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PAPUA NUOVA GUINEA Il Festival del Coccodrillo e il Sing-Sing di Mount Hagen Dalla costa agli altopiani centrali, alla scoperta di tribù primitive e riti ancestrali Grande viaggio etnografico di 22 giorni – in hotel e guest-house Un viaggio straordinario e completo nella lontana e sconosciuta Papua Nuova Guinea, la più grande isola del Pacifico, selvaggia e pressoché incontaminata, dove sopravvivono e coesistono centinaia di etnie, conservando culture e tradizioni ancora strettamente ancorate al neolitico. Questa proposta di gruppo assicura la partecipazione a due tra i più incredibili e significativi festival etnici: il Festival del Coccodrillo di Ambunti, lungo il corso del fiume Sepik, e il vivace Sing-Sing di Mount Hagen, sul versante occidentale delle Highlands, dove i membri dei diversi clan sfilano indossando sgargianti costumi. Koroba, Huli, Midima, Waimara, Puipui, Mudmen Mindima…tutte le tribù si adunano una volta all’anno per esibirsi con orgoglio e gareggiando con coloratissimi gruppi di danza, contendendosi energicamente l’attenzione degli spettatori e la vittoria col fascino di musiche e danze, l’originalità dei costumi, la fierezza del portamento. Un altro piccolo Sing Sing nel villaggio di Paiya consente di osservare più da vicino l’elaborato maquillage, le sofisticate acconciature e gli scenografici costumi. Non ultima la straordinaria varietà dei paesaggi, con le selvagge isole di Muschu e Kairiru, l’esotica laguna di Rempi e le spiagge di Madang lungo le coste del Pacifico, le foreste pluviali, i fiumi e le vallate, le catene montuose e gli altopiani dell’entroterra da Goroka a Mount Hagen. Un gruppo ristretto di Viaggiatori, piccoli aerei, lance a motore e alcune piccole camminate rendono questa esplorazione tra i luoghi e i popoli meno conosciuti del pianeta una esperienza ancor più unica! Nostro accompagnatore dall’Italia.

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PAPUA NUOVA GUINEA Il Festival del Coccodrillo e il Sing-Sing di Mount Hagen

Dalla costa agli altopiani centrali, alla scoperta di tribù primitive e riti ancestrali Grande viaggio etnografico di 22 giorni – in hotel e guest-house

Un viaggio straordinario e completo nella lontana e sconosciuta Papua Nuova

Guinea, la più grande isola del Pacifico, selvaggia e pressoché incontaminata, dove

sopravvivono e coesistono centinaia di etnie, conservando culture e tradizioni ancora

strettamente ancorate al neolitico. Questa proposta di gruppo assicura la

partecipazione a due tra i più incredibili e significativi festival etnici: il Festival del

Coccodrillo di Ambunti, lungo il corso del fiume Sepik, e il vivace Sing-Sing di Mount

Hagen, sul versante occidentale delle Highlands, dove i membri dei diversi clan

sfilano indossando sgargianti costumi. Koroba, Huli, Midima, Waimara, Puipui,

Mudmen Mindima…tutte le tribù si adunano una volta all’anno per esibirsi con

orgoglio e gareggiando con coloratissimi gruppi di danza, contendendosi

energicamente l’attenzione degli spettatori e la vittoria col fascino di musiche e danze,

l’originalità dei costumi, la fierezza del portamento. Un altro piccolo Sing Sing nel

villaggio di Paiya consente di osservare più da vicino l’elaborato maquillage, le

sofisticate acconciature e gli scenografici costumi. Non ultima la straordinaria varietà

dei paesaggi, con le selvagge isole di Muschu e Kairiru, l’esotica laguna di Rempi e le

spiagge di Madang lungo le coste del Pacifico, le foreste pluviali, i fiumi e le vallate,

le catene montuose e gli altopiani dell’entroterra da Goroka a Mount Hagen. Un

gruppo ristretto di Viaggiatori, piccoli aerei, lance a motore e alcune piccole

camminate rendono questa esplorazione tra i luoghi e i popoli meno conosciuti del

pianeta una esperienza ancor più unica! Nostro accompagnatore dall’Italia.

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PROGRAMMA DI VIAGGIO – Partenza unica del 2 Agosto 2016

1°-2° giorno / Italia – Singapore – Port Moresby Partenza dall’Italia nel pomeriggio con voli di linea per Singapore operati da Cathay

Pacific, con scalo intermedio a Honk Kong e arrivo previsto il giorno successivo.

Qualche ora dopo, in serata, proseguimento con il volo di linea notturno operato dalla

compagnia di bandiera Air Niugini per Port Moresby (PX393 20h20-04h45, operato

con aeromobili del tipo Boeing 767/300). Pasti e pernottamento a bordo.

3° giorno / Port Moresby Al mattino presto arrivo a Port Moresby, la capitale della Papua Nuova Guinea, che si

trova presso una splendida insenatura nel Golfo di Papua, lungo la costa meridionale

dell’isola. Dopo aver espletato le formalità d’ingresso, accoglienza da parte

dell’organizzazione locale e trasferimento in un hotel 4* a pochi passi dal mare per

prendere possesso delle camera e fare colazione, già inclusa. Mattinata a disposizione

per un po’ di relax dopo le tante ore d’aereo. Pranzo al ristorante dell’hotel.

Dopo pranzo incontro con la guida e visita della città, fondata dal capitano Moresby

nel 1873 presso un insediamento Motu, l’etnia autoctona di quest’area. Dapprima il

porto, il principale del Paese e nodo commerciale tra varie isole, che durante la

Seconda Guerra Mondiale funse da base operativa per la riconquista alleata delle isole

del Pacifico e dei territori occupati dal Giappone. Poi la Parliament House, sede del

Parlamento, con l’imponente frontone decorato secondo lo stile tipico della ‘Casa

degli Spiriti’ (haus tambaran) in cui i Papua si riuniscono e gli anziani decidono per la

comunità; il Museo Nazionale, che ospita una collezione sulla cultura, la storia e la

biodiversità; il Giardino Botanico Nazionale, che accoglie degli esemplari di paradisee

(o Uccelli del Paradiso), casuari e altri uccelli endemici, oltre ad alcune specie di

orchidee e piante tropicali. Nel tardo pomeriggio rientro in hotel, cena libera e

pernottamento.

4° giorno / Port Moresby – Mount Hagen – Ambunti (il Festival del Coccodrillo) Al mattino presto colazione e trasferimento privato in aeroporto in tempo utile per il

volo di linea Air Niugini per Mount Hagen (PX180 8h30-9h30, operato con

aeromobili del tipo Fokker F100 jet). Una volta sbarcati si ritira il bagaglio prima di

passare nel terminal adiacente ed effettuare le procedure di imbarco sul volo charter

per Ambunti. A mezzogiorno decollo da Mount Hagen (operato dalla compagnia

missionaria MAF con piccolo aeromobile tipo Cessna C208 Gran Caravan o De

Havilland DHC6 Twin Otter) per un volo di circa un’ora. Pranzo a sacco durante il

volo. Dalla pista di atterraggio si raggiunge a piedi la semplice e modesta guest house,

con l’aiuto dei facchini per il trasporto del bagaglio. Il villaggio rurale di Ambunti è la

porta di accesso all’Upper Sepik, esso è raggiungibile solo per via fluviale o aerea ma

non terrestre poiché non esistono strade di collegamento. Questa limitazione,

unitamente ai pochi alloggi disponibili, fanno di Ambunti una meta poco turistica e

ogni anno il Festival del Coccodrillo diventa un’occasione ambita da molti

Viaggiatori ma accessibile a pochi. Oggi è il primo giorno del festival e di

consuetudine il giorno inaugurale non si tengono performance culturali ma solo prove

di abilità e giochi. Lasciati i bagagli si raggiunge il festival, che si tiene nei pressi

dell’ufficio distrettuale alla fine della pista di atterraggio. Si potrà assistere ad alcune

competizioni e camminare intorno all’area della manifestazione, per familiarizzare col

posto e con la gente. Rientro alla guest house e cena servita in stile locale.

