Post on 25-Feb-2018
GANGI (PA)
Una lunga tradizione storiografica identifica Gangi quale erede della mitica cittadina di Engyon. Narrano le fonti leggendarie che, intorno al 1200 A.C., i Cretesi di Minosse fondarono una città nell’entroterra della Sicilia e che dalla fonte che vi scorreva all’interno chiamarono Engyon. Dopo la distruzione di Engyion, una nuova cittadina fu edificata sull’attuale sito ,il Monte Marone, prendendo prima il nome di Engio in seguito di Gangi .
La Storia
Una lunga tradizione storiografica identifica Gangi quale erede della mitica cittadina di Engyon. Narrano le fonti leggendarie che, intorno al 1200 A.C., i Cretesi di Minosse fondarono una città nell’entroterra della Sicilia e che dalla fonte che vi scorreva all’interno chiamarono Engyon: qui edificarono un tempio dedicato alle Dee Madri che assunse grande fama anche per la presenza di rilevanti tesori come le armi di Merione, nipote di Minosse, e quelle di Ulisse (Plutarco, Vite Parallele), e in seguito le corazze e gli scudi di Scipione l’Africano (Cicerone, Verrine). Al tempo del governatore Verre, il tempio venne spogliato dei suoi tesori, e questo episodio è ricordato da Cicerone nelle sue "Verrine", dove, parlando degli abitanti di Engium, nome latino di Engyon, li definisce “Engini fortes honestique viri”. La Storia invece, attraverso i documenti, ci indica che nel 1195 Gangi apparteneva alla famiglia de Craon signori di Geraci, e che dalla metà del XIII secolo e fino al 1625, apparterrà ai Ventimiglia Conti di Geraci. Alla loro dominazione risale la costruzione del Castello, un possente e superbo fortilizio, e la realizzazione della Torre quadrata, alta e sontuosa costruzione sorta come torre civica, dotata di eleganti bifore e di un quadriportico passante e oggi nota come “Torre dei Ventimiglia”. All’inizio del XVI secolo Gangi contava una popolazione di circa 3200 abitanti. Il Cinquecento ed il Seicento sono periodi di grande evoluzione sul piano sociale e culturale: durante questi secoli infatti il borgo, racchiuso da una cinta muraria fin dal Trecento, si amplia notevolmente superando il circuito delle mura e aumentando considerevolmente i suoi abitanti, divenendo il più popoloso borgo delle alte Madonie. In questo periodo vengono trasformate diverse chiese e altre vengono costruite ex novo
determinando nuovi nuclei insediativi urbani: è questo il periodo dello “Zoppo di Gangi”, pseudonimo dei due artisti contemporanei Gaspare Vazzano e Giuseppe Salerno che molto hanno influito sulla cultura figurativa pittorica del manierismo e della controriforma in gran parte della Sicilia e delle Madonie, dove hanno lasciato numerose opere. Anche a Gangi rimangono preziose testimonianze artistiche dei due famosi pittori. Nel 1625 Gangi passa dalla signoria dei Ventimiglia a quella dei Graffeo, che nel 1629 acquisiscono il titolo di Principe di Gangi, e quindi nel 1654 ai Valguarnera che manterranno il possesso di Gangi fin’oltre la metà dell’Ottocento Il Settecento costituisce uno dei momenti culturalmente più importanti della Storia di Gangi: il secolo è infatti caratterizzato dalla presenza di numerose Accademie di letterati, tra le quali “L'Accademia degli Industriosi” (1758) fondata dai fratelli Francesco Benedetto e Gandolfo Felice Bongiorno, e di numerosi artisti come Filippo Quattrocchi ( “Gangitanus sculptor”), divenuto il più conosciuto scultore di arte sacra in legno della Sicilia, o come Gaspare Fumagalli e Pietro Martorana, due dei più apprezzati pittori tardo barocchi siciliani che lasciano le loro preziose testimonianze artistiche nelle sale palazzo Bongiorno e nella chiesa dello Spirito Santo. Altri artisti di chiara fama frequentano Gangi in questo periodo (Crispino Riggio, Lorenzo Cerasuolo), lasciando il segno della loro arte. Nello stesso secolo si costruiscono alcuni Palazzi nobiliari e tra questi Palazzo Bongiorno, e in seguito i palazzi Sgadari e Mocciaro. Agli inizi dell’800 gli abitanti erano 9500. Il resto è storia moderna: l’Unità d’Italia, il lento decadere dell’aristocrazia e dei loro feudi, il Fascismo, il Prefetto Mori, l’arrivo degli Americani, ecc.
