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Foglio informativo 7 - 2002 Europa
I "4 Motori" dell'Europa: caratteristiche sociali ed economiche – Parte I – Territorio e demografia
CISL USR Lombardia – Sito internet: www.lombardia.cisl.it – Pubblicazioni – Foglio Informativo 1
I "4 motori" dell'Europa: caratteristiche sociali ed economiche.
Parte I - Territorio e demografia
I "4 motori" è la denominazione corrente che viene data a quattro regioni europee, ac-comunate tra loro da alcuni elementi distintivi:
l'essere tutte tra le maggiori regioni europee per ampiezza territoriale, demografica ed eco-nomica, l'elevato grado di sviluppo economico, la forte caratterizzazione produttiva in senso
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industriale e nelle attività terziarie di mercato, l'alto grado di apertura ai mercati esteri, il ruolo trainante nei confronti delle rispettive econo-mie nazionali; la loro collocazione geografica (lungo un arco ideale che va dal Golfo del Le-one all'arco alpino centrale, fa inoltre sì che tali regioni siano anche fortemente integrate tra loro, attraverso un intenso flusso di scambi commerciali.
Va infine osservato che nessuna di queste re-gioni è sede di una capitale nazionale (dal che un carattere meno "amministrativo" e più orien-tato al mercato delle attività economiche pre-senti), ma che le rispettive "capitali" regionali sono comunque ai primissimi posti tra le mag-giori città dei rispettivi paesi.
Veri e propri "motori" delle proprie economie nazionali (le maggiori del continente, se si e-sclude la Gran Bretagna), tali regioni sono quindi considerate, a pieno titolo, "motori" del-l'intera economia europea.
Come noto trattasi:
della Catalogna, regione spagnola con capita-le Barcellona, al confine pirenaico con la Francia,
del Rhône-Alpes, regione francese, con capi-tale Lione, confinante con Piemonte e Valle d'Aosta, cui è collegata principalmente attra-verso il traforo alpino del Monte Bianco e il va-lico del Moncenisio,
della Lombardia, con capoluogo Milano, prin-cipale regione del settentrione d'Italia, e del Baden-Württemberg, regione tedesca con capitale Stoccarda, confinante col versante settentrionale della Svizzera.
Fra tali regioni esiste da vari anni relazioni sta-bili e un coordinamento sindacale, la cui inten-sificazione è sollecitata dallo sviluppo del pro-cesso di integrazione europea, dal prossimo allargamento dell'Unione ad altri paesi, e più complessivamente dalla crescente interdipen-denza delle relazioni economiche tra regioni e paesi dell'Unione, e tra questi e il resto del mondo.
Con questo Foglio Informativo si dà inizio a una serie di approfondimenti sui principali ca-ratteri economici e sociali di queste quattro re-gioni, con l'intento di fornire uno strumento uti-le alla reciproca conoscenza delle rispettive
realtà e quindi all'intensificazione delle relazio-ni1.
Le successive analisi saranno dedicate al mercato del lavoro, ai conti economici regiona-li, alla struttura e ai settori produttivi, ai princi-pali servizi.
IL TERRITORIO, LA POPOLAZIONE E LA DENSITÀ ABITATIVA. Le regioni dei "4 Moto-ri" si estendono su una superficie complessiva di oltre 136.5 mila km2, pari al 4,2% dell'intero territorio dei 15 paesi che costituiscono l'Unio-ne Europea e quasi all'8% della superficie dei paesi di appartenenza.
Con poco meno di 45 mila km2, la regione più estesa è quella del Rhône-Alpes (seconda per ampiezza territoriale fra tutte le regioni francesi) la cui superficie è pari all'8,2% di quella francese; seconda per estensione geo-grafica è la regione del Baden-Württemberg (35,7 mila km2, pari al 10% del territorio tede-sco; viene quindi la Catalogna, con poco me-no di 32 mila km2 (6,3% del territorio spagno-lo), e quindi la Lombardia, che con 23,8 mila km2 copre il 7,9% del territorio italiano.
Sulle circa 200 regioni europee2 il Rhône-Alpes si colloca al 13° posto, il Baden-
1 Salvo diversa indicazione, i dati utilizzati sono di fonte Eurostat. 2 Codici e denominazioni sono riportati in allegato.
"4 Motori". Superficie territoriale (kmq)
0 25.000 50.000
Rhône-Alpes
Baden-Württemberg
Cataluña
Lombardia
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Württemberg al 18°, la Catalogna al 22° e la Lombardia al 38°.
A fine 1998 la popolazione residente nelle re-gioni dei "4 Motori" ammontava a 31,1 milioni di abitanti, quota pari all'8,3% dell'intera popo-lazione dell'Unione Europea (375 milioni di abi-tanti) e al 13,1% della popolazione dei quattro paesi di appartenenza.
