G.F. La Gioconda Il diaframma La profondità di campo Il bilanciamento del bianco Altre regolazioni.

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G.F. La Gioconda

G.F. La Gioconda

• Il diaframma• La profondità di campo• Il bilanciamento del bianco• Altre regolazioni

LA FOTOCAMERA

FOTOCAMERA

SENSOREOBIETTIVO

•Fa passare la luce•Forma l’immagine•La mette a fuoco

Sul sensore deve arrivare la luce GIUSTA•in quantità•in qualità

OTTURATORE

DIAFRAMMA

•Cattura l’immagine•La converte in numeri•La passa alla memoria

controlli

IL DIAFRAMMAControlla la LUMINOSITÀ

allargando o restringendo il passaggio fa variarela quantità di luce che va a colpire il sensore

Le aperture di diaframma seguono una progressione fissa*

2 4 85,6 112,8

DDIIMMEEZZZZAANNOO

OONNAAIIPPPPOODDDDAARR

*si possono impostare valori intermedi

IL DIAFRAMMAControlla la LUMINOSITÀ

allargando o restringendo il passaggio fa variarela quantità di luce che va a colpire il sensore

Le aperture di diaframma seguono una progressione fissa

2 4 85,6 112,8

Sono numeri “f”:esprimono quante volte il diametro utile sta nella lunghezza focale

50 m

m

100 mm

25 m

m

100 mm

I numeri intermedi sono dovuti alla necessità che ad ogni stop si raddoppi (dimezzi) la luminosità invece di quadruplicarla (ridurla ad un quarto)

50 m

m

200 mm

50 m

m

200 mm

f2

f4

f4

f82

5 m

m

2,8 5,6 11

L’ OBIETTIVOLuminosità

Se si dimezza il numero f non si raddoppia la quantità di luce che passa: la si QUADRUPLICA

(e viceversa)

RADDOPPIANDO IL DIAMETRO SI QUADRUPLICA L’AREA

f 4 f 2

IL DIAFRAMMAe la Profondità di Campo

Un obiettivo riesce a mettere a fuoco

CONTEMPORANEAMENTEsolo i punti situati su un piano

Se i soggetti sono più vicini o più lontani non si formano più punti ma cerchi (cerchi di confusione)

Se i cerchi sono abbastanza piccoliL’OCCHIO NON RIESCE A DISTINGUERLI DAI PUNTI

Esiste quindi una zona estesa sia davanti che dietro il piano di messa a fuoco dove gli oggetti ci APPAIONO comunque a fuoco

Questa zona si chiama

IL DIAFRAMMAe la Profondità di Campo

•Si estende per circa un terzo davanti al piano di messa a fuoco (e quindi al soggetto)e per circa due terzi dietro

•Il calo di nitidezza è graduale, tanto più graduale quanto più la P.d.C. è ampia

•Aumenta con l’aumentare della distanza

•Intervengono poi altri fattori: esigenze di resa, ingrandimento finale, distanza di osservazione della stampa, acutezza visiva dell’osservatore ecc…..

LA PROFONDITÀ DI CAMPO

zona dove tutto ci appare a fuoco

IL DIAFRAMMAe la Profondità di Campo

LA PROFONDITÀ DI CAMPOzona dove tutto ci appare a fuoco

Controllo della Profondità di Campo

Per aumentare la P.d.C. bisogna diminuire il diametro dei cerchi

• Per diminuire il diametro dei cerchi stringo il “foro” d’ingresso chiudo il diaframma: la profondità di campo aumenta apro il diaframma: la profondità di campo diminuisce

• A parità di numero f il “foro” d’ingresso è più piccolo nei grandangolari = maggior profondità di campo più grande nei tele = minor profondità di campo

La P.d.C. DIMINUISCEse

•Metto a fuoco un soggetto vicino

•Allargo il diaframma

•Uso un tele

IL DIAFRAMMAe la Profondità di Campo

LA PROFONDITÀ DI CAMPOzona dove tutto ci appare a fuoco

Controllo della Profondità di Campo

RIASSUMENDORIASSUMENDO

La P.d.C. AUMENTA se

•Metto a fuoco un soggetto lontano

•Stringo il diaframma

•Uso un grandangolare

TELEf 3,5

TELEf 22

GRANDANGOLOf 3,5

GRANDANGOLOf 22

TELEf 3,5TELEf 22

GRANDANGOLOf 22

GRANDANGOLOf 3,5

IL DIAFRAMMAe la Profondità di Campo

LA PROFONDITÀ DI CAMPOzona dove tutto ci appare a fuoco

Controllo della Profondità di Campo

MISURARE LA P.d.CMISURARE LA P.d.C.