EDIFICI STORICI
• Castello dei Ventimiglia ( XIII‐XIV Sec.)
Sorse sul Monte Marone, nella prima metà del XIV sec per volere di Francesco I Ventimiglia, Conte di Geraci. Appartenne alla famiglia dei Ventimiglia fino al 1625 anno in cui venne in possesso della Famiglia Graffeo e qualche anno dopo della famiglia Valguarnera, successivamente l’edificio rimase in stato di
abbandono, utilizzato come carcere, finché non entrò in possesso della famiglia Milletarì la quale,ancora oggi ne mantiene la proprietà ma solo di una parte, essendo la rimanente ritornata in possesso di un ramo cadetto della famiglia Ventimiglia.
• Palazzo Bongiorno (metà XVIII Sec .) ‐ Costruito dalla famiglia Buongiorno, intorno al 1754‐55 .Le volte delle sale sono state affrescate dal pittore romano Gaspare Fumagalli e dal suocero di questi , il palermitano Pietro Martorana.
• Palazzo Sgadari ( inizi XIX Sec.) ( Sede museale) ‐ Sede della Pinacoteca Giambecchina, del Museo Civico, del Museo delle armi i e di quello etnoantropologico.
• Palazzo Mòcciaro (prima metà XIX sec.) ‐ Il Palazzo Mòcciaro,appartenente a privati, è uno degli edifici più antichi ed allo stesso tempo più belli di Gangi . Conserva al proprio interno alcuni pregevoli affreschi ed in particolare un medaglione settecentesco di Gangi . Pregevole la cappella dedicata a S. Giovanni Battista
• Palazzo Comunale ( XIX Sec.) ‐ Il Palazzo Comunale, sede del Municipio, è sorto nel 1800, si affaccia sulla Piazza del Popolo, posto lateralmente al Corso Umberto I , si erge di fronte la Torre Normanna.
In Piazza del Popolo, all’angolo tra il Palazzo Comunale e il muraglione che la delimita a monte, vi è la nota “ Fontana del Leone” donata ai gangitani nel 1931 dall’allora podestà Cav Gioacchino Mocciaro.
Chiesa di S. Paolo ( XV Sec.) ‐ Sorta come oratorio di san Paolo, è arricchita da un maestoso portale del ‘600 in pietra gangitana (calcarenite) E’ detta anche chiesa di san Giuseppe dei Ricchi .
• Chiesa dell’Abbadia (XIII‐XIV sec.) ‐ In stile normanno , all’interno gli affreschi di G. Cristadoro ( 1796) • Chiesa Madre (XII‐XIII sec. ) ‐ All’interno , a tre navate , si trovano “Il Giudizio Universale” (1629) pregevole dipinto di Giuseppe Salerno ( Detto Lo Zoppo di Gangi) le statue lignee del Quattrocchi gli affreschi di Michelangelo Salvo e del De Caro, il battistero e l’acquasantiera in marmo di bottega gaginiana, provenienti dall’antico monastero di Gangivecchio. Nella Cripta si trova “La Fossa dei Parrini”, una particolare sepoltura di preti ed arcipreti che hanno svolto le loro funzioni religiose a Gangi, tra il 1735 ed il 1879 circa. I corpi imbalsamati con particolari tecniche di mummificazione, vestiti con abiti talari e stole pastorali, sono posti in piccole nicchie.
• Chiesa della Catena (XIII‐XIV sec.) ‐ Particolare il prospetto in pietra intagliata con portale del 1647 . All’interno statue lignee del Quattrocchi, la statua i marmo della Madonna della Catena di bottega gaginiana, gli affreschi di de caro e la tomba del pittore G. Salerno detto lo Zoppo di Gangi.
• Chiesa di San Cataldo (XII‐XIII sec.) ‐ All’interno altre statue lignee del Quattrocchi ed il dipinto dello zoppo di Gangi “ Il supplizio dei quaranta martiri”.
• Torre detta “dei Ventimiglia” (XIII) ‐ Costruita come torre feudale dei Ventimiglia , passata nel 1530 ai Cavalieri di Malta oggi è divenuta il simbolo di Gangi .