Con 10,4 milioni di abitanti (il 12,7% della po-polazione tedesca), la regione più popolata è il Baden-Württemberg (quarta fra tutte le regio-ni europee) seguita dalla Lombardia (sesta) che con poco più di 9 milioni di abitanti com-prendeva il 15,7% della popolazione italiana; al
terzo posto figura la Catalogna (nona in ambi-to europeo) con poco più di 6 milioni abitanti (il 15,4% della popolazione spagnola) e quindi il Rhône-Alpes, con 5,6 milioni di abitanti, che detiene anche la quota più bassa (il solo 9,6%) rispetto al totale nazionale e che colloca al 13° posto in ambito europeo.
La differenza tra la quota di popolazione sul totale dei paesi dell'Unione (8,3%) e la quota di territorio (4,2%), segnala immediatamente una densità abitativa, nelle regioni dei "4 Motori", praticamente doppia rispetto alla media dei paesi dell'Unione Europea: 228,2 abitanti per km2, contro una media di 115,8.
"4 Motori". Quota della superficie territoriale sui rispettivi paesi
0 2 4 6 8 10 12
Baden-Württemberg
Rhône-Alpes
Lombardia
Cataluña
4 Motori (suUE)
"4 Motori". Popolazione al 31.12.1998 (migliaia)
0 5.000 10.000 15.000
Baden-Württemberg
Lombardia
Cataluña
Rhône-Alpes
"4 Motori". Quota della popolazione al 31.12.1998 sui
rispettivi paesi
0 4 8 12 16
Lombardia
Cataluña
Baden-Württemberg
Rhône-Alpes
4 Motori (suUE)
"4 Motori". Densità demografica (abit/kmq)
0 80 160 240 320 400
Lombardia
Baden-Württemberg
Cataluña
4 Motori
Rhône-Alpes
EU15
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Anche singolarmente ciascuno dei 4 paesi presenta una densità abitativa di molto supe-riore a quella del paese di appartenenza:
per il Baden-Württemberg 291,6 abit/km2, contro una media nazionale di 230,0
per la Catalogna 189,6 abit/km2 contro i 78,0 abit/km2 della Spagna,
per il Rhône-Alpes 125,4 abit/km2, contro i 106,5 della Francia e
per la Lombardia 378,4 abit/km2, contro una media italiana di 191,2.
Come di vede, delle quattro la Lombardia è la regione più densamente popolata e anche in ambito europeo, se si escludono le grandi re-gioni di alcune capitali (Bruxelles, Londra, Vienna, Parigi, Madrid) si colloca nelle prime posizioni.
Tra le altre caratteristiche territoriali delle quat-tro regioni basterà ricordare che tre di esse sono regioni continentali "interne" (senza cioè zone costiere (che troviamo sono nella Catalo-gna, affacciata sul Golfo del Leone), e che queste stesse regioni sono caratterizzate per una quota non trascurabile di territorio monta-no.
DINAMICA NEGLI ANNI '90 DELLA POPO-LAZIONE RESIDENTE. Nel 1998 la popola-zione dei "4 Motori" superava, come si è detto, i 31,13 milioni di abitanti, vale a dire l'8,3% dei 374,5 milioni di abitanti dell'Unione Europea. Rispetto al 1990 (anno a partire dal quale i dati comprendono anche l'ex Repubblica Democra-tica Tedesca) la sua crescita è stata comples-sivamente di quasi 1,2 milioni di persone, per una variazione del 3,9% (che a sua volta corri-sponde a un tasso medio annuo dello 0,48%).
Una crescita, pertanto, superiore alla media dei 15 paesi dell'Unione (+2,8%), ma molto dif-ferenziata: del 7,0% nel Baden-Württemberg, del 4,8% nel Rhône-Alpes, del 2,0% in Lom-bardia e del solo 0,9% in Catalogna, unica re-gione in cui la crescita demografica è stata in-feriore a quella del paese di appartenenza; la stessa Spagna, per altro, è il paese in cui si è avuto l'incremento più contenuto (+1,1%), se-guita dall'Italia (+1,6%), dalla Francia (3,0%) e dalla Germania (+3,4%).
3 Ammontare medio annuo.
Nel corso degli anni '90 la dinamica della po-polazione residente nei "4 Motori", così come nell'intera Unione Europea, ha mostrato un andamento di intensità decrescente: abba-stanza sostenuto fino al 1993 (con tassi annui nell'ordine dello 0,8%), decisamente più atte-
Variazioni % 1990-98 della popolazione residente
0 2 4 6 8
Baden-Württemberg
Rhône-Alpes
"4 MOTORI"
Reppublica Federale Tedesca
Francia
EU15
Lombardia
Italia
Spagna
Cataluña
"4 Motori". Variazioni % annue della popolazione residente
-0,5
0
0,5
1
1,5
2
1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998
Baden-Württemberg Cataluña Rhône-Alpes Lombardia
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nuata dal 1994 in poi, quando si passa a tassi annui tra lo 0,2 e lo 0,3%.
