Post on 17-Feb-2019
SILENZIO… C’È ARMONIA!
Ensemble dei Talenti Musicali Soprano: Carolina Mattioda
Tenore: Mattia Pelosi Basso: Gabriele Bolletta
Illustrazioni: Fabio Vettori
19 - 28 febbraio 2018
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Ensemble dei Talenti Musicali Violino I: Damiano Babbini
Violino II: Nicola Dho
Viola: Davide Mosca
Violoncello: Giulio Sanna
Cantanti Soprano: Carolina Mattioda
Tenore: Mattia Pelosi
Basso: Gabriele Bolletta
Arrangiamento musicale: M° Marco Alibrando
Illustratore: Fabio Vettori
Programma Messa da Requiem - parte iniziale
Va’ pensiero - Coro degli Schiavi Ebrei (Nabucco, Atto III)
Si ridesti il Leon di Castiglia - Inno (Ernani, Atto III)
La donna è mobile - Aria del tenore (Rigoletto, Atto III)
Sempre libera - Aria del soprano (La Traviata, Atto I)
O tu, Palermo - Saluto del patriota alla Sicilia (I Vespri Siciliani, Atto II)
Valzer brillante - trascrizione di Nino Rota per il film “Il Gattopardo”
Dies irae e Lacrymosa - (Messa di Requiem)
Libiamo, ne' lieti calici - duetto tenore/soprano (La traviata, Atto I)
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GIUSEPPE VERDI NELLA STORIA
Napoleone, sebbene avesse assoggettato l’Italia alla Francia, aveva avuto il merito di aver
reso l’Italia un paese unico, riuscendo ad abbattere i confini dei tanti stati italiani. Il 1813,
anno della nascita di Giuseppe Verdi, rappresenta però, per Napoleone, la definitiva
sconfitta: la sua campagna di Russia risulta un vero fallimento e gli austriaci invadono
nuovamente la pianura padana. Cosa accade in Italia? La penisola ritorna ad avere tanti
dominatori, ritorna ad essere un Paese dove convivono molte identità nazionali e in cui
vengono parlate molte lingue e dialetti.
Il Risorgimento rappresenta il periodo della storia d’Italia durante il quale il popolo italiano
ottiene la propria unità nazionale in un unico Stato - il Regno d’Italia appunto - attraverso
l’unione di tutti gli Stati preunitari. Il termine indica anche il movimento culturale, sociale e
politico che incoraggiò l’unificazione richiamando l’ideale patriottico di una rinascita
dell’Italia attraverso il raggiungimento di un’identità nazionale.
Studiando il rapporto tra la letteratura risorgimentale e le composizioni di Verdi si denota
che il compositore si è trovato quasi per caso coinvolto nelle grandi pulsioni rivoluzionarie
che animavano la sua epoca. Egli era all'inizio del tutto disinteressato alla causa italiana,
anche perché aveva condotto fino a quel momento una vita di espedienti volta a
sopravvivere alle ristrettezze economiche e alla tragedia della perdita della prima moglie e
dei figli.
Quasi per caso mise le mani su un libretto, il Nabucco, che parlava di un popolo oppresso,
quasi per caso riuscì a farlo a rappresentare alla Scala e nel periodo immediatamente
antecedente alla Prima Guerra di Indipendenza... il resto è storia: da quel momento, travolto
da un successo popolare inatteso e insperato, Verdi è diventato un'icona nazionale e
gradualmente, presa coscienza del suo nuovo ruolo, ha condotto l'Italia verso una nuova
epoca.
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GIUSEPPE VERDI
Il 10 ottobre 1813, in un piccolo cascinale a Roncole di Busseto in provincia di Parma, nasce
Giuseppe Verdi. Il piccolo Giuseppe è attirato dalla musica e fin da bambino incomincia a
praticarla esercitandosi sull'organo della chiesa del paese.
A 18 anni, dopo aver tentato inutilmente l’esame per entrare a studiare al conservatorio di
Milano, riceve lezioni private da Vincenzo Lavigna, che lavorava come direttore d’orchestra
al teatro alla Scala. Grazie a lui Verdi entra in contatto con il mondo operistico, allora
dominato da Donizetti e Mercadante, musicisti che diventano un riferimento nelle sue
opere giovanili.