• Chiesa del SS. Salvatore ‐ Con caratteristico campanile con guglia moresca . All’interno un pregevole Crocifisso, opera in legno di frate Umile Pintorno da Petralia ( prima metà del XVII SECOLO), Lo Spasimo di Cristo” olio su tela di G. Vazzano e statue lignee del Quattrocchi.
• Calvario ‐ Edificato dai Gesuiti nel 1861 , lungo un percorso in pietra ci sono edicole votive raffiguranti la via Crucis.
• Santuario dello Spirito Santo ( Esterno al borgo ) ‐ Unico in tutta l’Europa, all’interno le opere pittoriche del Fumagalli e di G. Vazzano.
I prodotti tipici
“Casavaddu” (Caciocavallo) formaggio pecorino di primo sale, di secondo sale, stagionato e con grani di pepe, alro prodotto è la “sozizza sciutta” (salsiccia secca – foto sotto). Il pane, composto in sei gigantesche forme e portato in processione da giovani in costume locale, durante la Festa dei Burgisi, assume un ruolo centrale: è il simbolo che accomuna il prodotto della terra e il lavoro dell'uomo. Da non dimenticare, inoltre, i prodotti conservati come i carciofini sott’olio e i peperoncini mari e monti che sono una vera e propria delizia per il palato.
I piatti tipici La pasta ccu maccu : dalle fave verdi ma dure viene tolta la pellicina poi vengono soffritte con della cipolla si aggiunge abbondante acqua e si fa stufare per più di un’ora sino a quando si riduce tutto in poltiglia. Con questo condimento di solito si condiscono i ditaloni . Castrato a forno con patate: carne di agnellone aromatizzato con vino rosso, rosmarino sale e spezie, cotto nel forno a legna. Baccalà fritto con contorno di finocchietto selvatico (foto sotto): Piatto tipico del giorno di S.Giuseppe ( 19 Marzo ) e del periodo quaresimale . Alcuni piatti tipici occupano un importante ruolo tra le tradizioni di Gangi. Tra questi oltre il già citato pranzo di San Giuseppe, ricordiamo che nel periodo pasquale è consuetudine consumare "u fasciddatu" tipo di pane preparato per le festività pasquali.
L'impasto è realizzato con un tenore di acqua, rispetto alla semola, del 25% (è un pane a pasta dura); energicamente lavorato, con lievito naturale e lievito di birra. La forma artistica è lavorata manualmente e precede la lievitazione che si protrae per circa 30 minuti. Forma: a cerchio decorata ‐ Dimensioni: 45‐50 cm di diametro circa ‐ Peso: 2 Kg ‐ Struttura: dura e compatta. Componenti: Semola, lievito naturale e lievito di birra, acqua, sale. Per la festa di S. Isidoro è d'obbligo l'assaggio del latte appena munto e dei "taralli", dolci tipici gangitani, fatti con uova, zucchero e farina. Nel periodo natalizio la tradizione impone la "cucchia", un dolce in pasta frolla ripieno di mandorle, uva passa e fichi secchi. Nel periodo della vendemmia vengono consumati i "mastazzola", dolci di zucchero, farina e mosto bollito. Nel periodo dei fichidindia vengono consumati i "mastacuttè", dolci di farina, zucchero e succo di fichidindia. Nel periodo della festa di Santa Lucia molte famiglie, per devozione, fanno la "cuccia" fatta con acqua e frumento. A Gangi si conserva ancora l'abitudine della pasta e del pane fatti in casa, soprattutto i "tagliarini" (tagliatelle sfilate e fatte a mano) e dei dolci come le "sfinci cca crema"; i "turrunetta" dolci di mandorle, farina e zucchero; "l'istantanii" dolci di pastafrolla; "l'amaretti" dolci di mandorle, zucchero ed uova. Un'altra tradizione è "a cuddura patedda" fatta con pane lievitato e poi fritto, condito con zucchero o sale.