Guardando alle singole regioni, la dinamica demografica si è fortemente attenuata nel Ba-den-Württemberg (dal quasi 2% del 1991 a poco sopra lo zero nel 1998, come del resto avvenuto anche in Germania, passata dallo 0,8 allo 0,01%); ugualmente drastica la caduta che si osserva in Catalogna, dove la crescita demografica dal 1994 in poi si è costantemen-te mantenuta di segno negativo; una attenua-zione minore si riscontra nel Rhône-Alpes, che da alcuni anni si è attestato su tassi di va-riazione nell'ordine dello 0,5%; rispetto a tali andamenti fa parzialmente eccezione la Lom-bardia, che dopo il -0,1% del 1995 è tornata su tassi di crescita positivi, e sempre più ac-centuati (fino allo 0,4% del 1998), ancorché ancora al di sotto di quelli del Rhône-Alpes, che rispetto alle altre regioni è quella che ha mantenuto i tassi di crescita più stabili e, al momento, più accentuati.
Alla base di questi andamenti vi è, ovviamente, l'evoluzione dei due principali movimenti della popolazione residente, vale a dire la natalità e i movimenti migratori.
Per quanto riguarda la natalità, nell'insieme dei "4 Motori" tra il 1992 e il 1998 il relativo tasso si abbassa dal 12 al 10,3%o, quale conse-guenza di un calo delle nascite da 4.248.100 a 4.017.000: anche in virtù di tale andamento diminuisce l'apporto dei movimenti naturali alla crescita demografica, apporto che passa dal-l'1,6 %o del 1992 al solo 0,6%o del 1998. In quest'ultimo anno questo contributo è del 4,6%o nella regione del Rhône-Alpes, del-l'1,4%o in quella del Baden-Württemberg, mentre è negativo sia in Catalogna che in Lombardia (del -0,1 e del -0,8%o rispettiva-mente).
La riduzione del tasso di natalità è comune a quasi tutte le regioni dei "4 Motori", tuttavia tale riduzione è molto modesta nel Rhône-Alpes (dal 13,0 al 12,8%) e molto più accentuata nel Baden-Württemberg (dal 12 al 10,7%o) e in Catalogna (dal 10 al 9,3%o), mentre in Lom-bardia, dopo il minimo storico dell'8%o toccato nel 1994, si risale al 9%o, valore che si man-tiene costante in tutta la seconda metà degli anni '90, mostrando finanche una leggera ten-denza alla risalita.
Rhône-Alpes e Lombardia, pur collocandosi agli estremi opposti quanto a tassi di natalità, conoscono una riduzione dell'apporto naturale decisamente modesto; al contrario, l'impatto della riduzione della natalità è decisamente più marcato in Catalogna e Baden-Württemberg,
Saldi naturali (per 1.000 abitanti)
-1 0 1 2 3 4 5 6
Baden-Württemberg
Cataluña
Rhône-Alpes
Lombardia
EU15
19981992
Saldi naturali (per 1.000 abitanti)
-14 -7 0 7 14
Baden-Württemberg
Cataluña
Rhône-Alpes
Lombardia
EU15
19981992
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Molto più variabile, ma anch'esso in calo quasi generalizzato, è l'apporto della componente migratoria, che in tutti i paesi europei, a diffe-renza dell'Italia (e della Lombardia) ha cono-sciuto un "giro di vite". Non va per altro dimen-ticato la situazione del tutto particolare dell'Ita-lia, dove l'immigrazione (in particolare extra-comunitaria) era praticamente sconosciuta, o comunque di scarsa entità, prima degli anni '90, e che ancor oggi detiene sul proprio terri-torio quote di popolazione straniera molto infe-riori a quella dei paesi centro continentali.
Nell'insieme dei 15 paesi dell'Unione il saldo migratorio netto è infatti passato dal 3,6%o del 1992 allo 0,6%o del 1998 e nelle regioni dei "4 Motori" si è scesi finanche al -0,3%o (dal 5,5%o del 1992).
Cali decisamente bruschi del saldo migratorio si sono infatti avuti sia nel Baden-Württemberg (dal 12,4 all'1,5%o), sia nel Rhône-Alpes (dall'1,7 al -12,2%o); in Catalo-gna, invece, erano e sono ancora presenti, saldi migratori netti di segno negativo, che nel corso degli anni '90, se si esclude il 1993, si sono leggermente accentuati in senso negati-vo (dal -0,1 al -0,6 %o); la Lombardia fa quindi caso a sé, essendo l'unica regione, tra i "4 Mo-tori", in cui l'apporto della componente migrato-ria si accresce, passando dal 4%o del 1992 al 5,3%o del 1998.
Attenuazione della natalità e dei flussi migrato-ri (e conseguentemente dell'apporto dei relati-vi saldi) sono le cause principali del rallenta-mento demografico che si osserva nel Baden-Württemberg e in Catalogna; Rhône-Alpes e Lombardia, con le dinamiche attualmente più espansive (e anzi in leggera ripresa rispetto al recente passato), beneficiano invece, rispetti-vamente, la prima di alti tassi di natalità e la seconda di flussi migratori in aumento4.