Pernottamento in camere con un grado accettabile di pulizia, dotate di due letti

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ciascuno fornito di zanzariera. Non si garantisce la sistemazione in singola ed è

importante sapere che la corrente elettrica non viene sempre erogata con continuità.

N.B. Facciamo presente che sui voli di linea domestici è consentita una franchigia di

16 kg per il bagaglio da stiva più 5 kg per il bagaglio a mano. La stessa franchigia

complessiva (di circa 20 kg) è consentita sui voli charter ma, essendo spesso questi

piccoli aeroplani sprovvisti di cappelliera, si consiglia di portare a bordo solo la

macchina fotografica e di stivare anche lo zainetto.

5° giorno / Ambunti (Festival del Coccodrillo) – escursione in piroga al lago Wagu Dopo colazione si entra nel vivo del Festival del Coccodrillo. Il festival celebra la

centralità del coccodrillo nella vita delle popolazioni del Sepik e coinvolge la gente

che vive lungo tutta l’area del fiume. Gruppi di vari villaggi, alcuni provenienti anche

da luoghi più lontani quali i laghi di Blackwater o l’estremo corso superiore del Sepik,

si esibiscono in danze tradizionali che hanno come tema centrale il coccodrillo, alcuni

gruppi danzano addirittura con dei coccodrilli vivi. Ogni villaggio ha la propria danza

e il proprio costume, è sorprendente osservare una tale varietà di sub-culture evolutesi

lungo il medesimo fiume! Alcuni uomini hanno la schiena, le spalle e i fianchi

completamente ricoperti di cicatrici in rilievo (cheloidi), che fanno assomigliare la loro

pelle a quella del coccodrillo; si tratta delle scarificazioni rituali che vengono praticate

per segnare il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. I coccodrilli sono importanti

non soltanto per la centralità nelle credenze spirituali ma anche per la microeconomia

dei villaggi: nel bacino del fiume Sepik la carne di coccodrillo rappresenta un

importante apporto proteico alla dieta locale, senza considerare i proventi derivanti

dalla vendita della pelle di coccodrillo.

Ci sono molte bancarelle che vendono collane con denti di coccodrillo e pregevoli

oggetti di artigianato tra cui le prue delle piroghe (“Puk Puk” in pidgin, l’idioma

locale) scolpite a forma di coccodrillo o di altri animali-totem (casuario, maiale

selvatico, cacatoa, mantide religiosa… tanto per citare i principali). Per assistere al

festival sono disponibili dei posti a sedere proprio di fronte all’esibizione, ciascun

partecipante è libero di muoversi e fotografare durante le performance. Si potrà

scegliere di rientrare liberamente per il pranzo alla guest house oppure acquistare da

una delle tante bancarelle bevande, frutta fresca o cibi cotti tradizionali, preparati dalle

donne del posto…un’occasione unica per assaggiare le vere specialità ‘casalinghe’.

Acqua minerale a disposizione del gruppo durante la manifestazione.

Dopo pranzo si raggiunge a piedi la riva del Sepik, distante pochi minuti, per una

escursione in canoa a motore fino al lago Wagu. L’area compresa tra il corso del

Sepik e la catena montuosa dei Monti Hunstein è circondata da una lussureggiante

foresta pluviale e ospita un bacino idrografico ricco di laghi e piane alluvionali. La

zona è sotto la tutela del governo con l’intento di salvaguardare questo habitat

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incontaminato che ospita una ricca avifauna, tra cui uccelli acquatici, paradisee,

pappagalli e casuari, e numerose specie vegetali. Dopo circa un’ora di navigazione

lungo un canale secondario si raggiunge una piccola guest house affacciata sulle

sponde del lago. Tempo di rinfrescarsi e poi una piacevole camminata immersi nella

bellezza della foresta pluviale tra fiori, farfalle, alberi e uccelli. Rientro ad Ambunti

nel tardo pomeriggio, cena e pernottamento in guest house.

6° giorno / Ambunti (Festival del Coccodrillo) – in piroga tra i villaggi del Sepik Prima colazione e giornata conclusiva del Festival del Coccodrillo. L’autenticità di

questo evento e la fotogenia della gente e dei gruppi in gara è davvero unica,

impossibile da confrontare con altri festival etnici.

Il festival è sponsorizzato dal WWF con lo scopo di educare le popolazioni locali a

uno sfruttamento sostenibile della fauna locale come, per esempio, la caccia

controllata del coccodrillo selvatico. Le due specie esistenti nel bacino del Sepik sono

il coccodrillo comune di acqua salata (Crocodilus porosus) e il coccodrillo di acqua

dolce della Nuova Guinea (Crocodilus novaeguineas). Oggi queste due specie si

stanno rifugiando sempre più verso i tributari più remoti del Sepik, lontani dai loro

predatori: gli uomini. E’ sempre più raro avvistare coccodrilli lungo le sponde del

fiume antropizzate e il WWF ha istituito una propria base operativa in quest’area per

sensibilizzare i locali alla conservazione dell’ecosistema del Sepik e incoraggiarli a

forme alternative di sussistenza ed ecoturismo. Anche la raccolta di uova di

coccodrillo selvatico da covare poi in fattorie rappresenta una minaccia per le specie.

Pranzo e partenza per un’altra escursione in piroga lungo il corso del Sepik. Deviando

dal corso principale del fiume, seguendo un canale minore, si raggiunge la piccola

comunità di Waskuk, per ammirare la loro abilità nell’intaglio e nella decorazione di

sculture lignee raffiguranti soggetti semi-astratti. Si prosegue per la visita di Yessan,

sviluppatosi per esteso tra le anse del fiume. Camminando lungo la riva, sul sentiero

che attraversa il villaggio e non dopo aver imparato a salutare nell’idioma locale, si

vedranno gli abitanti alle prese con le attività quotidiane. Rientro ad Ambunti nel tardo

pomeriggio, cena e pernottamento in guest house.

7° giorno / Ambunti – Pagwi – Wewak Al mattino, dopo aver fatto colazione e caricato i bagagli sulle agili piroghe a motore,

intagliate in un unico tronco, si lascia Ambunti. Per l’ultima volta si procederà sul

Sepik, questo serpeggiante corso d’acqua che scorre per più di 1.100 km attraverso le

vaste distese che si perdono tra rilievi ammantati di fitta vegetazione equatoriale. Il

fiume, ch’è uno dei più grandi al mondo, non è solo la linfa di questo enorme

ecosistema ma ha anche una grande importanza intangibile: rappresenta la storia senza

tempo di tutte le persone che vivono lungo il suo corso, il valore del legame culturale

tra passato e presente che il Sepik rappresenta per tutte i gruppi linguistici diversi è

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incalcolabile, attraverso il suo fluire avviene l’osmosi tra la vita, la religione e l’arte di

questi popoli esotico e ancora misteriosi.

Dopo circa due ore di navigazione si raggiunge la missione di Pagwi, da cui si

prosegue via terra per Wewak (circa 4 ore). Pranzo al sacco.