La prima opera scritta da Verdi, Oberto conte di San Bonifacio, viene rappresentata proprio
alla Scala nel 1839 ed è un buon successo. Tutto sembra andare per il meglio, ma la morte
della giovane moglie Margherita e l’insuccesso della seconda opera Un giorno di regno, lo
trascinano in un periodo di grande sconforto.
Verdi riesce a riemergere dalla crisi profonda grazie all’insistenza di amici e sostenitori, che
lo inducono a riprendere l’attività compositiva. A 29 anni incomincia la sua fortunata
carriera, quando prendono forma l’opera Nabucco (1842) e I Lombardi alla prima crociata
(1843), che aprono definitivamente al musicista la strada della composizione operistica.
Da quel momento Verdi intraprende una frenetica attività musicale per poter soddisfare
tutte le richieste che gli vengono proposte dai teatri: in 15 anni, tra il 1842 e il 1857,
compone addirittura 20 opere.
Immagine di copertina del libro “Giuseppe Verdi e… le formiche di Fabio Vettori”
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La musica di Giuseppe Verdi diventa, quasi a sua insaputa, la bandiera italiana contro
l’oppressione austriaca, aumentando il sentimento patriottico e di libertà degli italiani (il
motto “Viva V.E.R.D.I” verrà utilizzato per significare “Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia”).
Nei tre anni che vanno dal 1851 al 1853 nascono tre grandi capolavori operistici che sono:
Rigoletto, Il trovatore e La traviata. La trilogia è stata chiamata “popolare” perché viene
indirizzata non solo ad una parte di pubblico, ma alla folla, all’intero popolo che si
immedesima nei vari personaggi.
Il 1855, con l’Esposizione Universale di Parigi, rappresenta un momento significativo nella
vita artistica del compositore e segna il passaggio dalla trilogia popolare alle opere della
maturità. I soggetti del dramma “Les Vêpres Siciliennes” (I vespri siciliani), ispirati a grandi
fatti storici, permettono di allestire quadri a dir poco spettacolari. Le scene e i costumi
vengono realizzati con cura meticolosa e garantiscono un risultato colossale anche per le
successive opere Aida (rappresentata per la prima volta al Cairo in Egitto nel 1871, per
celebrare l’apertura del canale di Suez), Otello del 1887 e Falstaff, composta nel
1893 all'età di ottant'anni.
Verdi muore a Milano il 27 gennaio 1901 e il suo testamento viene rispettato: i funerali si
svolgono alle 7 di mattina e in assoluto silenzio. Non c’è sfarzo, non c’è musica, ma una folla
di oltre 100.000 persone lo segue fino al cimitero. Un mese dopo si svolgono i funerali
ufficiali. Sul piazzale del cimitero viene eseguito, dalle orchestre della Scala e del Lirico e da
tutti i cori di Milano, Va’ pensiero. Il coro è diretto da Arturo Toscanini, viene cantato da
novecento coristi e suonato da centoventi strumentisti.
Esso rappresenta l’ultimo saluto per il Maestro.
La banconota da mille lire (edizione 1969-81) con il ritratto di Verdi firmato da Giovanni Boldini nel 1886
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Messa di Requiem Dopo il periodo di scrittura frenetica, tra Aida e Otello passano ben 16 anni, questa volta di
silenzio, un silenzio interrotto solo dal rifacimento di un’opera, il Simon Bocanegra e dalla
Messa di Requiem per onorare la memoria di Alessandro Manzoni, morto nel 1873 e
considerato un “santo” dal musicista. Fu Verdi a dirigere la prima esecuzione avvenuta nella
chiesa di San Marco a Milano ad un anno dalla scomparsa del grande scrittore.
Il Dies Irae è un passo corale in cui viene descritto il terrore della morte. Questo brano
infatti descrive Dio che giudica con toni minacciosi e solenni.
