Post on 06-Aug-2015
Attrezzi pag. 4Scelta delle varietà pag. 5Messa a dimora pag. 6Innesto pag. 7Terreno pag. 8Allevamento e potatura pag. 9Nutrizione pag. 14Concimazione pag. 15
PomaceeMelo pag. 16Pero pag. 22
DrupaceePesco e nettarino pag. 27Albicocco pag. 34Susino o prugno pag. 37
Ciliegio pag. 40Vite pag. 43Olivo pag. 49Agrumi pag. 52Kiwi pag. 57
MANUALE PER COLTIVARE CON SUCCESSOdi Loredano Lazzarini
il mio frutteto 2011La protezione delle piantepuò essere effettuata conprodotti tradizionali e/o conprodotti di origine naturale;la prima è stata indicatacome “Convenzionale” e laseconda come “Agricolturabiologica”Disegni di Nicoletta Montanari
Ringraziamo i Vivai F.lli Zanzi di Fer-rara e Stocker srl di Lana (BZ) per ilmateriale fotografico fornitociEdizione marzo 2011.® = marchio registratoCopyright © 2011 by Bayer CropScience S.r.l -Testi e foto: copyright © 2011 degli autori.
Bayer perl’ambiente:questa pubblicazioneè stampatasu carta riciclata
In generale
Fruttiferi 16
Protezione 59
Il frutteto in giardino
Il Paradiso è raffigurato nellʼim-maginario collettivo come un im-menso giardino con alberi da fruttodi ogni specie, in grado di offrire iloro succulenti prodotti.Bayer Garden ha realizzato il manuale Il miofrutteto per tutti coloro che voglionoche il loro giardino si trasformi in unpiccolo Paradiso con meli, peschi, ci-liegi, albicocchi e altro.Coltivare alberi da frutto non è sem-plice, ma le soddisfazioni sono grandi;è un modo per riavvicinarsi alla naturae rilassarsi in un luogo dove i ritmi sonoquelli lenti delle stagioni.Le piante da frutto, come tutte lepiante, sono esseri viventi con caratte-ristiche e necessità proprie e nella loroscelta dobbiamo tener conto delleloro necessità: esposizione al sole,tipo di terreno, media delle piogge etemperature minime invernali.Certo coltivare gli alberi da frutto è unhobby complesso perché queste piante richiedono tanteattenzioni: vanno concimate, potate, diradate e curatecon agrofarmaci, ma alla fine ci allietano e ci inorgogli-scono coi loro preziosi doni.
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Foto S. Palella
AttrezziPer coltivare un piccolo frutteto familiare
è necessario disporre di un certonumero di attrezzi, gli stessi neces-sari per lʼorto, ed altri specifici per
la potatura e per la raccolta. Eʼ consi-gliabile disporre anche di quelli che ren-dono meno faticoso il lavoro: un esem-pio, la motosega.Gli attrezzi devono essere sempre di qua-lità e, per quanto possibile, leggeri. In ge-nere quelli qualitativamente migliori duranopiù a lungo e rendono più facile il lavoro. Provatela differenza tra potare con forbici scadenti e di buona qualità!Vediamo alcuni degli attrezzi indispensabili per il frutteto. Prima fra tutti lavanga, per le più importanti operazioni di lavorazione del terreno. Per leoperazioni di potatura sono neces-sarie le forbici, che devono essereleggere e con manici ergonomici;vanno tenute sempre affilate. Poivi è il troncarami, grosse forbicicon i manici lunghi per tagliare i
rami di spessore più grosso.Per potare occorre anche
un seghetto a lama ri-curva e lo svettatoio,un attrezzo manuale
o a motore per arrivare ai rami piùlontani. Per tagliare i rami piùgrossi è molto utile la motosega. Irami asportati vanno eliminati e a questo scopo può tornare utile un tritura-tore o cippatrice. Per legare i rami ai tutori vi è la legatrice, checonsente di farlo con la massima facilità.Le piante da frutto sono attaccate da molti parassiti. Perdifenderle occorre disporre di una pompa che nebu-lizzi le soluzioni insetticide o fungicide. Le pompein genere contengono da 5 a 20 litri di soluzionee dispongono di una lancia per la distribuzione.
Esistono anche dei modelli a motore.Per raggiungere e raccogliere i frutti vi è il co-glifrutta, un sacchetto applicato a una pertica.Per tenere sempre irrigato il giardino, anchequando si è in vacanza, vi sono le centralineper irrigazione che lo fanno automaticamente,come programmato.
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Scelta delle varietàUna scelta ragionata è dʼobbligo prima dimettere a dimora una pianta da frutto. Dob-biamo innanzitutto valutare bene il nostrogiardino e la sua esposizione e considerareche le varietà da piantare sono destinate a ri-manervi per decine di anni, aumentando pro-gressivamente le loro dimensioni. Eʼ benedecidere in anticipo la forma di allevamentoche vogliamo adottate e quale sarà la nostradisponibilità di tempo durante tutto lʼanno; al-cune piante, come il melo e la vite, hanno bi-sogno di cure continue, mentre il pesco èmolto meno esigente.Nella scelta si può privilegiare lʼabbondanzadi frutti o la bellezza delle piante; a titolo diesempio sono piante molto belle il melogranoe il nespolo mentre lʼalbicocco si apprezzaper la fioritura.In fatto di varietà, ricordiamoci che quelle piùrecenti, selezionate per ottenere una produ-zione abbondante, spesso sono delicate e ri-chiedono molte cure. Quelle più vecchieinvece sono più rustiche e più resistenti alle malattie, hanno produzioni in-feriori, ma i frutti sono molto saporiti.Le piante da frutto si possono acquistare nei garden center, nei vivai eanche nella grande distribuzione. Eʼ sempre consigliabile comprarle neicentri/reparti specializzati avendo cura di scegliere piante con il cartellinodi identificazione della varietà, la foto del frutto e un minimo di guida coltu-rale. Eʼ bene anche controllare che lʼinnesto sia ben cicatrizzato e sano.Sulla scelta delle varietà più adatte alla zona può essere utile chiedereconsigli al rivenditore. Le piante da frutto sono poste in vendita in vaso op-pure a radice nuda o in zolla.Le piante si trapiantano preferibilmente ad inizio primavera oin tardo autunno, quando le temperature sono abbastanza fre-sche; quelle in vaso in realtà sono adatte al trapianto in ognimomento dellʼanno, esclusi i periodi di gelo o di grande caldo.Prima di acquistarle è bene estrarle dal vaso per verificareche le radici non siano arrotolate sul fondo del pane di terra ofuoriescano dai fori del vaso stesso perché in questi casi lʼat-tecchimento sarà meno facile.Le piante a radice nuda o in zolla sono quelle che hanno le ra-dici coperte da torba o da terriccio e inserite in un sacchetto diplastica o in una retina. Sono disponibili dal tardo autunno allaprimavera e vanno trapiantate subito dopo lʼacquisto. Bisognacontrollare che il pane di terra sia umido e che le radici nonabbiano tracce di muffa.
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Il pane di terranon devepresentareradici arrotolate
Innesto ottima-mente riuscito
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La prima cosa da fare quando simettono a dimora le piante è pre-parare con un certo anticipo, qual-che settimana, le buche: devonoessere piuttosto grandi, con undiametro di 70-80 cm e una pro-fondità di circa 60 cm; ci penseràil tempo a rendere morbido il ter-reno ai lati della buca.Per piantare gli esemplari in vasosi procede nel modo seguente: sidepone sul fondo della buca laghiaia, sopra si mette del letamematuro (se non lʼavete a disposi-zione va bene anche del composto del concime granulare a ces-sione programmata) e quindi delterriccio di buona qualità misce-lato a concime granulare. Si togliela pianta dal vaso e la si ponesopra il terriccio cercando di sten-dere le radici e facendo atten-zione a non rompere la zolla diterra che avvolge le radici; taleterra deve essere umida, ma nonfradicia, e nel contempo non parti-colarmente compatta. La buca vapoi riempita con la terra tolta ini-zialmente facendo attenzione cheil punto dʼinnesto rimanga sopra lasuperficie del terreno.La pianta va legata a un tutore in-fisso profondamente nel terreno; illegaccio deve essere morbido: vene sono di sintetici o di naturali infibra di cocco.Per gli esemplari a radice nuda siprocede nel medesimo modoavendo cura di bagnare le radiciprima della messa a dimora.
Le buche vannopreparate in anti-cipo, anche unmese prima, edevono essereabbastanzaampie
Sul fondo dellabuca mettere delconcime e dellaghiaia e quindi lapianta con l’in-tero pane diterra disten-dendo le radiciesterne
Chiudere labuca con il ter-riccio facendoattenzione a noncoprire l’innesto
Il pane di terranon deve essererotto ma è op-portuno liberarele radici più su-perficiali
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Messa a dimora
InnestoLʼinnesto è una pratica agronomica antichissima per la moltiplica-zione di piante, senza modificarne le caratteristiche. Eʼ noto, infatti,che se si pianta un seme, ad esempio proveniente da una cultivar dimelo, la pianta che ne deriva ha caratteristiche diverse da quelledella madre. Con lʼinnesto si stabilizzano le caratteristiche che ci in-teressano moltiplicandole anche allʼinfinito. Eʼ lʼunico modo per supe-rare le barriere imposte dalle leggi della natura.Lʼinnesto consiste nel saldare sullʼapparato radicale di una pianta,detta portainnesto, una porzione di ramo, detta marza o nesto o gen-tile, o anche una gemma, detta scudetto, proveniente dalla cultivarche ci interessa, purchè della stessa specie o di una specie affine.Il portainnesto è in grado di regolare lo sviluppo della parte aerea ri-ducendola (portainnesti nanizzanti) o rafforzandola, di influire sullaprecocità della produzione e anche sulla longevità della cultivar.Sempre con la scelta del portainnesto si può adattare una cultivar aun particolare tipo di terreno e alle diverse condizioni climatiche.Anche la resistenza ai parassiti può essere indotta dai portainnesti.Un portainnesto si dice “franco” quando nasce dal seme di una pianta col-tivata mentre è definito "selvatico" se è una piantina nata spontanea-mente: le piante che ne derivano sono vigorose. Spesso i portainnestiprovengono da talea e sono stati selezionati per disporre di piante con ca-ratteristiche specifiche.In commercio le piante da frutto vengono di regola vendute già innestate.Se si vuole effettuare da soli lʼinnesto per ringiovanire una pianta vecchiao per cambiare cultivar ci si dovrà attenere alle semplici regole delloschema riportato sotto.
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Innesto di vite
Innesto a gemma o a occhioSi preleva una gemma da un ramo vigoroso di una cultivar e la si inserisce nel portain-nesto su cui si fa una incisione a T, si sollevano i due lembi di corteccia, vi si inserisce loscudetto contenente la gemma e si lega il tutto con rafia; è consigliabile coprire con unmastice apposito.Innesto a marzaSi utilizzano 2-3 porzioni di rami di un anno, con 2-3 gemme. Si può procedere in diversi
modi. Per realizzare quello a spacco si tagliaverticalmente il ramo per alcuni centimetri (dopoaverlo ben legato subito sotto) e vi si inseri-scono le marze tagliate appuntite verso ilbasso. Quello a corona invece prevede di faredelle incisioni verticali sulla corteccia del por-tainnesto e inserirvi le marze tagliata a V. Eʼ fon-damentale che marza e portainnesto venganoperfettamente in contatto, quindi è necessariauna legatura ben stretta ed è consigliabile co-prire con un mastice apposito.
INNESTO A CORONAINNESTO ASPACCO
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TerrenoLe piante da frutto necessitano di un suolo profondo, permeabile, fertile,
senza umidità stagnante. Nei fruttiferiil grosso delle radici non supera i 60cm di profondità per cui è questo lostrato di terreno cui siamo interes-sati.Il fattore determinante di cui tenerconto per la riuscita della coltiva-zione è la qualità del terreno anchese, più o meno, tutti i terreni agricoliconsentono buoni risultati, comun-que migliorabili con opportuni accor-gimenti.Teoricamente sono tre le categorie diterreno: leggeri, a medio impasto epesanti ma in natura il suolo è costi-tuito da una miscela dei tre con per-centuali molto variabili.Brevemente diremo che:- i terreni leggeri sono quelli sabbiosio ghiaiosi: lʼacqua viene assorbita eeliminata nelle falde con grande faci-lità; si ha spesso perdita di sostanzenutritive. Sono adatti per le piante dafrutto meno resistenti come pesco ealbicocco.- i terreni di medio impasto sono ric-chi di humus, fertili, facili da lavoraree adatti a coltivare ogni tipo dipianta. Assorbono bene lʼacqua.- i terreni pesanti sono quelli ar-gillosi, cioè formati da finissimeparticelle – anche 1000 volte piùpiccole della sabbia – che sicompattano fra di loro; in periodidi siccità sono molto duri, spessoscrepolati; dopo una pioggia pro-lungata diventano collosi e im-
piegano anche giorni ad asciugare. Sono poco adatti per le piante dafrutto.I terreni leggeri e pesanti possono essere migliorati con tecniche agro-nomiche incorporandovi annualmente il materiale organico di cui si di-spone, oltre a terriccio da giardino e torba: per i primi è consigliabileeffettuare questa operazione a fine inverno-inizio primavera mentreper quelli pesanti, in autunno-inverno.
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I terreni leggerisono granulosi altatto e non si rie-sce a compattarlie a dargli unaforma.
I terreni di medioimpasto sonosoffici, difficil-mente manten-gono una formae trattengonobene l’umidità
I terreni pesantisono quelli che,quando sonoumidi, permet-tono di ottenereuna palla seschiacciati fra lemani
Allevamento e potaturaLa potatura è unʼarte. Il potatore opera sulle pianteper allevarle mantenendo la chioma equilibrata se-condo determinate regole, sin dal primo anno di vita.Se le potature sono corrette e ben studiate la rea-zione positiva si vede in termini di vegetazione e difruttificazione. Su diverse specie, come melo e cilie-gio, ha valore di accompagnamento e di attivazionedello sforzo produttivo mentre altre, come la vite e ilkiwi, hanno bisogno di interventi energici. Ma non ètutto: la necessità di interventi cambia non solo con laspecie, ma anche con le varietà, il sistema di alleva-mento, il tipo di terreno e la disponibilità di acqua.Quando si acquista un esemplare di piante da frutto siacquista un “astone” già innestato da 1 o 2 anni,pronto per essere trapiantato, cui va impostata laforma che si vuole ottenere quando la pianta saràadulta; dopo lʼimpianto la pianta va tagliata allʼaltezzadella prima ramificazione, detta anche impalcatura,che si vuole ottenere; tale altezza va, a seconda dellaforma desiderata ottenere, da 40 cm a un metro emezzo.Normalmente le piante in commercio sono già provvi-ste dei rami principali della prima impalcatura gia definiti: queste sono piùfacili da gestire per lʼhobbista poiché basta mantenerne la forma.Ogni trattato di frutticoltura descrive decine di forme di allevamento. In unfrutteto realizzato nellʼorto o in un piccolo appezzamento tre sono le formeconsigliabili, quelle appiattite, quelle a vaso e quelle a piramide.
Le forme appiattite,come la palmetta,sono quelle in cui lepiante sono allevatesostenute da pali e filiorizzontali e sono in-dicate se vi è pocospazio, infatti hannouno spessore di unmetro o poco più.Sono adatte per moltifruttiferi, fra cui melo,pero, susino e cachi.Lʼastone si pianta afine inverno, si cima aunʼaltezza minima di30 cm da terra e suc-cessivamente, in ge-
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Pianta già impal-cata pronta per iltrapianto e conimpostata laforma a vaso
Palmetta a bran-che orizzontalipiegate a 90° ri-spetto al fusto elegate a dei fili disostegno. L’an-golazione con cuifissare le branchepuò essere anchedi 45°
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nere nella primavera successiva, si scelgono tre branche vigorose che di-venteranno la prima impalcatura di rami principali; di questi due possonoessere fissate ai fili sia orizzontali che obliqui e una, verticale, serve perfar proseguire il fusto. In seguito si dovranno creare ogni 50 cm nuove im-palcature fino ad ottenere, in 5-6 anni, la forma definitiva di allevamento ela pianta avrà un fusto verticale dal quale partiranno le branche. I rami didiverse piante che si trovano sulla medesima fila possono anche intrec-ciarsi.La forma a vaso è quella in cui le piante si allevano cercando di ottenereuna forma simile a quella naturale. Si procede come per le forme appiattite
ma si scelgono 3-5 branche che sono destinate a diventare i rami e si alle-vano in modo da formare un cono rovesciato; si possono anche fissarecon dei tutori. Eʼ adatta a specie di ridotta vigoria ma anche per melo, ficoe susino.Eʼ facile da realizzare: per prima cosa si definisce lʼaltezza a cui far partirelʼimpalcatura dei rami dal fusto, tagliandolo dopo il trapianto. Questa al-tezza può variare da 30 cm a oltre un metro.Lʼallevamento a piramide, quello in cui lʼastone viene lasciato ramificarenaturalmente, ha i minori problemi di potatura e di governo. Eʼ adatto permelo, pero e pesco.
