Post on 16-Feb-2019
I
Striscioni, slogan, sorrisi ma anche tanta determinazione e forza di volontà. Così Benevento ha voluto dare inizio alla primavera, in ricordo di
tutte le vittime delle mafie, aderendo per la prima volta alla manifestazione “Ponti di impegno e luoghi di memoria”, promossa dall’associazio-
ne “Libera”. Il colorato corteo pubblico, collocato non a caso il 21 marzo, giorno che rappresenta simbolicamente l’inizio della stagione della
“rinascita”, della primavera, del rinnovamento. Il corteo è ufficialmente partito alle ore 9:00 da Piazza Orsini ed ha registrato la partecipazione
di un grandissimo numero di persone, tra cui moltissimi ragazzi degli istituti scolastici sanniti. Tutte le scuole intervenute, in collaborazione
con Libera, hanno scelto di adottare delle storie tragiche, delle innocenti vittime delle organizzazioni mafiose e criminali, rappresentandole e
ricordandole attraverso cartelloni e striscioni. A
marciare con i giovani delle scuole anche associa-
zioni e sigle sindacali: CGIL, CISL, UIL, Anpi,
Masci, la Caritas, la Consulta degli studenti, le
Cooperative Sociali e le parrocchie. Il corteo,
proseguendo lungo Corso Garibaldi, si è poi fer-
mato nei pressi del Palazzo del Governo, dove era
stato allestito un palco da cui i rappresentanti
istituzionali e i musicisti del Conservatorio hanno
levato la loro voce e le loro note al fianco delle
tantissime vittime delle mafie. Tra i primi a pren-
dere la parola, Michele Martino, portavoce di
Libera, che ha esordito così: “Anche se nel San-
nio non si spara, non significa che non ci sia cri-
minalità organizzata. La mafia c’è! Ed è bene che
ne venga fatta memoria, di essa e delle sue stra-
gi”. Anche il prefetto Paola Galeone si è espressa
sulla questione partendo da un suo personalissi-
mo e amaro racconto, quello dell’estrema difficol-
tà nell’intitolare una strada, nonostante questa fosse anonima, di Casapesenna, paese della Provincia di Caserta, alla memoria di Don Giuseppe
Diana, parroco di Casal di Principe, innocente vittima della violenza malavitosa. A rendere ancora più emozionante questa giornata, anche
l’importantissima presenza dei familiari delle vittime sannite, Raffaele Delcogliano, Aldo Iermano e Tiziano Della Ratta, che insieme alle Au-
torità presenti all’evento, dalle ore 11:00 hanno dato inizio alla lettura dei nomi di tutte le vittime delle associazioni criminali, affinché queste
non vengano mai dimenticate, che i loro sacrifici non rimangano vani, che restino scolpiti nelle nostre coscienze e servano da esempio per le
Marco Martignetti
Il 21 marzo anche il Procuratore della Repubblica di Benevento, Giovanni Conzo, che è stato titolare di importanti inchieste sul clan dei Casa-
lesi ed è pubblica accusa in processi per crimini ambientali, ha partecipato alla Giornata della Memoria e dell’impegno, in ricordo delle vittime
delle mafie, promossa dall’Associazione “Libera”. A manifestazione conclusa abbiamo chiesto al Procuratore, consulente della Commissione
parlamentare antimafia e autore tra l’altro del libro «Mafie, carnefici, vittime e spettatori di un business che mortifica l’umanità», di indicarci le
azioni messe in atto per contrastare le attività criminali della malavita organizzata nel nostro territorio. Così Conzo: “Il nostro lavoro si è con-
centrato maggiormente sulle operazioni del racket, rapimenti ed estorsioni. Abbiamo fortemente cercato di ostacolare questo genere di attività
mafiose, in quanto oltre ad infierire contro lo Stato, recano effettivamente un danno diretto a tutta la cittadinanza. Il nostro obiettivo principale
