
N.B. Facciamo presente che sui voli di linea domestici è consentita una franchigia di
16 kg per il bagaglio da stiva più 5 kg per il bagaglio a mano. La stessa franchigia
complessiva (di circa 20 kg) è consentita sui voli charter ma, essendo spesso questi
piccoli aeroplani sprovvisti di cappelliera, si consiglia di portare a bordo solo la
macchina fotografica e di stivare anche lo zainetto.
5° giorno / Ambunti (Festival del Coccodrillo) – escursione in piroga al lago Wagu Dopo colazione si entra nel vivo del Festival del Coccodrillo. Il festival celebra la
centralità del coccodrillo nella vita delle popolazioni del Sepik e coinvolge la gente
che vive lungo tutta l’area del fiume. Gruppi di vari villaggi, alcuni provenienti anche
da luoghi più lontani quali i laghi di Blackwater o l’estremo corso superiore del Sepik,
si esibiscono in danze tradizionali che hanno come tema centrale il coccodrillo, alcuni
gruppi danzano addirittura con dei coccodrilli vivi. Ogni villaggio ha la propria danza
e il proprio costume, è sorprendente osservare una tale varietà di sub-culture evolutesi
lungo il medesimo fiume! Alcuni uomini hanno la schiena, le spalle e i fianchi
completamente ricoperti di cicatrici in rilievo (cheloidi), che fanno assomigliare la loro
pelle a quella del coccodrillo; si tratta delle scarificazioni rituali che vengono praticate
per segnare il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. I coccodrilli sono importanti
non soltanto per la centralità nelle credenze spirituali ma anche per la microeconomia
dei villaggi: nel bacino del fiume Sepik la carne di coccodrillo rappresenta un
importante apporto proteico alla dieta locale, senza considerare i proventi derivanti
dalla vendita della pelle di coccodrillo.
Ci sono molte bancarelle che vendono collane con denti di coccodrillo e pregevoli
oggetti di artigianato tra cui le prue delle piroghe (“Puk Puk” in pidgin, l’idioma
locale) scolpite a forma di coccodrillo o di altri animali-totem (casuario, maiale
selvatico, cacatoa, mantide religiosa… tanto per citare i principali). Per assistere al
festival sono disponibili dei posti a sedere proprio di fronte all’esibizione, ciascun
partecipante è libero di muoversi e fotografare durante le performance. Si potrà
scegliere di rientrare liberamente per il pranzo alla guest house oppure acquistare da
una delle tante bancarelle bevande, frutta fresca o cibi cotti tradizionali, preparati dalle
donne del posto…un’occasione unica per assaggiare le vere specialità ‘casalinghe’.
Acqua minerale a disposizione del gruppo durante la manifestazione.
Dopo pranzo si raggiunge a piedi la riva del Sepik, distante pochi minuti, per una
escursione in canoa a motore fino al lago Wagu. L’area compresa tra il corso del
Sepik e la catena montuosa dei Monti Hunstein è circondata da una lussureggiante
foresta pluviale e ospita un bacino idrografico ricco di laghi e piane alluvionali. La
zona è sotto la tutela del governo con l’intento di salvaguardare questo habitat
incontaminato che ospita una ricca avifauna, tra cui uccelli acquatici, paradisee,
pappagalli e casuari, e numerose specie vegetali. Dopo circa un’ora di navigazione
lungo un canale secondario si raggiunge una piccola guest house affacciata sulle
sponde del lago. Tempo di rinfrescarsi e poi una piacevole camminata immersi nella
bellezza della foresta pluviale tra fiori, farfalle, alberi e uccelli. Rientro ad Ambunti
nel tardo pomeriggio, cena e pernottamento in guest house.
6° giorno / Ambunti (Festival del Coccodrillo) – in piroga tra i villaggi del Sepik Prima colazione e giornata conclusiva del Festival del Coccodrillo. L’autenticità di
questo evento e la fotogenia della gente e dei gruppi in gara è davvero unica,
impossibile da confrontare con altri festival etnici.
Il festival è sponsorizzato dal WWF con lo scopo di educare le popolazioni locali a
uno sfruttamento sostenibile della fauna locale come, per esempio, la caccia
controllata del coccodrillo selvatico. Le due specie esistenti nel bacino del Sepik sono
il coccodrillo comune di acqua salata (Crocodilus porosus) e il coccodrillo di acqua
dolce della Nuova Guinea (Crocodilus novaeguineas). Oggi queste due specie si
stanno rifugiando sempre più verso i tributari più remoti del Sepik, lontani dai loro
predatori: gli uomini. E’ sempre più raro avvistare coccodrilli lungo le sponde del
fiume antropizzate e il WWF ha istituito una propria base operativa in quest’area per
sensibilizzare i locali alla conservazione dell’ecosistema del Sepik e incoraggiarli a
forme alternative di sussistenza ed ecoturismo. Anche la raccolta di uova di
coccodrillo selvatico da covare poi in fattorie rappresenta una minaccia per le specie.
Pranzo e partenza per un’altra escursione in piroga lungo il corso del Sepik. Deviando
dal corso principale del fiume, seguendo un canale minore, si raggiunge la piccola
comunità di Waskuk, per ammirare la loro abilità nell’intaglio e nella decorazione di
sculture lignee raffiguranti soggetti semi-astratti. Si prosegue per la visita di Yessan,
sviluppatosi per esteso tra le anse del fiume. Camminando lungo la riva, sul sentiero
che attraversa il villaggio e non dopo aver imparato a salutare nell’idioma locale, si
vedranno gli abitanti alle prese con le attività quotidiane. Rientro ad Ambunti nel tardo
pomeriggio, cena e pernottamento in guest house.
7° giorno / Ambunti – Pagwi – Wewak Al mattino, dopo aver fatto colazione e caricato i bagagli sulle agili piroghe a motore,
intagliate in un unico tronco, si lascia Ambunti. Per l’ultima volta si procederà sul
Sepik, questo serpeggiante corso d’acqua che scorre per più di 1.100 km attraverso le
vaste distese che si perdono tra rilievi ammantati di fitta vegetazione equatoriale. Il
fiume, ch’è uno dei più grandi al mondo, non è solo la linfa di questo enorme
ecosistema ma ha anche una grande importanza intangibile: rappresenta la storia senza
tempo di tutte le persone che vivono lungo il suo corso, il valore del legame culturale
tra passato e presente che il Sepik rappresenta per tutte i gruppi linguistici diversi è
incalcolabile, attraverso il suo fluire avviene l’osmosi tra la vita, la religione e l’arte di
questi popoli esotico e ancora misteriosi.
Dopo circa due ore di navigazione si raggiunge la missione di Pagwi, da cui si
prosegue via terra per Wewak (circa 4 ore). Pranzo al sacco.