PotaturaPer potatura si intendono quelle pratiche atte a determinare la forma dellepiante e il loro modo di vegetare, di fiorire e di fruttificare. Si effettuano me-diante tagli ai rami in periodi ben definiti e caratteristici di ogni specie.Consente di massimizzare la resa produttiva e, nella frutticoltura indu-striale, è effettuata da agricoltori esperti, dei veri artisti con le forbici. Ingiardino è tutto più semplice in quanto non vi è la necessità di ottenereproduzioni molto elevate, ma si vogliono produrre buoni frutti con piantepiacevoli da guardare, in pratica si cerca un utile compromesso.Potare vuol dire tagliare determinati rami, tenere sotto controllo i suc-chioni, effettuare la spollonatura eliminando i germogli basali superflui e in-
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L’allevamento apiramide (a de-stra) è quello incui la piantaviene lasciata ra-mificare natural-mente. In alcunicasi (sopra), perevitare strutturedi sostegno, lepiante si lascianocrescere libera-mente ma sipiantano ravvici-nate. Si tratta delcosiddetto fu-setto
Allevamento avaso; dal troncopartono 3 o piùbranche chevengono dispo-ste a forma dicono rovesciato.L’interno va la-sciato privo dirami per far pas-sare la luce.
fine diradare i frutti.La potatura può avvenire durante il riposo ve-getativo ed è detta potatura secca oppure,quando la pianta ha le foglie, potatura verde.Nei primi 3-4 anni dʼimpianto la potatura servesoprattutto per impostare la forma della piantamentre in seguito ha lo scopo di mantenerla,regolandone lo sviluppo e di ottenere unʼequili-brata fruttificazione senza incorrere nel feno-meno dellʼalternanza. Ogni specie necessita di
una potatura appropriataed è necessario cono-scere quali rami fruttifiche-ranno; nella parte dedicataalle diverse piante sono ri-portate queste informa-zioni.Normalmente con la pota-tura si eliminano o si ac-corciano dei rametti
inseriti sulle branche e presenti in numeroeccessivo; anche i succhioni e i pollonivanno soppressi.I rami più grossi difficilmente vanno tagliatise non per motivi di forma della pianta, dirinnovamento e di risanamento mentre lebranche vanno accorciate periodicamenteper mantenere la pianta nelle dimensionivolute o possibili nel giardino. Alcune setti-mane dopo la fioritura, se vi è stata una ab-bondante allegagione, occorre eliminarealcuni frutti scegliendoli fra quelli malformatie più piccoli. Più avanti si avrà una cascolanaturale e in seguito si dovrà fare un ulte-riore diradamento che, ad esempio, nelmelo consiste nel lasciare al massimo unfrutto ogni 8-10 cm.
pollone
succhioni
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Succhioni e pol-loni, cioè i ramidritti verso l’alto,vanno eliminati
I frutti vanno di-radati: occorretogliere quelli insovrappiù dopoun’allegagioneabbondante edopo la cascola
DIRADAMENTO
Quando potareGennaio: meli, peri e kiwiFebbraio: meli, peri, kiwi, albicocchi, susini
e vitiMarzo: peschi, viti e agrumiAprile: si interviene sulle piante dannegiate
dallʼinvernoMaggio: si eseguono operazioni correttive
sulle brancheGiugno: si effettua la “potatura verde”Luglio/Set.: potatura “dopo raccolta” per eli-minare i rami esauriti e le zone dʼombraOttobre: non effettuare potatureNovembre/Dicembre: meli, peri, albicocchi e
susini; è meglio rimandare a inizio anno
a legno a fiore a legno e a fiore
Come potare
Le grosse branche vannopotate tagliandole ad an-golo retto con una sega,senza provocare “scoscia-menti”, in altre parole la-cerazioni della corteccianella parte inferiore. Siprocede eseguendo un taglio iniziale nella parte inferiore del ramo, a circa mezzo metrodal punto dʼinserzione, quindi si esegue il taglio dalla parte superiore e infine si elimina il
moncherino vicino al tronco.Le potature dei rami più pic-coli, quelli con le gemme, con-sente di concentrare la forzadella pianta nel rinnovo dellachioma e nella produzione difrutti. Il taglio deve esserefatto poco sopra ad unagemma e inclinato in sensoparallelo alla sua posizione.� � �
1° taglio nellaparte inferiore 3° taglio
50 cm.
2° taglio
Come riconoscere le formazioni fruttifere?Abbiamo tre tipi di gemme, a legno (da cui derivano rami), a fiore (dove siformeranno i fiori e quindi i frutti) e miste; sono presenti su rami di diversotipo, variabili da specie a specie. I più comuni rami con gemme a fioresono i rami misti, i dardi, le lamburde, i brindelli e i “mazzetti di maggio”.I rami misti sono rami con gemme a legno e a fiore, sono presenti sullaquasi totalità dei fruttiferi e sono quelli più produttivi.I brindelli sono rametti di 15-30 cm di lunghezza che producono, sulle po-macee, una gemma mista allʼapice e gemme a legno che danno origine a
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TIPI DI GEMME
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Il problema dell’alternanzaLʼalternanza consiste nel fatto che a unʼannata di “carica”, cioè di produzione abbon-dante, ne segue una di “scarica”, ossia con produzione scarsa. Con una potatura idoneasi riesce a contenere questo fenomeno in quanto si mantiene la pianta giovane; lascian-dola a se stessa invecchierebbe più rapidamente.
LAMBURDA ZAMPA DI GALLO
drupacee
BRINDILLO
LAMBURDA E DARDOSU BORSA
drupaceepomacee
pomacee
foglie sullʼasse; sulle drupacee producono solo gemme a fiore.I dardi sono gemme a legno appuntite che danno origine a un ramo cortis-simo, di 1-2 cm, con una gemma a legno. Il secondo anno si allunga di unaltro paio di cm e il terzo da origine a una gemma a fiore e prende il nomedi lamburda. Sono caratteristici delle pomacee e possono produrre peruna decina dʼanni. Sempre sulle pomacee si trovano ingrossamenti allʼat-tacco delle gemme a fiore, le “borse”, molto corte e in grado di dare ori-gine a dardi e a brindelli. Raggruppamenti di borse e di lamburde sonodetti “zampe di gallo”.I mazzetti di maggio sono invece propri delle drupacee, sono tozzi e corti,non superano i 6 cm di lunghezza. Come i dardi diventano produttivi dopo2-3 anni. Vanno conservati perché possono produrre per molti anni, nel ci-liegio anche 40.
RAMO MISTO
BORSA
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Clorosi ferricaLe clorosi, dovute a carenza di ferro, si curano intervenendocon un prodotto speciale a base di chelati di ferro.Una delle cause della clorosi ferrica può essere una frequenteirrigazione con acqua dura (calcarea) che determina lʼaumentodel pH del substrato.
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G.Ra
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NutrizioneLa nutrizione appropriata è fondamentale se sivuole una pianta equilibrata e una fioritura abbon-dante.In generale va detto che le piante devono trarredal terreno tutti gli elementi necessari per potervivere. Gli specialisti dividono questi elementi indue categorie, i principali, che sono azoto (N), fo-sforo (P), potassio (K), calcio (Ca), magnesio(Mg) e zolfo (S) e quelli secondari, ma necessariin piccole quantità, come ad esempio manga-nese, ferro, boro e rame. Sono tutti elementi pre-senti nel terreno ma per ottenere buoni risultatibisogna integrare, in particolar modo quelli princi-pali, con la concimazione perché siano sufficientied equilibrati.I concimi si dividono in organici ed inorganici. Dif-
feriscono nel modo in cui vengono incorporati. I fertilizzanti organici, cioèquelli di origine naturale (letame, sangue di animali, foglie morte ecc.) ne-cessitano di una lunga trasformazione da parte dei microrganismi del ter-reno e vengono resi disponibili molto lentamente. Quelli inorganici, quellichimici, sono invece immediatamente e totalmente utilizzabili per la pianta,a meno che non si tratti di prodotti con particolari formulazioni a lento rila-scio.Ogni buon giardiniere li impiega entrambi, anche se procurarsi del letameè oggi impresa ardua.Azoto - Eʼ uno degli elementi indispensabili per la crescita degli esseri vi-venti in quanto componente fondamentale delle proteine. La concimazioneazotata aumenta lʼattività vegetativa procurando foglie più grandi e di co-
lore verde intenso, aumenta il numero delle gemme a fiore, dimi-nuisce la cascola, migliora la pezzatura dei frutti e infinedetermina un aumento della produzione.Lʼeccesso di azoto causa minore colorazione dei frutti, ritardonella maturazione, ridotta resistenza agli attacchi dei parassiti eagli stress dovuti a cause ambientali.Fosforo – Il suo ruolo per la crescita della pianta e per la produ-
zione di fiori è quello di partecipare a molti processi vitali come la fotosin-
Zona daconcimare
30cm
30cm
Zona daconcimare
Le radici si tro-vano sotto lachioma e neifruttiferi in ge-nere arrivano acirca 60 cm diprofondità. Laconcimazione vafatta in questazona, senza inte-ressare i primi 30cm intorno altronco
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Carenza di azoto
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tesi e il metabolismo degli zuccheri. La sua carenza si evidenzia dap-prima sulle foglie vecchie che diventano verde scuro e poi sulla crescitache viene rallentata. Lʼeccesso di fosforo non causa danni particolari.Potassio - Agisce indirettamente come regolatore del bilancio idrico e in-fluenza favorevolmente la fotosintesi e alcune caratteristiche qualitativedei frutti come colorazione e contenuto in zuccheri; riveste un ruolo po-sitivo sulla fioritura. La pianta, con carenza di potassio, tende ad appas-sire. Lʼeccesso di potassio non causa danni particolari.Ferro - Interviene nei processi di ossido-riduzione legati alla fotosintesi.La carenza di ferro si manifesta spesso su terreni con pH superiori a 8 ocon elevato contenuto in calcare attivo: sulle foglie giovani si hanno carat-teristiche clorosi, le nervature restano verdi e il lembo si decolora progres-sivamente fino a diventare bianco.Manganese - Interviene nella fotosintesi e la sua carenza causa una ridu-zione della sintesi della clorofilla e si manifesta come una clorosi interner-vale delle foglie giovani che poi evolve con la formazione di macchienecrotiche.
ConcimazioneLa concimazione delle piante da frutto si effettua conBayfolan® Multi Orti & Giardini. Eʼ un prodotto a cessioneprogrammata, per una nutrizione di circa 4 mesi, che per-mette la formazione di una riserva di elementi nutritivi nellevicinanze delle radici; nell'anno successivo all'impianto, fa-cilita sia la crescita della pianta e, negli anni seguenti, sod-disfa il fabbisogno di elementi nutritivi. In alternativa si puòutilizzare Bayfolan® PRO Universale ogni 2 3 mesi.Concimazione d'impiantoAll'impianto distribuire Bayfolan® Multi Orti & Giardini sul fondodella buca e Bayfolan® PRO Universale mescolato con la terra diriempimento della buca stessa.Concimazione di coperturaSi impiega Bayfolan® Multi Orti & Giardini distribuendolosu una superficie leggermente più grande di quella corri-spondente alla proiezione al suolo della chioma della pianta,badando di mantenersi ad almeno 30 cm dal tronco. Gli in-terventi con Bayfolan® Multi Orti & Giardini vanno dosatisecondo le esigenze della specie riportate più avanti. Du-rante la stagione successiva all'impianto normalmente nonsono necessarie concimazioni di copertura. Al secondo ed alterzo anno concimare rispettivamente con metà e tre quarti deiquantitativi consigliati per le piante in produzione. Le concimazioni di co-pertura risultano più efficaci se vengano interrate con una leggera lavora-zione del terreno e devono essere seguite da un'irrigazione. Se il terreno étenuto a prato, non superare la dose unitaria di 50 g/m² effettuando la con-cimazione quando il prato non è in vegetazione o dopo il taglio e irrigareabbondantemente; in alternativa utilizzare Bayfolan® PRO Universale.
Carenzadi potassio
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MeloPianta proveniente dalle regioni transcaucasiche e co-nosciuta fin dallʼantichità, la sua coltivazione si pensarisalga allʼetà paleolitica. Il melo è citato nella Bibbia,se ne fa menzione in testi greci del VI secolo a.C. e sisa che i suoi frutti erano apprezzati dai romani. Oggi èdiffuso in moltissime aree del mondo. Il melo è un al-bero simbolico e rappresenta la conoscenza che con-duce allʼimmortalità. Nel medioevo i cristiani consi-deravano il melo come lʼalbero il cui frutto è il peccatooriginale.Proprietà – La mela contiene zuccheri semplici, vita-mine, acidi organici e tannini. Una mela sbucciata hasolo 53 Kcalorie/100 g. Eʼ consigliata nelle diete per-ché contiene pectine che hanno un effetto saziante enel contempo protettivo sulle mucose. La mela è ingrado di dare un prezioso apporto di carotenoidi (20μg/100 g). Contrariamente a quanto si crede la bucciacontiene una quantità trascurabile di nutrienti che in-vece si trovano abbondanti nella polpa.Botanica - Il melo è un albero vigoroso che può rag-giungere i 10 m di altezza, con forma eretta, chioma
globosa e apparato radicale piuttosto superficiale. La corteccia del troncoè liscia e le foglie, di forma ovale e appuntita, sono di color verde scurocon il margine seghettato; i fiori, ermafroditi, sono composti da cinque pe-
tali di colore bianco rosato e sono riuniti in corimbi. Fiorisce inaprile. Le gemme sono a legno e miste, portatedai rami fruttiferi.La sottospecie più conosciuta è il Malus commu-nis pumila, da cui si sono ottenute gran parte dellevarietà di melo presenti sul nostro mercato.Piantagione – Le piante (gli astoni innestati) vannomesse a dimora in autunno o in primavera, distan-ziate di 3-4 metri lʼuna dallʼaltra; la migliore espo-sizione è in pieno sole.Il fatto che i meli siano autosterili obbliga a piantarealmeno due varietà per ottenere una buona fruttifica-zione.Il melo si può coltivare ovunque ma predilige i climi fre-schi e le zone montane tra i 600 e i 1000 metri; nel no-stro paese si adatta in tutte le regioni. Non ha particolariesigenze di terreno purché non sia troppo umido o argil-loso. Teme la siccità, i ristagni dʼacqua, lʼeccesso di cal-care ed è sensibile a temperature inferiori a -20°C.Portainnesti – Il portainnesto attualmente più usato è
Malus spp.Fam. Rosaceae
Le piante di melosi prestano adessere decora-tive nei giardini
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lʼM9, selezionato nel 1914 da una popolazione di “Paradiso Giallo diMetz”. Induce scarsa vigoria e alta produttività. Lʼinnesto su franco conferi-sce grande sviluppo e rende la pianta molto longeva. Entra però in produ-zione più tardi.Cure colturaliIrrigazione – Durante i periodi siccitosi, soprattutto dopo la fioritura, il melonecessita di frequenti ma moderate irrigazioni, che favoriscono lʼingrossa-mento dei frutti; tali irrigazioni vanno sospese un mese prima della rac-colta. Eʼ sempre consigliabile impiegare un impianto di irrigazione agoccia.Concimazione - Ogni anno, a partire dal 3° anno dʼimpianto, è consiglia-bile concimare con Bayfolan® Multi Orti & Giardini alla dose di 30 g/m²prima della fioritura, un mese prima della raccolta e a fine inverno. Al mo-mento dellʼimpianto si distribuisce Bayfolan® Multi Orti & Giardini alladose di 50 g per piante di 1 anno o di 100 g per piante di 2 anni, mesco-landolo con la terra di riempimento della buca.Potatura – I meli producono su dardi, lamburde, brindilli e rami misti di unanno. La potatura va fatta durante il riposo vegetativo diradando e sfol-tendo i rami vigorosi nella parte apicale. Occorre anche eliminare le lam-burde che hanno fruttificato per alcuni anni. La potatura verde si effettua ingiugno e in agosto sulle piante con eccessivo vigore, per eliminare i suc-chioni.
POTATURA TRATTAMENTI RACCOLTA
Dicembre-Marzo Marzo-Agosto Luglio-Ottobre
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ini Le grandi bran-che del meloproducono mol-tissimi frutti chespesso hanno unpeso tale dadover esseresorrette da so-stegni
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Diradamento – Quando si ha unʼelevata allegagione bisogna praticare unprimo diradamento tre settimane dopo la fioritura eliminando i frutti malfor-mati; successivamente, in giugno, dopo la cascola, si interviene lasciando1-2 frutti per lamburda.Frutti – La mela è un falso fruttodetto “pomo”. Ha forma tondeg-giante, più o meno allungata oappiattita. Le dimensioni varianosecondo le varietà e il colorepuò essere giallo, verde, rossocupo ecc. La polpa è bianca o gial-lina. La maggior parte delle varietàsono autosterili. Lʼimpollinazione è entomofila.Varietà – Sono migliaia le cultivar di melo; le più conosciute sono:- Annurca, antica varietà campana con frutti medio-piccoli e schiacciati,
dal colore rosso vinaccia e dalla polpa croc-cante, profumata e asciutta. Si raccoglie a metàottobre.- Delicious rosse (gruppo) – Frutti dal colorerosso intenso brillante con polpa bianco cremazuccherina e aromatica. Si raccoglie in settem-bre e matura dopo 15-20 giorni.- Fuji – Cultivar giapponese con frutti medio-grossi di colore giallo aranciato striato di rosso;polpa soda, croccante e dolce. Maturazione tar-diva verso fine ottobre.- Gala (gruppo) – Varietà neozelandese confrutti di media pezzatura striati di rosso-aranciosu metà della superficie. Polpa soda, croccantee sugosa. Si raccoglie a fine agosto.- Golden delicious (gruppo) – Adattabile ai piùdiversi ambienti, queste varietà hanno fruttimolto grossi di un bel colore giallo, a volte sfu-
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Un ramo caricodi frutti. Al cen-tro varietà “Jero-nime”
La piccola va-rietà “Annurca“
Varietà “FujiZhen Aztec“
mato di rosso o con rugginosità; la polpa è succosa. Si raccoglie tra metàsettembre e inizio ottobre.- Gold Pink – Nuova varietà italiana con frutti medio-grandi dalla caratteri-stica colorazione giallo-rosata e polpa succosa, di buon sapore che mi-
gliora seconservata infrigorifero.- Granny Smith– Vecchia va-rietà australianacon frutti di co-lore verde epolpa croccantedal saporelegger-
mente acidulo. Si raccoglie a fine ottobre, maturadopo un mese e può essere conservata fino al-lʼestate successiva.- Imperatore (gruppo) – Varietà rinvenuta inOhio a metà del secolo scorso; ha frutti grandie leggermente schiacciati dal colore giallo ver-dastro estesamente ricoperto di rosso vivo;molto profumata, ha la polpa farinosa. Si rac-coglie in ottobre, matura a novembre e si puòconservare fino ad aprile.- Renetta del Canada – Probabilmente di originefrancese, è caratterizzata da frutti di colore giallo-verdastro più o meno rugginosi e dal sapore caratte-ristico. Raccolta tra fine settembre e metà ottobre.