Lungo il tragitto piccole fattorie, villaggi e mercatini improvvisati sul ciglio della

strada con bancarelle che espongono in bella mostra della gustosa frutta fresca. Si

procede verso la dorsale collinare del Principe Alessandro, una serie ondulata di

piccoli rilievi che delimita il bacino del Sepik orientale dalla pianura costiera. Si

raggiunge Wewak nel primo pomeriggio. La cittadina sorge lungo la costa

settentrionale della Papua Nuova Guinea, occupando una piccolo penisola che si

protende nel Mare di Bismark. Sistemazione all’In-Wewak Boutique Hotel, una

piccola struttura di categoria 3* superiore posizionato su una collina che guarda

direttamente a mare, in camere con servizi privati e aria condizionata. Una piccola

piscina a disposizione degli ospiti, verande panoramiche e un buon ristorante interno

rendono l’hotel ancora più accogliente dopo le notti trascorse in guest house.

Pomeriggio a disposizione per relax in piscina o per una camminata nei dintorni

dell’hotel. Cena libera e pernottamento in hotel.

8° giorno / Wewak – isola di Muschu Prima colazione e al mattino, dopo aver preparato l’occorrente per le prossime

giornate (il resto del bagaglio si lascia in albergo, dove si rientra fra tre giorni),

partenza in barca per raggiungere una serie di isole fuori dalle rotte turistiche e appena

al largo di Wewak. In 45 minuti di navigazione si raggiunge Muschu. L’isola,

praticamente piatta, è un piccolo paradiso tropicale con spiagge selvagge di sabbia

bianca finissima incorniciate da una vegetazione lussureggiante e lambite dal mare

color turchese impreziosito, in alcuni tratti, dalla barriera corallina. Durante la guerra

del Pacifico l’isola, assieme alla vicina Kairuru, l’isola venne occupata dai giapponesi

nel dicembre del ’42 e impiegata come avamposto a difesa delle truppe di stanza a

Wewak. Sebbene bersagliata più volte dalla flotta aerea alleata, Muschu non venne

mai presa(*) e solo dopo la resa del Giappone venne consegnata alle truppe australiane

dal Contrammiraglio Sato, comandante della Marina Imperiale.

Si approda sulla spiaggia di Sup, sulla punta orientale, e sistemazione in una

semplicissima guest house, gestita dalla ospitale comunità locale. I bungalow sono

semplici ma puliti, direttamente sulla spiaggia e fra le palme da cocco. L’assenza di

turismo sull’isola ha contribuito a preservarne la bellezza e dopo il caldo del Sepik

sembrerà un sogno rinfrescarsi nelle sue acque, approfittando di piacevoli nuotate e di

un po’ di snorkeling. Tempo libero a disposizione per un po’ di relax all’ombra delle

palme o per camminate sulle spiagge disabitate o lungo i sabbiosi sentieri che, tra

palme e felci, portano al vicino villaggio. Pasti e pernottamento in guest house.

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9° giorno / Muschu Colazione a base di frutta fresca e intera giornata a disposizione per godere di questo

piccolo angolo di paradiso tropicale dove il tempo, che scorre lentamente, è un

concetto relativo per gli isolani. Non lontano dalla guest house, per gli amanti del

mare, c’è una spiaggia corallina che affaccia sul reef incontaminato.

In alternativa si potrà organizzare autonomamente, con una guida del villaggio, una

escursione nella giungla alla scoperta di alcuni residuati bellici giapponesi, uniche

testimonianze della guerra in questa remota parte di mondo. Nascosti nella giungla ci

sono un paio di cannoni della contraerea giapponese e il relitto di un aereo, di cui sono

ancora visibili i motori e l’elica. Sempre nell’interno due jeep giacciono abbandonate

lungo la ‘strada giapponese’, ora ricoperta dalla giungla rigenerata. Pasti e

pernottamento alla guest house.

10° giorno / Muschu – isola di Kairiru Prima colazione e, salutata la piccola comunità che ci ha ospitato, si costeggia in barca

l’isola di Muschu verso lo stretto braccio di mare che lo separa dall’isola di Kairiru.

Dopo circa mezzora di navigazione si approda a St. John, piccola missione cattolica e

stazione governativa sul versante sud di Kairiru. Durante la guerra l’isola fu un

avamposto per le navi e gli idrovolanti giapponesi impegnati nell’avvistamento delle

forze nemiche e, per questo motivo, venne ripetutamente attaccata dagli americani.

Kairiru è di origine vulcanica, ha un perimetro di circa 40 km ed è ricca di

vegetazione. La sovrasta il vulcano dormiente di Mount Malangis (circa 740 mt), che

si trova grosso modo al centro dell’isola. In un quarto d’ora di barca da St. John si

raggiunge Victoria Bay, sull’estremità occidentale, una suggestiva insenatura dove una

sorgente di acqua calda, che sgorga dalle rocce vulcanica sulla spiaggia, si miscela con

l’acqua fresca del mare creando una piccola corrente dalla temperatura gradevole per

immergersi. Per lunghi tratti la costa si presenta frastagliata, con scogliere di roccia

basaltica di origine vulcanica che cadono a picco nel mare. Piccoli villaggi sono

incastonati al riparo tra le insenature e proseguendo in barca ancora per venti minuti

lungo il versante nord, si giunge al villaggio di Shargur, dove si passerà la notte.

Dopo la calorosa danza di benvenuto si pranza al villaggio per poi effettuare nel

pomeriggio una escursione alla vicina cascata, con possibilità di tuffarsi nelle acque

rinfrescanti. A ridosso della cascata, in cima a un breve ma ripido pendio, ci sono

ancora i resti della buca che i giapponesi utilizzavano per l’avvistamento di caccia

bombardieri e navi nemiche provenienti dal quadrante Nord. Rientro al villaggio e

sistemazione presso la guest house locale, anch’essa molto basica e davvero semplice.

Resto del pomeriggio a disposizione per un giro intorno al villaggio dove sarà

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possibile assistere a scene di vita quotidiana e avvicinare la gente, molto socievole e

ben disposta con i forestieri. La cena sarà preparata nello stile tipico “mumu”, che

consiste nell’avvolgere il cibo con crema di cocco in foglie di banano per poi cucinarlo

lentamente sotto delle pietre calde. La serata sarà allietata da uno spettacolo

tradizionale, alla luce di un falò, con canti, danze e una divertente pièce sulle leggende

dell’isola, difficile da comprendere nell’idioma locale ma coinvolgente nelle risate.

Pernottamento nei semplici bungalow della guest house.

11° giorno / Kairiru – Wewak Dopo colazione si lascia Shargur e rientro in barca a Wewak (circa 1 ora e 15 min),

godendo degli ultimi begli scorci di Kairiru. All’arrivo in città si ritorna in hotel, per

rendere possesso della camera e dei bagagli lasciati in custodia. Con una breve

passeggiata si raggiunge il mercato dove sotto decine di ombrelloni colorati trovano

riparo mercanzie e venditori. Interessanti le bancarelle dell’artigianato e le bancarelle

dei commestibili dove, dal pesce secco alle noci di betel, poter scuriosare tra alimenti

non comuni alle nostre tavole. Rientro in hotel per il pranzo.

Pomeriggio libero in hotel o per una passeggiata e qualche acquisto nei negozietti di

Wewak. Cena libera e pernottamento in hotel.