Sagre e Manifestazioni da non perdere …
Carnevale ‐ A Cravaccata Martedì di Carnevale ‐ L'origine della manifestazione coincide con quelle che si svilupparono in Europa nel XVIII sec., e l'originalità di quella gangitana ha fatto si che venisse inserita nel calendario delle manifestazioni nazionali. Consiste in una sfilata di cavalieri mascherati e carri allegorici che percorrono le vie del centro storico fino ad arrivare in Piazza del Popolo, dove ha luogo la premiazione dei vincitori. La giuria è costituita da rappresentanti dell'amministrazione comunale, della Pro‐Loco e delle Associazioni operanti nel paese. La stessa si svolge il Martedì di Carnevale a conclusione di un'attività di carattere ricreativo che prevede in particolare il "Carnevale dei Bambini" serate danzanti che si svolgono a partire da Dicembre fino appunto a questa data. San Giuseppe ‐ "Fari a San Giuseppi": la festività di San Giuseppe è molto sentita a Gangi. I festeggiamenti in onore del Santo cominciano alcune settimane prima con celebrazioni religiose, "i sittini", e popolari. La festa è preceduta da una processione del Bambino Gesù ("U Bomminiddu") per le vie del paese. Essa viene celebrata contemporaneamente, in due Chiese chiamate San Giuseppe dei "Ricchi" e San Giuseppe dei "Poveri", dove viene distribuito ai fedeli "u pani di San Giuseppi" (panini benedetti offerti per voto, fatto da alcuni fedeli). Alcune settimane dopo con l'arrivo del bel tempo, a Gangi alcune famiglie per devozione usano "fari a San Giuseppi"; generalmente svolto nelle residenze di campagna, consiste nell'offrire alle persone un pranzo caratteristico (un tempo offerto solo ai poveri ) a base di pasta e lenticchie, baccalà fritto con contorno di finocchi bolliti, un'arancia, acqua e vino.
Domenica delle Palme ‐ Domenica precedente la Pasqua ‐ Profondamente radicata nella tradizione popolare religiosa, la Domenica delle Palme, a Gangi, segna l'inizio delle celebrazioni della Settimana Santa. Una delle sue caratteristiche è l'immutata ripetitività di antichi gesti, di cui sono protagoniste le Confraternite del luogo. Queste, verso le ore 7,00 della mattina della domenica prima di Pasqua, si danno appuntamento nella chiesa della Confraternita di turno (scelta, fin dall'antichità, in base ad un sorteggio che prevede un rigido ordine ciclico) dove si procederà alla spartizione delle palme (assegnate con estrazione a sorte) e quindi all'allestimento delle "Grandi Palme" da portare in processione con fiori, rami di datteri e simboli sacri realizzati artigianalmente, utilizzando le stesse palme, più le "Crocette d'azona" (legno di rovo) preparate fin dalla prima domenica di Quaresima. Contemporaneamente si assiste alla vestizione dei confrati, alcuni con una tunica bianca coperta da un mantello (che ha un colore diverso per ogni singola confraternita), altri con il classico "abitino", mentre "i
tamburinara" indossano le preziose "Rubriche", antichi abiti settecenteschi ricamati a mano con l'utilizzo di oro e argento. Finiti i preparativi, verso le ore 9,30 parte la processione, che si snoda secondo un rigido protocollo: in testa la confratenita più giovane (quella di San Giuseppe dei Poveri), per ultima la più antica (quella del SS.Salvatore). Dietro ogni "Grande Palma", portata a spalla, sfilano i confratelli preceduti dai "tamburinara" che annunciano l'arrivo della processione. Il tragitto per le vie del paese vede come prima tappa la Chiesa Madre, dove le Palme vengono benedette, dopo di che la processione riparte per raggiungere la chiesa del S.S. Salvatore, sede della Confraternita più antica. La processione si conclude a mezzogiorno nuovamente nella Chiesa Madre, dove prima di assistere alla Santa Messa, i "tamburinara" daranno luogo ad una spettacolare esibizione ritmica mentre si assiste al suggestivo ingresso delle grandi palme sotto gli archi di accesso della Chiesa Madre. Lunedì dello Spirito Santo ‐ Festa dello Spirito Santo ‐ Lunedì successivo alla Pentecoste ‐ Il culto attorno alla Sacra Immagine conservata nel Santuario dello Spirito Santo riveste una enorme importanza per gli abitanti del luogo in quanto Esso è il protettore della città. La sua origine è antica, e la stessa manifestazione rientra nei canoni della tradizione popolare del luogo. Viene celebrata il Lunedì successivo alla Pentecoste, con funzioni religiose la mattina e solenne processione nel pomeriggio che si muove dalla Chiesa Madre, dove le prime statue di Santi portate a spalla dai fedeli devoti partono alla volta del Santuario sito ai piedi del paese. Man mano che procede, la processione toccherà tutte le principali chiese, dalle quali altre statue (circa 35) si aggiungeranno alla stessa. Raggiunto il Santuario, nello spiazzale antistante lo stesso, si svolge la famosa "Cursa di Santi" o "Miraculi", prima che le statue entrano in chiesa e rendono omaggio allo Spirito Santo.
