Gli strumenti del terapeuta

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GLI STRUMENTI DEL TERAPEUTA

Maria Caralis

Giorgia Polidori

Paolo Usai

1

Le domande relazionali

Domande che tendono ad esplorare le modalità con cui le persone si pongono in rapporto tra di loro.

Possiedono le caratteristiche di circolarità e significatività.

2

Tipologie di domande relazionali

Domande come se

Domande metaforiche

Domande + o -/prima o dopo

Domande intergenerazionali

Domande indirette3

Domande come se

Consentono di esplorare la qualità dei rapporti familiari tramite l’immaginazione

Se tuo padre fosse qui, cosa

direbbe?4

Domande metaforiche

Utilizzano un’immagine concreta per significare qualcos’altro, così da creare un legame con e tra i membri della famiglia

Perché si sente sotto una campana di

vetro?5

Domande più o meno e prima o dopo

Permettono il confronto con le differenze, prendendo in considerazione la quantità/il tempo

Prima della partenza di tuo padre, ti

sentivi meno triste?6

Domande intergenerazionali

Esplorano aspetti di relazione tra persone appartenenti a piani generazionali diversi

Quando la tua mamma aveva la tua

età, ubbidiva ai nonni?

7

Domande indirette

Consentono di ottenere da chi risponde informazioni su un altro o sul rapporto tra più persone

Cosa è successo alla mamma quando papà

è andato via?8

L’uso di un linguaggio simbolico Costruzione delle favole e uso della metafora in seduta

Uso dell’oggetto metaforico

9

L’area del non verbale

Importanza del linguaggio del corpo (posture, movimenti, espressioni facciali, orientamento nello spazio etc.)

“Un buon terapeuta deve avere un buono zoom e un buon grand-

angolare”10

L’area del non verbale

Come entrare in contatto fisico e visivo con il bambino?

Complicità terapeutica Oggetto come mediatore

Importanza della differenza tra i sessi11

L’area del non verbale

Uso delle metafore concrete per evidenziare difficoltà di rapporto tra un genitore e un figlio

12

Il gioco in seduta

Tra le modalità relazionali il gioco rappresenta un mezzo d’elezione per ingaggiare famiglia e terapeuta in terapia.

“Avere il bambino in terapia vuol dire saper giocare”

13

Utilità del gioco

Introduce un elemento di finzione che permette di esprimere esperienze dolorose, paure e desideri con parole e azioni

Esempio: “braccio di ferro” per attivare un confronto fisico al fine di raggiungere un contatto affettivo

14

Il terapeuta nel gioco

Deve saper abbandonare le sue difese professionali

Deve prima riscoprire il valore del gioco per se stesso

Deve fare uso di se stesso e delle proprie caratteristiche

Deve essere flessibile nei ruoli 15

Il fare concreto in seduta

Contratto sottoscritto Prescrizioni Voti Telefonate Disegno

“Il fare è l’abc della vita del bambino”

16

Il genogramma in seduta

Consente di attivare il ricordo e di osservare il “quadro di famiglia”

Permette al bambino di osservare e di esprimersi rispetto alle dinamiche familiari

17

Umorismo e creatività Permette di “vedere dall’esterno” difficoltà e problemi e introduce empatia nel lavoro terapeutico Permette un calo della tensione Sposta lo stress dall’area dei rapporti a quella individuale

18