Don Angelo Regazzo aveva conosciuto Asti dopo l’aiuto ... · segnato. I dubbi esistenziali di...

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LETTURE: At 2, 42-47; Sal. 117; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31LETTURE: At 2, 42-47; Sal. 117; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31

I regali del RisortoDOMENICA 19 APRILE - II DOMENICA DI PASQUA

MEDITANDO LA PAROLA

Giovanni Paolo II chiamò “domeni-ca della Misericordia” la seconda dome-nica di Pasqua, perché dal cuore di Gesù pieno di tenerezza sgorgarono dei doni come raggi e rifl essi della sua risurrezio-ne: la pace, i sacramenti e l’ultima bea-titudine nella quale Gesù conferma nella fede a chi crede in lui e a chi soffre i dub-bi dell’apostolo Tommaso. Con la celebra-zione di questa domenica si conclude l’ot-tava di Pasqua, questa settimana che la Chiesa ci ha invitato a considerare come un solo giorno: “Questo è il giorno fat-to dal Signore”. Il vangelo di oggi ci par-la dell’apparizione di Gesù Misericordioso ai suoi discepoli, lo stesso giorno della sua risurrezione, dove consegnò il dono della sua pace e dei suoi sacramenti, e confer-mò la nostra fede e la fede di tutti quelli che come Tommaso, nel mondo sono pie-ni di dubbi e con ansie di certezze. Que-sta pace ci porterà a vivere meglio l’Euca-ristia, a pregare con più fervore e a vivere l’amore con i nostri fratelli.

Cristo misericordioso e risorto ci dona la sua pace, ciò signifi ca salute, armonia, pace interiore, serenità e tranquillità per coloro a chi è diretto il suo saluto. Pace come concordia tra le persone, le nazioni, e tra Dio e l’uomo. Gli apostoli l’avevano perduta dopo la morte di Cristo nel Calva-rio. Erano realmente con la pace, la fede e la speranza distrutte. Questo buio turba-mento dei discepoli scompare grazie alla luce della vittoria del Signore, che riempie i loro cuori di serenità e gioia. Sant’Ago-stino defi niva la pace come la tranquillità dell’ordine. E come c’e un doppio ordine, quello imperfetto in terra e quello com-piuto in cielo, c’e anche una doppia pace: quella del pellegrinaggio e quella della patria. La ripetizione della parola pace nel Canone Romano della messa è chiara: la Chiesa ha ricevuto la missione di estende-re fi no ai confi ni del mondo la pace di Cri-sto Risorto e Misericordioso.

Il Giovedì Santo, Cristo ci aveva donato

il sacramento dell’eucaristia. Adesso, dal suo cuore misericordioso esce quest’altro tesoro: il sacramento della riconciliazione. Cristo invia i suoi apostoli con la missione di prolungare la propria: perdonare i pec-cati. La pace con Dio e con i nostri fratel-li è stata perduta con il peccato. Con il sa-cramento della riconciliazione ricuperia-mo quella pace. La Chiesa, dopo la risurre-zione di Cristo, è lo strumento attraverso il quale il Signore raduna tutto l’universo sotto la sua sovranità, lo strumento attra-verso il quale scorre la grazia divina, i cui canali ordinari sono i sacramenti, ordinati alla riconciliazione degli uomini con Dio, attraverso la conversione.

Un ultimo regalo della risurrezione di Gesù fu la conferma della nostra fede. La fede nella risurrezione di Cristo è la ve-rità fondamentale della nostra salvez-za. “Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana an-che la vostra fede”, dice San Paolo. Alla luce della risurrezione acquisiscono luce tutti i misteri che Dio ci ha rivelato e con-segnato. I dubbi esistenziali di Tomas-so hanno toccato il cuore di Gesù, fi no al punto che nella sua misericordia ci rega-lò l’ultima beatitudine che ha a che ve-dere con tutti quanti non abbiamo avu-to il dono di conoscere il Cristo storico di Palestina: “Beati coloro che credono sen-za aver visto.

Perché dubitiamo spesso di Dio e del suo amore misericordioso che dona pace? E’ solida la nostra fede in Cristo Risorto o accolgo dubbi di fede in continuazione?

In questo tempo speciale di pandemia, Signore donaci tuo perdono, e con il tuo perdono, la pace. Accresci la mia fede, perché io viva con serenità e con fi ducia la mia vita cristiana. Tu sei fedele alle tue promesse e mai permetterai una tentazio-ne superiore alle mie forze.