Festa dei Burgisi ‐ 1ª Domenica di Agosto ‐ La festa dei Burgisi viene celebrata la 1ª Domenica di Agosto. La Festa dei Burgisi è espressione di schietta religiosità di un popolo intimamente legato alla terra e ai suoi frutti. La celebrazione cristiana del ringraziamento al Creatore, assicura lo svolgimento del tempo ciclico (quindi delle stagioni) e garantisce gli elementi di sussistenza (il raccolto). In questo contesto, il pane, composto in sei gigantesche forme e portato in processione da giovani in costume locale, assume un ruolo centrale: è il simbolo che accomuna il prodotto della terra e il lavoro dell'uomo. La tradizione di questa festa è radicata nel tempo, fu iniziata da alcune famiglie di contadini benestanti che avevano la possibilità di possedere e allevare il bestiame. La proprietà del bestiame, e anche della terra, era motivo di distinzione dalla stragrande maggioranza di contadini del posto che invece doveva dipendere da un nobile proprietario terriero. Il termine "burgisi" può quindi essere tradotto con "borghese".
La ritualità di questa festa si differenzia nettamente, anche se si possono trovare molti punti in comune, dal Corteo di Cerere, che rappresenta il culmine della festa della Spiga e che ha il suo fulcro nella rappresentazione mitologica dei pagani e nel rito propiziatorio per un buon raccolto. La contrapposizione è forte tra religiosità cristiana e religiosità pagana, ambedue però molto ricche di significato e intrise di una profonda simbologia che ha come punto in comune il lavoro dell'uomo e i frutti della terra. Sagra della Spiga ‐ 2ª Domenica di Agosto ‐ La Sagra della Spiga è una manifestazione folkloristica di carattere campestre, che, nata per lodevole iniziativa della Pro Loco di Gangi, è divenuta il fulcro delle manifestazioni madonite e dell'intera provincia. La "Sagra della spiga di Gangi", la "Giostra dei Ventimiglia di Geraci Siculo" e il "Ballo della Cordella di Petralia Sottana", sono state inserite nel calendario dei grandi eventi della Regione Sicilia, sotto la voce "Tradizioni nobiliari e contadine". Essa rievoca i costumi, le tradizioni e la cultura della vita contadina di un tempo, intrecciandoli alla mitologia pagana e in particolare alla celebrazione del mito di Demetra, dea delle messi. La manifestazione consta di vari momenti: "A Vanniata da Festa": "u Vanniaturi" (il banditore), a cavallo di un asino, nel suo antico costume e con il tipico tamburo, gira per le vie del paese annunciando l'inizio della manifestazione e il relativo programma; "U Corteo du Zitu": sfilata di figure d'epoca a cavallo per le vie del paese; rievocazione dell'antica usanza da parte della famiglia dello sposo di far visita alla sposa e chiederne la mano; "A Zuccatina da Zita": commedia d'autore locale in vernacolo che rievoca l'antica maniera di chiedere in sposa una ragazza; "A Manciata di novi cosi": caratteristica mistura cotta di legumi e cereali (lenticchie, fave, ceci, fagioli, piselli, cicerchie, mais; si escludono il frumento per chi ha intolleranza al glutine e i luppini, i quali, se non trattati bene, rendono la mistura amara) che viene offerta ai presenti; "Il corteo di Demetra": costituisce il momento culminante e più spettacolare delle manifestazioni legate alla Sagra della Spiga, e si svolge nel pomeriggio della 2ª domenica di Agosto. Una continua evoluzione ne ha arricchito, attraverso l'espediente figurativo, il significato simbolico. Da qualche anno esso ha raggiunto una propria completezza raffigurativa e rievocativa che, pur variando in alcuni particolari, rispetta appieno i motivi che ne hanno ispirato la nascita. Diviso per sezioni, sviluppa temi che trovano collegamento nel significato della tradizione e del mito e raccolgono il senso e lo spirito della cultura contadina e della ben più antica età classica. La Sfilata è aperta dal Corteo di Ziti, esso rievoca un tipico cerimoniale adottato dalle famiglie dei promessi sposi pochi giorni prima delle nozze; segue il gruppo folk Engium che si esibisce in danze della tradizione popolare.