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Varietà “GalaAnnaglo“
Varietà “GoldPink“. Sotto va-rietà “CrimsonCrisp“, resistentealla ticchiolatura
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- Stark delicious – Frutti dal colore rosso vivo edalla polpa profumata e succosa.- Stayman (gruppo) – Varietà americana con fruttimedio grossi e asimmetrici, di colore verde gialla-stro striato di rosso; polpa molto succosa e pocozuccherina. Si raccoglie tra fine settembre e metàottobre e matura a partire da novembre.- Varietà resistenti alla ticchiolatura: la ticchiolaturaè un patogeno molto pericoloso che necessita dicontinui trattamenti fungicidi. Alcune varietà sonoresistenti ai suoi attacchi per cui sono adatte al-lʼorto familiare; fra queste vanno ricordate GoldRush, Summerfree, Primiera e Crimson Crips.Esistono varietà di melo ornamentale che si pos-sono coltivare anche in vaso, sul terrazzo. La fiori-tura è abbondante e i piccoli frutti maturano inottobre.Raccolta – Le mele si raccolgono da giugno ad ot-tobre, secondo le varietà.Conservazione – Lemele vanno tenute alfresco. Alcune varietà
invernali, per essere conservate, devono es-sere raccolte prima della maturazione fisiolo-gica e messe in cantina.Conservazione - Le mele, oltre che per ilconsumo fresco, sono un ottimo ingredienteper le torte e sono anche adatte per ricavaresucchi di frutta. Sono utilizzate dallʼindustriaper la produzione di marmellate, succhi, gela-tine e per lʼessiccazione.Avversità – Afidi, cocciniglie, carpocapsa,cidia, tentredini, larve minatrici, ricamatori,ragno rosso.Ticchiolatura, mal bianco.
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Curiosità - La mela-globo, su cui a volte campeggiava la vittoria alata, èil simbolo del potere assoluto; ciò è dovuto alla rotondità del frutto che haispirato il simbolo del globo terrestre e della sovranità.La città di New York, che ha come simbolo una mela, è soprannominatala “grande mela”.Proverbio - “Mangia una mela al giorno per toglierti il medico di torno”
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Varietà “Pri-miera“, resi-stente allaticchiolatura
Piccole mele or-namentali.Spesso sonousate per l’im-pollinazione neifrutteti familiari
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PeroPianta di cui non si conoscono esattamente le ori-gini, che potrebbero essere asiatiche, della zonadel Mar Caspio. Alcuni distinguono P. communisda P. pyrifolia considerando il primo di origine occi-dentale e il secondo cinese. Il pero è conosciuto findallʼantichità ed è menzionato, assieme al melo-grano, da Omero, nellʼOdissea; Plinio ne ha elen-cate 40 specie. Nel XVI e XVII secolo i suoi fruttifurono molto apprezzati dai re di Francia.Proprietà – La pera è ricca di vitamina C e di zuc-cheri naturali fra cui il levulosio ed è ideale per ladieta avendo solo 65 calorie per 100 g. La vitaminaC aiuta ad ottenere una pelle levigata e giovane edaumenta le difese immunitarie contro le più comuniinfezioni. Le pere sono ricche di fibra e contribui-scono a limitare il livello di zucchero nel sangue,aiutano il funziona mento dellʼapparato digerente ea tenere a bada il colesterolo. Botanica - Il pero è un albero vigoroso, con formainizialmente conica e poi globosa; può superare,se lasciato libero di crescere, i 15 m di altezza. Lacorteccia del tronco è grigiastra e le foglie sono
glabre, ovali, con lunghi piccioli e di colore verde brillante nella pagina su-periore, più chiare in quella inferiore. I fiori sono generalmente bianchi,con cinque petali, riuniti in corimbi. La fioritura inizia a fine marzo e durauna ventina di giorni.Piantagione – Le piante (gli astoni innestati) vanno messe a dimora in au-
Pyrus communisFam. Rosaceae
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Le piante dafrutto sono moltoutili anche perstabilizzare il ter-reno
Grappolo di perein un giardino fa-miliare del tren-tino
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tunno, distanziate di 3-4 metri lʼuna dallʼaltra.Anche se certe varietà, come Conference, sono autofertili, la maggiorparte sono autosterili, per cui è necessario piantare almeno due varietàper ottenere una buona fruttificazione.Il pero è adatto a climi temperati e nel nostro paese si adatta bene intutte le regioni; le varietà più precoci preferiscono le zone più calde.Non ha particolari esigenze di terreno anche se non ama quelli sabbiosie argillosi; teme la siccità e i ristagni dʼacqua. Innestato su cotogno èmolto sensibile ai terreni calcarei.Portainnesti – Il portainnesto attualmente più usato è il Cotogno di cuiesistono diverse selezioni. Conferisce alla pianta sviluppo ridotto e unaprecoce e abbondante fruttificazione, con frutti di ottima qualità. Si puòavere disaffinità con alcune varietà come William e Kaiser.Sono disponibili anche piante su franco o su selezioni dello stesso e suselvatico: questi soggetti danno alla pianta vigoria, grande sviluppo elongevità ma ritardano lʼentrata in produzione e i frutti sono di qualità in-feriore; resistono bene anche in caso di lunghi periodi di siccità per illoro apparato radicale molto profondo. Non presentano disaffinità.Cure colturali - Irrigazione – Durante i periodi siccitosi il pero necessita difrequenti irrigazioni che non devono essere abbondanti, in particolare du-rante la crescita vegetativa e in post-raccoltà. Eʼ sempre consigliabile im-piegare un impianto di irrigazione a goccia.Concimazione - Ogni anno, a partire dal 3° anno dʼimpianto, è consiglia-bile concimare con Bayfolan Multi Orti & Giardini alla dose di 40 g/m²prima della fioritura, un mese prima della raccolta e a fine inverno. Al mo-mento dellʼimpianto si distribuisce Bayfolan Multi Orti & Giardini alladose di 50 g per piante di 1 anno o di 100 g per piante di 2anni, mescolandolo con la terra di riempimento della buca.Potatura – Diversi sono i rami fruttiferi (dardi, lamburde, brin-dilli e rami misti) e portano gemme a legno e miste. La pota-tura dei peri coltivati nei giardini va fatta rinnovando i ramia frutto e le lamburde, diradando e sfoltendo i rami in so-prannumero o la chioma fruttificante; in genere occorreasportarne il 30-40%. Sulle varietà Abate Fetel ePassa Crassana è anche necessario accorciare legiovani branche molto ricche di gemme a fiore. La potatura verde va effettuata in estate solo sulle
POTATURA CIMATURA RACCOLTA
Dicembre-Marzo Giugno-Luglio Luglio-Ottobre
DIRADAMENTO
Giugno, se necessario
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Peri e meli incoltivazioni in-tensive sonopiantati moltoravvicinati
piante più vigorose per arieggiare la chioma. Diradamento - Per ottenere frutti belli, grossi
e abbondanti bisogna praticare il dirada-mento dopo la cascola di giugno, lascian-done solamente uno o due allʼesterno delcorimbo. Frutti – La pera è un falso frutto dettopomo. Ha forma da tondeggiante a allun-gata secondo la varietà; il colore va dal
verde, al giallo, al rosso, al ruggine.Lʼimpollinazione è entomofila.
Varietà – Fra le varietà più diffuse vanno ricor-date:
Carmen – Varietà precoce con frutto di grossa pezza-tura color giallo verde con macchie rosse, polpa succosa e aromatica.Frutti molto serbevoli.Coscia - Ha pezzatura medio-piccola, colore verde chiaro e sapore moltodolce. Matura a fine luglio. Santa Maria - varietà estiva diffusa nellʼItalia centro-meridionale, abba-stanza succosa e con elevata produttività. Si consuma da metà luglio afine ottobre.William e William Rossa - Frutti grossi, giallo-dorato punteggiati di rossola prima e rosso intenso la seconda. Polpa succosa, dolce e profumata.Maturano in agosto.Butirra Hardy - Frutti ovoidali di grosse dimensioni, rugosi, verde-bronzo.Polpa bianca e dolce. Maturazione da fine agosto a metà settembre. Conference - Frutti allungati di grosse dimensioni di un colore giallo-verda-stro-arancio. Polpa profumata e succosa. Matura a ottobre; per conser-
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“William“, anticacultivar moltoapprezzata eadatta all’insca-tolamento
Varietà “Car-men“, di recenteintroduzione
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varla la raccolta va antici-pata.Abate Fetel – Eʼ caratteriz-zata dal lungo “collo” edalla buccia verde-gialla-stra. Polpa molto succosa egradevole, leggermenteacidula. Matura a iniziosettembre. Decana del Comizio – Eʼuna delle migliori va-rietà, caratterizzata dafrutti tozzi e moltogrossi, giallo-rossastri,macchiati di bruno. Ma-tura a fine ottobre ma, perconservarla, va raccolta in set-tembre. Kaiser - Frutto grosso e allungato con polpabianco-giallastra, succosa e zuccherina. Eʼ di colorruggine su sottofondo giallo-bronzeo. Matura tra ot-tobre e novembre ma, per conservarla, va raccolta insettembre. Passa Crassana - Frutti ovoidali di grosse dimen-sioni, verde-giallognoli e rugginosi. Polpa dolce esuccosa. Maturazione da fine settembre a ottobre. Esiste una varietà di pero nano a crescita moltolenta, adatto alla coltivazione in vaso e sul terrazzo. I frutti maturano in ottobre. Raccolta – La raccolta va da giugno ad ottobre, se-condo le varietà. Conservazione – Le pere dopo la raccolta vannoconservate al fresco. Alcune varietà invernali, per es-sere conservate, vanno raccolte in anticipo rispettoalla maturazione: in cantina possono durare fino al-lʼinizio della primavera raggiungendo gradatamente lamaturazione fisiologica.Avversità – Afidi, cocciniglie, carpocapsa, cidia, ten-tredini, psilla, larve minatrici, ricamatori e ragnorosso.Ticchiolatura, mal bianco e maculatura bruna.
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Curiosità – Il legno del pero, che ha un bel colore bianco rosato,la grana fine e notevole durezza, è usato in ebanisteria.
Proverbio – “Al contadino non far sapere quanto è buono il caciocon le pere”
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Varietà “Confe-rence“, cultivaringlese moltodiffusa in Europa
A sinistra, dal-l’alto in basso:“Kaiser“,“Wil-liam“ e “AbateFetel“
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Pesco e nettarinoIl pesco è una pianta di origine cinese, dove è presente anche selvatica.Alessandro Magno lʼha introdotta nel mondo greco dalla Persia (da qui ilnome di P. persica), e successivamente i romani, a partire dal 1° secolo,lʼhanno diffusa in tutta Europa. Al genere Prunus appartengono, oltre allespecie coltivate, di-verse specie orna-mentali. Proprietà – La pescacontiene zucchero (inprevalenza saccaro-sio) e solo 28 calo-rie/100 grammi; è riccadi vitamina A, B1, B2,C e PP, di pectina e dicarotenoidi; contienesali minerali quali po-tassio, fosforo, magne-sio, zolfo e ferro. Eʼdepurativa, ha unʼim-portante azione diure-tica, è energetica,leggermente lassativae sedativa. In cosmesiil succo fresco è un eccellente tonico per la pelle, mentre la polpa è usataper la preparazione di maschere rinfrescanti per il viso per la sua azioneidratante.Botanica - Il pesco è un albero da frutto di dimensioni medio-piccole, altoin genere 4-5 m, ma può raggiungere anche gli 8 m. Ha corteccia bruno-cenerina, rami radi, divaricati, dapprima verdi e poi rossastri e apparato ra-dicale superficiale.
Le foglie sono lanceo-late, strette, seghettatee con un corto picciolo.I fiori, ermafroditi, sonorosa, con cinque petali,riuniti in gruppi di 3 o 4.La fioritura, che pre-cede la comparsa dellefoglie, inizia a finemarzo. La maggiorparte dei fiori è autofer-tile.Piantagione – Lamessa a dimora si ef-fettua in autunno con
Prunus sp. =Persica sp. -Fam. Rosaceae
Un pesco nocealle porte di Mi-lano
Pesco di varietà“Maura“
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astoni di due anni di innestoche vanno distanziati di 5-6metri lʼuno dallʼaltro se sonoinnestati su franco o coltivati avaso. Se si allevano a pal-metta le distanze possonoscendere anche a 3-4 metri.Le piante di pesco, a causadelle tossine che lasciano,non possono essere piantateper almeno 2 anni dove vi erano altri peschi. Il pesco è adatto ai climi miti e nel nostro paese si adatta bene. Sonopiante che amano estati abbastanza calde ed inverni piuttosto freschi: perfiorire necessitano di un certo periodo con temperature inferiori a 7°C. Ininverno il pesco resiste anche a temperature di –15°C. I freddi tardivi inprossimità della fioritura provocano gravi danni e il vento, prima della ma-turazione, causa un distacco anticipato dei frutti.Non ha particolari esigenze di terreno; ama quelli sciolti e profondi mateme quelli umidi e pesanti. Innestato su mandorlo resiste ai terreni calca-rei. Portainnesti – La riuscita di una coltivazione di pesco dipende dalla giu-
sta scelta del portainnestorispetto al tipo di terreno.Attualmente il più impiegatoè un ibrido di pesco x man-dorlo (GF677) che inducevigoria ma anche frutti piùpiccoli rispetto al “FrancoSlavo” (P. silvestris), moltoutilizzato in passato ma oradifficilmente reperibile.Sono disponibili anchepiante su selezioni difranco “Montclar” indicateper terreni freschi. Altri por-tainnesti sono derivati dasusino, ma sono pocousati.Cure colturali - Irrigazione– Prima della raccolta, perun mese, un mese emezzo, occorrono irriga-zioni abbondanti ogni 10giorni. Eʼ sempre consiglia-bile impiegare un impiantodi irrigazione a goccia.Concimazione - Ogni annooccorre concimare con
POTATURA SCELTA DEI GERMOGLI
Marzo Aprile-maggio
LA CURA DELLA PIANTA DURANTE IL PERIODO VEGETATIVO Ad aprile alla base dei rami fruttiferi si lasciano solo 1-2 germogliche serviranno l’anno successivo; gli altri vanno cimati a una foglia.A maggio si diradano i frutti e si tolgono i rametti dorsali in ec-cesso. A giugno vanno cimati i germogli apicali più vigorosi 5 fogliesopra l’ultimo frutto. In estate, dopo la raccolta, tagliare il ramo cheha fruttificato al di sopra del germoglio allevato a primavera.
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Bayfolan Multi Orti & Giardini alla dose di 30 g/m² prima della fioritura,a inizio estate e a fine inverno. In primavera è consigliabile effettuareanche una concimazione azotata. Al momento dellʼimpianto si distribuisceBayfolan Multi Orti & Giardini alla dose di 100 g per piante di 2 anni,mescolandolo con la terra di riempimento della buca.Potatura – Il pesco produce su rami misti di un anno, brindilli e mazzetti dimaggio.La potatura ha lo scopo di regolare la produzione e migliorare la qualitàdei frutti. In linea di massima va fatta energicamente diradando e sfoltendoe, per mantenere in equilibrio vegetazione e produzione, deve essereman mano maggiore col passare degli anni fino a eliminare anche il 50%
DIRADAMENTO RACCOLTA POTATURA ESTIVA
Maggio Giugno-Agosto Dopo la raccolta
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Diverse varietà dipesco Royal.Sotto da sinistrain senso orario:“RoyalJim“,“RoyalEstate“,“RoyalMayestic“ e“Royal Time“
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dei rami a frutto quando la pianta è adulta. Bisogna sempre ricor-dare che il fiore e, quindi, il frutto si sviluppa soltanto su legnodellʼanno precedente e che i rami misti vanno diradati e quelliche hanno fruttificato vanno tolti.La potatura verde va effettuata in aprile lasciando solo 1-2 ger-mogli alla base dei rami fioriferi; in maggio si effettua il dirada-mento dei germogli dorsali; in giugno vengono cimati anche igermogli apicali, se vigorosi, e in estate, dopo la raccolta, si tolgonoi rami che hanno fruttificato sopra i germogli basali.Diradamento - Per ottenere frutti belli e grossi è utile praticare il dirada-mento che va eseguito 4-6 settimane dopo la fioritura.Frutti – La pesca è un frutto carnoso, detto drupa, dalla forma tendenzial-mente tondeggiante, solcato longitudinalmente. Ricordiamo: - la comune pesca, con frutti dalla buccia rivestita da una fitta peluria. Lapolpa è bianca o gialla e si può staccare dal nocciolo o rimanervi ade-rente;- la pesca noce o nettarina, che produce frutti glabri e lucenti con caratteri-
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Pesche di va-rietà “RoyalPride”
Nettarine “NBRoyal Queen” eal centro “BigTop NG”
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stiche della polpa del tutto simili alle precedenti;- la percoca o pesca cotogna ha polpa gialla e soda ed è adatta alla cot-tura e alla conservazione in scatola, sia in pezzi che come confetture. Le pesche maturano da fine maggio, le più precoci nelle aree del sud, finoa settembre per quelle più tardive. La maturazione è scalare e può durareun paio di settimane.