Grafico dell’andamento della profondità di campo in funzione delle aperture effettive in mm del diaframma, per regolazioni dell’obiettivo sui 3 e l0 m.I limiti posteriore e anteriore della profondità di campo sono indicati da due iperboli dello stesso colore. Sotto le aperture effettive sono incolonnate le corrispondenti aperture relative (f) per varie focali.

IL DIAFRAMMAe la Profondità di Campo

LA PROFONDITÀ DI CAMPOzona dove tutto ci appare a fuoco

Controllo della Profondità di Campo

MISURARE LA P.d.C. MISURARE LA P.d.C.

Grafico dell’andamento della profondità di campo in funzione delle aperture effettive in mm del diaframma, per regolazioni dell’obiettivo sui 3 e l0 m.I limiti posteriore e anteriore della profondità di campo sono indicati da due iperboli dello stesso colore. Sotto le aperture effettive sono incolonnate le corrispondenti aperture relative (f) per varie focali.

•Era scritta sull’obiettivo

50 mm

50 mm

28 mm

50 mm 28 mm

IL DIAFRAMMAe la Profondità di Campo

LA PROFONDITÀ DI CAMPOzona dove tutto ci appare a fuoco

Controllo della Profondità di Campo

MISURARE LA P.d.C. MISURARE LA P.d.C.

Grafico dell’andamento della profondità di campo in funzione delle aperture effettive in mm del diaframma, per regolazioni dell’obiettivo sui 3 e l0 m.I limiti posteriore e anteriore della profondità di campo sono indicati da due iperboli dello stesso colore. Sotto le aperture effettive sono incolonnate le corrispondenti aperture relative (f) per varie focali.

•Era scritta sull’obiettivo•Con l’avvento degli zoom l’indicazione diventa confusa, tanto più

con le digitali ed i loro piccoli obiettivi•Controllo visivo•Misura empirica. Tenere presente:

Se voglio molta P.d.C. chiudo il diaframma, uso un grandangolo, mi allontanoSe voglio poca P.d.C. apro il diaframma, uso un tele, mi avvicinoSe voglio essere sicuro che due soggetti posti a distanza

diversa rientrino entrambi nella P.d.C. metto a fuoco su di un piano intermedio

IL DIAFRAMMAe la Profondità di Campo

LA PROFONDITÀ DI CAMPOzona dove tutto ci appare a fuoco

Controllo della Profondità di Campo

MISURARE LA P.d.CMISURARE LA P.d.C.

Grafico dell’andamento della profondità di campo in funzione delle aperture effettive in mm del diaframma, per regolazioni dell’obiettivo sui 3 e l0 m.I limiti posteriore e anteriore della profondità di campo sono indicati da due iperboli dello stesso colore. Sotto le aperture effettive sono incolonnate le corrispondenti aperture relative (f) per varie focali.

•Era scritta sull’obiettivo•Con l’avvento degli zoom l’indicazione diventa confusa, tanto più

con le digitali ed i loro piccoli obiettivi•Controllo visivo•Misura empirica. Tenere presente:

Se voglio molta P.d.C. chiudo il diaframma, uso un grandangolo, mi allontanoSe voglio poca P.d.C. apro il diaframma, uso un tele, mi avvicinoSe voglio essere sicuro che due soggetti posti a distanza

diversa rientrino entrambi nella P.d.C. metto a fuoco su di un piano intermedio

IL DIAFRAMMAe la Profondità di Campo

LA PROFONDITÀ DI CAMPOzona dove tutto ci appare a fuoco

Controllo della Profondità di Campo

MISURARE LA P.d.CMISURARE LA P.d.C.