> P. Gerardo Bouzada, LC

12 __________________________________________________ VITA DIOCESANA ________________________ 17 aprile 2020 | Gazzetta d’Asti

Da Addis Abeba un saluto da chi ha conosciuto l’epidemiaDon Angelo Regazzo aveva conosciuto Asti dopo l’aiuto ricevuto in occasione del tifo petecchiale

I casi di contagio in Etiopia sono una sessantina e tre i morti. Ma non sarà possibile il lockdown nella capitale, perché la gente morirebbe di fame

In questi tempi in cui si rischia di non garantire un dignitoso ri-cordo di coloro che muoiono e per i quali non è possibile cele-brare il funerale, Gazzetta d’Asti ha pensato di dare l’opportuni-tà di pubblicare gratuitamente il necrologio, limitatamente allo spazio a disposizione. Perciò chi è interessato a usufruire del servizio è sufficiente che invii la foto del defunto o della defunta con le date di nascita e di mor-te e due righe di saluto. L’indiriz-zo mail è gazzettadasti.segrete-ria@tin.it. Non possiamo garan-tire la pubblicazione, in quanto dipende dallo spazio a disposi-zione e da quanti ne faranno ri-chiesta. Tuttavia ci sembra un gesto di vicinanza verso quelle famiglie che sono colpite dal lut-to in questo particolare momen-to storico.

LA GAZZETTA OFFRE GRATUITAMENTE LO SPAZIOPER RICORDARE I DEFUNTI DI QUESTI GIORNI

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E’ possibile che molti lett ori della Gazzett a d’Asti ricordino an-cora bene un nostro amico mis-sionario salesiano, don Angelo Regazzo, che si trovò nel 1985/86 a gestire una tragedia immane in Etiopia, insieme al confratel-lo Cesare Bullo dovuta alla sicci-tà, quando a Makallè si precipita-rono milioni di disperati in cerca d’aiuto, sopratt utt o acqua e me-dicine per combatt ere un’epide-mia tremenda di tifo petecchiale. Il fatt o ebbe subito una risonan-za internazionale, ed alcuni asti-giani, animati da buona volontà si diedero subito da fare adott an-do lo slogan: meglio fare qualco-sa che stare a guardare. Comincia-rono i farmacisti, con in testa il dr. Maggiora.

In una serata presso l’oratorio don Bosco di Asti riempirono 4 cassoni di medicine che raggiun-sero presto Makallè grazie ad un ponte aereo Livorno –Makallè. Ma don Angelo continuava a dire che necessitava l’acqua. Quello slogan fece eff ett o e molta gente si mobilitò. In poco tempo si riuscì a fi nanziare l’acquisto di una au-tocisterna in acciaio inox da die-ci mila litri, poi inviata superando diffi coltà burocratiche sollevate in Etiopia.

Alla fi ne della tragedia i morti in Etiopia risultarono un milione e quatt rocentomila. Da quel mo-mento si venne a creare una sor-ta di gemellaggio tra astigiani e

l’opera di don Angelo, che nel frat-tempo venne trasferito ad Addis Abeba, dove si occupa della scuo-la professionale e del recupero dei ragazzi di strada (molte migliaia). L’ultima realizzazione astigiana è stata la stalla.

Don Angelo ci ha scritt o e dopo i saluti e gli auguri, prosegue in una mail del 12 aprile:

Noi tutt i, Salesiani, ragazzi, ope-ratori sociali, e guardiani fi nora stia-mo bene. Come già precedentemen-te vi ho dett o, appena le autorità fe-cero chiudere le scuole, noi, Salesia-ni e ragazzi, ci siamo trincerati nel nostro recinto, prendendo precau-zioni ferree per impedire il contagio e fi nora ci siamo riusciti. Confi dia-

mo molto nella protezione di Ma-ria e di S. Madre Teresa di Calcut-ta verso cui abbiamo una devozione speciale. Fuori dal recinto purtrop-po non vediamo la gente mantenere le distanze di sicurezza o mett ersi la mascherina.

I casi di contagio in Etiopia sono circa una sessantina e già ci sono sta-ti i primi 3 morti tra i contagiati. Qualche provincia, come il Tigray, è riuscita ad obbligare la gente a chiu-dere tutt o ed a stare a casa. Il gover-natore di Addis Abeba ha dett o su-bito che è quasi impossibile fare la stessa cosa per i dieci milioni di abi-tanti della capitale, perché blocca-re la gente vorrebbe dire farla mori-re di fame. Tragiche alternative per