è quello di cambiare le difficili realtà della nostra area e delle zone limitrofe, ponendo innanzitutto, alla base del nostro modus operandi, la
classificazione del “mafioso” come persona che non ha paura di andare in carcere, dunque che deve essere affrontato tramite la concretezza dei
fatti”. m.m
II
Giornata all’insegna della giustizia e della legalità: mercoledì 16 marzo, l’asso-
ciazione “LIBERA – associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, ha incontra-
to gli studenti dell’Istituto Tecnico Industriale Lucarelli presso l’Aula Magna
dell’edificio. Gli interlocutori sono stati: Antonio De Luca e Paolo Gallaro,
membri di Libera ed ex alunni della scuola, Michele Martino, anch’egli membro
dell’associazione, il Dott. Nico De Vincentiis, giornalista e Maria Gabriella
Fedele, dirigente scolastico dell’istituto. L’incontro si è anche avvalso della
speciale presenza di Felicita Delcogliano, sorella di Raffele e Antonio Iermano,
figlio di Aldo Iermano. I temi trattati hanno riguardato prevalentemente gli omi-
cidi attribuiti alle organizzazioni criminali in Italia. In particolare, la giornata si
è basata sul ricordo dell’ex assessore regionale al Lavoro Raffele Delcogliano e
del suo fedele autista Aldo Iermano, uccisi il 27 aprile 1982 in via Marittima a
Napoli, da un gruppo di terroristi appartenenti alle Brigate Rosse. Ancora oggi,
si sospetta di una eventuale responsabilità sull’eccidio, da parte della mafia.
Delcogliano infatti, era diventato un personaggio molto scomodo per la malavita
organizzata, in quanto il suo instancabile impegno, soprattutto nel cambiamento
del sistema della formazione professionale, ostacolava fortemente i piani della
mafia, che da quel settore, divenuto altamente corrotto e completamente impro-
duttivo, ricavava notevoli guadagni economici. L’Associazioni Libera dunque,
nasce il 25 marzo 1995, nel periodo immediatamente successivo agli omicidi dei
magistrati Falcone e Borsellino, come un forte segnale di opposizione alle orga-
nizzazioni mafiose, con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle
mafie e promuovere legalità e giustizia. Non sono mancati momenti di grande
emozione quando, a prendere la parola, sono stati soprattutto i familiari delle
vittime. La folla si è sciolta in un lodevole applauso, nel momento in cui, con un
breve ma intenso discorso, Antonio Iermano ha ricordato il padre: “Mio padre
era un grandissimo amico di Raffaele, giocavano insieme a calcio. Quando in
famiglia esprimevamo la nostra preoccupazione per il delicato lavoro che face-
va, lui ci ribadiva che Raffaele era una brava persona, pertanto non poteva la-
sciarlo solo.” Poi si è espressa anche Felicita Delcogliano, che ha testimoniato
l’immensa passione ed impegno, che suo fratello impiegava nella dura vita poli-
tica: “Raffaele credeva fortemente nei suoi ideali, credeva realmente di poter
cambiare la struttura di un sistema corrotto, che con la sua inutile inefficienza,
non faceva altro che arricchire persone disoneste e senza scrupoli”. Dopo gli
interventi dell’associazione e degli ospiti dell’evento, ci sono state anche alcune
considerazioni e domande che gli studenti hanno rivolto ai protagonisti, per
comprendere meglio tutte quelle dinamiche che interessano i fervidi “anni di
piombo”, dei quali si sa ben poco, e poterne chiedere dei pareri in merito, appro-
fittando del fatto di avere di fronte qualcuno che ha vissuto in prima persona, la
lunga serie dei drammatici avvenimenti.