OPZIONALE: è possibile organizzare su richiesta una escursione facoltativa di un

paio d’ore fuori città che preveda la visita di Cape Wom, un parco commemorativo

che si trova esattamente nel luogo in cui il Generale Adachi, nel Settembre del 1945,

firmò agli Alleati i documenti di resa delle truppe giapponesi in Nuova Guinea e

consegnò la propria spada di ufficiale. Non lontano la collina di Mission Hill dove gli

evangelizzatori cattolici fondarono una missione ai primi del ‘900. Essendo uno dei

punti più alti dell’isola (90 mt), in guerra i giapponesi vi insediarono il loro quartier

generale, schierando una nutrita batteria di cannoni della contraerea. Ancora oggi

restano tracce di trincee, tunnel, postazioni di artiglieria e residuati bellici. Nel 1960

venne costruito il Memoriale di Guerra Giapponese, un monumento che reca la scritta

in giapponese e inglese: "In memoria dei soldati coraggiosi che hanno pagato il

supremo sacrificio per i loro paesi Giappone, Australia, America e Nuova Guinea

durante la Seconda Guerra Mondiale dal 1941 al 1945. Ci auguriamo vivamente che

gli uomini non dovranno mai più impegnarsi in guerra ma che un profondo spirito di

amicizia possa esistere tra tutti "

12° giorno / Wewak – Madang – Hobe Sveglia al mattino presto, caffè in camera e subito trasferimento in aeroporto per il

breve volo di linea Air Niugini per Madang (PX123 06h10-06h50, operato con

aeromobili del tipo Fokker F100). Accoglienza all’arrivo e trasferimento in un

confortevole hotel 4*, immerso in un bel giardino tropicale, con piscina a disposizione

degli ospiti e camere con aria condizionata.

Colazione in hotel (è inclusa) e resto della giornata dedicato alla visita della città e dei

suoi dintorni. Madang ha una storia recente, venne fondata da coloni tedeschi alla fine

dell’800 e crebbe rapidamente fino a quando, nel 1919, alla Nuova Guinea Tedesca

toccò la stessa sorte delle altre colonie dell’Impero Germanico alla fine del primo

conflitto mondiale. Nella spartizione come bottino di guerra venne assegnata dal

trattato di Versailles alla tutela del governatorato australiano. Sono tuttora presenti

alcuni edifici del periodo coloniale tedesco.

Definita anche “la bella del Pacifico”, la città si estende su una fertile fascia costiera e

una piccola penisola protesa nel mare. Alle sue spalle si ergono spettacolari montagne

mentre nel mare di fronte alla costa si trovano alcune isole di origine vulcanica.

L’hotel è a pochi passi dal monumentale Coastwatcher’s Memorial Beacon, il faro

divenuto simbolo della città, che rende omaggio alle vedette marittime. Non lontano il

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mercato dove ogni giorno un via vai di gente proveniente dalle campagne limitrofe e

dall’altopiano, compra e vende frutta, verdura e piccoli oggetti di uso quotidiano.

Si prosegue fuori città verso Hobe, un piccolo villaggio rurale ancora in stile

tradizionale e costruito con materiali naturali. Gli abitanti sono prevalentemente

agricoltori e ciò che non viene destinato al consumo domestico viene venduto al

mercato di Madang. Ogni visita al villaggio è motivo di festa per la comunità, che ci

darà il benvenuto con un piccolo colorato Sing-Sing e gli uomini esibiranno i loro

enormi copricapo dalle forme stravaganti e adorni di piume d’uccello. Pranzo tipico e

poi, con le guide del posto, si effettua una passeggiata tra i giardini e gli orti del

villaggio e nella giungla. Il terreno fertile regala abbondanti raccolti mentre la foresta è

generosa di frutta e di materiali e fibre organiche che vengono adoperate nella

costruzione delle abitazioni o nella fabbricazione delle tipiche borse di corda,

chiamate “bilums”, utilizzate per trasportare di tutto, anche bambini. Rientro a

Madang nel pomeriggio. In città vive un’attiva colonia di volpi volanti (un tipo di

pipistrello molto comune nelle isole del sud Pacifico) che, di giorno o al crepuscolo,

da spesso luogo a spettacolari coreografie volando all’unisono. Cena libera e

pernottamento in hotel.

13° giorno / Madang – la laguna di Rempi e la foresta pluviale di Warwin Creek Colazione e partenza al mattino per una escursione verso nord. Sosta lungo il litorale

al belvedere di Nobnob, un punto panoramico da si gode una vista che abbraccia i

dintorni di Madang fino all’isola di Karkar. Proseguendo ancora lungo la costa si

raggiunge la pittoresca laguna di Rempi e l’omonimo villaggio. Questo scenografico

braccio di mare, poco profondo e non molto largo, è protetto da una linea di minuscole

isole disposte parallelamente alla costa e ha fatto da set per le riprese di una celebre

versione cinematografica di Robinson Crusoe interpretata da Pierce Brosnan. Alle

spalle una fitta vegetazione incornicia la spiaggia. Mattinata libera a disposizione per

esplorare questo piccolo eden. Sarà possibile girare tra gli isolotti in canoa con i locali

o raggiungerli a nuoto, approfittandone per fare dello snorkeling tra i coralli e i vivaci

colori dei pesci tropicali. Pranzo sulla spiaggia a base di pesce, cotto in stile ‘mumu’.

Dopo pranzo, con le guide del villaggio, si lascia la laguna per una escursione

all’interno. Si raggiunge la foresta pluviale di Warwin Creek, un ecosistema sotto la

tutela del governo. Con una camminata di tre ore si potranno apprezzare le meraviglie

naturali di questo tratto di giungla, preservato dal disboscamento e negato allo

sfruttamento da parte dei locali se non di tanto in tanto quando vien loro concesso di

cacciare qualche possum.

L’escursione a piedi è abbastanza impegnativa, quindi è importante essere in buona

forma fisica (*). L’escursione inizia con una ripida discesa verso la gola attraversata

dal torrente Warwin Creek, poi seguendone il corso e camminando a volte in acque

quando non è possibile farlo all’asciutto lungo le rive. Con l’aiuto dei ragazzi del

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villaggio potrebbe essere necessario superare ostacoli naturali, scavalcando tronchi

d’albero e guadando il torrente con l’acqua anche fino alla vita, tenendo conto del

terreno umido, fangoso e scivoloso. Ad appagare le fatiche la sorprendente

biodiversità lungo il percorso: alberi e fiori, eleganti felci, licheni, muschi e funghi

colorati, insetti e farfalle variopinte, artistiche ragnatele imperlate di rugiada…e di

sottofondo le melodie degli uccelli tropicali. Si prosegue per l’esplorazione di una

caverna dal fondo allagato, ricca di stalattiti e abitata da una colonia di pipistrelli.

Fiancheggiando il torrente si giunge a una cascatella, con una piscina naturale scavata

nella roccia calcarea in cui rinfrescarsi. Si esce infine dalla foresta rientro a Madang.

Cena libera e pernottamento in hotel.

(*) in alternativa all’escursione nella gola si suggerisce una camminata in piano,

visitando un’altra porzione di foresta, dove hanno girato altre riprese del film, oppure

di rimanere a mare nella laguna, ricongiungendosi al gruppo sulla via del ritorno.

14° giorno / Madang – Kassam Pass – Goroka Prima colazione e partenza verso sud, lungo la scenografica strada che più o meno in

sei ore di viaggio collega Madang con Goroka. Si imbocca la Ramu Highway, appena

fuori Madang, che segue la costa a ridosso di Astrolabe Bay, prima di penetrare

nell’interno, dove la fascia di foresta tropicale cede il posto ai pascoli e a fertili

campagne coltivate principalmente a canna da zucchero. Lungo questa arteria che

collega la costa con l’altopiano è facile incontrare piccoli mercatini improvvisati con

bancarelle lungo il ciglio della strada. Poi la strada corre parallela al fiume Ramu e,

mentre si sale molto gradualmente, il paesaggio si alterna tra dolci colline e

coltivazioni. In vicinanza della parte superiore della valle del fiume Markham, laddove

la Ramu Highway prosegue verso Lae in direzione della costa, si devia lungo la

Highland Highway in direzione di Goroka, nel popoloso distretto delle Highlands

Orientali. Serpeggiando lungo i tornanti la strada sale repentinamente di quota fino al

Kassam Pass (circa 1.400 mt) dove il caldo clima della costa si scambia con l’aria più

fresca dell’altopiano. Una sosta alla diga che alimenta la centrale idroelettrica di Yonki

prima di continuare a salire lungo le ondulate campagne.

