Esempio di ricerca eseguita dagli studenti per focalizzare ulteriormente il concetto di schema...

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Esempio di ricerca eseguita dagli studenti per focalizzare ulteriormente il

concetto di schema secondo Piaget per poter poi preparare un discorso

e una presentazione

Tipi di schemi• schemi comportamentali = relazioni stimolo-risposta (dalla nascita a 2 anni stadio senso-motorio)

• reazioni circolari = rappresentazioni esecutive (schemi comportamentali più complessi e organizzati)

• schemi simbolici = rappresentazioni iconiche (immagini) e rappresentazioni simboliche (linguaggio)

• schemi operazionali = rappresentazioni che prevedono l’esecuzione di operazioni o compiti mentali che seguono regole logiche

Principi base dell’epistemologia genetica

lo sviluppo ontogenetico è comprensibile alla luce dello sviluppo filogenetico (sia dal punto di vista biologico che culturale)

la regolarità e l’universalità dello sviluppo è garantita dalla condivisione dell’organizzazione biologica

l’organismo è attivo e interattivo e si modifica attraverso gli scambi con l’ambiente

lo sviluppo consiste nella trasformazione delle strutture organizzate di cui è costituito

l’organismo

Concetti fondamentali:

Concetto di trasformazione

L’organismo si modifica attraverso

l’interazione con l’ambiente, spinto dal

bisogno di realizzare con esso scambi

sempre più ricchi ed efficaci.

La conoscenza avviene attraverso l’azione

attiva del nostro organismo.

Conoscere un oggetto significa trasformarlo.

Dalle azioni reali della fase iniziale dello

sviluppo si passa alle azioni interiorizzate

(o rappresen-tazioni mentali) delle fasi

successive.

Inoltre: il raggruppamento di oggetti si può fare realmente (mettere insieme in uno spazio) o mentalmente (classificare per categorie logiche).

In entrambi i casi si tratta di azioni (concrete o mentali) attraverso le quali l’individuo trasforma la realtà, adattandola ai propri schemi.

Il coordinamento di più azioni crea le

strutture d’insieme.

Il coordinamento di azioni concrete dà

origine alla nozione di oggetto (stadio

senso-motorio).

Il coordinamento di azioni interiorizzate dà

origine alle strutture logiche e alle nozioni

spazio-temporali.

Assimilazione

Le strutture mentali non si formano solo

per effetto della maturazione biologica, né

a seguito di un apprendimento passivo, ma

attraverso un processo attivo di

costruzione, ovvero di assimilazione

(integrazione di elementi nuovi in strutture

preesistenti).

Esempio:

il bambino che possiede lo schema

percettivo-motorio del battere ritmicamente

e impara a battere un bastoncino sul tavolo,

assimila questa azione allo schema

preesistente e farà la stessa cosa con

qualsiasi altro oggetto.

La nuova azione non cambia lo schema

preesistente, si limita ad ampliarlo e

rafforzarlo.

Accomodamento

All’assimilazione segue l’accomodamento,

ovvero la trasformazione delle strutture di

conoscenza preesistenti (e quindi dei

compor-tamenti) in funzione degli schemi

appena assimilati.

Esempio: la suzione del ciucciotto implica comportamenti nuovi e diversi rispetto agli originari comportamenti di suzione del seno.

Spesso il bambino si “esercita” in alcuni schemi di azione (assimilazione), ripetendoli fino a quando non li padroneggia.

Nel caso in cui il bambino cerchi di mettere in atto i nuovi schemi (accomodamento), senza che l’assi-milazione sia avvenuta in modo completo, può incorrere in errori.

Esempio: battere la pallina sul tavolo.

Solo quando comprenderà che le palline rotolano, avrà “accomodato” lo schema precedente.

Invarianti funzionali

Assimilazione e accomodamento sono

invarianti funzionali dell’intelligenza,

L’intelligenza si evolve attraverso stadi di

sviluppo qualitativamente differenziati.

Adattamento

L’adattamento (=intelligenza, problem

solving) si ha quando si crea equilibrio tra

assimilazione e accomodamento, ovvero

quando si riesce a discriminare tra azioni

(reali o mentali) diverse e ad usarle in

maniera adeguata ed efficace.

L’adattamento è un processo graduale, che

si costruisce in fasi successive (stadi).

Equilibrio e disequilibrio

Le strutture mentali, come le strutture biologiche, tendono all’equilibrio (omeostasi)

Ogni nuova esperienza crea il disequilibrio (=discrepanza tra ciò che si sa e ciò che non si sa ancora, ma si dovrebbe sapere), che stimola l’apprendimento

La discrepanza ottimale è la condizione adeguata a favorire l’apprendimento e quindi lo sviluppo cognitivo

Una prima forma di adattamento si ha alla fine del periodo senso-motorio (il bambino diventa capace attraverso l’organizzazione dei suoi schemi di risolvere problemi pratici, però ancora legati alle capacità percettive).

La capacità di rappresentarsi mentalmente gli oggetti segna il passaggio allo stadio successivo, che gli consente livelli diversi di assimilazione. In sistemi di operazioni concrete, prima; e in operazioni formali (astratte), dopo.

L’adattamento, nel vero senso della

parola, consiste in realtà nella costruzione

di concetti che consentano non solo di

conoscere, ma anche di comprendere la

realtà (previsione e controllo)-

Parallelismo con la conoscenza scientifica.

Equifinalità

Il concetto di equifinalità indica che:

lo stesso livello di sviluppo può essere

raggiunto partendo da condizioni

biologiche e/o ambientali diverse.

Modello di Horowitz

Concetto di stadio evolutivo

Si riferisce ad una fase dello sviluppo,

caratterizzata da determinate strutture

d’insieme che determinano il modo in cui il

bambino organizza le sue azioni reali o

mentali, ovvero il modo in cui (le strutture

attraverso le quali) è in grado di interagire

con l’ambiente.

Sequenzialità dello sviluppo

Il concetto di sequenzialità dello sviluppo indica che gli stadi si susseguono in un ordine stabilito.

Le strutture d’insieme non si sostituiscono le une alle altre, ma ciascuna risulta dalla precedente, con la quale si integra, e rende possibile la successiva.

L’età di transizione da uno stadio all’altro può variare in funzione di diversi fattori (organici e/o culturali), ma l’ordine, la sequenza, non può cambiare.

Metodi utilizzati

il metodo clinico

usato con bambini di età superiore a 4 anni.

Il bambino, rispondendo alle domande del ricercatore, rivela le sue convinzioni, il suo modo di ragionare.

Richiede grande esperienza e competenza

per discriminare le risposte autentiche da

quelle “purchessia” e da quelle puro frutto

di fantasia.

Il metodo quasi-sperimentale

è un ampliamento del metodo clinico.

Sono presenti diversi oggetti

manipolabili;

variano le condizioni ambientali in cui

viene effettuata l’osservazione.

Il metodo critico

serve per evidenziare il pensiero logico del bambino.

Attraverso oggetti o situazioni particolari che creano condizioni “critiche” il bambino ha la possibilità di “spiegare” il suo pensiero.

Il fatto che bambini di età diversa utilizzano diversamente lo stesso materiale dimostra che il pensiero logico non è innato, ma si evolve “qualitativamente” durante lo sviluppo.