Varietà – La facilità con cui si riescono ad ottenere nuovecultivar di pesco fa si che ne siano disponibili un
gran numero e che sia difficile orientarsi inesse.
Le cultivar di pesco vengono distinte incultivar da consumo fresco, nettarine e
percoche, in varietà a polpa gialla obianca e infine in base allʼepoca dimaturazione.- pesche precocissime: maturanoin giugno; la prima a maturare è la“Tasti Red” a polpa gialla e la“Amanda” a polpa bianca. Hannofrutti di media grossezza, con buc-cia rossa e qualità organolettiche
buone.- pesche di media maturazione: ma-
turano in luglio; fra quelle a polpagialla vi sono “Redhaven”, la più diffusa
al mondo, e “Flavorcrest”. A polpa biancaricordiamo “Maria Bianca”, “Francy” e “Maura”.
Consigliabili le nuove generazioni del gruppo“Royal” con frutti dolci, grossi e consistenti.
- pesche tardive: maturano in settembre; fra quelle a polpa gialla “Fair-time”, “Red Fall”, “Tardibelle” e “Red Star”. A polpa bianca ricordiamo“Douceur” e la “Gladys” con frutti grandi. - nettarine: hanno un calendario simile a quello delle pesche normali e
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Pesca di varietà“Royal Summer”
Nettarine “BigBang”
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sono quasi tutte a polpa gialla. Matura ingiugno “Big Bang”, in luglio “Big Top”, inagosto “Venus” e “Orion” e in settembre le“Fair”. Fra le poche a polpa bianca ricordo“Magique” (luglio), “Silver Star” e “RoyalQueen” (Agosto).- percoche: un tempo impiegate quasiesclusivamente per uso industriale, oraalcune varietà vengono apprezzate anchedal pubblico per il consumo fresco (“Car-son”, “Androse” e “Baby Gold 9”). Matu-rano, secondo le cultivar, tra inizio luglio efine agosto. - platicarpa: sono le nuove pesche e net-tarine schiacciate di origine orientale, ca-ratterizzate da sapore e aroma eccellenti.Ricordiamo le “Ufo” e “Sweet Cap”.Raccolta – Le pesche si raccolgono dagiugno a settembre, quando sono mature.Vanno prese con il palmo della mano estaccate delicatamente per non danneg-giarle.Conservazione – Le pesche precoci equelle a polpa bianca si conservano pochigiorni. Le altre possono essere conser-vate in frigorifero anche per un mese, seraccolte ancora dure. Sono anche adattead essere essiccate o per marmellate.Avversità Afidi, cocciniglie, cydia, anarsia, tignola,mosca della frutta, ricamatori, tripidi e ra-gnetto rosso.Bolla del pesco, oidio, monilia.Seccume delle foglie: malattia battericacausa di macchie brune sulle foglie di cuipuò causarne la totale caduta. Si può cu-rare concimando abbondantemente.
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Curiosità – Il nocciolo di pesco contiene un solo seme, detto man-dorla, con elevato contenuto di amigdalina, un glucoside cianogene-tico caratteristico di alcune drupacee. Il sapore è amaro ed èvelenoso anche se mangiato in quantità modeste.
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Nettarine “Nec-tamagie” e, inalto, “Late Fair”
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AlbicoccoLʼalbicocco è di origine asiatica e la sua pre-senza è nota da almeno 4000 anni. Fu intro-dotto dai romani intorno al 60 a. C. ma la suadiffusione e coltivazione in Europa è molto piùrecente.Proprietà - Lʼalbicocca è ricca delle vitamineB, C, PP e di carotenoidi, precursori della vita-mina A, vitamina che protegge le superfici del-lʼorganismo, interne ed esterne. 200 g dialbicocche forniscono il fabbisogno giorna-liero di vitamina A di un adulto. La sua ca-renza può portare ad alterazioni dellʼocchio edella vista con diminuzione del “visus” e puòcausare anche una facile rottura delle unghie,capelli fragili e opachi e caduta delle ciglia.Lʼalbicocca, ricca anche di fosforo, ferro, cal-cio, potassio e magnesio, è un alimento irri-nunciabile per chi è anemico, spossato edepresso. Il frutto fresco è astringente, essic-cato lassativo.Botanica - Lʼalbicocco è un albero di dimen-sioni medie, alto in coltivazione circa 4 m, ma
libero può raggiungere anche i 12 m. Ha rami sottili e le foglie sono cuori-formi e lisce, con bordo seghettato; il picciolo è violaceo. I fiori compaionoa fine febbraio-inizio marzo e sono singoli, di colore da bianco a rosato,con cinque petali; fioriscono normalmente riuniti in gruppi di 2 o 3. La mag-gior parte delle varietà sono autocompatibili e lʼimpollinazione è entomo-fila.Piantagione – La messa a dimora si effettua dallʼautunno fino a marzocon astoni di un anno di innesto che vanno distanziati di 3-4,5 metri lʼunodallʼaltro, se sono coltivati a vaso o a forma libera, con le branche ad al-meno un metro da terra. Se si allevano a palmetta la distanza può scen-dere a 3 metri.Lʼalbicocco vuole un clima temperato-caldo e nel nostro paese si adattabene ovunque ma predilige le zone più calde. Per fiorire necessita di uncerto periodo con temperature inferiori a 7°C. Intensi freddi invernali pos-sono causare danni mentre i freddi tardivi risultano dannosi sulla fioritura.Durante la fioritura il vento impedisce il volo dei pronubi e riduce lʼimpolli-nazione mentre in prossimità della maturazione determina un distacco an-ticipato dei frutti. Lʼalbicocco è sensibile alle brinate tardive.Non ha particolari esigenze di terreno; preferisce quelli sciolti e profondima teme quelli umidi. Su terreni siccitosi e pietrosi meglio se innestato sufranco.Portainnesti – Lʼalbicocco viene innestato normalmente su mirabolano (P.cerasifera) con selezione 29C che ha unʼottima affinità e conferisce alla
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Un esemplare dialbicocco in ungiardino di città
Prunus armeniacaFam. Rosaceae
pianta vigore, rapido sviluppo, fruttificazione precoce e portamentoespanso. Se innestato su pesco si ottiene precocità e grossezza dei frutti. Cure colturali - Irrigazione – Deve essere frequente e regolare. Primadella raccolta, per un mese, è bene ridurre le irrigazioni. Eʼ sempre beneimpiegare un impianto di irrigazione a goccia.Concimazione - Ogni anno è consigliabile concimare con Bayfolan MultiOrti & Giardini alla dose di 30 g/m² dopo lʼallegagione e durante lʼaccre-scimento dei frutti e di 50 g/m² a fine inverno; a fine estate inizio autunno èutile intervenire per mantenere la pianta al massimo dellʼefficienza produt-tiva. Al momento dellʼimpianto si distribuisce Bayfolan Multi Orti & Giar-dini alla dose di 50 g per piante di 1 anno, mescolandolo con la terra diriempimento della buca.Potatura – Da giovane lʼalbicocco produce sui rami misti di un anno, daadulto sui mazzetti di maggio e sui brindilli. La potatura, dal 4° anno, si ef-fettua sulle piante giovani e vigorose 3-4 settimane dopo la raccolta. A fineinverno si pratica su quelle vecchie e deboli con tagli atti a mantenere ungiusto equilibrio tra vegetazione e produzione. In linea di massima va fattaenergicamente diradando e sfoltendo e deve es-sere man mano maggiore con tagli di ritorno surami di 2-3 anni al di sopra di un ramo misto dimedio vigore. Vanno accorciate anche tutte lecime e i rami fruttiferi con troppe gemme. Diradamento - Per ottenere frutti belli e grossi èutile praticare il diradamento alla fase dellʼinduri-mento del nocciolo, ripetendolo, se necessario.Col diradamento corretto, unitamente a una giu-sta potatura, si può evitare lʼalternanza di produ-zione. Frutti – Lʼalbicocco produce frutti carnosi, dettidrupe, di forma ovoidale, solcati longitudinal-mente, con la buccia vellutata di un colore chevaria, dal giallo chiaro allʼarancio intenso, se-condo le varietà. La polpa è tenera e succosa. Ifrutti maturano tra giugno e luglio. Varietà – La prima varietà a maturare, nellaterza decade di maggio, è “Ninfa”, pianta pocovigorosa ma espansa e produttiva. Il frutto ègiallo chiaro sfumato di rosso e ha qualità gusta-
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Dicembre-Marzo Luglio-Ottobre
POTATURA
RACCOLTA
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Varietà “Ninfa”;matura a finemaggio
tive medie. A metà giugno è la voltadi “Bella dʼImola”, pianta vigorosa,assurgente e produttiva con frutti ab-bastanza grossi e con buone qualitàgustative.“Portici”, una varietà napoletana chematura a fine giugno, ha frutti mediogrossi di buon sapore e molto aro-matici; pianta con vigoria media, as-surgente e molto produttiva.Ricordiamo ancora “Boreale”, ru-stica, vigorosa, medio-precoce, pro-duttiva e “Bergeron”, una cultivarfrancese di bellʼaspetto, tardiva, confrutti dalla buccia chiara e polpamedio fine, poco soda. Raccolta – I frutti maturano tra giu-gno e luglio e vanno raccolti maturi,quando il colore vira verso il rosso olʼarancio nella parte esposta al sole.
Conservazione – I frutti freschi si conservano per pochi giorni; possonoessere anche essiccati e surgelati per usarli, ad esempio, per fare torte.Con le albicocche si fanno anche marmellate e succhi.Avversità - afidi, cocciniglie (causa dei frutti butterati di rosso), tignola. Corineo, monilia, mal bianco.Vaiolatura delle drupacee: è causata da un virus diffuso dagli afidi: fiori efoglie avvizziscono e cadono.
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Curiosità - I romani chiamavano lʼalbicocco il “pesco dellʼArmenia” perché la ritenevanouna pianta originaria di quelle terre.
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Albicocche divarietà “Portici”,aromatiche esuccose
Varietà “Bellad’Imola”
Susino o Prugno
Il P. domestica, capostipite delle principali varietà attuali, è una pianta colti-vata in Europa fin dallʼanno 1000. Nei nostri boschi è presente allo statoselvatico un suo antenato, il prugnolo, pianta spontanea e spinosa. A seconda dellʼarea di origine, le varie specie esistenti vengono raggrup-pate in 3 categorie: le specie euro-asiatiche, a loro volta suddivise in:- susini europei (P. domestica) a cuiappartengono le cultivar europee; - susini siriaci (P. insititia) con i gruppidelle Damaschine; - mirabolani (P. cerasifera), spontaneiin Asia Minore e usati come portain-nesto per lʼalbicocco. Vi sono poi i susini cino-giapponesi(P. salicina e P. simoni) e gli ameri-cani (P. americana).Proprietà - Contengono zuccheri, vi-tamina A, B e C in discreta concen-trazione, ferro, calcio, fosforo,magnesio, potassio, sodio e manga-nese. La susina è un frutto dalle mol-teplici caratteristiche: è energetico,stimolante, diuretico, disintossicante e decongestionante epatico. Eʼ un ot-timo alimento per bambini e per chi pratica dello sport. Ha buone proprietàlassative, grazie alla presenza della difenil-isatina, una sostanza chesvolge una funzione stimolante a livello intestinale. Il frutto secco esalta ul-teriormente le proprietà lassative. Rispetto al frutto fresco, le prugne es-siccate hanno una superiore apporto calorico e una maggiore concen-trazione di zuccheri e sali minerali ma contengono meno vitamine.Le foglie del susino, usate in decotto, hanno proprietà diuretiche, lassa-tive, febbrifughe e vermifughe. Botanica - I susini sono in genere piante rustiche, robuste, facili da colti-vare, che non si ammalano facilmente e che, in pochi anni, danno buoniraccolti. Sono piante di medie dimensioni, raggiungono i 5-10 m dʼaltezza,con tronchi dalla corteccia scura e rami di colore grigiastro. I fiori, autofer-tili, sono uniti a 2, hanno 5 petali bianchi e si aprono prima della comparsadelle foglie; queste sono ovali a margini seghettati. Si può affermare che le varietà coltivate sono il risultato di incroci e sele-zioni innestati poi su varietà selvatiche.Piantagione – Il comportamento delle piante di susino varia molto se-condo le varietà: va da assurgente a molto espanso. Le forme di alleva-mento sono analoghe a quelle delle altre drupacee ma le varietàassurgenti non sono adatte a forme a vaso mentre quelle espanse malsopportano la piramide. La messa a dimora si effettua dallʼautunno fino amarzo con astoni di un anno di innesto distanziati di 4-5 metri lʼuno dallʼal-
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Prunus domestica,P. salicina
e P. simoniFam. Rosaceae
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Abbondante frut-tificazione di unsusino in Liguria,non lontano dalmare
tro; distanze maggiori servono se sono coltivati avaso o a forma libera.
Il susino predilige il clima temperato; in generequelli europei si adattano più facilmente graziealla fioritura tardiva mentre quelli cino-giappo-nesi, a fioritura più precoce, non sono adatti alle
aree con inverni freddi e brinate tardive.I susini si sviluppano rigogliosi in terreni di medio
impasto e profondi mentre soffrono in quelli asciuttie poco profondi. Si adattano anche a quelli argillosi,
ben drenati, e resistono allʼeccesso di calcare.Portainnesti – Il susino viene normalmente innestato su mirabolano da
seme oppure su cloni selezionati dello stesso come il 29C, adatto ancheper le varietà vigorose coltivate in terreni fertili.Cure colturali – Irrigazione: essenziale a partire dalla fioritura fino allostadio di accrescimento del frutto, senza eccedere per evitare cattiva alle-gagione, cascola in pre-raccolta e spaccatura dei frutti.Concimazione: ogni anno, a partire dal 3° anno dʼimpianto, è consigliabileconcimare con Bayfolan Multi Orti & Giardini alla dose di 20 g/m² primadella fioritura, un mese prima della raccolta e a fine inverno. Al momento
dellʼimpianto si di-stribuisce BayfolanMulti Orti & Giar-dini alla dose di 50g per piante di 1anno, mescolandolocon la terra di riem-pimento della buca.Il susino è abba-stanza sensibile allecarenze di azoto.Diradamento: limita-tamente agli annicon produzioni ele-
vate si può rendere necessario il diradamento dei frutti, lasciandone suirami uno ogni 10-15 cm e diradando quelli sui dardi.Potatura: il susino produce su mazzetti di maggio e rami misti di 1-8 anni.Durante il riposo vegetativo necessita di una potatura adeguata alla vigo-
Varietà “BlackAmber”
Varietà “OctoberSun”; a destra Grossa di Felisio(Empress)
Maggio-Luglio Maggio-Giugno Luglio-Settembre
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DIRADAMENTO RACCOLTAPOTATURA VERDE
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ria della pianta con eliminazionedi rami soprannumerari e rinnovoo accorciamento dei dardi frutti-feri. Con eccesso di vegetazione,in estate, è necessario interve-nire anche con la potatura verde.Frutti – I frutti sono delle drupepruinose di un colore che va dalverde al giallo al rosso al viola-ceo, dalla forma oblungo-ovoi-dale molto variabile secondo levarietà. Le cultivar giapponesi maturano tra metà giugno efine di ottobre, mentre quelle europee da fine luglio a settem-bre. Il sapore dei frutti è lievemente acidulo, per la presenza diacido malico.Varietà – Fra i susini europei ricordiamo:- “Grossa di Felisio”, detta anche “Empress”, una pianta mediamente vigo-rosa, auto incompatibile, con frutti grossi color viola scuro, molto zucche-rini;- “Sugar Top” ha vigoria medio-elevata ed è autofertile. Il frutto, di mediapezzatura e colore violaceo, è aromatico, molto dolce e gustoso; - “Regina Claudia”, antiche varietà molto apprezzate per le qualità gusta-tive.Le varietà cino-giapponesi possono essere gialle, rosse o nere. Fra legialle ci sono “Golden Plumza”, vigorosa, produttiva, auto incompatibile,con frutti grossi di ottimo sapore e “T.C. Sun”, mediamente vigorosa, par-zialmente auto-incompatibile, con frutti grossi di ottima qualità gustativa.Fra le rosse, auto-incompatibili, segnaliamo “Fortune”, di media vigoria,con frutti grossi dal sapore medio e “October Sun”, vigorosa, con frutti suc-cosi di ottimo sapore. Nere sono “Angeleno”, molto vigorosa e produttiva e“Black Amber”, pianta di media vigoria, auto-incompatibile, con frutti grossidi buon sapore. Raccolta - Le prugne vanno raccolte man mano che maturano e si stac-cano facilmente dal ramo, prima che diventino troppo molli, possibilmenteavendo cura di non asportare la pruina che le avvolge.Conservazione - Si prestano per preparare ottime marmellate e gelatine epossono essere essiccate.AvversitàAfidi, cidia. Batteriosi
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Curiosità – In Cina le ragazze da marito contano le prugne mature rimaste sullʼalberoper calcolare quando arriverà uno sposo anche per loro.