Arrivo a Goroka per l’ora di pranzo e sistemazione al Birds Of Paradise, un

accogliente hotel di categoria 3* superiore, con camere dotate di servizi privati.

L’hotel è ubicato in centro città e dista pochi minuti a piedi dai luoghi principali.

Pranzo in hotel e poi una breve passeggiata orientativa. Goroka è il capoluogo del

distretto e conta una popolazione di circa 25.000 abitanti. Ci troviamo nell’entroterra

della Papua Nuova Guinea, nella regione degli altopiani orientali, a circa 1.600 metri

di altitudine e in clima di perenne primavera. Questa regione conobbe l’influenza

europea a partire dagli inizi del secolo scorso, dovuta a un intenso sfruttamento di

miniere d’oro e immense piantagioni di caffè. Da semplice crocevia commerciale e

avamposto di cercatori d’oro, missionari, militari e avventurieri, Goroka si sviluppò

enormemente a partire dagli anni ’50. Il Museo JK McCarthy, intitolato a uno dei più

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leggendari personaggi della Papua Nuova Guinea, espone la cultura degli altopiani

attraverso abiti tradizionali, manufatti, oggetti di artigianato e una interessante

rassegna fotografica. Poi il mercato dell’artigianato, con interessanti oggetti lavorati a

mano tra cui le tradizionali billums, le variopinte borse in tessuto, e il colorato mercato

ortofrutticolo, dove trovare alcuni tipi di frutta esotica a noi sconosciuta quali il

pomelo e il laulau, detto anche frutto a campana. Tempo libero a disposizione al

termine della passeggiata. Cena libera e pernottamento in hotel.

15° giorno / i dintorni di Goroka (il villaggio di Kemase e il Monte Michael) Prima colazione e partenza per una escursione a sud-ovest di Goroka. Piccoli fuochi

fumosi perennemente accesi e maialini che vagano liberi ovunque son il caratteristico

denominatore comune di tutti i villaggi dell’altopiano. Le comunità locali sono

impegnate nelle attività quotidiane, dalla tessitura delle billum alla caccia, dalla

preparazione e conservazione dei cibi alla cura degli orti e delle piantagioni di caffè.

La produzione del caffè biologico rappresenta per i piccoli agricoltori la principale

coltura da reddito negli altopiani. In circa un’ora e mezza si raggiunge il villaggio di

Kemase, alle pendici del Monte Michael. Qui la gente ha l’abitudine di seppellire i

propri morti in una grotta sepolcrale, lasciandone poi le ossa in vista, e alla quale è

possibile accedere solo indossando abiti tradizionali in segno di rispetto degli spiriti

ancestrali. Alla base della montagna ci sono degli insoliti monoliti di pietra che

secondo la tradizione rappresentano gli antenati che vegliano sulle nuove generazioni.

Pranzo al villaggio in stile tradizionale, a base di carne con verdure e frutta fresca.

Si prosegue poi verso il Monte Michael, per effettuare una camminata panoramica di

circa 3 ore attraverso la campagna ondulata e campi erbosi, guadando piccoli torrenti e

lembi di foresta. Ad attendere al termine ci sarà il minibus che nel frattempo ha fatto il

giro. Rientro a Goroka in serata, cena libera e pernottamento in hotel.

16° giorno / i dintorni di Goroka (i riti ancestrali nei villaggi di Bena e Lufa) Al mattino, dopo colazione, escursione a est di Goroka tra le montagne in cui si trova

il piccolo villaggio di Bena, circondato da alberi di bambù e piccoli appezzamenti

coltivati a caffè e canna da zucchero. Qui viene praticata una cerimonia davvero

singolare e abbastanza forte: è il rito della deglutizione della canna da zucchero che gli

uomini, vestiti in costumi tradizionali, eseguono stando in piedi in un ruscelletto per

lavare e lubrificare le canne durante il rito. Essi, attraverso l’esofago, sono in grado di

inghiottire le canne fino alla bocca dello stomaco o addirittura fin dentro lo stomaco

stesso. La spiegazione di questo rituale è misteriosa, le credenze popolari ritengono

che gli spiriti risiedano sempre negli uomini e siano in realtà gli spiriti stessi a voler

deglutire la canna. La deglutizione comporta inevitabilmente delle lesioni con perdite

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di sangue e perciò se ne sconsiglia la visione a chi è sensibile alla vista del sangue.

Rientro in città e pranzo in un ristorante.

Dopo pranzo escursione al villaggio di Lufa, a ovest di Goroka, per visitare il sito di

arte rupestre di Kafiavana, preservato finora grazie a una sovvenzione statunitense. Il

distretto di Lufa si regge economicamente sulla funghicoltura, la qualità del terreno è

particolarmente adatta alla crescita naturale di questi organismi e con grossi

investimenti cinesi sono state impiantate molte fungaie. Rientro a Goroka nel tardo

pomeriggio, cena libera e pernottamento in hotel.

17° giorno / Goroka – il villaggio di Asaro – Daulo Pass – la valle di Wahgi -

Mount Hagen Colazione e partenza lungo la ‘Highlands Highway’ per il trasferimento da Goroka a

Mount Hagen. Il tragitto impegnerà quasi tutta la giornata ma i panorami saranno

impagabili, questo percorso è tra i più straordinari e scenici al mondo. La prima parte è

in salita, la strada sovrasta Goroka e la valle di Asaro fino al distretto di Chimbu dove,

tra gole scoscese e incredibili declivi, i contadini, in condizioni quasi acrobatiche,

lavorano i piccoli lotti di terra letteralmente strappati ai fianchi dei pendii. Sosta al

villaggio di Asaro, dove vive l’etnia degli Asaro Mudmen, i leggendari uomini di

fango. Un racconto popolare narra che secoli fa un gruppo di guerrieri Asaro venne

sonoramente sconfitto in una lotta tribale e questi, meditando vendetta, per sembrare

più feroci escogitarono lo stratagemma di ricoprirsi interamente di fango e con indosso

delle maschere di argilla. La leggenda vuole che il trucco funzionò e che i nemici

fuggirono atterriti alla vista di questa apparizioni spettrali. Si assisterà a una danza

tradizionale dei Mudmen, chiamata ‘prance’, prima di lasciare il villaggio.

Si prosegue lungo la Highland Highway verso il Daulo Pass, un passo montano a

circa 2.500 metri e quando le nebbie del mattino si alzano dalle valli si gode di

un’ampia vista sulle lussureggianti valli di Goroka. Quest’area, ricca di rivoli e

cascatelle, presenta una grande biodiversità e la foresta, ricoperta da un substrato di

muschio e felci, si rivela un habitat ideale per gli uccelli del paradiso e una grande

varietà di orchidee saprofite selvatiche, licheni, funghi colorati e altre strane e

incredibili specie vegetali, tipiche degli ambienti umidi. Proseguendo attraverso

paesaggi alpini si passa dal ‘villaggio dei serpenti’, così chiamato perché la

popolazione locale cattura i serpenti autoctoni per poi allevarli in cattività. Tra le varie

specie spiccano il grande pitone verde arboricolo (morelia viridis), che vive arrotolato

intorno agli alberi, e il taipan (oxyranus), tra i serpenti più velenosi al mondo! Col

cielo terso è possibile scorgere il Monte Wilhelm, la vetta più alta della Papua Nuova

Guinea (4.500 mt). Sosta per il pranzo a Kundiawa, capoluogo della provincia di

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Chimbu. Continuando verso ovest, oltre i villaggi di Minj e Kudjip, si entra valle di

Wahgi, i cui maestosi scenari ci accompagneranno fino a Mount Hagen.