Nabucco Nabucodonosor (questo il titolo originale dell’opera) viene rappresentata alla Scala il 9
marzo 1942. Sono previste solo 8 recite perché l’impresario Merelli ha voluto inserire
l’opera alla fine della stagione in quanto teme un esito negativo. Il successo però è
clamoroso e Nabucco viene ripetuta per ben 57 volte a partire dall’agosto dello stesso
anno. Una cifra che rappresenta un vero primato per quei tempi e un record per la stessa
Scala. L’opera descrive la storia del popolo ebraico che si ribella all’oppressore assiro
Nabucodonosor e molti hanno letto tra le righe il desiderio del popolo italiano di
conquistare la libertà dagli austriaci.
Il Coro degli Ebrei rappresenta un momento toccante dell’opera, in cui i deportati ricordano
con nostalgia la patria lontana e ormai perduta. Gli schiavi si trovano sulle sponde
dell’Eufrate, sono incatenati e cantano: Va’ pensiero.
Ernani Con le opere Nabucco, I Lombardi alla prima crociata e Ernani del 1844, Verdi ha
accomunato ancora di più il popolo italiano sotto il vessillo patriottico e ha alimentato
maggiormente il loro sentimento della libertà. Il bandito Ernani canta Si ridesti il Leon di
Castiglia e nel 1848 a Milano è vietato, pena l’arresto, indossare un cappello “alla Ernani”,
perché significa lanciare una sfida agli austriaci.
Rigoletto La prima rappresentazione del Rigoletto avviene l’11 marzo 1851,
nel teatro La Fenice di Venezia. Il melodramma è suddiviso in tre
parti ed è ambientato nel XVI secolo, alla corte dei Gonzaga, una
ricca famiglia di Mantova. Rigoletto è il giullare di corte e il suo
nome ormai viene accostato a una sua caratteristica fisica: la gobba. Ha una figlia di nome
Gilda che cerca di proteggere perché rappresenta il suo bene più grande. La donna è mobile
è un’aria cantata all’inizio del terzo atto dal Duca, che sottolinea, secondo una sua
personale visione, la superficialità e la frivolezza dell’universo femminile.
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La Traviata In quest’opera di Verdi, forse più che in altre sue composizioni, la perfetta unione tra
soggetto, musica e testo porta lo spettatore a rimanere incantato e commosso. Qualcuno
ha detto «Traviata è un’opera che va all’anima» e non gli si può dar torto. Verdi ha avuto
tanto coraggio nel mettere in scena un dramma contemporaneo, ambientato proprio nel
suo secolo, l’800 e con una storia che per quei tempi era molto delicata.
Nel I atto Alfredo (tenore) confessa il suo amore a Violetta (soprano): l’ama ormai da un
anno, dalla prima volta in cui l’ha vista. Incapace di provare vero amore, Violetta propone
una semplice amicizia, ma quando Alfredo sta per allontanarsi gli porge un fiore, invitando il
giovane a riportarglielo il giorno seguente. Alfredo si allontana felice. Violetta è rimasta sola
e nota con incredibile sorpresa che le parole di Alfredo l’hanno scossa. Ma cosa le succede?
Non può essere: lei deve continuare a vivere nella libertà, come ha sempre fatto, per questo
canta Sempre libera.
Il brano più famoso dell’opera descrive un brindisi in tempo di valzer che propone Alfredo
intorno alla metà del I Atto. A lui subito si unisce Violetta, seguita dagli altri invitati. Tutti
cantano gioiosamente le lodi del vino e dell’amore: Libiamo, ne' lieti calici.
I Vespri Siciliani Questo dramma storico, in cinque atti, fa perno su di una storia
d’amore, quella della duchessa Elena (sorella di Federico d’Austria,
giustiziato come traditore dai francesi) e del giovane siciliano Arrigo.
Nel II Atto il patriota Giovanni da Procida sbarca in Sicilia e saluta l’isola
(O tu, Palermo - Saluto del patriota alla Sicilia), quindi viene raggiunto
dai suoi fedeli soci, tra i quali Elena ed Arrigo, che discutono con Procida sul modo con cui
indurre i Siciliani alla rivolta contro i dominatori francesi. Alla fine Elena ed Arrigo si
sposano: il rintocco della campane nuziali segnerà l’avvio della rivolta, quella dei Vespri
Siciliani appunto, nella Palermo di fine Duecento.
