Il colloquio clinico

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La conversazione clinica

«una tecnica di ascolto cognitivo»

a cura di Antonia Casiero

Tirocinio Indiretto III anno 2° semA.A. 2015_16

Presupposti teorici

Colloquio clinico:dalla pratica medica a

quella pedagogica

L’INTERAZIONE VERBALE NEI CONTESTI SCOLASTICI

LUMBELLI L.PIAGET

E. DamianoDIDATTICA PER CONCETTI

L'aggettivo "clinica" non rimanda a qualche significato patologico o terapeutico, ma solo alla peculiarità di pensiero di ogni soggetto.

Clinica…..Cosa non è

Piano di intervista semistrutturata con domande stimolo e di specificazione, mirata ad esplorare, in ordine al concetto prescelto, le conoscenze spontanee degli alunni con particolare attenzione alla loro organizzazione.

La conversazione clinicacos’è?

L'alunno, come si sa, non è da considerarsi "tabula rasa", perché giunge a scuola con un proprio bagaglio culturale, spesso costituito da concezioni diverse da quelle accreditate dalla scienza ufficiale che, se talvolta possono rivelarsi addirittura ostacoli cognitivi da superare, fungono in genere da strutture d'accoglienza per nuovi concetti.

L’importanza dei concetti

Costituiscono gli elementi fondamentali per conoscere.

La disciplina scientifica è caratterizzata da un ordine interno che lega i concetti (struttura concettuale).

Diverse tipologie di concetti: oggetti, eventi, astratti.

Consentono il ragionamento, le categorizzazioni…

L’importanza dei concetti

Deve costituire una occasione di confronto tra pari.

Diviene modalità di arricchimento di pensiero e ristrutturazione.

Avvia una riflessione e ristrutturazione del pensiero soggettivo.

Permette di definire la conoscenza di una comunità in relazione ad un concetto.

La conversazione clinicaa cosa serve?

Si tratta di sostenere l’interlocutore nel proprio discorso in modo tale che possa: riformulare chiarire ristrutturare modificarequanto già affermato senza che l’intervistatore aggiunga nulla di personale (proprie opinioni, giudizi, ecc)

Le domande e il rispecchiamento

-  Domande - stimolo, predisposte in precedenza, in forma aperta e di carattere generale

(es. "Avete mai sentito parlare di ...?", "Che cos'è per voi..."), le cui risposte il docente ascolta con attenzione, senza esprimere dissenso -   Domande di specificazione per

sollecitare risposte più chiare e meditate (es."Quando...?", "Dove...?", "Da chi...?")

Esempi di interventi

Di riformulazione riprendono il contenuto delle risposte e chiedono conferma (es."Allora volevi dire che"…., " ..ho capito bene? " )

Di rispecchiamento nei quali si ripete la frase espressa dal bambino e gli si permette di chiarirla meglio al conduttore del colloquio e al gruppo (es. " Fammi capire bene…", "…Fammi un esempio")

Di sintesi servono nella fase intermedia per fare il punto della discussione e rilanciare il dibattito nella fase finale.

Esempi di interventi

E’ necessario poi che l'insegnante riformuli le risposte, servendosi delle precisazioni che la classe suggerisce, in modo da consentire agli alunni di rendere esplicite a se stessi e agli altri le proprie idee, rifletterci e confrontarsi.

Riformulare le risposte

Dall’analisi della conversazione clinica l’insegnante elabora la matrice cognitiva della classe.

La matrice cognitiva

Analizzare i risultati emersi Evidenziare le idee non previste Cercare di individuare gli elementi che

possono averle prodotte Valutare se tenerne conto nella

progettazione

L’insegnante tiene conto di

La matrice cognitiva è utile all’insegnante che la confronta con la mappa concettuale scientifica, con i concetti da affrontare e le relazioni che li legano, per rilevare i punti critici e predisporre una  rete di interventi (progettazione dell'Unità Didattica, come individuazione dei concetti da focalizzare con l'azione didattica e loro disposizione in un ordine logico e temporale = rete concettuale).

Dalla matrice cognitiva alla didattica per concetti

Percorso di insegnamento/apprendimento nella Scuola primaria

Classe prima

Conoscenze pregresse

Fasi di lavoro

La mappa concettuale

Un es. di indagine (relativa al concetto numero naturale) sulle conoscenze pregresse degli alunni all’ingresso nella scuola primaria, per indagare l’aspetto cardinale e ordinale del numero e l’operatività ad esso connessa

1. Sai cos’è il numero?2. Quando hai sentito parlare di numeri?3. Li hai visti in qualche posto? Dove?4. A che cosa servono i numeri secondo te?5. Quali numeri conosci? Fammeli sentire.

Quando i bambini fanno affermazioni su cui ci interessa indagare si pongono domande del tipo:

Perché si fa così? Fammi vedere come fai Come hai fatto quella volta che….? Raccontamelo….

Domande di specificazione

Durante la conversazione clinica

Durante la conversazione clinica

Durante la conversazione clinica

Commento alla conversazione clinica

Dopo la conversazione clinica:dalla matrice cognitiva alla rete concettuale

E. Damiano, Didattica per concettiE. Damiano, Il sapere dell’insegnanteL. Lumbelli, La ricerca sul campo in educazione

Predisporre una mappa concettuale su «cooperazione= operare insieme per star bene tutti»

Leggere il testo della conversazione clinica realizzata dall’insegnante con i suoi alunni di classe

Analizzare la CC Registrare con una mappa la matrice cognitiva dei bambini Confrontare la matrice cognitiva con la mappa concettuale elaborata

e individuare il/i nodo/i critico/i utile/i alla predisposizione di un percorso didattico mirato.

Consegnare la scheda di lavoro, in cartaceo, nel prossimo incontro .

Esercitazione in aula

Realizza la conversazione clinica sul concetto «cooperazione» nella classe in cui svolgi il TD, adeguando le domande dell’intervista al contesto classe (secondo l’indicazione del tutor accogliente) e audioregistra la conversazione. Traccia su un foglio la matrice cognitiva degli alunni sul concetto affrontato.

Consegna per il TD