La Sezione successiva e dedicata alla vita dei campi. Questa parte del corteo descrive l'antica vita contadina, in particolare il lavoro che occorreva per compiere il ciclo dei grano. Tra i figuranti u‐seminaturi, seguito da una coppia di muli che trainano un arato di legno, in questo modo i semi venivano ricoperti e assorbiti dalla terra. Dietro altri figuranti fra i quali sii scerbatoti nell'atto togliere le sterpaglie dal campo, i mietitori e i legatori che con l'ausilio di due antichi strumenti (ancina e ancinedda): raccoglievano le spighe in piccole unita (i jrmiti; che venivano poi assemblate e legale formando le gregne, cioè i covoni. La terza Sezione è "u Bagliu du Baruni" nel quale sfileranno tutti i personaggi tipicamente legati alla vita e all'attività della nobiltà contadina, nonché quanti usavano abitualmente, per ragioni economiche, frequentare il cortile del barone. Chiude il corteo la Sezione Mitologica dove sfilano tutte le figure legate al culto di Demetra, dea delle messi, e delle Meteres, dee della fertilità, cui pare fosse dedicato un tempio sul vicino Monte Alburchia. Il corteo è aperto dal simbolo della fertilità, e cosi segue: il Kàos vuoto primordiale dove tutto e indistinto, e i quattro elementi: la terra, l'acqua, il fuoco e l'aria; quindi Artemide, la vergine dell'arco d'argento, dea preposta alla caccia, ai monti e alle selve, personificazione divina della luce lunare. Artemide è seguita da tre ninfe del fiume chiamate Naiadi, che le furono regalate dal padre Zeus col compito di badare ai calzari della dea e ai suoi cani quando era impegnata nella caccia; Apollo, dio del sole, delle medicine, delle arti, della musica e della poesia.Dal volto ombroso scandisce il tempo: da la luce e impone le tenebre. Apollo è preceduto dai Sacerdoti, con la caratteristica fascia bianca che cingeva i loro capi, e dalla Pizia che ha poteri divinatori; seguono invece Apollo, le tre muse: Calliope (della poesia), Tersicore (della danza) ed Euterpe (dell'arte dei flautisti); Pan, divinità campestre dalle sembianze caprine e dedito a scorribande presso i boschi nell'intento di catturare e concupire le Ninfe. Il dio e seguito da Siringa e Piti mnte che non riusci a concupire e che dopo un lungo inseguimento si trasformarono la prima in canna (da questa il dio creò il flauto), e la seconda in albero di fico; Dioniso dio del vino, della viticoltura, rappresenta in se tutto il rigoglio della natura. Accompagnato dal precettore Sileno vaga folle per il mondo, espandendo la coltura della vite e predicando l'ebbrezza del vino che egli stesso aveva inventato. Il corteo di Dioniso è aperto dalle Iadi, ninfe della montagna, cui il dio fu affidato da fanciullo; Le Meteres (Dee Madri) dee cretesi della maternità e della fecondità. Persefone, bellissima figlia di Demetra vittima del ratto ad opera di Plutone, simboleggia la ciclicità delle stagioni e del raccolto. Demetra (Cerere per i Latini), è la madre del grano, dea delle messi, dell'abbondanza e della agricoltura; incede maestosa nell'ultima stravola (antico mezzo di trasporto, simile a una grande slitta trainata dai buoi) rappresenta la fertilità della terra e con il lavoro che ne consegue l'alimento e la vita.