Questa enorme vallata, scoperta da esploratori e cercatori d’oro australiani nei primi

decenni del secolo scorso, è soprannominata ‘la ciotola’ della Papua Nuova Guinea. Il

terreno molto fertile permette colture intensive e non solo a patata dolce, che rimane

pur sempre uno dei principali alimenti della dieta dei papuasi e la cui produzione è

destinata al mercato interno, ma anche a tè e caffè, quest’ultimo particolarmente

apprezzabile ed esportato all’estero. La vallata si presenta come un mosaico di grandi

piantagioni, aziende agricole e allevamenti di bestiame. Quasi tutta la popolazione

della valle di Wahgi è impegnata direttamente nel settore agricolo o in qualche

comparto correlato. Studi antropologici danno motivo di credere che l’uomo si sia

insediato su queste fertili terre già 8000 anni fa. Si raggiunge la città di Mount Hagen

nel pomeriggio. Dopo Port Moresby e Lae è la terza più grande del paese e Mt Hagen,

come suggerisce il nome, è anche una montagna (1677 mt) che dista circa venti

chilometri dal centro abitato. Se ci sarà del tempo si effettuerà un breve giro

orientativo della città. Sistemazione in hotel 3*, in camere con servizi privati. Cena

libera e pernottamento.

18° giorno / Mt Hagen – il Sing-Sing di Paiyagona e la cultura Melpa – la

Montagna Magica Le popolazioni delle “Highlands” hanno vissuto isolate per millenni, frammentate in

una galassia etnica, incapaci di sviluppare una struttura statale unitaria a causa della

loro indole bellicosa, conseguenza della competizione per le scarse risorse alimentari

in un territorio aspro e inaccessibile. All’inizio degli anni ’50 le autorità coloniali

australiane cominciarono a organizzare gli spettacoli etnici evocativi di riti e cerimonie

ancestrali, i “Sing-Sing” per l’appunto, tanto amati dai Papuasi, con l’intento di

ricondurre le rivalità interclan su un piano di civile confronto, in maniera non cruenta.

L’iniziativa ebbe così tanto successo che i Sing-Sing sono diventati un efficace mezzo

per incrementare un turismo sempre a caccia di nuove emozioni. Dopo colazione

partenza attraverso la tipica campagna delle Highlands occidentali abitate dal ceppo

etnico dei Melpa, che visse isolato sull’altopiano fino agli inizi degli anni ’30 del

secolo scorso. Sono fondamentalmente agricoltori e il loro stile di vita è rimasto

pressoché invariato, anche dopo l’incontro con la cultura occidentale. Si raggiunge il

villaggio di Paiyagona (Paiya) dove annualmente si tiene un interessante Sing-Sing,

proprio il giorno prima di quello più famoso di Mount Hagen.

Questa è un’occasione molto interessante che offre l’opportunità di incontrare i

danzatori prima dell’inizio della festa e interagire con loro durante le fasi di

preparazione: il trucco del volto deriva da una mescolanza di oli vegetali e terra, gli

ornamenti del corpo sono fatti di foglie, piume, conchiglie, denti e ossa di coccodrillo.

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Singoli o in gruppo, in un tripudio di suoni e di colori, si potranno vedere meglio i loro

abiti tradizionali (bilas) e tutti vorranno essere immortalati; la sola ricompensa, l’unico

piacere è quello di vedere la propria immagine sullo schermo della fotocamera. Questa

esperienza ravvicinata, senza calca e vissuta in modo raccolto e intimo, è forse più

appagante per i viaggiatori rispetto alla partecipazione ai Sing-Sing più noti e

‘affollati’. Al termine della festa verrà servito il pranzo tradizionale (mumu) a base di

maiale e verdure, cotti nel forno interrato.

L’incontro con il capo-villaggio e le sue mogli ci introdurrà alla cultura Melpa,

accompagnandoci nella “casa dei teschi”, la capanna che custodisce i resti degli

antenati, e spiegandoci le usanze tradizionali, dal corteggiamento al rituale funebre. Le

capanne del villaggio sono sparse e distanti l’una dall’altra, intorno a ciascuna ogni

famiglia cura il suo orto e la loro ricchezza si misura in base al numero di maiali

posseduti. E’ consuetudine presso i Melpa scambiarsi delle offerte cerimoniali con cui

vincolare i riceventi, obbligandoli a sdebitarsi in futuro con offerte sempre maggiori.

Instaurano così un rudimentale affarismo, dando inizio a una serie di obbligazioni il

cui valore materiale aumenta di volta in volta. Maggiore è l’abilità dell’individuo nel

condurre queste cerimonie e più accresce il suo prestigio personale all’interno del

villaggio. I più brillanti cerimonieri vengono addirittura chiesti ‘in prestito’ per

effettuare offerte per conto di terzi! A breve distanza dal villaggio di Paiya c’è la

Montagna Magica, così chiamata perché si dice che la sua vista non cambi mai

indipendentemente da quale lato la si guardi. Una piacevole passeggiata alle sue

pendici, attraversando un tratto di foresta ricoperta di muschio, ci farà scoprire alcune

specie vegetali endemiche dell’altopiano in un trionfo di alberi in fiore, felci arboree,

muschi colorati, orchidee selvatiche…una vegetazione che quasi ci proietta in un

mondo fantastico, nel sogno più recondito di un appassionato botanico. Rientro a

Mount Hagen, cena libera e pernottamento in hotel.

19° giorno / L’incredibile Sing-Sing di Mount Hagen – l’avifauna della Papuasia Colazione e al mattino trasferimento di mezzora per raggiungere il luogo della

manifestazione. Lo staff ci aiuterà a prendere posto nello spazio riservato agli ospiti,

privilegiato per la visuale e per la possibilità di accedere direttamente nel parterre delle

esibizioni per un emozionante ‘incontro ravvicinato’. Acqua a disposizione durante

l’esibizione. Il raduno tribale a cui stiamo per assistere è il più famoso “Cultural

Show” della Papua Nuova Guinea: il Sing-Sing di Mount Hagen. Esso offre una

meravigliosa opportunità di acquisire una visione d’insieme delle diversità culturali e

le guide locali ci aiuteranno a interpretare le varie performance.

Lo straordinario spettacolo è paragonabile al Carnevale di Rio, un caleidoscopio di

volti e colori. Una sorta di parata dove i membri di diversi clan sfilano indossando

pirotecnici paramenti tribali. La maggior parte dei gruppi proviene dalle zone limitrofe

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a Mount Hagen, ma c’è anche chi arriva da Tari, Madang e Goroka o dalle provincie

di Chimbu, Enga e dall’isola di Manam o addirittura dalle isole Trobriand. Sono i

Koroba, gli Huli, i Melpa, i Kalam, i Midima, i Waimara, i Puipui, i Mudmen

Mindima…in tutto si contano circa quaranta compagnie per un totale che supera i

mille figuranti. E’ vero che alcuni gruppi appaiono manifestamente artefatti, tuttavia la

baraonda di suoni, l’orgia di colori e l’intenso e sincero impegno fisico di tutti i

partecipanti, lo rendono uno spettacolo davvero unico!

Al termine della manifestazione pranzo a picnic e partenza per una escursione in un

tratto di foresta vergine a circa un’ora di distanza. Facendo base al Kumul Lodge, il

cui proprietario si batte per la conservazione del patrimonio naturalistico, si effettua un

circuito per il bird-watching. Col termine kumul nell’idioma pidgin si indica la

Paradisea Raggiana, una delle varietà più grandi della famiglia degli ‘Uccelli del

Paradiso’ ed emblema nazionale della Papua Nuova Guinea. La Paradisea, come molte

altre specie di uccelli, è particolarmente attiva nel pomeriggio, ma è più facile udire il

suo rauco verso che avvistare questo grande e coloratissimo volatile mentre si sposta

tra gli alberi…sa bene di esser molto ricercata per il suo piumaggio! Con l’aiuto delle

abili guide del lodge si potranno individuare alcune specie che vivono nella foresta.