4 Per la Lombardia i dati nazionali di fonte Istat se-gnalano, per gli anni successivi al 1998, la continui-tà di queste tendenze: flussi migratori sempre più accentuati e, a partire dal 2000, un saldo positivo (ancorché modesto) anche dei movimenti naturali, che beneficiano dell'elevata natalità e della bassa mortalità della popolazione immigrata, mediamente più giovane di quella locale. In tale fase questa componente ha cioè innescato un "circolo virtuoso" di crescita demografica, che dai movimenti migrato-ri si è riflesso anche su quelli naturali.
CARATTERI STRUTTURALI DELLA POPO-LAZIONE RESIDENTE. L'analisi precedente relativa alle dinamiche naturali e migratorie, mostra che le regioni dei "4 Motori" sono in-camminate su "percorsi" di sviluppo demogra-fico alquanto differenziati tra loro, e in alcuni casi anche dai rispettivi paesi di appartenenza.
In conseguenza di ciò, abbastanza dissimili sono anche gli assetti strutturali della popola-zione residente, quali si possono osservare al-l'inizio del 1998.
Di questo ci si può facilmente rendere conto esaminando le quote di alcune fasce particolari di popolazione e alcuni indicatori sintetici di struttura.
I giovani fino a 15 anni di età (quindi non in età lavorativa), detengono quote distanziate tra loro di quasi 7 punti, comprese come sono tra il 12,9% della Lombardia e il 19,7% del Rhô-ne-Alpes; inoltre, mentre la Lombardia pre-senta una quota di giovani discretamente infe-riore alla media nazionale (14,6%), il Rhône-Alpes se ne colloca al di sopra di 0,7 punti percentuali; non è ovviamente difficile collega-re queste situazioni estreme anche (e prima di
Quota della popolazione fino a 15 anni. 1.1.1998
0 5 10 15 20
Rhône-Alpes
Francia
EU15
Baden-Württemberg
Reppublica Federale Tedesca
TOTALE "4 MOTORI"
Spagna
Italia
Cataluña
Lombardia
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tutto) al differenziale dei tassi di natalità visti in precedenza, che in queste due regioni rag-giungono anch'essi i valori minimo e massimo.
La fascia inferiore della popolazione giovanile risulta a abbastanza elevata anche nel Baden-Württemberg, che col 16,9% supera di quasi un punto il valore medio nazionale tedesco; più vicina alla situazione lombarda è invece quella della Catalogna, dove i giovani fino a 15 anni raggiungono il 14,3%, 1,3 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale spagnola.
Le quote modeste di giovani in Lombardia e Catalogna determinano un abbassamento no-tevole del valore medio riferito alle 4 regioni in esame, che attestandosi al solo 15,7% si di-stanzia in negativo dalla media dei 15 paesi dell'Unione di 1,4 punti (media che viene supe-rata solo da Francia e Rhône-Alpes.
Quasi speculare a quella descritta è la situa-zione relativa alla popolazione anziana, con almeno 65 anni di età. In questo caso è la Lombardia a collocarsi in prima posizione, con una quota del 16,9%, ancorché inferiore di mezzo punto alla media italiana (17,4%); poco distanziate dal valore della Lombardia si collo-cano però anche le altre regioni: 16,8% la Ca-talogna, 15,8% il Baden-Württemberg, 14,4% il Rhône-Alpes: in questo caso la "di-stanza tra il valore minimo e quello massimo è di soli due punti e mezzo, molto meno di quelli visti più sopra per la componente giovanile.
L'elemento che più differenzia tra loro le regio-ni dei "4 Motori" e dunque il diverso "peso" del-le prima fascia giovanile, da cui, come si vedrà più oltre, conseguenze non trascurabili sui fu-turi assetti del mercato del lavoro.
L'esame congiunto delle due fasce di età e-streme consente di apprezzare il ricambio ge-nerazionale, misurato da un indicatore sinteti-co che è il tasso di invecchiamento (o indice di vecchiaia5) della popolazione: più questo è maggiore, tanto più basso, ovviamente, risulta il ricambio della popolazione residente.
L'effetto combinato delle due quota (la più alta per la popolazione anziana e la più bassa per i giovani), fa sì che la Lombardia si distanzi dalle altre tre regioni in esame per l'indice di vecchiaia più elevato: 131,2 anziani con oltre
5 Tale indice è dato dal rapporto percentualizzato tra popolazione con almeno 65 anni di età e popo-lazione fino a 15 anni.
65 anni di età, ogni 100 giovani al di sotto dei 15 anni.
All'estremità opposta, con un valore di questo indice (72,9) molto inferiore a 100 (e quasi di-mezzato rispetto a quello della Lombardia), si posiziona il Rhône-Alpes, seguito a distanza dal Baden-Württemberg, anche in questo ca-so con una prevalenza dei giovani rispetto agli anziani (89,4); sopra quota 100 si colloca in-vece la Catalogna (117,3), che anche per le singole quote delle due fasce di età estreme è
la regione più simile alla Lombardia.