Il Valzer Brillante “Il Gattopardo” è un film storico colossal del 1963 diretto da Luchino Visconti, tratto
dall'omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Il motivo centrale della sequenza del ballo di “Il Gattopardo” è costituito dalla partitura
inedita di un Valzer brillante di Verdi. Si tratta di un valzer dedicato in origine alla contessa
Maffei, il cui manoscritto originale era stato acquistato dal montatore del film presso una
libreria antiquaria romana e regalato a Visconti.
La partitura per pianoforte è stata orchestrata successivamente per piccolo ensemble da
Nino Rota, che ha curato la colonna sonora del film.
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L’OPERA LIRICA
L’opera è una forma d'arte totale che unisce musica, canto, teatro, arti plastiche, a volte
anche danza. In ogni opera tutti i componenti si combinano nella loro espressività e
bellezza. Questa alchimia complessa fa di ogni rappresentazione uno spettacolo
straordinario che monopolizza la vista, l'udito, l'immaginazione e la sensibilità del pubblico,
dove tutte le passioni umane sono in gioco.
lI libretto Il libretto è lo ‘script’ di un'opera. Si può trattare di una creazione originale, a volte scritta
da un celebre autore o poeta, ma spesso si tratta dell'adattamento di testi di prosa teatrale
(Shakespeare è stato una grande fonte d'ispirazione per i librettisti), di racconti o di
romanzi. I soggetti sviluppati nei libretti sono numerosi e molto vari: un amore proibito,
l'infedeltà, la vendetta, la sete di potere, la guerra, i miti antichi o anche gli eventi storici.
Con simili soggetti l'opera si àncora in un universo dove si scatenano le passioni umane.
L'amore, il tragico e la morte sono spesso al centro degli intrighi. I personaggi, spesso
combattuti tra i loro sentimenti e i loro doveri, si devono confrontare con delle situazioni
straordinarie e si lasciano trasportare da sentimenti esacerbati. L'eccesso finisce col
consumarli e li conduce ad atti di violenza o alla loro propria morte. Così, colpi di fulmine,
sacrifici, incantesimi, coraggio, suicidi e omicidi convivono nei libretti. Alcuni personaggi
trovano la redenzione, altri sono rosi dal rimorso o puniti per i loro crimini… e a volte le
opere hanno anche un lieto fine!
Il canto Contrariamente alla maggior parte dei testi di
prosa, il testo nell'opera lirica è cantato.
L'intensità e l'emozione del canto hanno un
impatto diretto sul peso e sul senso delle parole.
Esistono diversi tipi di voce, classificati in sei
categorie principali: dalla più acuta alla più grave,
si distinguono le voci di soprano, mezzosoprano e contralto per le donne; tenore, baritono
e basso per gli uomini. Le voci si caratterizzano anche per la loro potenza e agilità: possono
essere leggere, liriche o drammatiche. Una voce leggera ha meno potenza, ma può
facilmente salire negli acuti e vocalizzare, invece una voce drammatica è meno agile, ma più
potente.
Le voci sono generalmente associate a dei tipi di ruolo: esse mettono in luce alcuni aspetti
della personalità o del carattere dei personaggi.
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La musica La musica esprime in un altro modo le emozioni e l'azione che hanno luogo sulla scena.
Nello spirito della camerata fiorentina, le cui ricerche e i cui studi sul teatro antico hanno
condotto alla creazione del genere lirico operistico, la musica era al servizio del
libretto: "Prima le parole, dopo la musica". Ma questa concezione è discutibile. Si tratta di
un dibattito antico: a seconda delle epoche è stata data prevalenza al libretto o alla musica.
In realtà la musica non è solo al servizio del canto e del libretto: essa li completa e li sublima
entrambi sottolineando l'intensità delle situazioni e le passioni ed emozioni dei personaggi.
I compositori, giocando con i ritmi, i toni, le melodie e le sfumature, usano lo straordinario
potere di suggestione della musica per creare delle atmosfere particolari che il libretto o la
regia non saprebbero produrre. Alcuni utilizzano persino dei motivi ricorrenti per
rappresentare un personaggio, un sentimento o un concetto.