Martino Della Mura
È il 12 dicembre 1969, sono le 16:37 e alla Banca dell’A-
gricoltura di Piazza Fontana a Milano scoppia una bomba
che provoca 16 morti e 88 feriti; è una strage. Contempo-
raneamente a Roma esplodono altri due ordigni, uno di-
nanzi al Monumento del Milite Ignoto, l’altro nei pressi
della Banca Nazionale del Lavoro. Il Paese è sotto shock,
le notizie si rincorrono; il tempo e le inchieste giudiziarie
non riusciranno mai a chiarire fino in fondo chi fossero i
mandanti e gli esecutori di quella che sarà ribattezzata “la
madre di tutte le stragi”, “la strage di Stato”. Ciò che
emerge chiaramente è la risposta dello Stato alle lotte,
cominciate un anno prima, nel 1968, del movimento stu-
dentesco, degli operai e di tutti quei soggetti sociali che
sperano nelle riforme e in un cambiamento radicale della
società.
La strage di Piazza Fontana segnerà definitivamente tutto
il decennio seguente, dando inizio alla strategia della ten-
sione degli apparati dello Stato, appoggiata dall’estrema
destra, e alla successiva risposta armata dei gruppi eversi-
vi della sinistra extraparlamentare. Saranno anni caratte-
rizzati da sommovimenti profondi che coinvolgeranno le
economie e le culture, le produzioni e i consumi, i soggetti
sociali e gli immaginari collettivi. Il sopraggiungere del
miracolo economico e delle speranze riformatrici del cen-
tro-sinistra e il rifluire successivo di entrambi; “l’autunno
caldo” degli operai, la “stagione del cambiamento” che
sembra annunciarsi coni il voto del 1974 sul divorzio.
Infine, il delinearsi della “crisi della Repubblica”, dopo
l’omicidio di Aldo Moro nel 1978, in anni che vedono
un’offensiva terroristica senza paragoni e l’evolversi di
processi di degenerazione delle istituzioni e della politica
di cui ancora oggi restano squarci profondi.
Dunque, 1968-1983, “Anni di Piombo”. Già, ma anche
anni di esperienze collettive, di lotte per i diritti civili, di
conquiste degli studenti e degli operai. Riportare alla luce
e all’attenzione di una piccola parte dei giovani del XXI
secolo, grazie all’Istituto Tecnico Industriale G. Bosco
Lucarelli di Benevento, le diverse dinamiche che hanno
caratterizzato la recente storia italiana, risulta formativo
ed essenziale per guidarli verso la comprensione di
quell’ondata di cambiamento che si è poi trasformata in
una lotta dura, che ha lasciato sangue, morti e commozio-
ne. Capire come la
“Repubblica” sia riuscita a resi-
stere ai tentativi di colpi di Stato
e agli attacchi dei terroristi e
delle bande armate è fondamen-
tale per riaffermare i principi sui
cui vige la nostra democrazia,
cioè sulla Costituzione. Ripren-
dere temi come “gli estremismi”
diviene necessario per evitare di
commettere gli stessi errori
delle generazioni delle “P 38”,
per capire fino in fondo i motivi
della lotta armata e crescere
come soggetti sociali, indivi-
dualmente e collettivamente.
Fabio Marcarelli
III
Anche la Polizia di Stato commemora la festa della donna. Il cinque marzo scor-
so, il ministero dell'Interno-Dipartimento della pubblica sicurezza- ha organizzato
una campagna di informazione e sensibilizzazione, per raccontare l'evoluzione del
ruolo della donna nella Polizia di Stato e l'impegno delle nostre istituzioni in dife-
se dell'universo femminile. L'incontro si è svolto presso la Questura di Benevento
e ha coinvolto esponenti della Federazione Italiana Donne, Arte, Professioni e
Affari (FIDAPA), la Polizia di Stato e una rappresentanza di studentesse degli
istituti d'istruzione superiore di Benevento: IPSAR "Le Streghe", Liceo classico
"Pietro Giannone", l'IPA "Vetrone", il Liceo "Guacci" e l'ITC "Rampone". L'Isti-
tuto Tecnico Industriale "G.B. Bosco Lucarelli", è intervenuto con le nove studen-
tesse, accompagnate dalla docente Maria Rosa Ferravante, che frequentano una
scuola quasi del tutto maschile. A confrontarsi in merito, Lorena Capolupo, diri-
gente della Polizia di Stato, Carmen Coppola presidente della FIDAPA, Anna
Maria Bonavita, Emilia Tartaglia Polcini e Rossella Del Prete. La convention si è
aperta con la proiezione di un video, commentato dalla dirigente Lorena Capolu-
po, in cui è stata illustrata l'evoluzione del ruolo della donna nelle forze armate.