L'effetto combinato delle regioni a maggiore e minore invecchiamento fa sì che nell'insieme dei "4 Motori" giovani e anziani sostanzialmen-te si pareggino, con un indice di vecchiaia che si attesta a quota 100,4; nell'insieme dei paesi dell'Unione si registra invece ancora una pre-valenza di giovani: meno di 93 ogni 100 ultras-sessantacinquenni.
Indice di vecchiaia della popolazione residente. 1.1.1998
0 25 50 75 100 125 150
Lombardia
Italia
Cataluña
Spagna
TOTALE "4 MOTORI"
Reppublica Federale Tedesca
EU15
Baden-Württemberg
Francia
Rhône-Alpes
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La maggiore longevità delle femmine rispetto ai maschi fa sì che queste presentino costan-temente indici di vecchiaia inferiori a quelli de-gli uomini, ancora una volta con situazioni e-streme in Lombardia e Rhône-Alpes (que-st'ultima, oltretutto, è l'unica regione in cui la popolazione giovanile supera quella anziana anche per le donne).
Le due fasce di popolazione agli estremi della scala delle età (rispettivamente non ancora e non più in età di lavoro) costituiscono il "carico sociale" che pesa sulle fasce di età centrali, da 15 a 64 anni, in cui si concentra in massima parte la popolazione in condizione lavorativa, cui spetta quindi gran parte dell'onere di so-stentamento (diretto o indiretto) di giovani e anziani.
Tale carico raggiunge il valore massimo nella regione del Rhône-Alpes: 29,9 giovani e 21,8 anziani, per un totale di 51,7 persone, ogni 100 in età di lavoro. All'estremità opposta figura la Lombardia, con un carico complessivo di 42,3 persone, che nonostante un carico della popo-lazione anziana molto elevato (24,0) beneficia del carico relativo ai giovani più basso in asso-luto (18,3).
Nelle posizioni intermedie troviamo Baden-Württemberg e Catalogna, rispettivamente con 47,1 e 45,1 persone da sostentare ogni 100 persone in età di lavoro. Queste due re-gioni, per altro, si differenziano tra loro per la diversa rilevanza del carico delle due compo-nenti: la Catalogna con un maggiore "onere" per la componete anziana (24,3) rispetto a
quella giovanile (20,7), il Baden-Württemberg con una situazione opposta (22,2 l'indice di ca-rico degli anziani, 24,9 quello dei giovani).
Le due componenti del carico sociale incidono in misura diversa sui bilanci familiari e colletti-vi: quello giovanile soprattutto sui bilanci delle famiglie, quello degli anziani soprattutto sui bi-lanci pubblici.
La diversità di situazioni riscontrate non è quindi affatto marginale in ordine alla riparti-zione dell'onere di sostentamento delle perso-ne non ancora o non più in età di lavoro, e da ciò è quindi lecito aspettarsi politiche di welfare differenziate, che tengano conto delle diverse situazioni.
L'ultimo aspetto relativo alla struttura demogra-fica delle quattro regioni che sarà esaminato riguarda il ricambio della popolazione in età la-vorativa.
Per fare questo è stato calcolato un apposito indicatore, che pone in relazione la fascia più anziana (55-64 anni) che sta per uscire dall'età di lavoro, con quella più giovane (15-24 anni) che sta per fare ingresso nella vita attiva6.
6 Solitamente tale indice viene calcolato con riferi-mento alle fasce di età 15-19 e 60-64 anni; adottare fasce più ristrette è preferibile in quanto riflette me-glio le tendenze demografiche più recenti, e delinea con maggiore precisione le prospettive a breve termine. Per altro, riteniamo che l'adozione di inter-valli più ampi, quelli secondo cui i dati sono resi di-
"4 Motori". Indici di vecchiaia per sesso. 1.1.1998
0 50 100 150
Baden-Württemberg
Cataluña
Rhône-Alpes
Lombardia
UE 15
Femmine Maschi
"4 Motori". Indici di carico sociale 1.1.1998
0 10 20 30 40 50
Rhône-Alpes
UE 15
Baden-Württemberg
Cataluña
Lombardia
Giovani Anziani
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L'importanza di questo indicatore è soprattutto prospettica, in quanto evidenzia possibili ecce-denze o scarsità future nel ricambio della po-polazione attiva, che a loro volta possono dar luogo a problematiche diverse, ciascuna con aspetti positivi e negativi.
Un tasso di ricambio eccessivo (vale a dire una prevalenza degli ingressi sulle uscite) può dar luogo, ad esempio, a un più difficile assor-bimento della disoccupazione, in quanto impo-ne una maggiore capacità di creazione di nuo-vi posti di lavoro per le giovani generazioni; in positivo esso però rappresenta anche uno sti-molo allo sviluppo economico. Nel caso oppo-sto, di ricambio insufficiente (quando le uscite superano gli ingressi) può sì essere più facile ridurre o contenere la disoccupazione, ma in negativo possono manifestarsi carenze di ma-no d'opera, tensioni salariali, oppure ancora necessità di incentivare flussi migratori dall'e-sterno, non sempre di facile integrazione nel tessuto sociale.