La regia Prima del XX secolo, la dimensione teatrale dell'opera era marginale. Nel Seicento, le
rappresentazioni erano piuttosto statiche e sembravano dei concerti in costume. La regia è
diventata importante quando le programmazioni dei teatri d'opera si sono maggiormente
concentrate sul mantenimento di un repertorio esistente e meno sulla creazione. Solo nel
Novecento il canto e la regia hanno iniziato a essere considerati di pari importanza.
Tuttavia, le scene operistiche sono sempre stati dei luoghi magici grazie agli effetti visivi
spettacolari e al grande macchinario scenico. Le possibilità della regia sono aumentate con il
progresso tecnico e oggi gli effetti speciali, la tecnologia digitale e le proiezioni d'immagini
vengono utilizzate in molte produzioni.
Una regia è molto di più di una semplice illustrazione dell'opera: essa introduce dei
significati. Quando un regista lavora a un'opera, è una certa visione dell'opera che egli
propone al pubblico. La prospettiva che egli adotta può essere vicina al libretto e fedele alle
concezioni dell'autore, oppure può essere una interpretazione più personale. Alcuni registi
traspongono l'azione in altre epoche, in altre situazioni oppure in un contesto immateriale e
intemporale.
Queste trasposizioni mettono in valore alcune dimensioni delle opere e arricchiscono il loro
significato rivelando degli aspetti sconosciuti. Per esempio, in una produzione moderna, i
temi sviluppati in un'opera barocca possono rivelarsi molto attuali. Queste prospettive
cambiano il modo in cui gli spettatori percepiscono e comprendono le opere. In questo
modo l'opera si ricrea e si reinventa costantemente. Prima che si alzi il sipario nessuno sa
cosa succederà sulla scena. È questo che rende l'opera così avvincente.
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Articolo tratto da www.opera-europa.org
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FABIO VETTORI
La passione di Vettori per l'illustrazione risale ai tempi
dei suoi studi da geometra, quando inizia a essere
attratto dal soggetto delle formiche, che diventerà
presto la sua cifra stilistica. Le formiche, in effetti,
consentivano di coniugare il suo interesse per il
dettaglio con la possibilità di moltiplicare i personaggi
all'interno di una stessa scena, tanto che negli anni ‘80
inizia la commercializzazione di poster e biglietti
d'auguri raffiguranti le formiche. Nel 1995 fonda
a Trento un'impresa finalizzata proprio alla distribuzione
del merchandising correlato alla sua produzione artistica
e nel 2004 apre un primo negozio monomarca. Nel
frattempo il suo catalogo si arricchisce di nuovi soggetti
e articoli, tra cui il libro "GIUSEPPE VERDI e… Le formiche
di Fabio Vettori", da cui nasce l’idea della lezione-concerto e da cui sono tratte le illustrazioni
e alcuni testi di questa scheda didattica.
GABRIELE BOLLETTA
Inizia giovanissimo lo studio del canto sotto la guida
della signora Aida Claretto Prestia. Successivamente
perfeziona la tecnica canora con la signora Franca
Mattiucci. Debutta nel 2004 in Norma come Oroveso
sotto la direzione del m° Achille Lampo.
Collabora successivamente con l’As.Li.Co. in alcune
produzioni e in seguito con i più importanti teatri
italiani, esibendosi con grandi artisti e con importanti
direttori d’orchestra. All'estero si è esibito a Tokyo
(Giappone), Oman, Monaco di Baviera (Germania),
Grenoble (Francia), Lugano (Svizzera). Si è perfezionato
nel repertorio settecentesco e nell'opera buffa con il
maestro Enzo Dara e ha completato la sua formazione
tecnica nel 2012 presso l'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. Ha collaborato con la
RAI e con la televisione di Stato albanese e ha tenuto alcune masterclass di tecnica vocale e
di interpretazione in Giappone e in Oman.
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TALENTI MUSICALI
Talenti Musicali è il progetto della
Fondazione CRT, realizzato in
partnership con il Conservatorio di
Musica “Giuseppe Verdi” di
Torino, finalizzato al finanziamento di
borse di studio per il perfezionamento
dei giovani talenti musicali in possesso di
diploma ‘tradizionale’ del vecchio
ordinamento o di diploma accademico di primo o secondo livello dei Conservatori
piemontesi o della Valle d’Aosta, che siano disposti ad effettuare un periodo di
perfezionamento (compreso tra gli 8 e i 12 mesi) presso Istituzioni, Accademie, Scuole di
perfezionamento italiane o straniere selezionate dagli stessi candidati.