Nel suo intervento ha anche posto l'accento sul ruolo della donna poliziotto, pre-
sente nel panorama sociale italiano a partire dagli anni Settanta. Quindi, ha con-
cluso: "Siamo in divisa, ma siamo anche donne e portiamo la nostra esperienza di
gestione familiare per parlare con le categorie più esposte al rischio, in un mondo,
quello della Polizia di Stato, visto come prettamente maschile". Carmen Coppola
si è soffermata sulla Fidapa, l'associazione da lei diretta, evidenziandone lo scopo
prioritario, quello cioè, "promuovere, coordinare e sostenere le iniziative delle
donne che operano nel campo delle arti, delle professioni e degli affari". "La legi-
slazione di una generazione può divenire la morale di quella successiva": così ha
aperto il suo discorso l'avvocato Anna Maria Bonavita, la quale ha evidenziato
che "la legge penale interviene in una fase finale a ciò che succede" ed ha invitato
i presenti a "non cadere nell'indifferenza, secondo me il più grande crimine com-
messo nei confronti delle donne". Sulla libertà, la cultura di scegliere e sul recupe-
ro della dimensione umana che si sta perdendo, si è espressa Emilia Tartaglia
Polcini la quale ha sottolineato l'importanza "di recuperare la dimensione umana
che si sta perdendo". Le conclusioni sono state affidate a Rosella Del Prete,
dell'Universalità degli Studi del Sannio. "Questa importante ricorrenza - ha argo-
mentato - è ormai diventata, soprattutto in Occidente, una festa commerciale e, in
parte, ha perso il suo vero significato che è quello di celebrare la donna, non solo
nella giornata di oggi, ma sempre". Prima di terminare ha affrontato la tematica
della indipendenza econo-
mica delle donne e ha
ricordato che l'Udi, Unio-
ne Donne Italiane è un
organismo preposto pro-
prio verso questa direzio-
ne. Terminati gli interven-
ti, spazio alle domande di
noi ragazze che hanno
sollecitato una interessante
discussione tra i presenti.
Una giornata sicuramente
insolita, per noi allieve
dell'Istituto Industriale
"G.B. Bosco Lucarelli",
che ci ha particolarmente
coinvolte in questa temati-
ca che, a mio avviso, do-
vrebbe essere prioritaria in
tutti i giorni dell'anno e
non solo l'8 marzo.
Ilaria Lombardi
Festa della donna: si celebra una ricorrenza che
dovrebbe rappresentare le conquiste fatte dalle
donne nei secoli ma che, soprattutto ai giorni no-
stri, non può tralasciare e, dunque, dimenticare le
discriminazioni e le violenze che, purtroppo, mol-
te di noi sono ancora costrette a subire. In Patria e
all’estero. In special modo, tra le mura domesti-
che.
Difficili e travagliate sono state le vicende che
hanno portato alcune donne al riscatto e all’affer-
mazione.
In molti, ormai ricorderanno le origini, a lungo
discusse, di questa festività: una delle ipotesi mag-
giormente accreditate racconta che tutto sia inizia-
to nel 1928, quando un gruppo di operaie di una
industria tessile di New York, scioperò come for-
ma di protesta contro le terribili condizioni in cui
erano costrette a lavorare. Rimasero per giorni
chiuse nei locali della fabbrica. Senza poter uscire,
fino a quando un incendio ferì mortalmente 129 di
esse, tra cui una italiana. Era l’8 marzo e, da allo-
ra, la data ricorda la donna e quella triste giornata
ed è stata scelta la mimosa, che fiorisce proprio
nei primi giorni di marzo, come simbolo della
ricorrenza.