Possibili eccessi di offerta si prefigurano quan-do le persone in uscita dall'età lavorativa sono inferiori a quelle in ingresso (nel qual caso l'in-dice assume valori inferiori a 100); carenze di offerta possono invece aversi nella situazione opposta, quando indici superiori a 100 segna-lano un numero di ingressi inferiore a quello delle uscite.
Tra le regioni dei "4 Motori" due si configurano secondo la prima tipologia di situazioni e altret-tante secondo la seconda tipologia.
Il Rhône-Alpes e la Catalogna, rispettivamen-te con 68 e 71 persone in uscita ogni 100 gio-vani in ingresso nell'età lavorativa, sono le re-gioni in cui è lecito attendersi un eccesso di of-ferta, mentre Lombardia e Baden-Württemberg, rispettivamente con 105 e 115 uscite ogni 100 ingressi attesi, prefigurano si-tuazioni opposte, di possibili carenze d'offerta.
Nel caso a noi più vicino e più conosciuto, quello della Lombardia, questa carenza trova già ampi riscontri. Inoltre, Lombardia e Ba-den-Württemberg sono, non casualmente tra le quattro, le due regioni con i tassi di disoccu-
sponibili, non abbia distorto più di tanto le conside-razioni essenziali cui si è pervenuti. L'Eurostat calcola in modo diverso da quello adotta-to in questa sede anche gli indici di dipendenza dei giovani e degli anziani (0-19/20-59 il primo, 60 e +/20-59 il secondo), anche in questo caso però, senza alterare l'indicazione di fondo.
pazione più bassi: nel 2000 4,5 e 4,4% rispet-tivamente, contro l'8,6 e il 9,0% di Rhône-Alpes e Catalogna7.
Certamente quello demografico non è l'unico fattore che incide sui livelli della disoccupazio-ne, ma altrettanto di sicuro non è assolutamen-te un fattore trascurabile (anche perchè il diffe-
7 Altrettanto non casualmente il tasso di disoccu-pazione dell'Unione Europea (8,4%) si colloca in posizione intermedia a quelli dei due gruppi di re-gioni, vale a dire nella stessa posizione in cui si col-loca il tasso di ricambio della popolazione in età la-vorativa.
Indici di ricambio della popolazione in età lavorativa.
1.1.1998
0 20 40 60 80 100 120
Baden-Württemberg
Lombardia
4 Motori
UE 15
Cataluña
Rhône-Alpes
Indici di ricambio della popolazione in età lavorativa.
1.1.1998
0 20 40 60 80 100 120
Baden-Württemberg
Lombardia
4 Motori
UE 15
Cataluña
Rhône-Alpes FemmineMaschi
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renziale fra i tassi di disoccupazione dei due gruppi di regioni non sembra avere carattere congiunturale, ma bensì strutturale).
Anche se il tema del mercato del lavoro sarà ripreso in un successivo approfondimento, l'impatto della struttura demografica non può che riflettere, per maschi e femmine, le diffe-renze viste in precedenza.
In ognuna delle quattro regioni, le due compo-nenti presentano in ogni caso una scala di va-lori, dalle situazioni di possibile eccedenza a quelle di possibile carenza, che vede costan-temente la componente femminile con indici di ricambio più elevati della componente maschi-le.
Questo significa che in Lombardia e nel Ba-den-Württemberg gli assetti demografici pre-figurano carenze di offerta di lavoro femminile più accentuate di quelle che ci si può attendere per la forza lavoro maschile (anzi, in Lombar-dia quest'ultima presenta un indice di ricambio ancora leggermente inferiore a 100); al contra-rio nelle altre due regioni, Rhône-Alpes e Ca-talogna, con indici tutti al di sotto di quota 100, per la componente femminile si va in direzione di un maggiore equilibrio tra ingressi e uscite, e questo a parità di altre condizioni, potrà ren-dere meno difficile l'assorbimento delle nuove leve giovanili che si affacciano sul mercato del lavoro; assorbimento che sarà invece più diffi-cile per la componente maschile.