Lungo il tragitto piccole fattorie, villaggi e mercatini improvvisati sul ciglio della
strada con bancarelle che espongono in bella mostra della gustosa frutta fresca. Si
procede verso la dorsale collinare del Principe Alessandro, una serie ondulata di
piccoli rilievi che delimita il bacino del Sepik orientale dalla pianura costiera. Si
raggiunge Wewak nel primo pomeriggio. La cittadina sorge lungo la costa
settentrionale della Papua Nuova Guinea, occupando una piccolo penisola che si
protende nel Mare di Bismark. Sistemazione all’In-Wewak Boutique Hotel, una
piccola struttura di categoria 3* superiore posizionato su una collina che guarda
direttamente a mare, in camere con servizi privati e aria condizionata. Una piccola
piscina a disposizione degli ospiti, verande panoramiche e un buon ristorante interno
rendono l’hotel ancora più accogliente dopo le notti trascorse in guest house.
Pomeriggio a disposizione per relax in piscina o per una camminata nei dintorni
dell’hotel. Cena libera e pernottamento in hotel.
8° giorno / Wewak – isola di Muschu Prima colazione e al mattino, dopo aver preparato l’occorrente per le prossime
giornate (il resto del bagaglio si lascia in albergo, dove si rientra fra tre giorni),
partenza in barca per raggiungere una serie di isole fuori dalle rotte turistiche e appena
al largo di Wewak. In 45 minuti di navigazione si raggiunge Muschu. L’isola,
praticamente piatta, è un piccolo paradiso tropicale con spiagge selvagge di sabbia
bianca finissima incorniciate da una vegetazione lussureggiante e lambite dal mare
color turchese impreziosito, in alcuni tratti, dalla barriera corallina. Durante la guerra
del Pacifico l’isola, assieme alla vicina Kairuru, l’isola venne occupata dai giapponesi
nel dicembre del ’42 e impiegata come avamposto a difesa delle truppe di stanza a
Wewak. Sebbene bersagliata più volte dalla flotta aerea alleata, Muschu non venne
mai presa(*) e solo dopo la resa del Giappone venne consegnata alle truppe australiane
dal Contrammiraglio Sato, comandante della Marina Imperiale.
Si approda sulla spiaggia di Sup, sulla punta orientale, e sistemazione in una
semplicissima guest house, gestita dalla ospitale comunità locale. I bungalow sono
semplici ma puliti, direttamente sulla spiaggia e fra le palme da cocco. L’assenza di
turismo sull’isola ha contribuito a preservarne la bellezza e dopo il caldo del Sepik
sembrerà un sogno rinfrescarsi nelle sue acque, approfittando di piacevoli nuotate e di
un po’ di snorkeling. Tempo libero a disposizione per un po’ di relax all’ombra delle
palme o per camminate sulle spiagge disabitate o lungo i sabbiosi sentieri che, tra
palme e felci, portano al vicino villaggio. Pasti e pernottamento in guest house.
9° giorno / Muschu Colazione a base di frutta fresca e intera giornata a disposizione per godere di questo
piccolo angolo di paradiso tropicale dove il tempo, che scorre lentamente, è un
concetto relativo per gli isolani. Non lontano dalla guest house, per gli amanti del
mare, c’è una spiaggia corallina che affaccia sul reef incontaminato.
In alternativa si potrà organizzare autonomamente, con una guida del villaggio, una
escursione nella giungla alla scoperta di alcuni residuati bellici giapponesi, uniche
testimonianze della guerra in questa remota parte di mondo. Nascosti nella giungla ci
sono un paio di cannoni della contraerea giapponese e il relitto di un aereo, di cui sono
ancora visibili i motori e l’elica. Sempre nell’interno due jeep giacciono abbandonate
lungo la ‘strada giapponese’, ora ricoperta dalla giungla rigenerata. Pasti e
pernottamento alla guest house.
10° giorno / Muschu – isola di Kairiru Prima colazione e, salutata la piccola comunità che ci ha ospitato, si costeggia in barca
l’isola di Muschu verso lo stretto braccio di mare che lo separa dall’isola di Kairiru.
Dopo circa mezzora di navigazione si approda a St. John, piccola missione cattolica e
stazione governativa sul versante sud di Kairiru. Durante la guerra l’isola fu un
avamposto per le navi e gli idrovolanti giapponesi impegnati nell’avvistamento delle
forze nemiche e, per questo motivo, venne ripetutamente attaccata dagli americani.
Kairiru è di origine vulcanica, ha un perimetro di circa 40 km ed è ricca di
vegetazione. La sovrasta il vulcano dormiente di Mount Malangis (circa 740 mt), che
si trova grosso modo al centro dell’isola. In un quarto d’ora di barca da St. John si
raggiunge Victoria Bay, sull’estremità occidentale, una suggestiva insenatura dove una
sorgente di acqua calda, che sgorga dalle rocce vulcanica sulla spiaggia, si miscela con
l’acqua fresca del mare creando una piccola corrente dalla temperatura gradevole per
immergersi. Per lunghi tratti la costa si presenta frastagliata, con scogliere di roccia
basaltica di origine vulcanica che cadono a picco nel mare. Piccoli villaggi sono
incastonati al riparo tra le insenature e proseguendo in barca ancora per venti minuti
lungo il versante nord, si giunge al villaggio di Shargur, dove si passerà la notte.
Dopo la calorosa danza di benvenuto si pranza al villaggio per poi effettuare nel
pomeriggio una escursione alla vicina cascata, con possibilità di tuffarsi nelle acque
rinfrescanti. A ridosso della cascata, in cima a un breve ma ripido pendio, ci sono
ancora i resti della buca che i giapponesi utilizzavano per l’avvistamento di caccia
bombardieri e navi nemiche provenienti dal quadrante Nord. Rientro al villaggio e
sistemazione presso la guest house locale, anch’essa molto basica e davvero semplice.
Resto del pomeriggio a disposizione per un giro intorno al villaggio dove sarà
possibile assistere a scene di vita quotidiana e avvicinare la gente, molto socievole e
ben disposta con i forestieri. La cena sarà preparata nello stile tipico “mumu”, che
consiste nell’avvolgere il cibo con crema di cocco in foglie di banano per poi cucinarlo
lentamente sotto delle pietre calde. La serata sarà allietata da uno spettacolo
tradizionale, alla luce di un falò, con canti, danze e una divertente pièce sulle leggende
dell’isola, difficile da comprendere nell’idioma locale ma coinvolgente nelle risate.
Pernottamento nei semplici bungalow della guest house.