In Italia, però, la giornata internazionale della
donna si festeggiò soltanto nel 1922 con la stessa
connotazione di rivendicazione sociale. Storia a
parte, oggi, soprattutto in Occidente, questa ricor-
renza, è una festa per il gentil sesso e una occasio-
ne per trascorrere in allegria una serata con le ami-
che. All’insegna del divertimento e, perché no,
anche della trasgressione.
n.d.r.
IV
Il presidente della Provincia Claudio Ricci è intervenuto in merito
all’episodio della violenta alluvione abbattutasi nel Sannio ad ottobre
scorso. “L’enorme quantità d’acqua piovana (oltre 220 mm.) abbat-
tutasi sul Sannio nella notte tra il 14 e il 15 ottobre scorso e la replica
del successivo 19 hanno causato vittime e dolore nella popolazione;
distrutto il 10% della superficie dedicata alla eccelsa coltivazione
della vite; colpito importanti pezzi del sistema produttivo locale;
devastato la rete infrastrutturale, colpendo in particolare le vie del
patrimonio della Provincia. Sono esondati i ruscelli e i corsi d’acqua
principali di quasi tutto il Sannio: numerosi ponti sono stati sbriciola-
ti ed hanno per questo acquisito sinistra notorietà: Jenca, Tammarec-
chia, Malepara, Reventa …La furia dell’Ufita si è portata via una
fetta di via provinciale in Apice, mentre a Ponte Calise centinaia di
metri di pianura sono spazzati via. Tutto questo ha prodotto l’isola-
mento per migliaia di cittadini, spesso costretti a giri supplementari
di decine e di decine di chilometri per raggiungere le proprie mete
abituali. L’eccezionalità dell’evento solo per un caso e per la tempe-
stività dei soccorsi da parte delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del
Fuoco, dei Volontari e del coraggio di semplici cittadini ha limitato il
numero delle vittime, anche se, nelle ore immediatamente successive
al disastro, un nostro concittadino di Circello, tecnico dell’Enel, im-
pegnato nelle opere di ripristino della rete elettrica, ha perso la vita.
La stima economica dei danni dell’alluvione è stata complessiva-
mente in un miliardo di Euro. Solo per la rete stradale della Provin-
cia (complessivamente oltre 1.300 chilometri: più o meno come da
Palermo a Milano) i danni sono stati a pari ad oltre 80 milioni di
Euro. La violenza delle acque ha innescato e/o ingigantito fenomeni
franosi sulla cui pericolosità, vastità ed evoluzione futura, al momen-
to, è impossibile esprimere una valutazione scientificamente corretta.
La Provincia di Benevento, con il Consiglio, riunitosi d’urgenza
circa sette ore dopo il disastro, ha chiesto al Governo regionale e
centrale la dichiarazione di calamità naturale e, successivamente, lo
stato di emergenza: cosa che effettivamente è avvenuta alcuni giorni
dopo con la nomina di un Commissario per le opere del post-
alluvione nella persona dell’arch.
Grimaldi. Nei giorni scorsi sono
stati concessi 6 milioni di Euro
circa, alla Provincia; altri fondi
sono stati accreditati ai Comuni e
sono state avviate le pratiche per
risarcire le Aziende agricole dan-
neggiate o distrutte. Purtroppo,
almeno per quanto riguarda le in-
frastrutture, si tratta di misure solo
parziali e non sufficienti a coprire
le spese per tornare alla normalità.
Tuttavia, correttezza, trasparenza
ed efficacia nell’esecuzione delle
opere pubbliche debbono essere
imperativi categorici nell’azione
degli Enti locali per garantire la
ripresa. Il disastro di ottobre ha
posto in rilievo una forte solidarietà
nazionale nei confronti del Sannio,
una bella mobilitazione degli stessi
sanniti a rialzarsi ed una dignitosa e
nobile dimostrazione di voglia di
lottare per riprendere il cammino
reagendo alla dura prova della cata-
strofe.”