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Varietà giallacino-giapponese“Golden Plumza”
CiliegioIl ciliegio è una pianta di origine asiatica, diffusa in Europa fin dai tempi an-tichi, considerato in grado di guarire le malattie. Il fiore da noi è simbolo dieducazione e di cortesia, in Giappone della grazia, della modestia e del-lʼintegrità morale e in Cina della fragilità e della bellezza femminile.Proprietà – Le ciliegie sono dissetanti, ricche di flavonoidi (utili contro i ra-dicali liberi), di fibre, di vitamine A e C e di calcio e fosforo. Sono adattenelle diete in quanto hanno un indice di sazietà mediamente elevato. Igambi delle ciliegie hanno proprietà diuretiche, depurative, drenanti e rin-frescanti e vengono utilizzati per decotti, tisane e sciroppi.Botanica - Il ciliegio si può classificare in due specie diverse: il ciliegio afrutto dolce (P. avium) e il ciliegio a frutto acido (P. cerasus) di cui trattiamonel box. Il ciliegio dolce è suddiviso in due gruppi: le duracine o duroni con i fruttidalla polpa dura e le tenerine, per la polpa molle e succosa. Le duracinesono piante maestose che possono superare gli 8 m sia di altezza che di
diametro, mentre le tenerine hanno dimensioni più contenute e una cre-scita più lenta. I fiori sono bianchi, con 5 petali leggermente sovrapposti eriuniti in mazzetti di 6-10 elementi; compaiono prima delle foglie, grandi eovali. La fioritura si ha in marzo-aprile.Piantagione – Il ciliegio si pianta, come astoni di 1 anno di innesto, in ge-
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Prunus avium ePrunus cerasusFam. Rosaceae
Ciliegie di varietà“Skeena” e, adestra, “Satin”,entrambe moltoresistenti allaspaccatura
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Ciliegio acido (P. cerasus) - Le ciliegie acide, conosciute come amarene, visciole emarasche sono poco diffuse perché si prestano quasi esclusivamente ad essere impie-gate nellʼindustria o usate in cucina per la preparazione di succhi e confetture. Le ama-rene sono piante di scarso sviluppo con rami pendenti e foglie piccole, i frutti sono dicolor rosso intenso con polpa chiara. Le visciole hanno i rami dritti, foglie molto grandi efrutti rosso brillante, dal sapore dolciastro; sono utilizzate anche per il consumo fresco.Le marasche sono piante di taglia piccola e piccole sono anche le foglie e i frutti. Lamaggior parte delle varietà di ciliegio acido sono autofertili. Il ciliegio acido va piantato ad una distanza minima di 3-5 m dalle altre piante.
nere dallʼautunno a marzo, distanziandolo di almeno 5-7 m dalle altrepiante perché bisogna tener conto del suo grande sviluppo e che resteràproduttivo anche per 100 anni. Eʼ una pianta caratteristica delle zone a clima temperato che tollera moltobene la siccità e il freddo, non il caldo estivo e le piogge intense durante lafioritura. Nel nord Italia sono consigliabili le varietà duracine mentre nelsud le tenerine.Per quanto riguarda il terreno sono consigliati quelli sciolti e profondi men-tre sono da evitare quelli argillosi. Mal sopporta i ristagni dʼacqua.Portainnesti – I portainnesti più usati sono il franco, il megaleppo e la suaselezione “SL64”. Il franco da notevole vigore e sviluppo alla pianta; prefe-risce terreni sciolti, profondi e drenanti. Il megaleppo (P. mahaleb) conferi-sce sviluppo ridotto e si adatta anche a terreni ciotolosi e calcarei,frequenti in collina. Il vigore è inferiore al franco ma la produttività è supe-riore. LʼSL64 è da preferirsi per la vigoria inferiore al franco. Non è adattoai terreni asfittici e pesanti. Nuovi ibridi sono stati introdotti per impiantinani: “Gisela” 5 e 6, “PHLC” e “Ma x Ma 14”.Cure colturali Irrigazione: in caso di mancanza di piogge, soprattutto nel periodo cheprecede e segue la raccolta, occorre irrigare moderatamente.Concimazione: si effettua a inizio e a fine primavera impiegando BayfolanMulti Orti & Giardini alla dose di 30 g/m² dopo lʼallegagione, 20 g/m² ainizio estate e 30 g/m² a fine inverno. Al momento dellʼimpianto si distribui-sce Bayfolan Multi Orti & Giardini alla dose di 50 g per piante di 1 anno,
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Primavera-Estate Fine maggio-Luglio Dopo la raccolta
Ciliegie di varietà“Early Lory Ear-lise” e a destra“Ferrovia”
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CIMATURA RACCOLTA POTATURA
mescolandolo con la terra di riempimento della buca.Il ciliegio è abbastanza sensibile alle carenze di azoto; è consigliabile di-stribuire ogni 2 anni del letame. Potatura: il ciliegio è una pianta che produce sui mazzetti di maggio e suirami misti. Va potata il meno possibile, in particolare in autunno e in in-verno, per evitare abbondante formazione di gomma. Durante il periodovegetativo, subito dopo la raccolta dei frutti, se necessario si possono ef-fettuare i tagli di ritorno dei succhioni. Per ridurre lo sviluppo vegetativo,quando la pianta cresce troppo, e migliorare lʼinduzione a fiore si accor-ciano o si cimano i getti laterali.Frutti – I frutti sono piccoli, globosi, sorretti da un lungo peduncolo; hannoun colore che va dal rosso vivo al quasi nero, secondo le varietà. La pro-duzione inizia verso il 7°-8° anno. Le varietà di ciliegio sono autosterili percui la produttività è legata alla fecondazione incrociata.Varietà – “Ferrovia”, pianta di vigoria elevata, portamento assurgente conproduttività medio-alta. Il frutto è di grossa pezzatura, con buccia rossobrillante, e buona qualità gustativa. “Kordia”, di media vigoria con produtti-vità medio-elevata e costante. I frutti, con buon sapore, sono di pezzaturamedio-elevata. “Samba”, di produttività media; ciliegie con polpa croccantee succosa, di buon sapore. Fra le ultime a maturare vi è “Lapins”, con vi-
goria medio-elevata, produttiva, autocompatibile.Ha frutti medio-grandi con buccia rosso scurobrillante, succosi e con buone caratteristiche gu-stative; “Regina” con frutti di buona qualità. Ot-timo il comportamento vegeto-produttivo suportinnesti nanizzanti e “Skeena”, varietà auto-fertile con alberi mediamente vigorosi, a porta-mento intermedio; frutti di pezzatura elevata ebuon sapore.Raccolta – Le ciliegie maturano tra il 20 maggio
e il 20 luglio, secondo le varietà. La prima è la “Early Lory” e lʼultima è la“Late Lory”.Conservazione - Le ciliegie non possono essere conservate fresche senon per pochi giorni. Sono ideali per essere candite, conservate sotto spi-rito o per farne marmellate.AvversitàAfidi, cocciniglie, “mosca delle ciliegie”.Corineo, ruggine, monilia.
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Curiosità - Il ciliegio ha un legno duro di colore giallo-rossiccio o rosso-bruno con varievenature, simile al mogano; è utilizzato per stipetti e mobili, ma anche da tornitori ed eba-nisti.I bachi che si possono trovare nelle ciliege vengono chiamati “giovannini” perché tradizio-nalmente si riteneva che il 24 giugno, S. Giovanni, fosse il termine ultimo per gustarequesti frutti.
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Ciliegie di varietà“Samba”
ViteLa Vitis vinifera è conosciutacome vite europea ma non è noto esattamente lʼareale di pro-venienza. Le origini della vitesono antecedenti alla comparsadellʼuomo sulla terra tanto chenei travertini dellʼItalia centralesono stati ritrovati vinaccioli di vitiselvatiche risalenti al quaternario.Nella prima metà del 3° millennioa.C. la vite veniva già coltivatacome dimostrano alcune scritturesumeriche di quellʼepoca. Semirisalenti allʼetà del bronzo sonostati rinvenuti un poʼ ovunquenellʼItalia settentrionale. Virgilio descrive le “Labrusca”, cioè le viti selvati-che, come piante che vivevano sulle rocce. I ritrovamenti di vinaccioli di V.vinifera sativa, la specie che comprende le viti oggi coltivate, la fanno risa-lire allʼetà del ferro. Si ritiene che la vinificazione sia iniziata per operadegli etruschi con la V. vinifera silvestris a partire dal VII secolo a.C. edesistono raffigurazioni in tal senso sui vasi. A Roma e nel Lazio, invece, laviticoltura si diffuse più tardi. Proprietà – Lʼuva si impiega per il consumo fresco o per la produzione divino. Serve anche per ottenere succhi, distillati come le grappe e può es-sere seccata. Il decotto di foglie viene usato come astringente.Botanica - La V. vinifera comprende due sottospecie, la V. vinifera silve-stris (viti selvatiche) e la V. vinifera sativa (viti coltivate).La vite ha fusto, detto anche ceppo, esile e contorto a portamento rampi-cante per cui si adatta facilmente ai diversi tipi di coltivazione. I rami sonodetti tralci quando sono lignificati e pampini quando sono erbacei. I tralcisono costituiti da nodi e internodi.Le foglie della vite sono semplici e alterne. La vite possiede dei viticci,detti anche cirri, organi erbacei che durante lʼestate si avvolgono a soste-gni, come ad esempio dei fili, per poi lignificare in autunno.La vite produce infiorescenze con un numero di fiori molto variabile, anche100. I fiori hanno 5 petali. La forma dei grappoli varia a seconda della va-rietà.La vite viene allevata per produrre uva da tavola oppure da vino.Piantagione – Lʼimpianto andrebbe fatto in autunno e comunque entromarzo, mettendo a dimora le barbatelle innestate di 2 anni. Le piantinevanno protette da possibili gelate coprendole con della terra o della pla-stica. Premesso che la vite è una specie incapace di stare in piedi da sola,viene allevata in moltissimi modi fra cui lʼalberello, la spalliera, il cordonesperonato e la pergola che hanno tutti lo scopo di sorreggerla, ottenere la
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Vitis viniferaFam. Ampelidacee
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Un piccolo vi-gneto familiare.Per proteggerlodalla grandineoccorre coprire ifilari con reti
maggiore esposizione alla luce, aumentare lʼarieggiamento ai grappoli efacilitare la potatura e la raccolta. La vite si adatta a moltissimi climi purché posta in pieno sole, essendo unapianta tipicamente eliofila: la radiazione solare è un fattore determinanteper lʼepoca di maturazione dellʼuva e il suo grado zuccherino. Per quantoriguarda le temperature si hanno danni con -15°C in inverno e i -5°C incaso di brinate tardive, motivo per cui le viti non possono essere coltivatea oltre 1000 m di altezza. La vite predilige i terreni di medio impasto con pH tra 6,5 e 7,5 mentre sa-rebbero da evitare quelli sabbiosi e argillosi. I terreni sassosi sono indicatiper le uve da tavola che ne traggono beneficio e danno grappoli con acinigrossi e croccanti.Sistemi di allevamento e potatura - Lʼalberello è un sistema di alleva-mento adatto alle zone calde; ha un tronco alto da 20 cm a un metro, ingenere senza tutore dopo i primi annidʼimpianto, da cui partono 2-4 branchecon alcuni speroncini che vengono rinno-vati tutti gli anni. Si piantano al centro diun quadrato di 1,2-2 m di lato. I grappolidʼuva sono quasi a livello del terreno.Il sistema a spalliera, denominato anche
sistema Guyot,di cui esistonodiverse varianti,è una strutturasorretta da filitesi tra dei pali:sui pali si fissa iltronco, unceppo alto circa80-100 cm, dacui si alleva untralcio a frutto euno sperone. Ilprimo si taglia a6-12 gemme, sifissa sul filo esarà lʼunico tral-
ALLEVAMENTO ALLEVAMENTO RACCOLTA
Primo anno Giugno-Luglio Agosto-Ottobre
SISTEMA CORDONE SPERONATO
SISTEMA GUYOT
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cio uvifero che dalla primavera darà origine aigrappoli; il secondo si pota a 2 gemme che da-ranno origine al tralcio fruttifero e allo speroneper dellʼanno successivo. Le viti si piantano auna distanza di 1,3-1,8 m una dallʼaltra.Il sistema Sylvoz è adatto ai terreni fertili. Ilceppo si fa arrivare a 180 cm di altezza e sipiega per formare un cordone orizzontale per-manente lungo 2-3 metri che si fissa al filo cen-trale dellʼimpalcatura. Su di esso sono presenti6-8 tralci uviferi con 10-12 gemme; questi tralcivanno piegati verso il basso e legati al filo infe-riore. Sulle curvature deglisperoni si formano dei ger-mogli che si legano al filo su-
periore e servono per lʼanno successivo. Le viti vannopiantate a 2-3 metri di distanza le une dalle altre. Nellapotatura di produzione si elimina il ramo ad archetto cheha fruttificato e si alleva un tralcio nato sulla curvatura.Il cordone speronato è un sistema a cordone perma-nente e si presenta particolarmente semplice da mante-nere e, dal 4° anno, non necessita più di legature. Ilfusto si fa arrivare a 70 e 110 cm di altezza e si piegaper formare un cordone orizzontale permanente lungo1,2-1,5 m che si fissa al filo inferiore dellʼimpalcatura.Su di esso sono presenti speroni fruttiferi ogni 25-30cm; il secondo e il terzo filo servono per legare la vege-tazione dellʼanno. Con la potatura di produzione si elimi-nano gli speroni e i relativi tralci che hanno prodottomentre il tralcio che si è formato alla base dello speronesi pota a 2-3 gemme. La distanza sulla fila va da 1,5 a2,5 m tra pianta e pianta. La pergola, di cui esistono va-rianti in ogni regione dʼItalia, è formata da due strutture di sostegno, unaverticale e una orizzontale o obliqua, posta a 1-2 m da terra; su questʼul-tima si tendono i fili alla distanza di mezzo metro lʼuno dallʼaltro. Sui fili alti,lungo il filare, vengono legati cordoni permanenti e la nuova vegetazionementre i capi fruttiferi, da sostituire ogni anno, vanno distesi sul tetto. La vite produce sui rami dellʼanno, in pratica sui tralcinati da gemme miste dellʼanno precedente.Portainnesti – La vite si moltiplica bene per talea ma, acausa della fillossera, dalla fine del XIX secolo viene in-nestata su piede americano. Fra i portainnesti si distin-guono “Kober 5BB”, ottimo per terreni fertili, “420A” perzone asciutte di collina, “140 Ruggeri” e “1103 Paulsen”per terreni siccitosi e calcarei.Cure colturali - Il terreno va tenuto libero con periodi-che lavorazioni, nellʼinterfila ma diserbato lungo il filare.Irrigazione: la pianta di vite richiede irrigazioni solo nel
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SISTEMA SYLVOZ
SISTEMA A PERGOLA
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Sistema di alle-vamento ad al-berello in unazona ventosa. Lepiante sono pro-tette da murettidi pietra
caso di grave siccità. Frequenti piogge possono favorire malattie funginecome la peronospora in primavera e la botrite nel periodo che precede laraccolta. Concimazione: la concimazione è di fondamentale importanza nella col-tura della vite; si effettua a partire dalla ripresa vegetativa impiegandoBayfolan Multi oppure Bayfolan Multi Orti & Giardini alla dose di 3-4 kgper 100 m² per le uve da vino e 6-7 kg per 100 m² per le uve da tavola;dopo lʼapplicazione interrare leggermente il concime ed effettuare una leg-gera irrigazione. Questo trattamento nutre la pianta in modo equilibratoper 4 mesi. In alternativa utilizzare Bayfolan Pro Universale ogni 2-3mesi. Al trapianto i medesimi prodotti si utilizzano alla dose di 100-150 gper buca ma è sempre consigliabile usare anche del letame. Utile è il so-vescio di leguminose.Cimatura: operazione di eliminazione degli apici che serve a migliorarelʼafflusso degli zuccheri verso i grappoli; si effettua a fine giugno per favo-rire la crescita di femminelle o entro agosto, allʼinvaiatura, asportando gliapici in modo più soft, cercando di lasciare più foglie possibile.
Frutti - Il frutto della vite è lʼacino,una bacca costituita dalla buccia,dalla polpa e da un endocarpo checontiene i semi. Il grappolo, formatodagli acini, ha forma, dimensione ecolore variabile a seconda della va-rietà.Varietà - Sono centinaia le varietà diuve da vino coltivate in Italia. Fra lebianche ricordiamo Albana, Moscato,Pinot, Prosecco, Riesling, Tocai,Trebbiano e la Vernaccia; fra le rosseBarbera, Cabernet sauvignon, Dol-cetto, Lambrusco, Marzemino, Melot,Nebbiolo, Pinot e Sangiovese.