11° giorno / Kairiru – Wewak Dopo colazione si lascia Shargur e rientro in barca a Wewak (circa 1 ora e 15 min),
godendo degli ultimi begli scorci di Kairiru. All’arrivo in città si ritorna in hotel, per
rendere possesso della camera e dei bagagli lasciati in custodia. Con una breve
passeggiata si raggiunge il mercato dove sotto decine di ombrelloni colorati trovano
riparo mercanzie e venditori. Interessanti le bancarelle dell’artigianato e le bancarelle
dei commestibili dove, dal pesce secco alle noci di betel, poter scuriosare tra alimenti
non comuni alle nostre tavole. Rientro in hotel per il pranzo.
Pomeriggio libero in hotel o per una passeggiata e qualche acquisto nei negozietti di
Wewak. Cena libera e pernottamento in hotel.
OPZIONALE: è possibile organizzare su richiesta una escursione facoltativa di un
paio d’ore fuori città che preveda la visita di Cape Wom, un parco commemorativo
che si trova esattamente nel luogo in cui il Generale Adachi, nel Settembre del 1945,
firmò agli Alleati i documenti di resa delle truppe giapponesi in Nuova Guinea e
consegnò la propria spada di ufficiale. Non lontano la collina di Mission Hill dove gli
evangelizzatori cattolici fondarono una missione ai primi del ‘900. Essendo uno dei
punti più alti dell’isola (90 mt), in guerra i giapponesi vi insediarono il loro quartier
generale, schierando una nutrita batteria di cannoni della contraerea. Ancora oggi
restano tracce di trincee, tunnel, postazioni di artiglieria e residuati bellici. Nel 1960
venne costruito il Memoriale di Guerra Giapponese, un monumento che reca la scritta
in giapponese e inglese: "In memoria dei soldati coraggiosi che hanno pagato il
supremo sacrificio per i loro paesi Giappone, Australia, America e Nuova Guinea
durante la Seconda Guerra Mondiale dal 1941 al 1945. Ci auguriamo vivamente che
gli uomini non dovranno mai più impegnarsi in guerra ma che un profondo spirito di
amicizia possa esistere tra tutti "
12° giorno / Wewak – Madang – Hobe Sveglia al mattino presto, caffè in camera e subito trasferimento in aeroporto per il
breve volo di linea Air Niugini per Madang (PX123 06h10-06h50, operato con
aeromobili del tipo Fokker F100). Accoglienza all’arrivo e trasferimento in un
confortevole hotel 4*, immerso in un bel giardino tropicale, con piscina a disposizione
degli ospiti e camere con aria condizionata.
Colazione in hotel (è inclusa) e resto della giornata dedicato alla visita della città e dei
suoi dintorni. Madang ha una storia recente, venne fondata da coloni tedeschi alla fine
dell’800 e crebbe rapidamente fino a quando, nel 1919, alla Nuova Guinea Tedesca
toccò la stessa sorte delle altre colonie dell’Impero Germanico alla fine del primo
conflitto mondiale. Nella spartizione come bottino di guerra venne assegnata dal
trattato di Versailles alla tutela del governatorato australiano. Sono tuttora presenti
alcuni edifici del periodo coloniale tedesco.
Definita anche “la bella del Pacifico”, la città si estende su una fertile fascia costiera e
una piccola penisola protesa nel mare. Alle sue spalle si ergono spettacolari montagne
mentre nel mare di fronte alla costa si trovano alcune isole di origine vulcanica.
L’hotel è a pochi passi dal monumentale Coastwatcher’s Memorial Beacon, il faro
divenuto simbolo della città, che rende omaggio alle vedette marittime. Non lontano il
mercato dove ogni giorno un via vai di gente proveniente dalle campagne limitrofe e
dall’altopiano, compra e vende frutta, verdura e piccoli oggetti di uso quotidiano.
Si prosegue fuori città verso Hobe, un piccolo villaggio rurale ancora in stile
tradizionale e costruito con materiali naturali. Gli abitanti sono prevalentemente
agricoltori e ciò che non viene destinato al consumo domestico viene venduto al
mercato di Madang. Ogni visita al villaggio è motivo di festa per la comunità, che ci
darà il benvenuto con un piccolo colorato Sing-Sing e gli uomini esibiranno i loro
enormi copricapo dalle forme stravaganti e adorni di piume d’uccello. Pranzo tipico e
poi, con le guide del posto, si effettua una passeggiata tra i giardini e gli orti del
villaggio e nella giungla. Il terreno fertile regala abbondanti raccolti mentre la foresta è
generosa di frutta e di materiali e fibre organiche che vengono adoperate nella
costruzione delle abitazioni o nella fabbricazione delle tipiche borse di corda,
chiamate “bilums”, utilizzate per trasportare di tutto, anche bambini. Rientro a
Madang nel pomeriggio. In città vive un’attiva colonia di volpi volanti (un tipo di
pipistrello molto comune nelle isole del sud Pacifico) che, di giorno o al crepuscolo,
da spesso luogo a spettacolari coreografie volando all’unisono. Cena libera e
pernottamento in hotel.
13° giorno / Madang – la laguna di Rempi e la foresta pluviale di Warwin Creek Colazione e partenza al mattino per una escursione verso nord. Sosta lungo il litorale
al belvedere di Nobnob, un punto panoramico da si gode una vista che abbraccia i
dintorni di Madang fino all’isola di Karkar. Proseguendo ancora lungo la costa si
raggiunge la pittoresca laguna di Rempi e l’omonimo villaggio. Questo scenografico
braccio di mare, poco profondo e non molto largo, è protetto da una linea di minuscole
isole disposte parallelamente alla costa e ha fatto da set per le riprese di una celebre
versione cinematografica di Robinson Crusoe interpretata da Pierce Brosnan. Alle
spalle una fitta vegetazione incornicia la spiaggia. Mattinata libera a disposizione per
esplorare questo piccolo eden. Sarà possibile girare tra gli isolotti in canoa con i locali
o raggiungerli a nuoto, approfittandone per fare dello snorkeling tra i coralli e i vivaci
colori dei pesci tropicali. Pranzo sulla spiaggia a base di pesce, cotto in stile ‘mumu’.
Dopo pranzo, con le guide del villaggio, si lascia la laguna per una escursione
all’interno. Si raggiunge la foresta pluviale di Warwin Creek, un ecosistema sotto la
tutela del governo. Con una camminata di tre ore si potranno apprezzare le meraviglie
naturali di questo tratto di giungla, preservato dal disboscamento e negato allo
sfruttamento da parte dei locali se non di tanto in tanto quando vien loro concesso di
cacciare qualche possum.