Tre lavori di urgenza, ma provvisori che non risolveranno di
certo in via definitiva i problemi sorti nella viabilità provinciale,
ma comunque aiuteranno i cittadini che si trovano in difficoltà a
causa dei danni stradali.
La provincia ha finanziato vari interventi, pari a 500mila euro,
che ha portato vari debiti che però sono stati risarciti o perlome-
no quasi del tutto risarciti.
Il primo intervento ormai ultimato, di circa 166mila euro, inte-
ressa una contrada di Casalduni attraversata dalla provinciale
n.94: come si ricorderà il torrente Malepara letteralmente sbri-
ciolò un ponte imponendo la chiusura della arteria e costringen-
do gli abitanti della zona lunghissimi giri per l’accesso alla via-
bilità statale e a quella a servizio dei
centri vicino.
Una pista alternativa è stata realizzata a cura del settore
infrastrutture della provincia per sollevare dal gravissimo disa-
gio i cittadini.
Il secondo intervento, di circa 306milla euro, che interessa l’ex
Statale 625 collegante i Comuni di Circello, Reino, Castelpaga-
no e Colle Sannita a Morcone e Campolattaro. Com’è noto, la
furia delle acque del Tammarecchia, affluente del Tammaro, si
accanì contro uno dei piloni di un ponte sull’arteria da qualche
tempo affidata alla Provincia. Inutile dire che anche qui ci sono
forti disagi; I lavori sono in corso.
Il terzo intervento, di circa 35mila euro, ormai terminato riguar-
da la provinciale n.15(ex Statale 88) a Perrillo: poiché la strada
era stata colpita da una frana, la zona è stata messa in sicurezza
impedendo consegue negative sui collegamenti delle colline
beneventane.
Domenico Varricchio
V
L'ITI " G.B.Lucarelli" offre un'ampia offerta formativa. Sono uno studente dell'ITI e fre-
quento il IV anno del corso di Elettronica, opzione biomedicale e intendo illustrare gli aspetti
positivi degli indirizzi: Elettrotecnica ed Elettronica. Come previsto dalla riforma degli istitu-
ti tecnici, gli indirizzi di Elettronica con opzione Biomedicale ed Elettrotecnica sono finaliz-
zati a favorire molto l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e a dare ai ragazzi, che
vogliono proseguire gli studi, delle solide basi per proseguire gli studi. Perciò è solo attraver-
so i percorsi formativi pratici che si svolgono nei vari laboratori, nelle aziende e nelle aule
che i giovani possono scoprire le loro capacità e coltivare la passione per un lavoro futuro.
L'indirizzo Elettronica ed Elettrotecnica è un settore in cui gli studenti acquisiscono compe-
tenze da poter spendere nel mercato del lavoro e in particolare nel campo dell'Automazione,
dell'Impiantistica, dell'Informatica, del Monitoraggio delle energie alternative e delle Teleco-
municazioni. All'interno di questo corso è possibile sperimentare un percorso di Alternanza
Scuola Lavoro o Esperienze di Stage formativi che offrono allo studente molte opportunità
di prestare le proprie conoscenze e competenze presso un'azienda del settore elettrico-
elettronico e nel favorire un eventuale inserimento nel mondo del lavoro. L'indirizzo Elettro-
nica ed Elettrotecnica integra competenze scientifiche e tecnologiche nel campo dei materia-
li, della progettazione, della costruzione e collaudo, relativamente ai sistemi elettrici ed elet-
tronici, agli impianti elettrici e ai sistemi di automazione. Questo indirizzo presenta due
articolazioni che hanno molti tratti generali comuni, ma anche alcune differenze specifiche.