Rientro a Mount Hagen nel tardo pomeriggio. Cena libera e pernottamento in hotel.

20° giorno / L’incredibile Sing-Sing di Mount Hagen – il villaggio di Moikap Prima colazione e seconda giornata di questo incredibile Sing-Sing. I canti, i balli, le

musiche, lo sfoggio delle asce di pietra e dei costumi sgargianti, ripagano ampiamente

lo spettatore dalla circostanza di trovarsi nel bel mezzo di un’arena. La “vittoria” va al

gruppo che riesce a prevalere sugli altri per il fascino delle musiche e delle danze,

l’originalità dei costumi e degli ornamenti e la fierezza del portamento. Ad amplificare

l’aria di festa è la numerosa presenza di gente che accorre da ogni dove, ci sono

abitanti di villaggi remoti che si recano in città solo una volta all’anno, proprio per

assistere allo spettacolo.

Al termine della manifestazione pranzo a picnic e poi partenza per una escursione nel

pomeriggio al vicino villaggio di Moikap, un altro tipico insediamento degli altopiani

le cui tipiche costruzioni rotonde, a differenza del più dispersivo villaggio di Paiya,

sono riunite a grappolo, strettamente connesse tra di loro. Tutto intorno al villaggio gli

orti che, grazie alla terra molto fertile, abbondano di frutta e ortaggi. Non manca il

gusto estetico con i bei giardini che abbelliscono il villaggio e in cui si possono

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ammirare piante esotiche ornamentali come zenzero e orchidee. Rientro in hotel nel

pomeriggio. Cena libera e pernottamento in hotel.

21° giorno / Mount Hagen – Port Moresby – Hong Kong – partenza Termina oggi l’avventura in Papua Nuova Guinea. Partenza dall’hotel dopo colazione,

trasferimento in aeroporto e imbarco sul volo di linea per Port Moresby effettuato da

Air Niugini (PX 187 10h00-11h00, operato con aeromobili del tipo Fokker F100 jet).

Arrivo a Port Moresby, e successiva coincidenza con il volo internazionale di Air

Niugini per Hong Kong (PX 008 15h00-19h35, operato con aeromobili del tipo

Boeing 767/300). Pranzo libero. Arrivo all’aeroporto di Hong Kong e ritiro dei

bagagli prima di effettuare un nuovo check-in per il volo intercontinentale di rientro

per Milano Malpensa operato da Cathay Pacific. Cena libera e pernottamento in hotel.

22° giorno / Arrivo in Italia Arrivo a Milano Malpensa al mattino.

COSA SAPERE PRIMA DELLA PARTENZA

Collegamenti aerei da/per Ambunti I piccoli charter che collegano Mount Hagen con Ambunti e altre località non servite

dai voli di linea domestici, operano secondo le regole del ‘volo a vista’, per le quali le

condizioni atmosferiche devono garantirne una buona visibilità per l’effettuazione.

I mesi da Luglio a Settembre sono statisticamente i migliori dell’anno per viaggiare

nell’entroterra e, durante questo periodo, una cancellazione del volo è improbabile ma

non impossibile. Perciò l’orario del decollo non può essere mai garantito, ciò che si

può fare è raggiungere l'aeroporto ed essere pronti a partire una volta che il pilota

riceve via radio l’ok sulla visibilità. Il rischio che il volo venga cancellato per il meteo

è basso ma possono esistere anche altri casi estremi, quale per esempio

l’indisposizione del pilota e la difficoltà a reperire nell’immediato un sostituto.

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Qualora il volo fosse riprogrammato al giorno successivo l’organizzazione locale

cercherà di proporre attività alternative da svolgere nella giornata. Si prega di notare

che le attività perse non saranno però rimborsabili per le cause di forza maggiore.

Tuttavia questa considerazione non scoraggia i nostri Viaggiatori che sanno affrontare

con la dovuta pazienza ed elasticità le eventuali “avversità” di una destinazione affatto

facile; le giornate e le esperienze che si vivranno a stretto contatto con queste

popolazioni valgono qualche disagio e una eventuale attesa. Ogni anno sono poche

decine i viaggiatori che s’inoltrano in queste aree remote. Si consiglia di organizzare il

bagaglio a matrioska: un grande borsone contenente una borsa più piccola, per lasciare

di volta in volta in custodia il bagaglio eccedente.

Pernottamenti nelle guest house Nella isolata località di Ambunti e sulle isole di Muschu e Kairiru, le uniche strutture

dov’è possibile pernottare sono le guest house locali, senza alcuna alternativa di scelta.

Le guest house sono delle strutture basiche, molto semplici e difficili da classificare

secondo gli standard a cui siamo abituati.

Sono costruite solitamente in stile tradizionale e gestite dalle comunità locali, quasi

sempre con un grado di pulizia accettabile. Le stanze sono dotate di letti con materassi,

lenzuola, coperte e cuscini, con bagni in comune. Le strutture dispongono di pochi

posti letto, proprio perché sono fuori dalle rotte turistiche, e quindi di poche stanze.

Per questo motivo non è possibile garantire aprioristicamente la sistemazione in

singola al momento della conferma del viaggio. L’organizzazione locale farà di tutto

per garantire le prenotazioni ma in situazioni contingenti, nel caso si renda necessario

condividere con altri compagni di viaggio, sono richieste a ciascun partecipante

l’elasticità e la capacità di adattamento che ogni buon Viaggiatore deve far proprie. La

linea elettrica potrebbe essere soggetta a blackout o malfunzionamenti laddove esista,

alternativamente viene erogata da piccoli generatori solo alla sera. La cucina è

tradizionale, a base di prodotti tipici, e preparata dalla comunità locale.

Altre Informazioni:

Trasporti – Per i trasporti via terra si usano minibus con A/C. Voli di linea domestici

operati dalla compagnia di bandiera Air Niugini per le tratte interne Port Moresby /

Mount Hagen, Wewak / Madang e Mount Hagen / Port Moresby. Volo charter per la

tratta Mount Hagen / Ambunti, operato da MAF (Mission Aviation Fellowship), una

organizzazione missionaria che adopera una piccola flotta di velivoli.

Piroghe a motore per la navigazione sul fiume Sepik, da Ambunti fino al villaggio di

Pagwi, dotate di giubbotti salvagente ma senza il tendalino per la protezione dal sole

(o dalla pioggia). E’ quindi indispensabile un cappello con visiera e un k-way. Barche

a motore scoperte per i trasferimenti da/per Wewak alle isole Muschu e Kairiru.

Organizzazione – Esperte guide locali di lingua inglese e accompagnatore dall’Italia a

partire da 10 partecipanti. Autisti e staff locale per i trasferimenti. Assistenza in loco

durante le giornate di festival e negli aeroporti.

Pasti e pernottamenti – Oltre alla prima colazione sono inclusi tutti i pranzi (previsti

a picnic, in stile tradizionale nei villaggi o in hotel) e alcune cene, come specificato sul

programma. Gli hotel sono di categoria 4* a Port Moresby e Madang, 3*superiore a

Wewak e Goroka, 3* a Mount Hagen. Semplici guest house tradizionale ad Ambunti e

sulle isole di Muschu e Kairiru.

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N.B. Nelle guest house non è garantita la sistemazione in singola. Si raccomanda di

portare un sacco-lenzuolo, un piccolo asciugamano e sapone o detergente battericida.