L’escursione a piedi è abbastanza impegnativa, quindi è importante essere in buona
forma fisica (*). L’escursione inizia con una ripida discesa verso la gola attraversata
dal torrente Warwin Creek, poi seguendone il corso e camminando a volte in acque
quando non è possibile farlo all’asciutto lungo le rive. Con l’aiuto dei ragazzi del
villaggio potrebbe essere necessario superare ostacoli naturali, scavalcando tronchi
d’albero e guadando il torrente con l’acqua anche fino alla vita, tenendo conto del
terreno umido, fangoso e scivoloso. Ad appagare le fatiche la sorprendente
biodiversità lungo il percorso: alberi e fiori, eleganti felci, licheni, muschi e funghi
colorati, insetti e farfalle variopinte, artistiche ragnatele imperlate di rugiada…e di
sottofondo le melodie degli uccelli tropicali. Si prosegue per l’esplorazione di una
caverna dal fondo allagato, ricca di stalattiti e abitata da una colonia di pipistrelli.
Fiancheggiando il torrente si giunge a una cascatella, con una piscina naturale scavata
nella roccia calcarea in cui rinfrescarsi. Si esce infine dalla foresta rientro a Madang.
Cena libera e pernottamento in hotel.
(*) in alternativa all’escursione nella gola si suggerisce una camminata in piano,
visitando un’altra porzione di foresta, dove hanno girato altre riprese del film, oppure
di rimanere a mare nella laguna, ricongiungendosi al gruppo sulla via del ritorno.
14° giorno / Madang – Kassam Pass – Goroka Prima colazione e partenza verso sud, lungo la scenografica strada che più o meno in
sei ore di viaggio collega Madang con Goroka. Si imbocca la Ramu Highway, appena
fuori Madang, che segue la costa a ridosso di Astrolabe Bay, prima di penetrare
nell’interno, dove la fascia di foresta tropicale cede il posto ai pascoli e a fertili
campagne coltivate principalmente a canna da zucchero. Lungo questa arteria che
collega la costa con l’altopiano è facile incontrare piccoli mercatini improvvisati con
bancarelle lungo il ciglio della strada. Poi la strada corre parallela al fiume Ramu e,
mentre si sale molto gradualmente, il paesaggio si alterna tra dolci colline e
coltivazioni. In vicinanza della parte superiore della valle del fiume Markham, laddove
la Ramu Highway prosegue verso Lae in direzione della costa, si devia lungo la
Highland Highway in direzione di Goroka, nel popoloso distretto delle Highlands
Orientali. Serpeggiando lungo i tornanti la strada sale repentinamente di quota fino al
Kassam Pass (circa 1.400 mt) dove il caldo clima della costa si scambia con l’aria più
fresca dell’altopiano. Una sosta alla diga che alimenta la centrale idroelettrica di Yonki
prima di continuare a salire lungo le ondulate campagne.
Arrivo a Goroka per l’ora di pranzo e sistemazione al Birds Of Paradise, un
accogliente hotel di categoria 3* superiore, con camere dotate di servizi privati.
L’hotel è ubicato in centro città e dista pochi minuti a piedi dai luoghi principali.
Pranzo in hotel e poi una breve passeggiata orientativa. Goroka è il capoluogo del
distretto e conta una popolazione di circa 25.000 abitanti. Ci troviamo nell’entroterra
della Papua Nuova Guinea, nella regione degli altopiani orientali, a circa 1.600 metri
di altitudine e in clima di perenne primavera. Questa regione conobbe l’influenza
europea a partire dagli inizi del secolo scorso, dovuta a un intenso sfruttamento di
miniere d’oro e immense piantagioni di caffè. Da semplice crocevia commerciale e
avamposto di cercatori d’oro, missionari, militari e avventurieri, Goroka si sviluppò
enormemente a partire dagli anni ’50. Il Museo JK McCarthy, intitolato a uno dei più
leggendari personaggi della Papua Nuova Guinea, espone la cultura degli altopiani
attraverso abiti tradizionali, manufatti, oggetti di artigianato e una interessante
rassegna fotografica. Poi il mercato dell’artigianato, con interessanti oggetti lavorati a
mano tra cui le tradizionali billums, le variopinte borse in tessuto, e il colorato mercato
ortofrutticolo, dove trovare alcuni tipi di frutta esotica a noi sconosciuta quali il
pomelo e il laulau, detto anche frutto a campana. Tempo libero a disposizione al
termine della passeggiata. Cena libera e pernottamento in hotel.
15° giorno / i dintorni di Goroka (il villaggio di Kemase e il Monte Michael) Prima colazione e partenza per una escursione a sud-ovest di Goroka. Piccoli fuochi
fumosi perennemente accesi e maialini che vagano liberi ovunque son il caratteristico
denominatore comune di tutti i villaggi dell’altopiano. Le comunità locali sono
impegnate nelle attività quotidiane, dalla tessitura delle billum alla caccia, dalla
preparazione e conservazione dei cibi alla cura degli orti e delle piantagioni di caffè.
La produzione del caffè biologico rappresenta per i piccoli agricoltori la principale
coltura da reddito negli altopiani. In circa un’ora e mezza si raggiunge il villaggio di
Kemase, alle pendici del Monte Michael. Qui la gente ha l’abitudine di seppellire i
propri morti in una grotta sepolcrale, lasciandone poi le ossa in vista, e alla quale è
possibile accedere solo indossando abiti tradizionali in segno di rispetto degli spiriti
ancestrali. Alla base della montagna ci sono degli insoliti monoliti di pietra che
secondo la tradizione rappresentano gli antenati che vegliano sulle nuove generazioni.
Pranzo al villaggio in stile tradizionale, a base di carne con verdure e frutta fresca.
Si prosegue poi verso il Monte Michael, per effettuare una camminata panoramica di
circa 3 ore attraverso la campagna ondulata e campi erbosi, guadando piccoli torrenti e
lembi di foresta. Ad attendere al termine ci sarà il minibus che nel frattempo ha fatto il
giro. Rientro a Goroka in serata, cena libera e pernottamento in hotel.
16° giorno / i dintorni di Goroka (i riti ancestrali nei villaggi di Bena e Lufa) Al mattino, dopo colazione, escursione a est di Goroka tra le montagne in cui si trova
il piccolo villaggio di Bena, circondato da alberi di bambù e piccoli appezzamenti
coltivati a caffè e canna da zucchero. Qui viene praticata una cerimonia davvero
singolare e abbastanza forte: è il rito della deglutizione della canna da zucchero che gli
uomini, vestiti in costumi tradizionali, eseguono stando in piedi in un ruscelletto per
lavare e lubrificare le canne durante il rito. Essi, attraverso l’esofago, sono in grado di
inghiottire le canne fino alla bocca dello stomaco o addirittura fin dentro lo stomaco
stesso. La spiegazione di questo rituale è misteriosa, le credenze popolari ritengono
che gli spiriti risiedano sempre negli uomini e siano in realtà gli spiriti stessi a voler
deglutire la canna. La deglutizione comporta inevitabilmente delle lesioni con perdite
di sangue e perciò se ne sconsiglia la visione a chi è sensibile alla vista del sangue.