L'Ensemble dei Talenti Musicali nasce dal progetto Talenti Musicali e si compone di alcuni
giovani musicisti vincitori del bando.
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LA FONDAZIONE CRT La Fondazione CRT - Cassa di Risparmio di Torino è un ente privato non profit nato nel 1991. Da oltre 25 anni è uno dei “motori” dello sviluppo e della crescita del Piemonte e della Valle d’Aosta in tre macro-aree: Arte e Cultura, Ricerca e Istruzione, Welfare e Territorio. Interviene con progetti e risorse proprie per la valorizzazione dei beni artistici e delle attività culturali, la promozione della ricerca scientifica e della formazione dei giovani, il sostegno all’innovazione e all’imprenditoria sociale, l’assistenza alle persone in difficoltà, la salvaguardia dell’ambiente, il sistema di protezione civile e di primo intervento. La sua attività si caratterizza per un’attenzione particolare all'internazionalizzazione, con il duplice obiettivo di rendere più forti le organizzazioni non profit locali attraverso l'apertura all'Europa e al mondo e, nello stesso tempo, di attrarre sul territorio nuove risorse progettuali ed economiche. In un quarto di secolo di attività, la Fondazione CRT ha distribuito risorse per circa 1 miliardo e 500 milioni di euro e consentito la realizzazione di più di 37.000 interventi per il territorio, sostenendoli non solo dal punto di vista delle erogazioni, ma anche delle progettualità: il tutto, ascoltando le esigenze del territorio stesso e delle realtà aggregative, istituzionali e del non profit.
www.fondazionecrt.it
IL PROGETTO DIDEROT DELLA FONDAZIONE CRT La Fondazione CRT realizza il Progetto DIDEROT per offrire agli studenti di tutti gli Istituti di istruzione primaria e secondaria di I e II grado del Piemonte e della Valle d’Aosta una duplice opportunità: avvicinarsi in modo creativo e stimolante a discipline non sempre inserite nei programmi curricolari e, nello stesso tempo, approfondire le materie tradizionali con metodologie innovative.
Il Progetto si articola in workshop, laboratori, video-lezioni, visite, seminari, incontri-dibattiti con esperti e testimonial, e perfino concerti e rappresentazioni teatrali, in ambiti quali l’arte e la matematica, l’economia e il computing, la tutela della salute e dell’ambiente, la filosofia. La partecipazione è gratuita per tutte le scuole (escluso il costo di eventuali trasporti).
Il progetto Diderot della Fondazione CRT ha coinvolto finora circa 770.000 studenti tra i 6 e i 20 anni.
ENTE COFINANZIATORE La Fondazione CRC - Cassa di Risparmio di Cuneo - ha aderito al progetto Diderot 2017/2018 della Fondazione CRT contribuendo ad implementare la linea “Alla ricerca dell’Armonia”.
LA FABBRICA DEI SUONI - soc. coop. soc. ONLUS nasce dall’esperienza
dell’Associazione Culturale La Fabbrica dei Suoni, da anni impegnata in progetti di sperimentazione di pratiche didattiche innovative.
Ne è testimonianza la progettazione e realizzazione nel marzo 2007 a Venasca (CN), del primo avveniristico parco tematico interamente dedicato al suono e alla musica, unico nel suo genere in Europa, denominato "La Fabbrica dei Suoni". Nel mese di Giugno 2013 è stato inaugurato il nuovo percorso “L’Atlante dei Suoni” a Boves (CN) e “La Città di Cumabò”, percorso specifico per la scuola dell’infanzia.
Oltre alla gestione dei parco-museo, la cooperativa svolge anche un’intensa attività di organizzazione di eventi musicali, corsi di educazione alla musica, promuove masterclass volte all’approfondimento della conoscenza degli strumenti cardine della musica occitana e della world music, propone laboratori didattici per gruppi di ragazzi e bambini, organizza e gestisce corsi di aggiornamento per insegnanti, educatori, animatori.
Dal 2014 è partner della Fondazione CRT per il progetto Diderot.
www.lafabbricadeisuoni.it