Uve da tavola divarietà “Italia” e“Garganica”
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Uve bianche davino: da sinistraChardonnay,Riesling e Pinotbianco
Curiosità - Tra il 1858 e il 1862 arrivò in Europa dal Nord America lafillossera della vite (Viteus vitifolii), un afide radicicolo che in pochissimianni si diffuse in tutto il vecchio continente distruggendo tutti i vitignieuropei. La diffusione in Italia, a partire da Como e da Milano nel1879, fece strage di vigneti dalle Alpi alla Sicilia. A fine ʻ800 il pro-blema fu gravissimo e venne brillantemente risolto con un metodoagronomico: innestando le viti europee su piede di vite americana lecui radici non sono sensibili alle punture del parassita.
Anche le uve da tavola sono moltissime, le principali sono lʼ”Italia”, otte-nuta dal prof. Pirovano nel 1911; ha grappoli bellissimi, acini grossi, gu-stosi e croccanti e ottima conservabilità, la “Regina”, dalle originiantichissime, color giallo dorato, con acini grossi, dolce e ottima al gusto ela “Red Globe”, una varietà che si presenta con grappoli grandi, lʼacino ègrosso, ha forma sferica e colore rosato. Il sapore è dolce. Eʼ moltoresistente e si conserva facilmente. Meritano di essere ricordate anche il“Pizzutello Bianco” con acini medio-grandi, di colore giallo-verdastro ogiallo-dorato, dolce e molto gradevole e la “Baresana” o “Imperatore”,unʼottima cultivar di origine antichissima con acini molto grossi, di coloregiallo dorato chiaro e polpa piuttosto croccante e succosa.Non vanno dimenticate le uve apirene, cioè senza semi, bianche e rosse.Raccolta – Lʼuva va raccolta quando gli acini sono maturi, tagliando ilgrappolo al peduncolo oppure lasciandogli 10-20 cm di tralcio. Si usano lenormali forbici oppure le forbici ad anello. Conservazione – Lʼuva deperisce facilmente dopo la raccolta e va con-servata in frigorifero dove può durare anche 7-8 settimane. Per anticipareo ritardare la raccolta delle uve da tavola si coprono i filari con un telo diplastica.AvversitàOidio, botrite, peronospora. Tignola dellʼuva, tignoletta dellʼuva, cicaline, tripidi, ragno rosso e giallo.
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Uve rosse davino: da sinistraPinot nero, Mer-lot e CabernetSauvignon
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OlivoLʼolivo ha una storia antichissima: fu la prima piantaad essere selezionata dallʼuomo. Secondo la leg-genda, dopo il diluvio universale, una colomba portòsullʼArca a Noè un rametto dʼolivo come segno dipace.Originario della regione sud caucasica, è certo che lʼo-livo si coltiva da almeno 7000 anni; è giunto nellʼareamediterranea per opera dei fenici. Minosse, re diCreta, e successivamente i re di Micene, svilupparonola produzione di olio che, diventato una merce moltopregiata, esportarono a caro prezzo in Italia meridio-nale, in Sicilia e in Sardegna. In queste zone, intornoal 1500 a.C., con lʼolio arrivò anche lʼolivo ma la veradiffusione di questa pianta si ebbe solo a partire, più omeno, dallʼepoca della fondazione di Roma, quandomercanti fenici e greci, oltre a vendere lʼolio a Etruschied Italici, iniziarono a insegnare le tecniche di coltiva-zione dellʼolivo e di estrazione dellʼolio.Le piante secolari sono grandi e con fusto contorto che può avere una cir-conferenza anche di 6 m. Fra questi il più famoso è quello di Getsemanisul Monte degli Ulivi a Gerusalemme che si ritiene abbia 3000 anni; piùlongevo potrebbe essere lʼolivo “della Strega” che vive a Magliano di Gros-seto, in Toscana, che si ritiene abbia ben 3500 anni.Lʼulivo ha dato un contributo importantissimo al nostro benessere e al no-stro raffinato modo di vita: fin dallʼantichità ci ha fornito luce, legno, caloree lubrificanti e si è prestato come alimento, condimento, per medicamentie profumi.Proprietà – Le olive delle varietà coltivate contengono un 18-24% di olioche viene estratto con la molitura. Lʼolio dʼoliva, povero di grassi saturi, èuno dei prodotti più antichi e importanti della nostra coltura ed è fonda-mentale nella dieta mediterranea. Ha proprietà febbrifughe, astringenti eantinfiammatorie. Si impiega anche per conservare diversi cibi come adesempio il tonno.Botanica - Lʼolivo è una pianta sempreverde a crescita molto lenta chepuò raggiungere dimensioni molto rilevanti e può avere una vita più chemillenaria grazie alla sua capacità di rigenerare dalla ceppaia lʼapparatoepigeo e ipogeo danneggiato.Il fusto è formato da un legno duro, pesante e molto profumato, con lacorteccia di colore grigio liscia nei primi anni e poi nodosa, scura. Lʼapparato radicale è superficiale, la chioma ha forma conica ed irrego-lare. Le piccole foglie sono lanceolate, coriacee con la pagina inferiore gri-gio-argentea e quella superiore di colore verde. I fiori sono piccoli eabbondantissimi, biancastri, con 4 petali, riuniti in minuscoli grappoli di 10-15 fiori che formano unʼinfiorescenza detta “mignola”. Lo sviluppo delle infiorescenze ha inizio in aprile ma la fioritura vera e pro-
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Olea europaeaFam. oleaceae
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Una pianta diolivo è molto de-corativa in ognigiardino
pria si ha tra fine maggio e lʼinizio di giugno. Lʼimpollinazione è anemofila.Alternanza - In olivicoltura un fattore molto importante è lʼalternanza diproduzione, cioè il fatto che un anno le piante producono molto e il suc-cessivo molto poco. Le cause sono molteplici e legate fra loro; innanzituttola predisposizione della cultivar, poi le condizioni climatiche, potature sba-gliate, concimazione inadatta, attacchi parassitari, in particolare dellamosca dellʼolivo e, non ultimo, il ritardo nella raccolta dei frutti. Per supe-rare questo problema è consigliabile intervenire con la potatura, anchestraordinaria, irrigare e concimare durante lʼanno, effettuare unʼefficacelotta antiparassitaria e anticipare la raccolta.Piantagione – Si effettua in marzo, subito prima della ripresa vegetativa,dopo una lavorazione profonda del terreno; si mettono a dimora gli astoniinnestati o anche i polloni provvisti di radici. Ogni pianta necessita di 30-40m² di spazio. I primi frutti si possono avere già dopo tre anni. Lʼolivo predilige un clima temperato-caldo con ridotte precipitazioni maelevata illuminazione; mal sopporta lʼeccessiva siccità, i ristagni idrici nellazona interessata dalle radici e lunghi abbassamenti di temperatura in inverno.Si adatta a ogni tipo di terreno, anche calcareo, ma preferisce quelli scioltio di medio impasto.Portainnesti – Un tempo si utilizzava come portainnesto lʼolivo selvaticomentre oggi si utilizzano cultivar rustiche e vigorose, gli olivastri, ottenutida semi di piante coltivate o da talea. Cure colturali Irrigazione: per lʼolivo lʼirrigazione non è indispensabile ma è consigliabilesoprattutto nei primi anni dʼimpianto e nel periodo estivo; carenze di acqua
possono ridurre le produzioni. Concimazione: si effettua durante la fase vegetativa impie-gando Bayfolan Multi oppure Bayfolan Multi Orti & Giar-dini alla dose di 2-2,5 kg/pianta in produzione. Questotrattamento nutre la pianta in modo equilibrato per 4 mesi.In alternativa utilizzare Bayfolan Pro Universale ogni 2-3mesi. Al trapianto i medesimi prodotti si utilizzano alla dosedi 10-30 g per buca da 30 cm per arrivare ai 40-80 g perbuche da 60 cm. Eʼ sempre consigliabile usare anche delletame.Potatura: la potatura si deve effettuare a fine inverno, primache la pianta entri in vegetazione. Lʼolivo produce sui ra-metti a frutto di un anno lunghi da 25 a 50 cm che vanno
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Primavera-Estate Fine Maggio-Luglio Dopo la raccolta
ELIMINAZIONE DEI RAMI ESAURITI
SPOLLONATURA DIRADAMENTO POTATURA
scelti e conservati; vanno eliminati invece il maggiornumero di rametti a legno, quelli a direzione verticalee quelli secchi o danneggiati. La potatura deve mante-nere il massimo equilibrio fra chioma e rami e devefare in modo che questi ultimi possano godere dei be-nefici del sole.Frutti – I frutti, le olive, sono drupe carnose di formaovoidale, con un seme, il nocciolo, duro e legnoso.Lʼoliva è lʼunico frutto dal quale si estrae un olio, infattila polpa, o mesocarpo, ne contiene il 25-30%.Varietà – Normalmente le cultivar sono classificate, inrelazione alla destinazione del frutto, in varietà da mensa e varietà da olio,tenendo comunque presente che tutte le cultivar possono essere utilizzateper entrambi gli impieghi.- Varietà da mensa – Fra queste ricordiamo lʼ”Ascolana tenera”, coltivatain tutta Italia, pianta vigorosa dalla drupa grossa e polposa, la “Dolce diCerignola”, presente in Puglia, mediamente vigorosa e con frutti grossi ela “Nocellara etnea”, siciliana, vigorosa, con frutto grosso e maturazionetardiva.- Varietà da olio - Annoveriamo, fra le tante, la “Frantoio”, diffusa in To-scana con frutto grosso, polposo e ricco di olio, la “Leccino”, presentenellʼItalia centrale, con frutti grossi e carnosi, da cui si ricava un olio dibuona qualità e la “Coratina”, presente in Puglia con frutto grosso, e pro-duzione elevata ma alterna.Raccolta – Le olive non hanno un periodo di raccolta ben precisa sia perle differenze tra cultivar e cultivar, sia perché molte varietà sono a matura-zione scalare; in genere si effettua a ottobre per il consumo fresco e trametà ottobre e gennaio per produrre olio.Le olive da olio si raccolgono quando i frutti sono maturi mentre quelle datavola sia prima che dopo lʼinvaiatura, in funzione delle lavorazioni cheverranno effettuate in seguito, per poter essere consumate.Le olive dovrebbero essere raccolte precocemente, ma mature, perchéhanno sapore più gradevole, acidità più bassa e resa in olio migliore.Conservazione. Le olive da mensa, per poter essere consumate, neces-sitano di alcuni trattamenti, la deamarizzazione e il lavaggio. Lʼolio, per es-sere conservato correttamente, deve essere preservato dalla luce, dalcalore e dallʼossigeno dellʼaria. AvversitàMosca dellʼolivo, tignola, cocciniglie. Occhio di pavone.
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Curiosità - Il Monte Testaccio, a Roma, in prossimità del Tevere, alto 36 metri e con unasuperficie di ben 22.000 m², ebbe origine durante i primi secoli dellʼImpero Romano per ilfatto che vi venivano ammucchiate le anfore rotte utilizzate per portare a Roma lʼoliodalla penisola iberica, allora il maggior produttore. Lʼolivo è sempre stato simbolo di castità e nel medioevo veniva usato nelle chiese per ali-mentare le fiammelle votive mentre più tardi, intorno al 1500, si pensava che questa pianta,per produrre abbondanti frutti, dovesse essere piantata e coltivata da donne vergini.
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Olive pronte perla raccolta
Agrumi (arancio, limone, mandarino)
La culla degli agrumi è lʼAsia e ci sono noti-zie scritte sugli agrumi che risalgono al2200 a.C. La patria di tutti i Citrus è lʼIndia elʼEstremo Oriente e il cedro fu il primo agiungere in Europa per opera di AlessandroMagno. In Italia, portati dai crociati, sonogiunti nellʼXI secolo arancio amaro e li-mone. Si deve ai portoghesi lʼarrivo del-lʼarancio dolce che fu introdottodallʼIndonesia nel 1520, mentre bisogna at-tendere il XIX secolo per il mandarino.Proprietà – Gli agrumi sono ricchi di vita-mine dei gruppi C e P. Il fabbisogno giorna-liero di vitamina C è di 60 mg che sale a100 per chi fuma, perché il fumo elimina
questa vitamina più rapidamente e fa aumentare la produzione di radicaliliberi. Unʼarancia contiene da 25 a 80 mg di vitamina C ogni 100 g e puòessere utile questo apporto quando si usano antibiotici nella cura delle af-fezioni di stagione. Botanica - Gli agrumi sono piante coltivateappartenenti a diversi generi, di cui i princi-pali sono Citrus, Fortunella e Poncirus. Cisoffermeremo solo al primo, il Citrus, cuiappartengono, fra lʼaltro, arancio (C. sinen-sis), limone (C. limon), mandarino (C. reti-culata), mandarancio (C. clementina),mandarino tangerine (C. tangerina) epompelmo (C. paradisi). Sono piante sem-preverdi. Limone e arancio possono rag-giungere anche i 9 m di altezza; molto piùpiccoli i mandarini. Le foglie sono lanceolate o ellittiche, intere, coriacee,articolate sul picciolo e persistono sulla pianta oltre 2 anni. Il loro colorevaria dal verde scuro delle più vecchie al verde giallastro per quelle gio-vani.Le piante da seme e quelle selvatiche hanno grosse spine accanto alle fo-
glie, mentre quelle coltivate di solito leperdono. I fiori, detti zagare, sono erma-froditi, hanno per lo più 5 petali, gran-dezza variabile da 1 a 5 cm di diametroe colore bianco. In alcune specie i boc-cioli sono variamente colorati. Cʼè unacerta attitudine alla rifiorenza.Piantagione – Eʼ consigliabile piantarein autunno piantine di 2-3 anni di inne-sto con il loro “pane” di terra. Le piante
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Pianta di cle-mentino spinoso.I frutti sono dettianche manda-ranci
I petali dei fioridegli agrumihanno l’internodi color bianco el’esterno violetto
Citrus sp. Fam. Rutaceae
Gennaio-Marzo Novembre-Aprile
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RACCOLTAPOTATURA
coltivate in vaso possono essere tra-piantate anche in primavera, se si hapoi la possibilità di irrigare. Lo spazio ri-chiesto da ogni pianta è di circa 15-25m². Per gli agrumi il clima deve essere mitecon temperature comprese tra i 13 e i30°C. Non sopportano temperature chescendano sotto i 2-3 gradi se non perbrevissimi periodi. Anche venti forti epersistenti provocano danni, soprattuttonelle zone costiere, come il dissecca-mento delle foglie e dei giovani germo-gli. Una curiosità sono i limoni del Lagodi Garda che vivono ai quasi 46° di lati-tudine nord, alle pendici delle Alpi.Il terreno per gli agrumi deve esseresciolto o di medio impasto, profondo,ben drenato e dotato di sostanza orga-nica. Non sopportano quelli troppo argil-losi o calcarei.Portainnesti – Quelli più utilizzati in Italia sono lʼarancio amaro (C. auran-tium), che permette di ottenere piante con vigore medio-alto, con buonaresistenza al gelo ed è adatto per terreni sciolti, sabbioso-limosi e moderata-mente argillosi e il limone volkameriano (C. volkameriana), per terreni scioltio sabbiosi, che permette di ottenere grandi frutti in abbondanza ma di qua-lità modesta. Altri portainnesti sono il Citrange (C. sinensis x Porcirus trifo-liata) che non da problemi di terreno, tollera moderate gelate e consenteuna produzione abbondante e di qualità e il Citrus macrophilla (un limone),introdotto da alcuni anni, induce una rapida ed abbondante produzione oltreche ai limoni, a clementini, mandarini e mandarino-simili. Per le piante colti-vate in vaso, i migliori risultati si ottengono con lʼarancio trifoliato.
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Gennaio-Marzo Ottobre-Febbraio
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Sotto, da sini-stra, aranciobiondo, aranciopigmentato“sanguinello” elimone “Mayer”
POTATURA RACCOLTA
POTATURA RACCOLTA
Cure colturali Irrigazione: gli agrumi necessitano di irrigazione, in particolar modo nel pe-riodo estivo, ma sono esigenti nei confronti della qualità dellʼacqua chenon deve avere un elevato contenuto di boro, sodio, e soprattutto di cloro,elemento presente nelle acque potabili.Concimazione: la concimazione è indispensabile; si effettua a fine inverno,alla ripresa vegetativa, impiegando Bayfolan® Multi oppure Bayfolan®Multi Orti e Giardini alla dose di 200-800 g per pianta, secondo lʼetà, finoa 4 anni. Dal 5° anno la dose è di 2-3 kg per pianta. In alternativa si puòutilizzare Bayfolan® Pro Universale ogni 2-3 mesi. Al trapianto i mede-simi prodotti si utilizzano alla dose di 100-150 g per buca.Per evitare lʼinsorgenza della clorosi ferrica, causa degli ingiallimenti fo-gliari nella fase di ripresa vegetativa o se il suolo è calcareo, si distribuiscea fine inverno Bolikel® microgranuli, prodotto a base di ferro chelato, alladose di 70-100 g/pianta effettuando 2-4 trattamenti, uno ogni 10-15 giorni.