Grafico dell’andamento della profondità di campo in funzione delle aperture effettive in mm del diaframma, per regolazioni dell’obiettivo sui 3 e l0 m.I limiti posteriore e anteriore della profondità di campo sono indicati da due iperboli dello stesso colore. Sotto le aperture effettive sono incolonnate le corrispondenti aperture relative (f) per varie focali.

•Era scritta sull’obiettivo•Con l’avvento degli zoom l’indicazione diventa confusa, tanto più

con le digitali ed i loro piccoli obiettivi•Controllo visivo•Misura empirica. Tenere presente:

Se voglio molta P.d.C. chiudo il diaframma, uso un grandangolo, mi allontanoSe voglio poca P.d.C. apro il diaframma, uso un tele, mi avvicinoSe voglio essere sicuro che due soggetti posti a distanza

diversa rientrino entrambi nella P.d.C. metto a fuoco su di un piano intermedio

•Posso controllare sul monitor dopo lo scatto (ingrandire)

IL DIAFRAMMAe la Profondità di Campo

LA PROFONDITÀ DI CAMPOzona dove tutto ci appare a fuoco

Controllo della Profondità di Campo

QUALE P.d.C.?QUALE P.d.C.?

Quella che serve

IL DIAFRAMMAe la Profondità di Campo

LA PROFONDITÀ DI CAMPOzona dove tutto ci appare a fuoco

Controllo della Profondità di Campo

QUALE P.d.C.?QUALE P.d.C.?

•Quella che serve•Non sempre la massima P.d.C. è desiderabile•Spesso si può lasciar fare alla macchina

LA FOTOCAMERA

FOTOCAMERA

SENSOREOBIETTIVO

•Fa passare la luce•Forma l’immagine•La mette a fuoco

Sul sensore deve arrivare la luce GIUSTA•in quantità•in qualità

OTTURATORE

DIAFRAMMA

BILANCIAMENTO DEL BIANCO

•Cattura l’immagine•La converte in numeri•La passa alla memoria

controlli

IL BILANCIAMENTO DEL BIANCO

• ci sono differenti tipi di luce, ognuno dei quali ha un diverso colore, conosciuto col nome di “temperatura colore” - espressa in gradi Kelvin (K)

• a secondadel momento della giornata (per quanto riguarda la luce naturale) della fonte di luce (per quanto riguarda la luce artificiale)

• il nostro cervello, abitudinario, le “vede” tutte uguali• la macchina fotografica registra la differenza e la rivela• dobbiamo quindi intervenire per dare la “giusta” colorazione• un'impostazione sbagliata del bilanciamento del bianco ci fa sembrare

falsa la colorazione della foto

la luce avrà una maggior tendenza verso il blu (verso i colori freddi, temperatura di colore alta) o verso il rosso (verso i colori caldi, temperatura di colore bassa)

IL BILANCIAMENTO DEL BIANCO

IL BILANCIAMENTO DEL BIANCO

IL BILANCIAMENTO DEL BIANCO•con la pellicola il difetto veniva corretto dal laboratorio (stampe) o

si usavano pellicole apposite (diapositive per luce artificiale o per luce naturale)

•le macchine digitali consentono la correzione in fase di ripresa•nella maggior parte dei casi si può lasciare l’incombenza

all’automatismo della macchina fotografica •tutte le macchine fotografiche digitali sono dotate di funzioni

automatiche che riescono a regolare il colore della foto rispetto alla temperatura della luce misurata

•molte macchine offrono poi impostazioni predefinite, ad esempio in casi come "luce del sole brillante", "cielo coperto", "luce

artificiale - neon" e “luce artificiale - lampadina"•queste regolazioni manuali potranno essere adottate nei casi

incerti, come ad esempio:vi sia la forte predominanza di un colorese si fotografa in un interno in cui ci siano sorgenti di luce “miste”

•si può anche impostare un bilanciamento “personalizzato”