Clima – La Papua Nuova Guinea ha un clima caldo, umido e piovoso tutto l’anno. Si

distingue però una stagione più piovosa (da Dicembre a Marzo) e una stagione meno

piovosa (da Giugno a Ottobre). Sulla costa (Port Moresby, Wewak, Madang) le

temperature sono abbastanza stabili tutto l’anno (tra i 25°C e i 30°C), ma il tasso di

umidità e il vento sono mutevoli. Nell’interno, ad Ambunti, clima caldo e soleggiato

ma un po’ più fresco di sera rispetto alla costa. Sulle Highlands invece, a Mount

Hagen (tra i 1700 e i 1900 metri) le temperature diurne sono più basse (18°- 22°C) e di

sera può fare anche freddo (8°-15°C). Piogge sempre possibili ovunque.

Formalità burocratiche – Richiesto il visto d’ingresso, ottenibile in arrivo all’aeroporto

di Port Moresby. Attualmente il costo è di 100 Kina (PKG), circa 31 Euro. Necessario il

passaporto con validità residua di almeno 6 mesi dalla data di partenza. Sono richieste

almeno 2 pagine libere.

Disposizioni sanitarie – Non è richiesta alcuna vaccinazione obbligatoria. Fortemente

consigliata la profilassi antimalarica, sebbene sia il periodo più asciutto dell’anno. Si

consiglia di informarsi comunque presso l’Ufficio d’Igiene. E’ fondamentale portare

con se le medicine di uso personale, difficilmente reperibili in loco.

Caratteristiche del viaggio e grado di difficoltà – Viaggio prevalentemente

etnografico, adatto a chi è interessato a incontrare popolazioni primitive uniche al

mondo, anche se l’aspetto naturalistico non è in secondo piano. La partecipazione ai

festival e ai Sing-Sing è una straordinaria occasione per vedere tutte insieme le tribù

sfilare e con indosso gli abiti tradizionali più belli e sgargianti.

L’itinerario è nel complesso impegnativo in virtù della durata complessiva del viaggio

in aree con un alto tasso di umidità (più elevato sulla costa). In viaggio sono previste

alcune camminate, di durata variabile e in ambiente di foresta tropicale, con possibile

terreno fangoso ma prevalentemente su percorso pianeggiante. Fa eccezione

l’escursione nella foresta di Warwin Creek (13° giorno, vicino Madang) che è la più

impegnativa, dove non mancheranno saliscendi, anche ripidi, e l’eventuale necessità di

dover superare ostacoli naturali o guadare piccoli corsi d’acqua.

Occorre elasticità e grande spirito di adattamento. I voli charter potrebbero subire

ritardi e cancellazioni e alcuni pernottamenti sono previsti in spartane guest house,

davvero semplici, con bagni in comune e dove non è garantita la sistemazione in

singola. Da mettere sempre in conto che la Papua Nuova Guinea è già un paese poco

frequentato dal turismo e che alcune zone, come Ambunti nell’Upper Sepik, non

avendo collegamenti terrestri ma solo aerei o fluviali con il resto del paese, è

assolutamente genuino. Il servizio di ospitalità nelle cittadine principali è

sufficientemente buono. In alcune località, invece, i servizi non solo sono molto scarsi

ma anche molto costosi, per cui non esiste una proporzione diretta tra prezzo pagato e

qualità del servizio ricevuto. Pertanto si invitano tutti alla tolleranza e alla pazienza,

giudicando talvolta la buona volontà e la disponibilità della gente a cercare di

soddisfare le richieste come parte dello stesso servizio.

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NOTE IMPORTANTI

• La quotazione è calcolata col valore del rapporto di cambio PGK / Euro = 0,308

e delle tariffe e delle tasse aeree in vigore nel mese di Dicembre 2015. In caso di

oscillazioni del cambio, di +/- 3% a 20 giorni dalla data di partenza, sarà effettuato un

adeguamento valutario.

• Per ragioni tecnico-organizzative in fase di prenotazione o in corso di viaggio

l’itinerario potrebbe subire delle modifiche, mantenendo invariate quanto più

possibile le visite e le escursioni programmate.

• Le tariffe aeree prevedono classi di prenotazione dedicate, soggette a

disponibilità limitata di posti. Al momento della prenotazione, in caso di non

confermabilità della tariffa utilizzata per la costruzione del prezzo del viaggio,

comunicheremo il supplemento.

• Per lo svolgimento di alcuni nostri programmi è necessario l’utilizzo di voli interni

operati da compagnie locali non conformi ai requisiti della Comunità Europea, indicate

all’interno di un elenco comunitario. Le assicurazioni europee non coprono i disservizi

a esse correlati.

• Molte compagnie aeree prevedono l’emissione immediata del biglietto. In tal

caso vi informeremo all'atto della conferma e procederemo alla emissione. L'acconto

dovrà includere anche l'intero importo del biglietto, che non sarà rimborsabile, e le

penali del viaggio in questione derogheranno dalle condizioni standard di

cancellazione pubblicate sul catalogo.

• L’importo delle tasse aeree dipende dal rapporto di cambio del USD e del costo del

petrolio, stabilito dalle compagnie aeree. Il valore esatto viene definito all’atto

dell’emissione dei biglietti aerei.

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QUOTAZIONI PER PERSONA con partenza da Milano Malpensa:

€ 9.800 base 10-12 partecipanti, con accompagnatore dall’Italia

Da aggiungere:

- supplemento singola € 1.120

- (a) supplemento alta stagione aerea incluso

- tasse aeree, security e fuel surcharge € 800

- copertura assicurativa di viaggio (assistenza sanitaria, rimborso spese mediche, bagaglio,

infortuni, “rischio zero”) € 106 - costo individuale gestione pratica € 80

Facoltative:

- assicurazione annullamento viaggio

comprensiva dell’assicurazione integrativa medico/bagaglio 4,5%

- assicurazione integrativa medico/bagaglio (per aumentare da € 15.000 a € 55.000 il rimborso delle spese

mediche in loco e da € 750 a € 1.500 il rimborso bagaglio) € 45

A tutte le prenotazioni effettuate almeno 90 giorni prima della partenza, confermate

dietro versamento dell’acconto di viaggio verrà accordata, senza costi aggiuntivi, la

polizza contro le penalità di annullamento viaggio e la polizza integrativa per

aumentare i massimali di rimborso per spese mediche e bagaglio.

Data di partenza unica: - da martedì 2 a martedì 23 Agosto 2016 (alta stagione aerea)

* Altre partenze possibili, con durate diverse, in occasione di altri festival (Giu-Ott)*

La quota comprende: voli internazionali e domestici di linea, un volo charter da Mount Hagen ad Ambunti,

trasferimenti in minibus con aria condizionata, piroghe a motore per la navigazione sui

fiumi e barche a motore per i trasferimenti sulle isole, guide locali parlanti inglese,

staff e autisti locali, assistenza negli aeroporti locali e durante le giornate dei festival,

pernottamenti in hotel e guest house con prima colazione, tutti i pasti come specificato

sul programma (tutti i pranzi e alcune cene), gli ingressi e i permessi per le

manifestazioni, le visite e le escursioni espressamente menzionate sul programma.

La quota non comprende:

alcune cene espressamente non incluse, le bevande, il visto d’ingresso (100 Kina, circa

31 € da pagare in aeroporto all’arrivo), eventuali tasse governative per i voli locali di

linea e charter e per i voli internazionali in uscita dal paese, mance ed extra personali,

le polizze contro le penalità di annullamento viaggio e per l’aumento dei massimali di

rimborso medico/bagaglio (facoltative), tutto quanto non espressamente specificato.

Milano, 11 Aprile 2016

Organizzazione tecnica:

I Viaggi di Maurizio Levi Via Londonio, 4 – 20154 Milano (Italy)

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