Rientro in città e pranzo in un ristorante.
Dopo pranzo escursione al villaggio di Lufa, a ovest di Goroka, per visitare il sito di
arte rupestre di Kafiavana, preservato finora grazie a una sovvenzione statunitense. Il
distretto di Lufa si regge economicamente sulla funghicoltura, la qualità del terreno è
particolarmente adatta alla crescita naturale di questi organismi e con grossi
investimenti cinesi sono state impiantate molte fungaie. Rientro a Goroka nel tardo
pomeriggio, cena libera e pernottamento in hotel.
17° giorno / Goroka – il villaggio di Asaro – Daulo Pass – la valle di Wahgi -
Mount Hagen Colazione e partenza lungo la ‘Highlands Highway’ per il trasferimento da Goroka a
Mount Hagen. Il tragitto impegnerà quasi tutta la giornata ma i panorami saranno
impagabili, questo percorso è tra i più straordinari e scenici al mondo. La prima parte è
in salita, la strada sovrasta Goroka e la valle di Asaro fino al distretto di Chimbu dove,
tra gole scoscese e incredibili declivi, i contadini, in condizioni quasi acrobatiche,
lavorano i piccoli lotti di terra letteralmente strappati ai fianchi dei pendii. Sosta al
villaggio di Asaro, dove vive l’etnia degli Asaro Mudmen, i leggendari uomini di
fango. Un racconto popolare narra che secoli fa un gruppo di guerrieri Asaro venne
sonoramente sconfitto in una lotta tribale e questi, meditando vendetta, per sembrare
più feroci escogitarono lo stratagemma di ricoprirsi interamente di fango e con indosso
delle maschere di argilla. La leggenda vuole che il trucco funzionò e che i nemici
fuggirono atterriti alla vista di questa apparizioni spettrali. Si assisterà a una danza
tradizionale dei Mudmen, chiamata ‘prance’, prima di lasciare il villaggio.
Si prosegue lungo la Highland Highway verso il Daulo Pass, un passo montano a
circa 2.500 metri e quando le nebbie del mattino si alzano dalle valli si gode di
un’ampia vista sulle lussureggianti valli di Goroka. Quest’area, ricca di rivoli e
cascatelle, presenta una grande biodiversità e la foresta, ricoperta da un substrato di
muschio e felci, si rivela un habitat ideale per gli uccelli del paradiso e una grande
varietà di orchidee saprofite selvatiche, licheni, funghi colorati e altre strane e
incredibili specie vegetali, tipiche degli ambienti umidi. Proseguendo attraverso
paesaggi alpini si passa dal ‘villaggio dei serpenti’, così chiamato perché la
popolazione locale cattura i serpenti autoctoni per poi allevarli in cattività. Tra le varie
specie spiccano il grande pitone verde arboricolo (morelia viridis), che vive arrotolato
intorno agli alberi, e il taipan (oxyranus), tra i serpenti più velenosi al mondo! Col
cielo terso è possibile scorgere il Monte Wilhelm, la vetta più alta della Papua Nuova
Guinea (4.500 mt). Sosta per il pranzo a Kundiawa, capoluogo della provincia di
Chimbu. Continuando verso ovest, oltre i villaggi di Minj e Kudjip, si entra valle di
Wahgi, i cui maestosi scenari ci accompagneranno fino a Mount Hagen.
Questa enorme vallata, scoperta da esploratori e cercatori d’oro australiani nei primi
decenni del secolo scorso, è soprannominata ‘la ciotola’ della Papua Nuova Guinea. Il
terreno molto fertile permette colture intensive e non solo a patata dolce, che rimane
pur sempre uno dei principali alimenti della dieta dei papuasi e la cui produzione è
destinata al mercato interno, ma anche a tè e caffè, quest’ultimo particolarmente
apprezzabile ed esportato all’estero. La vallata si presenta come un mosaico di grandi
piantagioni, aziende agricole e allevamenti di bestiame. Quasi tutta la popolazione
della valle di Wahgi è impegnata direttamente nel settore agricolo o in qualche
comparto correlato. Studi antropologici danno motivo di credere che l’uomo si sia
insediato su queste fertili terre già 8000 anni fa. Si raggiunge la città di Mount Hagen
nel pomeriggio. Dopo Port Moresby e Lae è la terza più grande del paese e Mt Hagen,
come suggerisce il nome, è anche una montagna (1677 mt) che dista circa venti
chilometri dal centro abitato. Se ci sarà del tempo si effettuerà un breve giro
orientativo della città. Sistemazione in hotel 3*, in camere con servizi privati. Cena
libera e pernottamento.
18° giorno / Mt Hagen – il Sing-Sing di Paiyagona e la cultura Melpa – la
Montagna Magica Le popolazioni delle “Highlands” hanno vissuto isolate per millenni, frammentate in
una galassia etnica, incapaci di sviluppare una struttura statale unitaria a causa della
loro indole bellicosa, conseguenza della competizione per le scarse risorse alimentari
in un territorio aspro e inaccessibile. All’inizio degli anni ’50 le autorità coloniali
australiane cominciarono a organizzare gli spettacoli etnici evocativi di riti e cerimonie
ancestrali, i “Sing-Sing” per l’appunto, tanto amati dai Papuasi, con l’intento di
ricondurre le rivalità interclan su un piano di civile confronto, in maniera non cruenta.
L’iniziativa ebbe così tanto successo che i Sing-Sing sono diventati un efficace mezzo
per incrementare un turismo sempre a caccia di nuove emozioni. Dopo colazione
partenza attraverso la tipica campagna delle Highlands occidentali abitate dal ceppo
etnico dei Melpa, che visse isolato sull’altopiano fino agli inizi degli anni ’30 del
secolo scorso. Sono fondamentalmente agricoltori e il loro stile di vita è rimasto
pressoché invariato, anche dopo l’incontro con la cultura occidentale. Si raggiunge il
villaggio di Paiyagona (Paiya) dove annualmente si tiene un interessante Sing-Sing,
proprio il giorno prima di quello più famoso di Mount Hagen.
Questa è un’occasione molto interessante che offre l’opportunità di incontrare i
danzatori prima dell’inizio della festa e interagire con loro durante le fasi di
preparazione: il trucco del volto deriva da una mescolanza di oli vegetali e terra, gli
ornamenti del corpo sono fatti di foglie, piume, conchiglie, denti e ossa di coccodrillo.