Foglio informativo 7 - 2002 Europa
I "4 Motori" dell'Europa: caratteristiche sociali ed economiche – Parte I – Territorio e demografia
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ALLEGATI
Paesi e Regioni dell'Unione Europea: codice NUTS e descrizione
BE BELGIQUE-BELGIË GR24 STEREA ELLADA IT2 LOMBARDIA BE1 REG.BRUXELLES-CAP./
BRUSSELS HFDST.GEW. GR25 PELLOPONNISOS IT3 NORD EST
BE2 VLAAMS GEWEST GR3 ATTIKI IT31 TRENTINO-ALTO ADIGE BE21 ANTWERPEN GR4 NISIA AIGAIOU,
KRITI IT32 VENETO
BE22 LIMBURG (B) GR41 VOREIO AIGAIO IT33 FRIULI-VENEZIA GIULIA BE23 OOST-VLAANDEREN GR42 NOTIO AIGAIO IT4 EMILIA ROMAGNA BE24 VLAAMS BRABANT GR43 KRITI IT5 CENTRO (1) BE25 WEST-VLAANDEREN ES ESPAÑA IT51 TOSCANA BE3 RÉGION WALLONNE ES1 NOROESTE IT52 UMBRIA BE31 BRABANT WALLON ES11 GALICIA IT53 MARCHE BE32 HAINAUT ES12 ASTURIAS IT6 LAZIO BE33 LIÈGE ES13 CANTABRIA IT7 ABRUZZO-MOLISE BE34 LUXEMBOURG (B) ES2 NORESTE IT71 ABRUZZO BE35 NAMUR ES21 PAIS VASCO IT72 MOLISE DK DANMARK ES22 NAVARRA IT8 CAMPANIA DE DEUTSCHLAND ES23 LA RIOJA IT9 SUD DE1 BADEN-WÜRTTEMBERG ES24 ARAGÓN IT91 PUGLIA DE11 STUTTGART ES3 MADRID IT92 BASILICATA DE12 KARLSRUHE ES4 CENTRO (E) IT93 CALABRIA DE13 FREIBURG ES41 CASTILLA Y LEÓN ITA SICILIA DE14 TÜBINGEN ES42 CASTILLA-LA MAN-
CHA ITB SARDEGNA
DE2 BAYERN ES43 EXTREMADURA LU LUXEMBOURG(GRAND-DUCHÉ)
DE21 OBERBAYERN ES5 ESTE NL NEDERLAND DE22 NIEDERBAYERN ES51 CATALUÑA NL1 NOORD-NEDERLAND DE23 OBERPFALZ ES52 COMUNIDAD VA-
LENCIANA NL11 GRONINGEN
DE24 OBERFRANKEN ES53 ISLAS BALEARES NL12 FRIESLAND DE25 MITTELFRANKEN ES6 SUR NL13 DRENTHE DE26 UNTERFRANKEN ES61 ANDALUCIA NL2 OOST-NEDERLAND DE27 SCHWABEN ES62 MURCIA NL21 OVERIJSSEL DE3 BERLIN ES63 CEUTA Y MELILLA NL22 GELDERLAND DE4 BRANDENBURG ES7 CANARIAS NL23 FLEVOLAND DE5 BREMEN FR FRANCE NL3 WEST-NEDERLAND DE6 HAMBURG FR1 ÎLE DE FRANCE NL31 UTRECHT DE7 HESSEN FR2 BASSIN PARISIEN NL32 NOORD-HOLLAND DE71 DARMSTADT FR21 CHAMPAGNE-
ARDENNE NL33 ZUID-HOLLAND
DE72 GIEßEN FR22 PICARDIE NL34 ZEELAND DE73 KASSEL FR23 HAUTE-NORMADIE NL4 ZUID-NEDERLAND DE8 MECKLENBURG-
VORPOMMERN FR24 CENTRE NL41 NOORD-BRABANT
DE9 NIEDERSACHSEN FR25 BASSE-NORMANDIE NL42 LIMBURG (NL) DE91 BRAUNSCHWEIG FR26 BORGOGNE AT ÖSTERREICH DE92 HANNOVER FR3 NORD-PAS-DE-
CALAIS AT1 OSTÖSTERREICH
DE93 LÜNEBURG FR4 EST AT11 BURGENLAND DE94 WESER-EMS FR41 LORRAINE AT12 NIEDERÖSTERREICH DEA NORDRHEIN-WESTFALEN FR42 ALSACE AT13 WIEN DEA1 DÜSSELDORF FR43 FRANCHE-COMTÉ AT2 SÜDÖSTERREICH DEA2 KÖLN FR5 OUEST AT21 KÄRNTEN DEA3 MÜNSTER FR51 PAYS DE LA LOIRE AT22 STEIERMARK DEA4 DETMOLD FR52 BRETAGNE AT3 WESTÖSTERREICH DEA5 ARNSBERG FR53 POITOU-
CHARENTES AT31 OBERÖSTERREICH
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DEB RHEINLAND-PFALZ FR6 SUD-OUEST AT32 SALZBURG DEB1 KOBLENZ FR61 AQUITAINE AT33 TIROL DEB2 TRIER FR62 MIDI-PYRÉNÉES AT34 VORALBERG DEB3 RHEINHESSEN-PFALZ FR63 LIMOUSIN PT PORTUGAL DEC SAARLAND FR7 CENTRE-EST PT1 CONTINENTE DED SACHSEN FR71 RHÔNE-ALPES PT11 NORTE DEE SACHSEN-ANHALT FR72 AUVERGNE PT12 CENTRO (P) DEE1 DESSAU FR8 MÉDITERRANÉE PT13 LISBOA E VALE DO TEJO DEE2 HALLE FR81 LANGUEDOC-
ROUSSILLON PT14 ALENTEJO
DEE3 MAGDEBURG FR82 PROVENCE-ALPES-CÔTE D'AZUR
PT15 ALGARVE
DEF SCHLESWIG-HOLSTEIN FR83 CORSE PT2 AÇORES DEG THÜRINGEN FR9 DÉPARTEMENTS
D'OUTRE-MER PT3 MADEIRA
GR ELLADA FR91 GUADELOUPE FI SUOMI/FINLAND GR1 VOREIA ELLADA FR92 MARTINIQUE FI1 MANNER/SUOMI GR11 ANATOLIKI MAKEDO-
NIA,THRAKI FR93 GUYANE FI11 UUSIMAA