Presepe Vivente ‐ Da Nazareth a Betlemme è uno dei più suggestivi Presepi viventi che ha come palcoscenico il centro storico di Gangi, fatto di scalinate, torri e strette vie che si trasformano per l'occasione in un tipico ambiente palestinese. Un'approfondito studio storico‐antropologico e religioso ha permesso di rappresentare la Natività in modo estremamente singolare. Infatti più di cento figuranti, in costumi palestinesi, propongono la nascita di Gesù Bambino mediante scene legate alla vita sociale della Palestina di quel tempo, scene legate alla presenza militare di Roma imperiale con Erode, la sua corte e i soldati e scene esclusivamente di carattere religioso. Una colonna sonora e una voce fuori campo creano
un'atmosfera unica che permette al visitatore di comprendere ed assaporare il significato di ogni singola scena. La particolarità della rappresentazione è contenuta nella frase: Il silenzio...Una voce...Un viaggio...La vita... in quanto ciascuna scena è priva di dialoghi tra gli attori, la spiegazione della scena e di ciò che il visitatore vede attorno a sè avviene mediante una voce fuori campo; il visitatore viene così condotto in un viaggio nei luoghi sacri fino al raggiungimento della grotta di Betlemme. Da Nazareth a Betlemme è un viaggio immaginario alla scoperta del mistero della vita.
Dove mangiamo ?
Divino Ristorante di AreaMadonita srl ‐ Contrada Marangolo ‐ 90024 Gangi ‐ Tel. 0921/501104 ‐ Cell 348.8594769 ‐ http://www.ristorantedivino.eu ‐ E‐Mail divinoristorante@libero.it Ristorante ‐ Hotel "Miramonti" ‐ Via Nazionale n.19 ‐ Cell. 3382899464 Pizzeria‐pub‐Wine bar‐ "Quo Vadis" ‐ C/so Umberto I° n.16 ‐ Tel. 0921/501665 ‐ Cell. 338 Ristorante ‐ Pizzeria "Excalibur" ‐ Viale Don Bosco ‐ Cell. 3497852177 Ristorante ‐ Pizzeria "Panorama" ‐ Contrada Piano ‐ Tel. 0921 502071 – 501663 Trattoria ‐ Pizzeria "La Lanterna" ‐ C/so Umberto I° n.36 ‐ Tel. 0921/644144 "Bar e Caffè" Seminara ‐ Piazza del Popolo n.1 ‐ Tel. 0921/644020
Bar Rosticceria "La Torre" ‐ Via Nazionale n.78 ‐ Tel. 0921/689604 Rosticceria "Di Bocca in Bocca" ‐ Via Veneto ‐ Tel. 0921/820303 Pub "DrinkHouse" ‐ C/so Umberto I° ‐ Cell. 3288825411 Pasticceria Bar "Capricci di Gola" ‐ Via Nazionale Pasticceria "La Golosa" ‐ Via Monte Marone ‐ Tel. 3395420176 Pizzeria "ALL VILLAGE" ‐ C/da Acquanuova ‐ Tel. 0921/689161
Dove sostare …
Aree Attrezzate – Punti Sosta – Camping Service : AA – Gangi ‐ Istituito numero per l’accesso all′area attrezzata per la sosta e parcheggio camper e roulotte di contrada Spirito Santo a Gangi. L’area che può ospitare 18 mezzi, mentre altri potranno essere ospitati in un’area adiacente, sarà resa fruibile durante il periodo estivo a tutti gli amanti del turismo plein air. Per prenotazioni si può chiamare, dalle 9 alle 19, il numero 338.3508271 (Area Attrezzata Pic‐nic presso Bosco Pianette C/da Pianette ‐ aperto sabato e domenica dalle 11.00 alle 18.00 solo nel periodo estivo). Camping/Agricampeggi/Agriturismi nel Borgo e dintorni : Agriturismo "Tenuta Castagna" ‐ C/da Castagna ‐ Telefono e fax 0921/644089 Cell. 339.3929156 www.tenutacastagna.com ‐ E‐Mail agriturismo@tenutacastagna.com Agriturismo "Capuano" ‐ C/da Capuano ‐ Tel. 0921/689291 ‐ 0921/644132 Agriturismo "La Vecchia Quercia" ‐ C/da Montelavano (SS 120) ‐ Tel. 0921/564028 – 3408224703 Agriturismo "Casalvecchio Geraci" ‐ C/da Montededaro SP 60, km ‐ Tel. 0921/645885 ‐ Cell. 339 4457038 ‐ www.casalvecchiogeraci.it ‐ E‐Mail casalvecchiogeraci @libero.it
Info Turistiche …
Ufficio Servizi Culturali tel.0921 644076 orario 8,30‐13,30 ( tutti i giorni tranne il Sabato ) Centro informazione turistica ‐ Piazzetta Zoppo di Gangi
Fonti …
Borghi d’Italia – Rete.comuni‐italiani.it – Comune di Ganfi – Agriturismi.it ‐ Madonielive .