Singoli o in gruppo, in un tripudio di suoni e di colori, si potranno vedere meglio i loro
abiti tradizionali (bilas) e tutti vorranno essere immortalati; la sola ricompensa, l’unico
piacere è quello di vedere la propria immagine sullo schermo della fotocamera. Questa
esperienza ravvicinata, senza calca e vissuta in modo raccolto e intimo, è forse più
appagante per i viaggiatori rispetto alla partecipazione ai Sing-Sing più noti e
‘affollati’. Al termine della festa verrà servito il pranzo tradizionale (mumu) a base di
maiale e verdure, cotti nel forno interrato.
L’incontro con il capo-villaggio e le sue mogli ci introdurrà alla cultura Melpa,
accompagnandoci nella “casa dei teschi”, la capanna che custodisce i resti degli
antenati, e spiegandoci le usanze tradizionali, dal corteggiamento al rituale funebre. Le
capanne del villaggio sono sparse e distanti l’una dall’altra, intorno a ciascuna ogni
famiglia cura il suo orto e la loro ricchezza si misura in base al numero di maiali
posseduti. E’ consuetudine presso i Melpa scambiarsi delle offerte cerimoniali con cui
vincolare i riceventi, obbligandoli a sdebitarsi in futuro con offerte sempre maggiori.
Instaurano così un rudimentale affarismo, dando inizio a una serie di obbligazioni il
cui valore materiale aumenta di volta in volta. Maggiore è l’abilità dell’individuo nel
condurre queste cerimonie e più accresce il suo prestigio personale all’interno del
villaggio. I più brillanti cerimonieri vengono addirittura chiesti ‘in prestito’ per
effettuare offerte per conto di terzi! A breve distanza dal villaggio di Paiya c’è la
Montagna Magica, così chiamata perché si dice che la sua vista non cambi mai
indipendentemente da quale lato la si guardi. Una piacevole passeggiata alle sue
pendici, attraversando un tratto di foresta ricoperta di muschio, ci farà scoprire alcune
specie vegetali endemiche dell’altopiano in un trionfo di alberi in fiore, felci arboree,
muschi colorati, orchidee selvatiche…una vegetazione che quasi ci proietta in un
mondo fantastico, nel sogno più recondito di un appassionato botanico. Rientro a
Mount Hagen, cena libera e pernottamento in hotel.
19° giorno / L’incredibile Sing-Sing di Mount Hagen – l’avifauna della Papuasia Colazione e al mattino trasferimento di mezzora per raggiungere il luogo della
manifestazione. Lo staff ci aiuterà a prendere posto nello spazio riservato agli ospiti,
privilegiato per la visuale e per la possibilità di accedere direttamente nel parterre delle
esibizioni per un emozionante ‘incontro ravvicinato’. Acqua a disposizione durante
l’esibizione. Il raduno tribale a cui stiamo per assistere è il più famoso “Cultural
Show” della Papua Nuova Guinea: il Sing-Sing di Mount Hagen. Esso offre una
meravigliosa opportunità di acquisire una visione d’insieme delle diversità culturali e
le guide locali ci aiuteranno a interpretare le varie performance.
Lo straordinario spettacolo è paragonabile al Carnevale di Rio, un caleidoscopio di
volti e colori. Una sorta di parata dove i membri di diversi clan sfilano indossando
pirotecnici paramenti tribali. La maggior parte dei gruppi proviene dalle zone limitrofe
a Mount Hagen, ma c’è anche chi arriva da Tari, Madang e Goroka o dalle provincie
di Chimbu, Enga e dall’isola di Manam o addirittura dalle isole Trobriand. Sono i
Koroba, gli Huli, i Melpa, i Kalam, i Midima, i Waimara, i Puipui, i Mudmen
Mindima…in tutto si contano circa quaranta compagnie per un totale che supera i
mille figuranti. E’ vero che alcuni gruppi appaiono manifestamente artefatti, tuttavia la
baraonda di suoni, l’orgia di colori e l’intenso e sincero impegno fisico di tutti i
partecipanti, lo rendono uno spettacolo davvero unico!
Al termine della manifestazione pranzo a picnic e partenza per una escursione in un
tratto di foresta vergine a circa un’ora di distanza. Facendo base al Kumul Lodge, il
cui proprietario si batte per la conservazione del patrimonio naturalistico, si effettua un
circuito per il bird-watching. Col termine kumul nell’idioma pidgin si indica la
Paradisea Raggiana, una delle varietà più grandi della famiglia degli ‘Uccelli del
Paradiso’ ed emblema nazionale della Papua Nuova Guinea. La Paradisea, come molte
altre specie di uccelli, è particolarmente attiva nel pomeriggio, ma è più facile udire il
suo rauco verso che avvistare questo grande e coloratissimo volatile mentre si sposta
tra gli alberi…sa bene di esser molto ricercata per il suo piumaggio! Con l’aiuto delle
abili guide del lodge si potranno individuare alcune specie che vivono nella foresta.
Rientro a Mount Hagen nel tardo pomeriggio. Cena libera e pernottamento in hotel.
20° giorno / L’incredibile Sing-Sing di Mount Hagen – il villaggio di Moikap Prima colazione e seconda giornata di questo incredibile Sing-Sing. I canti, i balli, le
musiche, lo sfoggio delle asce di pietra e dei costumi sgargianti, ripagano ampiamente
lo spettatore dalla circostanza di trovarsi nel bel mezzo di un’arena. La “vittoria” va al
gruppo che riesce a prevalere sugli altri per il fascino delle musiche e delle danze,
l’originalità dei costumi e degli ornamenti e la fierezza del portamento. Ad amplificare
l’aria di festa è la numerosa presenza di gente che accorre da ogni dove, ci sono
abitanti di villaggi remoti che si recano in città solo una volta all’anno, proprio per
assistere allo spettacolo.
Al termine della manifestazione pranzo a picnic e poi partenza per una escursione nel
pomeriggio al vicino villaggio di Moikap, un altro tipico insediamento degli altopiani
le cui tipiche costruzioni rotonde, a differenza del più dispersivo villaggio di Paiya,
sono riunite a grappolo, strettamente connesse tra di loro. Tutto intorno al villaggio gli
orti che, grazie alla terra molto fertile, abbondano di frutta e ortaggi. Non manca il
gusto estetico con i bei giardini che abbelliscono il villaggio e in cui si possono
ammirare piante esotiche ornamentali come zenzero e orchidee. Rientro in hotel nel
pomeriggio. Cena libera e pernottamento in hotel.
21° giorno / Mount Hagen – Port Moresby – Hong Kong – partenza Termina oggi l’avventura in Papua Nuova Guinea. Partenza dall’hotel dopo colazione,
trasferimento in aeroporto e imbarco sul volo di linea per Port Moresby effettuato da
Air Niugini (PX 187 10h00-11h00, operato con aeromobili del tipo Fokker F100 jet).