L'elettronica si occupa della progettazione, della realizzazione e della gestione di sistemi e
dei circuiti elettronici. I circuiti elettronici trattano, l'elaborazione dei segnali elettrici e quindi,
l'informazione. Gli esempi sostanziali di circuiti elettronici con elevato contenuto informati-
vo sono i computer e i robot. I segnali elettrici possono essere originati da due esigenze: dalla
trasformazione, ovvero la trasduzione, di grandezze fisiche (quali la temperatura, la pressio-
ne, il suono, la velocità, la luminosità, ecc.) in grandezze elettriche ad esse proporzionali; e
per trasportare informazioni come, ad esempio, all'interno dei computer o nelle reti di tra-
smissione dati. Con una catalogazione che, grossolanamente, va dai più semplici ai più
complessi circuiti, i materiali e i dispositivi che l'elettronica tratta sono: i resistori, i condensa-
tori, gli induttori, i transistor, i trasduttori, i circuiti integrati, le schede elettroniche, le linee di
trasmissione dati (a bassa potenza), gli amplificatori, i microprocessori, i computer e i sistemi
di controllo. L'elettrotecnica si occupa della progettazione, della realizzazione e della gestio-
ne di sistemi e degli impianti elettrici, civili e industriali. Questo indirizzo studia le applica-
zioni dell'energia elettrica e le tecnologie relative alla produzione come le centrali elettriche
di vario tipo, alla trasformazione e al trasporto di linee elettriche ad alta e bassa tensione e
all'utilizzazione come i motori elettrici, l'illuminazione, il riscaldamento, la trazione, l'auto-
mazione, ecc. In genere le potenze in gioco sono molto più elevate di quelle impiegate in
ambito elettronico. I materiali e i dispositivi di base che l'elettrotecnica usa sempre, quali i
resistori, i condensatori, gli induttori, i transistor, sono concepiti per sopportare potenze più
elevate rispetto a quelli impiegati in ambito elettronico. Grande importanza hanno anche le
linee di trasmissione dell'energia elettrica ad alta, media e a bassa tensione. Infine, per la
parte dei sistemi di controllo delle macchine elettriche, l'elettrotecnica impiega i circuiti
integrati, i trasduttori, le schede elettroniche e i computer. Le professioni più richieste sono
soprattutto quelle di elettricisti e manutentori elettrici (che insieme concentrano oltre la metà
delle assunzioni), seguiti da meccanici elettrotecnici, elettricisti impiantisti e tecnici di appa-
recchiature elettroniche. Il perito elettromedicale è in grado di inserirsi nelle realtà operative,
produttive e gestionali del settore. Può operare presso aziende farmaceutiche o biomediche e
presso le aziende ospedaliere pubbliche e private come tecnico per la gestione e la manuten-
zione degli impianti elettrici, elettronici e di protezione dalle scariche atmosferiche e delle
apparecchiature elettromedicali.
Il futuro dei trasporti è nell’elettronica. Gli autobus
elettrici si stanno lentamente diffondendo in tutto il
mondo e quelli che compiono ogni giorno lo stesso
percorso, rendono facile programmare tempi di sosta
e di percorrenza limitando le spese e producendo be-
nefici legati alla riduzione del rumore e dell'inquina-
mento. Il vantaggio di questo mezzo di trasporto
consiste nel fatto che si ricarica in 10 minuti e l'auto-
nomia si può stimare intorno ai 250 km complessivi
di percorrenza. La ricarica elettrica accumulata dal
bus fornisce l’energia sufficiente per percorrere il
tragitto da un capolinea all’altro. Ad esempio, quelli
che circolano nel centro storico di Roma possono
essere definiti dei mini-bus elettrici (per intenderci, si
tratta di piccoli pulmini). In Europa e in particolare in
Germania, sono già da tempo in circolo veri e propri
pullman elettrici. Il progetto pilota tedesco è all'avan-
guardia rispetto all'Italia e l’iniziativa è stata finanzia-
ta dal governo tedesco con una cifra di 3,3 milioni di
euro. L’obiettivo è stato quello di rendere la Germa-
nia il paese leader della mobilità elettrica. Ci si augura
che per il futuro noi seguiamo il loro esempio per
migliorare la qualità della nostra vita.
Gianluigi Iannella
Domenico Varricchio