LA FOTOCAMERA

FOTOCAMERA

SENSOREOBIETTIVO

•Fa passare la luce•Forma l’immagine•La mette a fuoco

Sul sensore deve arrivare la luce GIUSTA•in quantità•in qualità

OTTURATORE

DIAFRAMMA

BILANCIAMENTO DEL BIANCO

•Cattura l’immagine•La converte in numeri•La passa alla memoria

controlli

SATURAZIONE

LA SATURAZIONE

LA SATURAZIONE

LA FOTOCAMERA

FOTOCAMERA

SENSOREOBIETTIVO

•Fa passare la luce•Forma l’immagine•La mette a fuoco

Sul sensore deve arrivare la luce GIUSTA•in quantità•in qualità

OTTURATORE

DIAFRAMMA

BILANCIAMENTO DEL BIANCO

•Cattura l’immagine•La converte in numeri•La passa alla memoria

controlli

NITIDEZZA

SATURAZIONE

LA NITIDEZZA

LA NITIDEZZA

LA FOTOCAMERA

FOTOCAMERA

SENSOREOBIETTIVO

•Fa passare la luce•Forma l’immagine•La mette a fuoco

Sul sensore deve arrivare la luce GIUSTA•in quantità•in qualità

OTTURATORE

DIAFRAMMA

BILANCIAMENTO DEL BIANCO

•Cattura l’immagine•La converte in numeri•La passa alla memoria

controlli

CONTRASTO

NITIDEZZA

SATURAZIONE

IL CONTRASTO

IL CONTRASTO

LA FOTOCAMERA

FOTOCAMERA

SENSOREOBIETTIVO

•Fa passare la luce•Forma l’immagine•La mette a fuoco

Sul sensore deve arrivare la luce GIUSTA•in quantità•in qualità

OTTURATORE

DIAFRAMMA

BILANCIAMENTO DEL BIANCO

•Cattura l’immagine•La converte in numeri•La passa alla memoria

controlli

TONALITA’

CONTRASTO

NITIDEZZA

SATURAZIONE

LA TONALITA’

LA TONALITA’

LA FOTOCAMERA

FOTOCAMERA

SENSOREOBIETTIVO

•Fa passare la luce•Forma l’immagine•La mette a fuoco

Sul sensore deve arrivare la luce GIUSTA•in quantità•in qualità

OTTURATORE

DIAFRAMMA

BILANCIAMENTO DEL BIANCO

•Cattura l’immagine•La converte in numeri•La passa alla memoria

controlli

TONALITA’

CONTRASTO

NITIDEZZA

SATURAZIONE

SENSIBILITA’

LA SENSIBILITA’

SENSIBILITÀQuantità di luce necessaria per ottenere un’immagine correttamente

esposta.Viene espressa abitualmente in ASA.

Raddoppia al raddoppiare del numero di ASA

LA SENSIBILITA’

LA SENSIBILITA’e il rumore

•La risposta alla luce da parte del sensore è fissa: ma il segnale che ne esce può venir amplificato “simulando” una maggiore sensibilità.

•Se l’amplificazione è molto spinta causa un certo decadimento dell’immagine, via via maggiore al crescere dell’amplificazione: è il cosiddetto RUMORE, detto così in analogia con quanto avviene negli apparecchi di riproduzione del suono.

•In alcune fotocamere possono essere azionati programmi “di pulizia” che limitano l’inconveniente: ma rallentano moltissimo il salvataggio dell’immagine.

•Il RUMORE si produce anche con pose lunghe e correggendo immagini fortemente sottoesposte.

•La sensibilità effettiva è tanto maggiore quanto più il sensore è grande.200 ASA 1600 ASA 3200 ASA

LA FOTOCAMERA

FOTOCAMERA

SENSOREOBIETTIVO

•Fa passare la luce•Forma l’immagine•La mette a fuoco

Sul sensore deve arrivare la luce GIUSTA•in quantità•in qualità

OTTURATORE

DIAFRAMMA

BILANCIAMENTO DEL BIANCO

•Cattura l’immagine•La converte in numeri•La passa alla memoria

controlli

TONALITA’

CONTRASTO

NITIDEZZA

SATURAZIONE

SENSIBILITA’

BILANCIAMENTO DEL BIANCO

TONALITA’

CONTRASTO

NITIDEZZA

SATURAZIONE

SENSIBILITA’

G.F. La Gioconda

con• L’esposizione• L’esposimetro e gli automatismi• Correggere l’esposizione