quasi tutt a l’Afr ica, dove la gente si inventa la sopravvi-venza alla giornata. Quindi con fede diciamo alla Prov-videnza: “Pensaci tu”. In caso di bi-sogno noi siamo pronti a mett ere a disposizione la nostra grande sala multi-uso con 1200 posti a sedere, che potrebbe già servire come un pic-colo ospedale. Già abbiamo comin-ciato ad assistere la gente con la di-stribuzione di acqua potabile con i nostri 2 pozzi. Mett eremo poi a ser-vizio le nostre macchine se ce ne fosse bisogno. Con l’aiuto di Nuovo Fio-re in Afr ica, Riccardo Braglia di Lu-gano, stiamo aiutando migliaia di ragazzi/e di strada che il governo ha raccolto in grandi recinti. Abbiamo comperato 200 litri di alcol, 10 mila guanti sanitari, 50 bidoni di plasti-ca Roto da 50 litri per il lavaggio delle mani, dieci mila pezzi di sapo-ne duro e 200 litri di sapone liquido. Abbiamo già cominciato a distribui-re 10 mila mascherine che producia-mo noi nel nostro laboratorio di sar-

toria. Con l’aiuto poi di altri bene-fatt ori abbiamo comperato quinta-li e quintali di maccheroni, farina, riso, zucchero, olio di semi, tantissi-mi cartoni di biscott i e altro cibo che distribuiremo ai poveri della zona nel caso che la situazione deterioras-se. Insomma faremo tutt o quello che avrebbe fatt o don Bosco e Madre Te-resa se si fossero trovati in una situa-zione simile, sicuri che loro dal Cie-lo ci proteggeranno dal contagio e ci daranno idee e mezzi per aiuta-re questi nostri Monelli Buoni e tan-ti poveri che si presenteranno al no-stro cancello. A nome loro vi auguro una Santa Pasqua e vi ringrazio del-la vostra Amicizia.

Aff .mo Don Angelo - E-mail: me-lakuangelo@yahoo.com

Per off erte: Fondazione don bosco nel mondo; via Marsala 42 – 00185 Roma c/c postale N.36885028

> Evasio Sattanino

PinucciaUn ricordo particolare dall’amica Loretta. che ha scoperto per caso del suo decesso. Catechista sto-rica del Borgo Tanaro, ha passa-to indenne la vicenda dell’alluvione del ‘94. “La più grande delusione di tutti noi che ti vogliamo bene è non averti potuto salutare in chie-sa”

E’ stata ratifi cata nei giorni scorsi dalla Conferenza Episcopale Piemontese, la no-mina di mons. Francesco Ravinale, Vesco-vo Emerito di Asti, a consulente ecclesiasti-co del gruppo interregionale Ucid - Unione

Cristiana Imprenditori Dirigenti - Piemonte e Valle d’Aosta. Si è così defi nito il gruppo che nei pros-simi tre anni 2020-2023 reggerà l’uffi cio di presidenza del Gruppo Interregionale Piemonte a Valle d’Aosta. Infatt i dopo l’elezione nel mese di febbraio del suo presiden-te, Paolo Porrino, del segretario generale Luigi Gentile (che è an-che presidente della Commissio-ne Nazionale Sanità) del responsa-bile della comunicazione Giorgio Gianuzzi, la nomina all’unanimità da parte dell’assemblea dei vescovi

piemontesi di mons. Ravinale, da sempre vi-cino e sostenitore dell’associazione durante i suo periodo di vescovo della Diocesi di Asti a guida spirituale, completa i quadri dirigen-ziali dell’Ucid Piemonte e Valle d’Aosta.

Mons. Francesco Ravinale farà parte del Gruppo Interregionale

Nuovo consulente ecclesiastico Ucid

Don Felice Molino, salesiano di Settime, quasi conterraneo di don Bosco, ci manda auguri e notizie di Nairobi (Kenia) Nairobi sotto un’apparenza di progresso, tra i suoi grattacieli, nasconde 2 milio-ni e mezzo di diseredati. Anche lì operano i salesiani con scuola e assistenza ai ragazzi di strada. Chi volesse dare una mano lo può fare sul conto aperto presso la Cassa di Risparmio di Asti, agen-zia di Settime, intestato a DON BOSCO AMICO ONLUS, specifi can-do per don Felice Molino, don Bosco Mission Kenia - IBAN: IT60J 06085 477100 0000 0021762.

* 29-7-1928 + 20-3-2020Cristianamente è mancata all’affetto dei suoi cari

Lina Bianco ved. Nicolinidi anni 91

Ne danno il triste annuncio il figlio Gio-vanni, la sorella Carla e parenti tutti.Non smetterò mai di ringraziare il Signore per avermi dato una mam-ma come te. Ti vorrò per sempre un bene infinito.

> Il tuo Giovannino

Mons. Francesco Ravinale, Luigi Gentile e Paolo Porrino