Arrivo a Port Moresby, e successiva coincidenza con il volo internazionale di Air
Niugini per Hong Kong (PX 008 15h00-19h35, operato con aeromobili del tipo
Boeing 767/300). Pranzo libero. Arrivo all’aeroporto di Hong Kong e ritiro dei
bagagli prima di effettuare un nuovo check-in per il volo intercontinentale di rientro
per Milano Malpensa operato da Cathay Pacific. Cena libera e pernottamento in hotel.
22° giorno / Arrivo in Italia Arrivo a Milano Malpensa al mattino.
COSA SAPERE PRIMA DELLA PARTENZA
Collegamenti aerei da/per Ambunti I piccoli charter che collegano Mount Hagen con Ambunti e altre località non servite
dai voli di linea domestici, operano secondo le regole del ‘volo a vista’, per le quali le
condizioni atmosferiche devono garantirne una buona visibilità per l’effettuazione.
I mesi da Luglio a Settembre sono statisticamente i migliori dell’anno per viaggiare
nell’entroterra e, durante questo periodo, una cancellazione del volo è improbabile ma
non impossibile. Perciò l’orario del decollo non può essere mai garantito, ciò che si
può fare è raggiungere l'aeroporto ed essere pronti a partire una volta che il pilota
riceve via radio l’ok sulla visibilità. Il rischio che il volo venga cancellato per il meteo
è basso ma possono esistere anche altri casi estremi, quale per esempio
l’indisposizione del pilota e la difficoltà a reperire nell’immediato un sostituto.
Qualora il volo fosse riprogrammato al giorno successivo l’organizzazione locale
cercherà di proporre attività alternative da svolgere nella giornata. Si prega di notare
che le attività perse non saranno però rimborsabili per le cause di forza maggiore.
Tuttavia questa considerazione non scoraggia i nostri Viaggiatori che sanno affrontare
con la dovuta pazienza ed elasticità le eventuali “avversità” di una destinazione affatto
facile; le giornate e le esperienze che si vivranno a stretto contatto con queste
popolazioni valgono qualche disagio e una eventuale attesa. Ogni anno sono poche
decine i viaggiatori che s’inoltrano in queste aree remote. Si consiglia di organizzare il
bagaglio a matrioska: un grande borsone contenente una borsa più piccola, per lasciare
di volta in volta in custodia il bagaglio eccedente.
Pernottamenti nelle guest house Nella isolata località di Ambunti e sulle isole di Muschu e Kairiru, le uniche strutture
dov’è possibile pernottare sono le guest house locali, senza alcuna alternativa di scelta.
Le guest house sono delle strutture basiche, molto semplici e difficili da classificare
secondo gli standard a cui siamo abituati.
Sono costruite solitamente in stile tradizionale e gestite dalle comunità locali, quasi
sempre con un grado di pulizia accettabile. Le stanze sono dotate di letti con materassi,
lenzuola, coperte e cuscini, con bagni in comune. Le strutture dispongono di pochi
posti letto, proprio perché sono fuori dalle rotte turistiche, e quindi di poche stanze.
Per questo motivo non è possibile garantire aprioristicamente la sistemazione in
singola al momento della conferma del viaggio. L’organizzazione locale farà di tutto
per garantire le prenotazioni ma in situazioni contingenti, nel caso si renda necessario
condividere con altri compagni di viaggio, sono richieste a ciascun partecipante
l’elasticità e la capacità di adattamento che ogni buon Viaggiatore deve far proprie. La
linea elettrica potrebbe essere soggetta a blackout o malfunzionamenti laddove esista,
alternativamente viene erogata da piccoli generatori solo alla sera. La cucina è
tradizionale, a base di prodotti tipici, e preparata dalla comunità locale.
Altre Informazioni:
Trasporti – Per i trasporti via terra si usano minibus con A/C. Voli di linea domestici
operati dalla compagnia di bandiera Air Niugini per le tratte interne Port Moresby /
Mount Hagen, Wewak / Madang e Mount Hagen / Port Moresby. Volo charter per la
tratta Mount Hagen / Ambunti, operato da MAF (Mission Aviation Fellowship), una
organizzazione missionaria che adopera una piccola flotta di velivoli.
Piroghe a motore per la navigazione sul fiume Sepik, da Ambunti fino al villaggio di
Pagwi, dotate di giubbotti salvagente ma senza il tendalino per la protezione dal sole
(o dalla pioggia). E’ quindi indispensabile un cappello con visiera e un k-way. Barche
a motore scoperte per i trasferimenti da/per Wewak alle isole Muschu e Kairiru.
Organizzazione – Esperte guide locali di lingua inglese e accompagnatore dall’Italia a
partire da 10 partecipanti. Autisti e staff locale per i trasferimenti. Assistenza in loco
durante le giornate di festival e negli aeroporti.
Pasti e pernottamenti – Oltre alla prima colazione sono inclusi tutti i pranzi (previsti
a picnic, in stile tradizionale nei villaggi o in hotel) e alcune cene, come specificato sul
programma. Gli hotel sono di categoria 4* a Port Moresby e Madang, 3*superiore a
Wewak e Goroka, 3* a Mount Hagen. Semplici guest house tradizionale ad Ambunti e
sulle isole di Muschu e Kairiru.
N.B. Nelle guest house non è garantita la sistemazione in singola. Si raccomanda di
portare un sacco-lenzuolo, un piccolo asciugamano e sapone o detergente battericida.
Clima – La Papua Nuova Guinea ha un clima caldo, umido e piovoso tutto l’anno. Si
distingue però una stagione più piovosa (da Dicembre a Marzo) e una stagione meno
piovosa (da Giugno a Ottobre). Sulla costa (Port Moresby, Wewak, Madang) le
temperature sono abbastanza stabili tutto l’anno (tra i 25°C e i 30°C), ma il tasso di
umidità e il vento sono mutevoli. Nell’interno, ad Ambunti, clima caldo e soleggiato
ma un po’ più fresco di sera rispetto alla costa. Sulle Highlands invece, a Mount
Hagen (tra i 1700 e i 1900 metri) le temperature diurne sono più basse (18°- 22°C) e di
sera può fare anche freddo (8°-15°C). Piogge sempre possibili ovunque.
Formalità burocratiche – Richiesto il visto d’ingresso, ottenibile in arrivo all’aeroporto
di Port Moresby. Attualmente il costo è di 100 Kina (PKG), circa 31 Euro. Necessario il
passaporto con validità residua di almeno 6 mesi dalla data di partenza. Sono richieste
almeno 2 pagine libere.