GR12 KENTRIKI MAKEDONIA FR94 RÉUNION FI12 ETELÄ-SUOMI GR13 DYTIKI MAKEDONIA IE IRELAND FI13 ITÄ-SUOMI GR14 THESSALIA IT ITALIA FI14 VÄLI-SUOMI GR2 KENTRIKI ELLADA IT1 NORD-OVEST FI15 POHJOIS-SUOMI GR21 IPEIROS IT11 PIEMONTE FI2 AHVENANMAA/ALAND GR22 IONIA NISIA IT12 VALLE D'AOSTA SE SVERIGE GR23 DYTIKI ELLADA IT13 LIGURIA SE1 STOCKHOLM
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Densità della popolazione residente (abitanti per km2). Anno 1998
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Tasso lordo di natalità (nati per 1.000 abitanti). Anno 1998
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Tasso di incremento naturale della popolazione residente (per 1.000 abitanti). Anno 1998
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Tasso di incremento migratorio della popolazione residente (per 1.000 abitanti). Anno 1998
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Tasso di incremento totale della popolazione residente (per 1.000 abitanti). Anno 1998
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Tasso di dipendenza della popolazione giovanile (fino a 19 anni di età). Anno 1998
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Tasso di dipendenza della popolazione anziana (60 anni e oltre). Anno 1998
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Foglio Informativo 7 – 2002 Europa
I "4 Motori" dell'Europa: caratteristiche sociali ed economiche – Parte I – Territorio e demografia
CISL USR Lombardia – Sito internet: www.lombardia.cisl.it – Pubblicazioni – Foglio Informativo 1
FOGLIO INFORMATIVO 2001 N. 3. Le pensioni INPS vigenti al 1° gennaio 2000 N. 4. Le UST-CISL Unioni Sindacali Territoriali della Lombardia. dati e immagini per un profilo socio-
economico. Parte I. Bergamo, Brescia, Brianza, Ticino-Olona, Como
N. 5. Le UST-CISL Unioni Sindacali Territoriali della Lombardia. dati e immagini per un profilo socio-economico. Parte II. Cremona, Lodi, Lecco, Mantova, Milano
N. 6. Le UST-CISL Unioni Sindacali Territoriali della Lombardia. dati e immagini per un profilo socio-economico. Parte III. Pavia, Sondrio, Valle Camonica-Sebino, Varese, Magenta
N. 7. Piccolo atlante delle regioni italiane N. 8. Le associazioni di volontariato in Lombardia N. 9. Struttura ed evoluzione della popolazione lombarda N. 10. Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle province lombarde nell'anno 2000 N. 11. Le previsioni della popolazione nelle UST della Lombardia. 2001-2021 N. 12. I dipendenti pubblici in Lombardia - 31.12.1998 N. 13. La popolazione di nazionalità estera residente in Lombardia. Il bilancio demografico dell'anno 2000 N. 14. Commercio con l'estero e delocalizzazione produttiva. Anno 2000 N. 15. La Cassa Integrazione Guadagni in Lombardia nel 2000 N. 16. La scuola pubblica statale in Lombardia N. 17 I "nuovi" Distretti industriali della Lombardia N. 18 I conti economici delle province lombarde. 1991-1999
FOGLIO INFORMATIVO 2002 N. 1 I conti economici della Lombardia 1995-1999. Parte I - Risorse e impieghi N. 2 I conti economici della Lombardia 1995-1999. Parte II - Occupazione e redditi N. 3 Il mercato del lavoro in Lombardia nel 2001 N. 4 Il lavoro non regolare nelle regioni italiane. 1995-1999 N. 5 Il mercato del lavoro nelle province lombarde nel 2001 N. 6 Consistenza e dinamica delle imprese nel 2001
Foglio Informativo 7 – 2002 Europa
I "4 Motori" dell'Europa: caratteristiche sociali ed economiche – Parte I – Territorio e demografia
CISL USR Lombardia – Sito internet: www.lombardia.cisl.it – Pubblicazioni – Foglio Informativo 2
N. 7 I "4 Motori" dell'Europa: caratteristiche sociali ed economiche. Parte I - Territorio e demografia