Diradamento: su mandarino, nelle annate di elevata allega-gione, è necessario effettuare il diradamento dei frutti,
anche per evitare lʼalternanza.Potatura: producono sui rami misti di 1-2 anni, sui dardie sui brindilli. La forma di allevamento più comune èquella naturale anche se è possibile la spalliera e la per-gola; nei primi 4 anni gli interventi cesori devono essere
limitati al minimo per ottenere una struttura della piantaequilibrata e armoniosa. La potatura di produzione si effettua
dopo la raccolta e prima della fioritura tenendo conto che la fruttifi-cazione avviene sui rami dellʼanno precedente. Bisogna limitarsi ad alleg-gerire la chioma eliminando i rami secchi, quelli curvi verso il basso e isucchioni, che partono dalla parte basale delle branche più grosse; gli altrivanno solo spuntati. Su mandarino e clementino occorre diradare i rametti.Su arancio la potatura può essere pluriennale mentre per mandarino e li-mone dovrebbe essere annuale, anche per evitare lʼalternanza di produ-zione. Frutti – La fioritura si ha da febbraio-marzo allʼestate, mentre la matura-
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Da sinistra, fruttodi limone “Luna-rio” vaniglia, di li-mone a fogliavariegata e polparossa e manda-rino
Arancio “Valencia”
zione dei frutti va dallʼautunno alla primavera dellʼanno successivo.Il frutto normalmente è una bacca di forma rotonda oppure ovata, dettaesperidio, caratterizzato da una buccia spessa con la parte esterna viva-cemente colorata. La polpa è formata da cellule ingrossate a “botticella”,piene di un succo acquoso più o meno acidulo e colorato, racchiuse, coisemi, negli spicchi dellʼendocarpo. Questi variano da 5 a 12.Varietà – Arancio: fra le precoci, tutte “bionde” con frutti di discreta qualità,ricordiamo la “Navelina”, la prima a maturare e la “Washington Navel” ca-ratterizzata da frutti grossi. Le arance “pigmentate” cominciano a maturarea metà dicembre e sono la “Moro” con frutto medio e polpa succosa di co-lore rosso scuro e il “Tarocco” con frutto grosso dal sapore molto grade-vole, di cui esiste ormai un range ragguardevole di cultivar che maturanofino ai primi di giugno (cv. Messina NL C 2014). A marzo matura la bionda“Ovale”, una varietà con frutti grossi e succosi. Ad aprile abbiamo la “Va-lencia Late” che è anche lʼultima e ha polpa succosa e leggermente aci-dula.Limone: il più comune è il “Femminello” di cui esistono numerosi cloni. Ini-zia a fiorire a marzo ed è rifiorente fino a settembre; la fruttificazione, ab-bondante, è scalare e praticamente i frutti sono presenti tutto lʼanno. Altravarietà è “Interdonato” con frutto grosso, poco succoso ma precoce.Mandarino: diffusissima è la varietà “Mandarino di Palermo o di Paternò”detta anche “Avana”, da cui è stata ottenuta anche una selezione apirena.Matura proprio per Natale. I frutti, dalle pregevoli caratteristiche organolet-tiche, hanno buccia di color giallo avana, diametro di 5/6 cm e, se lasciatisullʼalbero, perdono rapidamente il turgore. Eʼ una varietà soggetta ad al-ternanza di produzione. Il “Tardivo di Ciaculli” è una mutazione gemmaria
Curiosità - Come spremere al massimo un frutto? Si schiac-cia leggermente prima di spremerlo. Per conservare un limone già tagliato si può appoggiare laparte esposta su un piattino cosparso di sale e mettere iltutto in frigo.
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A sinistra, man-darino “Tardivodi Ciaculli” e adestra esemplaredi limone in vaso
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di Avana, con frutto molto simile, ma più piccolo; matura a fine febbraio-marzo. Altra varietà è il “Satsuma Miho” molto rustica e precoce: il frutto vaconsumato già in ottobre, quando la buccia è ancora verde. Clementine o Mandarancio: ibrido di mandarino e arancio amaro, maturagià alla fine di Ottobre. I frutti arancioni hanno polpa dolce, ricca di succo(oggi sono molte le varietà apirene). Numerose le varietà, le più note sono“Monreal”, “Di Nules” e “Oroval”.Tangerine: ibrido fra mandarino e arancio, di aspetto molto bello, che siraccoglie in febbraio-marzo. Il sapore dei frutti è inferiore alle aspettative.Mapo: sono ibridi tra mandarino e pompelmo. Il frutto è piriforme, di colorearanciato molto chiaro. Matura a metà ottobre e ha sapore gradevole.Raccolta – Gli agrumi si raccolgono quando i frutti sono maturi in quanto,esclusi i limoni, non possono completare la maturazione dopo la raccolta.Eʼ consigliabile staccarli dallʼalbero quando non sono più umidi per la ru-giada notturna.Conservazione - Vengono consumati prevalentemente freschi. Sono im-piegati per succhi di frutta, marmellate e per preparare canditi e anchenelle cioccolate.AvversitàCocciniglie, minatrice serpentina, afidi, mosca.Fitoftora, antracnosi.
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Coltivazione in vasoGli agrumi si prestano moltobene ad essere coltivati in vasotanto che, nelle zone con invernirigidi, si allevano proprio in vasoper poterli porre al riparo, inserra fredda, durante i mesi piùfreddi. Gli agrumi vanno posizio-nati in luoghi molto luminosi, conalmeno 4-6 ore di sole diretto algiorno e privi di vento. In estate èconsigliabile ombreggiarli legger-mente durante le ore più caldedella giornata.Il vaso deve essere capiente e ildrenaggio perfetto. Sul fondo è
necessario uno strato di perlite e il terriccio deve essere sciolto.La concimazione si effettua al rinvaso con Baycote® Agrumi alladose di 3,5-7 g/litro di terriccio, mescolandolo con esso. Sui vasi si di-stribuisce alla dose di 10-20 g per vaso di diametro 50 cm. Baycote®
Agrumi nutre le piante in modo equilibrato per 6 mesi. In alternativasi può impiegare il concime liquido Bayfolan® Agrumi alla dose di untappo in 4 litri dʼacqua ogni settimana in primavera e due volte almese nelle altre stagioni.
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Agrumi in vaso aornamento delgiardino di unaantica villa
KiwiLʼActinidia chinensis, comunemente detta kiwi,è una pianta originaria della Cina. Consideretain Europa una curiosità botanica nel XIX secolo,vi si è diffusa a partire da metà del XX secolo.Oggi lʼItalia è il maggior produttore di kiwi.Proprietà – Il kiwi ha un elevato contenuto divitamina C, circa 85 mg per 100 g di polpa. Eʼricco di potassio, fosforo e magnesio e svolgeunʼazione dissetante, rinfrescante, diuretica edepurativa e favorisce le difese naturali dellʼor-ganismo. Eʼ consigliato in molte diete in quantola pectina in esso contenuta crea senso di sazi-età. Su molte persone i frutti hanno un certo ef-fetto lassativo. Botanica - Eʼ una pianta rampicante, che raggiunge i 10 metri di altezza.Le foglie sono cuoriformi da giovani per diventare tondeggianti allʼiniziodella fioritura. I fiori sono color bianco-crema; quelli maschili e quelli fem-minili non si trovano sulla stessa pianta (è dioica). La fioritura avviene tragiugno ed agosto.Piantagione – Essendo una specie dioica, occorre piantare un maschioogni 6-8 femmine. Per lʼimpianto si usano barbatelle radicate e oc-corre disporre di una struttura di sostegno del tutto simile a quellausata per le viti. Lʼepoca dʼimpianto migliore è novembre.Eʼ una pianta rustica, adatta al clima temperato e si adatta sia alcaldo che al freddo; ama le zone soleggiate. Necessita del freddoinvernale, ma teme le gelate, specie se tardive. Sono da evitarezone con forte ventosità. Lʼactinidia è esigente in fatto di terreno:vuole terreni freschi, profondi e ricchi di sostanza organica. Ottimiquelli argillosi.Cure colturali - Eʼ consigliabile lʼinerbimento sotto le piante.Irrigazione: richiede sufficiente umidità; nel contempo non sopporta i rista-gni idrici: occorre un terreno ben drenato. Concimazione: la concimazione è indispensabile per il kiwi; si effettua afine inverno impiegando Bayfolan® Multi oppure Bayfolan® Multi Orti eGiardini alla dose di 100 g per m². Un secondo trattamento con una dosedi 60 g va fatto nel periodo della fioritura. In alternativa si può utilizzareBayfolan® Pro Universale ogni 2-3mesi. Al trapianto i medesimi pro-dotti si utilizzano alla dose di 100-150 g per buca. Per evitarelʼinsorgenza della clorosi ferrica sidistribuisce a fine inverno Bolikel®microgranuli, prodotto a base diferro chelato, alla dose di 70-100g/pianta effettuando 2-4 tratta-
Actinidia chinensisFam. Actinidiaceae
Novembre-Marzo Luglio Novembre
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ziAbbondanza difrutti su unapianta di kiwi
Fiori del kiwi
IMPIANTO DIRADAMENTO RACCOLTA
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menti, uno ogni 10-15 giorni. Potatura: produce sulle prime gemme dei rami dellʼanno.La potatura è simile a quella della vite. Le branche chehanno fruttificato vanno eliminate e si selezionano nuovitralci con una quindicina di gemme.Diradamento: sul kiwi è una pratica fondamentale e si ef-fettua in due tempi: durante la prima fase di sviluppo deifrutticini lasciando il solo peduncolo centrale e durante lʼac-crescimento eliminando i frutti deformati.Frutti – I frutti sono ovali e ricoperti da una peluria mar-
rone. Allʼinterno vi è un asse centrale più o meno fibroso, la “columella”,con piccoli semi scuri. Lʼimpollinazione è entomofila.Varietà – Le cv impiegate sono varie, “Abbot”, “Allison”, “Bruno” (adattaanche come portainnesto), “Ka-tuscia”, ma di tutte le varietà se-lezionate la più usata è la“Hayward”, ottenuta nel 1920 daMr. Hayward Wright. Questa va-rietà ha elevato vigore e fioriscea metà maggio. La polpa delfrutto è di colore verde. La va-rietà più precoce è la “Summerkiwi” che matura a metà settem-bre ma ha frutti piccoli. Recente-mente è stata introdotta unavarietà a polpa gialla, la “Soreli”,molto dolce e delicata.Raccolta – La raccolta si effettua a fine ottobre, primi di novembre,quando i frutti sono maturi ma può essere anticipata per raccoglierli acerbie conservati a lungo.Conservazione – Raccolti maturi si conservano 3-5 giorni a temperaturaambiente. Essendo un frutto climaterico, può essere conservato a lungoin frigorifero, in particolare se raccolto acerbo. Un segreto per farli matu-rare in casa è quello di metterli fuori dal frigorifero in un sacchetto con al-cune mele.Avversità - I gatti sono i peggiori nemici delle giovani actinidie dato che,graffiando e rosicchiando il fusto, le danneggiano anche gravemente. Il kiwi è molto resistente ai parassiti tanto che in linea di massima non oc-corre fare trattamenti antiparassitari.In casi particolari si possono verificare attacchi di cocciniglie, Metcalfapruinosa, acari e muffa grigia.
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Schema di alle-vamento a spal-liera di unapianta di kiwi
Curiosità - Agli inizi del XX secolo alcuni cloni di actinidia furonoportati in Nuova Zelanda dove furono selezionati per opera di uncerto Hayward. Qui presero il nome di “Kiwi fruit”, ossia frutto delkiwi. Essendo il kiwi lʼuccello simbolo della Nuova Zelanda si con-trabbandava il frutto come tipico neozelandese.
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Kiwi di varietà“Soreli” a polpagialla
Il gatto è il peg-gior nemico dellegiovani piante dikiwi
Protezione dai parassiti
Le piante da frutto vengono colpite da molte avversità che possonoprovocare gravi danni e compromettere la produzione. Per averepiante sane è necessario controllarle di frequente, facendo molta at-tenzione alla comparsa dei patogeni e dei loro sintomi. In alcuni casiè consigliabile effettuare trattamenti preventivi contro quei parassiti equelle patologie quasi sempre presenti come, ad esempio, la ticchio-latura sul melo e la peronospora sulla vite: cercare di prevenire èsempre meglio che combattere.Descriviamo ora brevemente i principali patogeni che attaccano i frutti-feri e suggeriamo il loro controllo con i metodi convenzionali oppure,dove possibile, con prodotti “Natria”, consentiti in agricoltura biologica.
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Parassiti animali
Afidi (Pomacee, drupacee e agrumi)Colonie di insetti verdi o bruni, detti volgarmentepidocchi, si insediano specialmente sui germoglie sulle foglie. Sottraggono nutritivi alla pianta, de-formano gli organi vegetali e determinano lʼimbru-nimento delle foglie con le loro escrezionizuccherine, dette melata.
Protezione Convenzionale - Su po-macee trattare in prefio-ritura (fase di“orecchiette di topo”) conConfidor® Oil (270ml/10 litri dʼacqua).Su drupacee trattare in prefioritura con Confidor®Oil (250 ml/10 litri dʼacqua). Il trattamento in prefioritura con Confidor® Oil èefficace anche contro le cocciniglie.In alternativa, in post-fioritura di pomacee e dru-
pacee, alla comparsa degli afidi, trattare con Confidor® 200 O-TEQ® (5ml/10 litri dʼacqua) oppure con Confidor® 200 SL (5 ml/10 litri dʼacqua), ef-ficaci anche su larve minatrici.Sugli agrumi intervenire alla comparsa degli afidi con Confidor® 200 O-TEQ® (5 ml/10 litri dʼacqua). Un trattamento è sufficiente per tutta la sta-gione.
Agricoltura biologica - Intervenire alla comparsa dei primi afidicon Neemazal T/S (20-30 ml/10 litri dʼacqua) oppure con Pire-tro ActiGreen (14-16 ml/10 litri dʼacqua) ripetendo il tratta-
mento dopo 7 giorni.59
Agrofarmaci autorizzatidal Ministero della Sa-lute. Seguire attenta-mente le istruzioni. Leinformazioni hanno ca-rattere informativo elʼutilizzatore è tenutoquindi a leggere ed adattenersi scrupolosa-mente a quanto ripor-tato sulle etichette deiprodotti. Bayer CropScienceS.r.l. declina ogni re-sponsabilità per lʼusoimproprio dei prodotti.
Afidi su poma-cee e drupacee(a destra).A sinistra, colo-nia di afidi.
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Cocciniglie (Pomacee, drupacee, olivo e agrumi)Su pomacee e drupacee le cocciniglie sono carat-terizzate da scudetti tondeggianti o allungati, dicolore grigiastro, attaccati ai rami e alle foglie; suifrutti determinano macchioline rosso vivo. Lʼolivoè attaccato dalla “cocciniglia mezzograno di pepe”che si insedia sui ra-metti e sulla pagina in-feriore delle foglie; haforma di mezzo granodi pepe con una care-natura dorsale. Causaabbondante fumaggine. Gli agrumi sono colpitida numerose specie dicocciniglie (sia lanugi-
nose che con scudetto) che vi possono provo-care gravi danni. Sono attaccati rami, foglie efrutti e provocano sottrazione di linfa, dissecca-
mento dei rametti, ca-scola dei frutti eabbondante fumag-gine.ProtezioneConvenzionale - Supomacee e drupacee trattare dalla completa ca-duta delle foglie ai mazzetti divaricati/bottoni rosacon Confidor® Oil (250-270 ml/10 litri dʼacqua);durante la fase vegetativa trattare con Reldan®
22 (20-25 m/10 litri dʼacqua l). Su olivo impiegare a fine febbraio Oliocin® (100-150 ml/10 litri dʼacqua) + Decis® Jet (5-8 ml/10litri dʼacqua). Se necessario ripetere il tratta-mento in agosto con una dose più bassa di Olio-cin®. Sugli agrumi per il contenimento di questi insettiè molto utile ricorrere a una potatura che favori-sca lʼirraggiamento diretto del sole nella chioma;si interviene in inverno con Oliocin® (150-200ml/10 litri dʼacqua) + Reldan® 22 (25 ml/10 litridʼacqua) oppure in estate con il solo Reldan® 22.
Agricoltura biologica – Su pomacee,drupacee e olivo trattare a fine in-verno con Oliocin® (300 ml/10 litri
dʼacqua). Sugli agrumi si interviene a fine in-verno con Oliocin® (150-200 ml/10 litri dʼacqua),ripetendo lʼapplicazione dopo 7 giorni, oppure inestate con Piretro ActiGreen (15 ml/10 litri dʼac-qua ogni 7 giorni).
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Cocciniglie sumela. Sotto, dannidovuti ad attacchidi cocciniglie
Danni da carpo-capsa (a sinistra) e cidia (a destra)
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Carpocapsa e Cidia (Pomacee e drupacee)Sono lepidotteri molto comuni le cui larve, di colore rosato, sono moltodannose. I frutti presentano un foro di penetrazione con fuoriuscita di ro-sura e allʼinterno si trova una galleria, scavata dalla larva, che ne rag-giunge il centro.ProtezioneConvenzionale - Non appena si nota la presenza degli adulti o delle primelarvette trattare con Reldan® 22 (20 ml/10 litri dʼacqua).
Agricoltura biologica – Trattare con Success® (10 ml/10 litridʼacqua) avendo cura di effettuare il trattamento in presenzadegli adulti e quindi ripeterlo dopo una settimana.
Questi trattamenti sono efficaci anche contro i lepidotteri ricamatori.
Cicaline (Vite)Con questo nome sono indicate specie diverse di omotteriche causano alterazioni fogliari e possono trasmettere peri-colose malattie. Normalmente vivono sulla pagina inferioredelle foglie.Protezione Convenzionale - Trattare nelle ore più fresche della giornatacon Reldan® 22 (15 ml/10 litri dʼacqua).