Disposizioni sanitarie – Non è richiesta alcuna vaccinazione obbligatoria. Fortemente
consigliata la profilassi antimalarica, sebbene sia il periodo più asciutto dell’anno. Si
consiglia di informarsi comunque presso l’Ufficio d’Igiene. E’ fondamentale portare
con se le medicine di uso personale, difficilmente reperibili in loco.
Caratteristiche del viaggio e grado di difficoltà – Viaggio prevalentemente
etnografico, adatto a chi è interessato a incontrare popolazioni primitive uniche al
mondo, anche se l’aspetto naturalistico non è in secondo piano. La partecipazione ai
festival e ai Sing-Sing è una straordinaria occasione per vedere tutte insieme le tribù
sfilare e con indosso gli abiti tradizionali più belli e sgargianti.
L’itinerario è nel complesso impegnativo in virtù della durata complessiva del viaggio
in aree con un alto tasso di umidità (più elevato sulla costa). In viaggio sono previste
alcune camminate, di durata variabile e in ambiente di foresta tropicale, con possibile
terreno fangoso ma prevalentemente su percorso pianeggiante. Fa eccezione
l’escursione nella foresta di Warwin Creek (13° giorno, vicino Madang) che è la più
impegnativa, dove non mancheranno saliscendi, anche ripidi, e l’eventuale necessità di
dover superare ostacoli naturali o guadare piccoli corsi d’acqua.
Occorre elasticità e grande spirito di adattamento. I voli charter potrebbero subire
ritardi e cancellazioni e alcuni pernottamenti sono previsti in spartane guest house,
davvero semplici, con bagni in comune e dove non è garantita la sistemazione in
singola. Da mettere sempre in conto che la Papua Nuova Guinea è già un paese poco
frequentato dal turismo e che alcune zone, come Ambunti nell’Upper Sepik, non
avendo collegamenti terrestri ma solo aerei o fluviali con il resto del paese, è
assolutamente genuino. Il servizio di ospitalità nelle cittadine principali è
sufficientemente buono. In alcune località, invece, i servizi non solo sono molto scarsi
ma anche molto costosi, per cui non esiste una proporzione diretta tra prezzo pagato e
qualità del servizio ricevuto. Pertanto si invitano tutti alla tolleranza e alla pazienza,
giudicando talvolta la buona volontà e la disponibilità della gente a cercare di
soddisfare le richieste come parte dello stesso servizio.
NOTE IMPORTANTI
• La quotazione è calcolata col valore del rapporto di cambio PGK / Euro = 0,308
e delle tariffe e delle tasse aeree in vigore nel mese di Dicembre 2015. In caso di
oscillazioni del cambio, di +/- 3% a 20 giorni dalla data di partenza, sarà effettuato un
adeguamento valutario.
• Per ragioni tecnico-organizzative in fase di prenotazione o in corso di viaggio
l’itinerario potrebbe subire delle modifiche, mantenendo invariate quanto più
possibile le visite e le escursioni programmate.
• Le tariffe aeree prevedono classi di prenotazione dedicate, soggette a
disponibilità limitata di posti. Al momento della prenotazione, in caso di non
confermabilità della tariffa utilizzata per la costruzione del prezzo del viaggio,
comunicheremo il supplemento.
• Per lo svolgimento di alcuni nostri programmi è necessario l’utilizzo di voli interni
operati da compagnie locali non conformi ai requisiti della Comunità Europea, indicate
all’interno di un elenco comunitario. Le assicurazioni europee non coprono i disservizi
a esse correlati.
• Molte compagnie aeree prevedono l’emissione immediata del biglietto. In tal
caso vi informeremo all'atto della conferma e procederemo alla emissione. L'acconto
dovrà includere anche l'intero importo del biglietto, che non sarà rimborsabile, e le
penali del viaggio in questione derogheranno dalle condizioni standard di
cancellazione pubblicate sul catalogo.
• L’importo delle tasse aeree dipende dal rapporto di cambio del USD e del costo del
petrolio, stabilito dalle compagnie aeree. Il valore esatto viene definito all’atto
dell’emissione dei biglietti aerei.
QUOTAZIONI PER PERSONA con partenza da Milano Malpensa:
€ 9.800 base 10-12 partecipanti, con accompagnatore dall’Italia
Da aggiungere:
- supplemento singola € 1.120
- (a) supplemento alta stagione aerea incluso
- tasse aeree, security e fuel surcharge € 800
- copertura assicurativa di viaggio (assistenza sanitaria, rimborso spese mediche, bagaglio,
infortuni, “rischio zero”) € 106 - costo individuale gestione pratica € 80
Facoltative:
- assicurazione annullamento viaggio
comprensiva dell’assicurazione integrativa medico/bagaglio 4,5%
- assicurazione integrativa medico/bagaglio (per aumentare da € 15.000 a € 55.000 il rimborso delle spese
mediche in loco e da € 750 a € 1.500 il rimborso bagaglio) € 45
A tutte le prenotazioni effettuate almeno 90 giorni prima della partenza, confermate
dietro versamento dell’acconto di viaggio verrà accordata, senza costi aggiuntivi, la
polizza contro le penalità di annullamento viaggio e la polizza integrativa per
aumentare i massimali di rimborso per spese mediche e bagaglio.
Data di partenza unica: - da martedì 2 a martedì 23 Agosto 2016 (alta stagione aerea)
* Altre partenze possibili, con durate diverse, in occasione di altri festival (Giu-Ott)*
La quota comprende: voli internazionali e domestici di linea, un volo charter da Mount Hagen ad Ambunti,
trasferimenti in minibus con aria condizionata, piroghe a motore per la navigazione sui
fiumi e barche a motore per i trasferimenti sulle isole, guide locali parlanti inglese,
staff e autisti locali, assistenza negli aeroporti locali e durante le giornate dei festival,
pernottamenti in hotel e guest house con prima colazione, tutti i pasti come specificato
sul programma (tutti i pranzi e alcune cene), gli ingressi e i permessi per le
manifestazioni, le visite e le escursioni espressamente menzionate sul programma.
La quota non comprende:
alcune cene espressamente non incluse, le bevande, il visto d’ingresso (100 Kina, circa
31 € da pagare in aeroporto all’arrivo), eventuali tasse governative per i voli locali di
linea e charter e per i voli internazionali in uscita dal paese, mance ed extra personali,
le polizze contro le penalità di annullamento viaggio e per l’aumento dei massimali di
rimborso medico/bagaglio (facoltative), tutto quanto non espressamente specificato.
Milano, 11 Aprile 2016
Organizzazione tecnica:
I Viaggi di Maurizio Levi Via Londonio, 4 – 20154 Milano (Italy)
Tel 0039 02 34934528 – Fax 0039 02 34934595
E-Mail: info@viaggilevi.com – Web site: www.viaggilevi.com