Larve minatrici (Pomacee e agrumi)Sulle pomacee sono visibili sulla pagina inferiore delle foglie mine a mac-chia dʼolio oppure ovali ed allungate dovute ad attacchi di cemiostoma e li-tocollete; sulla pagina superiore si evidenziano punteggiature biancastre.Sono anche possibili mine a spirale. Gli agrumi sono colpiti dalla “mina-trice serpentina” che attacca principalmente le foglie degli apici vegetatividove le larve scavano gallerie provocando gravi danni. In presenza di fortiinfestazioni le foglie disseccano e cadono.
Danni dovuti alarve di minatrici
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Danni dovuti adattacchi di cica-line
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Mosca su agrumie ciliegie e dannisu olive
ProtezioneConvenzionale - Su pomacee trattare alla comparsa delle prime larvette inpost-fioritura con Confidor® 200 O-TEQ® (5 ml/10 litri dʼacqua) oppure conConfidor® 200 SL (5 ml/10 litri dʼacqua); sugli agrumi entrambi a 7,5 ml/10litri dʼacqua da metà a fine giugno.
Agricoltura biologica – Su pomacee trattare alla comparsa delleprime larvette in post-fioritura con Success® (8 ml/10 litri dʼac-qua) ripetendo il trattamento ogni 7-10 giorni. Sugli agrumi trat-
tare con Neemazal T/S (20-30 ml/10 litri dʼacqua) da metà a fine giugno.
Mosca (Drupacee, olivo e agrumi)I frutti delle drupacee che a maturità risultano molli spesso sono mangiatiallʼinterno dalla larva biancastra della mosca mediterranea della frutta.Sullʼolivo è lʼinsetto più pericoloso. Crea sulle olive una ferita caratteristicaa forma triangolare dove depone le uova da cui si sviluppano le larve. Leolive attaccate cadono oppure danno un olio di pessima qualità. General-mente lʼattacco si verifica a partire da agosto. I frutti degli agrumi attaccatipresentano una macchia giallastra e inconsistente al tatto e successiva-mente marciscono.ProtezioneConvenzionale - Trattare con Decis® Jet (su 5-8 ml/10 litri dʼacqua) allacomparsa dellʻadulto e ripetere il trattamento dopo 7-10 giorni; su olivo sipuò impiegare anche Confidor® 200 O-TEQ® (5-6,25 ml/10 litri dʼacqua).
Psilla (Pomacee)I germogli del pero, raramente del melo, vengono colonizzati da in-setti molto piccoli dalla forma caratteristica, di colore giallo o brunoverdastro, che producono abbondante melata. Uova di colore aran-
cio sono visibili anche sui rami o sulla pagina inferiore delle foglie.Protezione Convenzionale - Trattare preventivamente alla caduta delle foglie conConfidor® Oil (250-270 ml/10 litri dʼacqua). In seguito, a maggio, al vi-raggio del colore del frutto, intervenire con Decis® Jet (5-8 ml/10 litridʼacqua) possibilmente miscelandola con Oliocin® (150 ml/10 litri dʼac-qua). Agricoltura biologica – Prima della presenza di melata, intervenire con
Piretro ActiGreen (14-16 ml/10 litri dʼacqua) oppure Nee-mazal T/S (20-30 ml), ripetendo il trattamento dopo 7giorni.
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Un attacco dipsilla può dan-neggiare gra-vementeil pero
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Larva e crisalidedi ricamatore sufoglia. A sinistratipico danno daricamatori.
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Ricamatori o tortricidi (Pomacee e drupacee)Piccoli lepidotteri tortricidi le cui larve causano caratteristiche erosioni su-perficiali sulle foglie e sui frutti.Protezione Convenzionale - Non appena si nota la presenza delle prime larvette trat-tare con Reldan® 22 (20 ml/10 litri dʼacqua) e quindi ripetere il trattamentoa intervalli di una settimana.
Agricoltura biologica – Utilizzare Success® (10 ml/10 litri dʼac-qua) ripetendo il trattamento settimanalmente.
Tentredini (Pomacee)I frutticini presentano un foro e anche delle mine ben visi-bili. Allʼinterno è presente una larva giallastra con capobruno.Protezione Convenzionale - Trattare preventivamente, prima dellacomparsa dei boccioli fiorali, con Confidor® Oil (250-270ml/10 litri dʼacqua) oppure, dopo la fioritura, conConfidor® 200 O-TEQ® (5 ml/10 litri dʼacqua).
Agricoltura biologica – Trattare ai primi sin-tomi dellʼinfezione con Piretro ActiGreen (14-16 ml/10 litridʼacqua) ripetendo il trattamento ogni 7 giorni.
Tignole (Vite e olivo)Sulla vite, larve rosso cupo col capo nero danneggiano i bottoni fiorali e gliacini creando nidi con fili sericei e perforando e svuotando gli acini. Sul-lʼolivo, la prima generazione penetra nelle foglie e le erode nella pagina in-feriore formando una mina a C; la seconda entra nei boccioli fiorali e lidistrugge; laterza entra nelleolive e attacca ilnocciolo. Lalarva è color gri-gio-nocciola.ProtezioneConvenzionale -Trattare la vitecon Reldan® 22(10-15 ml/10 litridʼacqua) e lʼolivo
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Frutti attaccatida larve di ten-tredini.
Sotto, larve di ti-gnola su vite eparticolari degliadulti
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con Decis® Jet (7-8 ml/10 litri dʼacqua). Agricoltura biologica – Trattare la vite alla com-parsa dei primi adulti con Success® (4-8 ml/10 litridʼacqua) ripetendo il trattamento a distanza di 7-10
giorni. Questo trattamento è efficace anche contro i tripidi. Inalternativa si può impiegare il Piretro ActiGreen (14-16 ml/10litri dʼacqua). Sullʼolivo si interviene con Neemazal T/S (20-30ml/10 litri dʼacqua).
Tripidi (Drupacee e vite)Insetti molto piccoli e poco visibili che danneggiano i fiori e i frutticini pro-vocando deformazioni e lesioni superficiali.Protezione Convenzionale - Su pesco utilizzare Reldan® 22 (35 ml/10 litri dʼacqua).
Agricoltura biologica – Trattare con Success ® (8-10 ml/10 litridʼacqua su vite e 8-12 su drupacee) e quindi ripetere il tratta-mento a intervalli di 3-7 giorni sulla vite e 7-10 sulle drupacee.
Ragno rosso (Pomacee, drupacee e vite)Sulla pagina inferiore delle foglie si possono ve-dere, con una lente, dei piccoli parassiti rossastrio giallastri, a volte con sottili ragnatele. In in-verno è possibile notare sulle gemme delle pic-colissime uova rosse.Protezione Convenzionale - Trattare in vegetaziobe con unacaricida specifico.
Agricoltura biologica – Trattare in in-verno con Oliocin® (300-350 ml/10litri dʼacqua)
FormicheNei frutteti domestici, in presenza di afidi e cocciniglie, vi è unaforte presenza di formiche, attratte dalla melata prodotta da questiparassiti, di cui sono ghiotte.Protezione Trattare alla base dei tronchi con un insetticida Bayer specificoper formiche.
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Attacco di tripidi,lesioni su pescae, a destra,danno su gettodi vite.
Sotto, ragnorosso e danno suuna lamburda
Formica
Attacco di ti-gnola su olivo
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Patologie fungine
Mal bianco o oidio (Pomacee, drupacee e vite)Le foglie apicali delle pomacee edelle drupacee si presentano accar-tocciate e coperte da una polverebiancastra; i fiori sono atrofizzati e ipetali vengono ricoperti da unʼefflo-rescenza biancastra. I frutti restanopiccoli e deformi e presentano unadiffusa rugginosità sulla buccia.Sulla vite si hanno macchie bianca-stre sulla pagina superiore delle fo-glie ma lʼattacco non è sempre benevidente. Sugli acini si forma unapatina biancastra e polverulenta equindi si spaccano.Protezione Convenzionale - Trattare con Foli-cur® SE su pomacee (23-29 ml/10litri dʼacqua), a partire dalla fiori-tura; su drupacee (29-43 ml/10 litridʼacqua) a partire dalla piena fiori-tura e su vite (23 ml/10 litri dʼac-qua) a partire dalla post-fioritura,ogni 10-14 giorni. In alternativaProclaim® Combi (15- 20 g/10 litridʼacqua su drupacee).
Agricoltura biologica – Su tutti i fruttiferi impiegare ai primi sin-tomi di infezione Zolfo Bagnabile Bayer (15-30 g/10 litri dʼac-qua) ogni 7-14 giorni. Su vite a 15-30 g ogni 7 giorni.
Eʼ consigliabile alternare Folicur SE® a Zolfo Bagnabile Bayer.
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Attacchi di malbianco su melo,pesco, su fruttidi nettarine e suvite
Sulla vite la pe-ronospora causagravissimi danni
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Attacco di tic-chiolatura: da si-nistra, primisintomi su foglia,danno su frutti-cini e frutti gra-vementedanneggiati
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Peronospora (Vite)Sulla pagina superiore delle foglie si evidenziano macchie traslucide men-tre su quella inferiore troviamo una muffa biancastra. I tessuti interessatiseccano. Sul grappolo, con attacchi precoci, si ha una deformazione e unacolorazione brunastra e, con forte umidità, anche la formazione di unamuffa biancastra. Negli attacchi tardivi non si ha formazione di muffa e gliacini prima prendono un colore violaceo e poi disseccano.Protezione Convenzionale - Trattare con Melody® Compact (30-35 g/10 litri dʼacqua)da quando i tralci sono lunghi 10 cm, ripetendo il trattamento ogni 7-10giorni. Nel caso di infestazioni elevate trattare subito con R6® Bordeaux(25-40 g/10 litri dʼacqua) e in seguito con Melody® Compact. Agricoltura biologica – Impiegare preventivamente Cupravit® Blu WG
(20-30 g/10 litri dʼacqua) ripetendo il trattamento ogni 7-10giorni. La dose va elevata a 25-40 g in presenza di forti infe-zioni e tempo molto piovoso.
Ticchiolatura (Pomacee)Sulle foglie si formano macchie vellutate e brune; sui frutti si riscontranomacchie simili che poi suberificano e ne provocano la deformazione. Eʼ lapiù grave avversità del melo.Protezione Convenzionale - Trattare con Proclaim® Combi (25-30 g/10 litri dʼacqua)oppure con Syllit Flo (8-10 ml/10 litri sʼacqua) a partire dalla prefioritura(stadio orecchiette di topo) e quindi effettuare trattamenti con cadenzaquindicinale con Folicur® SE (23-29 ml/10 litri dʼacqua).
Agricoltura biologica – Distribuire ogni 15 giorni Cupravit® BluWG (45 g/10 litri dʼacqua per trattamenti autunno invernali e20-25 per quelli primaverili estivi).
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Maculatura bruna (Pero)Si presenta come macchie necrotiche, tondeggianti, di estensione va-riabile, in corrispondenza delle quali la polpa marcisce. Le prime ma-nifestazioni compaiono in aprile sulle foglie e, dallʼallegagione suifrutticini.Protezione Convenzionale - Impiegare Folicur® SE (29-43 ml/10 litri dʼacqua) apartire da inizio fioritura fino ad accrescimento frutti, trattando ogni 6-8 giorni.
Moniliosi (Drupacee)Si presenta come una macchia ton-deggiante di marciume, coperta dacolonie fungine color nocciola, di-sposte in circoli concentrici.Protezione Convenzionale - Trattare con Foli-cur® SE (29-43 ml/10 litri dʼacqua),1-2 trattamenti a cavallo dalla pienafioritura e altrettanti in pre-raccolta.In alternativa usare Proclaim®
Combi (20-25 g/10 litri dʼacqua).Agricoltura biologica –Intervenire conCupravit® Blu WG (50-
60 g/10 litri dʼacqua).
Bolla del pesco (Drupacee)Sugli apici le foglie si deformano divenendo bollose,carnose e colorate di rosso. I frutticini mummificano evengono ricoperti di una muffa biancastra.Protezione Convenzionale – Eseguire 2 trattamenti con (25-30g/10 litri dʼacqua), uno alla caduta delle foglie e uno afine inverno. Durante il periodo vegetativo impiegareProclaim® Combi alla scamiciatura (post-fioritura) edurante lʼaccrescimento del frutto. In alternativa con ilmedesimo calendario si può usare Syllit Flo (10-20ml/10 litri dʼacqua).
Agricoltura biologica – Per i trattamenti invernali può essereutilizzato Cupravit® Blu WG (50-60 g/10 litri dʼacqua).
Ruggine (Drupacee)Compare in estate e i danni sono limitati alle foglie dove sulla pagina in-feriore si sviluppano le caratteristiche efflorescenze color ruggine. In an-nate molto piovose compare più precocemente e colpisce anche i frutti.Protezione Convenzionale – Intervenire alla comparsa dei primi sintomi con Folicur®SE (29 ml/10 litri dʼacqua).
Caratteristicamacchia dovutaa maculaturabruna su Abate.
A sinistra, at-tacco di moniliasu nettarine
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Sotto, foglie dipesco deformateda un attacco dibolla
Pustole dovute aruggine su fogliadi susino
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A destra, attaccodi corineo supesco e albi-cocca
Tacca necroticada cancro ra-meale su pesco
Cancri rameali (Drupacee)Si presentano tacche depresse intorno allegemme e alle ramificazioni, fessurazioni dellacorteccia e disseccamento delle parti terminalidei rametti.Protezione Convenzionale – Trattare con Proclaim® Combi(25-30 g/10 litri dʼacqua) in inverno, prima del ri-sveglio vegetativo.
Agricoltura biologica – ImpiegareCupravit® Blu WG (50-60 g/10 litridʼacqua) in trattamenti a fine inverno.
Corineo (Drupacee)I sintomi su foglie e frutti si presentano come piccole macchie rosso-viola-cee circondate da un alone clorotico.Protezione Convenzionale – Trat-tare preventivamentecon Syllit Flo (15-20ml/10 litri dʼacqua).
Agricolturabiologica –Trattare con
Cupravit® Blu WG (50-60 g/10 litri dʼacqua) intrattamenti autunno in-vernali.
Fitoftora o gommosi parassitaria (Agrumi)Interessa la parte bassa del fusto e delle grosse branche producendo unanecrosi della corteccia che, sopra il suolo, si fende e lascia fuoriusciregomma. Le parti colpite sotto il suolo marciscono e le piante attaccate siindeboliscono progressivamente e infine seccano.Protezione Convenzionale – Trattare mensilmente con Swan® (20-30 g/10 litri dʼac-
qua) a partiredalla fioritura. Incaso di gravi at-tacchi integrarecon pennella-ture nella zonainfetta dellegno. In alter-nativa R6® Bor-deaux (50 g/10litri dʼacqua).
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Danni da fitoftorasu agrumi
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Antracnosi (Agrumi)Eʼ caratterizzata dal disseccarsi di piccoli rami, foglie, gemme e fiori men-tre allʼinizio dellʼattacco si presenta normale.Protezione Convenzionale – Effettuare irrorazioni con R6® Bordeaux (50 g/10 litridʼacqua).
Agricoltura biologica – Trattare con Cupravit® Blu WG (25-30g/10 litri dʼacqua).
Botrytis o muffa grigia (Vite)Colpisce i tralci e i grappoli e si manifesta dapprima con macchienecrotiche e poi si sviluppa come una caratteristica muffa grigiache, specialmente in corrispondenza della maturazione, arriva acolpire e coprire tutto il grappolo provocandone la caduta. Le fo-glie vengono colpite di rado. Si diffonde in presenza di un ele-vato grado di umidità atmosferica.Protezione Convenzionale – Alla comparsa dei sintomi intervenire con anti-botritici specifici.
Occhio di pavone (Olivo)Sulla pagina superiore delle foglie si sviluppano delle macchie tondeg-gianti che raggiungono il centimetro di diametro; hanno colore grigio-ros-sastro con bordo scuro e alone giallastro. Provoca una gravedefogliazione invernale.Protezione Convenzionale – Effettuare un trattamento in ot-tobre e uno a fine inverno con Syllit® Flo (10-15g/10 litri dʼacqua).
Agricoltura biologica – Trattare a fineinverno e a ottobre con Cupravit® BluWG (25-35 g/10 litri dʼacqua) ripe-
tendo il trattamento dopo 7-14 giorni, secondo lecondizioni climatiche.
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Acini colpiti dabotrite. Sotto, macchiesu foglie di olivodovute a occhiodi pavone
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Protezione dalle erbe infestantiIn giardino spesso il terreno sotto le piante da frutto viene tenuto inerbitoper cui si praticano le stesse cure necessarie per il prato. Alla base deitronchi o lungo le file, come ad esempio sulla vite, è consigliabile tenerepulito il terreno in quanto le erbe infestanti, se si sviluppano troppo, en-trano in competizione con le piante e le danneggiano sottraendo loro ele-menti nutritivi e acqua. Le infestanti generalmente vengono tolte a manooppure utilizzando la zappa che, avendo il manico lungo, è facile e rapidada maneggiare. Questa operazione va fatta preferibilmente in giornatecalde e asciutte. Una pratica utile per diminuire la presenza di infestanti èil diserbo che si effettua distribuendo sul terreno il diserbante granulareBluecontact® alla dose di 50-150 g/10 m² e irrigare. Intervenire in pre-emergenza delle infestanti e prima della ripresa vegetativa delle colture. In presenza di infestanti applicare Rasikal® Quick alla dose di 5-10 ml/10m2 da diluire in 3 litri dʼacqua
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Alcune erbe infe-stanti dei frutti-feri, in sensoorario: Setaria vi-ridis (a destra),Veronica persica,Sorghum hale-pense, Stellariamedia e Rapha-nus spp.
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